L'assemblea legislativa ha anche sostituito un componente della Prima Commissione
Il question time che ha aperto la prima sessione consiliare dell’anno
In allegato, la convocazione con l'ordine del giorno dei lavori e i testi in discussione
All’inizio
della seduta il presidente del Consiglio provinciale ha informato
dell’assenza della diretta video a causa della par condicio cui è
soggetta per legge la comunicazione pubblica in vista delle elezioni
politiche del 4 marzo, che ha avuto inizio il 28 dicembre scorso. Ha
poi avvisato che nella pausa dei lavori i consiglieri potranno
confrontarsi con il coordinamento dei lavoratori del porfido che
hanno chiesto e ottenuto un incontro. La discussione del question
time ha poi aperto la prima sessione annuale del Consiglio
provinciale. A seguire l’assemblea legislativa ha sostituito un
componente dimissionario della Prima Commissione permanente.
Interrogazione
n°5491
Interventi
e
messa in sicurezza
della
SS612
L'interrogazione
riguarda la SS612 della Val di Cembra, oggetto negli ultimi anni di
numerosi interventi che l'hanno fatta diventare un'arteria di
traffico molto importante, strategica anche per il collegamento con
Trento e le valli di Fiemme e Fassa. Tuttavia si segnalano le
precarie condizioni dello svincolo alla fine dell'abitato di Faver,
direzione Cembra e si chiede alla Giunta di far luce sulle eventuali
azioni programmate per porvi rimedio.
La risposta.
La Giunta ha spiegato che il
progetto esecutivo per i lavori è stato approvato nel marzo scorso e
prevede la razionalizzazione dell’intersezione tra la SS612 e la
strada citata con realizzazione di una rotatoria e di
un marciapiede di raccordo
di 1,5m. “L’appalto è stato provvisoriamente
assegnato e siamo pronti a stipulare il contratto non
appena saranno fatte le verifiche previste dalla procedura”,
ha detto l’assessore
competente. L’intervento
dunque sarà eseguito nei prossimi
mesi.
La
replica. Il consigliere
interrogante si è dichiarato soddisfatto: “un segnale forte per la
nostra comunità” ha
detto.
Interrogazione n°5503
Nosocomio di Arco
corrisponde al vero
che si vuole abbattere?
Con
l'interrogazione 5503 si chiede se corrispondano al vero le voci che
parlano dell'abbattimento del lotto C del vecchio nosocomio di Arco
e, in caso affermativo, se non si ritenga più opportuno utilizzare
tale edificio per ospitare i servizi amministrativi sparpagliati sul
territorio.
La risposta. L’assessore
competente ha chiarito che gli interventi sul vecchio nosocomio erano
stati inseriti nei piani di edilizia sanitaria delle passate
legislature e distinti in lotti. Se per lotto C l’interrogante
intende il vecchio lotto A”, l’assessore
ha confermato che si è
deciso di abbatterlo perché non è provvisto di collaudo statico
e risente di problemi
strutturali che non lo
rendono adeguato all’utilizzo.
Un abbattimento non fine a se stesso, ma finalizzato alla creazione
di uno spazio pertinenziale da adibire a verde o parcheggi.
La
replica. L’interrogante
ha dissentito, ribadendo la
convinzione che lo ha portato a depositare l’interrogazione.
Interrogazione n°5505
Attuazione
dell'ordine del giorno
sul
trasporto pubblico integrato
con
la Provincia di Bolzano
Con
l'interrogazione 5505 si chiede l'attuazione dell'ordine del giorno
275/XV, con il quale si impegnava la Giunta a valutare, in un quadro
di compatibilità finanziaria rispetto alla dotazione del Fondo
trasporti, la definizione di forme di riduzione del costo
dell'abbonamento a tariffa sovra regionale (per pendolari sulla linea
ferroviaria della Valsugana o del Brennero con origine nel territorio
provinciale, entro i nodi Verona-Brennero e Bassano-Trento) o di
rimborso tra tariffe sovra regionali e provinciali a pari
chilometraggio, così come già avviene nella vicina provincia di
Bolzano.
La risposta.
La Giunta ha spiegato che
dietro a questo c’è un
lavoro importante che riguarda il trasporto interregionale e i
rapporti con Ministero, Governo, Trenitalia e con le altre regioni.
