Conclusa la seduta straordinaria del Consiglio provinciale
Prevenzione infortuni sul lavoro: apprezzata la relazione di Spinelli e approvate tre risoluzioni
In allegato, il testo dell'informativa dell'assessore
In
Consiglio provinciale, la seduta straordinaria di oggi si è conclusa
con l’ascolto e la discussione della comunicazione dell’assessore
Spinelli che le minoranze avevano chiesto alla Giunta sull’andamento
degli infortuni sul lavoro in Trentino. A seguire l’aula ha
approvato all’unanimità tre risoluzioni i cui testi sono stati in
larga misura concordati con l’assessore Spinelli, la cui relazione
introduttiva è stata apprezzata dai consiglieri che hanno auspicato
l’attuazione degli impegni da lui annunciati.
La relazione dell’assessore Spinelli.
L’assessore
Spinelli ha aperto l’informativa sugli incidenti sul lavoro (in
allegato il testo integrale della sua relazione) presentando i
dati di sintesi della situazione negli scorsi due anni: nel 2019 gli
infortuni sono stati 7.363;
7640 nel 2020. Una situazione che appare peggiorata anche se va
considerato che tra questi vi sono 2452 infortuni Covid. L’impatto
Covid è stato maggiore del 6% rispetto a quello nazionale, il 32%
contro il 26% del resto del Paese. Una differenza determinata dalla
maggiore incidenza dell’infezione e i focolai registrati nella
logistica e nel settore della lavorazione della carne. La Giunta, ha
aggiunto Spinelli, intende migliorare il sistema della sicurezza
intervenendo sull’assetto istituzionale della prevenzione e con
interventi su precise politiche di prevenzione. Per l’assessore
serve una maggiore partecipazione e il supporto al Comitato di
coordinamento come cabina di regia provinciale con il varo di un
organismo operativo, previsto dal Dcpm del dicembre 2007, e mai
attuato completamente in Provincia. Per quanto riguarda il personale
la volontà è quella di liberare risorse specializzate dell’organo
di vigilanza per rafforzare la prevenzione. La Pat, ha continuato,
continua la collaborazione e l’integrazione con le strutture
nazionali e dal 2020 la Provincia partecipa alla Commissione
permanente e nel Gruppo tecnico interregionale. La Giunta intende
potenziare il settore ispettivo del Servizio lavoro e va continuata
la collaborazione tra i due nuclei ispettivi per rendere più
efficaci i controlli. Fondamentale, per Spinelli, il piano
provinciale di prevenzione che si sta elaborando in collaborazione
con l’Apss e che si innesta su quello nazionale. L’assessore ha
affermato che l’approccio è innovativo, spostando l’attenzione
dalla tradizionale vigilanza che ha un basso impatto (il 5% delle
aziende sono controllate) ai piani mirati di prevenzione che
prevedono lo studio dei rischi e delle misure di prevenzione con
tutti gli attori del lavoro compreso i sindacati. Detto ciò, ha
continuato Achille Spinelli, nel 2020 sono state controllate in
Trentino 1700 aziende, nonostante gli ispettori siano stati coinvolti
nella gestione della pandemia. Nel 10% delle aziende sono state
trovate situazioni da migliorare, una percentuale fino a pochi anni
fa molto diversa e che arrivava al 50%. Centrale è la cultura della
sicurezza che va supportata anche attraverso gli interventi di Tsm,
l’Agenzia del lavoro e i Servizi di prevenzione. Importante il
lavoro culturale sulla sicurezza nelle scuole, anche utilizzando la
scuola lavoro, per sviluppare la sensibilità delle persone. Da
valorizzare infine il corso di laurea per tecnici della sicurezza che
è l’unico in Italia e che forma gli studenti con un approccio
pragmatico che porta la totalità dei laureati a trovare lavoro.
L’assessore ha concluso affermando che, rispetto alle
amministrazioni precedenti, la Giunta intende affrontare il tema
delle risorse derivanti dalle sanzioni (si arriva anche a un
“tesoretto” di un milione di euro all’anno) che verranno
destinate, almeno in parte, alla prevenzione e alla sicurezza sul
lavoro e non inserite, come si è fatto fino ad ora, in modo
indifferenziato nel bilancio dell’Apss.
La
discussione.
