Conferenza d'informazione
La situazione dei servizi socio-assistenziali in Trentino
In allegato slide e documenti dei relatori e il link allo streaming sul canale YouTube del Consiglio
Pomeriggio dedicato oggi alla conferenza d’informazione sulla situazione dei servizi socio-assistenziali in Trentino, la cui convocazione era stata richiesta da Paolo Zanella (Futura), Luca Zeni (Pd) e Alex Marini (5 Stelle). I consiglieri hanno aperto i lavori con il presidente Walter Kaswalder e l’assessora Stefania Segnana. Di seguito la sintesi degli interventi dei relatori (relazioni allegate).
Apertura dei lavori
Kaswalder: invecchiamento della popolazione, sfida per il futuro
Un percorso condotto a partire dalla legge provinciale 13 del 2007 e dalle sue delibere attuative. È quello messo in atto dalla Provincia in risposta ai bisogni sociali della popolazione e sul quale si sono concentrati i lavori di questo pomeriggio nell’ambito della conferenza d’informazione organizzata per fare il punto sulla situazione dei servizi socio-assistenziali in Trentino. Un appuntamento, moderato da Rodolfo Ropelato, la cui organizzazione è stata richiesta da Paolo Zanella, Luca Zeni e Alex Marini. E proprio dal ringraziamento dei consiglieri richiedenti (ma anche dei relatori e di tutti coloro hanno lavorato all’organizzazione dell’appuntamento e che operano quotidianamente sul campo) ha preso le mosse l’intervento tenuto in apertura dei lavori dal presidente del Consiglio Walter Kaswalder. Quest’ultimo ha parlato di un importante momento informativo, voluto per fare il punto sulla situazione dei servizi socio-assistenziali, dal quale emergeranno elementi e informazioni utili anche per la prossima legislatura. Un’importante occasione di approfondimento e di confronto sulle problematiche dei servizi socio-assistenziali, sempre più spesso fondamentali per garantire quel diritto a una pari dignità sociale come consacrata nella Carta costituzionale. Anche perché, ha ricordato il presidente Kaswalder, il contesto vede la popolazione invecchiare sempre più: è chiaro che il futuro si gioca anche su questo.
Zanella: contesto mutato dove i bisogni stanno cambiando
I consiglieri autori della richiesta hanno invece sottolineato le problematicità che stanno emergendo nell’ambito della programmazione e dell’erogazione dei servizi socio-assistenziali. Paolo Zanella (Futura) ha ricordato di aver seguito, in Quarta commissione, l’evoluzione dei servizi socio-assistenziali: si è chiesto di fare il punto perché a fronte di un’Europa sempre più attenta alla qualità di vita e ai sistemi di welfare, il Trentino che sempre ha mostrato attenzione a questi temi e che queste cose ha sempre cercato di farle ad alti livelli, oggi sta mostrando qualche difficoltà che sono segnalate da chi i servizi li gestisce. Queste ultime emergono in un contesto cambiato dove i bisogni stanno mutando (ad esempio la questione demografica con l’invecchiamento della popolazione che incide sull’aumento dei bisogni e sulla presenza di una popolazione attiva che lavora). Anche l’evoluzione sociale aumenta i bisogni. Il sistema incontra d’altra parte difficoltà burocratiche, ha detto Zanella, di rapporto tra pubblica amministrazione ed enti del terzo settore, di disomogeneità dei servizi. Si è cercato di intervenire tramite la co-progettazione e la co-programmazione, ma anche queste stanno incontrando difficoltà che si affronteranno oggi cercando di capire come migliorare.
Zeni: serve un dialogo tra sistema pubblico e terzo settore
Luca Zeni (Pd) ha ricordato che la conferenza d’informazione nasce dalla rilevanza di un tema che impatta sulla vita di diverse persone e famiglie e in particolare sulle fasce più fragili della popolazione. La vita e la società sono cambiamento: serve dunque adattamento da parte della pubblica amministrazione. La necessità di fare il punto della situazione è collegata ai cambiamenti demografici e sociali, ma anche della disciplina (che ha motivazioni giuridiche e da una ratio sfidante nei confronti del terzo settore). Tra le novità introdotte ci sono quelle su cui oggi più si discute, quelle della co-progettazione e della co-programmazione. Bisogna trovare il modo che sistema pubblico e terzo settore possano parlarsi in maniera efficace. Non è facile perché le difficoltà sono di tanti tipi: la conferenza di informazione nasce dunque dalla volontà di coinvolgere l’organo legislativo in un momento di approfondimento che faciliti il dialogo che in questo momento è essenziale. Bisogna per Zeni prendere atto delle difficoltà del terzo settore e sapere che non è facile intervenire sul sociale, complesso per le sue sfaccettature. La volontà è di approfondimento e facilitazione del dialogo, la presa atto reciproca che serve uno sforzo per riuscire a migliorare le risposte alle necessità dei cittadini.
