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30/11/2017 - In aula o in commissione

Parità di genere nella legge elettorale, concluso l'esame degli articoli, domani l’approvazione

In Consigilio provinciale maggioranza a sostegno degli emendamenti di Bottamedi

Parità di genere nella legge elettorale, concluso l'esame degli articoli, domani l’approvazione

Respinte le proposte di Zanon. Bezzi favorevole al referendum confermativo

Parità di genere nella legge elettorale, concluso l'esame degli articoli, domani l’approvazione

​Dopo l’approvazione del testo unificato sui masi agricoli, nell’aula del Consiglio è iniziato l’esame del disegno di legge 186 proposto per modificare la legge elettorale provinciale del 2003 da Manuela Bottamedi (Gruppo misto) e Giacomo Bezzi (FI). La maggioranza ha votato compatta tutti gli emendamenti necessari per sopprimere 35 dei 37 articoli del testo originario (che mirava a reintrodurre l’elezione indiretta del presidente della Provincia e il sistema proporzionale), in modo da lasciare solo quelli introdotti, e “blindati” da Bottamedi e Maestri con appositi emendamenti, per garantire la parità di genere sia nelle liste dei candidati (50-50) che nel sistema di voto (con il limite delle due preferenze). Le minoranze hanno chiesto il voto segreto sulle modifiche proposte agli emendamenti di Bottamedi da Zanon (PT, che prefigurava liste di candidati al 60% di un genere e al 40 dell’altro e il limite delle tre preferenze, una delle quali di genere diverso dalle altre), senza però riuscire ad ottenere defezioni tra i consiglieri della coalizione. Alle 18.30, esaurito l’esame di tutti e 37 gli articoli e dei relativi emendamenti, il presidente Dorigatti ha sospeso i lavori che riprenderanno domani alle 10 con le dichiarazioni conclusive e il voto finale. Evidente, soprattutto dagli interventi di Borgonovo Re, Avanzo, Passamani e Maestri che oltre a quelli di Bottamedi e Bezzi hanno animato la discussione, la volontà della maggioranza di poter terminare domani mattina per acquisire anche i voti dei componenti della maggioranza oggi assenti e arrivare in tal modo ad ottenere il numero di consensi necessario per evitare il ricorso al referendum popolare confermativo della legge.

Bottamedi: la parità di genere nella legge elettorale non è una forzatura, ma anticipa il cambiamento.

Dopo la lettura della relazione di maggioranza da parte di Borgonovo Re (Pd), la prima firmataria Manuela Bottamedi ha ricordato che “il ddl era nato un anno fa dalla consapevolezza che l’uomo solo al comando può provocare qualche problema di governabilità e di serenità all’assemblea legislativa. Questo – ha proseguito – mi ha spinto a proporre una revisione della legge elettorale introdotta nel Trentino nel 2003, ritoccando tutti gli articoli della normativa. La legge elettorale trentina era stata introdotta in seguito alla riflessione che aveva preso piede in quegli anni sulla necessità di rendere stabili i governi. La Provincia ha in sostanza copiato il modello del sistema elettorale maggioritario presidenziale tipico dei Paesi anglosassone ma che mal si attaglia alla realtà della nostra provincia. Questo modello genera infatti uno forte squilibrio tra poteri a favore dell’esecutivo indebolendo le assemblee legislative. Non solo perché, appunto, tutto è nelle mani dell’esecutivo e in particolare del presidente della Provincia, ma anche per l’artificiosa e forzata costruzione di alleanze politiche prima delle elezioni. Questo sistema ha causato il progressivo allontanamento della società civile dalla politica attiva e prodotto il dilagante astensionismo elettorale di oggi”. Per Bottamedi a differenza del maggioritario il sistema elettorale proporzionale proposto dal suo ddl, “garantisce più rappresentatività alle forze politiche presenti nella nostra comunità”. Il ddl, ha ricordato, introduce inoltre l’istituto della sfiducia costruttiva alla tedesca e il metodo D’Hondt, che garantisce comunque la maggioranza a chi riceve più voti. Vi è poi la proposta di tornare all’elezione indiretta del presidente della Provincia che non verrebbe più eletto direttamente dal popolo ma dall’aula del Consiglio provinciale. “L’assemblea legislativa tornerebbe così ad avere un peso importante”.

