In Consiglio provinciale le minoranze chiedono una comunicazione sul Not
Le interrogazioni a risposta immediata che hanno aperto i lavori in aula
In allegato l'ordine del giorno con la possibilità di accedere ai testi in discussione
Dopo
un momento di silenzio seguito al ricordo del presidente Bruno
Dorigatti dedicato a Renzo Anderle, il compianto consigliere
provinciale recentemente scomparso, la sessione di ottobre
dell’assemblea legislativa si è aperta stamane in aula con la
richiesta di Marino Simoni alla Giunta di una informazione
trasparente sul tema del nuovo ospedale del Trentino. Richiesta cui
si è associato Maurizio Fugatti (Lega) “perché – ha osservato –
pare che questa importante opera rischi di essere ulteriormente
procrastinata”. Dorigatti si è impegnato a riunire i capigruppo
per decidere quando prevedere questa comunicazione. Il governatore
Ugo Rossi ha manifestato la disponibilità a fornire questa
informazione, ricordando che si tratta di una sentenza che la Giunta
è tenuta a rispettare. Anche se, ha aggiunto, questa come
tutte le sentenze lascia un po’ adito ad interpretazioni che
l’esecutivo sta predisponendo e di cui intende rendere
partecipe il Consiglio. Subito dopo sono state discusse le
interrogazioni a risposta immediata. Eccone una sintesi.
Lucia Maestri (PD)
Piccoli editori
perché tanti
ritardi?
La consigliera ha chiesto alla
Giunta di sapere perché non siano stati ancora attuati alcuni
passaggi fondamentali della legge provinciale sulla piccola editoria
indipendente approvata quasi un anno fa, come le caratteristiche
delle associazioni di piccoli editori che possono fare le domande di
contributo. Inoltre, ricorda Lucia Maestri, non è stato nominato il
Tavolo per l’editoria che la legge stabilisce si sarebbe dovuto
designare entro 90 giorni dal varo della legge. La consigliera
chiede infine quando questi provvedimenti verranno attuati.
La risposta. L’assessore
Mellarini ha precisato che i componenti del Tavolo sono stati
convocati con lettera 19 giugno per il 27 giugno scorso ed in quel
contesto è stato predisposto il testo per l’approvazione dei
criteri e gli altri adempimenti previsti dalla legge, tanto che nella
prossima seduta di Giunta ci sarà all’ordine del giorno il
regolamento.
La replica. Maestri
si è dichiarata soddisfatta della risposta nonostante i lunghi tenpi
di attesa.
Claudio Cia (Misto)
Carenza di medici
la Giunta cosa
intende fare?
Il consigliere ha chiesto alla
Giunta di conoscere quali zone risultino già oggi carenti di medici
di base; quanti siano prossimi alla pensione nei prossimi 5 anni;
quale strategia si stia mettendo in campo per mantenere ai livelli
attuali l'offerta di medici.
La risposta. L’assessore
Zeni ha spiegato che
l’elevata età media della popolazione medica è un dato nazionale
che vale anche per il Trentino, dove
i medici con più di 55 anni sono il 45%.
A fronte di questa
considerazione nella nostra provincia sono 75 i medici di medicina
generale che andranno certamente in pensione nei prossimi 5 anni,
considerato che 70 anni
è l’età massima
inderogabile per la funzione. Più
precisamente: nel 2018 i
medici che andranno in pensione per
compimento dei 70 anni saranno
5, nel 2019 saranno 7,
nel 2020 14,
nel 2021 26, e nel 2022
saranno 23. Per
quanto riguarda le strategie
per compensare le
uscite i medici iscritti
nell’elenco delle
graduatorie provinciali sono
attualmente 778
e quindi in linea teorica sarebbero coperte tutte le carenze. E’
stato previsto
l’aumento del numero di medici del
corso di Formazione specifica in medicina generale da 20 a 25 già
a partire dal 2018, a fronte di un andamento crescente
degli iscritti a medicina, che
dal 2009 al 2016 è passato da 300 a
675 studenti. Per quanto riguarda gli incarichi, risultano ovviamente
più appetibili quelli nelle aree urbane di Trento e Rovereto, mentre
si registrano maggiori più difficoltà per la copertura delle aree
periferiche.
La replica. Claudio
Cia ha ha detto di aver colto in particolare un aspetto, già oggi le
periferie soffrono la carenza di personale medico: la politica
sanitaria deve dunque occuparsi in particolare delle aree periferiche
maggiormente penalizzate.
Gianpiero Passamani (UpT)
C'è un progetto
per potenziare
Villa Rosa?