Marini: emerge una preoccupazione del settore
Alex Marini (5 Stelle) ha ricordato che già durante la legislatura il Consiglio si è occupato di questi temi (soprattutto con gli approfondimenti in fase di adozione delle linee guida e del catalogo). Rimaneva comunque una ulteriore necessità di approfondimento. La provincia offre servizi di eccellenza, è vero, ma non significa che non si possa continuare a migliorarli soprattutto in un momento storico in cui l’andamento demografico sta portando con sé drastiche modifiche dei meccanismi di erogazione dei servizi. L’aspetto più evidente è l’invecchiamento della popolazione che porterà alla necessità di una ricorganizzazione delle modalità di erogazione dei servizi. Marini ha detto di aver riscontrato una certa preoccupazione del settore, di aver sentito parlare di provvedimenti calati dall’alto, di una preoccupazione verso il futuro (con gli stipendi medi particolarmente bassi e la precarietà). Tra le questioni da affrontare si colloca per Marini anche quella dei livelli minimi essenziali. Questi sono concepiti e rispettati in modo diverso a seconda dei territori, ha spiegato, l’erogazione dei servizi è frammentaria. Emerge la necessità di individuare bacini ottimali e forse varrebbe la pena di considerare una centralizzazione dei servizi o individuare ambiti territoriali più ampi per far servizi ottimali per le esigenze del territorio.
Segnana: percorso in divenire
L’assessora alla Salute, politiche sociali, disabilità e famiglia Stefania Segnana ha parlato di un’occasione per illustrare quanto fatto negli anni, il percorso e l’attività fatta in collaborazione con gli enti locali, gli enti del terzo settore e tutti i soggetti interessati da questa riforma. Ha citato la legge del 2007, il regolamento dell’aprile 2018, risalente alla legislatura precedente. Ha ricordato, appena insediata, la richiesta della Consulta di prorogare quanto previsto dal regolamento del 2018 perché le difficoltà che emergevano e la paura di affrontare la riforma erano abbastanza evidenti. Di lì un’operazione di ascolto-confronto, un percorso di condivisione della scelta durato 5 anni. Segnana ha parlato di un lavoro partecipato, della volontà di fare scelte condivise a partire dalle osservazioni arrivate. Sono emersi grandi dedizione, impegno, passione e competenza, ha aggiunto. Sugli appalti: da subito è stato inteso come una parte residuale, una decisione replicata poi a livello nazionale, si è scelto di cercare di privilegiare le forme collaborative. Segnana ha voluto poi porre l’accento sulla sottoscrizione, nel 2021, del protocollo d’intesa tra Provincia, Cal, Comune di Trento e Comune di Rovereto, Federazione della cooperazione, Consulta e organizzazioni sindacali. Tutto ciò che è stato fatto, ha concluso, è migliorabile e le osservazioni che emergeranno nel corso della conferenza di informazione saranno prese in considerazione perché il percorso è in divenire. Il pomeriggio consentirà comunque di illustrare il grande lavoro fatto finora.
Le Relazioni
Servizio politiche sociali: si è messo in sicurezza il sistema
Federica Sartori (dirigente del Servizio politiche sociali) ha tratteggiato il percorso intrapreso dalla Provincia a partire dalla legge 13 del 2007 (slide in allegato). Quando è iniziato il processo la situazione era traballante, ha affermato, il percorso ha voluto operare anzitutto una messa in sicurezza del sistema dal punto di vista giuridico e della continuità (si procedeva per proroghe annuali). L’altra questione di partenza era l’esperienza del Trentino, che aveva lavorato normato dalle leggi 14 del 1991 e 35 del 1983. Bisognava trovare una quadra tra questi aspetti, considerando anche i cambiamenti della società in atto. Accanto a co-progettazione e co-programmazione si è confermata la forma di sussidiarietà trentina del contributo. Sartori ha ricordato i cambiamenti intervenuti a partire dal 2007, tra cui il nuovo modello di accreditamento, l’introduzione del catalogo dei servizi e delle linee guida degli affidamenti. Si è lavorato per conciliare la via sussidiaria con gli aiuti di Stato, Sieg, Sineg; si sono poi definiti i criteri per la definizione dei costi dei servizi e si è proceduto con la realizzazione progressiva di nuovi affidamenti (fino al termine delle procedure del dicembre 2022). Sartori ha descritto quindi il sistema di accreditamento messo in piedi (non previsto per attività socio-sanitarie, ma per quelle socio-assistenziali di livello provinciale e locale) che è seguito da quello di affidamento e da quello di valutazione (che si sta cercando ora di attuare).
