I tecnici dell'organizzazione: serve una pausa di riflessione per valutare il Piano B
La Rete dei Cittadini ha presentato ai capigruppo il progetto alternativo di bypass ferroviario
La questione della bonifica dei terreni ex Sloi. No al ricatto del Pnrr
Serve
una pausa
di riflessione prima di portare
avanti un progetto
di circonvallazione ferroviaria che potrebbe
danneggiare
irreparabilmente
il
territorio della valle dell’Adige fra Trento nord a Rovereto e la
sua vivibilità: è ciò che chiede
con forza a Rfi
la
Rete dei Cittadini i
cui tecnici hanno illustrato
oggi in
Regione, ai
capigruppo del Consiglio provinciale, la
soluzione alternativa
da
loro individuata per spostare il tracciato in
Destra Adige. Per
la Rete dei
Cittadini, che
il 3
dicembre aveva
chiesto quest’incontro
calendarizzato
dal presidente dell’assemblea legislativa Kaswalder insieme ai
capigruppo nella prima data utile dopo gli impegni consiliari
legati alla finanziaria,
sono
intervenuti l’ingegner Mario Perghem Gelmi, responsabile del team
progetti, l’ing. Paolo Zadra, portavoce e coordinatore del team
progetti, il dott. Emiliano Voltolini, esperto di mobilità e
responsabile
mobilità del team progetti, accompagnati
da Martina
Margoni, fondatrice della Rete. Notevole
l’apprezzamento espresso dai quattro capigruppo intervenuti, tutti
di minoranza, che con Zanella
e Ferrari
hanno auspicato
l’organizzazione subito dopo l’Epifania della conferenza
di informazione dell’assemblea legislativa da loro proposta su
questo tema, dove
non
potrà mancare Rfi. Sollecitati dai capigruppo, i tecnici della Rete
dei Cittadini hanno denunciato e respinto il ricatto dei
politici che sostengono
che l’approfondimento e la valutazione del progetto alternativo, impegnerebbe troppo tempo e quindi la perdita del
finanziamento con le risorse del Pnrr nel caso in cui l’opera non
fosse realizzata entro il 2026. Va
anche considerata la sentenza del Consiglio di Stato che subordina
qualunque intervento sui terreni ex Sloi alla completa bonifica
dell’area.
Zadra: va sviluppato il progetto alternativo per confrontarlo con quello prescelto.
Premesso
che la Rete dei Cittadini è assolutamente favorevole alla
realizzazione di una circonvallazione ferroviaria, Zadra
ha ricapitolato la breve ma
già intensissima
storia
di
questa organizzazione che ha preso le mosse in settembre tenuto conto
dei circa
40.000 abitanti di Trento le cui case si trovano a ridosso del
tracciato scelto da Rfi. Nel
giro di pochi mesi la Rete dei Cittadini
è riuscita a delineare un
progetto alternativo che
eviterebbe il
pesante
impatto sia
sulle
zone residenziali del
capoluogo e dei centri
abitati della valle dell’Adige fino
a Rovereto, sia sulle
falde che
alimentano gli acquedotti. Progetto alternativo per il quale il
Consiglio
comunale di Trento aveva
recentemente
votato
all’unanimità la necessità di una valutazione e
per il quale la
Rete dei
Cittadini durante
il Dibattito Pubblico aveva
chiesto
a
RFI
uno
sviluppo, in
modo tale da renderlo
confrontabile con quello in Sinistra
Adige.
La
risposta di Rfi è stata un
diniego. Per questo ora la
Rete dei
Cittadini sta
raccogliendo dei
preventivi
per poter
affidare lo sviluppo
del progetto a
soggetti
terzi qualificati.
Voltolini:
un tracciato di questa portata non dovrebbe interferire con i centri
abitati.