Il consigliere ha chiesto di
sapere quali difficoltà si sono incontrate, dopo l'istituzione della
Rete riabilitativa provinciale, per attrarre pazienti di fuori
provincia nelle strutture riabilitative trentine; su quali strutture
si sta puntando per incrementare la mobilità attiva dei pazienti e
se vin siano progetti per potenziare l'attività dell'ospedale
riabilitativo Villa Rosa senza metterlo in sterile competizione con
la Casa di cura Eremo di Arco.
La risposta. L’assessore
Zeni ha chiarito
che una
delibera del luglio scorso
disciplina le strutture private che
operano in rete e
complementarietà con quelle pubbliche. Il mandato dell’ospedale
Villa Rosa come
polo di riferimento come
centro di
riabilitazione provinciale
intensivo è chiaro e
prevede che nella struttura siano erogate prestazioni di
alta specializzazione che rappresentano
oltre il 60% dell’attività del centro, degenza riabilitazione
intensiva e riabilitazione
cardiologica in day
hospital e
day service.
Si tratta di strutture
che realizzano una modalità
intermedia tra ricovero ospedaliero e assistenza domiciliare
ed hanno come obiettivo il recupero della stabilità clinico
assistenziale e della maggiore autonomia possibile e lo sviluppo
delle capacità di autocura del paziente e della rete familiare con
una chiara prospettiva di rientro a domicilio.
In questa fase, ha precisato
Zeni, le cure intermedie
sono effettuate in
forma sperimentale e
progressiva, per
un periodo massimo di 24 mesi.
Proprio per la tipologia di erogazione (intensiva ad alta
specializzazione)
non esiste la possibilità
di una competizione
di Villa Rosa con
le strutture pubbliche.
La replica. Passamani
si è detto soddisfatto per la risposta dell’assessore, che ha
definito molto esaustiva.
Manuela Bottamedi (Misto)
Perché è stato
invitato Mentana
a Trento?
La consigliera ha chiesto
all'assessora alle politiche giovanili, Sara Ferrari, perché al
Festival Identità e Confini sia stato invitato il giornalista
Mentana che ha colto l'occasione, in un monologo, per sparare a zero
sull'autonomia trentina. Attacchi, ricorda Bottamedi, che aveva già
fatto in tv nel marzo scorso. La consigliera ha chiesto anche quanto
è costato l'invito a Trento del noto giornalista televisivo.
La risposta. Il Presidente
Rossi si è detto d’accordo con quasi tutte le considerazioni di
merito contenute nell’interrogazione rispetto all’intervento del
giornalista Mentana. La sua presenza era prevista all’interno di un
festival molto articolato e non per parlare dell’autonomia, bensì
della comunicazione e dei social network.
Il compenso è stato di 3500
euro, più le spese di pernottamento
e viaggio ed è legato
a quel tipo di partecipazione
e non al tema specifico. Il fatto che Mentana
abbia parlato in
quel modo non è tuttavia negativo, non dobbiamo aver paura del
dialogo e del confronto, ha aggiunto Rossi.
Abbiamo comunque chiesto
di poter replicare e ciò dovrebbe avvenire a breve in veste
istituzionale, nell’ambito di una probabile trasmissione sulla rete
dello stesso Mentana .
La replica. Effettivamente
questa presa di posizione può essere salutare, mi fa piacere se ne
possa parlare in un futuro format televisivo per poter dimostrare a
tutta Italia che ci sono le ragioni per supportare la nostra
autonomia. Rilevo comunque un assordante e preoccupante silenzio di
quanto sta avvenendo in Catalogna, sopratutto da parte del Presidente
Dorigatti.
Giuseppe Detomas (Ual)
Regolamento sulla privacy
la Pat si muove
con le aziende?
Il consigliere ha ricordato
che il 24 maggio del 2016 è entrato in vigore il nuovo regolamento
europeo sulla protezione dei dati personali che, entro il 24 maggio
2018, dovrà essere recepito dalla normativa italiana. Un regolamento
sulla privacy particolarmente oneroso per le piccole realtà, come le
piccole aziende. Per questo ha chiesto intenda fare la Pat per
sostenere l'economia locale di fronte a questi costosi adempimenti;
se siano previsti aiuti in formazione e si stia pensando ad una regia
per associare le realtà produttive in modo da realizzare economie di
scala.
La risposta. Il
Presidente Rossi ha premesso che il tema sollevato è di grande
attualità perché tutte le normative in questa materia
appesantiscono in particolare le piccole realtà aziendali. Tra le
nostre modalità e nei nostri canali di sostegno alle imprese, ha
detto, rientrano contributi anche nella formazione, anche su
normative tipo quelle oggetto della presente interrogazione: questa è
la maniera in cui è possibile andare incontro alle aziende in questo
contesto, rispondendo in maniera generale e non riferendoci
all’entrata in vigore della specifica norma.
