Via libera anche ai finanziamenti destinati alle scuole dell'infanzia per il 2020-2021
Sì alle Linee guida per le politiche culturali della Provincia con il voto contrario delle minoranze
L'assessore Bisesti considera adeguati gli obiettivi anche dopo l'emergenza Covid-19
Le
“Industrie
culturali creative” – Icc –, una
“politica
culturale per i giovani non più intesi
come
consumatori ma ideatori e produttori anche professionali di cultura”,
e
una “Scuola
di formazione delle professioni culturali”, sono
le principali novità
contenute
nelle Linee
guida per le politiche culturali della Provincia che
la Giunta adotterà in questa legislatura. Il documento di 18 pagine,
allegato
alla relativa proposta di delibera e presentato dall’assessore
Mirko Bisesti alla Quinta Commissione presieduta da Alessia Ambrosi,
dopo una discussione con i consiglieri ha ottenuto oggi
il
parere
favorevole dell’organismo
con 4 sì della maggioranza formata da Ambrosi, Dalzocchio e
Moranduzzo della Lega oltre a Guglielmi del gruppo Fassa, e il voto
contrario di Paolo Ghezzi (Futura), Sara Ferrari (Pd) e Filippo
Degasperi (Onda Civica Trentino). Un
“no”, quello delle minoranze, motivato dall’insufficiente
adeguamento delle Linee guida, elaborate prima dell’emergenza
epidemiologica, alle esigenze straordinarie di intervento e
investimento che la crisi conseguente alla pandemia ha evidenziato.
La
Quinta Commissione ha dato poi il via libera anche allo “stralcio
del programma annuale della scuola dell’infanzia per l’anno
scolastico 2020-2021”. Il piano, pur a fronte di un calo di 18
sezioni nell 266 scuole dell’infanzia del Trentino (con
282 bambini
iscritti in meno rispetto all’anno precedente) prevede
risorse pari a 87.900.000,00 di euro, vale a dire lo stesso importo
dell’anno che sta per concludersi. Anche in questo caso i voti
favorevoli alla delibera della Giunta sono stati quattro, mentre i
tre consiglieri di minoranza si sono astenuti.
Infine
l’organismo ha ascoltato tre
operatori
di musei trentini e un
tecnico dello
spettacolo, che avevano chiesto un’audizione per denunciare la
difficilissima
situazione,
diventata insostenibile con
lo
stop dell’emergenza
Covid-19, degli operatori precari e intermittenti soprattutto
del Mart
e del
Muse.
Si tratta di mediatori educativi dedicati in particolare al rapporto
tra i musei e le scuole, penalizzati tanto sul piano dei diritti
fondamentali quando del trattamento economico dalle politiche di
esternalizzazione dei loro servizi che da anni la Provincia persegue.
Esternalizzazione
che ora, in assenza di interventi correttivi rischia di causare il
collasso degli stessi musei provinciali, la cui attività è basata
in gran parte sulla didattica e sulle scuole (domani
comunicato su quest’ultimo punto).
Bisesti:
Linee guida per la cultura impostate per fronteggiare il cambiamento.
Sulle
Linee
guida per
le politiche culturali,
frutto
di un percorso iniziato nel 2019 che si era concluso nei primi mesi
di quest’anno, quindi
prima
che il Covid-19 diffondesse i suoi drammatici effetti, hanno
comunque “contenuti
e una
impostazione
metodologica e strategica del tutto idonei ad affrontare il contesto
nel quale si troverà ad operare il sistema culturale trentino nel
post-epidemia”. Lo
ha detto introducendo il documento l’assessore Bisesti, secondo cui
Linee
acquistano, anzi,
valore
“proprio perché sono impostate per fronteggiare situazioni in
rapida e continua evoluzione”. Infatti, ha proseguito citando il
testo, “lo scenario attuale e le sue prospettive per la cultura del
Trentino”, indicano “una revisione delle politiche e delle
pratiche culturali, un ripensamento del ruolo di governance
dell’amministrazione pubblica provinciale, che si dovrà esprimere
mobilitando le capacità di progettazione e ricerca del territorio,
in alleanza primaria con le energie e le capacità di innovazione
delle giovani generazioni”. Fermo
restando che continueranno ad esistere i sei sottosistemi della
cultura – quello museale, delle biblioteche, della formazione
musicale, il settore dello spettacolo, l’associazionismo, l’ambito
della tutela e valorizzazione del patrimonio culturale tangibile e
intangibile –, tuttavia, ha proseguito l’assessore, “il sistema
culturale trentino dovrà riposizionarsi nei confronti di una società
complessa e mobile”. Le Linee guida – ha ricordato Bisesti –
evidenziano anche
criticità
e
punti di debolezza di
cui soffre il sistema della cultura del Trentino. Altre
criticità, ha
osservato Bisesti, si
aggiungeranno nel periodo post-Covid.