Bottamedi ha aggiunto che “due norme del ddl propongono anche la parità di genere nella compagine istituzionale della Provincia. Norme – ha proseguito – già arrivate in aula lo scorso anno con la proposta di legge Maestri-Bezzi, ma poi ritirate nel maggio scorso a causa dell’ostruzionismo”. Bottamedi ha sottolineato di aver inserito queste norme all’interno del suo ddl nel marzo scorso, agli articoli 19 e 25. “Queste norme chiedono che venga stabilita una parità di genere nelle liste di candidati perché siano al 50% donne e 50% uomini e che poi il voto venga espresso al massimo con due preferenze. Quando si sceglie liberamente di esprimere due preferenze, una dev’essere per un candidato di genere diverso dall’altro. Non si tratta di una forzatura – ha detto – ma della volontà di stabilire con legge una parità ai blocchi di partenza, perché tutti inizino la gara avendo all’inizio le stesse condizioni. Poi sarà il merito o demerito a distinguere chi ha lavorato bene da altri. Diversamente, spesso anche a donne che hanno merito e valore viene impedito di entrare nelle istituzioni democratiche. Questa legge accelererebbe e anticiperebbe un processo culturale che è già in atto ma che appare ancora molto lento. Dopodiché diventerà naturale che donne e uomini paritariamente parteciperanno alla politica attiva”. Bottamedi ha precisato infine che “parità non vuol dire uguaglianza perché uomini e donne sono portatrici di sensibilità e valori diversi”.

In assenza di interventi nella discussione generale, Bottamedi ha ripreso, sorpresa, la parola per la replica. La consigliera si è dichiarata “consapevole che la parte relativa alla proposta dell’elezione indiretta non trova consensi nella maggioranza. Al contrario, sul punto della introduzione della parità di genere nel sistema elettorale, la maggioranza è favorevole visti gli emendamenti depositati da Lucia Maestri, identici ai miei, per “blindare” l’obiettivo. Bottamedi ha ringraziato i colleghi del Pd per aver accolto ciò che io ho offerto su un piatto d’oro perché questa è l’ultima possibilità per vincere una battaglia che sembrava persa. Mi fa piacere – ha concluso – che abbiate raccolto questa occasione”.


Rapido esame degli articoli per ridurre il testo alle sole norme sulla parità di genere. Gli interventi di Borgonovo Re e Avanzo.


Maestri (Pd) ha chiesto dieci minuti di sospensione per poter concordare la posizione da tenere in seno alla maggioranza.

Al rientro in aula Degasperi (5 stelle) ha ritirato i tre ordini del giorno da lui presentati ed è iniziato subito l’esame degli articoli. Con le prime votazioni sono stati rapidamente azzerati i primi 18 articoli attraverso gli emendamenti soppressivi di Lucia Maestri (Pd). I voti della maggioranza sono stati quasi sempre 18 e quelli delle minoranze 13. Da segnalare in questa prima fase gli interventi di Donata Borgonovo Re (Pd) e Chiara Avanzo (Patt). Sull’articolo 7, che introduce il tema della mozione di sfiducia costruttiva, Borgonovo Re (Pd) ha voluto motivare l’impossibilità di aderire a questa “riedizione storica” del sistema proporzionale, con un lungo intervento nel quale ha rievocato tutto il percorso che ha portato al sistema elettorale maggioritario. La consigliera ha condiviso la preoccupazione per l’uomo solo al comando espressa da Bottamedi. Meglio sarebbe – ha concluso – pensare ad una diade dal comando.

Sull’articolo 9 che riguarda la composizione della Giunta, Avanzo (Patt) ha preso la parola osservando che pur condividendo la norma proposta da Bottamedi di ridurre il numero degli assessori, ha evidenziato la mancata previsione nella compagine dell’esecutivo di almeno una presenza femminile. Avanzo ha motivato così il proprio voto sfavorevole all’articolo. Bezzi (FI) ha ricordato ad Avanzo che “questo ddl è delle minoranza e che se la maggioranza voleva fare un ddl per le donne poteva presentarne uno e farlo approvare. Non avete neanche presentato emendamenti propositivi”. “Veder usare il suo tempo – ha aggiunto sempre rivolto ad Avanzo – per fare ostruzionismo a un’altra donna è stato poco piacevole”. A Bezzi ha replicato Maestri ricordando i 5.387 emendamenti ostruzionistici presentati al ddl da lei presentato per la doppia preferenza di genere.