In questi mesi si è cercata una mediazione per cercare di modificare
le tariffe sovra regionali e il tavolo regionale si è dato dei
criteri ed ha approvato la nuova tariffa che tenderà ad essere
inferiore a quella previgente. Ora dobbiamo costruire la nuova
tariffa con Bolzano e anche con il vicino Veneto e stiamo lavorando
per tradurre l’accordo generale in una pratica tariffaria. L’iter
non è ancora concluso, ma stiamo procedendo secondo gli indirizzi
dell’ordine del giorno.
La
replica. Dal momento che c’è
la volontà politica, mi auguro che gli uffici si diano da fare per
concretizzare realmente un impegno importante, ha replicato il
consigliere interrogante.
Interrogazione n°5508
Trasferimento
dell'UO
di Ortopedia
all'interno
dell'ospedale di Tione
Nell'ambito
del protocollo d'intesa in materia di sanità sottoscritto il 26
aprile 2016 dal presidente della Comunità di valle delle Giudicarie,
tra le priorità per l'Ospedale di Tione si evidenziava la necessità
di dare risposte alla domanda connessa a patologie di carattere
traumatologico, con conseguente potenziamento dell'Unità di
Ortopedia e Traumatologia, con trasferimento del reparto nell'area
recentemente ristrutturata. Dal momento che si apprende che è stata
data attuazione a tutto quanto previsto dal Protocollo ad esclusione
del trasferimento del reparto si interroga l'assessore competente per
chiederne le ragioni.
La risposta.
L’assessore competente
ha chiarito che il trasferimento è stato ritardato a seguito
dell’insorgere
di problemi strutturali che
hanno richiesto ulteriori lavori rispetto a quelli previsti. Il
trasferimento
è comunque
previsto per la fine del
mese di maggio.
La
replica. In politica quando si
firmano dei documenti si mantengono, ha detto l’interrogante nella
replica, manifestando il proprio disappunto: mi ritengo solo
parzialmente soddisfatto perché speravo di sentire che il
trasferimento è imminente e non è possibile che passino due anni
dalle previsioni che erano per il settembre 2016. Va anche aggiunto
che tutto il territorio ha inserito risorse a favore dell’ospedale
di Tione e del reparto di ortopedia considerato strategico proprio
per la vocazione turistica della zona.
Interrogazione n°5511
Gestioni associate,
è il caso di fare
un passo indietro
L'interrogazione 5511,
partendo dalla costatazione che con le gestioni associate sono
aumentati i disservizi, chiede alla Giunta se non ritenga necessario
rivedere l'obbligatorietà per i comuni di esercitare in forma
associata compiti e attività indicate dalla legge.
La risposta. L’assessore
ha precisato che con le gestioni associate il Comune mantiene le
proprie competenze, senza cedere alcuna delle proprie peculiarità di
scelta. Non c’è dubbio, ha ammesso, che come per tutte le
riorganizzazioni qualche problema oggettivamente può esserci, ma
siamo convinti che sul medio periodo porterà dei vantaggi sopratutto
ai piccoli comuni che garantiranno quei servizi che non saprebbero
offrire in forma unitaria. Siamo soddisfatti in termini generali per
questa nuova modalità, sebbene sia sicuramente per certi aspetti
faticosa e di difficile applicazione, ma non intendiamo rivederla.
La replica. La
popolazione è assolutamente insoddisfatta di questa modalità
di gestione, che sta creando
diversi disservizi, ha replicato l’interrogante ribadendo la
propria posizione.
Interrogazione 5513
Il 118 in Primiero,
quando si affronterà
il problema?
L'interrogazione torna sulla
questione, ancora non risolta, del personale del 118 in Primiero
chiedendo se e quando la Giunta intenda risolvere la questione, anche
in attuazione dell'odg approvato di recente dal Consiglio e se c'è
la disponibilità finanziaria per affrontare il tema dell'automedica
nella zona del Primiero.
La risposta. L’assessore
ha spiegato che la prossima settimana l’Azienda aprirà la
procedura di bando per un nuovo concorso per operatori tecnici
specializzati autisti di ambulanza che dovrebbe risolvere la
criticità oggetto dell’interrogazione.
