Disegno di legge proposto dal consigliere Alex Marini del Movimento 5 Stelle
Si dia vita ad un osservatorio per contrastare la criminalità organizzata e promuovere la trasparenza
In allegato, il testo e la relazione illustrativa del provvedimento
Sarà la Prima
Commissione permanente del Consiglio ad esaminare il disegno di legge
34 proposto il 30 ottobre scorso da Alex Marini del Movimento 5
Stelle. Il testo prevede di istituire un “osservatorio per il contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa e per la promozione della trasparenza e della cittadinanza consapevole”, inserendo un’apposita norma
nella legge provinciale 15 del 2011 dedicata alla promozione della
cultura della legalità e della cittadinanza responsabile per la
prevenzione del crimine organizzato.
Tre compiti: raccogliere dati, elaborare proposte e assistere gli enti pubblici.
L’osservatorio
andrebbe incardinato presso il Consiglio provinciale per svolgere tre
tipi di attività. La prima è la raccolta e l’analisi dei dati
riguardanti la presenza della criminalità organizzata in Trentino e
sulle iniziative pubbliche o private intraprese per contrastarla
anche con la creazione di sistemi digitali per la raccolta di
informazioni. In secondo luogo l’osservatorio sarà chiamato ad
elaborare e proporre al Consiglio e alla Giunta provinciale azioni
idonee a rafforzare gli interventi di prevenzione e contrasto alla
criminalità, soprattutto con misure per la trasparenza e la legalità
realizzate anche attraverso la rete internet, segnalando alle
autorità competenti le situazioni problematiche e tenendo conto dei
settori economici e amministrativi più esposti alle infiltrazioni
criminali individuati nei rapporti delle autorità inquirenti e delle
forze dell’ordine. Terzo impegno dell’osservatorio: assistere gli
enti a ordinamento provinciale e i comuni trentini, a loro richiesta,
nell’analisi del contesto esterno a fini di contrasto della
corruzione.
Cinque componenti esperti in questo settore.
Il disegno di legge
di Marini stabilisce che l'osservatorio sia formato da cinque
personalità di riconosciuta esperienza nel campo del contrasto al
crimine organizzato e della promozione di legalità e trasparenza,
che assicurano indipendenza di giudizio e azione rispetto alla
pubblica amministrazione e alle organizzazioni politiche, sindacali e
di categoria. Per ogni giorno di effettiva partecipazione alle sedute
dell'osservatorio, ai suoi componenti spetta un compenso di 140 euro,
oltre al rimborso delle spese di viaggio sostenute per lo svolgimento
dell'incarico, in misura analoga a quanto previsto per i consiglieri
provinciali. I componenti dell'osservatorio sono nominati
dall'ufficio di presidenza del Consiglio provinciale e non possono
essere immediatamente rieleggibili. Sono individuati con un
sorteggio, a cura del segretario generale del Consiglio provinciale,
un membro effettivo e un membro supplente nell'ambito di ciascuna
delle terne proposte dai presidenti della corte d'appello di Trento,
della sezione di controllo della corte dei conti di Trento, del
tribunale amministrativo regionale di Trento e del Consiglio delle
autonomie locali e della terna proposta dal rettore dell'Università
degli studi di Trento. Infine il ddl fissa in cinque anni la durata
in carica dell'osservatorio.
La relazione illustrativa: il Trentino non è un territorio immune dal fenomeno.
Nella relazione illustrativa che introduce il disegno di legge, Marini ricorda che al riguardo il 26 luglio scorso il Consiglio provinciale aveva approvato un ordine del giorno che impegnava la Giunta in due direzioni: a predisporre entro due mesi una comparazione tra i quadri
normativi esistenti in materia di organismi regionali, provinciali e
locali per il monitoraggio del fenomeno della criminalità
organizzata; e ad istituire appunto un osservatorio (entro il 31 dicembre 2019), per contribuire alla
raccolta e all’analisi di dati ed informazioni al fine di
predisporre le politiche pubbliche necessarie per il contrasto alla
criminalità organizzata e mafiosa e la corruzione nel territorio
Trentino. Il 24 settembre scorso la presidenza della Provincia ha mantenuto il primo impegno segnalando come nelle Regioni dove è
presente un osservatorio del genere, questo venga incardinato presso il
Consiglio regionale e formato alternativamente o da esponenti di
maggioranza e minoranza, garantendo così un’equa partecipazione
delle forze politiche, oppure da professionalità esterne di
comprovata esperienza in materia di criminalità organizzata.
Secondo Marini poi, quanto riguarda la diffusione della corruzione, "non si può fingere
che il territorio della Provincia autonoma di Trento ne sia esente. I
rapporti annuali delle forze dell'ordine locali parlano quasi
esclusivamente di traffico di sostanze stupefacenti e furti e quasi
per nulla dei reati contro la pubblica amministrazione, ma il costo
aggregato della corruzione si fa sentire anche da queste parti. Da
noi, salvo l'ambito delle grandi opere per i grandi assi ferroviari e
stradali, forse non ci sarà l'humus per una corruzione politica
accentrata ma di certo c'è quello della cosiddetta corruzione
politica decentrata e di quella burocratica, che non si manifestano
più solo con giri di mazzette in contanti ma soprattutto attraverso
altre forme di scambio, cioè tramite incarichi e consulenze di vario
tipo forniti in base a rapporti di reciprocità ufficialmente
invisibili ma di fatto reali nelle loro conseguenze, laddove queste
attività pagate con denaro pubblico diventano esse stesse merce di
scambio".