Sei mozioni e tre interrogazioni discusse stamane in Consiglio provinciale
Nascerà un tavolo per orientare i giovani verso percorsi di studio che garantiscano un lavoro
Nerio Giovanazzi. In allegato, l'ordine del giorno
La
seconda giornata della sessione consiliare di aprile ha permesso
stamane di esaminare sei interrogazioni e tre proposte di mozione.
All’inizio Claudio Civettini (Civica Trentina) ha sollecitato un
chiarimento, atteso dall’assessore Daldoss, circa la questione
sollevata ieri in seguito alla bocciatura di un ordine del giorno di
Degasperi che ricalcava una norma provinciale già esistente e
approvata dal Consiglio. Nel merito della norma, Giovanazzi ha
osservato che se sono stati concessi contributi pubblici a persone
che non ne avevano diritto, il problema è che si configura un danno
erariale. Degasperi ha ricordato di aver proposto anche altre volte
l’ordine del giorno respinto ieri, dando sempre per scontato che
l’intervento richiesto non fosse già previsto dall’ordinamento
provinciale. Il presidente Dorigatti ha riconosciuto che il problema
è reale ed è all’attenzione sia degli uffici sia dell’assessore
Daldoss. E ha preannunciato una risposta in giornata.
Interrogazione
4190 Claudio Cia (Misto)
Vicende
urbanistico-edilizie nel Comune di Vermiglio
L’interrogazione
di Cia, depositata il 6 marzo del 2017 e rimasta più di un anno
senza risposta, muove dalla denuncia di un abuso edilizio presentata
al Comune di Vermiglio e documentata da foto, per chiedere chiarezza
e giustizia all’amministrazione. Amministrazione accusata di
complicità rispetto all’abuso. La Provincia, interpellata al
riguardo, si è disinteressata al problema, non ha dubitato del buon
operato del comune non entrando nel merito della questione. Questione
considerata priva di pubblico interesse e di modesta entità per la
normativa urbanistica. “L’ente pubblico - ha protestato Cia –
non può negare gli atti a un cittadino da cui sono richiesti e
invitarlo a rivolgersi a un avvocato”. L'interrogazione chiede alla
Giunta di fare luce sulla vicenda attraverso la produzione di quelle
che sono state definite "incertezze giuridiche riscontrate
nell'operato del Comune"; la specifica di quale sia il "pubblico
interesse superiore a quello del ripristino della mera legalità e
alla diffusione all'intero territorio provinciale di come si sono
svolti i fatti nello specifico; infine, qualora siano riscontrati
illeciti, il consigliere Cia chiede chi debba segnalarli alla Procura
o alla corte dei Conti.
La
risposta. Il presidente Rossi ha ricordato due precedenti
interrogazioni (1341 e 2318) in cui è stata già data ampia risposta
a queste domande. Sulle cosiddette incertezze giuridiche notate nei
provvedimenti comunali c’è già stato per due volte un
chiarimento. In ogni caso la persona che ha presentato l’esposto il
25 settembre 2007 (11 anni fa) al servizio urbanistica e tutela del
paesaggio. Servizio che rispondeva spiegando di non avere competenza
in merito alle verifiche chieste da questa persona. Successivamente
la questione è stata riesaminata e la verifica per gli aspetti di
merito ha escluso la sussistenza dei presupposti per dare corso
all’annullamento dei titoli edilizi ammessi dall’amministrazione
comunale. Mi pare di poter dire che il Comune ha più volte risposto
dando la possibilità di controdedurre in tutte le sedi opportune e
anche se la persona che ha presentato l’esposto potrà non essersi
sentita soddisfatta, non si può dire che vi sia stata inerzia.
La
replica. Per
Cia ha ribattuto che è evidente che il Comune aveva tutto
l’interesse a nascondere le proprie responsabilità sul problema
che ha generato l’esposto.