Valeria Albertini, funzionaria del Servizio politiche sociali, si è concentrata sulla definizione delle modalità di affidamento dei servizi socio-assistenziali. Dopo diverse difficoltà si è pervenuti, ha raccontato, nel 2020 all’approvazione delle linee guida (di qualità dei servizi, buon andamento e imparzialità della pa, principio di sussidiarietà orizzontale) che hanno consentito di arrivare a definire strumenti basati sul principio della sussidiarietà orizzontale (co-progettazione, contributo ed accreditamento libero o aperto), considerando l’appalto uno strumento residuale (dettaglio nelle slide).
La sottoscrizione, nel giugno 2021, del protocollo di intesa sulla messa a regime del sistema di accreditamento degli affidamenti di servizi socio-assistenziali, ha dichiarato Sartori, è stato il giro di boa. In questo ambito le linee guida A sono state un importante strumento a favore degli locali e hanno contribuito a sviluppare la motivazione dietro ai provvedimenti. La piattaforma online per le Comunità di valle è stata concepita come supporto all’attività, ma anche come vetrina di buone prassi. Con la Fondazione Demarchi, ha ricordato la dirigente, è stato inoltre istituito un gruppo di lavoro sull’individuazione dei criteri per la determinazione dei servizi. Sul tema del costo del lavoro per gli enti del terzo settore Sartori ha citato le risorse presenti nella manovra per il rinnovo contrattuale. Cosa manca da fare ora? Tra i temi in agenda (dettaglio nelle slide) vi sono la verifica degli impatti delle procedure e delle criticità, l’aggiornamento del catalogo e delle linee guida, il lavoro su misure di semplificazione, le azioni per la valorizzazione del personale, il focus sul tema “appalti riservati” sopra soglia europea, l’avvio dell’attività di vigilanza e valutazione dei servizi socio-assistenziali, il miglioramento degli strumenti a supporto delle procedure.
Daniela Fauri, dirigente del servizio Politiche sociali del Comune di Rovereto ha portato l’esempio dell’esperienza roveretana per la co-progettazione dei servizi per l’area minori e famiglie. Un percorso volto a rendere partecipi in modo proattivo tutti i soggetti del territorio in vista di una lettura condivisa: vi prendono parte non solo gli Ets, ma ad esempio anche Azienda sanitaria, le associazioni sportive, i servizi del Comune. Il percorso ha visto la mappatura dell’offerta dei servizi, un’analisi del contesto territoriale, dei bisogni e dei rischi della popolazione. Sono state valutate le priorità di intervento per il Comune e le azioni per priorità di intervento. Tra gli obiettivi Fauri si è concentrata sul secondo, volto ad aumentare le occasioni di aggregazione e socializzazione giovanile (a carattere diurno, di abitazione inedita di luoghi e spazi cittadini, percorsi per genitori e figli, progetti di volontariato formativo, progetti individualizzati di orientamento al lavoro). La co-progettazione in questo senso è avvenuta pubblicando un avviso di istruttoria pubblica, che ha visto sul tavolo due proposte (una di una cordata di 7 soggetti già attivi sul e per il Comune di Rovereto, una di una cordata di 2 soggetti operanti sul territorio ma non per il Comune). Nella valutazione si è premiata la visione strategica, il rapporto con i partner e la presenza di proposte innovative (presenti maggiormente nel secondo caso). È seguito, ha raccontato Fauri, un difficile lavoro di co-progettazione; l’incontro finale sarà a fine di agosto, che sarà seguito dall’operatività secondo l’organizzazione progettata).
