Giornale OnLine

Giornale Online
11/07/2022 - In aula o in commissione

Le audizioni sull'assestamento di bilancio proposto dalla Giunta

Prosegue in Prima Commissione l'esame della manovra finanziaria composta dal ddl e dal Defp

Le audizioni sull'assestamento di bilancio proposto dalla Giunta

Nella foto, un momento della seduta di oggi. In allegato, i documenti forniti dai soggetti auditi

Le audizioni sull'assestamento di bilancio proposto dalla Giunta

​​​​​​​​​​Sono iniziate stamane e proseguite nel pomeriggio le consultazioni della I Commissione, presieduta da Vanessa Masè (La Civica), sul disegno di legge n. 157 "Assestamento del bilancio di previsione della Provincia” per gli esercizi finanziari 2022-2024 e sul Documento di economia e finanza provinciale 2023-2025 (Defp). In allegato, i documenti forniti ai consiglieri dai soggetti auditi.


LA CAMERA DI COMMERCIO


Fatturato ancora in aumento nel primo trimestre ma anche forte preoccupazioni delle imprese per il rincaro dell’energia e il calo dei consumi


Per la Camera di commercio industria agricoltura e artigianato (Cciaa) il segretario generale Alberto Olivo, ha premesso che la natura delle crisi tutt’ora in atto è di essere tutte legate a fattori esogeni e in gran parte imprevedibili difficili, quindi, da governare per l’impossibilità di impostare azioni preventive. In ogni caso la Cciaa è impegnata a rendere gli imprenditori capaci di reagire tempestivamente fornendo ad essi competenze manageriali. Dai dati della Cciaa emergono elementi positivi sull’andamento dell’economia ma le incertezze non mancano all’orizzonte per l’aumento del costo dell’energia e delle materie prime che riduce il potere d’acquisto, la spesa, la ricchezza prodotta ma soprattutto la fiducia dei consumatori. Ne deriva grande grande prudenza nei comportamenti di spesa sui beni durevoli.

Secondo Massimo Pavanelli, dell’ufficio studi, dall’indagine congiunturale effettuata dalla Cicaa emerge che nel primo trimestre il fatturato delle imprese è cresciuto del 16,6% e gli ordinativi hanno superato il 30% nei settori manifatturiero, costruzioni e trasporti. D’altra parte a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia. ai primi di maggio di quest’anno l’87,2% ha dichiarato un consistente impatto negativo soprattutto sulle imprese dei trasporti e nel manifatturiero. Il 90% delle imprese di quest’ultimo comparto dichiara sofferenze per l’aumento dei prezzi delle materie prime. Ma lo stesso impatto si registra anche nelle costruzioni e nel commercio all’ingrosso. Le principali risposte delle imprese ai rincari sono state il rialzo dei prezzi (50,7%), la riduzione delle altre spese (27,9%) e il rinvio degli investimenti (12%). Dall’indagine della Cciaa si evince inoltre che i trentini hanno concentrato il risparmio sui consumi domestici di energie e gas (25,4%), sui consumi fuori casa (16,5%, particolarmente preoccupanti secondo Pavanelli per l’impatto negativo di questo dato sul commercio al dettaglio e sui pubblici esercizi), sui trasporti (15,5%), sull’abbigliamento (11,8%) mentre i prodotti alimentari e la salute sono i settori i meno toccati. Per le vacanze il 36,3% non ha ancora deciso se andarci o no mentre il 31,9% non intende rinunciare a un viaggio o a una vacanza. Pavanelli ha concluso dichiarando il giudizio positivo della Cciaa su questa manovra di assestamento. Bene anche il Defp, che mostra una crescente connessione con il programma di sviluppo provinciale e, da quest’anno, con il Pnrr. A proposito del fondo dei 100 milioni di euro dell’assestamento che la Giunta si riserva di utilizzare per emergenze, secondo Olivi questa possibilità di intervenire è importante per rispondere a esigenze che oggi non sono ancora chiaramente identificabili.


La discussione.


A una domanda di Alex Marini (Misto-5 Stelle) Marini sull’impatto in Trentino del reddito di cittadinanza, per eliminare il quale – ha ricordato – “qualcuno ipotizza addirittura un referendum”, secondo Olivo le cautele e l’attenzione nell’offrire misure di sostegno al welfare sono giustificate dalla fame di impiego che emerge dalle imprese per figure qualificate e con un profilo che non risulta disponibile. E ciò anche a causa del reddito di cittadinanza. Il problema vero per Olivo è il raccordo tra mondo della formazione e imprese. Bisognerebbe puntare su salari più adeguati per incentivare la disponibilità al lavoro. Sempre rispondendo a una domanda di Marini sul bonus 110%, Olivo ha avvertito che la spinta prolungata a un incentivo così forte rischia di provocare un eccesso di domanda che riduce il numero delle imprese disponibili ma anche di materie prime. Per Pavanelli la misura produce un calo di attenzione dei privati al problema dei prezzi a monte.



LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI


Andrea Grosselli: nel documento unitario Cgil, Cisl e Uil chiedono di aumentare gli investimenti delle imprese per recuperare il gap con l’Alto Adige.