Giorgio
Tonini
(Pd) ha
ricordato i 13 morti sul lavoro in Trentino nel 2020, praticamente
uno al mese. Rispetto a questo tragico fenomeno, si decise come
Consiglio provinciale di promuovere una conferenza informativa per
provare a dare concretezza agli impegni presi di fronte ad una bara
di qualcuno morto per lavorare. Questo perché tutto quello che si è
messo in campo evidentemente non basta. Il 15 febbraio scorso in
videoconferenza il Consiglio su proposta del presidente Kaswalder e
su input delle minoranze sono emerse diverse idee. Oggi proviamo a
chiudere il cerchio degli impegni assunti dalla Giunta. Sulla base di
due presupporti: uno etico-morale, l’altro economico. Dal punto di
vista etico-morale il prezzo della vita umana falciata per ragioni di
lavoro è intollerabile. Non si fa mai abbastanza per impedire che
queste cose succedano. L’argomento economico è che evidente che in
una fase delicata come questa di ripartenza e ristrutturazione del
sistema produttivo, occorre stare attenti a non puntare alla
competizione in basso aiziché in alto. Occorre sentirsi in
concorrenza con i sistemi economici più avanzati per lavorare meglio
e produrre di più puntando sulla qualità delle nostre produzioni e
la qualità dei metodi di lavori compresa la sicurezza. I dati sono
purtroppo ancora deludenti. Quello del 2020 e quello del 2019 non
sono pienamente confrontabili a causa dell’impatto della pandemia
nel 2020. Tuttavia dove la pandemia rallenta bruscamente si nota un
calo delle morti compensate, però, da quelle per Covid che si sono
annidate nello stesso mondo del lavoro. I 7.640 infortuni sul lavoro
in Trentino del 2010 rispetto ai 277 in più del 2019 sono un
campanello d’allarme. E indicano che il nostro sistema di
protezione e sicurezza va migliorato. La relazione dell’assessore
Spinelli è ricca di proposte che possono arricchire l’impegno
della Giunta provinciale e del Consiglio nei prossimi mesi.
L’importante,
ha concluso Tonini,
è
che
oggi
il
Consiglio provinciale abbia
dedicato spazio alla
riflessione su questo
tema
mettendo nero su bianco idee, proposte e impegni da valutare poi nel
corso del tempo per verificarne l’adeguatezza e la realizzazione.
Lucia
Coppola (Misto-Europa Verde) ha parlato di questa come di una
questione dolorosa che sta a cuore a tutti, visti i 1620 incidenti
sul lavoro verificatisi nel 2020. Infortuni e morti che si
supereranno solo con l’impegno di tutti a partire dalle
istituzioni. Come? Aumentando i controlli del Servizio lavoro e
dell’Ispettorato del lavoro che sono però sotto organico. Inoltre
le attività di controllo e ispezione sono state ridotte a causa del
Covid. I morti registrati quest’anno in Trentino sono 4, 2 a Trento
e 2 a Rovereto. Per questo la consigliera ha esortato a non fare
passi indietro né accettare compromessi al ribasso. Come minoranze
Coppola ha spiegato che alla Giunta si chiede un impegno maggiore per
la sicurezza sui luoghi di lavoro.
Filippo
Degasperi (Onda Civica) ha sollecitato vigilanza e repressione
sul fronte della sicurezza e degli infortuni sul posto di lavoro. Non
è pensabile, ha osservato, che si prosegua come se nulla fosse con
una unità operativa impegnata soprattutto a dare supporto
all’attività della magistratura e che non svolge quindi attività
di prevenzione nei vari settori industriali dove ci si muove solo su
segnalazioni o dopo che l’infortunio sul lavoro è già avvenuto.
Non c’è nulla di programmato. Gli interventi dei governi nazionali
negli ultimi 15 anni hanno sistematicamente aggredito i diritti dei
lavoratori che non possono denunciare nulla senza rischiare di
perdere l’impiego. Bisogna arrivare all’esasperazione prima che
i lavoratori vessati reagiscano. Quello che ha detto l’assessore va
bene, ma vi sono state fino ad oggi scelte politiche a monte nei
confronti dei lavoratori che hanno portato al disarmo totale nella
protezione della sicurezza di queste persone che ne subiscono le
conseguenze. Per Degasperi va bene quel che la Giunta si propone di
fare purché lo realizzi al più presto. “Meglio sarebbe stato –
ha concluso – che l’assessore avesse fornito la scaletta degli
impegni da mettere in campo”.
