Dalla Terza Commissione con tre voti a favore e tre di astensione
Primo via libera al ddl di Giunta sulle concessioni da prorogare per le grandi derivazioni idroelettriche
In allegato, link al testo del provvedimento
Approvato
oggi presso la Terza Commissione permanente di Ivano Job, presente
l’assessore competente Mario Tonina il disegno di legge 162 che
proroga le grandi derivazioni a scopo idroelettrico, permettendo
agli attuali concessionari di presentare piani industriali da attuare
entro due anni per rendere gli impianti più efficienti.
Prima dell’esame è
stato completato
l’iter
dell’audizione dei soggetti interessati
con
l’ascolto dei
sindacati,
che
hanno esperto sostanziale condivisione per lo spirito della proposta.
La discussione ha affrontato i temi dell’estensione della proroga
alle piccole derivazioni e dell’importanza di regolare la partita
degli extra profitti e l’assessore Tonina ha cercato di rispondere
a tutte le perplessità sollevate dai commissari. L’unico
articolo di cui si compone il disegno di legge è stato approvato con
i voti favorevoli dei consiglieri Cavada, Paoli e Ossanna e
l’astensione dei consiglieri Manica, Rossato e del presidente della
commissione Job.
Sindacati:
occorre scongiurare la gara e chiedere al governo piena delega sulla
partita energetica
In
rappresentanza dei sindacati sono intervenuti Andrea Grosselli
(Cgil), Walter Alotti (Uil), Emanuela Briani (Cisl), Franco Weber
(Filctem-Cgil). Grosselli ha definito questo “un atto
importante”, a maggior ragione nell’attuale situazione di
difficoltà economica legata proprio ai costi dell’energia. Il
segretario della Cgil ha detto di condividere lo spirito e
l’obiettivo del testo che può contribuire a mantenere in atto
investimenti importanti sul tema energetico e a mettere in sicurezza
e dare più stabilità alle aziende. Tuttavia ha rilevato la
contraddizione della Giunta sulla partita delle piccole e medie
derivazioni obiettando che “questa schizofrenia, sia dettata più
da un’urgenza mediatica che da una visione strategica”. Nel
ribadire di aver apprezzato lo spirito della proposta, ha sostenuto
l’importanza di chiedere con determinazione al governo una delega
piena sulla partita energetica, anche in una prospettiva futura di
grande trasformazione nel campo delle energie rinnovabili. Alotti
ha notato che il Trentino, rispetto a Bolzano, ha il problema di
avere molti più azionisti privati, che hanno il legittimo interesse
di portare a casa sempre più risultati: siamo favorevoli a questa
proposta, anche se il percorso sarà difficile, ha aggiunto. Weber
ha sottolineato l’importanza di mantenere sul territorio una
risorsa importante come quella idroelettrica e ha suggerito di non
farsi trovare impreparati rispetto al fatto che le gare si potrebbero
dover fare, sviluppando con tempo delle strategie per scongiurare un
possibile affidamento esterno. Briani ha rilevato che in
questi anni le società non hanno investito come ci si aspettava e ha
condiviso le preoccupazioni dei colleghi, non solo per il possibile
affidamento esterno ma anche per quello che questo comporterebbe per
i lavoratori del settore.
Alessio
Manica ha osservato che alla condivisione dell’obiettivo fanno
da contraltare la preoccupazione e la perplessità per un’iniziativa
temeraria, forse tardiva e disperata della Giunta. Ha chiesto se
l’Esecutivo abbia intenzione di sposare le richieste dei comuni di
proroga e messa a gara anche delle piccole derivazioni e ha aggiunto
un inciso: una buona quota di piccole concessioni è in mano ai
privati e quindi la proroga comporterebbe una buona parte di
interesse privato. Altro tema, importante nell’ottica di proroga è
interrogarsi sull’intenzione di pubblicizzare Dolomiti energia e
affrontare fino in fondo la possibilità di attivare risorse
attraverso l’azionariato diffuso.
L’assessore
Tonina ha raccomandato di tenere presente che su questo tema
c’erano già stati dei contatti con il ministro uscente Cingolani
per motivare una richiesta di proroga. Il rapporto con il governo
proseguirà, tanto più a fronte di quello che potrà succedere e
alla situazione che non lascia intravedere margini di miglioramento.
Sospendere le gare ha sicuramente il suo peso, ma la partita più
grande si gioca sugli extra profitti, una questione che potrà fare
la differenza e che andrà trattata anche con il governo. Quanto alle
piccole concessioni, noi abbiamo competenza primaria sulle grandi
derivazioni, non sulle piccole, ha precisato: comprendiamo le
preoccupazioni dei comuni e se sulla partita delle grandi concessioni
ci sarà convinta condivisione, lavoreremo poi anche su quelle
piccole. Il tema lo ho ben presente, ha aggiunto, ma quella è una
partita delicata che in questo momento, con questo ddl non possiamo
affrontare.
