La presidente Taufer contesta i provvedimenti sugli alloggi Itea e gli incentivi alla natalità
La Commissione pari opportunità critica due norme provinciali in materia di casa e famiglia
Ingiusto che a pagare per il reato di un uomo siano le mogli, i bambini e i familiari incolpevoli
Ecco la nota con cui oggi la Commissione provinciale per le pari opportunità tra uomo e donna interviene criticamente con la presidente Taufer su due misure legislative in materia di alloggi pubblici (nella foto, una casa Itea) e famiglie recententemente introdotte dal Consiglio su proposta della Giunta nell'ordinamento del Trentino.
"Interveniamo
su due decisioni della Provincia di Trento che a nostro avviso
trascurano alcune conseguenze e ricadute sulla componente femminile
della nostra cittadinanza e generano diseguaglianze nel nostro
territorio, toccando le libertà e i diritti di tutte e tutti:
1) La revoca o
la mancata assegnazione di case popolari anche per il restante nucleo
familiare di chi ha in prima persona una condanna penale alle spalle.
Questa norma
è stata approvata definitivamente dal Consiglio provinciale di
Trento, facendo seguito al disegno di legge provinciale 36/2019, che
prevede “l’assenza
da parte del richiedente e dei componenti del nucleo familiare, nei
dieci anni precedenti la data di presentazione della domanda, di
condanne definitive per i delitti non colposi per i quali la legge
prevede la pena della reclusione non inferiore a cinque anni, nonché
per i reati previsti dall’articolo 380, comma 2, del codice di
procedura penale”.
Prendiamo atto
che, grazie anche all’intervento della società civile, in seguito
è stata accettata un’unica correzione riguardante l’eliminazione,
dal novero dei reati, di quello di maltrattamenti in famiglia: le
inquiline Itea vittime di violenza non perderanno più la casa (come
da previsione iniziale) se denunciano il coniuge e questo viene
condannato. Sarebbe stato aberrante che le donne, che già fanno
fatica a denunciare il maltrattante, una volta riuscite dolorosamente
e coraggiosamente a farlo si ritrovassero per strada a causa di un
provvedimento della stessa autorità pubblica che avrebbe il compito
di tutelarle.
Resta il fatto
– indiscutibile – che a delinquere (dati alla mano) siano nella
maggior parte dei casi gli uomini; non riteniamo giusto che il prezzo
da pagare ricada sulle mogli, sui bambini e le bambine e altre/i
familiari incolpevoli. Ma ancor più in generale reputiamo allarmante
una misura che certamente non si pone in linea con il principio
rieducativo della pena e che al contrario marginalizza in maniera
definitiva e istituzionale chi ha commesso un reato.
Ci preoccupa
anche l’annuncio del Presidente Fugatti che, dopo l’approvazione,
ha dichiarato che sono previste «una serie di deroghe» caso per
caso, rinviando a un regolamento di Giunta, che indicherà altre
eccezioni alla regola e lamentiamo in proposito la mancanza di regole
chiare e condivise, che garantiscano equità e parità di trattamento
per tutte e tutti.
2) Per quanto
riguarda il mutuo agevolato in caso di famiglie numerose, destinato,
nelle intenzioni della Giunta, a incentivare la natalità in
Trentino, pur ritenendo di estrema importanza e stringente necessità
l’adozione di misure di sostegno alle famiglie con figlie/i, ci
saremmo aspettate in merito provvedimenti seri e strutturati:
sostegno all’occupazione femminile, affrontando anche il problema
del lavoro precario, incentivando l’uso dei congedi parentali
(anche dei padri), promuovendo pratiche serie di conciliazione vita
personale-familiare-lavorativa, strutturando ancor di più i servizi
e i loro orari. Non pensiamo produttivo ed efficace questo intervento
“una tantum” che allontana le giovani coppie da una genitorialità
pienamente consapevole, relega la donna al ruolo meramente
gestazionale e genitoriale, con delle tempistiche ex lege che le
renderebbero impossibile rientrare nel mondo del lavoro".
La Presidente
della CPO
dott.a Paola
M. Taufer