Paolo
Zanella
(Futura) ha osservato che le morti sul lavoro dovrebbero essere
considerate omicidi sul lavoro. Sarebbe quindi ora di smettere di
chiamare questo fenomeno “morti bianche”. Bene quindi l’impegno
della Giunta riferito da Spinelli di lavorare sul personale nella
direzione della prevenzione e di aumentare la fase ispettiva
soprattutto sulla regolarità dei rapporti di lavoro che non tutelano
la sicurezza. Ma si deve puntare
per Zanella sulla cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro nei
confronti sia dei dipendenti che dei datori di lavoro per evitare
incidenti mettendo in atto misure di prevenzione. I tecnici della
prevenzione negli ambienti di lavoro: sono figure fondamentali ma
poche il cui numero che occorre aumentare perché offrano consulenze
alle aziende e ai lavoratori nell’attuare misure di prevenzione.
Questa modalità di intervento per il consigliere va incentivata.
Anche lo stress da lavoro correlato mina la sicurezza sul lavoro e
questo è riconosciuto, ma occorre una cultura che valuti questo
aspetto e trasmetta ai lavoratori l’importanza di segnalare un
ambiente di lavoro in cui il clima non è sano ma stressogeno.
Importante è intervenire anche, come prevede la risoluzione di
Tonini, finalizzare le risorse derivanti dalle sanzioni a chi viole
le norme sulla sicurezza per fare prevenzione della sicurezza sul
lavoro. Forse i soldi per finanziare questo personale che faccia
prevenzione e formazione sulla sicurezza sul lavoro vanno previsti.
Soldi perché solo nei cantieri edili l’anno scorso sono stati
raccolti 180.000 euro di sanzioni per mancato rispetto delle norme
sulla sicurezza. Nei cantieri delle opere appaltate dal pubblico dei
problemi stanno emergendo e sono legate al non rispetto del contratto
del lavoro. Si tratta di garantire la salute e le sicurezza dei
lavoratori. Servono quindi risorse umane che garantiscano la
sicurezza sul lavoro.
L’assessore
Spinelli nella
sua replica ha sottolineato il suo tentativo di introdurre elementi
di novità nel modo di trattare la materia. Qualche ripensamento è
emerso durante la pandemia con 18 protocolli sulla sicurezza diversi
usciti dal tavolo di coordinamento. Spinelli ha confermato
l’importanza del tema della formazione e della valorizzazione delle
eccellenze che già esistono nel nostro territorio e che vanno
rafforzate. Le risoluzioni presentate vanno in questa direzione e si
tratta di prestare attenzione ai tempi di realizzazione di questi
impegni.
LE
RISOLUZIONI DISCUSSE E APPROVATE ALL’UNANIMITÀ
L’assessore
Spinelli
ha
riferito
di
aver trovato un accordo con i consiglieri su tutte le risoluzioni
da
loro presentate
pur
apportando
alcune
modifiche ai testi. E ha spiegato che nella risoluzione 106
di
Coppola sono
confluite
le
risoluzione 102 di
Tonini e
103 di
Marini, che
conseguentemente sono state ritirate.
Sì
unanime alla risoluzione 106 di Coppola concordata con l’assessore
Spinelli e che assorbe altre due risoluzioni di Tonini e Marini.
Approvata
a pieni voti la risoluzione
di
Lucia Coppola (Misto-Europa Verde) che impegna
la Giunta in 5 direzioni: 1. a consolidare e potenziare il sistema
istituzionale della sicurezza sui luoghi di lavoro a partire dalla
sede principale di confronto tra i diversi attori della prevenzione,
con una maggiore attenzione alla partecipazione e supportando il
comitato di coordinamento quale cabina di regia provinciale con un
organismo come previsto dal Dpcm 21 dicembre 2007; 2. a valorizzare e
potenziare il valore della collaborazione istituzionale, integrando
il livello provinciale con il livello nazionale; 3. a potenziare la
collaborazione e le attività tra i servizi di vigilanza sulla
sicurezza sul lavoro e quelli sulla regolarità dei rapporti di
lavoro; 4. ad investire in maniera determinante verso la cultura
della sicurezza: da un lato la formazione dei lavoratori in materia
di sicurezza sul lavoro (ssl) va supportata e potenziata anche
attraverso l’esperienza di Trento School of Management, Agenzia del
lavoro e servizi di prevenzione. L’aspetto di maggior rilievo va
considerato però va considerato però per quanto riguarda le scuole:
la cultura della sicurezza è efficace se insegnata fin dall’età
scolare. 5. a provvedere ad un utilizzo finalizzato delle risorse
derivanti dalle sanzioni a seguito di violazione delle norme
antinfortunistiche e valutare in tal senso l’istituzione di un
fondo per la sicurezza sul lavoro secondo quanto previsto dal D. lgs.