La
questione non è puramente giuridica, ha notato Ugo Rossi
(Azione), ma anche di tipo industriale. Il tema della presenza dei
privati, in relazione all’avanzare delle gare, è sempre stato
posto, ma fino ad oggi non era affrontabile. La via scelta da Bolzano
è stata quella di rafforzarsi sul profilo industriale e anche in
Trentino forse ci sarebbe la possibilità di farlo. Questo disegno di
legge dice che gli obiettivi sono fare investimenti e introitare
maggiori canoni, in prospettiva fra tre o quattro anni. Ma allora
qual è l’orizzonte del ddl? In questo contesto risulta importante
capire come funzionano e come vengono regolamentati gli extra
profitti e partire da lì per attivare di conseguenza meccanismi di
sostegno e abbattimento dei costi. Serve avere un quadro chiaro,
trasparente sui conti, sulle norme e sulla strategia.
Mario
Tonina ha confermato che le partite sono diverse: da un lato la
sospensione delle concessioni, dall’altro gli extra profitti.
Quest’ultima è la partita più importante, ha ribadito. Il dialogo
con il governo su questo va ripreso, anche perché è la discussione
su questo tema che farà la vera differenza, ha sottolineato
nuovamente. L’interlocuzione con i concessionari fa immaginare che
la contropartita sarà immediata, anche se posticipando le
concessioni non avremo risolto tutti i problemi, sopratutto se
dovesse perdurare l’attuale avversa congiuntura. Il dirigente
generale del dipartimento ambiente Roberto Andreatta ha
aggiunto che il ddl non è solo localistico, ma ha una valenza di
sviluppo dell’intero sistema idroelettrico. Sebbene non affronti
direttamente il tema del prelievo degli extra profitti, ne fa
comunque un cenno quando fa riferimento ai canoni legati al prezzo
dell’energia.
Gianluca
Cavada (Lega) ha espresso l’auspicio che questo disegno di
legge vada a buon fine: ottenere questa deroga è importante anche
per le ricadute sui territori. Peccato che non si possa innestare su
questo provvedimento anche la proroga per le piccole e medie
derivazioni. Ha chiesto di tenere in considerazione, in ottica di
approvazione la necessità di distribuire le risorse per la pulizia
degli invasi, per l’ambiente e il ripristino.
Lorenzo
Ossanna (Patt) ha detto di guardare più al messaggio: la proroga
non può che mettere tutti d’accordo e politicamente non si può
che essere d’accordo. Il rischio è grande ed è necessario
procedere convintamente in questa direzione, anche per le piccole
concessioni, seppure per quelle non è ancora il momento.
Alessio
Manica (PD) ha detto che sarebbe nodale capire il quadro di
orizzonte del sistema idroelettrico fra Trento e Bolzano. Anche il
tema della privatizzazione sarebbe importante comprendere. Approvata
la legge, trascorsi i 60 giorni utili per scongiurare un’eventuale
impugnativa, sarà cruciale interrogarci e fare chiarezza su questi
temi. Mantengo delle perplessità su questo provvedimento perché
fatico a capire il meccanismo di come eventuali maggiori introiti
potranno essere riversati a breve termine sulle famiglie e
sull’emergenza energetica in corso, ha aggiunto, dichiarando che
farà fatica a votare positivamente il ddl.
Katia
Rossato (Fratelli d’Italia) ha notato che la situazione che
stiamo vivendo è sicuramente grave: tuttavia ha chiesto di
approfondire quali aiuti immediati potrebbero derivare a cittadini e
aziende dall’approvazione di questo testo, anche in considerazione
della possibilità concreta che lo stato impugni la norma.
Ivano
Job (Misto) ha osservato che dal punto di vista politico dobbiamo
tutelare sopratutto i cittadini trentini, ma l’impressione di
disagio sul territorio è tangibile. Anche questo provvedimento che
voteremo farà emergere delle perplessità. Va bene dare un
messaggio, fare un tentativo positivo, ma alla fine al trentino
interessano le bollette e se queste non avranno nessuna variazione,
sarà difficile da digerire e dobbiamo politicamente prepararci a
risponderne. Ha annunciato il voto di astensione anche per le
perplessità in merito al realistico rischio di impugnativa,
riservandosi di intervenire nuovamente in aula.
Non
deve passare il messaggio che Dolomiti energia non stia garantendo un
servizio all’altezza rispetto a quanto succede in altre regioni, ha
tenuto a precisare Mario Tonina: da quando è nata Dolomiti
energia ci sono 110 milioni di euro di ricadute sui territori che
vengono utilizzate per garantire sostegni ed investimenti. Qualora
dovesse andare a buon fine questo ddl, in una interlocuzione con il
principale gestore, abbiamo chiarito che si concretizzeranno nel
breve termine ulteriori forme di ricadute per fare fronte all’attuale
crisi: è evidente che questi sono dettagli che non possiamo scrivere
nel ddl e che oggi non possiamo nemmeno dettagliare in che forma e
misura, ma l’impegno c’è. Da una crisi si possono e si debbono
cogliere le opportunità: il Trentino potrà essere protagonista
anche su questo fronte.
L’unico
articolo di cui si compone il disegno di legge è stato approvato con
i voti favorevoli dei consiglieri Cavada, Paoli e Ossanna e
l’astensione dei consiglieri Manica, Rossato e del presidente Job.