Conclusi i lavori del Consiglio provinciale
Sì dell’aula anche al bilancio di previsione del Consiglio provinciale
Rinviato l'esame del disegno di legge della Giunta sugli impianti di telecomunicazione
L’aula ha approvato
con
18 voti a favore, 10 di astensione e due contrari – Alex Marini e
Paolo Zanella (Futra) – la delibera sul bilancio di previsione 2022 del Consiglio provinciale,
proposto dall’Ufficio di Presidenza.
Marini
ha citato le molte questioni relative al Consiglio contenute nelle
interrogazioni rivolte al presidente Kaswalder.
Dopo
la lettura della relazione illustrativa del presidente Kaswalder
(vedi sotto
la scheda
di sintesi), Alex
Marini (Misto-5 stelle) ha evidenziato i problemi relativi al
personale del Consiglio. Su un totale di 78 dipendenti - ha
segnalato – 10 risultano in comando, quindi circa il 13%. Non è
chiaro se questa percentuale sia nella norma o meno. Ma il Consiglio
provinciale dovrebbe essere un ente autonomo sotto il profilo delle
professionalità che dovrebbe, semmai, avere in esubero. Senza
dipendere da altre istituzioni per poter svolgere la propria
attività. Sarebbe interessante discutere su come selezionare e
impiegare adeguatamente le professionalità nel miglior modo dal
punto di vista qualitativo. Ci sono state 20 cessazioni nel 2020 e
oggi rimangono da impiegare 2 unità di personale. Era emersa qualche
mese fa dal presidente l’esigenza di rafforzare l’ufficio
legislativo, ma non si capisce a che punto sia l’assunzione di
questo personale che dovrebbe sostenere anche l’attività dei
consiglieri. Marini ha poi ricordato la quarantina di interrogazioni
rivolte al presidente del Consiglio provinciale nel corso del 2021.
La prima riguardava la seduta congiunta tra l’assemblea legislativa
provinciale e il Consiglio delle autonomie locali, che dovrebbe
essere convocata per legge ogni anno mentre da quattro anni non è
stata mai effettuata. Dovrebbe essere fondamentale potersi incontrare
e confrontare almeno una volta all’anno con il sindaci. Marini
ha quindi sollecitato il presidente del Consiglio affinché convochi
questa seduta congiunta anche per approfondire i problemi reali da
affrontare in rapporto alle autonomie locali. Secondo tema delle
interrogazioni presentate dal consigliere: le conferenze di
informazione. Ne sono state organizzare alcune in via telematica, il
che è stato positivo anche per i vantaggi legati ai risparmi ad
esempio sui buffet e per la registrazione sui canali online del
Consiglio che ne rendono accessibile a tutti la visione. Terzo tema
delle interrogazioni di Marini: le sessione straordinaria
dell’assemblea legislativa sulla tutela dei diritti delle minoranze
linguistiche.
Ancora: il contenzioso legale davanti al giudice del
lavoro per il licenziamento che potrebbe risultare illegittimo del segretario del presidente
del Consiglio. La prima questione riguarda il costo per indennizzare
il segretario, sostenuto dal Consiglio con inizialmente 21.000 euro e
poi fino all’agosto del 2021 con 111.000 euro. Fino a fine
legislatura il Consiglio continuerà a pagare per quest’atto.
