Il presidente e il direttore del museo sentiti dalla Quinta Commissione
Sgarbi e Maraniello propongono un patto con il territorio per rilanciare il Mart
Foto allegate
Il
Mart, museo d’arte moderna e contemporanea di Rovereto e Trento, ha
inaugurato stamane presso la Quinta Commissione permanente presieduta
da Alessia Ambrosi il programma di ascolto dei quattro musei
provinciali, Mart, Muse, Castello del Buonconsiglio e Museo degli usi
e costumi della gente trentina. Gianfranco Maraniello Direttore
del Mart dal 2015 e il Presidente di recente nomina Vittorio
Sgarbi hanno anticipato programmi di attività del museo e azioni
e iniziative future. Compreso un chiarimento sugli insulti ai
consiglieri e sul Palazzo delle Albere.
Mart,
un’idea di museo “oltre le sale espositive”
Spero
che questa possa essere una prassi abituale, ha esordito Maraniello,
confessando lo stupore di non essere mai stato invitato da quando fu
eletto nel 2015. Il Mart del futuro, ha proseguito, è comprensibile
se si fa un passo indietro, in merito ad alcune idee e proposte.
Posso testimoniare la necessità, sentita da tempo, ha aggiunto, di
una trasformazione progettuale importante per il Mart, che conosce un
disegno strategico e un posizionamento che risale al lontano 1988.
Sono cambiate parecchie cose da allora, di cui occorre tenere conto.
L’attrazione di un museo oggi non passa solo attraverso
l’organizzazione delle mostre e rispetto al passato tutto costa
molto di più e le risorse sono molto inferiori. Va ripensato il
progetto del “distretto culturale” di Rovereto, un luogo che
possa essere l’epicentro di un tema condiviso. Un’idea di
festival che ottimizzi le risorse secondo la condivisione con ogni
soggetto attivo di un programma protratto nel tempo, che abbia
ricadute sulle politiche turistiche e sulle attività produttive del
territorio. Un’idea di museo che vada oltre le sale espositive e si
metta a disposizione di un sistema di attrattività più ampio.
Questa visione progettuale vede il Mart come “ottimo brand
servente di un’azione mirata di attività di un territorio
attraverso un programma specifico, che va ripensato, con la città di
Trento e con l’intera Provincia”. In questo contesto si inserisce
anche l’interpretazione del contemporaneo, che non è solo la
ricerca delle ultime tendenze, ma può essere ripensato rispetto alla
tradizione, ha aggiunto Maraniello.
Se
togliete le Albere al Mart me ne vado
Il
presidente Vittorio Sgarbi si è detto lusingato da questa
convocazione, una piacevole novità istituzionale per non essere
percepiti come “un pianeta autonomo rispetto a quanto accade in
Trentino”. Due sono le anomalie in Trentino in questo momento, ha
ironizzato: M49 e la mia presenza, per il rischio che entrambi
possiamo costituire come “entità pericolose”. Sgarbi ha voluto
precisare due passaggi che lo hanno coinvolto negli ultimi mesi. Con
riferimento alla sua contestata nomina a Presidente del Mart, ha
definito “un atto di sottocultura avvilente da parte di certa
classe politica” ritenere che il ruolo di parlamentare possa
precludere l’attività di Presidente del Mart. In secondo luogo ha
chiarito il proprio ruolo nella difesa della “casa del Mart”,
ovvero il Palazzo delle Albere a Trento. Il Mart si chiama così
perché prevede una sede anche a Trento, che è appunto il palazzo
delle Albere, parte integrante del Mart, citato anche nell’atto
costitutivo come sua pertinenza. Il collega Zecchi, molto meno
integrato con la cultura trentina probabilmente conosce meno la
storia di questa provincia e delle mostre straordinarie che nacquero
a palazzo delle Albere, eccezionale simbolo di architettura
rinascimentale. Il privato rispetta quel monumento più di quanto
abbia fatto il pubblico con la costruzione di un museo, il Muse,
troppo vicino alla sua struttura, che andava fatto almeno 200 metri
più in là. Che dopo questa violenza si pensi di mettere delle
gigantesche palle, è un’altra cosa di cui non si può nemmeno
parlare perché è contro una legge di tutela. “Non ho alcuna
disponibilità a discutere di questa materia e se Palazzo delle
Albere dovesse essere tolto al Mart abbandonerei questo incarico”,
ha dichiarato. Palazzo delle Albere deve contenere opere d’arte
nella loro dimensione estetica più piena, non un ridicolo museo
della storia della filosofia, aldilà di cosa dice il collega Zecchi.