La Cgil con il segretario Andrea Grosselli, dopo aver lamentato i tempi troppo stretti lasciati per valutare una manovra da 577 milioni di euro, ha illustrato il documento unitario concordato sull’assestamento con Cisl e Uil. Dopo la ripresa del 2021 oggi assistiamo a un rallentamento della crescita economica rispetto alle previsioni dei primi mesi di quest’anno a causa dell’aumento dei costi delle materie prime, dell’inflazione e in seguito all’invasione dell’Ucraina. La pandemia non è ancora alle nostre spalle e vi sono fattori come il cambiamento climatico che stanno impattando molto sul nostro territorio. Altra grande sfida: la crisi demografica che riguarda anche il Trentino. Tutto ciò determina instabilità e rende urgente reagire con politiche adeguate. I sindacati mostrano che nel 2021 è cresciuta la propensione delle imprese trentine ad investire anche se meno che nel resto d’Italia, dopo che nel 2020 gli investimenti erano quasi cessati. Tuttavia gli investimenti delle imprese in Trentino sono di gran lunga inferiori che in provincia di Bolzano. E la produttività del lavoro in Alto Adige è cresciuta proprio per i maggiori investimenti effettuati dalle imprese. Questo è avvenuto in particolare tra il 2006 e il 2019. Oggi risulta che in Trentino gli investimenti sono addirittura inferiori a 15 anni fa (2006). Uno dei settori nei quali maggiore è il calo degli investimenti in Trentino rispetto alla provincia di Bolzano è il turismo. Secondo i sindacati occorre quindi puntare ad accrescere la propensione delle imprese agli investimenti. E questo anche nel settore ricerca e sviluppo dove il Trentino fino a pochi anni fa era in testa alle classifiche nazionali, mentre oggi questo non avviene più. Il 60% degli investimenti è infatti da attribuire all’ente pubblico. C’è quindi nella nostra provincia una peggiore qualità degli investimenti per l’innovazione e per produrre valore aggiunto da parte delle imprese. Secondo i sindacati questo dato va aggredito subito perché produce gravi difetti nel sistema economico del Trentino rispetto ad altri territori e determina una bassa produttività del lavoro. Ecco perché servono subito politiche provinciali mirate che la Provincia dovrebbe concordare a un tavolo di lavoro da aprire come richiesto con le organizzazioni sindacali perché gli interventi pubblici stimolino gli investimenti. Partendo dalle risorse a disposizione in questo assestamento. “Da questo punto di vista non si capisce – ha osservato Grosselli – perché tenere bloccati 100 milioni di euro nel fondo di riserva quando andrebbero impiegati al più presto per evitare avanzi di avanzi di amministrazione che si rischia di non spendere. Queste risorse hanno infatti tempi non immediati di messa a terra soprattutto per investimenti sull’innovazione delle imprese. Andrebbero perciò utilizzate per il bando qualità del turismo puntando ad investimenti orientati ad aumentare il valore aggiunto di servizi e produzione”.


La questione della sostenibilità.


Ancora, i sindacati ritengono che uno dei fattori trainanti della crescita sia la sostenibilità. Giusto quindi puntare sul fotovoltaico, ma servirebbero ulteriori risorse per investimenti ancor maggiori. I sindacati segnalano che il problema della sostenibilità riguarda anche la manutenzione del territorio e il miglioramento dei sistemi di monitoraggio visto l’impatto dei fenomeni atmosferici distruttivi generato dall’aumento climatico: fondamentale per l’agricoltura e il turismo diventa quindi un presidio costante che permetta di adattarsi a questi fenomeni destinati a non essere l’eccezione ma la regola.


Gli interventi chiesti in tema di lavoro: puntare sul personale per garantire servizi.


Sul tema del lavoro per i sindacati la questione riguarda la qualità e l’accento va posto sul sistema formativo per orientare alla rivoluzione ecologica le politiche del lavoro con il reddito di attivazione, la staffetta generazionale, la formazione continua, il sistema duale dell’istruzione allo scopo di creare nuove professionale e promuovere l’inserimento dei giovani diplomati e laureati. Altra richiesta: rafforzare le tutele dei lavoratori negli appalti estendendo a tutti gli ambiti le clausole sociali e con una norma che vincoli i sussidi pubblici da concedere alle imprese al rispetto dei contratti collettivi contro il dumping. Vanno inoltre aumentati gli organici dei centri per l’impiego e dei servizi ispettivi ai quali il Defp non fa riferimento perché in questi anni la Provincia non ha adeguato i profili professionali né potenziato il personale e questo rischia di danneggiare le politiche attive del lavoro. Senza il personale, infatti, non si raggiungono gli obiettivi nei servizi all’impiego che la Giunta si propone di perseguire.


Servono altri 25 milioni di euro per i 70 mila nuclei interessati al bonus bollette.


Sulla famiglia i sindacati apprezzano la decisione di estendere il bonus bollette a 70mila nuclei interessati ma ritengono che servano subito altre risorse rispetto a quelle previste da questo assestamento a sostegno di chi ha un reddito fisso e dei pensionati che subiscono maggiormente l’aumento dei costi energetici. Si tratta di garantire copertura alle famiglie con figli che superano la soglia Icef che consente l’accesso agli aiuti pubblici. Solo aggiungendo su questo versante altri 25 milioni di euro si arriverà a coprire i 70mila nuclei familiari interessati.