Interrogazione
5467 Walter Kaswalder (Misto)
Sulla
cittadinanza austriaca ai sudtirolesi di madrelingua tedesca e ladina
Il
consigliere Kaswalder parte dalla considerazione che, nel programma
del neonato governo austriaco del Presidente Kurz, nel capitolo
dedicato alla sicurezza interna c’è un punto che prevede di
consentire la possibilità di richiedere la cittadinanza austriaca,
oltre a quella italiana, ai Sudtirolesi appartenenti ai gruppi etnici
di madrelingua tedesca e ladina. Se questo è definito un traguardo
importante, in linea con il ruolo della Regione nell'Euregio destano
preoccupazioni le reazioni negative di Bruxelles che hanno definito
questa una mozza "velleitaria e non distensiva". In questo
contesto, Kaswalder interroga la Giunta per conoscere la posizione
della Giunta provinciale: come devono essere considerati i
madrelingua tedeschi residenti in Provincia di Trento? Se tutti i
cittadini che dimostrino di essere discendenti da cittadini della
rprima repubblica austriaca abbiano diritto alal doppia cittadinanza?
quali siano i termini della funzione di tutela austriaca citata nel
programma di Kurz riguardo alla provincia di Trento. La questione è
stata sospesa ma una risposta è molto attesa da tanti trentini.
La
risposta. Il
presidente Rossi ha ringraziato Kaswalder perché di questo tema è
la prima volta che si parla nell’aula del Consiglio, anche se il
problema è molto complesso. Dal punto di vista giuridico il
programma di governo del cancelliere austriaco è stato oggetto di
discussione bilaterale con il governo italiano perché le norme
relative alla doppia cittadinanza inevitabilmente portano alla
necessità di avere un patto a due che regoli in modo compiuto questa
possibilità. Sciogliendo il nodo se si tratta di un’appartenenza
di tipo linguistico oppure di un’appartenenza jure sanguinis. Noi
trentini non possiamo0 certo dire di essere di madre lingua tedesca,
ma anche lo jure sanguinis rischia
di escludere molte altre persone. Il tema va quindi affrontato per
l’obiettivo che si vuole raggiungere. In linea di principio,
effettivamente se si trattasse di jure sanguinis, se questo diritto
fosse riferito alla discendenza è evidente che i territori citati
nell’interrogazione compreso il Trentino ne avrebbero pieno
diritto. Sarà opportuno per Rossi seguire l’evolversi di come
questo obiettivo nel programma di governo si potrà realizzare. La
via è evidentemente dei nostri padri all’impero austrungarico.
“Questo – ha commentato sorridendo Rossi – non mi permetterebbe
di usufruire della doppia cittadinanza essendo io nato a Milano.
Occorre in ogni caso evitare reazioni sopra le righe su questo tema
come pure le strumentalizzazioni incompatibili con lo spirito
europeo. Viceversa una doppia cittadinanza concordata dai due Stati e
condivisa sui territori non dovrebbe spaventare nessuno”.
La
replica.
Kaswalder ha ringraziato il
presidente della risposta, chiedendogli di attivare una delegazione
da inviare a Vienna per riallacciare un rapporto con il governo
austriaco e valutare la possibile soluzione di questo problema.
Interrogazione
5480 Rodolfo Borga (Civica Trentina)
Cessione
di smard card ai richiedenti asilo per viaggiare gratis sui mezzi
pubblici
Nel
testo da lui presentato Borga chiede quanti richiedenti asilo hanno
chiesto un duplicato della smart card che consente la circolazione
gratuita sui mezzi di trasporto pubblici, quanti hanno chiesto più
di un duplicato, quanti duplicati sono stati rilasciati, se la Giunta
intende intervenire nei confronti dei richiedenti asilo che hanno
chiesto più duplicati (probabilmente dopo aver ceduto a pagamento –
in buona sostanza truffando la Provincia – le precedenti smart
card), e che provvedimenti si vogliono assumere per porre termine a
questo fenomeno.
La
risposta. Il
presidente Dorigatti ha ricordato che la Giunta ha già risposto per
iscritto a questa interrogazione e che non intende riproporre il
riscontro fornito.
La
replica. Borga
ha osservato però che la Giunta ha risposta successivamente
all’inserimento dell’interrogazione all’ordine del giorno dei
lavori in aula. A propostio della risposta dell’assessore Gilmozzi,
Borga si è dichiarato solo in parte soddisfatto, perché si dice che
la questione sarebbe nata dallo smarrimento di una tessera smart card
da parte di chi la ha nuovamente richieste. Tuttavia Borga ha
ricordato la lettera scritta da un dirigente provinciale a Cinformi
per segnalare il fenomeno che, quindi, evidentemente esiste. Il
consigliere ha poi lamentato che i controlli di Trentino Trasporti
sull’utilizzo di queste tessere per circolare gratuitamente sui
mezzi pubblici sono estremamente scarsi, anche perché gli operatori
preferiscono “evitare rogne”.
