Quinta commissione
Carriere dei docenti, sì di Fondazione Agnelli e Associazione docenti e dirigenti scolastici italiani
In allegato le relazioni della mattinata
Le consultazioni e l’esame del disegno di legge 176 di
iniziativa giuntale su organizzazione scolastica e carriere dei
docenti, la consultazione con Fidae Trentino e la presentazione da
parte del referente per Umse della proposta di deliberazione della
Giunta di approvazione del regolamento d’esecuzione dell’articolo
18 della legge provinciale 2 del 2015 sull’Europa per l’attuazione
dei programmi FSE+ e FESR 2021-2027. Sono i temi all’ordine del
giorno dei lavori di questa mattina dalla Quinta commissione
permanente, presieduta da Mara Dalzocchio (Lega). L’appuntamento è
a fine mese (il 30 e il 31 maggio) con ulteriori audizioni e l’esame
del ddl 176 e con l’espressione del parere sul regolamento per
l’attuazione dei programmi europei.
I
programmi FESR ed FSE+
I lavori questa mattina sono iniziati con la proposta di
deliberazione della Giunta di approvazione del regolamento
d’esecuzione dell’articolo 18 della lp 2/2015 per l’attuazione
di FSE+ e FESR 2021-2027 da rendere entro il 9 giugno prossimo. Un
tema sul quale per la seduta della Commissione del 31 maggio sono già
previste delle audizioni: invitati sono i rappresentanti di Cal,
Camera di commercio, Agenzia del lavoro, Trentino Sviluppo, sindacati
confederali, Coordinamento provinciale imprenditori.
Francesco Pancheri (Umse Europa), intervenuto assieme alla
dottoressa Gaia Sacchi, ha presentato il regolamento e
spiegato che la programmazione Europea è partita in ritardo per
cambiamenti nell’organizzazione a livello europeo e di conseguenza
nell’assegnazione dei fondi: perciò si sta discutendo ora di
programmi per il 2022-2027. Poi la divisione delle risorse a livello
nazionale; c’è stato un notevole aumento di disponibilità, ha
detto, dai 210 milioni di euro previsti per il settennio 2014-2020 ai
344 milioni attuali (181 circa sul FESR e circa 160 sull’FSE+).
Pancheri ha poi illustrato la sintesi del programma con la previsione
della destinazione delle risorse (in allegato).
Lucia Maestri (Pd) ha detto che la materia è complessa e per
fortuna ci sono questi fondi, ma il Consiglio conta poco: non c’è
mai un passaggio di rendicontazione al Consiglio su come sono stati
usati questi fondi. È possibile prevedere un’informativa una volta
all’anno almeno alla commissione competente sulla gestione dei
fondi? Sarebbe importante rendere edotto il Consiglio sulle scelte
fatte.
Pancheri si è riservato di confrontarsi con l’assessore, ma
ha comunque espresso la sua disponibilità anche a illustrare i
risultati effettivi annuali e le previsioni per il futuro immediato.
Sul sito sono pubblicate le opportunità per i prossimi mesi, ha
informato.
Maestri ha parlato di una diffusa percezione dell’Europa
come lontana, ma l’Europa è anche qui, ha rimarcato.
Lucia Coppola (Europa Verde) ha fatto riferimento al lasso
temporale 2021-2027 della programmazione e chiesto quanto è già
stato investito in situazioni climatiche e ambientali e quanto rimane
ancora da spendere.
Pancheri ha spiegato che è stato fatto un grosso bando sul
fotovoltaico che ha visto impegnati 18 milioni di euro e si intende
arrivare a 24 perché le domande sono ancora aperte. Si sta facendo
qualcosa per i bacini montani. Il regolamento prevedeva che le
amministrazioni impegnassero almeno un 30%, la Provincia ha scelto di
arrivare al 39%. Le altre regioni che hanno speso di meno avranno
usato i fondi su altri ambiti, ad esempio la digitalizzazione. Ambito
quest’ultimo che in Trentino ha una buona spesa.