Walfare: aumentare le risorse per i lavoratori del Terzo Settore.


Sul welfare inteso come sistema di tutela della salute e dei servizi sociali, i sindacati ritengono fondamentale potenziare questi servizi qualificandoli a tutti i livelli. Le risorse vanno aumentate anche per i lavoratori del Terzo Settore che operano nel sistema assistenziale perché possano farsi carico ancor meglio delle persone che ne hanno più bisogno. Occorre migliorare l’offerta retributiva per attirare personale in questi settori. I sindacati hanno ribadito la totale contrarietà ai processi di privatizzazione in atto nei servizi sociali e sanitari sollecitando la Provincia a muoversi per poter utilizzare le risorse del Pnrr a favore del personale dell’assistenza, copiando anche in questo caso da Bolzano. Vanno eliminare in tal senso le forme non selettive degli sgravi sull’addizionale Irap (il cui valore è tra i 60 e i 70 milioni di euro) che, continuando ad essere generalizzati non producono investimenti ma vengono assorbiti dalle imprese, mentre dovrebbero servire a qualificare i servizi pubblici. Inoltre per i sindacati gli sgravi Irpef avranno effetto solo nel 2023 mentre le famiglie vanno sostenute subito per evitare un drastico calo dei consumi. Enti locali: la revisione del protocollo sulla finanza locale non è ancora disponibile e quindi risulta difficile valutare l’impatto della manovra sulle condizioni dei lavoratori. I sindacati bocciano infine la legge sulle Comunità recentemente approvata in aula: “una non riforma che saranno le periferie a pagare”.


Michele Bezzi (Cisl): proponiamo gli “Stati generali della sanità” per coinvolgere maggiormente gli attori sociali sul miglioramento della qualità di lavoro e servizi.


Per la Cisl il segretario Michele Bezzi ha insistito sulla necessità di un coinvolgimento degli attori sociali, dei datori di lavoro, delle organizzazioni sindacali e dei cittadini nelle scelte strategiche che la politica provinciale dovrà compiere nei prossimi mesi. Servirebbero ad esempio oggi degli “stati generali della sanità” per affrontare una problematica trasversale che riguarda le carenze di personale in un settore da cui dipende il benessere di tutti. Occorre poi puntare, per la Uil, a una migliore qualità del lavoro e a un maggior investimento sulla formazione professionale per rendere il Trentino un territorio attrattivo con retribuzioni adeguate. Contro la perdita del potere di acquisto sono poi necessari interventi strutturali a sostegno delle famiglie. Il rischio è il calo dei consumi danneggi pesantemente tutta l’economia. Non dimentichiamo – ha concluso – che le famiglie sono i primi soggetti della comunità da tutelare.


Marcella Tomasi (Uil): puntando al pubblico impiego finanziando anche il rinnovo del prossimo contratto in modo da dare slancio ai servizi e all’economia.


Per la Uil la segretaria Marcella Tomasi si è concentrata sul settore del pubblico impiego. Bene a suo avviso il rinnovo dell’ultimo contratto ma servirebbe anche, fin d’ora, il finanziamento del contratto del triennio 2022-2024 per dare nuovo slancio alle imprese, all’azienda sanitaria e agli enti del Terzo Settore. Si tratta di ragionare sui servizi territoriali e sugli appalti riguardanti il sociale con un percorso che miri al rinnovo dei contratti integrativi provinciali oggi sospesi. Oggi mancano dipendenti pubblici nei servizi e senza organici a soffrirne sono le risposte ai bisogni dei cittadini. Per Tomasi occorre che la Provincia si chieda di cosa ha bisogno il territorio in termini di servizi alle famiglie, scolastici e agli over 65 partendo da Spazio Argento promuovendo la sinergia tra Apsp, Apss ed enti del Terzo Settore. “Si deve ripartire dagli infermieri sul territorio e dalla scuola di formazione del personale di cui hanno bisogno i servizi pubblici. Fondamentale per Tomasi è anche il ruolo di controllo sui lavoratori esercitato dall’Uopsal (il servizio ispettivo dell’Apss) coinvolgendo il personale che opera sul territorio attraverso momenti di confronto con tavoli di concertazione. Tutto questo è essenziale anche al welfare sociale.


La Fenalt: la Provincia pensi anche ai dipendenti delle Apsp.


Per il comparto scuola della Fenalt Ennio Montefosco ha sottolineato l’esigenza di aumentare lo stipendio del personale precario e dei 13 coordinatori pedagogici che lavorano per le scuole dell’infanzia della Provincia, visto che anche su di loro grava il prolungamento a luglio delle attività educative. Anche per il segretario della Fenalt Maurizio Valentinotti sarebbe opportuno pensare fin d’ora anche al prossimo rinnovo contrattuale del pubblico impiego per il triennio entrante. La Fenalt lamenta il mancato stanziamento di un’indennità per i dipendenti delle Apsp che pure hanno vissuto l’emergenza pandemica subendo la carenza di organico per cui nell’ultimo biennio hanno rinunciato a molti giorni di riposo. Andrebbe quindi previsto nell’assestamento un’indennità per questo personale riferita al biennio Covid. Quanto al pur apprezzabile sgravio sull’addizionale Irpef con la soglia alzata a 25.000 euro, la Fenalt ha denunciato il rischio di discriminare moltissimi lavoratori che hanno un reddito di poco superiore a questa soglia e che saranno costretti magari a causa di un’ora di straordinario a versare al fisco qualche centinaio di euro in più.