L’assessore
Gilmozzi
ha osservato che il tema è all’attenzione dell’assessorato, del
Commissariato del governo, di Trenitalia e di quanti si occupano di
garantire la sicurezza soprattutto sui treni. Si tratta di recuperare
tessere scadute che girano illecitamente e che gli operatori, quando
scoprono la cosa, ritirano. In ogni caso i controlli sono stati
potenziati e sono state individuate anche le aree di salita e discesa
più problematiche dove devono intervenire gli organi di polizia.
Borga
si è detto soddisfatto per il fatto che “l’assessore Gilmozzi ha
cambiato idea rispetto alla risposta scritta fornita
all’interrogazione, perché riconosce che il problema c’è e si
sta cercando di porvi rimedio mentre nel testo della Giunta traspare
che il problema non esiste”.
Interrogazione
5506 Filippo Degasperi (M5stelle)
Derivati
di Cassa del Trentino spa e di Patrimonio del Trentino
A
proposito della vicenda dei contratti derivati stipulati da Cassa del
Trentino e da Patrimonio del Trentino e che la Sezione di controllo
della Corte dei conti aveva rilevato come i contratti in oggetto
fossero stati stipulati in vigenza dello specifico divieto statale
disposto nel 2008, e visto che nel recente passato le perdite sono
sempre state giustificate con il fatto che il giudizio va tracciato
sul lungo periodo rispetto al quale è sempre possibile un recupero,
il consigliere dei 5 stelle ha chiesto la data e l'ammontare degli
eventuali versamenti effettuati da Cassa del Trentino nel corso del
2017 e da Patrimonio del Trentino alle controparti dei contratti
derivati, la situazione cumulata dalla stipula ad oggi nonché le
eventuali precisioni contenute nei budget 2018.
La
risposta. Il
presidente Rossi ha
letto la risposta
scritta appena
inviata a Degasperi.
Ecco il testo: Con
riferimento alla società Cassa
del Trentino spa:
i pagamenti effettuati (il
30 giugno 2017 e il 29 dicembre 2017)
alle controparti di contratti derivati ammontano, nel corso del 2017,
ad euro 891.210,90; la situazione cumulata sino al 31 dicembre 2017
dei pagamenti ed incassi effettuati/ricevuti sulla base dei contratti
derivati in essere e scaduti/estinti vede un saldo positivo per Cassa
del Trentino di euro 17.440.817,27; i flussi stimati a budget 2018
prevedono un saldo negativo per Cassa del Trentino di circa 700 mila
euro. Con riferimento alla società Patrimonio
del Trentino spa;
i pagamenti effettuati nel
corso del 2017 (il
30 marzo,
il 29 giugno, il 28 settembre e il 28 dicembre)
alle controparti con cui sono in essere contratti derivati ammontano
ad Euro 751.721,98; la situazione cumulata sino al 31 dicembre 2017
dei pagamenti ed incassi effettuati/ricevuti sulla base dei contratti
derivati in essere e scaduti/estinti vede un saldo positivo per
Patrimonio del Trentino SpA di Euro 4.701.062,11;
i flussi stimati a budget 2018 prevedono un saldo positivo per
Patrimonio del Trentino SpA di circa 770 mila Euro.
La
replica. Degasperi
ha evidenziati
i quasi 8 milioni
di euro complessivamente
utilizzati da
Cassa del Trentino per
sottoscrivere i contratti derivati. A
suo avviso sarebbe opportuno
dedicare un approfondimento a quest’uso da lui giudicato “incauto”
delle risorse pubbliche. Degasperi
ha espresso perplessità e chiesto ulteriori chiarimenti su Cassa
del Trentino, dai cui
incassi in tutta la storia
della società risulterebbe un saldo positivo di 17 milioni di euro.