La replica. Norme che
impongono degli adempimenti è chiaro non possono essere inseguite da
ordinamenti provinciali, ha ammesso Detomas, tuttavia il caso
specifico sarebbe meritevole di un intervento ad hoc per
l’impatto importante e generalizzato che la stessa avrà. Mi auguro
che la situazione sarà monitorata con attenzione, ha aggiunto.
Massimo Fasanelli (Misto):
Tempi di attesa
troppo lunghi per
le visite specialistiche
Il consigliere ha chiesto all'assessore alla salute se sia a
conoscenza dei lunghissimi tempi di attesa dei cittadini per accedere
su prenotazione ad alcune visite specialistiche in regime
istituzionale, quali siano le cause di queste lentezze, quali azioni
intenda adottare per ridurre il problema anche con l'impiego di
risorse economiche e umane adeguate. Infine, ha voluto chiarimenti
sulla differenza in termini di tempi di attesa tra gli accessi con
impegnativa e quelli con regime privatistico a pagamento.
La risposta. L’assessore
Zeni ha chiarito che in Trentino esiste il sistema dei Rao che
garantisce la possibilità di usufruire entro termini precisi che,
differenziati in base all’urgenza (stabilita dal medico di
riferimento) passano da 3, 10 a 30 giorni. Questa modalità è presa
a modello anche dal livello nazionale e garantisce una prestazione
entro i termini per tutte le specialità citate dall’interrogante.
1.200.000 sono le prestazioni specilaistiche prenotate annualmente in
provincia di Trentodi cui il 90%in regime istituzionale ed il 10% in
regime di libera professione. I dati non sono tuttavia un riferimento
perché il Cup non dà conto delle prestazioni erogate in RAO e
perché sono più di 4000 le prestazioni prenotate al giorno, numeri
che implicano fluttuazioni significative. Pertanto, la tempistica di
attesa rilevata solo in un momento non è dunque indicativa. Per le
prestazioni speicalistiche extra RAO quali quelle di angiochirurgia,
gastroeneterologia e nefrologia, i tempi medi di attesa nei primi sei
mesi del 2017 risultano essere rispettivamente 26, 54 e 19 giorni. Il
tema delle liste di attesa è molto importante, sappiamo di essere
modello a livello nazionale, ma ci possono essere dei momenti di
maggiore difficoltà, ha aggiunto Zeni: c’è un miglioramento
continuo e si stanno sperimentando delle modifiche (corsia
preferenziale pe gli anziani, prenotazioni vicino a casa ecc.).
La replica. Fasanelli ha
raccomandato di tenere alta l’attenzione su questo tema perché
preoccupa molto i cittadini e lui stesso ha verificato personalmente
che i tempi non sono sempre quelli riferiti.
Luca Giuliani (Patt):
Vaccinazioni obbligatorie
e garanzia della privacy
nelle scuole trentine
Sulla base di alcune segnalazioni a lui pervenute, il consigliere
chiede se nella comunicazione alle famiglie dei dati relativi allo
stato di conformità o meno alle vaccinazioni obbligatorie dei figli
e nel trattamento degli stessi da parte delle istituzioni
scolastiche, venga garantito e rispettato il diritto costituzionale
alla privacy sanitaria degli alunni e, in caso contrario, quali
provvedimenti si intendano assumere a tutela del minore.
La risposta. Il presidente
Rossi ha confermato che naturalmente le disposizioni impartite
prevedono modalità di assoluto rispetto delle leggi sulla privacy.
Per quanto riguarda le premesse dell’interrogazione, se le
segnalazioni sono circostanziate, Rossi ha invitato Giuliani a fare
presente i casi specifici per fare gli opportuni richiami ed
eventualmente introdurre modalità
che proteggano ancora di più dal rischio di una eventuale
violazione.
La replica. Giuliani ha
ringraziato il presidente e detto che provvederà a segnalare i casi
specifici come suggerito.
Lorenzo Baratter (Patt):
La Giunta inviti
il governo spagnolo
a trattare con Madrid
L'esponente autonomista chiede alla Giunta provinciale se intenda
effettuare una comunicazione urgente al governo spagnolo (e al
governo italiano) per trasmettere la preoccupazione della comunità
trentina e perorare l'avvio di una costruttiva trattativa politica
con le istituzioni catalane, ovvero riformulando lo statuto di
autonomia e concedendo forme più ampie di autogoverno.