La discussione.


Paolo Zanella (Futura) ha chiesto ai sindacati quali soluzioni propongono per fronteggiare il problema del calo demografico che causa la riduzione della popolazione attiva per cui oggi i lavori sono tanti e i lavoratori sempre meno.

Marini (Misto-5 Stelle) ha chiesto il giudizio dei sindacati sul bonus 110% che molti criticano senza però proporre alternative. Sul welfare ha chiesto se per i sindacati sia corretto depotenziare il reddito di cittadinanza. E se sì con quali alternative visto che oggi la disoccupazione in Trentino è ai minimi storici?

Grosselli (Cgil) sul reddito di cittadinanza ha risposto che forme di sostegno di questo tipo sono state introdotte dalla Provincia fin dal 2009. La novità del reddito di cittadinanza in Trentino è che con queste risorse statali la Provincia risparmia le proprie sul reddito di inclusione. Inoltre i servizi per l’attivazione dei lavoratori beneficiari di questo sussidio devono essere garantiti dalle Regioni e dalle Province autonome. Vi è una fetta di popolazione che è inattiva ed è quindi possibile potenziare i servizi per l’impiego a favore di più robuste politiche attive del lavoro con maggiori investimenti da parte della Provincia. Questo secondo Grosselli fondamentale per ridurre il numero di percettori del reddito di cittadinanza e degli aiuti provinciali e fornire forza lavoro qualificata alle imprese. Vanno inoltre sostenute le retribuzioni con interventi pubblici che fronteggino i rincari dell’energia. Sul superbonus a favore dell’edilizia Grosselli ritiene che la Provincia debba continuare a investire sulla sostenibilità individuando strumenti sempre più efficaci per il risparmio e l’efficientamento energetico e l’approvvigionamento da fonti rinnovabili, come pure sulle infrastrutture che stanno dietro questa transizione. Occorre evitare provvedimenti che generano solo una fiammata senza garantire continuità. Oggi il costo dell’energia aumenta e questo sollecita incentivi di finanza pubblica per abbattere gli oneri e ammortizzare gli investimenti. Sulla questione demografica per la Cgil il problema è di incentivazione dell’occupazione femminile e per il lavoro dei giovani, puntando sulla formazione professionale e universitaria, perché le imprese aggancino laureati evitando la fuga di manodopera dal Trentino. Tutta l’economia ha bisogno di un tasso di conoscenza più alto in ogni settore, al quale occorre rispondere con investimenti pubblici. A suo avviso vanno potenziati anche i servizi di asilo nido a favore della ripresa della natalità.



IL COORDINAMENTO PROVINCIALE IMPRENDITORI


Pallanch: dal documento unitario, giudizio positivo sulla manovra.


Per il Coordinamento imprenditori il segretario Roberto Pallanch ha riassunto il documento unitario concordato dalle associazioni di categoria testo allegato). Oggi gli scenari economici sono peggiorati e la situazione è difficile anche per la sanità, ha esordito che suscita interrogativi e preoccupazioni. Le misure previste dall’assestamento sembrano tuttavia significative grazie ai 577 milioni di euro a disposizione per questa manovra estiva, che – ha detto è “forse la più importante degli ultimi anni”. Si tratta di risorse recuperate in parte da avanti di amministrazione e in parte da partite chiuse con lo Stato con minori uscite per l’autonomia trentina. La manovra si basa sulla costituzione di alcuni fondi da utilizzare per urgenze. Gli imprenditori suggeriscono alla Provincia un ulteriore sforzo per tener conto degli aumenti dei prezzi del mercato, in particolare dell’energia, che toccano tutte le attività produttiva. Il coordinamento chiede molta attenzione alla Provincia a sostegno delle imprese implementando in prospettiva le risorse nel bilancio di previsione per il 2023. Gli imprenditori raccomandano alla Provincia di sostenere il reddito delle famiglie “perché questo si riflette sull’economia e sulla domanda di beni e servizi”. Risorse aggiuntive andrebbero previste anche per le imprese che parteciperanno ai bandi del Pnrr se il finanziamento dello Stato non coprisse tutte i costi. A proposito di Pnrr, per il coordinamento imprenditori sarà importante che la Provincia garantisca il confronto con le associazioni di categoria sulle misure da mettere in campo in particolare a faovre del turismo. Andrebbero anche coinvolti direttamente i centri di assistenza tecnica (cat) delle diverse associazioni imprenditoriali per sollevare le imprese e l’ente pubblico dagli oneri burocratici legati alle rendicontazioni e ai controlli. Essenziale per gli imprenditori sarà anche garantire la valutazione degli impatti economici delle spese e dell’impiego delle risorse derivanti dal Pnrr. Il coordinamento sottolinea l’esigenza di una rapida realizzazione delle opere pubbliche utilizzando le risorse disponibile per non rischiare che finiscano nei prossimi avanzi di amministrazione. Gli imprenditori condividono i provvedimenti proposti nella manovra a favore del sistema turistico, ma chiedono che i dipendenti di questo settore possano usufruire di immobili a destinazione alberghiera come foresterie svincolando l’uso di questi edifici dagli obblighi di servizio tipici delle strutture ricettive.