La replica. Attendere
i tempi di un concorso non è confortante, ha replicato
l’interrogante. Si poteva trovare nel frattempo una soluzione
diversa e fare uno sforzo maggiore, ha detto dichiarandosi
insoddisfatto per la risposta.
Interrogazione 5515
Quando si attuerà
la legge 6
sulla mobilità?
L'interrogazione chiede alla
Giunta di conoscere i tempi e i modi per le procedure di attuazione
della legge provinciale 6, approvata il 30 giugno 2017, che prevede
un piano di mobilità partecipato, l'Osservatorio sulla mobilità
sostenibile e il manager provinciale della mobilità, considerando
che l'obiettivo della norma è quello di raggiungere quota 45% di
mobilità sostenibile entro il 2020.
La risposta. La
Giunta, per bocca dell’assessore competente, ha chiarito che il
cuore della legge 6 è il piano provinciale della mobilità, uno
strumento complesso che richiede attività
istruttoria complesse e che quindi è costituito da
una parte formale, oltre che
da una serie di altre attività propedeutiche. Entro
fine gennaio elaboreremo il regolamento, ha
dichiarato, poi ci sarà la
nomina dell’Osservatorio
ed infine del
responsabile del
processo
partecipativo,
che rappresenta il
“cuore” dell’attività dell’Osservatorio.
Non
si sta perdendo tempo, dunque,
ma si sta svolgendo un
importante lavoro anche a livello nazionale e regionale; abbiamo
già intrapreso un’attività di consulenza per la parte di
potenziamento sia del
servizio pubblico extraurbano che
per quello urbano. La parte
formale del piano della mobilità parte dunque con quest’anno con
consulenze tecniche e finanziamenti importanti. Sul resto il
confronto è apertissimo e si è fatto veramente molto, ha
ribadito l’assessore.
La replica. L’interrogante
si è
dichiarata solo
parzialmente soddisfatta: faccio presente all’assessore che
l’articolo 10 della legge
dice che le modalità di
funzionamento dell’Osservatorio sono disciplinate con regolamento
dall’Osservatorio stesso. Dunque com’è possibile che la Giunta
stia predisponendo il regolamento? Senza questo organismo, tra
l’altro, ha aggiunto, è
come se il processo che la legge vuole avviare rimanesse lettera
morta. Mi auguro che nei
prossimi mesi si possa quanto meno assistere alla nascita
dell’Osservatorio, ha concluso.
Interrogazione n°5510
Perché Trento Rise
avrebbe scelto
il patteggiamento?
L'interrogazione 5510 chiede
alla Giunta per quale motivo Trento Rise avrebbe scelto la strada del
patteggiamento nel processo scaturito dalle inchieste che hanno
coinvolto Trento Rise e Deloitte anziché affrontare il dibattimento
che avrebbe garantito la trasparenza. Con l'interrogazione si chiede
inoltre se la Provincia sia a conoscenza delle motivazioni per le
quali Deloitte ha scelto la Keynet per formare il raggruppamento
Icare per partecipare al Pcp Pua da 5 milioni di euro.
La risposta. La
Giunta ha chiarito che la Procura
della Repubblica
presso il Tribunale
di Trento, validando l’impianto per
le indagini preliminari, ha individuato come parte lesa
l’associazione
Trento Rise. Dunque l’amministrazione provinciale ha messo in atto
tutte le iniziative
per garantire la tutela della trasparenza,
ma
il nostro è un rapporto che prescinde dal procedimento penale. In
ordine alla scelta del rito del patteggiamento, si sa che questo è
un rito alternativo, una scelta di natura processuale che
sta nella totale libera
autonomia delle parti. Con riferimento al secondo quesito, ovvero
le motivazioni per le quali
Deloitte abbia
scelto la Keynet, la Pat non
è a conoscenza delle scelte compiute da Deloitte.
La
replica. L’interrogante si è
dichiarato del tutto insoddisfatto su entrambi i quesiti. Resta
il dubbio che la grande multinazionale Deloitte scelga una piccola
impresa da pochi dipendenti per fare un Pcp da 5 milioni di euro.
Interrogazione n°5500
Assegno nucleo familiare:
a quante famiglie è stato
negato
con l'introduzione
dell'assegno unico?