Tema del segretario generale del Consiglio: Marini aveva
sollecitato la sostituzione per rimpiazzare la figura uscente, con
procedure adeguate. Invece oggi abbiamo un segretario generale pro
tempore e non si sa come questo dirigente sarà poi rilevato da
un’altra persona. E’ stato poi emanato il bando per la selezione
del dirigente del servizio legislativo prima anche che la relativa
delibera venisse approvata dall’ufficio di presidenza. Se si fosse
agito correttamente si poteva introdurre qualche elemento innovativo
sulla selezione di questa figura. Sviluppo sostenibile: Marini aveva
proposto l’introduzione di strumenti per valutare l’impatto
ambientale delle disposizioni legislative. Marini si era occupato
nelle sue interrogazioni anche della rappresentanza dei Comuni e
degli enti delle zone di montagna nell’assemblea dei presidenti dei
Consigli regionali. Se il Comune di Trento ha tutti gli strumenti per
accedere alle scelte sull’utilizzo delle risorse messe a
disposizione del Pnrr, non così accade per i piccoli enti locali del
nostro territorio. Forum Trentino per la pace e i diritti umani: nel
bilancio di previsione si mantengono le stesse risorse dell’anno
passato (22.000) e sarebbe un peccato che non bastassero per la
realizzazione dei progetti di questo organismo incardinato nel
Consiglio. Misure di contrasto alla criminalità organizzata: Marini
ha detto di aver chiesto se il Consiglio si fosse interessato di
questo argomento come richiesto a livello nazionale. E che il
presidente aveva risposto che l’autonomia permetteva di non
recepire necessariamente queste indicazioni dall’esterno. Per
Marini servirebbe poi una figura che seguisse a Roma le richieste
della Provincia di Trento, con una delega specifica a qualche
assessore. Libretto informativo sugli istituti di partecipazione
popolare: all’interrogazione del consigliere il presidente aveva
risposto che il Covid ha fermato tutto a questo livello. Si potrebbe
pensare di rafforzare la dotazione organica del Consiglio provinciale
che ha solo 4 giornalisti per rappresentare tutti i consiglieri,
mentre la Giunta dispone di 10 giornalisti più uno staff costituito
da una decina di persone che si occupano di vari settori. Per un
corretto bilanciamento delle due istituzioni potenziando le risorse
del Consiglio potenziando anche i canali informativi sul web. Anche
perché tra poco potrebbe venir meno la diretta televisiva dei lavori
in aula per la transizione tecnologica. Relazioni di maggioranza e di
minoranza a disegni di legge. Se non vengono lette in aula, Marini ha
chiesto che quando si danno per lette, vengano poi inserite nel
resoconto integrale dei lavori. Risparmi
di spesa: sul segretario questore che ha rinunciato all’indennità
e sul vicepresidente, il cui compenso è stato destinato al fondo per
le famiglie e i soggetti bisognosi. Varrebbe però la pena utilizzare
questi risparmi di spesa di 12.000 euro nel 2022 per migliorare i
servizi del Consiglio. Per i soggetti disagiati si dovrebbe invece
intervenire attraverso le leggi. Sistema digitalizzato: il
consigliere ne ha chiesto la digitalizzazione e la possibilità di
scaricare i documenti in pdf. Ultima questione: diritto di accesso
alle informazioni dei consiglieri provinciali, che devono poter
accedere a tutta la documentazione dei disegni di legge, anche in
merito al loro impatto finanziario e su altri settori.
Masé:
migliorare il trattamento economico dei dipendenti dei gruppi.
Vanessa
Masè
(La Civica) ha sottoposto all’aula e alla conferenza dei capigruppo
il tema del trattamento economico dei dipendenti dei gruppi
consiliari. Si tratta di poco meno di 30 persone per i quali sono
annualmente 45.000 euro lordi per ogni unità di questo personale con
delibera dell’ufficio di presidenza sentiti i presidenti dei
gruppi. Masè ha proposto di stanziare una cifra superiore: a Bolzano
si prevedono 58.000 euro annui per ogni unità. Questo personale è
utile a tutti i consiglieri e quindi, di riflesso, a tutta la
comunità trentina vista la complessità degli argomenti che il
Consiglio affronta. Se si lavora bene è anche grazia al lavoro di
questo personale. Certo si tratta di un incarico a chiamata e
fiduciario perché con i consiglieri si deve instaurare una relazione
di fiducia, non necessariamente politica ma sulla qualità del
lavoro. L’incarico è di legislatura e non è detto che lo stesso
gruppo continui nella legislatura successiva e il personale dei
gruppi potrebbe non poter più continuare l’attività. Visto che
non è previsto alcun automatismo nel rinnovo di questi contratti e i
13.000 euro in più per dipendenti previsto in provincia di Bolzano,
secondo Masè servirebbe una riflessione attenta su questo punto
visto che si sta discutendo di rinnovi contrattuali del pubblico
impiego.
Rossi:
il presidente Kaswalder promuova il confronto con il Consiglio delle
autonomie locali prima della riforma istituzionale.