Il ddl 176 sulle carriere dei docenti
Alle audizioni odierne sul ddl
176 dell’assessore Bisesti sulle carriere degli insegnanti
si arrivava dopo tre appuntamenti sul testo in commissione (del 27
aprile, 8
maggio e 16
maggio). Oggi è stata la volta delle consultazioni di
Fondazione Agnelli e Associazione docenti e dirigenti scolastici
italiani (Adi).
Fondazione Agnelli: la valutazione sia affidata a una commissione
esterna
Nell’ambito delle audizioni odierne, a cui ha assistito da remoto
anche l’assessore Mirko Bisesti, ha preso la parola il direttore
della Fondazione Agnelli Andrea Gavosto. Che ha presentato le
due concezioni esistenti sulle carriere dei docenti: la prima è
legata agli scatti di anzianità, l’altra invece vede abbinati ai
livelli selettivi ruoli di maggiore responsabilità, crea insomma
nella scuola una struttura gerarchica. Una scelta maggiormente
condivisa dalla Fondazione, quest’ultima: più ruoli organizzativi
servono alle scuole, ha affermato Gavosto. Nelle scuole esistono tre
categorie, le strutture di coordinamento generale, le figure di
sostegno alla didattica e responsabili dell’offerta formativa. Alle
scuole servono figure intermedie tra dirigenti e docenti, un vuoto
nella natura organizzativa delle scuole italiane a cui si sopperisce
con un incarico in molti casi a rotazione.
In secondo luogo, ha aggiunto, il ddl apre la strada ai migliori
laureati che hanno voglia di impegnarsi di più e raccogliere una
sfida di un percorso di carriera. Oggi, infatti, ci sono seri
problemi di reclutamento dei docenti soprattutto per le materie
scientifiche, ha ricordato Gavosto. Il ddl 176 risponde insomma agli
obiettivi, ha affermato riassumendo brevemente le competenze dei
nuovi ruoli di docenti esperti, docenti ricercatori e docenti
delegati all’organizzazione. Un meccanismo a suo dire lineare, ben
delineato.
Poi il riferimento alle indennità aggiuntive: per i docenti esperti
3.900 euro all’anno (10% della retribuzione media); il 25% della
retribuzione media della provincia per il docente ricercatore. Per i
delegati all’organizzazione la retribuzione sarà analoga.
La promozione può avvenire secondo due strade, ha spiegato quindi
Gavosto: decidendo di promuovere un tot di docenti oppure, ed è la
strada che ha raccomandato, si può creare una commissione esterna
che valuti le candidature considerando gli aspetti della presenza di
competenze didattiche avanzate, di giudizio di colleghi e dirigenti e
di competenze personali (ad esempio il problem solving). In questo
modo si promuoverebbe ogni anno chi merita di essere promosso senza
imporre quote fisse.
Lucia Maestri è tornata sul suggerimento di una valutazione
extra-concorsuale ed ha chiesto chiarimenti sui pilastri della
valutazione proposta.
Gavosto ha riassunto i tre criteri di giudizio: la storia
passata del candidato, le competenze didattiche avanzate (valutate ad
esempio chiedendo di fare lezioni alternative alle frontali) e
capacità organizzativa (valutata proponendo scenari ipotetici).