Per fronteggiare
questi problemi strutturali,
ha spiegato l’assessore, il
documento punta
a una cultura trentina orientata a relazioni di rete e di sistema, a
una più pronunciata propensione alla produzione creativa, a un’ampia
apertura all’innovazione anche tecnologica, a organiche attività
di formazione permanente degli operatori, a una superiore capacità
di progettazione e a una più marcata cooperazione interna ed esterna
(punto,
questo, particolarmente enfatizzato dall’assessore).
Si mira
anche
a
una più moderna comunicazione e ad un maggior interesse per
l’innovazione
delle iniziative e strategie. Il
“cuore” delle Linee guida secondo Bisesti consiste “in un
intervento sulla governance
che coinvolga
i
soggetti pubblici e privati in un disegno armonico nel quale la
Provincia e i suoi enti dialogano con le autonomie locali e i
soggetti culturali che operano sui territori”.
Cinque
le grandi azioni indicate
per perseguire questi
obiettivi: un rapporto organico tra il settore che si occupa di
tutela del patrimonio e quello delle attività culturali per
massimizzare la valorizzazione del patrimonio tangibile e
intangibile; l’attenzione ai giovani, asse portante del documento
secondo Bisesti, perché abbiano un ruolo non
solo di consumatori ma il
più possibile attivo nella progettazione e realizzazione delle
politiche culturali; la costruzione di un sistema culturale aperto
soprattutto verso i soggetti innovatori “superando – ha osservato
Bisesti – l’autoreferenzialità
che
caratterizza il sistema culturale”; un focus sulle “Industrie
culturali creative” (Icc), che per l’assessore sono un driver
dello sviluppo del settore, chiamate a coinvolgere molti giovani
mobilitando la loro creatività e competenza. “Cruciale” nelle
Linee guida per
l’assessore è
infine il tema della formazione nelle discipline e pratiche
culturali, che dovrà spingere a “creare relazioni con istituzioni
ed enti sia
nazionali
che
internazionali,
al di fuori del territorio provinciale”. Si tratta di dar vita ad
una “Scuola di formazione delle professioni culturali” che operi
in collaborazione con enti e istituzioni rdi ricerca locali –
Università, Trentino School of Management e altri soggetti deputati
– con una chiara specializzazione, rivolta in particolare ai
giovani, promuovendo competenze per la formazione alle arti
e mestieri legate
ai diversi settori creativi”.
Ghezzi:
mancano impegni forti e concreti per rilanciare la cultura nel
dopo-Covid.
Paolo
Ghezzi, capogruppo di Futura, ha ricordato
il
Forum per la cultura che
ha elaborato queste Linee guida con
i “saggi” chiamati dall’assessore, sui quali le minoranze
avevano manifestato delle riserve visti i personaggi chiamati. E
ha criticato il fatto che questo documento sia lo stesso che era
stato partorito
nell’autunno
2019, largamente prima della pandemia, ritoccato
solo
nella
forma
all’inizio di quest’anno per tener
conto
del Covid-19. Si confermano quindi le Linee guida pre-pandemia,
limitandosi
ad offrire la possibilità di ritoccare
il testo sulla
base
dell’esperienza
dei prossimi mesi. “Tutto questo – ha
concluso Ghezzi – è però troppo
poco”, perché
l’impianto
del
documento è
figlio di un’impostazione culturale non
aggiornata alla situazione, anche se contiene alcuni
spunti interessanti, come quando si sostiene la necessità di mettere
in relazione la cultura con il turismo. Riconoscendo
quindi alla cultura un valore economico centrale
per
la produzione di lavoro e di reddito. Affermazioni che tuttavia, ha
aggiunto il consigliere, restano molto generiche e appaiono quindi
insufficienti.
“Si fatica a vedere
in queste Linee uno
sforzo adeguato all’eccezionalità dei tempi che stiamo vivendo”,
ha
concluso, chiedendo all’assessore perché mai non abbia
approfittato di questi tre mesi di lockdown per ridiscutere
l’impianto delle Linee guida con i soggetti
culturali interessati
per cercare di immaginare questo settore nel post-Covid.