Voltolini
ha poi
inquadrato
l’opera nell’ambito
del
corridoio ferroviario del Brennero scandinavo-mediterraneo,
il più lungo mai
progettato
in Europa per
il trasporto delle merci, mettendo a fuoco in particolare il tassello
che riguarda l’attraversamento delle Alpi con
la
tratta Fortezza-Verona che interessa
anche il
Trentino. Progetto
che prevede
una serie di lotti funzionali di accesso tra i quali anche il lotto
3
di Trento e Rovereto. Voltolini
ha ricordato l’originario progetto di Rfi del 2003 che prevedeva il
tracciato in Destra Adige, poi scartato per criticità idrogeologiche
che, però, secondo uno studio successivamente commissionato dalla
Provincia nel 2009
dimostrava
inferiori a quelle causate da una circonvallazione ferroviaria
collocata sul lato est della città. Altri
tratte progettuale analoghe evitano di transitare sotto le città,
come nel caso di Innsbruck e Bolzano. Un
tracciato
di questa portata – ha
sottolineato Voltolini – dovrebbe interferire
il meno possibile con centri abitati e minimizzare sia i problemi
idrogeologici che la sottrazione di terreni agricoli
di pregio nelle valli.
Il progetto in Destra
Adige presenta una lunga serie di vantaggi oggettivi che
la Rete dei Cittadini
evidenzia
rispetto
a quello individuato
da Rfi.
Perghem
Gelmi: prendersi
del tempo non inficerebbe la fattibilità dell’opera.
Ad
illustrare nel
dettaglio la proposta alternativa della Rete
dei Cittadini è stato l’ingegner
Mario
Perghem
Gelmi, che
ha evidenziato i
rischi idrogeologici e
soprattutto per le abitazioni nell’area di Roncafort implicati
dal progetto di
RFI.
E
ciò considerando
l’attraversamento sotterraneo soprattutto di treni merci che non si
fermerebbero all’Interporto e che a
partire dTrento nord potrebbero viaggiare a 160
km all’ora. Non è difficile immaginare l’impatto che il
frequente
transito
di questi convogli avrebbe
sulle
case e sulla qualità della vita dei residenti in termini di rumore e
vibrazioni con
relativi danni agli edifici.
Per questo, ha spiegato Perghem Gelmi, la proposta
della Rete dei
Cittadini è
di togliere completamente la ferrovia dalla città spostandola in
Destra
Adige. Anche
tenuto conto che a
est vi
sono partite ancora
aperte
con i
residenti
per la galleria di
Martignano.
L’ingegnere
ha segnalato che l’attraversamento
di Trento prefigurato
da Rfi
determinerebbe
a
cascata analoghi
problemi
anche
nella
Valle
dell’Adige a
sud del
capoluogo fino a Rovereto.
Problemi
che si aggiungerebbero
all’enorme impatto sul territorio che avranno
i cantieri,
qualunque
sarà il tracciato.
Il tecnico ha aggiunto che i geologi interpellati dalla Rete
dei Cittadini per appurare gli eventuali problemi idrogeologici che
causerebbe il
percorso
in
Destra
Adige, hanno
accertato che
sarebbero interessate solo alcune sorgenti d’acqua
con una
portata d’acqua minima (di 2-3 litri al secondo): nulla a che
vedere con gli enormi rischi che
presenterebbe invece
l’attuale soluzione a est.
La
Rete dei Cittadini ha prospettato sue possibili tracciati della
galleria in Destra Adige: uno più profondo, interno alla montagna,
l’altro più
vicino
alla
valle. Tracciati
che permetterebbe
di trasferire su rotaia i
materiali
di scavo, evitando di
trasportare su gomma fino a Verona con
mezzi pesanti inquinanti
lungo la
statale del Brennero e
l’autostrada,
un
milione e 800 mila metri cubi di detriti.
Inoltre la proposta della Rete dei Cittadini, a differenza del
progetto di Rfi, non avrebbe
nessun
impatto sulla zona a
sud di Trento. Infine
i tempi. Perghem
Gelmi ha messo in discussione la possibilità di realizzare l’opera
entro il 2026 come sostiene Rfi per intercettare
il finanziamento della
circonvallazione con i 930 milioni di euro del Pnrr. “Questo
vorrebbe dire aprire i cantieri nel gennaio-febbraio del 2023
condizionando
il
territorio provinciale per almeno un secolo”. Ecco perché la Rete
dei
Cittadini chiede
con forza a
Rfi di prendersi una
pausa
riflessione
supplementare, che
– assicura
Perghem Gelmi – non inficerebbe
affatto
la realizzabilità dell’opera”.