L’interrogazione chiedeva di
sapere quante famiglie si sono viste negare l'assegno regionale al
nucleo famigliare a seguito dell'istituzione dell'assegno unico,
strumento di razionalizzazione dei benefit esistenti. Infatti, se
prima l'assegno veniva calcolato sulla base di una tabella reddituale
del nucleo familiare, ora a determinarne il diritto è l'indicatore
Icef, che oltre ai redditi considera anche patrimonio mobiliare e
immobiliare.
La risposta. La
Giunta ha ricordato che
l’assegno regionale non era calcolato con un indicatore diverso
dall’Icef, perché l’Icef
veniva trasformato attraverso
una tabella in un dato
equivalente in euro, secondo
un sistema a scaglioni di reddito. La differenza di importi tra
l’assegno regionale e l’assegno unico non è pertanto riferibile
all’Icef ma alla modifica degli elementi che determinano la
composizione del nucleo familiare, oppure alle modifiche delle regole
con cui si determina l’importo dell’assegno. In
ogni caso il numero delle
domande presentate in passato per l’assegno regionale è
sovrapponibile
a quello
delle domande per l’assegno
unico. In sostanza, in base
ad una stima, ad oggi su
circa 30.000
famiglie con figli che alla
fine dell’anno accederanno
all’assegno unico, ne
potrebbero risultare escluse un
centinaio perché superano lo 0,30, ma
quel che conta è che ad
entrare nel sistema vi saranno circa
4.000 nuove famiglie
che prima
non avevano condizioni
per beneficiarne.
La
replica. Il
consigliere ha preso atto dei dati forniti, ma alcune famiglie
restano comunque escluse dal sistema, mentre altre non sanno ancora
se avranno o meno accesso all’assegno unico, per cui ha sollecitato
la Giunta affinché questa informazione sia data.
Interrogazione n°5504
Diabete
e sistemi di controllo:
quanto
si aspetta ad introdurre
i
nuovi dispositivi?
Con
l'ordine del giorno 299/XV si impegnava la Giunta a dotare il sistema
sanitario trentino di nuovi, più efficaci dispositivi per la
misurazione della glicemia, ma a tutt'oggi pare che queste
strumentazioni, già introdotte in Veneto, Lombardia ed Emilia
Romagna, non siano ancora presenti nel nostro sistema, ovvero solo in
forma sperimentale, sebbene comporterebbero un significativo sollievo
per i numerosi ammalati di diabete presenti in Trentino.
La risposta.
La Giunta ha ricordato
lo studio sperimentale in corso, adottato nel luglio 2017, per
l’adozione di un dispositivo che consente il controllo del diabete
da parte degli stessi pazienti e dei loro familiari. L’Apss ha già
avviato avviato l’iter amministrativo per procurarsi i dispositivi
mentre i centri diabetologici hanno iniziato a partire da metà
ottobre il monitoraggio del diabete mellito di tipo 1 e 2. Se
l’esito della sperimentazione risulterà positivo, nel marzo
prossimo sarà possibile dotare del dispositivo di monitoraggio
l’intero sistema sanitario del Trentino, perché i pazienti e
familiari possano utilizzare la nuova metodica. Per ora vi è una
generale soddisfazione per la nuova forma di monitoraggio.
La
replica. Uno
studio analogo, ha osservato il consigliere, doveva essere fatto
allora anche sulla chiusura dei centri nascita e sull’utilizzo dei
vaccini. Inoltre i centri non dispongono di informazioni su questa
sperimentazione. Bisognerebbe infine promuovere uno studio anche sui
sistemi di prevenzione del diabete, vista l’origine spesso
alimentare della patologia.
Interrogazione n°5507
Ospedale
di Cavalese:
assunzione
personale medico
per
il reparto di ginecologia
L'interrogazione
5507, partendo da alcune considerazioni sull'ospedale di Fiemme,
Fassa e Cembra e sulla necessità di riaprire il reparto di Pediatria
h24, chiede alla Giunta se siano stati già contattati per completare
la procedura di assunzione presso il reparto di ginecologia i
professionisti (3 derivanti da concorso e 1 da procedura di mobilità)
che hanno manifestato la disponibilità a trasferirsi a Cavalese.
La risposta.