“Di questo – ha
lamentato – non c’è
traccia nel documento. Come
non vi è traccia, nell’introduzione dell’assessore, del tema
delle risorse. Queste Linee guida,
insomma, per Ghezzi “nascono
vecchie” perché
non tengono conto, con gli operatori interessati, della nuova
fase che stiamo vivendo. Il
consigliere di Futura ha preannunciato una mozione che presenterà
nella prossima seduta del Consiglio provinciale in programma dal 9
all’11 giugno. Il testo proporrà di impegnare la Giunta in
tre direzioni: creare una cabina di regia che comprenda anche
rappresentanti dei Comuni
e delle Comunità di valle in termini di sussidiarietà, evitando il
centralismo
della Provincia di queste
Linee guida; l’organizzazione della Conferenza provinciale sulla
cultura, prevista
a norma di legge e a suo avviso da realizzare in anticipo dopo
l’emergenza Covid, possibilmente entro il 31 agosto;
in terzo luogo alimentare il Fondo per i progetti culturali di
carattere sovra-territoriale. Nel
preannunciare
il suo voto negativo sulla delibera, Ghezzi ha ribadito che in questo
momento vi
sarebbe bisogno di impegni forti e concreti che l’assessore non ha
indicato.
Ferrari:
testo inverosimile perché le risorse destinate al settore sono state
tagliate.
Sara
Ferrari (Pd) ha motivato il proprio voto sfavorevole alla delibera
perché le Linee guida, nonostante la richiesta da lei avanzata
nell’ultima seduta di Commissione, non sono state revisionate e
aggiornate rispetto alle esigenze di chi opera nel settore. Il
documento presentato oggi dall’assessore è dunque a suo avviso un
“inverosimile”. Finora, ha aggiunto, le risorse per la cultura
sono state ridotte per poter finanziare la manovra economica prevista
dall’ultima legge provinciale e non si capisce quindi come gli
obiettivi indicati dall’assessore potranno essere raggiunti.
Degasperi:
mancano riferimenti alla dimensione regionale della cultura.
Filippo
Degasperi (Onda Civica Trentina) ha
criticato il fatto che nelle Linee guida si evocano “intrecci”
tra il sistema culturale trentino e quello nazionale e locale, mentre
manca ogni riferimento regionale.
Forse
perché, ha azzardato, ci si è dimenticati
ad esempio dell’orchestra Haydn. Ma
si
poteva citare anche
il
Museo nazionale storico degli alpini, che si spera possa essere
attivato visto che per questo le risorse esistono. Manca,
secondo il consigliere, una
riflessione sulla capacità della Provincia di preparare il terreno e
di creare le condizioni perché gli obiettivi indicati dalle Linee
guida si possano raggiungere.
Come
nel caso dei giovani
sui quali il
documento mette molto
l’accento. Se non li
prepariamo, ha
osservato, il loro interesse
rimarrà scarso. Degasperi ha anche chiesto di spostare la formazione
musicale dal settore della cultura a quello dell’istruzione, per
dare
più peso alle scuole musicali e
tener conto dei rapporti
con il Conservatorio. “Andava esplicitato chiaramente che tra
scuole musicali e Conservatorio occorre instaurare relazioni
stabili”. Nelle
Linee guida si
parla di semplificazione e sburocratizzazione – ha
concluso – ma poi
tutti i tavoli previsti sono formati da dirigenti e non anche dagli
attori protagonisti del sistema.
Dalzocchio:
le Linee hanno una valenza pluriennale non legata alla contingenza.
Mara
Dalzocchio, capogruppo della Lega, nel
dichiararsi a favore delle Linee guida presentate dall’assessore,
ha
sottolineato
che lo scopo di questo documento è di fissare
gli indirizzi e gli obiettivi del
settore per l’intera legislatura e non in rapporto ad eventi
emergenziali
come il Covid. Le
ultime Linee guida per
la cultura, ha segnalato, risalgono
infatti
al
2011 e
nessuna delle Giunte precedenti ha sentito
il bisogno di adeguare il documento alle
particolare circostanze transitorie del periodo.
I progetti indicati
nelle Linee
guida sono a lungo termine, sono
indirizzi
pluriennali per la cultura. Ecco
perché, ha concluso, nel documento non
si parla di finanziamenti. Il
riferimento alle risorse dovrà semmai
trovare spazio in altri
provvedimenti.