Sulle Olimpiadi invernali del 2026 gli imprenditori trentini segnalano che Lombardia e Veneto hanno sottoscritto una convenzione per il coordinamento degli interventi. “Sarebbe importante – osservano – che anche in sede provinciale fosse patrocinato un accordo analogo”. Il documento unitario lamenta il mancato finanziamento dei servizi del settore socio-assistenziale che dipende dalle comunità di valle e denuncia la gravità della vicenda del Not. A loro avviso il nuovo ospedale va assolutamente realizzato anche in funzione della facoltà di medicina e per incentivare la permanenza del personale sanitario e delle persone sottoposte a cure. A proposito di salute il coordinamento non condivide la norma inserita dalla Giunta nella legge sull’assestamento, che per agevolare la permanenza sul territorio del personale sanitario, l’accesso degli agli utenti alle prestazioni del servizio sanitario provinciale e la permanenza sul territorio dei familiari o di chi si occupa dell’assistenza nei periodi di degenza, la Provincia conceda un contributo destinato a supportare le spese di funzionamento di soggetti privi di finalità lucrativa che attraverso la propria attività perseguono queste finalità. In questo modo secondo il coordinamento si limita l’iniziativa imprenditoriale che potrebbe rispondere alle esigenze abitative del personale sanitario e dare ospitalità a familiari o soggetti sottoposti a cure mediche. Andrebbe valutato per questo l’introduzione di un aiuto al soggiorno ad esempio tramite un voucher, anche subordinandolo a un requisito di durata minima.

Per il coordinamento infine le ingenti risorse provinciali disponibili richiedono un attento monitoraggio per garantire il rispetto della legalità e impedire l’infiltrazione di organizzazioni malavitose. Nell’insieme, comunque – ha concluso Pallanch – il coordinamento imprenditori esprime un parere favorevole alla manovra, anche se ci si riserva di inviare eventuali proposte di emendamento al ddl.


Gli albergatori: accelerare le opere pubbliche per le Olimpiadi.


Per l’Associazione albergatori (Asat) il presidente Gianni Battaiola ha osservato che lo strumento del fondo alberghi di cui si parla da anni va attuato in tre direzioni: il sostegno agli investimenti per la ristrutturazione del debito e garanzie per riuscire a ottenere finanziamenti; la crescita qualitativa delle strutture con investimenti anche attraverso l’entrata in compagini societarie delle strutture ricettive; e il recupero degli alberghi dismessi e chiusi da 10 anni, che sono più di cento, demolendo le strutture per generare crediti edilizi e fare pulizia e riordino rispetto a questi brutti immobili che danneggiano paesaggio e turismo. Le olimpiadi invernali del 2026 per Battaiola sono un evento che deve sostenere tutta l’economia del Trentino e non solo i territori direttamente interessati, con investimenti sulle infrastrutture e gli impianti sportivi in tempo utile per i test previsti nel 2025. Bene anche il bando qualità pur soggetto a de minimis, perché comunque aiuta le imprese. Battaliola ha concluso segnalando che il fondo rotativo imprese dello Stato per lo sviluppo delle imprese prevede la possibilità che anche le Province autonome possano implementare le risorse. Cosa che con questa manovra la Giunta non ha previsto. L’Asat chiede quindi di rimediare alla lacuna. Battaiola ha denunciato il fatto che nelle strutture turistiche stanno arrivando delle disdette e con l’aumento dei costi dell’energia il turismo trentino potrebbe rallentare nella stagione invernale. Per questo vanno aumentate le risorse previste dalla manovra per l’abbattimento dei costi energetici.


Gli industriali evidenziano le difficoltà del settore manifatturiero.


Alessandro Santini, vicedirettore di Confindustria, ha segnalato in particolare le difficoltà del comparto manifatturiero causato dai rincari dell’energia. Anche a questo settore andrebbero a suo avviso destinati 100 milioni di euro che la Provincia si riserva di utilizzare per le emergenze. Bene la scelta della Giunta di procedere con la circonvallazione di Rovereto e la variante di Molina di Ledro, anche se costruendo queste opere occorrerà baipassare le zone dei centri abitati. Alloggi del personale: l’esigenza non riguarda solo il turismo ma anche le imprese manifatturiere che faticano molto a reperire dipendenti che spesso arrivano da fuori provincia o comunque da località distanti. Di qui la richiesta alla Provincia di sostenere l’individuazione di strutture da destinare ai lavoratori non solo stagionali del manifatturiero. Per Santini le Olimpiadi del 2026 costituiscono un’occasione importante per l’intero sistema economico del Trentino e per questo servirebbe il coinvolgimento nella programmazione di tutte le imprese interessate. Trento, Bolzano e Belluno dovrebbero essere collegati con sistemi di mobilità integrata per consentire ai turisti di poter godere in modo sostenibile delle nostre montagne. Bene, infine, per gli industriali il previsto sostegno agli impianti natatori del Trentino.