Ugo
Rossi (Misto-Trentino
in Azione) ha preso atto di come questo bilancio dimostri che il
Consiglio provinciale riesca a funzionare nonostante l’assenza di
un vicepresidente. Non si tratta di riflettere solo sulle cifre di
questo bilancio ma di considerare il ruolo del Consiglio nella
particolare situazione in cui si trova oggi la società trentina e
quindi anche la nostra autonomia. La presidenza del Consiglio – ha
ricordato Rossi – ha sempre esercitato un ruolo di verifica e
soprattutto di garanzia di un ordinato dibattito politico, ma anche
di stimolo ad alcune questioni istituzionali fondanti dell’autonomia
speciale. Il riferimento è alle questioni riguardanti il rapporto
fra la Provincia e le altre istituzioni che sono le autonomie locali.
Rossi ha osservato di aver colto un certo fastidio rispetto alle
continue sollecitazioni di Marini di una seduta congiunta tra il Cal
e il consiglio provinciale. Nella nostra provincia in questi anni vi
sonos tate modifiche importanti all’assetto istituzionale delle
autonomie locali che richiederebbero un momento di dibattito come
questo. Rossi ha ricordato che nel 2014 si è tenuta in aula una
seduta congiunta con il Consiglio delle autonomie locali nel corso
della quale sono emerse indicazioni che sono poi diventate linee
guida che hanno indirizzato la legge di riforma istituzionale
introdotta nella scorsa legislatura. Allora erano state votate
risoluzioni che avevano dato indicazioni alla Giunta provinciale per
confezionare un ddl. L’attuale governo provinciale – ha
rammentato Rossi – aveva inserito nei propri programmi e sostenuto
pubblicamente l’obiettivo dell’eliminazione delle Comunità di
valle, ma mai in quest’aula consiliare se ne è potuto discutere.
Ecco perché, secondo il consigliere, la proposta di Marini va tenuta
in considerazione. Altrimenti
in aula e in commissione ci si riempie la bocca di affermazioni a
tutela dei piccoli comuni e poi si arriva a una riforma istituzionale
che rischia di passare in commissione solo con un’audizione del
presidente del Cal. Per Rossi serve invece un dibattito preliminare
in aula su questo tema. E ha quindi lanciato un appello al
presidente del Consiglio
provinciale perché
si assuma la
responsabilità di promuovere un dibattito con
le Autonomie locali sull’assetto
che avranno le istituzioni nel nostro territorio. Con una seduta
congiunta o quantomeno con un incontro tra l’esecutivo del Cal e i
capigruppo. Anche la Giunta dovrebbe avvertire l’interesse che
questo dibattito avvenga prima della proposta di un disegno di legge
di riforma istituzionale. Quando
si approva un bilancio del Consiglio occorre anche parlare delle cose
non. E la seduta congiunta con il Cal è una di queste cose. Il
disegno di legge di riforma istituzionale potrebbe in tal modo
riuscire più condiviso.
Tonini:
il Consiglio privo degli strumenti per analizzare il bilancio della
Giunta.
Giorgio
Tonini (Pd)
ha preannunciato di non poter votare a favore di questo bilancio per
una ragione politica. Il nodo da lui posto – ha ricordato – fin
dall’inizio della legislatura senza che poi la linea mutasse, è
che si tratta di un bilancio inerziale la cui unica preoccupazione è
di provare a ridurre un po’ la spesa. Ma la revisione della spesa
non può essere un taglio lineare ma cercare di fare meglio ogni anno
anche con meno. Ma fare meglio. Invece la linea seguita in questi
anni è stata di fare come l’anno prima possibilmetne spendendo di
meno. Non è mai stato affrontato il nodo di fondo politico: qual è
il ruolo dell’assemblea legislativa nella dialettica tra Consiglio
e Giunta. Negli ultimi decenni l’esecutivo è stato rafforzato con
un simmetrico e speculare indebolimento della struttura parlamentare
anche in termini di patrimonio di conoscenze e di risorse sempre
minore. Questa è una tendenza diffusa e non circoscritta alla
Provincia di Trento. Allora il ruolo dei parlamenti è di provare a
rafforzare la propria capacità di essere potere di indirizzo e
controllo sugli esecutivi. Tonini ha rammnetato una serie di obietti
i da lui indicati, il principale dei quali è il rafforzamento della
capacità del Consiglio di esercitare un controllo efficace sul
bilancio della Provincia autonoma. Cosa oggi impossibile perché non
c’è uno straccio di strumento che sia in grado di fornire ai
consiglieri strumenti di analisi indipendenti rispetto a quelli della
Giunta. Oggi il potere fondamentale che è di disporre di dati di
conoscenza per fare le leggi è interamente nelle mani della Giunta.
