Conclusi stamane in anticipo i lavori del Consiglio provinciale
Gestione del lupo: sì dell'aula alla mozione dell'UpT e alla procedura d'urgenza per il ddl di Giunta
In allegato, l'ordine del giorno con i temi e i testi in discussione
Il
Consiglio provinciale ha concluso in anticipo la sessione di giugno,
esaurendo stamane anziché nel pomeriggio gli ultimi punti all'ordine
del giorno, con l'approvazione – avvenuta dopo una lunga
discussione e la votazione per parti separate chiesta dal Pd –
della mozione proposta da De Godenz (UpT) sulla gestione del lupo.
Poi l'aula ha approvato una mozione di Civettini (Civica Trentina)
per il sostegno alle attività commerciali e multiservizio nelle zone
svantaggiate e ne ha respinto una di Degasperi (5 stelle), che
chiedeva di installare sul tetto dell'acciaieria di Borgo
apparecchiatura dedicate al controllo delle emissioni inquinanti. È
passata infine rapidamente la richiesta di adottare la procedura
d'urgenza per l'esame del disegno di legge proposto dalla Giunta
sulla gestione di orsi e lupi. Il testo sarà ora affidato alla Terza
Commissione e potrà quindi approdare in aula nella prima seduta
utile, prevista il 3, 4 e 5 luglio. In apertura Bezzi ha espresso
solidarietà al collega Kaswalder preso di mira oggi dai giornali del
Trentino a causa del “giustizialismo manettaro di una certa
sinistra che – ha detto l'esponente di FI – ha enfatizzato una
sua imprecazione”.
Gli
impegni del dispositivo.
La
mozione, completamente riscritta da De Godenz, sottoscritta anche dai
colleghi Tonina e Passamani dell’UpT, è stata approvata dopo
un lungo dibattito e con un
voto per parti separate chiesto dal Pd, i
cui consiglieri si sono astenuti sul punto che esprimeva un giudizio
positivo sul ddl della Giunta prima ancora dell'esame del
provvedimento in Commissione e che l'aula discuterà a inizio luglio.
Il testo impegna la Giunta in
cinque direzioni: ad
individuare ulteriori azioni a livello provinciale da intraprendere
per evitare che gli allevatori, gli imprenditori turistici e tutti i
frequentatori del sistema montuoso alpino, subiscano danni come
quelli di questi giorni al patrimonio aziendale a causa della
presenza del lupo sul territorio; a valutare adeguati interventi per
il contenimento della specie al fine di ridurre al minimo i danni
causati da attacchi dei lupi al patrimonio zootecnico, come proposto
dal ddl 230 appena presentato dalla Giunta; a proseguire con
efficacia le scelte già adottate dall’esecutivo per l’informazione
e la prevenzione, favorendo il coinvolgimento delle amministrazioni
locali, il funzionamento dei tavoli di confronto con le parti
economiche e sociali già istituiti nonché la messa a disposizione
di adeguate opere di prevenzione; la definizione di un disegno
organizzativo di carattere generale (progetto provinciale per la
prevenzione dei danni da lupo) ed il finanziamento di progetti ad hoc
per la salvaguardia dei pascoli (progetti sperimentali come ad
esempio quello della Magnifica Comunità di Fiemme e del Demanio
forestale di Campo Brun); ad
una collaborazione stretta
con la Provincia di Bolzano sia sul piano politico che su quello
tecnico; e infine a trasmettere alla commissione consiliare
competente entro due mesi dall’approvazione di questa mozione, una
relazione sulle iniziative adottate per attuare questi punti.
La
discussione.
