Guidato dal presidente del Consiglio provinciale Kaswalder
L'ufficio di presidenza riunito a Luserna per incontrare i cimbri
Foto allegate
Ducentottantasei
anime residenti, otto preziosissimi bimbi che frequentano
allegramente il servizio educativo 0-6 anni attivo in paese. Sono
queste le cifre della “resistenza cimbra”, il presente e il
futuro di Luserna.
A
questa realtà – alla fatica quotidiana per dare prospettiva alla
minoranza linguistica germanofona qui insediata – ha voluto
prestare particolare attenzione l’Ufficio di Presidenza del
Consiglio provinciale. Il presidente Walter Kaswalder l’ha
riunito in quota, in un locale dell’Istituto culturale cimbro, dove
gli ospiti sono stati accolti dal presidente Gianni Nicolussi
Zaiga e dalla direttrice Annamaria Trenti, protagonisti in
prima linea della sfida culturale per la sopravvivenza di questa
enclave incastonata sull’altopiano al confine col Veneto. Una
“terra alta” che ha già la fibra ottica sotto le sue strade
comunali, ma ha un municipio senza nemmeno un impiegato e corre il
rischio di svuotarsi completamente nella brutta stagione.
In
paese Kaswalder, con il vicepresidente Alessandro Olivi e i
segretari questori Mara Dalzocchio, Filippo Degasperi e Michele
Dallapiccola, stamane ha tenuto la periodica riunione
dell’Ufficio, alla presenza della segretaria generale dell’ente,
Patrizia Gentile.
Il
momento saliente è venuto dopo, quando c’è stato modo di puntare
i riflettori sulla comunità cimbra. Il presidente Kaswalder ha detto
che c’è la volontà di contribuire fattivamente a far conoscere
meglio ai trentini quali sono le minoranze linguistiche trentine e
perché sono preziose. Lo si farà andando anche nella “Ladinia”
e in valle dei Mocheni, offrendo – ed è stato fatto oggi per
Luserna – anche gli spazi del periodico consiliare (“Consiglio
provinciale cronache, 29 mila copie) per fare informazione e
soprattutto raccontare origini, storia, caratteristiche di queste
comunità e dei loro idiomi.
Gianni
Nicolussi Zaiga ha apprezzato vivamente, raccontando che i cimbri
sono in equilibrio molto precario, con i decessi che ancora superano
le nascite e soprattutto con la carenza di opportunità lavorative
per chi decide di rimanere.
Oggi
c’era anche il sindaco, Luca Nicolussi Paolàz. Ha
confermato che il periodo è difficile e che servono davvero
politiche nuove, più decisamente orientate a favore di chi vive in
montagna. Gli Stati generali indetti dalla Giunta Fugatti – ha
detto – sono un segnale positivo, ma serve andare avanti
concretamente. Una proposta: portare i mercatini di Natale di Trento
anche dentro le comunità come Luserna, da dove arrivano i prodotti
tipici esposti in piazza Fiera. Oggi paradossalmente accade il
contrario, con l’albergo locale che chiude quando i gestori sono
impegnati proprio a gestire il proprio spazio ai mercatini di Trento.
“Questo paese – ha concluso il sindaco – ha difeso la propria
natura, ha resistito alla china delle seconde case. Può quindi
offrire autenticità, ambiente, prodotti genuini. Bisogna
valorizzarli, bisogna dare gambe ai progetti, come quello
dell’albergo diffuso”.
Il
presidente dell’Autorità per le minoranze linguistiche del
Consiglio provinciale, Dario Pallaoro, ha fornito
ulteriori coordinate.
“E’
triste, ma i trentini sanno poco della loro autonomia speciale e non
sanno nulla delle loro minoranze linguistiche. Non sanno che senza
ladini, mocheni e cimbri, Degasperi nel 1946 non avrebbe saputo come
ancorare il Trentino all’autonomia delle terre di lingua tedesca.
Oggi abbiamo ottime leggi di tutela, molti strumenti di
valorizzazione culturale, ma poi accade che i ragazzi – finite le
scuole locali – non trovano più un contesto in cui continuare a
parlare la lingua dei loro padri. Sul versante scolastico serve un
salto di qualità. Ma occorre anche un monitoraggio generale sullo
stato delle lingue in Trentino, una verifica puntuale sulla congruità
delle politiche di sostegno esistenti.
Mara
Dalzocchio ha detto che questa Giunta ci crede ed ha cominciato a
lavorare per la sacrosanta valorizzazione di queste peculiarità
culturali della nostra provincia. Per Alessandro Olivi la
città stessa sarebbe più povera se tutt’attorno le comunità
montane si svuotano o s’impoveriscono, ragion per cui bisogna
creare lavoro ed economia per esse. Filippo Degasperi ha
plaudito all’iniziativa di Kaswalder – portare la Presidenza a
contatto con le tre minoranze linguistiche – e s’è detto
convinto che ci sia spazio per sfruttare meglio la bassa stagione
turistica, perché in posti come Luserna è bello stare anche
d’autunno. Sulla scuola: la legge Salvaterra da tanto tempo prevede
di portare nelle classi l’autonomia speciale e le sue minoranze
linguistiche, ma il dettato legislativo non basta a cambiare le cose.
La
direttrice Annamaria Trenti ha guardato anche al
segmento più alto dell’istruzione: l’Università di Trento
potrebbe fare come accade nei territori baschi, catalani, gallesi,
dove gli atenei collaborano con gli enti pubblici per studiare
costantemente le realtà linguistiche e fornire quindi indirizzi
operativi scientificamente certificati.