Questo pomeriggio in sala Lenzi
Sesta commissione, audizioni sul ddl Guglielmi su Luserna. Riforma dello Statuto, Marchiori: prima il principio dell’intesa e poi si potrà pensare al terzo statuto
In allegato il testo del ddl 6 di Guglielmi
In
Sesta commissione, presieduta da Walter Kaswalder (Patt), si è
parlato del ddl numero 6 di
Luca Guglielmi della Lista Fassa su Luserna e della bozza di disegno
di legge sulla riforma dello Statuto. L’assessore Simone Marchiori
ha affermato che non si tratta del terzo statuto, ma di un testo che
punta a ottenere, oltre al recupero di spazi di autonomia erosi dallo
Stato negli ultimi anni, il principio dell’intesa. Solo con
l’intesa si potrà pensare a un nuovo statuto.
La
seduta
si è aperta con le audizioni sul ddl di Luca Guglielmi su Luserna.
Il
sindacato: il personale manca in tutti i comuni periferici
Il
rappresentante della Cisl Funzione pubblica, Maurizio
Speziali
ha affermato che la situazione del comune cimbro è emblematica delle
difficoltà che tutti i piccoli comuni hanno nel
reclutare
personale. La Provincia
e il Cal, secondo
il sindacalista, dovrebbero
individuare meccanismi per trattenere il personale nei comuni,
soprattutto in quelli periferici dove le responsabilità e i carichi
di lavoro sono alti. Vanno create le motivazioni per i lavoratori che
prestano servizio in quelli che ha definito comuni di confine. Oltre
a quelle economiche si dovrebbe pensare anche all’applicazione del
lavoro agile. Francesca
Parolari (Pd)
ha detto che, come ha sottolineato il sindacalista Cisl, i problemi
di personale riguardano tutti gli enti locali e non solo Luserna.
Perché ci si trova davanti ad un modello sorpassato, con troppe
rigidità e ad un sistema tecnologico inadeguato.
L’Autorità
delle minoranze: Comune indispensabile per la tutela dei cimbri
Per
l’Autorità delle minoranze linguistiche la presidente Katia
Vasselai
ha espresso il sì pieno al ddl Guglielmi. Anche perché l’Autorità
ha spinto per una soluzione normativa per risolvere il problema di
Luserna. Una proposta in linea con la legge provinciale 6 del 2008
che impone alla Provincia di salvaguardare le autonomie
amministrative delle comunità di minoranza. Il Comune di Luserna non
può essere trattato come qualsiasi altro piccolo comune, che si
trovano in una posizione diversa. Si tratta di applicare il principio
di uguaglianza sostanziale, che
è stato ribadito
in
una sentenza della
Corte costituzionale. Quindi, si
tratta di una questione giuridica.
Inoltre, va tenuto presente che la minoranza cimbra è quella più in
difficoltà. Matteo Nicolussi Castellan, rappresentante della
minoranza cimbra ha ricordato che la legge provinciale prevede che il
Comune di Luserna e il sindaco siano i massimi rappresentanti della
comunità. Nicolussi Castellan ha citato una delibera del Comune
nella quale si afferma che non è possibile aprire lo sportello
linguistico indispensabile per la traduzione degli atti. Il
rappresentante cimbro ha ricordato che il modello amministrativo dei
ladini è lo stesso che, in base alla legge provinciale, deve essere
previsto per i cimbri. Pieno appoggio al disegno di legge Guglielmi
anche da parte della rappresentante mochena, Chiara
Pallaoro,
perché permetterebbe al Comune di riavviare i servizi indispensabili
per la tutela concreta
della
minoranza. Luca
Guglielmi,
ringraziando i componenti dell’Autorità, ha detto che Luserna
proprio perché rappresenta una minoranza ha bisogno di una maggiore
attenzione da parte del Consiglio provinciale. Francesca
Parolari
non ha negato le esigenze di una comunità di minoranza devano avere
maggiori attenzioni, ma ha ribadito che tutti i comuni soffrono di
una scarsa attrattività. Eleonora
Angeli
(Lista Fugatti) ha detto che lo Statuto impone la tutela delle
minoranze linguistiche che stanno alla base dell’Autonomia. Ed è
questo il tema del ddl. Francesco
Valduga (Campobase)
ha affermato che la sensibilità nei confronti delle minoranze è
diffuso, ma la loro tutela va posta dentro un ragionamento più ampio
a partire dai servizi sociali. Il Trentino non sarebbe il Trentino se
non ci fosse la pluralità di attori nella gestione del territorio ma
si devono porre le questioni anche in una visione più ampia.