L’Ance: sostenere le imprese delle costruzioni con il fondo di riserva.


Per l’Associazione costruttori edili Andrea Basso ha sottolineato che una quota del fondo dei 100 milioni di euro riservato al caro energia e al caro materiali per le opere pubbliche andrebbe riservato alle imprese di costruzione. Buona è poi l’idea di garantire liquidità all’Itea sul tema dell’energia: la speranza è che attraverso l’apposito tavolo l’ente appaltante sia indotto a rivedere i prezzi a fronte di sopraggiunti aumenti dei costi. Occorre un’analisi e la rivalutazione dei prezzi che non sono stati rivisti in modo adeguato dalle amministrazioni perché con la rinegoziazione si eviti la chiusura delle aziende. Per le Olimpiadi Basso ha assicurato che “le aziende di costruzione ci sono se però i prezzi sono congrui. Forse – ha concluso – sarebbe meglio realizzare un’opera pubblica in meno per poter sostenere le aziende che subiscono il rincaro dei materiali e dell’energia. I fondi di riserva sull’assestamento saranno in tal senso determinanti.


Confartigianato: sull’Irpef elevare il tetto del reddito da 25 a 28.000 euro.


Per l’Assart Confartigianato, il presidente Marco Segatta ha ricordato la convenzione sottoscritta con la Provincia e la cooperazione per incentivare l’impegno a favore delle energie rinnovabili, ma ha criticato Dolomiti Energia (DE) che anziché sostenere le imprese “si è invece messa in concorrenza”. Segatta ha sollecitato quindi un confronto con DE per evitare che in futuro il problema si ripeta. Secondo il presidente va sostenuta la promozione nelle scuole dell’artigianato in senso stretto per contribuire all’occupazione stabile e non solo stagionale nelle imprese di questo settore strategico per l’economia del Trentino. Bene l’aumento del tetto del reddito sull’Irpef a 25.000 euro ma per gli artigiani occorrerebbe arrivare a 28.000 euro. Segatta ha chiesto infine di dare al Confidi la possibilità di esercitare l’attività dei centri di assistenza tecnica. Gli artigiani sono favorevole per non disperdere l’esperienza di questo organismo.


Per la Federazione trentina della cooperazione, il presidente Roberto Simoni e Aldi Cekrezi di Confesercenti hanno espresso la loro condivisione del documento unitario del coordinamento riservandosi di trasmettere ulteriore note


La discussione.


Giorgio Tonini (Pd) ha evidenziato il paradosso secondo cui si dice da un lato che vi molteplici esigenze inevase e che si auspicano decisioni rapide in particolare per la messa a terra degli investimenti, e dall’altro la Giunta congela con questa manovra 100 milioni di euro per le eventuali necessità impreviste. Senonché vi sono già necessità conclamate e una parte delle risorse derivano dagli avanzi delle amministrazioni precedenti. Questo mostra un problema di efficienza perché non si capisce come potranno essere spesi questi 100 milioni entro i prossimi tre mesi proprio alla luce delle risorse che la Provincia non è riuscita a spendere negli ultimi anni. Il rischio è che si arrivi a spendere queste risorse solo nell’autunno del 2023, guarda caso proprio alla vigilia delle elezioni provinciali. Il consigliere ha chiesto agli imprenditori se non ritengano più opportuna una decisione immediata sull’impiego di queste risorse visto che loro stessi hanno sottolineato che la situazione attuale è di emergenza.


Marini, vista la volontà di demolire lo strumento dell’ecobonus ha chiesto se non sia il caso di ragionare subito su come sostenere l’utilizzo di fonti energetiche alternative in modo da fugare il rischio di ritornare a quelle fossili. Quanto alle risorse chieste per gli impianti finalizzati alle olimpiadi invernali, Marin ha ricordato che vi sono già investimenti previsti in tal senso e ha chiesto se non sia il caso di rafforzare invece l’educazione allo sport nelle nelle scuole. Che senso ha infatti – ha chiesto – puntare sugli impianti sportivi senza promuovere l’attività sportiva? Ha poi chiesto che strumenti si potrebbero adottare per favorire le comunità energetiche su basi, però, cooperative. Ancora, sull’appello del coordinamento a favore delle legalità per contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata, ha chiesto agli imprenditori quali strumenti si potrebbero introdurre per perseguire l’obiettivo. Infine ha chiesto se non varrebbe la pena intervenire preventivamente concertando le proposte da avanzare in materia materia fiscale come quella relativa all’addizionale Irpef.


Masè (La Civica) ha chiesto agli imprenditori cosa pensino della minor produttività del Trentino rispetto all’Alto Adige che emerge dai dati della Camera di commercio.


