Referendum contro le Comunità di valle, l'iter è partito

Oggi a palazzo Trentini l'onorevole Maurizio Fugatti e il senatore Sergio Divina della Lega Nord, per conto del comitato del referendum contro le Comunità di valle, hanno consegnato al dirigente del servizio legislativo del Consiglio provinciale, Camillo Lutteri, i quesiti referendari. Si è avviata quindi ufficialmente la procedura, prevista dalla legge 3 del 2003 che disciplina i referendum e le proposte di legge popolare: prima tappa sarà la nomina dei tre "saggi"che dovranno decidere l'ammissibilità o meno del referendum. La decisione spetta all'ufficio di presidenza del Consiglio provinciale e gli esperti dovranno essere o professori universitari esperti di diritto o avvocati.

I tempi.

Il gruppo di tre esperti chiamato a valutare la legittimità del referendum deve essere nominato entro dieci giorni e in altri dieci giorni dovrà esprimersi. La legge prevede la possibilità da parte del comitato promotore di presentare osservazioni nel caso il referendum venisse bocciato dai "saggi" e di riaprire quindi la procedura. Una volta ottenuto il via libera i promotori del referendum contro le Comunità di valle avranno tre mesi per raccogliere le firme autenticate.

Quante firme?

Per arrivare alla prova referendaria gli esponenti della Lega Nord dovranno raccogliere almeno 8000 firme di elettori iscritti alle liste elettorali dei comuni trentini. Se i "saggi" stabiliranno che il referendum va ad interessare anche le minoranze ladina, mochena e cimbra serviranno altre 1500 firme raccolte nei comuni fassani, mocheni e a Luserna.

Quando si voterebbe?

L'arco nel quale si voterebbe va dal primo marzo al 30 aprile. Se, nel frattempo, ci fossero elezioni provinciali (quelle nazionali non interferiscono) il referendum verrebbe rinviato.