Mario
Tonina (UpT) ha spiegato le ragioni per cui il suo gruppo non intende
ritirare la mozione come chiesto ieri da Savoi. “Noi di questi temi
ci siamo sempre fatti carico fin dal 2015 – ha ricordato – per
dare un contributo all’assessore su questo che sta diventando un
grosso problema”. Durante un’intervista, ha ricordato Tonina, un
allevatore ha ricordato che per il lupo le mucche o vengono sbranate
o non fanno più latte. Il lupo suscita quindi preoccupazione negli
allevatori che sono sempre più demotivati e non vogliono più
esporre in particolare le vitelle agli attacchi del predatore. Il
consigliere ha ricordato che l’UpT il 9 giugno del 2017 aveva già
presentato una mozione per sollecitare misure specifiche come il
trasferimento o l’abbattimento del lupo, vista l’inefficacia
delle misure preventive. Il rischio altrimenti è che nei prossimi
anni i pascoli e gli alpeggi siano abbandonati. Nessuno, né la
maggioranza né la minoranza, ha concluso Tonina, vuole questo. Due
anni fa i massimi esperti del settore avevano individuato 21 azioni,
tra le quali anche il “prelievo”, per il contenimento dei danni
causati dal lupo. Tonina ha citato anche le dichiarazioni di Reinhold
Messner sulla necessità di trovare il giusto equilibrio per
proteggere le attività zootecniche e le persone desiderose di vivere
senza paura in montagna.
Gianfranco
Zanon (PT), favorevole alla mozione, ha osservato che sembra quasi
che proprio ora a pochi mesi di distanza dalle elezioni del 21
ottobre la maggioranza si sia svegliata e voglia correre ai ripari di
fronte all'aggravarsi del problema lupo.
Rodolfo
Borga (CT) ha evidenziato che
la mozione e il ddl della
Giunta mostrano come in
articulo mortis la
maggioranza con un colpo
di teatro voglia abbracciare
un cavallo di battaglia
dell’opposizione. Per
Borga la mozione De Godenz è
condivisibile “ma – ha
chiesto – chi ha governato fino ad oggi? Pippo, Pluto, Topolino o
la Giunta da voi sostenuta?”.
Proprio sollecitando
ulteriori interventi la
mozione dimostra che
evidentemente la Giunta fino ad oggi non ha supportato adeguatamente
gli allevatori. E che il
giudizio dell’UpT sulla
gestione del lupo da parte della Giunta non è positivo. Borga ha
preannunciato
la non partecipazione di Civica Trentina al voto.
Nerio
Giovanazzi (AT), pur preannunciando il proprio voto a favore ha
rammentato i numerosi
provvedimenti presentati in
questa legislatura sui temi
dell’orso e del lupo. Lupo
che, alla fine, ci si è resi conto che causava
molti più danni dell’orso,
non nei confronti delle persone ma degli allevamenti. Anche
per Giovanazzi la
proliferazione del lupo
metterà a rischio la
permanenza degli allevatori di montagna. La mozione dimostra
l’inerzia della Giunta nei confronti del
problema e le iniziative non
adottate per contenere i lupi sul nostro territorio. Bisognerebbe
che la Giunta avesse il coraggio di compiere una
scelta chiara su questo
tema, che preveda anche i
prelievi.
Graziano
Lozzer (Patt) ha sottolineato l'esigenza
di non reagire solo
con paura al problema del
lupo. Si tratta allora per Lozzer di attendere la legge provinciale e
di preoccuparsi intanto della custodia del bestiame, magari
anche assumendo personale
che accudisca agli animali con possibili benefici per l’occupazione.
Giacomo
Bezzi (FI) ha messo in luce che il problema è politico e
che per questo non parteciperà al voto sulla mozione, riservandosi
di intervenire sul ddl che arriverà in aula tra un mese. A
suo avviso il ddl della
Giunta poteva essere
presentato prima mentre è
stato proposto nel momento ritenuto
politicamente più
opportuno.
Pietro
De Godenz (UpT) nella sua replica ha ringraziato la Giunta per il
parere favorevole e lamentato la piega da campagna elettorale presa
dalla discussione, come se il suo gruppo non si fosse occupato fin
dall’inizio del problema, anche proponendo in tempi non sospetti
(quattro anni fa) progetti sperimentali accolti dall’esecutivo. Ha
poi preannunciato che l’Upt approverà sicuramente il ddl della
Giunta. A Borgonovo Re il consigliere ha detto che non è solo con i
rimborsi che si può pensare di intervenire, perché per un
allevatore veder ucciso il proprio vitello genera una situazione
intollerabile. Il problema del lupo è un’urgenza trasversale a
tutte le forze politiche, perché è in gioco la sicurezza del
territorio.