La risposta. Rossi ha
aggiunto che il tema è di straordinaria attualità e va trattato con
estrema delicatezza perché è chiaro che le aspettative di autonomia
del popolo catalano, sono state disattese dal governo centrale del
quale condanniamo l’uso della violenza che non ha fatto altro che
radicalizzare le posizioni e spingere anche coloro che avevano
posizioni più morbide verso la ricerca di un indipendentismo
eccessivo. Nell’ambito del Gect o della Conferenza delle regioni in
sede europea esprimeremo sicuramente l’auspicio che la questione
non resti interna allo stato spagnolo perché qui c’è in gioco
un’idea di governance
multilivello a cui
l’Europa deve guardare e nella costruzione
e salvaguardia della quale
noi ci sentiamo fortemente coinvolti.
La replica. Baratter ha
ribadito al solidarietà ai cittadini catalani
brutalizzati paradossalmente
a nome della
democrazia ed ha aggiunto che il nostro
territorio che ha vissuto tensioni simili a queste in passato, va
portato a modello di riferimento, a differenza di altre realtà come
ad esempio la
ex Jugoslavia, autonomia negata che, senza dialogo politico, ha
portato a un drammatico epilogo.
Rodolfo Borga (CT):
La colpa dell'appalto
bocciato sul Not
per il presidente Rossi
Borga vuole sapere se sia vero che il presidente della Provincia Ugo
Rossi abbia imputato la colpa della bocciatura dell'appalto del Not
avvenuta nei giorni scorsi con una sentenza del Consiglio di Stato,
ad un sistema normativo definito "allucinante" e abbia
affermato (con riferimento a due sentenze del 2014) che sarebbe
"fuori da ogni logica di ragionamento" la contestazione del
fatto che nella commissione incaricata di selezionare le imprese alle
quali affidare l'appalto dei lavori "c'erano persone che
avrebbero utilizzato l'ospedale, cosa che è al di fuori di ogni
logica di ragionamento.
La risposta. Rossi
ha ringraziato l’interrogante per il question time che gli offre la
possibilità di precisare il suo pensiero: le mie osservazioni non
sono sulle sentenze, bensì su come sono fatte le norme nel nostro
paese rispetto al tema degli appalti pubblici, “fuori da ogni
regola di ragionamento”. Le norme sono allucinanti perché
l’interesse pubblico che sta alla base di poter fare ricorso deve
essere tutelato al massimo livello. C’è un fortissimo buco nella
normativa che ho denunciato più volte ai Ministri Lupi e Delrio e
che qui confermo e non sto commentando nessuna sentenza, non
sto addossando la colpa a nessun giudice, bensì commento le norme.
La replica. I miei sono
contenuti politici, ha ribadito Borga e appare gravissimo che la Pat
abbia proseguito sulla strada dell’appalto
pur avvisata del fatto che
sarebbe stata in contrasto con le norme. Il
sistema allucinante è il decreto approvato dalla Provincia di
Trento, ha aggiunto e prima di parlare della Catalogna sarà meglio
guardare in casa propria.
Il Presidente Rossi per fatto personale è intervenuto a ribadire di
non aver mai addossato la colpa alla magistratura o ai giudici: non
commento sentenze, ma norme e qui lo ripeto. Si può criticare tutto,
ma non approfittare per fare affermazioni in malafede, false e prive
di fondamento.
Giacomo Bezzi (FI):
Si aggiunga un altro
vagone alla Trento-Malè
troppo sovraffollata
Considerato il sovraffollamento insostenibile dei passeggeri a bordo
del treno della Trento Malè in partenza da Trento alle 12.02,
problema evidenziato da una lettera di una ragazza della Val di Sole
scritta anche a nome degli studenti fruitori della tratta
Cles-Mezzana, Bezzi sollecita la Giunta a dare una risposta chiara
alla richiesta di aggiungere un altro vagone all'unico utilizzato per
questa corsa per consentire un utilizzo dignitoso di questo servizio
pubblico.
La risposta. L’assessore
Gilmozzi ha confermato quanto descritto dall’interrogante. La
questione è in corso di studio e si sta ragionando sulla messa a
disposizione di corse in autobus di rafforzo e sul combinare meglio
le corse dei treni. Al momento, non può purtroppo essere istituto il
treno in composizione doppia.
La replica. Capisco le
dinamiche dell’esercizio, però vorrei pregare l’assessore, oltre
a introdurre il trasporto su autobus, di studiare seriamente il
servizio per garantire una sufficiente presenza di elettrotreni:
abbiamo prolungato la tratta e ora dobbiamo istituire corse su gomma?