Basandosi sui documenti disponibili, Degasperi è risalito a ritroso
nel tempo e l’unico riferimento riferito alla chiusura di contratti
derivati è nel bilancio 2011. Contratti che sarebbero stati chiusi
ma le plusvalenza ammontano a 4.800.000 euro. Occorre
quindi spiegare i 17 milioni
di euro di saldo positivo.
Interrogazione
5518 Claudio Civettini (Civica Trentina)
Ricostruzione
teatro comunale di Cavalese: scatola chiusa o progetti trasparenti?
Scelte e progetti condivisi con consiglio comunale e popolazione?
Civettini
ha chiesto quali siano le intese con la Pat relative alla
ricostruzione del teatro di Cavalese distrutto da un incendio il 4
marzo 2013 frutto di un confronto di un gruppo di esperti presso la
Provincia, in che date, con quali protocolli e quali risultanze si
siano tenuti questi summit tecnico-politici, , quali siano i progetti
o gli incarichi di progettazione, con quali criteri siano stati
affidati e quali preventivi, per quali ragioni non sia stato
immediatamente coinvolto né informato il consiglio comunale, e
quando i progetti saranno presentati pubblicamente e quale siano la
spesa prevista, le risorse messe a disposizione dalla Pat e i tempi
ipotizzati per la realizzazione dell'opera.
La
risposta.
Il presidente Rossi ha
ricordato che Patrimonio del Trentino si è mossa per la
ricostruzione del teatro in base ad un accordo sottoscritto da Pat e
Comune di Cavalese il 30 marzo 2017. Si prevede una spesa di circa 5
milioni di euro. La Provincia contribuirà con un finanziamento a
favore del Comune di Cavalese pari a 500.000 euro. Il Comune ha
prodotto un progetto preliminare “filologico” di ricostruzione
del teatro, riproponendo la struttura com’era prima dell’incendio.
Patrimonio del Trentino ha verificato il progetto e presentato i
risultati della verifica nel novembre 2017. Sarà ora un gruppo misto
guidato dall’ing. Dalvit ad elaborare il progetto definitivo.
La
replica.
Civettini ha rivendicato ai
territori, alle amministrazioni locali e alle popolazioni residenti
il diritto di partecipare alle scelte strategiche. Per questo occorre
informazione mentre oggi vi è una continua manipolazione delle
informazioni. Sul teatro di Cavalese è quindi necessario “aprire”
alla partecipazione della comunità locale e in primis ai consiglieri
comunali che rappresentano i cittadini. Anche il Consiglio
provinciale ha diritto di essere informato sul progetto di
ricostruzione di una struttura importante come un teatro.
Interrogazione
5559 Filippo Degasperi (M5stelle)
Scuole
musicali e applicazione aggiornata della norma: a che punto siamo?
Il
consigliere pentastellato chiede lo stato dell'arte rispetto
all'obiettivo previsto dalla legge 15 del 2007 sul riconoscimento
quale interlocutore privilegiato della Pat la rappresentanza unitaria
delle scuole musicali, le modalità operative della stessa
rappresentanza (è stato adottato uno statuto o un regolamento?),
quali scuole oggi non aderiscono alla rappresentanza e con quali
conseguenze nei rapporti con la Pat, quali verifiche siano state
effettuate in merito alla selezione del personale delle scuole
musicali, quanti sono stati assunti nelle scuole musicali nel 2016 e
nel 2017 e con quale titolo di studio rispetto ai requisiti previsti
dal contratto applicato e dalle modalità di selezione, cosa è stato
fatto per rendere trasparenti le procedure di selezione del
personale, quali accordi siano stati presi tra enti e scuole musicali
per la messa in disponibilità delle sedi e se vi siano criticità al
riguardo, quanto costa la direzione di ciascuna scuola musicale,
copia del bilancio 2016 e 2017 di ciascuna scuola, quali verifiche la
Pat abbia effettuato per verificato l'applicazione del contratto di
lavoro del personale in conformità al criterio per l'accreditamento
del contributo, e infine quali verifiche ha posto in essere la Pat
dell'omogeneità dei criteri didattici e delle modalità
organizzative delle scuole e con quali esiti.