Qui si tratta di far
ripartire subito il settore anche per
rispetto dei lavoratori che hanno pagato a caro prezzo l’emergenza
Covid. Queste Linee sono un
atto di programmazione che dovrà essere valido anche nei prossimi
anni non
solo
per il momento contingente. Giusto,
poi,
per Dalzocchio prevedere interconnessioni tra cultura e Comuni, ma
anche tra
cultura e giovani considerati come protagonisti, tra cultura
e industrie
creative per promuovere lo sviluppo economico. Quindi per la
consigliera queste Linee guida vanno nella giusta direzione per
dare impulso
al sistema culturale trentino, a suo avviso “ultimamente un po’
stantio”. E
comunque, se si dovessero presentare esigenze tali da
richiedere delle modifiche, l’assessore e la Giunta potranno
rivedere queste Linee guida.
Guglielmi:
bene l’accento sui giovani per dare un futuro al sistema.
Luca
Guglielmi (Fassa), favorevole alla delibera, ha sottolineato gli
elementi innovativi delle Linee guida che spostano l’attenzione sui
giovani intesi non più solo come consumatori ma come produttori di
cultura. Spiace, ha aggiunto, che qualcuno debba sempre polemizzare,
perché il Covid con queste Linee guida non centra nulla. Questo
documento guarda al futuro e non dev’essere quindi assoggettato a
un’emergenza.
L’assessore:
in autunno conferenza provinciale sulla cultura. Si parlerà di
Covid.
L’assessore
Bisesti ha replicato alle osservazioni delle minoranze ricordando i
molti incontri e momenti di dialogo da lui avuti con i soggetti della
cultura trentina. Mai quanto oggi – ha osservato – c’era
bisogno di confrontarsi con loro per riprogrammare il settore. Queste
Linee guida – ha insistito – sono frutto di contributi scritti
dei vari soggetti e operatori interessati, che hanno integrato il
documento. Bisesti ha ricordato l’incontro con i direttori dei
musei per riavviare e valorizzare il patrimonio culturale del
Trentino prevedendo ingressi ad un euro. Queste Linee per Bisesti non
sono affatto Provincia-centriche, vista la grande importanza che
assegnano al ruolo dei Comuni rispetto al passato. Secondo
l’assessore il documento scaturisce da un percorso di
partecipazione. Bisesti ha preannunciato che la Conferenza
provinciale sulla cultura potrà svolgersi nell’autunno prossimo.
In quella sede potranno essere acquisiti gli apporti emergenti da
questi mesi in cui abbiamo vissuto l’emergenza.
SCUOLE
DELL’INFANZIA: VIA LIBERA ALLO STRALCIO DEL PIANO ANNUALE CON LE
STESSE RISORSE PREVISTE PER L’ANNO SCORSO NONOSTANTE IL CALO DEGLI
ISCRITTI.
Bisesti:
a
settembre nuove regole per l’organizzazione degli spazi e delle
attività.
A
seguire la Quinta Commissione ha dato il via libera con i tre voti di
astensione delle minoranza (Ghezzi, Ferrari e Degasperi) anche
alla delibera proposta dall’assessore Bisesti riguardante lo
stralcio del programma annuale della scuola dell’infanzia per
l’anno scolastico 2020-2021 nella
parte
relativa alla determinazione delle modalità di finanziamento a
budget. La
Giunta, ha ricordato, approverà il programma entro il 15 giugno.
Bisesti ha evidenziato che la fase
legata all’emergenza Covid-19 imporrà la necessità di una
riorganizzazione del servizio di scuola dell’infanzia per il
prossimo anno scolastico. Dovranno essere ripensati i rapporti
spazio/bambino, insegnante/bambini, personale
ausiliario/spazio/bambini, offerta scolastica e orari di apertura
alla luce, in particolare, delle Linee guida in materia di salute e
sicurezza. La
riapertura del servizio scolastico dall’8 giugno al 31 luglio 2020,
per concludere l’anno scolastico 2019/2020 – ha
proseguito l’assessore – si pone
come misura di offerta educativa per i bambini e conciliativa per le
loro famiglie, ma sarà utilizzata anche per monitorare la tenuta
pedagogico-organizzativa e le relative necessità di intervento per
l’avvio del nuovo anno
scolastico in termini
di spazi, risorse umane ed organizzative, maggiori oneri finanziari.
Bisesti
ha evidenziato che nel predisporre il Piano
annuale scuola infanzia 2019-2020 sono stati adottati i parametri
consolidati.