Alessandro
Savoi (Lega), preannunciando la sua non partecipazione al voto, ha
detto di non dubitare della buona fede dell’UpT e
ha anche protestato perché
nell’ottobre 2010 la Lega aveva presentato un’analoga mozione,
nella quale si lanciavano gli
stessi allarmi e si
chiedevano alla Giunta i
medesimi impegni, ma
mozione subì la secca
bocciatura dell’esecutivo
e della maggioranza. Nulla è stato fatto da 10 anni su questo tema.
"Arrivate
in ritardo – ha concluso
Savoi – perché sono state
le minoranze a chiedere scelte diverse da quelle fallimentari
compiute dalla Giunta in questi anni”.
Borga
(CT) ha osservato che,
mozione o no, “un’idea
sull’argomento gli allevatori, che
non sono dei bambini, se la
sono già fatta”. “Interessante”
secondo il
consigliere l’ipotesi di Lozzer che il problema del lupo potrebbe
portare alla creazione
di posti di lavoro per la custodia del bestiame. “Certo –
ha commentato – anche la
delinquenza crea posti
di lavoro nelle forze dell’ordine, ma i problemi vanno risolti".
Giovanazzi
(AT), favorevole alla mozione, ha giudicato “provocatorio”
l’intervento di Lozzer. I consiglieri della maggioranza che avevano
prospettato una possibile convivenza con il lupo, oggi abbracciano
una posizione opposta per difendere gli allevatori, ma questa
posizione è la stessa finora sostenuta solo dalle minoranze.
Marino
Simoni (PT) pur osservando
che questo argomento è
divisivo, ha preannunciato il voto favorevole del suo gruppo. Per
difendere gli allevatori dal lupo è giusto a suo avviso che la
Giunta chieda di riportare
in capo ai territori la gestione dei grandi carnivori. Questi
predatori sono ormai per
Simoni “un patrimonio delle Alpi”. Occorre
quindi adottare politiche che anche su questo tema favoriscano il
mantenimento delle attività nei territori di montagna, "rafforzando
in tal modo l’autonomia”.
Gianpiero
Passamani (UpT) ha ricordato che lo scopo della mozione è la
salvaguardia del territorio perché possa essere vissuto e
frequentato da tutti. Per risolvere il problema la gente non va
allontanata dalla montagna come hanno fatto Veneto e Lombardia.
Claudio
Cia (Misto) ha voluto dimostrare che in vista delle elezioni e per
pura campagna elettorale la maggioranza è arrivata perfino ad
inventarsi l’utilizzo delle sale operatorie chirurgica e di
ortopedia pur di garantire l’apertura del punto nascita di
Cavalese. Il risultato è la riduzione del 70% delle attività
chirurgiche dell’ospedale.
Per
Bezzi (FI) la pezza messa sull’ospedale di Cavalese è peggio del
buco. A suo avviso De Godenz “rischia di prendersi legnate dagli
allevatori che non sono certo contenti di quel che è stato fatto per
la tutela della loro attività”. Ha poi replicato a Passamani circa
l'elevata frequentazione della montagna sia in Veneto che in
Lombardia.
Giuseppe
Detomas (Ual) ha confessato che quando il lupo non c’era si stava
benissimo e nessuno ne sentiva la mancanza. Le valli alpine come
quella di Fassa – ha proseguito – per evitare lo spopolamento si
sono consegnate ad una monocultura turistica, ma in questi anni
alcuni giovani hanno aperto stalle per ritornare all’attività
agropastorale. Scelta di vita quasi eroica che ora però la presenza
del lupo sta mettendo in crisi. Per questo la Provincia secondo
Detomas deve mettere un freno alla proliferazione del lupo presente
con tre branchi nella sola Val di Fassa. Non bastano per il
consigliere dell'Ual gli indennizzi per chi vive di zootecnia, perché
questo mortifica l'attività e ne impedisce la sopravvivenza. Giusto
per Detomas legiferare su questo tema nella logica di un’autonomia
dinamica, che punti ad ampliare le competenze.