C’è una presenza debordante della presenza dell’apparato della
Giunta che è diventato il vero interlocutore dei consiglieri, che
chiedono ai funzionari dell’esecutivo di capire le norme.
Dall’altra parte c’è invece un Consiglio muto. In Parlamento i
rappresentanti del governo si presentano sempre da soli: chi ci mette
la faccia è il potere politico e non la struttura tecnica, mentre il
Parlamento dispone di strumenti importanti come nel caso del servizio
bilancio di Camera e Senato, che è una struttura che legge i bilanci
offrendo al potere legislativo strumenti di conoscenza e di vaglio
critico competenti. Tutto questo in Consiglio provinciale non esiste.
Anzi, il problema non è nemmeno avvertito. Evidentemente – ha
commentato Tonini – si è sempre fatto così e questa debolezza
viene da lontano. Ma se è stato fatto qualcosa di sbagliato nel
passato, oggi è responsabilità di chi c’è adesso continuare
nella stessa direzione. Tutto questo non aiuta la qualità della
legislazione. Il controllo delle istituzioni non è sol o un presidio
di libertà ma anche un presidio di qualità. Se ciascuno si lascia
esaminare da un altro è portato a produrre meglio e di più,
altrimenti si va verso un peggioramento qualitativo della nostra
legislazione.
La
replica del presidente Kaswalder. C’è
allo studio un progetto di ufficio studi anche per rafforzare le
capacità del legislativo rispetto al bilancio dell’esecutivo.
Il
presidente del
Consiglio provinciale ha
riconosciuto che il problema della
debolezza dell’organo legislativo sollevato
da Tonini sulla questione del bilancio presentato dalla Giunta
effettivamente
esiste.
E
che proprio per questo uno
degli obiettivi del nuovo dirigente del Consiglio è proprio quello
della definizione di un progetto che
soddisfi questa
esigenza fodnamentale.
La volontà di ovviare a questa debolezza, quindi, c’è – ha
assicurato Kaswalder. Si tratta di dare ai
consiglieri un
supporto di un certo livello per poter valutare e discutere il
bilancio della Giunta. Quanto alle osservazioni dei consiglieri Rossi
e Marini, il presidente si è impegnato a studiare i tempi in cui
inserire l’anno prossimo in
calendario la
seduta congiunta con il Consiglio delle autonomie locali. A Masè
sulla retribuzione dei collaboratori dei gruppi, il presidente ha
ricordato una norma che fissa
un
parametro – categoria D – rispetto
al quale sono ben pochi
i
margini
di manovra per migliorare il loro
trattamento.
Infine, ancora rispodendo
a
Marini, Kaswalder ha riconosciuto che vi sono in Consiglio alcune
figure persone
in comando, ricordando
però che
negl
i ultimi anni non è stato possibile fare
concorsi. Per fortuna con l’istituto del comando il Consiglio
provinciale ha potuto far fronte al proprio fabbisogno di personale.
Kaswalder
ha segnalato che oggi vi
sono 75 idonei di un concorso pubblico
e
che
il
Consiglio vorrebbe inserire nel proprio organico 6 unità di questo
personale
per le attività di supporto d’aula e nel
servizio legislativo.
Quanto al segretario generale, Kaswalder ha detto che non è
possibile bandire un concorso
pubblico
perché
il regolamento non
lo consente, affidando al
presidente la ricerca tra i dirigenti generali della Pat la figura
più adatta al Consiglio provinciale. Se ne parlerà quindi
– ha concluso – nella prossima
conferenza dei capigruppo. Sul
tema del licenziamento del segretario sollevato da
Marini, il presidente ha detto
di
aver sicuramente
commesso
qualche sbaglio ma ha anche
rivendicato
di aver sempre agito correttamente.