Adi: il ddl è un primo passo nella giusta direzione
Anche Maria Teresa Siniscalco, presidente dell’Adi ha
parlato positivamente del ddl 176. Il testo, ha detto, risponde a un
bisogno organizzativo nelle scuole e di valorizzazione del personale
docente: il perno è la professione insegnante che attraversa una
crisi. Molti sistemi educativi si stanno interrogando su come dare
attrattività al lavoro del docente come scelta di carriera perché
avere insegnanti motivati è un prerequisito di un sistema che
funziona. Si è visto, ha spiegato facendo riferimento al rapporto
Ocse-Pisa, che quanto più gli insegnanti sono entusiasti, tanto più
propizio all’apprendimento diviene il clima in classe. E la media
dell’entusiasmo degli insegnanti italiani, ha spiegato Siniscalco,
è inferiore invece alla media dei Paesi d’Europa. I dati dicono
poi che non esiste una relazione automatica tra i livelli di
stipendio e l’attrattività della posizione. Un’adeguata
retribuzione, insomma, non basta: molto rilevante tra gli altri
fattori da considerare è quello del prestigio sociale. L’indagine
Osce-Talis ha evidenziato inoltre l’importanza dello status
sociale, ha ricordato Siniscalco. Ha evidenziato quindi i punti di
forza, a suo parere, del ddl di Bisesti: fa perno su una visione di
sistema, formalizza i nuovi ruoli e con che meccanismi vi si accede
prevedendo inoltre una struttura multilivello, introduce un elemento
di valutazione. Ancora: si presta attenzione alla selezione, si
accompagnano le figure nel momento in cui assumono i nuovi ruoli e si
monitora la nuova organizzazione. Punti di debolezza sono il fatto
che i compensi di docenti esperti e ricercatori siano una voce
separata, gli insegnanti non hanno un proprio percorso professionale,
i percorsi sono tutti interni all’istituzione scolastica. La
valorizzazione delle carriere dei docenti secondo Adi non introduce
un vero e proprio percorso di carriera professionale, ma è un primo
passo nella giusta direzione, ha detto Siniscalco.
Gianluca Cavada (Lega) ha ringraziato entrambi i relatori ed
espresso soddisfazione in relazione al ddl.
Fidae - Le scuole paritarie cattoliche
Infine è stata la volta di Fidae Trentino, protagonista di
una richiesta di audizione sulle scuole paritarie cattoliche del
sistema educativo provinciale. Sono intervenuti ai lavori della
Quinta commissione Don Nicola Toffanello, Corrina Brentegani
(responsabile amministrativa della scuola paritaria La vela), Bruno
Daves, Alessandro Laghi (direttore della scuola La vela), Bruna
Perghem (responsabile amministrativa istituto salesiano Maria
Ausiliatrice), Marcello Sottopietra (dirigente scolastico della
scuola primaria Sacra Famiglia), Don Giovanni Rebellato (direttore
istituto salesiano Santa Croce) e Franca Penasa.
Don Nicola Toffanello, direttore dell’istituto salesiano
Maria Ausiliatrice e presidente Fidae, ha presentato due documenti
(allegati), illustrati da Franca Penasa (responsabile
amministrativa istituto Sacro Cuore). Quest’ultima ha esordito con
un ringraziamento: dal 2008 era intervenuto un taglio pesante, del
25%, che aveva quasi compromesso per le scuole paritarie la
possibilità di essere una componente del progetto di istruzione
della Provincia. Il bilancio di quest’anno invece ha riportato la
situazione a quella del 2008. Il comparto dà lavoro a 700 persone e
si rivolge alle famiglie con servizi dalla scuola dell’infanzia
fino alle scuole superiori, con convitti e servizi aggiuntivi, ha
spiegato Penasa. Gli enti sono connotati come no profit, ha aggiunto,
che devono quindi garantire dei pareggi di bilancio. Il lavoro fatto
finora dall’amministrazione provinciale, ha spiegato la
responsabile, ha permesso di sostenere gli aumenti contrattuali (per
lo più Agidae) e la gestione anche in un contesto pandemico. Nella
prospettiva di nuovi bilanci ci sarebbe il bisogno di aprire un
tavolo sull’aumento dei costi.
