Il presule ha visitato la mostra a palazzo Trentini
Il vescovo Tisi tra le immagini del Sacro Cuore di Gesù
Foto allegate
Ha
apprezzato, l’arcivescovo di Trento monsignor Lauro Tisi. Stamane è
stato ospite a palazzo Trentini per una approfondita visita alla
mostra in corso su “Il cuore divino di Gesù – storia e
devozione” (che resta aperta fino alla fine di luglio).
L’ha
accolto il presidente Walter Kaswalder, spiegando che l’intento è
stato quello di contribuire alla preservazione e valorizzazione della
memoria storica di tradizioni forti e vere della nostra comunità
trentina. Una mostra dunque pensata per dire che le radici culturali
devono essere conosciute e trasmesse alle nuove generazioni,
esattamente come il patrimonio di idee cui attinge il nostro assetto
istituzionale basato sull’autonomia.
Monsignor
Tisi ha ascoltato la curatrice dell’esposizione, Rosanna Cavallini,
e ha prestato attenzione a ogni dettaglio degli oggetti e delle opere
esposti. Ha ricordato che papa Francesco ha basato il suo pontificato
sul tema della misericordia di Dio, quindi proprio sul concetto del
Sacro Cuore di Gesù come segno d’amore infinito. Tisi ha citato il
teologo Karl Rahner e poco oltre – ammirando un’iconografia del
cuore di Gesù trafitto e sgorgante sangue - ha ricordato come fu la
mistica polacca Maria Faustina Kowalska a mettere al centro, sulla
scorta delle sue visioni, l’idea del sangue come simbolo dell’amore
incondizionato verso gli uomini.
Osservando
le immagini fotografiche delle processioni in Trentino dedicate al
Sacro Cuore, il vescovo ha voluto sottolineare la grandissima
distanza tra gli atteggiamenti della gente nelle foto d’un tempo e
quelli delle rievocazioni odierne. Purtroppo – ha detto – la
differenza sta nella grande fede in Dio, che c’era e non c’è
più.