Primo voto segreto, respinta la modifica di Zanon sul 60-40 nelle liste elettorali.


Sull’articolo19 vi è stata discussione sui tre emendamenti presentati da Bottamedi, Zanon e Maestri. Bottamedi ha spiegato che in origine l’articolo era composto da 8 commi, per cui l’emendamento da lei presentato serviva a salvare solo quello sulla parità di genere nelle liste dei candidati. Sul subemendamento di Zanon, che proponeva liste composte non al 50% da candidati dei due generi ma al 60% di un genere e al 40 di un altro. Simoni (PT) ha chiesto il voto segreto su questo emendamento. Maestri ha dichiarato la contrarietà della maggioranza all’emendamento di Zanon. Bezzi (FI) si è dichiarato favorevole all’emendamento Bottamedi anche se avrebbe preferito la difesa di tutto il ddl da lui firmato. E ha aggiunto di essere anche sempre stato favorevole all’ipotesi del referendum su questa legge. “Referendum nel quale voterò sì, mettendoci la faccia”. Zanon (PT) ha precisato che l’emendamento da lui proposto prevedeva un rapporto del 60%-40% nella suddivisione per generi nelle liste dei candidati. Maestri ha preannunciato il voto favorevole all’emendamento Bottamedi. Borga (CT) ha preannunciato la scelta di non partecipare al voto sull’emendamento Bottamedi “perché a tutto c’è un limite”.

L’emendamento Bottamedi ha ottenuto 21 sì, 5 no, 1 voto di astensione e 4 non partecipazioni al voto. L’emendamento Zanon è stato respinto con 12 sì e 19 no. L’articolo 19 così emendato è stato approvato con 20 sì e 10 no.

Maestri ha segnalato che un’altra proposta inserita nel ddl con emendamento aggiuntivo all’articolo 19 (approvato con 21 sì, 7 no e 2 astensioni) riguarda la parità di genere anche nelle trasmissioni televisive in campagna elettorale.

Passamani (Upt) ha motivato la propria contrarietà all’articolo 20 del ddl Bottamedi evidenziando come l”a governabilità prima dell’entrata in vigore della legge elettorale provinciale nel 2003 fosse stata molto ma molto scadente. Tornare indietro sarebbe quindi sbagliato e significherebbe tornare all’ingovernabilità della Provincia”.

Mario Tonina (Upt) ha votato ha favore dell’articolo 21.

Sull’emendamento all’articolo 22, Maestri che solo grazie a questa norma, pur tecnica, sarà possibile costruire liste paritarie. L’emendamento è stato approvato con 19 sì, 7 no, un astenuto e due non partecipanti al voto (Civica Trentina).


Respinto con voto segreto anche il secondo subemendamento di Zanon per le tre preferenze.


Tre gli emendamenti all’articolo 25, che più in particolare riguarda la doppia preferenza di genere. Bottamedi ha ricordato che l’emendamento da lei presentato introduce la possibilità di esprimere due voti di preferenza. Se questo avviene i candidati scelti devono essere di genere diverso. Zanon ha letto il proprio subemendamento per modificare quello di Bottamedi sulla possibilità di esprimere tre preferenze, di cui almeno una di genere diverso, chiedendo il voto segreto. Maestri ha annunciato il sì della maggioranza all’emendamento Bottamedi, presentato prima del suo (ritirato), e il no a quello di Zanon. Il subemendamento Zanon, con voto segreto, è stato respinto con 13 sì e 18 no. L’emendamento Bottamedi ha ottenuto 20 sì, 6 no, due astensioni e tre non partecipazioni al voto.

Due gli emendamenti all’articolo 27, di Bottamedi, approvato (20 sì, 6 no, 1 astensione e 4 non partecipanti), e di Maestri, decaduto.

Alle 18.30, soppresso anche l’ultimo articolo, il 37, la seduta è stata sospesa e riprenderà domani mattina alle 10.00 con le dichiarazioni di voto.