La
risposta. Il
presidente Rossi ha ricordato che alcune scuole musicali avevano
scelto di affrancarsi dalla rappresentanza unitaria del settore. La
Provincia ha deciso di rapportarsi tuttavia anche con gli istituti
usciti dalla rappresentanza. Vista la complessa situazione delle
scuole musicali si è resa necessario avviare un’approfondita
analisi di cui sarà dato conto in un documento. Documento che
sfocerà in una delibera che sarà adottata dalla Giunta entro maggio
di quest’anno. Quanto al personale assunto nel 2016 e 2017, i
diplomi posseduti dai docenti e il contratto loro applicato sono
quelli relativi ai requisiti stabiliti dal regolamento. Quanto alla
selezione del personale si è avviata una rilevazione delle modalità
adottate dalle singole scuole. Il problema è riuscire a ripristinare
una rappresentanza il più possibile unitaria delle scuole musicali e
arrivare entro maggio a definire i contenuti della delibera per
attuare la legge in modo adeguato e aggiornato.
La
replica. Degasperi
ha chiesto alla Giunta di
“spronare” le scuole
musicali perché qualcuna
cerca di eludere la
legge uscendo dal tavolo.
Occorrerebbe invece un
passo avanti “rinunciando
a qualche cortile cui molti
ancora tengono, per perseguire l’obiettivo generale”. Attendiamo
quindi maggio, “ma forse sarebbe ora di pensare ad una legge
dedicata alle scuole musicale e autonoma dalla normativa sulla
cultura”.
LE
MOZIONI
Mozione
460 di Claudio Cia (Gruppo misto). Respinta.
Riconoscimento
della indennità di frequenza a minori affetti da disturbi specifici
dell'apprendimento (Dsa).
La
mozione di Cia, respinta con 14 voti contrari e 8 a favore, chiedeva
di impegnare la Giunta a garantire l'attivazione dell'indennità di
frequenza per tutti i bambini e i ragazzi affetti da Dsa, sulla
scorta di diagnosi medica rilasciata dall'Apss, comprovante la natura
del disturbo. Prevede inoltre l'individuazione di strumenti e
modalità per concedere l'indennità in via prioritaria e automatica
a famiglie con più di due figli o che vivono in condizioni di
disagio economico.
Per
la Giunta il presidente Rossi ha motivato il “no” della
Giunta a questa mozione, non certo perché il tema non sia importante
e non vi sia il riconoscimento di questa fase evolutiva superabile
attraverso un corretto trattamento del disturbo. Si tratta di un
deficit di automatizzazione in alcuni aspetti della lettura, della
scrittura e del calcolo. La Pat stanzia ogni anno circa 49 milioni di
euro per gli insegnanti di sostegno, affiancati da assistenti
educatori inesistenti in altre regioni. Quanto al sostegno economico,
visto che non si tratta di una vera e propria disabilità, dal punto
di vista della funzionalità all’inserimento nella scuola non ha
una sua utilità. L’indennità mensile di frequenza è comunque
pagata dall’Inps e i beneficiare di essa sono definiti dalla
normativa statale. Mettendo in rete le competenze di cui le scuole
dispongono e utilizzando la figura del coordinatore, si può anche
evitare l’assunzione di uno specifico insegnante di sostegno.
Civettini
(CT) ha evidenziato l’assenza di un progetto di gestione di
questi bambini e ragazzi affetti da Dsa, che a volte non riescono ad
ottenere i testi, i computer e i supporti di cui hanno bisogno.
Servono risposte attente e adeguate alle esigenze. Per il consigliere
il problema è anche ottenere la certificazione della diagnosi di
Dsa, soprattutto nelle scuole dell’obbligo. Anche a questo livello
si dovrebbero dare risposte concrete superando approcci di ordine
puramente statistico.
Cia
ha precisato che la dislessia non è da identificare con una
malattia.
Mozione
673 di Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino).
Approvata.
Attivazione
di un tavolo di confronto con le scuole per orientare i giovani ad
intraprendere percorsi di studio in grado di assicurare loro sbocchi
occupazionali.
La
mozione di Giovanazzi, concordata con l’assessore Olivi e approvata
all’unanimità, impegna la Giunta a rafforzare il legame tra scuola
e mondo del lavoro, avviando un tavolo di confronto con gli istituti
professionali, superiori, universitari, alle rappresentanze degli
imprenditori e alle forze sindacali, per individuare e creare le
condizioni per incentivare la scuola ad agevolare i giovani nella
valutazione dei percorsi di studio in grado di dare loro una certa
garanzia per i successivi sbocchi occupazionali.