Questo è assurdo e fuori dalla filosofia degli investimenti
realizzati.
Alessio
Manica (PD)
Valle
dei Laghi
La
Pat interverrà
per
riaprire il teatro?
Il consigliere ha chiesto alla
Giunta se sia è conoscenza della chiusura del Teatro della Valle dei
Laghi e se sia stata valutata la possibilità, eventualmente in quali
tempi, di aiutare finanziariamente la Comunità di valle per
sostenere le spese di adeguamento della strutture alle norme sulla
sicurezza.
La
risposta. L’assessore Carlo
Daldoss ha segnalato che la Giunta non era stata informata
preventivamente della chiusura del teatro e aggiunto di aver saputo
dalla Comunità Valle dei laghi della necessità di accertare la
sicurezza antincendio della struttura. Daldoss ha evidenziato che le
disponibilità finanziarie sono già in possesso della Comunità
perché l’opera rientra nel fondo strategico già sottoscritto.
L’auspicio è che l’ente individui al più presto l’impresa per
effettuare i lavori.
La
replica. Manica, soddisfatto
della risposta, ha ribadito l’importanza del teatro, oggetto di
investimenti per diversi milioni di euro e la cui riattivazione non
interessa solo la valle dei laghi.
Mario
Tonina (UpT)
Cosa
si intende
fare
per il traffico
sulla
Gardesana?
Il consigliere ha chiesto alla
Giunta quali iniziative intende prendere per rendere più fluido il
traffico nel tratto della Gardesana occidentale che va da Cadine al
viadotto di Montevideo a Trento per il traffico che, specie nelle
prime ore del giorno, proviene dalle Giudicarie, dall'Alto Garda e
Ledro.
La
risposta. L’assessore
Gilmozzi ha risposto che in ottobre il Comune riaprirà la viabilità
da Piedicastello verso la tangenziale risolvendo in parte in problema
della rotatoria. Inoltre si sta predisponendo un progetto di
canalizzazione su tre corsie nel raccordo con la rotatorio con via
Berlino per fluidificare il traffico verso l’area Zuffo. La
realizzazione è prevista entro novembre. Con queste due misure la
fluidificazione del traffico dovrebbe tornare più che accettabile.
La
replica. Tonina ha ringraziato
per le informazioni, confermando che anche questa mattina ha
impiegato un’ora per entrare a Trento da quella direzione.
Nerio
Giovanazzi (AT)
Si
farà la pulizia
dell'alveo
del
fiume Sarca?
Il consigliere ha chiesto alla
Giunta se sono stati programmati interventi di pulizia dell'alveo a
monte del ponte del Gobbo, sul fiume Sarca, nel tratto che va fino a
Pietramurata perché vista la presenza nel corso d’acqua di
numerosi alberi d’alto fusto, si evitino, nel caso di forti piogge
autunnali, eventi calamitosi come quello del 1960. Un evento ancora
presente nella memoria degli abitanti di Pietramurata e che venne
causato dalla formazione di una diga naturale costituita da piante
presenti lungo l'alveo. Giovanazzi ha segnalato che anche i sindaci,
come quello di Arco, stanno manifestando preoccupazioni per questo
pericolo incombente.
La
risposta. Il presidente Rossi
ha ringraziato Giovanazzi perché gli uffici della Pat hanno
confermato che in quel tratto del fiume serve oggi un intervento più
incisivo. Per due questioni: la sicurezza e la situazione
paesaggistico-ambientale. Anche gli alvei dei fiumi è in atto un
cambiamento della valutazione paesaggistico-ambientale che ci
consentirà di intervenire anche per garantire la sicurezza.
La
replica. Soddisfatto,
Giovanazzi ha osservato che il verde nell’alveo dei fiumi rimarrà
sempre, perché si riproduce rapidamente. Inoltre poiché l’acqua è
vita, i cittadini devono avere la possibilità di avvicinarsi ai
fiumi come questo che non vanno quindi tenuti nascosti.
Pietro
De Godenz (UpT)
Punto
nascite
cosa
si vuol fare
per
riaprirlo?
Il consigliere ha chiesto
all'assessore Zeni cosa intenda fare per giungere finalmente ad una
soluzione per permettere all'ospedale di Fiemme e Fassa di riaprire
sulle 24 ore sette giorni su sette il Punto nascita e la garanzia, in
piena sicurezza, dei servizi medici, in primo luogo pediatria, ad
esso collegati.