Alessio
Manica (Pd) ha ripreso il richiamo di Simoni al “patrimonio delle
Alpi” costituito anche dai grandi carnivori. "Se i lupi e gli
orsi sono un patrimonio – ha osservato – non sono solo un
problema ma anche un’opportunità". Ecco allora che il ddl è
per Manica un’occasione importante e si è quindi augurato una
discussione approfondita del provvedimento in Commissione. Sarà
importante a suo avviso dare un segnale di dinamicità della nostra
autonomia su questo tema. Manica ha concluso preannunciando il voto
favorevole del Pd alla mozione con un appunto: la richiesta di voto
per punti separati del dispositivo di cui non è condiviso il punto 2
“che sembra un giudizio positivo sul ddl prima ancora che venga
discusso in aula”.
Walter
Kaswalder (Misto) si è detto dispiaciuto per il fatto che il testo
originario della mozione sia stato edulcorato, perché evidenziava il
rischio causato dal lupo anche per l’incolumità delle persone.
Andando avanti di questo passo la situazione è destinata a
peggiorare e secondo il consigliere la delega per la gestione
dell'animale andava chiesta prima al governo amico, non adesso. Su
questo tema, ha concluso, sta emergendo una spaccatura tra l’UpT,
formazione vicina alle valli, e il Pd che è invece un partito di
città.
L’intervento
del presidente Rossi e le reazioni delle minoranze.
Il
presidente Rossi è intervenuto con
alcune considerazioni di
carattere politico. La mozione delinea a
suo avviso impegni precisi
per la Giunta che in parte si sovrappongono a quelli previsti dal
disegno di legge. Quanto ai
toni da campagna elettorale, ha aggiunto Rossi, "oggi assistiamo
a ministri che girano per le
piazze a dire che sono sempre vicini alle forze dell’ordine. C’è
da chiedersi se questa non
sia campagna elettorale.
Sembra che oggi
in quest’aula vi sia una parte sola che fa campagna elettorale,
mentre non è così".
In secondo luogo il presidente ha chiarito cosa significa su questo
tema governare un’autonomia.
"Significa
– ha spiegato – agire
allo stesso modo sia con un
governo colorato in un certo modo sia con un governo colorato in un
altro modo. Come
ha fatto la Giunta provinciale che tutti
e due i governi nazionali ha cercato di esercitare le sue
prerogative, anche pagandone
le conseguenze dopo aver
deciso di eliminare un
esemplare pericoloso di orso. Allora esercitammo le nostre
prerogative".
Rossi ha poi ricordato la
richiesta di una norma di attuazione inoltrata il 4
agosto 2015 per chiedere di
ampliare le
competenze della Provincia sulla gestione dei grandi carnivori, orso
e lupo, attraverso un'apposita
norma di attuazione. La
Commissione dei 12 elaborò
la norma, che poi fu bloccata dal governo nazionale in disaccordo con
la parte riferita al lupo. Tutto alla fine si arenò ma questo per
Rossi dimostra che la Giunta aveva portato avanti coerentemente la
richiesta anche di poter abbattere i lupi anche con
il governo precedente a
questo.
Walter
Viola (Patt) ha osservato
che il ddl della Giunta
cerca di fare chiarezza su questo tema, mentre la mozione dice con
prudenza cose assolutamente ragionevoli in un campo in cui la
prudenza non è mai troppa se davvero
si vuole tutelare chi lavora
sulle montagne del Trentino, fortunatamente
ancora abitate e vissute.
Viola ha aggiunto che
se anche
sul tema del lupo le
posizioni fossero mutate, “solo
gli stupidi non cambiano mai idea. E ad
una politica responsabile
spetta il compito di
rispondere ai problemi".