81 del 2008 finanziato con i proventi ex F.Legs. 758/94.
Giorgio
Tonini
(Pd) ha concluso dando tre consigli non richiesti all’assessore: 1.
prendere sul serio il tema dell’utilizzo delle risorse derivanti
dalle sanzioni per il mancato rispetto delle norme per la sicurezza
sul lavoro; in secondo luogo il tema della concertazione per il quale
si va avanti con il consenso e non con la repressione; in terzo luogo
occorre fare della qualità del lavoro uno dei punti fondamentali del
piano di ripresa e resilienza in salsa trentina che discuteremo con
l’assestamento del bilancio di previsione della Provincia. La
ripresa sarà tale se punterà sulla qualità anche dotandoci di un
sistema produttivo nel quale i temi del benessere dei lavoratori a
partire dal loro diritto alla vita e all’incolumità personale sia
un elemento fondamentale e una risorsa sulla quale fare leva. Anche
l’attenzione alla sicurezza deve diventare una leva per il rilancio
delle produzioni e del sistema imprenditoriale: non va percepito come
un costo ma come uno degli aspetti che consentono di avere in
prospettiva un sistema produttivo più forte e capace di valorizzare
le risorse umane di cui già disponiamo.
Approvata
all’unanimità la risoluzione
104 di
Alex
Marini (Misto-5 Stelle) e
illustrata da Ferrari (Pd) per
combattere e prevenire il fenomeno del caporalato. Accolta
la premessa e i due punti emendati del dispositivo.
La
risoluzione
di Marini, approvata
all’unanimità, il
cui dispositivo è stato rielaborato d’intesa con l’assessore
Spinelli, impegna
la Giunta in due direzioni: 1. a proporre
al Commissariato del governo di valutare la necessità della
definizione di ulteriori accordi a rafforzamento di quelli esistenti
anche a livello nazionale: definire forme di collaborazione
coordinata e congiunta
tra gli organi di vigilanza e le forze dell’ordine statali, in
particolare la Guardia di finanza, per eseguire verifiche e controlli
sui luoghi di lavoro maggiormente esposti al fenomeno del caporalato;
2. a stilare una relazione periodica nella
quale riportare non
solo gli
eventi
legati al caporalato in termini numerici ma anche sui fattori critici
che ne permettono la diffusione nel Trentino e sui quali sarebbe
necessario intervenire con misure idonee alla prevenzione del
fenomeno nel medio-lungo periodo; il
contenuto di tale relazione dovrà essere compatibile con le esigenze
di procedimenti penali in corso e con le valutazioni delle Procure
della Repubblica a diffondere informazioni. Ad
illustrare la risoluzione di Marini (assente) è stata Sara Ferrari
(Pd).
Approvata
la risoluzione
105 presentata da Paolo Zanella (Futura) per la sicurezza sul lavoro
nei cantieri impegnati nella costruzione di opere pubbliche.
Sì unanime anche alla seconda risoluzione
di Zanella, la
cui premessa è stata in parte rielaborata d’intesa con l’assessore
Spinelli e il cui dispositivo è stato ridotto ad un solo punto,
impegna
la Giunta a
vigilare
e ad effettuare maggiori controlli con gli uffici preposti per
garantire e accertare il reale rispetto delle condizioni di sicurezza
nei luoghi di lavoro nonché del contratto di lavoro nazionale e
provinciale nei cantieri delle opere pubbliche commissionate dalla
Provincia, in primis quello per la galleria
Passo S. Giovanni – Maza. Il
secondo punto è stato respinto – ha spiegato Zanella – tenuto
conto della normativa nazionale sugli appalti, ma strumenti più
stringente si sarebbero potuti trovare. Spinelli ha proposto di
sopprimere l’ultimo capoverso delle premessa e il secondo punto del
dispositivo.
La
seduta si è conclusa poco prima delle 18.30.