Poi la modalità di richiesta dei contributi: l’acconto del 40%
viene attribuito 4 mesi dopo l’inizio dell’anno scolastico, una
quota del 20% viene versata a maggio, una del 20% a giugno e il
saldo del 10% verso la metà di novembre dell’anno successivo alla
domanda. La scuola deve anticipare i fondi per sostenere tutti i
costi dell’anno scolastico: un fatto che Penasa ha detto che sta
diventando problematico. La richiesta è di mettere mano al decreto
del presidente della Provincia del 2008 (il 42-149/Leg) che
disciplina l’argomento. Un altro tema sollevato è quello del
sostegno a studenti che lo necessitino: anche in questo caso il
contributo della Provincia viene erogato a fine anno scolastico e i
costi vanno sostenuti anticipatamente dagli istituti.
Bruno Daves (rettore del Collegio Arcivescovile) ha parlato
del nodo docenti, per la primaria una situazione di drammaticità: il
doppio dei docenti va in pensione, la metà viene messa in ruolo. Per
garantire il servizio (nonostante il calo demografico) i numeri non
sono sufficienti. Negli ambiti scientifici, ambiti strategici, non
c’è più possibilità di selezione, di dare continuità didattico
educativa ai processi perché quando finalmente i docenti ottengono
l’abilitazione vengono immediatamente chiamati dalla Provincia per
la messa in ruolo. Una situazione problematica, ha detto Daves,
perché il reclutamento e i colloqui, che si continuano comunque a
fare, risultano compromessi. Cosa si può fare? Si potrebbe stabilire
una maggiore sinergia con il contesto universitario da concretizzarsi
anche con tirocini, ha spiegato Daves. Si potrebbe inoltre stabilire
una sinergia con il contesto provinciale, ha aggiunto.
Lucia Maestri è tornata sui problemi sollevati, che ha
descritto come problemi di carattere strutturale nel rapporto tra
scuole paritarie e scuole pubbliche. Il tema delle tempistiche dei
contributi è di competenza Giuntale, si chiede infatti di mettere
mano a un decreto del presidente della Provincia. Il fattore
retribuzione, ha aggiunto Maestri, è un fattore penalizzante per la
scuola paritaria nel reclutamento dei docenti ed ha a che fare con
una valutazione complessiva del valore delle scuole paritarie che
risale alla legge Berlinguer. Le questioni serie poste hanno un
aspetto Giuntale più che di Consiglio, anche se per la commissione è
stato importante essere stati aggiornati.
Anche Mara Dalzocchio (Lega) ha sottolineato
l’importanza della relazione di Fidae.
Roberto Ceccato ha parlato della possibilità di rendere meno
eclatante la differenza di stipendi dei docenti della scuola
paritaria e dei docenti di quella pubblica. La fase è di incremento
dei tassi di interesse, ha detto poi, il decreto è dell’ottobre
2008: si ragionerà cosa si può fare tenendo conto i limiti
sull’allocazione delle spese per la Provincia. Sui bisogni speciali
la situazione è più semplice: si potrebbe riconoscere una quota del
contributo nell’acconto e non solo a consuntivo. Sul reclutamento
Ceccato ha ricordato il nodo dell’abilitazione, su cui non c’è
competenza e su cui l’intervento è difficile. L’interlocuzione
in questo senso è in corso da decenni, ha rilevato. Ci sono classi
di concorso, tra cui quella delle insegnanti di scuola primaria, che
non coprono tutto il fabbisogno, per cui anche la scuola pubblica ha
scarsa disponibilità.
Appuntamento al 30 e al 31 maggio
I lavori della Quinta commissione proseguiranno il 30 maggio con
dell’audizione del Centro studi Erickson sul ddl 176 sulle carriere
dei docenti, richiesta dalle consigliere Paola Demagri (Casa
Autonomia, eu), Lucia Coppola (Europa Verde) e Lucia Maestri (Pd).
Seguirà l’esame del ddl. Il giorno successivo, il 31 maggio, sarà
invece la volta delle audizioni sulla proposta di deliberazione della
Giunta di approvazione del regolamento per l’attuazione di FSE+ e
FESR e della consultazione dei referenti della petizione
popolare 24 (qui
l’articolo).