Battaiola dell’Asat ha risposto a Marini ricordando di non aver chiesto soldi per gli impianti sportivi ma uno snellimento burocratico per poter realizzare queste strutture, condividendo la volontà di sostenere l’educazione allo sport nelle scuole. Anche sulla detrazione fiscale per le aziende virtuose in materia di fonti energetiche rinnovabili Battaiola si è pronunciato a favore della richiesta di Marini. Il presidente dell’Asat ha condiviso con il consigliere Tonini l’esigenza che la Provincia sostenga con i 100 milioni di euro le aziende del turismo che avvertono grandi incertezze sul futuro, anche perché le banche non concedono più prestiti alle imprese che così rischiano il default.


Il segretario del coordinamento Pallanch ha osservato che la logica del fondo di emergenza di 100 milioni risponde proprio alla necessità evidenziata da Tonini perché “dai tecnici della Provincia ci è stato detto che queste risorse verranno utilizzate in brevissimo tempo per andare incontro alle necessità urgenti delle imprese”. Quanto alla legalità Pallanch ha sottolineato che le imprese condividono pienamente l’esigenza di tenere alta la guardia contro il rischio delle infiltrazioni della criminalità organizzata. E che gli appalti già contengono meccanismi di controllo. Occorre quindi affidarsi alle capacità e alla volontà della magistratura e delle forze dell’ordine perché gli imprenditori sono già attenti. Pallanch ha ricordato anche la proposta di costituire un tavolo per ragionare sulla bassa produttività delle imprese del Trentino che dovrà servire ad evitare letture superficiali del problema.


Marco Segatta (artigiani) ha risposto a Marini sulle comunità energetiche ricordando di aver organizzato un seminario rivolto agli imprenditori con l’ingegner Fauri, che ha però evidenziato che il ruolo della burocrazia è ancora troppo pesante: le mancate iniziative su questa possibilità sono quindi da imputare a questo ostacolo. Quanto alla normativa fiscale, ha espresso piena disponibilità a discutere di modifiche e proposte.


Alessandro Santini di Confindustria ha risposto a Marini sul superbonus ricordando che il fotovoltaico è considerato dalle imprese un mezzo di produzione, per cui è necessario emanciparsi da fonti fossili e dalla dipendenza dalla Russia. Si tratta di rendere indipendenti le imprese dalle oscillazioni dei prezzi sui mercati. Quanto agli incentivi fiscali per l’approvvigionamento energetico con il fotovoltaico, ha assicurato che gli industriali sono favorevoli al sostegno delle imprese che decidono di investire “perché nessuna si aspetta regali”. A Masè ha risposto ricordando che negli ultimi 30 la produttività del trentino è crescita del 14% in meno rispetto all’Alto Adige. E che oggi la produttività è inferiore del 4,4%. Il motivo del gap di produttività è riconducibile alle piccole dimensioni delle imprese trentine e ad alcune condizioni di contesto meno favorevoli rispetto ad altre regioni e territori. “Siamo infatti al quart’ultimo posto in Italia per la difficoltà di reperimento dei lavoratori e di laureati in discipline scientifiche”, ha ricordato. “E la nostra provincia soffre di una minor connettività con banda ultralarga. A questi difetti la Provincia dovrà porre rimedio anche con il Pnrr”.


LE AUDIZIONI DEL POMERIGGIO


Nelle audizioni del pomeriggio, le categorie agricole hanno lanciato un grido di allarme in particolare per il settore zootecnico. Il Consorzio delle autonomie locali, tuttora impegnato con l’assessore Gottardi nella discussione dell’ultima versione di protocollo di finanza locale, si è impegnato a produrre una nota con le osservazioni entro la tarda mattinata di mercoledì.


GLi agricoltori: risorse insufficienti per il settore zootecnico.


Per Confederazione agricoltori il presidente Paolo Calovi ha descritto la situazione contingente all’insegna dell’incertezza e dell’instabilità, conseguente alle speculazioni causate dall’aumento sconsiderato dei prezzi che stanno avendo purtroppo come conseguenza la chiusura di aziende anche del settore agricolo. Le risorse messe in campo dalla manovra sono consistenti, l’importante è però che siano mirate alle situazioni difficili. Calovi ha detto di vedere con grande favore la messa a disposizione di 4 milioni di euro per il comparto zootecnico, quello in maggiore difficoltà. Quanto ai 10 milioni per il settore agricolo, pur essendo un intervento di rilievo, forse poteva essere più decisivo, vista la situazione. Si pensava ad esempio ad un sostegno per le cooperative di trasformazione per contrastare le spese per la vendemmia anticipata. Nella manovra è prevista, tra l’altro, la possibilità di utilizzare delle risorse per manufatti per l’ospitalità temporanea stagionale: sarebbe utile poter prevedere questa fattispecie anche per le case mobili, che avrebbero un minor impatto ambientale e potrebbero rappresentare un’interessante alternativa. Ha poi messo in evidenza i gravi problemi di manodopera, auspicando formule semplificative per le assunzioni. Infine, ha ricordato la peculiarità tutta trentina dell’Imis per gli immobili agricoli sperando che si possa valutare l’esenzione.