Il
presidente Rossi, motivando il
parere positivo sulla mozione, ha ricordato che se le
iniziative per l’orientamento delle scuole al lavoro esistono,
possono e devono però essere coordinate con un tavolo di lavoro come
quello proposto. Servono però strumenti ad hoc. In tal senso la
Giunta ha previsto con una delibera che nelle scuole superiori una
figura di coordinatore scuola-lavoro responsabile dei tirocini
puntando nelle “tecniche” a stimolare la propensione delle
imprese a usare lo strumento dell’apprendistato duale, con cui le
aziende sono incentivate ad allevarsi in casa i ragazzi anche mentre
studiano e dando loro la possibilità di conseguire il diploma anche
con pezzi di formazione in ditta.
Borga
(CT) si è espresso a sostegno della mozione come pure Savoi (Lega),
che ha ricordato come molti giovani siano costretti a cercare fuori
provincia e all’estero uno sbocco occupazionale dopo gli studi.
Meglio quindi indicare loro mentre frequentano la scuola quali
sbocchi lavorativi reali un certo percorso di studio può offrire nel
Trentino. Appoggio alla mozione anche da Kaswalder (misto), secondo
cui le scuole professionali trentine attraverso una sinergia
dovrebbero rispondere alla ricerca di figure specifiche chieste ad
esempio oggi da alcune aziende della Valsugana, dove si cercano
tornitori. Cia (misto), manifestando la propria condivisione al
testo, ha lamentato l’irragionevolezza del “no” ottenuto dalla
Giunta alla sua interrogazione di ieri sul concorso per guardie
forestali da cui sono esclusi i laureati la cui età supera i 30
anni. Come meravigliarsi allora se tanti giovani cercano lavoro
all’estero?
Mozione
679 di Gianfranco Zanon (Progetto Trentino). Approvata con
modifica.
Verifica
il rientro dei costi causato dagli aumenti non dovuti al personale di
Trentino Network.
La
mozione, approvata all’unanimità dopo alcune modifiche, impegna la
Giunta a verificare lo stato dei recuperi del premio erogato anche se
non dovuto al personale di Trentino Network, attraverso un piano di
rientro dei costi spalmato su tutti i dipendenti, compresi quelli che
non avevano beneficiato del premio. Questo anche alla luce di quanto
dichiarato dal presidente Rossi ("tali recuperi non potevano
esser fatti su figure estranee agli aumenti"), e ad effettuare
una verifica puntuale di quanto accaduto. La verifica, così recita
il dispositivo modificato insieme all’assessore, dovrà definire la
vertenza e le relative spettanze.
L’assessore
Olivi ha dato parere favorevole con un emendamento sostitutivo
del dispositivo concordato con Zanon. Kaswsalder ha ricordato di aver
sollevato anche lui il problema e la promessa della Giunta di
intervenire in tempi brevi. Erano stati accordati aumenti di compenso
ad alcuni dipendenti quando questi non erano dovuti. Successivamente
la società aveva chiesto e ottenuto la restituzione delle somme
anche dai dipendenti che non avevano ricevuto alcun aumento. Per
Civettini sarebbe quindi necessario anche obbligare con la mozione la
società a restituire le somme chieste ai dipendenti che hanno pagato
per l’errore degli aumenti pur non dovendo partecipare al piano di
rientro. La richiesta è stata accolta e la mozione è stata
ritoccata nel senso chiesto da Civettini. Degasperi ha ricordato
l’interrogazione da lui presentata sull’argomento nell’agosto
2016, lamentando a distanza di due anni l’assenza di un impegno
scritto. Qualcuno, infatti, a suo avviso sarà pir stato responsabile
di quest’azione scorretta che ha imposto sacrifici non dovuti ai
dipendenti di TN. Savoi (Lega) ha condiviso la modifica alla mozione,
criticando il pasticcio creato dalla società, perché o la somma
erogata tre anni fa in base al contratto era dovuta, oppure non lo
era.
I
lavori riprendono alle 15.00.