Quinta Commissione, per il nuovo presidente dell'Ateneo c'è una sola autocandidatura.
Università, ok allo schema d'intesa con la Pat: turn over al 100% e via all'acquisto del Cte
Fondi regionali europei: investimenti per la sicurezza del territorio e banda larga
In
Quinta commissione, presieduta da Lucia Maestri (Pd), si è parlato
di università con l’espressione del parere, che è stato positivo
con 4 favorevoli e 2 astenuti, sullo schema di intesa tra la Pat e
l’Università di Trento e della modifica del programma del Fondo
europeo di sviluppo regionale.
Partendo
dallo schema d'intesa Università - Provincia, l’assessora Ferrari
ha affermato che il patto di stabilità tra Unitn e Pat è del tutto
simile allo scorso anno. Riguarda indebitamento, personale e
contenimento spese e condivisioni dei servizi. Solo sul personale c’è
una novità: il turn over è stato fissato al 100% sia per personale
amministrativo che docente rispetto al 50% del 2017. Una scelta, ha
detto, che ricalca quella nazionale e che la Giunta ha fatto perché
l’Università è molto distante dal tetto di spesa fissato per il
personale. Sugli affitti i limiti rimangono quelli del 2017, ma
all'Università viene data la possibilità, invece, di acquisizioni
pensando anche a quella del Cte. A proposito del Cte, Lucia Mestri ha
chiesto quali tempi siano previsti. La dirigente Livia Ferrario ha
affermato che, ultimata l'acquisizione, i lavori sono programmati in
autunno, ma mentre si lavorerà per allestire la mensa, gli spazi al
piano superiore rimarranno a disposizione per le esposizioni. La
mensa verrà quindi aperta non l'anno accademico che si aprirà in
autunno ma quello successivo. Poi c’è stata la domanda, sempre da
parte di Lucia Maestri, sul presidente dell'Università. L’assessora
Ferrari ha detto che l’iter è complesso, perché prevede una terna
di saggi che deve dare parere vincolante sulla qualità delle
candidature per il cda e quindi sul presidente. Terna, oggi composta
dalla professoressa Tarantola, da Onida e Nicolais, che sta scadendo
e si stanno individuando i tre sostituti che devono essere di alto
profilo. Ma, ha detto Sara Ferrari, c’è una sola autocandidatura a
presidente. Il mandato della Giunta è quello di individuare una
figura che deve essere preferibilmente non accademica perché un
soggetto dell’accademia difficilmente non si troverebbe in
difficoltà o in conflitto. La competenza richiesta, ha continuato
l'assessora, è manageriale con relazioni internazionali. E questo
perché l'Università di Trento è tra le più internazionali del
Paese. Quindi, quello richiesto è un profilo di competenza
gestionale e con relazioni internazionali. Lucia Maestri ha chiesto
poi se il mandato politico del futuro presidente dell'ateneo sarà in
linea con quello di Cipolletta. L’assessora ha risposto che il
mandato sarà discusso quando sarà individuata la figura. Ma, ha
aggiunto, Cippolletta ha raggiunto livelli di eccellenza e quindi la
strada intrapresa è da riconfermare. Civettini (Civica Trentina) ha
detto che sarebbe opportuno fare un ragionamento su prospettive di
studenti e ricercatori trentini. Perché non ha senso importare
ricercatori dal Giappone e fare scappare i nostri all’estero. Le
eccellenze trentine lavorano per l’80% fuori dal Trentino.