Anche il presidente di Coldiretti Gianluca Barbacovi ha evidenziato le difficoltà del momento con l’aumento dei costi energetici e la concorrenza sleale che stanno pesantemente affaticando l’intero comparto dell’agricoltura. Si sta già facendo molto, ma il clima generale è preoccupante, anche con riferimento alla manodopera. Il dato del calo demografico messo in evidenza dal Defp non fa che aggravare la situazione. Quello che si può fare nell’immediato è aiutare le imprese in difficoltà: bene i 4 milioni stanziati per il settore zootecnico e i 10 per il settore agricolo. Servirebbero maggiori incentivi diretti o indiretti anche come credito di imposta per i produttori dei prodotti agroalimentari trentini oppure bonus o incentivi per il reperimento di manodopera. Quanto alle politiche a medio e lungo termine, ha aggiunto, servirebbero investimenti strutturali sulla ricerca, sulla digitalizzazione, sulla meccanizzazione, sopratutto nel settore idrico degli invasi. Bene i fondi del Pnrr con riferimento ai quali ha auspicato che lo Stato voglia concedere autonomia di gestione alle regioni. Bene aver alzato l’esclusione dall’addizionale Irpef a 25.000 euro, così da dare più potere di acquisto alle famiglie. Infine, un passaggio sui cibi sintetici dei quali si parla ancora troppo poco: dobbiamo riuscire a valorizzare le nostre produzioni sfilandoci dal potere delle multinazionali, ha detto.

Giacomo Broch, presidente della Federazione provinciale Allevatori ha espresso forte preoccupazione per il settore zootecnico che non sta più in piedi, sopratutto per le aziende medio piccole. Gli interventi messi in campo per questo settore difficile, ma strategico, non sono purtroppo sufficienti. Se il Trentino ha delle eccellenze importanti, lo deve sopratutto a questo settore. In maniera molto accorata, Broch ha concluso chiedendo risorse mirate in particolare dove ci sono i caseifici cooperativi che rappresentano la vita del territorio.


La discussione.


Alex Marini (Misto-5 Stelle) ha notato che gli interventi hanno sollevato questioni di natura fiscale (esenzione Imis, riconoscimento di crediti fiscali a chi utilizza prodotti trentini e bonus integrativi a chi lavora in agricoltura). Sono tutte proposte ragionevoli, ha osservato, ma forse l’assestamento di bilancio non è il contesto in cui parlarne. Ha suggerito di indire un forum sulla fiscalità in cui ragionare di questi temi e valutare una riforma delle politiche fiscali in considerazione delle emergenze globali.

Pietro De Godenz (UpT) ha chiesto cosa significa dire che la “zootecnia di montagna non sta più in piedi” e come si potrebbe intervenire in particolare.

Vanessa Masè (Civica) ha chiesto maggiore chiarezza sulla drammaticità della situazione sul fronte dei costi e dei numeri.

Mara Daldocchio (Lega) ha osservato che si sta cercando di far fronte al momento di innegabile, profonda crisi economica. Accanto ai 4 milioni + 10 messi in campo su questo bilancio ci si attendono molte risorse dal Pnrr, ma certo la situazione non è rosea nell’immediato, ha concluso, augurandosi che l’autunno possa portare delle buone novità a livello europeo.


La replica delle categorie agricole

Broch ha replicato osservando che la zootecnia ha un doppio problema, quello dell’azienda e quello della trasformazione, ovvero il problema della stalla e quello della latteria. Ci sono dei contributi di compensazione ma con gli aumenti esagerati dei costi non sono sufficienti. Quando si parla di tassa di soggiorno, ha detto provocatoriamente, una parte dovrebbe essere destinata al settore zootecnico per quanto quest’ultimo contribuisce allo sviluppo e al mantenimento del territorio. Quanto all’approvvigionamento idrico, anche se non possiamo parlare di criticità nell’immediato, occorre pensare in prospettiva a creare bacini di accumulo.

Più che sulla fiscalità, Barbacovi ha detto che si dovrebbe lavorare sugli incentivi, legati all’utilizzo dei prodotti agroalimentari trentini negli agriturismi e anche nei ristoranti. Ha infine rafforzato il passaggio di Broch sulla tassa di soggiorno ricordando il contributo strategico dell’agricoltura al comparto turistico.

Abbiamo bisogno di risposte immediate, ha aggiunto Calovi: se vogliamo essere competitivi servono risorse aggiuntive perché la nostra è un’agricoltura di montagna che fa difficoltà a competere con altre realtà latifondiste, pur puntando sulla qualità dei prodotti.


Consiglio delle autonomie locali (Cal): osservazioni entro mercoledì mattina.


Paride Gianmoena (Cal) ha comunicato che non sono stati ancora conclusi gli approfondimenti in corso in queste ore con l’assessore Gottardi sull’ultima versione del protocollo di finanza locale. L’impegno è quello di inviare una nota con le osservazioni sull’assestamento entro la tarda mattinata di mercoledì.





Allegati
Il documento del coordinamento imprendiori sull'assestamento
Il documento unitario di Cgil Cisl e Uil sull'assestamento
Il documento di Cgil e Cisl scuola dell'assestamento
Il documento dell'Associazione albergatori Asat sull'assestamento
Il documento del Satos sull'assestamento
Documento Camera di commercio assestamento
Approfondimenti
Immagini