La
risposta. L’assessore Zeni ha
ricordato che la Pat ha istituito un tavolo di confronto con i
tecnici sanitari delle regioni interessate per elaborare e presentare
al ministero una declinazione diversa del personale medico
necessario. L’Apss sta proseguendo ancora nella ricerca di pediatri
per l’ospedale di Cavalese. La Pat è interessata a garantire la
massima continuità assistenziale attraverso professionisti di ruolo
a Cavalese anche se è oggi è difficile reperire medici, il cui
numero è in calo in tutta Europa. Si conferma comunque il trend in
calo delle nacite anche in Fiemme e Fassa, con 141 nati (210 con
proiezione su base annua) e nonostante questo il percorso nascita
territoriale è garantito dall’ostetrica dedicata. Hanno aderito al
percorso nascita 186 donne su 141 il che dimostra l’ottimo successo
nelle due valli.
La
replica. De Godenz si è detto
parzialmente soddisfatto. In questi giorni dei tre concorsi promossi
quello per pediatri ha visto l’iscrizione di due specialisti con i
quali il punto nascite potrebbe esser riattivato. Mancano, è vero,
tre ginecologi ma nell’ultimo concorso ce n’erano 19 e oggi ce ne
sono uno in mobilità e uno a tempo indeterminato, per cui vi è
motivo di essere ottimisti sulla riapertura del punto nascita.
“Vorrei che vi fosse un po’ più di convinzione”, ha concluso
il consigliere.
Gianfranco
Zanon (PT):
Fronteggiare
il problema
dei
pochi medici
e
specialisti in Trentino
Vista
la crescente carenza nel nostro territorio sia di medici di medicina
di base sia di specialisti e soprattutto di pediatri, ginecologi e
anestesisti, Zanon ha chiesto quali interventi la Giunta intende
realizzare per garantire che nel settore sanitario vi sia un numero
adeguato di medici di base e di specialisti, anche incentivando i
ragazzi trentini ad intraprendere questa professione e introducendo
un corso di laurea in medicina nell'offerta universitaria del
Trentino.
La
risposta. L’assessore
Zeni ha ricordato che dai
dati rilevati con Ispat emerge che nel 2009 in
Italia la media annuale di
studenti trentini iscritti al corso di laurea in medicina e chirurgia
era di circa 300 unità distribuiti nei 6 anni di corso, mentre con
l’anno 2009-2010 tale valore ha assunto un andamento crescente fino
a raggiungere nei 6 anni di
corso i 675 studenti
nell’anno 2015-2016, con una media di presenza femminile del 57%.
Inoltre, ha aggiunto
l’assessore, da anni la
Pat ha adottato alcune
strategie di formazione
degli operatori del sistema sanitario. Eccole:
finanziamento di borse di studio a favore degli studenti trentini
iscritti al corso di laurea specialistica, alternative a quelle
erogate dalle università
e conferite tramite l’Opera universitaria di Trento, per cui sono
finanziate 70 borse di studio/anno; finanziamento dei contratti di
formazione specialistica aggiuntivi a favore di circa 90 medici
trentini per una spesa ad anno accademico di circa 2 milioni e 400
mila euro. Quanto alle criticità evidenziate nelle specializzazioni
di pediatria, ginecologia e anestesia, Zeni ha segnalato che la Pat
finanzia mediamente 2 contratti aggiuntivi all’anno ed attualmente
risultano in formazione 21 medici trentini, tenuti a collaborare con
il servizio sanitario provinciale fino ad un massimo di due anni (di
fatto oltre il 90% di tali medici viene chiamato in servizio);
finanziamento dei tirocini extracurriculari presso l’Apss a favore
di laureati in medicina e chirurgia abilitati, in attesa di
partecipare al concorso per l’accesso alle scuole di
specializzazione, per cui sono finanziati mediamente 25 tirocini/anno
per una spesa massima di 60.000 euro/anno; Tariffe residenziali e di
ristorazione agevolate a favore dei medici che svolgono tirocinio
presso le strutture dell’Apss nell’ambito della scuola di
specializzazione specifica in medicina generale; aumento del
finanziamento di borse di studio aggiuntive a favore dei medici
iscritti alla scuola di formazione specifica in medicina generale di
Trento da 10 a 15, borsa aggiuntiva in virtù della quale il medico
percepisce mediamente 25.000 euro all’anno; aumento, infine,
con il 2018, dei posti banditi a concorso per l’accesso al corso
triennale di formazione specifica in medicina generale attivato
presso la locale scuola da 20 a 25, con previsione sui tre anni di
formazione di 75 medici/anno.
La
replica. Zanon ha ringraziato
dei dati e ribadito la necessità di portare a Trento una facoltà di
medicina esortando a ragionando in tal senso.