Gemellarsi
con altre realtà è solo un vantaggio
Non
ho nessuna volontà di raccontare il futuro, che è ancora in
elaborazione e che sarà anticipato tra poco al cda del Mart.
Maraniello è il miglior direttore che potevo sperare, ha aggiunto:
l’ho apprezzato “per le sue capacità diplomatica, organizzativa,
strategica e persino curiale”, sta facendo un lavoro importante al
Mart, che è il primo museo di arte moderna e contemporanea d’Italia.
Ecco perché c’è il richiamo di città vicine per gemellarsi con
il Mart e assorbirne il brand, che inevitabilmente ne racconta
e ne diffonde l’eccellenza. L’idea che il museo Maga di Gallarate
ambisca a gemellarsi con il Mart è una forma espansionistica solo
vantaggiosa. Poi c’è Verona, una “Rovereto più meridionale,
bilanciata tra Lombardia e Veneto” e l’idea di creare un ponte
ideale di congiunzione di Rovereto con questa città mi sembra
anch’essa buona: una proiezione del Mart che non porta danno a
nessuno, perché i confini dell’arte non esistono, né
territoriali, né psicologici.
Un
ponte tra la grande storia dell’arte universale e la
contemporaneità
Sgarbi
ha quindi anticipato la sua visione per il Mart, l’idea di far
dialogare antichi e moderni, di stabilire un ponte tra la grande
storia dell’arte universale e la contemporaneità. Nasce così il
progetto di portare al Mart Canova accostato al moderno e
contemporaneo, ma anche Caravaggio nella primavera prossima e nel
2020 Raffaello, collegato ad artisti novecenteschi che hanno
rappresentato un raffaelismo perenne.
Nell’arte
Trento batte Bolzano
Esprimendo
l’idea di fare di Rovereto un luogo d’incontro su cosa sia l’arte
contemporanea. Sgarbi ha messo in evidenza il contrasto tra il Mart,
“museo consistente”, e il Museion di Bolzano dove è stata
esposta una rana crocifissa. Il Museion è il museo meno visto del
mondo, ha aggiunto. Il contemporaneo, infatti, deve essere inclusivo,
creare collegamenti, non può e non deve determinare un aut aut,
quanto piuttosto un et et.
Albergatori
e ristoratori sentinelle della cultura
Sgarbi
ha detto di immaginare, per il Trentino, una formula da lui già
adottata anche a Cefalù, per fare in modo che l’albergatore e il
ristoratore diventino sentinelle della cultura trentina. Ogni persona
che va in un ristorante lascia due euro avendo in cambio un biglietto
del Mart, in una sorta di “paragratuità”. L’idea è quella di
legare i ristoratori e gli albergatori ad una produzione artistica
importante e prestigiosa sul territorio come quella del Mart. A tal
fine è stato proposto e programmato un incontro il 20 settembre con
gli operatori del turismo affinché propongano il Mart come opzione
turistico-culturale importante e significativa.
Ghezzi:
un programma apprezzabile, Sgarbi dica però se è anche il decisore
urbanistico della città di Trento
“Può
essere una buona idea se riporta vita su Mart” ha detto Paolo
Ghezzi (Futura) che obiettivamente, aldilà dei grandi meriti di
Maraniello, ha detto di apprezzare la fantasia di Sgarbi e la sua
indiscutibile preparazione, elementi importanti fosse solo a livello
di marketing. Siamo colleghi, ha aggiunto rappresentando il “piccolo
problema” nell’essere stato definito “depensante”, una
definizione che certamente non tutela la dignità del consiglio
provinciale e dei suoi consiglieri. Siamo forse “pensanti in modo
diverso ma non necessariamente depensanti” ha obiettato. Accanto a
questa doverosa premessa Ghezzi ha definito interessante, esplicito
ed apprezzabile il programma esposto da Sgarbi, prima su tutte l’idea
che il museo deve dialogare con il passato. Detto questo ci sono un
paio di punti: c’è un mandato di Bisesti affinché lei intervenga
sull’area delle Albere? Ha chiesto, Ovvero, lei esclude che le
Albere diventino uno hub ove più soggetti possano collaborare
a fare attività che si accostano o si integrano? Approvo l’idea di
collegare la proposta del Mart ad una proposta di marketing turistico
perché sono convinto che ci sono dei modi anche semplici per
veicolare i contenuti culturali. Rimane però il tema di come lei
interpreta il suo ruolo: è anche il decisore urbanistico della città
di Trento oppure solo il Presidente del Mart?