GLI
INTERVENTI DEI CAPIGRUPPO E LE RISPOSTE DEI TECNICI.
Zanella:
occorre una pausa valutare il progetto nel suo complesso.
Paolo
Zanella (Futura) ha ricordato la conferenza di informazione chiesta
su questo tema
dalle minoranze e
da svolgere al più presto.
Anche
per Zanella un supplemento
di riflessione è quanto
mai opportuno
soprattutto per
valutare il progetto
nel
suo complesso.
Alle
domande di Zanella i tecnici della Rete hanno risposto che la
stazione provvisoria anche nel loro
progetto
sarebbe prevista all’Interporto da
collegare con autobus
alla città. E
che tra Aldeno e Romagnano andranno costruite “gallerie
di sicurezza”, perché
ciò è necessario ogni volta che i tunnel
superano i 10-12 km.
Coppola:
Comune di Trento e Provincia sono rimasti per troppo tempo in
silenzio.
Lucia
Coppola (Misto-Europa Verde) ha
apprezzato il
fatto che
il progetto alternativo
presentato
non riguarda
segmenti
di
tracciato
ma considera l’intero
territorio interessato
dall’opera. Quanto al Comune di Trento e la Provincia, le
due istituzioni hanno sottovalutato fin dal
2003 la
portata
del progetto. Mentre
i
Comuni della Destra
Adige
hanno alzano barricate per difendere il territorio, l’amministrazione
di Trento
è stata
molto
silente in tutti
questi
anni. “Oggi ci troviamo così in una situazione paradossale
e da
incubo – ha
lamentato – che ci
è arrivata addosso all’improvviso. Al
punto che anche
il processo partecipativo sta coinvolgendo solo
pochi
cittadini. Ecc
perché a suo avviso “per la Provincia questo è
il momento di dire la sua, perché
anche la Giunta di piazza Dante fin’ora è stata sempre zitta”.
Giusta,
quindi, per la consigliera la pausa di riflessione chiesta dalla
Rete dei Cittadini per
evitare che
esploda una durissima protesta
da
parte di tutti i
residenti interessati. Pausa che permetterebbe di arrivare alla
soluzione
migliore possibile.
Degasperi:
il rischio è che i soli atti ispettivi dei consiglieri provinciali
servano a poco.
Filippo
Degasperi (Onda Civica) ha ricordato di aver sottoposto all’aula
alcune criticità nella scorsa legislatura sul tunnel del Brennero e
i cantieri di parte austriaca, osservazioni cadute nel vuoto e senza
alcun coinvolgimento della Provincia. Oggi alcune di queste criticità
emergono dalle osservazioni della Rete dei Cittadini di Trento. A
questo punto per Degasperi il ruolo di protagonista è stato assunto
dalla Giunta comunale. Chi decide sono sul piano locale Comune e
Provincia e sul piano nazionale il governo e RFI. Il consigliere ha
chiesto quali riscontri abbiano avuto le proposte della Rete dei
Cittadini anche per quanto riguarda la pausa di riflessione proposta.
“Perché – ha concluso – senza riscontri gli atti ispettivi e
le richieste di informazione dei consiglieri provinciali sono
insufficienti”.
Il
portavoce Paolo Zadra ha risposto ricordando che le sollecitazioni
rivolte dalla Rete dei Cittadini a Rfi per approfondire e sviluppare,
prendendosi tre mesi di tempo, la proposta di tracciato alternativa e
rendere così confrontabili i due progetti, sono state respinte. Il
no di Rfi è stato motivato dall’impossibilità di perdere tempo.
Ma il punto, ha osservato Zadra, è che se poi una volta aperti i
cantieri dovesse emergere qualche ostacolo importante, “è che solo
noi avremo presentato un Piano B, una proposta alternativa credibile,
l’unica che permetterebbe a Rfi di non perdere altri anni per
trovare una soluzione. Fondamentale, per Zadra, sarà comunque la
conferenza dei servizi conclusiva “alla quale si dovrà presentare
la Provincia e dovremo partecipare anche noi: in quella sede si dovrà
prendere la decisione definitiva”. E dovranno spiegare anche perché
perché il progetto in Destra Adige sarebbe irricevibile.