Walter
Kaswalder (Misto):
Iniziative
della Provincia
sugli
appalti dei servizi di pulizia
che
escludono le ditte trentine
La
vicenda dell'accentramento degli appalti dei servizi di pulizia di
tutte le strutture pubbliche del Trentino, con la suddivisione del
territorio provinciale in 19 ambiti e un ammontare complessivo di 95
milioni di euro, che esclude di fatto le aziende trentine del
settore, ha spinto Kaswalder a chiedere se la Giunta abbia ispirato o
condiviso questa procedura, se l'esecutivo ne comprendere la
"devastante portata" per le ditte locali, s e intende
annullare questo sistema o comunque come intende procedere.
La
risposta. L’assessore
Gilmozzi ha ricordato il servizio delle pulizie sopra i 40.000 euro
c’è l’obbligo di adesione per le pubbliche amministrazioni a due
convenzioni, o regionali o nazionali di Consip. In questo momento in
Italia risultano bandite 10 iniziative tra cui anche quelle della
Provincia di Trento. Il Veneto ha un appalto da 100 milioni di euro e
ha fatto un lotto. Gli unici che sono riusciti a fare 19 lotti sono
la Provincia di Trento per 4 milioni di euro con l’intento di
andare incontro alle piccole e medie imprese del nostro territorio in
forza della clausola sociale europea. Ascolteremo le loro esigenze e
poi sapremo dirvi la
risposta.
La
replica. Kaswalder
ha chiesto se non era possibile predisporre una base d’asta più
accessibile alle ditte trentine meno strutturate. A suo avviso a
questo punto sarebbe opportuno promuovere una norma di attuazione che
per gli appalti agevoli le ditte trentine che hanno partita Iva nel
nostro territorio. Voglio vedere quante ditte trentine riusciranno ad
ottenere appalti di questo tipo.
Marino
Simoni (PT):
Risolvere
il problema
del
servizio veterinario
inadeguato
a Primiero
Simoni
ha chiesto se corrisponde al vero che il servizio veterinario di
Primiero lasci molto a desiderare e si appresti a trasferirsi
altrove, cosa intende fare la Giunta per garantire questo servizio, e
se l'esecutivo sia intenzionato a risolvere il problema in modo
definitivo per la copertura di questo posto essenziale vista la
quantità di animali presenti sul territorio.
La
risposta. L’assessore
Zeni che fino all’ottobre 2016 ci si è avvalsi di 21 medici
veterinari, l’ultimo dei quali ha appena lasciato il servizio per
raggiunti limiti di età. Si è quindi provveduto all’assunzione di
un medico veterinario a tempo determinato in attesa del concorso per
l’assunzione a tempo indeterminato. Al servizio dell’Apss
competente non sono mai giunti malumori in merito al servizio. I
concorsi pubblici del 2017 hanno permesso di assumere due veterinari
in Valsugana anche per le esigenze del Primiero Vanoi per il quale è
stato già individuato un veterinario di riferimento. Un veterinario
garantirà dal 15 ottobre il servizio a Tonadico.
La
replica. Simoni
ha auspicato che con il 15 ottobre questa partita si chiuda per
evitare che accada per il servizio veterinario la stessa situazione
verificata per il 112, chiamando il quale risponde Belluno, che
rinvia a Cavalese e da qui a Trento. L’importante è vi sia in
Primiero la presenza costante di un veterinario.
Filippo
Degasperi (M5s):
Impegni
della Giunta
per
riorganizzare il servizio
di
continuità assistenziale
Sulla
riorganizzazione del servizio di continuità assistenziale
preannunciata dall'assessore Zeni più di un anno fa, il 29 agosto
del 2016, il consigliere ha chiesto quali di questi impegni presi
allora dalla Giunta un anno fa siano stati poi assolti, con che
modalità e quali esiti: l'assegnazione di incarichi di continuità
assistenziale per risolvere il problema del precariato; l'attivazione
della loro formazione professionale; la centralizzazione delle
chiamate al numero unico 116117.
La
risposta. L’assessore Zeni ha
precisato che nessun territorio del Trentino è privo di guardia
medica nonostante gli accorpamenti, perché ci si può rivolgere o
ad un ambulatorio o ottonere
una visita a domicilio.
Quanto al miglioramento della qualità del servizio, l’Apss ha
attivato la formazione dei medici di continuità assistenziale con
una serie di corsi,
alcune edizioni dei quali sono previsti anche in questo mese di
ottobre. Vi sono stati anche
alcuni stages-tirocini e
a metà e fine novembre sono
previsti sempre per
questi medici altri corsi su vari temi di particolare interesse. Le
guardie mediche titolari oggi sono 64
titolari su 108 al primo di ottobre. I
restanti 44 avranno a
disposizione 47 posti per incarichi a tempo indeterminato perché nel
frattempo saranno andati in pensione altrettanti operatori. Quanto
alla centralizzazione delle chiamate, ha
concluso l’assessore, si
stanno elaborando i protocolli con la Provincia di Bolzano per
attivare entro la fine del 2017 il numero unico 116117.