Respingo
l’idea di un ruolo esorbitante rispetto a quello di Presidente del
Mart
Sgarbi
ha replicato evidenziando la tendenza di attribuirgli dei poteri del
tutto fantasiosi. Respingo l’idea di un ruolo esorbitante da quello
del Presidente del Mart e come tale sono anche Presidente del Palazzo
delle Albere che è indicato nell’atto fondativo del Mart, è nelle
disposizioni del Mart, prima opera della produzione del Mart. Non
vengo consultato per nulla né da Bisesti, né da Fugatti, ha
chiarito, parlo come Presidente del Mart, non in chiave politica e
come tale dico che quella pertinenza è un pezzo del Mart.
Ferrari:
stigmatizzo il metodo della Giunta, molte idee condivisibili
Sara
Ferrari (PD) ha rilevato che essere qui oggi ad ascoltare le
prime ed indicative idee rispetto al Mart in assenza dell’assessore
competente è uno sgarbo istituzionale. Come politica tengo a
precisare che rifuggo da qualsiasi tipo di polemica e pertanto
stigmatizzo le modalità in cui la Giunta ha fatto pervenire la
richiesta di parere di modifica del regolamento del Mart per rendere
compatibile il candidato prescelto per quella carica. A me piacerebbe
sapere se il tema è stato definitivamente risolto e se il Presidente
che stiamo ascoltando è legittimato fino in fondo, aldilà delle
polemiche e degli insulti. Aldilà di questo, ha proseguito,
condivido e apprezzo l’idea di questo collegamento che utilizza
l’arte antica per valorizzare l’arte contemporanea: è una bella
operazione anche ai fini del rendere il Mart qualcosa di percepito
dal pubblico trentino come “meno di nicchia rispetto a quanto
accade spesso”. Da Canova a Caravaggio a Raffaello, tutto è
strumentale per valorizzare il Mart e fa piacere questo approccio del
direttore e del presidente. Ugualmente Ferrari ha detto di
condividere la posizione sul palazzo delle Albere che merita di
essere valorizzato. Mi piace il dialogo nella cultura e mi piace
pensare che recuperare dignità al palazzo delle Albere possa
prevedere anche un dialogo con il Muse perché le due realtà possono
valorizzarsi a vicenda, ha concluso.
Credo
di avere i requisiti giusti per presiedere il Mart
Sgarbi
ha apprezzato tutte le considerazioni di Ferrari. Sulla questione
degli insulti, ha chiarito che la propria reazione è dipesa da
qualcosa aldilà della propria volontà perché era del tutto ignaro
della volontà di modificare il regolamento. Io non avevo idea né di
chiedere la modifica né che fosse stato chiesto l’intervento di
Cantone per verificare una mia compatibilità. Credo di essere per il
Mart un Presidente con i requisiti giusti perché il Presidente è il
pensiero che realizza, le idee che esprime ed io ribadisco la
pienezza del mio ruolo, ha concluso.
L’apprezzamento
di Cavada e Job
Gianluca
Cavada (Lega) ha osservato che quella di indicare Sgarbi alla
Presidenza del Mart sia stata un’ottima scelta e a costo zero,
perché Sgarbi è un valore aggiunto per il rilancio del Mart e del
Trentino.
Ivano
Job (Lega) si è definito asburgico e montanaro (ovvero vendo la
pelle dell’orso dopo averlo preso): avremo risposte interessanti
dal pubblico perché il Mart si avvantaggerà sicuramente dalla
presenza di Sgarbi, anche se come ristoratori e albergatori abbiamo
già un accordo con i musei, ha detto.
L’incontro
si è concluso con il ringraziamento della Presidente Ambrosi
e l’auspicio di Sgarbi che ci siano altri confronti come quello di
oggi. La mostra delle mie opere a Caldes, ha tenuto a chiarire il
Presidente del Mart, non centra nulla con Fugatti, era stata pensata
già con Panizza.