Filippo
Degasperi (5 stelle) ha evidenziato come questa mozione cerca di
mettersi nella scia dell’esito delle elezioni del 4 marzo, essendo
evidente il
tentativo di cambiare
atteggiamento sul problema
lupo. Quanto al problema della paura evocata da Lozzer come un
rischio per il nostro turismo, secondo Degasperi i turisti oggi non
sembrano particolarmente preoccupati della presenza del lupo visto le
loro presenze da record in
Trentino nel
2017. Genera
invece sicuramente paura chi
in quest’aula parla del pericolo che il lupo costituirebbe per
i turisti. Quanto
alla mozione, per Degasperi
ha il difetto di non indicare
alla Giunta impegni precisi, ma
solo un atto di fiducia
nell'esecutivo, visto che
gli abbattimenti sono già
previsti in certi casi
previo parere dell’Ispra e autorizzazione del Ministero. Quali
altre azioni si prevedono allora? La mozione appare
fumosa, non
dice nulla e
si limita ad esprimere
vicinanza agli allevatori.
Savoi
(Lega) ha ribadito
che la Giunta Rossi ha
fallito su questo punto per
l’innaturale matrimonio tra il Patt e la sinistra, che
hanno valori differenti. I
progetti orso e lupo, secondo l’esponente leghista, sono l’emblema
di questo fallimento
politico degli autonomisti,
che non
hanno saputo difendere dalla sinistra i valori dei
trentini. Questa Giunta, ha
concluso, è falsamente autonomista.
Anche
Bezzi (FI) ha ricordato una sua
mozione di
qualche tempo fa, respinta in aula, sugli
orsi problematici che il
consigliere proponeva di rinchiudere in
un parco tematico. Per Bezzi Giunta
e maggioranza potevano proporre
questo ddl qualche anno fa in modo meno strumentale e quando avevano
un governo amico. "La
vostra coalizione –
ha concluso – non è
un’alleanza per il Trentino ma per autorottamarvi".
LE ULTIME DUE MOZIONI
Claudio
Civettini (Civica Trentina), mozione approvata
prevede
di istituire "zone franche" fiscali
nei
Comuni a maggiore rischio spopolamento
La
mozione, approvata
all'unanimità (30 voti), il
cui dispositivo è stato completamente sostituito da Civettini
d’intesa con l’assessore Olivi a nome della Giunta,
impegna
la Provincia in due direzioni: a coordinare in termini di
programmazione e di risultati gli interventi finora messi in campo a
sostegno della presenza e valorizzazione di attività commerciali e
di pubblico esercizio in aree montane e svantaggiate, qualificate
dall’erogazione di ulteriori servizi necessari alla comunità; e
con riferimento alle zone di montagna con maggiori difficoltà, ad
approfondire la possibilità di introdurre delle agevolazioni fiscali
limitatamente ai tributi locali di competenza legislativa
provinciale, per finalità di coesione e sviluppo territoriale.
L’assessore
Olivi ha ricordato che la Commissione europea ha riconosciuto alle
circa 200 attività multiservizi sostenute dalla Provincia la
qualifica di Sieg (Servizi di interesse economico
generale),
per cui se un’attività è collocata in un contesto fragile e hanno
una finalità di coesione possono ottenere anche
aiuti
in deroga a livello fiscale. Massimo Fasanelli (Misto), d’accordo
con la mozione per contrastare lo spopolamento delle aree di montagna
e salvaguardare l’ambiente, ha ricordato di aver chiesto l’utilizzo
dell’azione 19 (lavoratori del Progettone) per garantire
l’erogazione di servizi nelle comunità più svantaggiate del
territorio. Il problema dei contributi per Fasanelli è che "poi
vanno in tassazione",
per cui questa non può essere una
soluzione a
lungo termine. Nella
sua replica Civettini ha auspicato che tutte le politiche per le zone
svantaggiate siano inserite in un contenitore unico in modo da
renderle un’opportunità.