L’assessora ha risposto che c’è la preoccupazione
sull’occupabilità dei nostri studenti, anche se il mercato è
aperto e chi è più bravo va dove l’offerta è migliore. Un
ragionamento andrebbe invece fatto con il sistema produttivo trentino
per dare lavoro qualificato. Negli ultimi anni, ha aggiunto Sara
Ferrari, c’è stato un decremento degli studenti trentini che si
iscrivono all’università. Ha inciso, probabilmente, la situazione
economica meno favorevol, ma anche la diffusa sensazione che una
laurea non ti dà lavoro, anche se, al contrario, i dati dicono che
investire in formazione conviene. Per questo si stanno facendo in
tutte le comunità di valle incontri con i genitori per far capire
che investire in formazione merita e sono stati fatti presenti gli
aiuti che la Pat riesce a mettere in campo. Ci sono poi incentivi
sulle forme di risparmio per permettere, in futuro, l’accesso
all'Università. Un intervento, quindi, sulla classe media. Lo scorso
ci sono state 109 domande e 88 sono state accolte e non c’è quindi
un grande successo dell’iniziativa perché ci sono problemi di
informazione. L’obiettivo, ha aggiunto l’assessora, non è quello
di trovare un lavoro ai ragazzi ma far capire alle famiglie che vale
la pena investire in formazione. Civettini ha replicato che vanno
incentivati i percorsi che hanno uno sbocco e sarebbe interessante
sapere quanti sono i ragazzi usciti con 110 e lode e quanti hanno
avuto un’offerta di lavoro. Ci sono invece vertici si società di
sistema, ha aggiunto, e decine di persone che occupano posti
importanti grazie all’appartenenza politica. Le famiglie quindi si
chiedono: dopo che ci siamo svenati per farli studiare li mandiamo a
fare pizzaioli. Il 74% dei laureati in Trentino, ha replicato la
dottoressa Livia Ferrario, trovano lavoro entro un anno. Nell’alta
formazione professionale si sfiora il 90%.
Fondi
Fesr, investimenti per la sicurezza del territorio.
Il
dottor Michele Michelini ha presentato le modifiche del programma
operativo Fondo europeo di sviluppo regionale 2014 – 2020 che è da
108 milioni e mezzo di euro. Fondi che vengono impiegati
principalmente sulla ricerca (in testa Meccatronica) e infrastrutture
di ricerca per un totale di 54 milioni 876 euro. Un'altra grande
fetta è riservata alle aziende e un'altra quota va alla
razionalizzazione energetica di edifici pubblici e imprese. Un
programma che è stato modificato dalla Pat che ha introdotto due
nuovi assi: la riduzione del rischio sismico e idrogeologico (19
milioni di euro), con la sistemazione dei cavalcavia nella parte sud
del Trentino che è zona a rischio sismico, seppur non alto, e la
sicurezza del territorio, mentre l'altro riguarda il completamento
della banda ultra larga, perché erano rimasti fuori collegamenti con
enti pubblici, in particolare scuole (6 – 7 milioni di euro). La
domanda di modifica del programma, ha ricordato Michelini, è stata
fatta alal Commissione europea a inizio di settembre 2017 e nel
febbraio 2018 è arrivato l’ok da Bruxelles. Quindi ora l’80% del
programma è su ricerca e imprese e il 19% sulla infrastrutturazione
del territorio e la sicurezza. Quasi il cento per cento della spesa
di 108 milioni è stata già programmata.
Rodolfo
Borga (Civica Trentina) ha ricordato che qualche anno fa in una
risposta ad una sua interrogazione erano emersi dati preoccupanti
sulle scuole non a norma di competenza comunale e provinciale. Più
in generale, il consigliere della Civica Trentina ha detto che sono
stati ridimensionati gli obiettivi su ricerca e imprese e quindi più
che una scelta virtuosa e stata una necessità perché altrimenti la
Pat avrebbe perso 26 milioni di euro perché non sarebbe riuscita a
rendicontare alla Ue in tempi utili le spese. Insomma, se la Pat
rischiava di perdere 26 milioni su 108 il quadro non è
entusiasmante. Michelini ha detto che l’Ue ha messo paletti precisi
sulla sicurezza del territorio e che, questa variazione, la spesa
complessiva è stata messa in sicurezza. Comunque, le risorse della
Pat hanno sostituito i fondi Ue spostati dalla ricerca e l’impresa
sulla sicurezza territoriale. C’è stato, insomma, un effetto
sostitutivo e non si sono tolte risorse a questi settori. La risposta
non ha convinto Borga il quale si è chiesto perché la Pat non ha
messo direttamente i soldi su sicurezza del territorio e banda larga
e ha chiesto su quali bilanci verranno messi i milioni che hanno
coperto i cambi di destinazione dei fondi europei. Michelini ha
risposto che in parte sono andati sul 2018 e sul 2019 e un altra
parte in quelli successivi. Civettini ha ricordato che si sono spesi
600 mila euro per una centrale a idrogeno costruita in mezzo a una
campagna a Reviano nel comune di Isera e che è da lungo tempo ferma,
un esempio concreto per chiedersi quali siano gli effetti di questi
grandi investimenti con i fondi provenienti da Bruxelles? Michelini
ha risposto che la programmazione europea si basa sul principio della
valutazione di impatto degli investimenti che deve essere fatta da
soggetti terzi.