Guglielmi ha detto che il tema delle amministrazioni c’è, ma
questo ddl deve essere inserito nel quadro della salvaguardia di una
minoranza. Infine, ha concluso Nicolussi Castellan, il disegno di
legge preparerebbe il Comune all’uscita, tra un paio d’anni, del
concorso per i segretari comunali. Segretario comunale, ha detto
ancora, indispensabile per la convocazione del Consiglio che
rappresenta la comunità cimbra.
Il
presidente della Magnifica: si deve rivedere l’organizzazione dei
comuni
Isacco
Corradi,
presidente della Magnifica comunità degli altipiani cimbri,
riepilogando la situazione che si è venuta a creare a Luserna, ha
espresso condivisione con il ddl. Ma ha anche parlato della necessità
di continuare con le gestioni associate. Francesco
Valduga ha
affermato che la necessità di lavorare assieme c’è e rimane
soprattutto in una comunità che porta nel nome il riferimento a una
minoranza, quella appunta dei cimbri. Corradi ha ricordato che anche
comuni più grandi come Folgaria o Ala hanno difficoltà a trovare
segretari comunali. Inoltre, ha affermato che va rivista
complessivamente la struttura delle amministrazioni locali trentine.
Si deve insomma, guardare il larga scala potenziando le gestioni
associate anche per garantite una comunità di minoranza come quella
di Luserna.
Il
sindaco: per la comunità cimbra vitale la stabilità amministrativa
Il
sindaco di Luserna, Gianni
Nicolussi Zaiga ha
affermato che dal 2016 al 2017
il
comune
si è dovuto
obbligatoriamente
associare e ciò ha implicato lo spostamento del personale verso i
comuni di Lavarone e Folgaria. Nel 2020 il Comune ha rinunciato al
segretario comunale e ha
chiuso
l’esperienza della gestione associata. Nel frattempo è uscita la
norma che i comuni sotto i mille abitanti non possono avere un
segretario. Il sindaco ha detto che si sono cercate soluzioni con
altri comuni, ma non si è
arrivato a nulla.
Inoltre,
ci sono problemi seri contabili aggravati dall’intervento della
Corte dei conti. Quindi, è stato chiesto al consigliere Guglielmi di
presentare un ddl per ottenere una deroga per il segretario comunale.
La
fusione
del comune con altri, come
auspicato dalla Corte dei Conti, ha aggiunto Nicolussi Zaiga,
significherebbe la fine della comunità cimbra. Quindi, il ddl
sarebbe importante per dare una stabilità amministrativa al Comune
di Luserna.
Il
Cal: i problemi di Luserna vanno posti all’interno della situazione
dei piccoli comuni
Il
presidente del Cal, Paride
Gianmoena,
ha detto che il ddl prevede delle deroghe e quindi il Consiglio delle
autonomie potrebbe essere d’accordo, ma affrontare i problemi di
Luserna senza inserirli nella situazione generale dei piccoli comuni
è sbagliato. Da
qui la non condivisione del ddl. Perché
i municipi più piccoli sono in difficoltà perché non trovano
dipendenti disposti a lavorarci. Più passa il tempo più i problemi
si acuiscono anche perché servono specializzazioni che nelle piccole
realtà si fa fatica a creare. Luserna ha una situazione particolare,
ma anche lì il tema è organizzativo come quello dei 60 comuni che
sono sotto i mille abitanti e hanno quindi gli stessi problemi. Vanno
fatte valutazioni di fondo: se vogliamo preservare i piccoli comuni
come presidio territoriale, ha detto ancora, va ricercata la quarta
via: cioè uffici che lavorano su un ambito provinciale e che danni
servizi ai comuni che ne hanno bisogno. Fare un ragionamento su
Luserna è necessario, anche arrivando sul modello del Comun general
de Fascia attraverso il protocollo di finanza locale, ma intanto
anche per il Comune cimbro vanno applicate le norme valide per tutti
gli altri comuni. La proposta di legge però, secondo Gianmoena, va
oltre le norme previste dal Comun general de Fascia. Ma, secondo il
presidente del Cal, il problema del comune cimbro non si risolve con
la possibilità di fare assunzioni e comunque il Cal ha l’obbligo