E
di aver permesso al Consiglio di risparmiare 3
milioni e 300 mila euro proprio grazie alle sue
scelte
relative alla segreteria della presidenza. Che dispone
di una sola
segretaria. Infine sul
tema degli
investimenti evidenziato
da Tonini Kaswalder ha ricordato che il
Consiglio
investirà un milione e 140 mila euro sulle tecnologie. E
che quando sarà
pronto il citato
progetto
predisposto dal dirigente, si potrà creare
un
ufficio studi del Consiglio capace
di analizzare
il bilancio della
Provincia dando supporto all’organo
legislativo. Quanto
infine al personale del Consiglio, Kaswalder ha sottolineato che i
dipendenti non rappresentano un costo
ma una ricchezza che
permette all’assemblea legislativa di poter
svolgere
il proprio compito con tranquillità.
Marini:
tutelare i diritti dei dipendenti dei gruppi consiliari.
Nelle
dichiarazioni di voto Marini
ha
preannunciato la propria contrarietà al bilancio. In
merito al tema del trattamento dei dipendenti
dei gruppi consiliari sollevato
da Masè, ha segnalato che
il Consiglio regionale della Lombardia considera a
tutti gli effetti come
proprio personale i
dipendenti dei
gruppi. Vi è quindi la massima tutela di queste persone,
inquadrate come
tutti gli altri con
il contratto degli enti locali. Ciò
alleggerisce
il carico burocratico sui gruppi consiliare, assicura
un’omogeneità
di trattamento e
garantisce soprattutto la tutela anche dei diritti
di
questi dipendenti.
Oggi questa tutela non è invece
possibile
per il personale dei gruppi consiliari della
Provincia.
Marini ha chiesto valutazioni comparative sull’argomento per
capire cosa
avviene a
questo riguardo nelle regioni
limitrofe alla
nostra.
Uno scatto dei livelli retributivi potrebbea
suo avviso avvenire trasferendo
maggiori risorse ai gruppi consiliari chiamati a svolgere attività
molto
importanti
su mandato e
a servizio dei
cittadini.
SCHEDA: I NUMERI DEL BILANCIO PREVENTIVO
DEL CONSIGLIO PROVINCIALE.
Il
bilancio preventivo pareggia a 13.466.780 euro, in linea con il
preventivo 2021 (13,49 milioni). Con
un lieve calo di circa 20.000 euro. Due
le voci di spesa nuove rispetto alle scorse annate: la
prima derivante dall’imminente
trasferimento dalla Giunta al Consiglio della figura di consigliere
di parità nel lavoro, la
seconda dalle
indennità dei membri dell’Autorità per le minoranze linguistiche
(l’uscente operava a costo zero in quanto pensionato). Una serie di
voci di spesa riguarda gli organismi incardinati presso il Consiglio:
17 mila euro per la Commissione dei 12, 164 mila per difensore civico
e garanti dei detenuti e dei minori, 114 mila per il Corecom, 22 mila
per il Forum pace, 71 mila per l’Autorità minoranze, 60 mila per
la Cpo (pari opportunità), 61 mila per il consigliere di parità. In
bilancio vengono stanziati 1,136 milioni di euro sul triennio
(2022-2024) per l’introduzione di nuovi software o per
l’aggiornamento di quelli in uso, oltre alla previsione di
un’idonea manutenzione della sede consiliare (sbarrieramento delle
sale mostra, installazione delle linee vita sulle coperture,
sostituzione rete wifi, sviluppo del sistema informatico consiliare
per consiglieri). Per quanto riguarda le sale commissioni si prevede
di spendere:
-
impianto conference + impianto condizionamento: euro 270.000,00, iva
inclusa (di cui euro 180.000,00 già imputati nell'esercizio
finanziario 2021; euro 90.000,00 stanziati nell’esercizio
finanziario 2022);
-
lavori per elettricista, falegname, edili, pittori, ecc.: euro
88.000,00 iva inclusa (stanziati nell’esercizio finanziario 2022);
-
manutenzione: euro 27.000,00 (stanziati negli esercizi finanziari
2023/2024).
Gli
oneri previsti per il personale ammontano a 5.467.000 e incidono in
bilancio per il 47,50%.