Filippo
Degasperi (5 Stelle), mozione
respinta
per
l’installazione di impianti di controllo
sul
tetto dell'acciaieria di Borgo Valsugana
La
mozione di Degasperi, respinta con 8 sì, 19 no e tre voti di
astensione, voleva impegnare la Giunta ad integrare i sistemi di
controllo dell'acciaieria di Borgo con l'installazione di deposimetri
sul tetto dello stabilimento per analizzare dal punto di vista
chimico, morfologico e dimensionali delle polveri diffuse con
l'attività dell'impianto. Un sistema di monitoraggio, ha ricordato
Degasperi, chiesto a Sava nel recente riesame dell'autorizzazione
integrata ambientale e richieste dal sindaco di Borgo.
L’assessore
Gilmozzi ha motivato il parere negativo della Giunta precisando che
il Comune ha proposto l’installazione dei deposimetri, ma l’Appa
ha avviato un progetto per una verifica ancor più puntuale delle
polveri, progetto che è in corso. Per questo si è deciso di
attendere l’esito dell'indagine dell'Appa. Il 21 settembre 2017
alla conferenza dei servizi dove si è parlato anche della proposta
di installare i deposimetri, l’Appa ha informato che erano in corso
queste indagini sulle emissioni che condizionano la qualità
dell’aria. Per questo il sindaco di Borgo ha deciso di non chiedere
l’installazione dei deposimetri in attesa della conclusione dello
studio dell’Appa sulle polveri. Ora lo studio dell'Appa è ultimato
ed è in corso la redazione della relazione conclusiva. Gli esiti
saranno condivisi con il Comune e il servizio ambiente della
Provincia adotterà le azioni conseguenti e necessarie per rimuovere
le cause dell’inquinamento che emergeranno dall’indagine. Saranno
installate in tal senso due cappe per convogliare il refluo prodotto
dall’impianto dentro filtri da cui sarebbe completamente abbattuto.
Il fenomeno è quindi sotto monitoraggio dell’Appa ed è già
prevista la posa di due potenti filtri, per cui la questione dei
deposimetri è abbondantemente superata. Le soluzioni proposte al
problema dell’inquinamento sono infatti molto più incisive. Ecco
perché Gilmozzi ha concluso ricordado di aver chiesto a Degasperi il
ritiro dell’interrogazione.
Richiesta
respinta da Degasperi che, pur sapendo dello studio dell'Appa, si è
detto convinto che i deposimetri, essendo strumenti in grado di
fornire informazioni importanti per la salute, potrebbero aggiungersi
alla soluzione prospettata con i filtri. Non si tratta a suo avviso
di apparecchi alternativi ma complementari che si dovrebbero
installare se davvero si vuole fare di tutto per tutelare la salute
dei cittadini.
L’assessore
Gilmozzi ha replicato ricordando che i deposimetri possono solo
verifcare l’effetto dei depositi e l’andamento direzionale delle
polveri verso Borgo Valsugana. Lo scopo di questi strumenti è
sufficientemente coperto dallo studio che Appa sta attuando. Inoltre
le polveri saranno convogliate completamente dentro i due camini. Per
questo non ha senso installare anche i deposimetri. E ha quindi
ribadito il no alla mozione.
Approvata
la procedura d'urgenza per il ddl sulla gestione di lupi e orsi.
Prima
di concludere la seduta, il Consiglio ha approvato con 29 voti a
favore e l’astensione di Kaswalder (Misto) la procedura d’urgenza
per l'esame del ddl 230. Il testo, ha ricordato il presidente
Dorigatti, potrà così essere discusso in aula nella seduta del 3, 4
e 5 luglio. Il presidente della Giunta Rossi ha spiegato che
all'origine della vicenda c'era la norma di attuazione richiesta
dalla Giunta nel 2015 e sulla quale la Commissione dei 12 aveva
lavorato senza ottenere poi il recepimento da parte del governo per
la parte relativa al lupo. "L’urgenza, ha evidenziato Rossi,
c’era anche allora ma il rallentamento subito dall'iter ha reso
impossibile utilizzare la norma di attuazione e ka Giunta ha quindi
adottato la seconda via, presentando questo ddl urgente
sull’alpicoltura, che prevede un parere dell’Ispra a garanzia
delle misure da adottare.