di rappresentare tutti i comuni. Luca
Guglielmi
ha ribattuto che se si dice che i problemi di Luserna sono come
quelli di Sfruz significa aver capito il ddl. Il problema è che il
comune di Luserna è di fatto il Comun general de Fascia che
racchiude dei comuni. Il ddl chiede che a Luserna venga data la
possibilità di avere una struttura solida anche per dare la
possibilità all’amministrazione di realizzare strumenti
fondamentali per la tutela della minoranza come lo sportello
linguistico. Il Comun general de Fascia ha ereditato la struttura del
vecchio Comprensorio C11, ma nel caso di Luserna questo non è
possibile. Guglielmi ha detto di essere d’accordo sulla quarta via
evocata da Gianmoena che a Luserna si potrebbe anticipare. Francesco
Valduga
ha condiviso l’idea che il tema di Luserna deve essere inserito
nella questione che riguarda tutti i piccoli comuni, ma, ha aggiunto,
il parere del Cal non va visto come negativo. Eleonora
Angeli ha
ribadito che il focus di questa discussione è la tutela delle
minoranze linguistiche. È chiaro che va rivista la struttura delle
amministrazioni locali, ma qui si parla di strumenti per la tutela di
una minoranza linguistica. Secondo Francesca Parolari il ragionamento
fatto dal presidente del Cal è di buonsenso perché dice che la
minoranza va salvaguardata, però nell’ambito di un discorso
complessivo e
di parità di trattamento.
Si
tratta di una riforma non del Terzo statuto
Infine,
si è affrontato il tema della riforma dello Statuto sulla base della
risoluzione approvata dal Consiglio il 5 febbraio. Walter
Kaswalder
ha sottolineato che la parte forte del ddl di riforma è quella che
prevede l’intesa e ha auspicato che si lavori in sintonia tra
Trento e Bolzano. L’assessore Marchiori ha detto che il testo non è
definitivo perché dovrà essere affrontato dai comitati tecnici
previsti. Non si tratta di un terzo statuto, ha sottolineato, ma di
un testo che ha l’obiettivo di ripristinare gli spazi di autonomia
erosi negli ultimi anni e di introdurre il principio dell’intesa.
Una volta approvato quest’ultimo principio si potrà pensare al
terzo statuto. Quindi, si tratta di una bozza e c’è tutta la
volontà da parte del Presidente della Giunta di coinvolgere il
Consiglio quando ci saranno le basi per discussioni più concrete su
basi più solide. Inoltre, trovandoci in un gruppo con le altre
speciali si deve arrivare al confronto anche con loro. La bozza è
all’attenzione del Governo ed è al lavoro un gruppo tecnico.
Francesco Valduga ha
sottolineato che il coinvolgimento del Consiglio non dipende dalla
volontà del Presidente Fugatti, ma è istituzionalmente dovuta. Il
capogruppo di Campobase ha messo in evidenza il pericolo di due
province che si muovono per conto loro con il Trentino che a questo
punto sarebbe il figlio di un dio minore. Kaswalder ha inoltre
ricordato che alcuni anni fa il presidente austriaco ha detto che
nell’accordo tra Vienna e Roma rientra anche il Trentino.
Affermazione ribadita da una risoluzione del parlamento austriaco.
Eleonora
Angeli
ha detto che sul principio dell’intesa c’è la garanzia, espressa
in Parlamento, della Presidente Meloni. Per contro Parolari ha detto
di essere poco fiduciosa perché sarebbe rivoluzionario per un
partito nazionalista come FdI garantire un potere di veto ad
un’autonomia.
Infine,
la Commissione ha iniziato il dibattito sulla proposta di risoluzione
sul programma della commissione europea 2024. Kaswalder ha espresso
perplessità sull’obiettivo di arrivare ad un impatto zero; sulla
necessità di avere livelli di tassazione omogenei tra i paesi
europei; la necessità di ribadire l’importanza della tradizione
europea e ha chiesto il rafforzamento della parte che riguarda
l’Euregio e l’inserimento dei temi legati all’agricoltura. Per
Francesca Parolari vanno tenuti presenti, in particolare, i contenuti
emersi dalle audizioni.