Ma questo è stato fatto “con
la piena consapevolezza di dover intervenire nei prossimi mesi a
rivisitare tali parametri e modalità, concernenti in particolare
l’offerta del servizio, l’arco orario di apertura giornaliera, le
risorse umane, gli spazi, l’offerta pedagogico-educativa”. Il
tutto per assicurare
qualità al servizio scolastico nel mutato quadro connesso
all’emergenza epidemiologica. E
confidando
nel suo
progressivo
regresso. L’assessore
ha poi fornito i dati generali
che
sono alla base del
piano
della
scuola dell’infanzia 2020/2021. Eccoli:
i bambini
iscritti alle 266 scuole dell’infanzia per il
2020/2021 sono 13.378
(meno 282 unità rispetto anno precedente); non sono previste
chiusure di scuole sottodimensionate (n. 25, con un aumento di 4
rispetto all’anno precedente); vi è un saldo negativo di 18
sezioni, tra scuole provinciali ed equiparate, che porta le sezioni a
n. 665; le sezioni salvaguardate per un numero contenuto di bambini
sono n. 50 (+ 2 rispetto al precedente anno; per particolari
situazioni territoriali (n. 3, nella zona del Primiero) si
riconoscono potenziamenti d’organico per assicurare qualità e
continuità nel servizio scolastico; sono attivate sezioni di
prolungamento d’orario in base alle richieste delle famiglie
pervenute fino al 30.4.2020. Questa attivazione dovrà essere
valutata e resa coerente con l’offerta complessiva del servizio che
sarà definita per l’avvio di settembre 2020. Per
quanto riguarda la parte finanziaria, ha proseguito Bisesti, “il
costo del Programma annuale per il 2020/21 è confermato in
87.900.000,00 di euro come per l’anno scolastico che sta per
concludersi. Ciò in quanto, “pur in presenza di un calo di 18
sezioni si è voluto consolidare nel Fondo di riserva, per le
necessità che già si prefigurano legate alla gestione della
situazione emergenziale, 765.000,00 euro corrispondenti alle economie
che si sarebbero avute in situazione di normalità.L’assessore
ha concluso ricordando che proprio questa mattina sono stati
licenziati dalla Giunta sia il protocollo sia le Linee guida per la
ripresa in sicurezza del servizio delle scuole dell’infanzia tra
l’8 giugno (ma le scuole potranno scegliere di aprire anche nei
giorni successivi purché non oltre il 18 giugno). Ha
precisato che si è scelto di non considerare necessario che in
questo periodo di riapertura delle scuole dell’infanzia, che durerà
fino al 31 luglio, i bambini indossino la
mascherina. E
ha preannunciato che per la riapertura
di
settembre
vi
saranno ulteriori
modifiche organizzative concordate con i Comuni e gli enti gestori.
Ferrari
e Degasperi scettici sull’adeguatezza delle risorse previste.
Bisesti:
in luglio il concorso per la stabilizzazione delle insegnanti
precarie delle materne.
Sara
Ferrari ha osservato che le risorse previste per l’anno prossimo,
il cui importo è lo stesso dell’anno precedente, potrebbero non
bastare (Pd)
perché
l’emergenza Covid richiederà un maggior
fabbisogno di personale,
di
risorse
strumentali, di
acquisto di
dotazioni e per
il
reperimento di nuovi spazi. A
suo avviso la Giunta dovrà provvedere ad un’integrazione
successiva del finanziamenti provinciali da destinare ai Comuni e
agli enti gestori delle
scuole dell’infanzia, che da questo punto di vista hanno assoluto
bisogno di certezze in vista della riapertura di settembre. Bisesti
ha risposto dando rassicurazioni sia per quanto riguarda le risorse
per il personale che circa il finanziamento per le dotazioni.
Degasperi,
premesso
che a suo avviso il
servizio delle scuole
dell’infanzia dovrebbe
essere solo pubblico
e
la
sua contrarietà alla logica del finanziamento
a budget, ha condiviso la preoccupazione di
Ferrari sulla
possibilità
di
fronteggiare le problematiche post-Covid
con
le stesse risorse dell’anno
scorso.
A
una domanda da lui rivolta all’assessore circa la volontà o meno
della Giunta di procedere
alla
stabilizzazione delle insegnanti precarie delle scuole dell’infanzia,
Bisesti ha risposto che un
apposito concorso
è previsto il mese prossimo.