La Federazione della cooperazione: analisi di 146 procedure, le cifre
Stefano Maines (Federazione trentina della cooperazione) ha proposto invece una ricognizione degli affidamenti dei servizi socio-assistenziali in Trentino. Un intervento durante il quale ha riportato gli esiti dell’analisi di 146 procedure (136 se si tolgono quelle ripetute). La metà delle gare (73), ha evidenziato in premessa, si sono concentrate negli ultimi tre mesi del 2022: le proroghe erano necessarie, ha dichiarato Maines. Negli ultimi tre mesi del 2021 è avvenuto invece l’accreditamento, ha rilevato. La fotografia tracciata prende in esame gli avvisi e i bandi dei quattro tipi: appalto, co-progettazione, accreditamento di secondo livello e contributo (i dati in dettaglio sono nelle slide in allegato). Con 136 procedure (10 ripetute non sono prese in considerazione) sono stati affidati 325 servizi, per la maggior parte tramite accreditamento di secondo livello (52% - se era paritario l’uso degli strumenti, la maggior parte dei servizi affidati sono stati affidati tramite elenco aperto con le criticità collegate della sostenibilità economica), 52 servizi sono stati affidati con gli appalti, 86 con i contributi.
Collaborazione
pubblico-privato nella programmazione e progettazione dei servizi
Giacomo
Pisani,
ricercatore
Experienced Euricse ha
riferito dell’importante riflessione intervenuta
sul
governo del welfare.
Una
sentenza decisiva nel 2020 ha aperto nuove possibilità facendo
chiarezza sull’articolo 55 del codice del terzo settore, che
stabilisce che le pubbliche amministrazioni sono tenute al
coinvolgimento dei soggetti privati, oltre che nella realizzazione
degli interventi anche nella cooperazione e coprogettazione,
secondo la nuova categoria di “amministrazione condivisa”, che si
pone al centro del nuovo modello di solidarietà. Se il quadro
normativo si è andato chiarendo, le sfide riguardano ora la pratica
della collaborazione efficace, che richiede un grande investimento in
termini culturali.
Nella
tradizionale logica degli appalti i servizi sono fortemente
parcellizzati e il coordinamento dipende da molteplici fattori, nel
passaggio alla coprogettazione aumenta la possibilità di
flessibilizzare e personalizzare gli interventi recuperando il
focus
sulle persone anziché sulle prestazioni da erogare. Il nuovo sistema
permette la reinterpretazione delle logiche della partecipazione,
allargando gli spazi della decisione e le dinamiche di inclusione. I
nuovi strumenti collaborativi forniti dalla normativa permettono di
ampliare quindi
le strategie
e di utilizzare processi differenziati per affrontare i diversi
problemi, traducendo
le
intenzioni in pratica. Passare dalle dichiarazioni ai fatti non è
tuttavia
un'operazione
facile perché gli strumenti e le innovazioni normative non sono solo
elementi tecnici. Per valutare l'impatto dei nuovi strumenti
collaborativi previsti dalla riforma e dal Codice del Terzo settore
sul welfare
locale
è dunque essenziale passare dalla teoria alla ricerca empirica ed
entrare su un terreno di apprendimento che è in larghissima parte
ancora da esplorare.
Servizi socio-assistenziali in Trentino: prospettive di sviluppo
e di miglioramento
Sulle prospettive di sviluppo e di
miglioramento del sistema dei servizi socio-assistenziali sono
intervenuti Paolo Tonelli, Presidente della Consulta
provinciale per le politiche sociali, Renzo Dori, Presidente
della Consulta provinciale per la salute e Francesca Gennai,
Presidente di Consolida (consorzio delle cooperative sociali del
Trentino).
Paolo
Tonelli,
ha premesso
che la finalità del settore è quella dell’aiuto alle persone
osservando che, se gli appalti sono andati deserti serve un
approfondimento molto serio, considerando che forse i costi non erano
congrui. Ha riferito in
questo senso l’amarezza
di essere trattati
con sufficienza e in taluni casi additati
come “imbroglioni”, mettendo in guardia dal reale
rischio
di chiusura delle cooperative. Sulla questione della rotazione, ha
detto che il nuovo codice introduce delle attenuazioni e in questo
senso ha suggerito di fare pressione sul governo affinché si
rappresentino a Bruxelles queste criticità. La percezione del lavoro
di cura da parte dei giovani è molto diversa oggi rispetto a 20 o 30
anni fa, ha
osservato e
le nuove modalità introdotte dalla Pat probabilmente non produrranno
l’effetto sperato e sarà necessario un piano di azione più
diffuso e mirato per infondere i valori di comunità e solidarietà
che si stanno purtroppo sfaldando. Ha
poi
indicato la presenza di sperequazioni nell’offerta di servizi ai
cittadini e di disomogeneità dei livelli essenziali delle
prestazioni, ricordando
le diversità nelle modalità di affidamento, finanziamento e
rendicontazione che variano da una comunità di valle all’altra.