La Giunta ha ribadito
l’impegno di mantenere attivo il punto nascita di Cavalese. Il 14
dicembre scorso è stato comunicato a Roma che la struttura sarà
dotata a partire dal 31 marzo di 4 ginecologici. Vi sarà anche il
responsabile del servizio pediatrico. Il restante personale medico –
sei medici più responsabile – sarà garantito mediante il ricorso
a specialisti esterni. Oltre a queste figure è assicurato anche la
presenza del responsabile di anestesia.
La
replica. Soddisfatto
il consigliere ha espresso l’auspicio che ora a parlare siano i
fatti. Dal progetto si capisce che sono stati contattate tutte e 4 le
figure mancanti, ma occorrerebbe riprendere anche il ragionamento
della riapertura del reparto pediatria nel più breve tempo possibile
per evitare di portare i pazienti a Trento o a Rovereto. Si confida
quindi che vi sia una forzatura verso il comitato nazionale per
ottenere risposta entro fine gennaio con la riapertura. Infine le
figure professionali disponibili dovranno essere utilizzate nel
miglior modo possibile e non solo in pronto soccorso.
Interrogazione n°5509
Protonterapia:
quanti
i pazienti curati
e
quali i costi?
Il
centro per la Protonterapia – costato 104 milioni di euro, con
costi annui di gestione pari a 13,5 milioni, per coprire i quali il
numero di pazienti stimato è di 700 – è al centro
dell'interrogazione 5509. Citando i numerosi annunci susseguitisi dal
2013 ad oggi e costantemente disattesi, l'interrogante chiede alla
Giunta di conoscere il numero di pazienti curati nel centro negli
anni 2015, 2016 e 2017, a quanto ammontano i costi di gestione del
centro sostenuti al 31 dicembre scorso, quando saranno approvate le
tariffe attese, da quanto affermato dall'assessore, fin dallo scorso
giugno.
La risposta.
La Giunta ha ricordato che
le modalità di accesso ai Lea sono di competenza esclusiva dello
Stato e non imputabili alla Provincia, anche per le
tariffe di assistenza
specialistica. La Provincia si è comunque
attivata per questo
sensibilizzando altre
regioni. Il 20 settembre 2017 la commissione salute ha presentato
l’ipotesi tariffaria. Le criticità riguardano però la gestione
amministrativa e l’aggiornamento dei software. Al riguardo
all’inizio di questo mese di gennaio il ministero ha diramato la
bozza delle nuove specifiche tecniche. La Provincia tiene monitorati
i diversi iter ma non può che seguire i lavori in
corso a livello nazionale.
Nel dicembre
scorso gli
organi centrali hanno prorogato la definizione delle tariffe
preannunciandone
l’emanazione
entro il 28 febbraio
prossimo.
I pazienti trattati da
protonterapia sono stati 83
del 2015, 139 nel 2016 e 168 nel 2017. I costi hanno
superato gli 11 milioni di
euro nel 2015, i
12 milioni nel 2016 e sono
stati di oltre 12 milioni e
mezzo nel 2017 (il dato
non è ancora ufficiale
perché il
bilancio non è stato ancora
chiuso).
La
replica. Il consigliere ha
criticato l’attribuzione delle responsabilità allo Stato,
ricordando che la Provincia aveva chiesto al ministero un incontro
per chiedere notizie del Lea solo nella primavera del 2014 dopo
un suo question time. La
Giunta ha attivato solo una grancassa mediatica e propagandistica per
far credere ai trentini che protonterapia sarebbe entrata nei Lea,
mentre ad oggi siamo ancora nella fase istruttoria. Uno scandalo.
Interrogazione n°5512
Qual è la situazione
degli ex lavoratori
della Moda Italia?
L'interrogazione chiede alla
Giunta, riguardo la chiusura dell'azienda Moda Italia (già Hilton e
Vestimenta) di Mattarello, quale sia la situazione dei lavoratori che
non hanno ancora trovato un'occupazione e cosa stia facendo la Pat.
La risposta.