Ferrari
sull’area ex Sloi: le norme del Pnrr superano la sentenza del
Consiglio di Stato?
Sara
Ferrari (Pd) ha osservato che vi era bisogno di questo
incontro per non basarsi
solo sulle
informazioni della stampa.
Non è prevista in tutta questa procedura di partecipazione il
coinvolgimento del Consiglio provinciale. Per questo le
minoranze avevano chiesto
una
seduta straordinaria del
Consiglio
e
i capigruppo avevano optato per una
conferenza di informazione in cui poter
approfondire e valutare
i
timori emersi
dalla Rete dei cittadini.
La speranza – ha
continuato Ferrari – è che nella conferenza di informazione del
Consiglio, da convocare al più presto, meglio se subito dopo
l’Epifania perché
non avrebbe senso attendere ancora,
la
Giunta si faccia carico di queste preoccupazioni perché solo
così l’assemblea legislativa dimostrerà di aver avuto un ruolo.
Perché
mai neanche in passato il
tema circonvallazione ferroviaria
era stato affrontato dal Consiglio provinciale. Il
protocollo sottoscritto
nel 2018
tra
Provincia
e
Comune
di
Trento aveva dato solo
un’indicazione politica sull’attraversamento
ferroviario
del territorio lungo
la sinistra
orografica di Trento. Sarebbe questa l’occasione per sentire anche
la voce di Rfi.
Due le questioni poste da Ferrari. La
prima riguarda la sentenza con cui il Consiglio di Stato ha stabilito
che i terreni dell’area ex Sloi
a
nord di Trento,
interessati
dai futuri lavori per il tracciato ferroviario, non si potranno
toccare finché
non saranno
stati completamente bonificati.
La
domanda è: sarà così
o le norme del Prnn superano anche questo ostacolo? Seconda domanda:
la tempistica. RFI ha
respinto il progetto alternativo
perché per approfondirlo servirebbe altro tempo e si perderebbero
così le risorse messe a disposizione di quest’opera dal Pnrr.
No
al ricatto: anche se si andasse oltre la scadenza del 2026, l’Europa
finanzierà l’opera.
Zadra
ha risposto che le regole legate al Pnrr non possono scavalcare la
sentenza con cui il Consiglio
di Stato ha dato ragione al Comune di Trento sul tema
dell’inquinamento di
questi terreni,
perché
in gioco vi è la salute dei cittadini. Si dovrà decidere se la
salute dei cittadini conta di più o di meno rispetto alla
realizzazione del progetto di circonvallazione ferroviaria. Inoltre
il risanamento completo di quest’area costerebbe
centinaia di milioni di euro. E
anche gli interventi parziali per lotti chiesti dai proprietari
sono
stati esclusi dal Consiglio
di Stato. Zadra
e Perghem Gelmi si sono infine detti certi che anche sforando la
scadenza del 2026
per
la realizzazione di quest’opera, i soldi
del
Prnn non
si perderanno
perdono.
Inoltre
gli stop ai lavori che probabilmente i cantieri incontrerebbero se
aprissero a inizio 2023, allungheranno inevitabilmente i
tempi. Ma
non per questo l’Europa rinuncerebbe a finanziare un’opera tanto
importante per l’intero corridoio ferroviario dalla Scandinavia a
Malta. Anche se i 930 milioni di euro previsti tre anni fa dovessero
risultare insufficienti. Secondo i tecnici “vedrete che l’Europa
i soldi ce
li metterà per completare l’opera. “Sostenere
il contrario è una balla
colossale – hanno
aggiunto – anzi, è un
bruttissimo ricatto una parte
della
politica ha messo davanti ai cittadini e che purtroppo anche
l’amministrazione comunale di Trento cavalca”. Infine
una considerazione sulla pausa di riflessione proposta a Rfi: “altro
che 3-4 anni: i
cantieri
per quest’opera non dureranno meno di 8-10
anni”.