Sanità: assegnato alla Quarta Commissione il disegno di legge proposto da Cia
Stop alla libera professione intramoenia se per una visita in regime istituzionale occorre attendere 10 giorni in più
Testo allegato
Il tema "bollente" dei tempi di attesa per ottenere dal sistema sanitario pubblico del Trentino una prestazione prescritta dal proprio medico, è oggetto di un disegno di legge appena assegnato all'esame della Quarta Commissione permanente del Consiglio provinciale. Il provvedimento è proposto dal consigliere Claudio Cia (Agire per il Trentino) per modificare la normativa provinciale sulla tutela della
salute del 2010, in modo tale da ridurre le liste d'attesa per l'accesso
dei pazienti alle prestazioni sanitarie. Il testo prevede anche il
conferimento al Difensore civico delle funzioni di Garante per il
diritto alla salute. Punto di
partenza del ddl è che,
come documenta una tabella
allegata alla relazione illustrativa, l'Apss
"non sempre riesce a dare risposte adeguate e tempestive, col
rischio che l'eventuale errata o ritardata diagnosi della patologia o
del suo aggravamento possano
pregiudicare lo stato di
salute del paziente".
Il sempre più frequente ricorso alle prestazioni intramoenia.
Di
fronte a una sanità pubblica in evidente difficoltà, il cittadino
che non può attendere tempi lunghi
per una prestazione è
costretto, se il reddito
glielo consente, a rivolgersi alla "sanità privata" a
partire dall'attività libero-professionale intramuraria (Alpi). Di
cosa si tratta? Per il
Ministero della Salute la libera professione intramuraria, nota come
intramoenia, "si riferisce alle prestazioni erogate al di fuori
del normale orario di lavoro dai medici di un ospedale, i quali
utilizzano le strutture ambulatoriali e diagnostiche dell'ospedale
stesso a fronte del pagamento da parte del paziente di una tariffa.
Il medico è tenuto al rilascio di regolare fattura e la spesa, come
tutte le spese sanitarie, è detraibile dalle imposte".
Il
progressivo peggioramento dell'offerta sanitaria pubblica ha
aumentato anche nella nostra provincia il ricorso all'attività
libero professionale, la quale, agli occhi dei cittadini spesso è
vista come una sorta di "concessione" fatta dallo Stato
alle corporazioni mediche (del tipo “io Stato non posso pagarti di
più ma ti consento di lavorare fuori”). Concessione spesso
percepita come un'ingiusta gabella che il cittadino deve pagare per
avere una prestazione sanitaria alla quale avrebbe comunque diritto.
Cia sottolinea che anche in Trentino, a fronte di lunghi tempi di
attesa nel pubblico, mentre per una visita con la ricetta della
sanità pubblica si è costretti ad attendere mesi, chi accetta di
pagare il medico in libera professione intramuraria aspetta pochi
giorni
Secondo
il consigliere questa situazione
non è
più tollerabile:
per garantire a chi
paga le tasse il diritto
ad avere prestazioni adeguate e tempestive, occorre
rimuovere la discriminazione
tra chi può permettersi la
prestazione del medico in libera
professione e chi invece è costretto ad attendere i tempi biblici
della sanità pubblica. In
questa direzione il disegno
di legge di Cia tocca vari aspetti del problema. Ecco i contenuti degli articoli più importanti.
Gli articoli principali del provvedimento.
Con l'articolo 1 si
prevede l'apertura oltre il
normale orario di almeno un presidio sanitario per almeno una sera la
settimana e almeno due domeniche al mese, per
di aumentare il tempo
dedicato all'erogazione di prestazioni sanitarie in regime
convenzionato (con la ricetta/impegnativa del medico).
L'articolo
2 istituisce un sistema di
monitoraggio e di
pubblicazione dei tempi di
attesa delle prestazioni sanitarie, distinti per ogni struttura,
pubblica e privata convenzionata, ospedaliera e distrettuale.
L'articolo 3 crea la figura
del Responsabile
unico aziendale delle liste d’attesa (Rula),
che risponde dell'attuazione
raggiungimento degli
obiettivi indicati dal Piano
per il contenimento dei tempi di attesa e delle attività di
monitoraggio e pubblicazione dei dati. I Rula
formano un comitato cui
partecipano l'assessore alla
sanità e il direttore dell'Azienda provinciale per i servizi
sanitari.
Gli
articoli 4 e 5 dispongono la sospensione
dell’attività libero professionale intramuraria qualora
i tempi di erogazione della prestazione sanitaria nei regimi
istituzionale e di libera professione risultino non allineati, ed i
tempi di attesa della prestazione in regime istituzionale siano
superiori di più di 10 giorni rispetto a quella erogata attraverso
l’attività libero professionale intramuraria. La
sospensione viene revocata quando
i tempi di attesa della
prestazione in regime convenzionato tornano
compatibili con quelli in
regime libero-professionale.
L'articolo 6, per aumentare le tutele nei
confronti dei cittadini trentini, attribuisce al difensore civico la funzione di "Garante per il diritto alla
salute". In sostanza
ogni cittadino/destinatario
di prestazioni sanitarie potrà rivolgersi gratuitamente al difensore
civico per segnalare eventuali disfunzioni dell'assistenza sanitaria
e socio-sanitaria.
Il Garante per il diritto alla salute potrà intervenire a tutela
della persona,
sia invitando il rappresentante legale dell’amministrazione
interessata ad ripristinare
tempestivamente il rispetto
delle normative vigenti, sia con i poteri e le modalità già proprie
del difensore civico, sia, infine, compiendo visite ispettive presso
le strutture sanitarie ed ospedaliere.
Da segnalare infine
l'articolo 7, che introduce una clausola valutativa finalizzata al
controllo dell'attuazione della leggi provinciale e alla valutazione
degli effetti da essa prodotti.l tema