La Giunta ha ricordato che i
lavoratori esuberati erano 52. Tutti beneficiano di Naspi per due
anni. Con un protocollo sottoscritto dalle parti Agenzia del lavoro,
Confindustria e organizzazioni sindacali si sono impegnati per la
loro possibile ricollocazione. Ad oggi dei 52 lavoratori in esubero
23 sono già rioccupati, 18 frequentano progetti previsti dal
protocollo per la riqualificazione propedeutica ad ipotesi di
ricollocazione, 5 sono disoccupati e hanno deciso di rivolgersi
direttamente alla rete per la ricollocazione e 16 non erano
interessati perché probabilmente residenti fuori provincia. La
speranza è che si espandano le possibilità produttive e per questo
la Giunta ha ricordato la proposta rivolta al Gruppo Armani di
comporre all’interno di un unico stabile un’unità produttiva più
ampia, a condizione di assorbire tutti i lavoratori licenziati. Fino
ad oggi tuttavia Armani non se l’è sentita di compiere
un’operazione di totale inclusività.
La replica. Il
consigliere ha sollecitato la Provincia ad insistere con il Gruppo
Armani per andare incontro ai lavoratori disoccupati.
Interrogazione 5514
Ravina, cosa si
sa del progetto
di Ravina?
L'interrogazione riguardava il
progetto di espansione di una stabilimento di un'azienda vitivinicola
di Ravina su un terreno agricolo di pregio sul lato ovest della Sp
Destra Adige e chiedeva alla Giunta se sia a conoscenza di questo
progetto; se sia in corso un'istruttoria; se sia compatibile con le
previsione del Pup e sia stata fatta una valutazione viabilistica.
La risposta. La
Giunta ha risposto che il Pup permette di ampliare le aree produttive
del settore secondarie anche in aree agricole di pregio,
subordinatamente ad una compensazione che renda disponibile un altro
terreno come area agricola di pregio. Si prevede anche in questo caso
il ripristino di un terreno agricolo. L’impatto sarà quindi
contenuto. Quanto allo spostamento della strada provinciale, i lavori
potrebbero permettere di raggiungere obiettivi di riqualificazione
dell’accesso sia a Ravina sia alle Cantine Ferrari. La società ha
coinvolto anche la circoscrizione per mettere a conoscenza la
popolazione della proposta di variante al Piano regolatore. La Giunta
considera quindi l’intervento previsto importante e positivo, tale
da riqualificare quella parte di frazione della città senza omettere
la necessaria cura per il territorio.
La replica.
Il consigliere ha ribadito
l’importanza della parte relativa alla mobilità, sapendo che nella
prima bozza del progetto non veniva modificata. La scelta di
quest’azienda trentina – leader a livello nazionale – di
investire così tanto va sicuramente apprezzata ma sarà comunque
opportuno seguire lo svolgimento del progetto.
Interrogazione 5516
Marie Curie di Levico,
nuova sede
o ristrutturazione?
L'interrogazione chiede alla
Giunta se, visto che l'attuale collocazione della sede dell'Istituto
Marie Curie di Levico non è ottimale, si stia pensando ad una
sistemazione dell'edificio o al trasferimento della scuola in
un'altra sede sempre all'interno del comune della località termale
della Valsugana.
La risposta.
La Giunta ha confermato che
il problema sollevato è effettivamente attuale. L’istituto ha
avuto in questi ultimi due anni un significativo incremento di
iscritti corrispondente all’ampliamento dell’offerta formativa.
Fin’ora la sede è riuscita a soddisfare le esigenze ma già a
partire da quest’anno è stata ravvisata una carenza di spazi. Il
problema va quindi risolto per l’inizio del prossimo anno
scolastico. Sono in corso verifiche per individuare la sede ideale,
anche in termini di costi. La Provincia non sa ancora se la scelta
sarà di adattare la sede attuale o di spostare l’istituto in un
altro edificio. La Giunta informerà i consiglieri a breve della
decisione presa.
La
replica. Sistemare l’edificio
sarebbe per il consigliere la soluzione più problematica, mentre lo
spostamento risulterebbe auspicabile per creare un polo scolastico
che valorizzi l’attività positiva realizzata dall’istituto a
vantaggio di tutta la Valsugana.
Sostituito
un componente della Prima Commissione
A
seguire, con due votazioni, l’assemblea legislativa ha poi preso
atto delle dimissioni di un consigliere da componente della Prima
Commissione permanente (19 favorevoli, 3 contrari e 4 astenuti) e
nominato il sostituto (22 favorevoli, 1 contrario e 4 astenuti).