La
replica. Per Degasperi l’unico
effetto della
riorganizzazione del servizio un
anno dopo è la consistente riduzione del numero di guardie mediche.
Quanto al numero unico, che non è a se stante, siamo quasi all’anno
zero, perché non ha ancora visto la luce. Manca un anno alla fine
della legislatura e vedremo quindi se trascorsi 12 mesi il risultato
della gestione è lo stesso di oggi. C’è qualcosa che non
funziona, ha concluso Degasperi, se dopo un anno siamo ancora al
punto di partenza.
Maurizio Fugatti (Lega):
Accordi con il Veneto
e la Brescia Padova
per l'A31 in Trentino
Vista la recente presentazione del progetto del primo lotto dell'A31
(Valdastico) da Piovene Rocchette a Pedemonte da parte dei vertici
della società Brescia Padova, nonché l'annuncio della volontà di
appaltare l'opera nel 2019, il consigliere ha chiesto quali accordi
la Pat ha preso con la Regione Veneto e la società concessionaria
per la prosecuzione dell'arteria anche nel territorio trentino, se
siano state sviluppate ipotesi di collegamento tra l'uscita nei
pressi di Caldonazzo e l'A22, e se si stia tenendo in considerazione
l'ipotesi di uscite alternative come ad esempio quella di Rovereto
sud.
La
risposta. L’assessore
Gilmozzi ha chiarito che la
Provincia ha attivato su richiesta del ministero l’intesa con un
tavolo dedicato a quest’opera. Non ci siamo seduti al tavolo di
conffronto e dopo un lungo lavoro abbiamo stilato dei verbali che
sono accessibili in cui sono stati analizzati puntualmente tutti gli
elementi utili. Non vi sono delle ragioni per fare un’autostrada
che colleghi Vicenza con il Trentino mentre vi è un interesse
reciproco a verificare un collegamento tra la Valsugana, la valle
dell’Astico e Trento come strada di connessione locale e non di
valore strategico. Mai un solo documento è stato firmato dalla
Provincia senza richiamare che questo processo è in capo dal
consiglio provinciale dopo una fase di partecipazione e di proposta
che dovrà coinvolgere tutti i cittadini e confrontarsi con loro. Non
vi è quindi alcun accordo, stiamo lavorando ad un’intesa ma non
abbiamo ancora ottenuto alcuna risposta dal governo ed è quindi
strano che vi sia qualcuno che prosegue nella progettazione di una
tratta. Si tratta di forzature giornalistiche che non ci riguardano
perché riguardano altri.
La replica. Fugatti
ha replicato trovando “strano che si appalti un’opera per poi
fermarsi a Pedemonte”. Secondo il consigliere l’assessore sta
cercando diplomaticamente di sviare l’attenzione dal fatto che alla
fine la Provincia quest’arteria dovrà farla. E ha aggiunto che
tempo fa si metteva sempre in relazione la concessione per l’A22
alla realizzazione della Valdastico. “Non vorrei – ha concluso –
che le notizie di questi giorni sulla concessione sull’A22 siano
dovute alla poca chiarezza della Provincia di Trento sul
completamento della Valdastico”.
Walter Viola (PT):
La Giunta fornisca
i dati sulla carenza
dei medici in Trentino
Viola ha chiesto i dati in possesso dell’assessore sulla sensibile
riduzione del numero dei medici sia di medicina generali sia
specialisti che nei prossimi anni interesserà la nostra provincia, e
di chiarire le strategie di azione per fronteggiare il problema.
La
risposta. L’assessore Zeni ha
ricordato come l’età della classe medica in Europa sia mediamente
molto elevata e che è molto rilevante il numero di chi scegli di
andare in pensione a 70 anni. In provincia di Trento i dati al 31
dicembre 2016 mostrano che l’età della maggior parte dei medici
superi i 55 anni. Zeni ha poi riproposto i dati sui finanziamenti già
evidenziati nella sua risposta al question time del consigliere Zanon
La replica. Viola
ha sottolineato che le criticità sulla carenza dei medici non sono
poche e che occorre investire sulla medicina territoriale che è di
fondamentale importanza e va rinforzata, specie nelle aree poco
ambite dai medici e dove la copertura dei servizio è scarsa.