Sulla
coprogettazione registriamo un aumento della volontà dirigistica da
parte dell’ente pubblico, ha riferito, assieme al mancato
riconoscimento
che nella nostra Provincia la collaborazione c’è
stata per oltre
quarant’anni, mentre ora che c’è il sostegno normativo sembra si
faccia marcia indietro. Ancora,
ha ricordato che, a fronte dell’aumento dei bisogni, calano invece
gli invii di utenti da parte dei servizi sociali ed
ha
evidenziato
la
morsa burocratica che soffoca la motivazione di volontari, operatori
e amministratori e il
rischio di un
futuro incerto legato alle rotazioni e ai
finanziamenti intermittenti. Bisogna invertire la rotta, ha
affermato, e riconoscere dignità e ascolto a coloro che operano sul
campo. La
realtà è che i nostri enti rischiano di morire sotto il carico
burocratico e le pesantissime contraddizioni, ha segnalato,
proponendo all’assessora Segnana l’avvio di un
percorso di ascolto (a
partire dal settembre almeno
due incontri per ciascuno degli ambiti dedicati ad adulti, età
evolutiva e genitorialità, persone con disabilità, lavoro,
anziani). Infine,
ha chiesto di trovare le forme di un riconoscimento pubblico anche
per le
OSS che nel periodo del Covid sono state veri
e propri angeli
al
pari di
altre
professionalità sanitarie che sono state giustamente gratificate.
Renzo
Dori ha osservato che non c’è futuro se non c’è solidarietà
e che viviamo in un contesto completamente nuovo in cui valori e
risorse non sono in equilibrio: ne usciremo, ha affermato, solo se
saremo capaci di una grande operazione di riforma che passa
dall’integrazione dei servizi sociali e sanitari, ovvero della
considerazione della persona come un unicum. L’epocale,
incontestabile invecchiamento della popolazione sta mettendo in crisi
un sistema secondo un trend che tendenzialmente continua ad
aumentare. Il guaio è che viviamo più a lungo, ma la forbice in cui
viviamo in cattiva salute si apre costantemente: in questo contesto
il welfare è un elemento fondamentale e il nostro sistema
socio assistenziale è in ritardo. Dori ha indicato quattro filoni su
cui lavorare: la prevenzione, la predittività, la personalizzazione
degli interventi, la prossimità. Queste P dovrebbero essere inserite
nel contesto di una riforma complessiva del settore, accompagnata
dalla destinazione al settore di risorse progressivamente crescenti.
Francesca
Gennai, con riferimento alle gare deserte per i servizi di
assistenza domiciliare ha detto che da queste emerge che viene meno
il livello di qualità e anche la possibilità di un lavoro dignitoso
per chi fa la scelta professionale della “cura”. Sulla categoria
dell’educativa scolastica ci sono elementi di criticità simili a
quelli dell’assistenza domiciliare di mancata inclusività e delle
differenze territoriali. Sulla coprogettazione si è parlato a lungo,
ha osservato: uno strumento che da il meglio di sé in situazioni e
problemi complessi, in cui emerge la diffidenza da parte della
pubblica amministratore nel perdere il controllo/potere e su cui
occorre riflettere sulla sostenibilità economica e realizzativa.
Circa le prospettive di sviluppo e miglioramento, Gennai ha
sottoscritto la necessità di una pianificazione economica, di una
pianificazione delle professioni, ahimè tutte in deficit,
dell’integrazione socio assistenziale, sanitaria e, ha aggiunto,
educativa. Accanto a questi aspetti tecnici, sul piano squisitamente
politico serve una coprogettazione fatta di dialogo che passi dalla
considerazione del welfare come un bene comune, superando la
diffidenza e alimentando comunemente il desiderio del cambiamento.
In chiusura, il consigliere Paolo
Zanella (Futura) ha ringraziato gli intervenuti per la ricchezza
degli stimoli emersi nel corso della Conferenza. Il settore è
estremamente complesso, ha ammesso e la sfida è epocale rispetto ai
bisogni emergenti in mutazione, a fronte di una forza lavoro che sta
calando e all’utilizzo di strumenti in parte nuovi. Aldilà delle
sfide squisitamente politiche ce ne sono altre immediate che
richiedono dei correttivi, per scongiurare che salti il sistema,
alcune anche urgenti di tipo burocratico e altre di sostenibilità
economica.
Alex
Marini (5 Stelle) ha apprezzato gli interventi, citando in
particolare quello di Maines che ha evidenziato la frammentazione del
servizio. Grazie a questa Conferenza e agli apporti stimolanti che
hanno messo in luce aspetti tutt’altro che scontati, abbiamo ora
dei dati preziosi per capire come muoverci, ha concluso.