Prosegue in Prima Commissione l'esame della manovra finanziaria composta dal ddl e dal Defp
Le audizioni sull'assestamento di bilancio proposto dalla Giunta
Nella foto, un momento della seduta di oggi. In allegato, i documenti forniti dai soggetti auditi
Sono iniziate stamane e
proseguite nel pomeriggio le consultazioni della I Commissione,
presieduta da Vanessa Masè (La Civica), sul disegno di legge n. 157
"Assestamento del bilancio di previsione della Provincia” per
gli esercizi finanziari 2022-2024 e sul Documento di economia e
finanza provinciale 2023-2025 (Defp). In allegato, i documenti
forniti ai consiglieri dai soggetti auditi.
LA CAMERA DI COMMERCIO
Fatturato ancora in aumento
nel primo trimestre ma anche forte preoccupazioni delle imprese per
il rincaro dell’energia e il calo dei consumi
Per
la Camera di commercio
industria agricoltura e artigianato (Cciaa) il
segretario generale Alberto Olivo, ha premesso
che la natura delle crisi tutt’ora
in atto è di essere tutte legate a fattori esogeni e in gran parte
imprevedibili difficili, quindi,
da governare per
l’impossibilità di impostare azioni
preventive. In ogni caso la Cciaa è
impegnata a rendere gli
imprenditori capaci di
reagire tempestivamente fornendo ad essi competenze manageriali. Dai
dati della Cciaa emergono elementi positivi
sull’andamento
dell’economia ma le incertezze
non mancano all’orizzonte
per l’aumento del costo
dell’energia e delle
materie prime che riduce il
potere d’acquisto, la spesa, la ricchezza prodotta ma soprattutto
la fiducia
dei consumatori. Ne deriva
grande grande prudenza nei
comportamenti di spesa sui beni durevoli.
Secondo Massimo Pavanelli,
dell’ufficio studi, dall’indagine congiunturale effettuata dalla
Cicaa emerge che nel primo trimestre il fatturato delle imprese è
cresciuto del 16,6% e gli ordinativi hanno superato il 30% nei
settori manifatturiero, costruzioni e trasporti. D’altra parte a
causa dell’aumento dei prezzi dell’energia. ai primi di maggio di
quest’anno l’87,2% ha dichiarato un consistente impatto negativo
soprattutto sulle imprese dei trasporti e nel manifatturiero. Il 90%
delle imprese di quest’ultimo comparto dichiara sofferenze per
l’aumento dei prezzi delle materie prime. Ma lo stesso impatto si
registra anche nelle costruzioni e nel commercio all’ingrosso. Le
principali risposte delle imprese ai rincari sono state il rialzo dei
prezzi (50,7%), la riduzione delle altre spese (27,9%) e il rinvio
degli investimenti (12%). Dall’indagine della Cciaa si evince
inoltre che i trentini hanno concentrato il risparmio sui consumi
domestici di energie e gas (25,4%), sui consumi fuori casa (16,5%,
particolarmente preoccupanti secondo Pavanelli per l’impatto
negativo di questo dato sul commercio al dettaglio e sui pubblici
esercizi), sui trasporti (15,5%), sull’abbigliamento (11,8%) mentre
i prodotti alimentari e la salute sono i settori i meno toccati. Per
le vacanze il 36,3% non ha ancora deciso se andarci o no mentre il
31,9% non intende rinunciare a un viaggio o a una vacanza. Pavanelli
ha concluso dichiarando il giudizio positivo della Cciaa su questa
manovra di assestamento. Bene anche il Defp, che mostra una crescente
connessione con il programma di sviluppo provinciale e, da
quest’anno, con il Pnrr. A proposito del fondo dei 100 milioni di
euro dell’assestamento che la Giunta si riserva di utilizzare per
emergenze, secondo Olivi questa possibilità di intervenire è
importante per rispondere a esigenze che oggi non sono ancora
chiaramente identificabili.
La discussione.
A una domanda di Alex Marini
(Misto-5 Stelle) Marini sull’impatto in Trentino del reddito di
cittadinanza, per eliminare il quale – ha ricordato – “qualcuno
ipotizza addirittura un referendum”, secondo Olivo le cautele e
l’attenzione nell’offrire misure di sostegno al welfare sono
giustificate dalla fame di impiego che emerge dalle imprese per
figure qualificate e con un profilo che non risulta disponibile. E
ciò anche a causa del reddito di cittadinanza. Il problema vero per
Olivo è il raccordo tra mondo della formazione e imprese.
Bisognerebbe puntare su salari più adeguati per incentivare la
disponibilità al lavoro. Sempre rispondendo a una domanda di Marini
sul bonus 110%, Olivo ha avvertito che la spinta prolungata a un
incentivo così forte rischia di provocare un eccesso di domanda che
riduce il numero delle imprese disponibili ma anche di materie prime.
Per Pavanelli la misura produce un calo di attenzione dei privati al
problema dei prezzi a monte.
LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI
Andrea Grosselli: nel
documento unitario Cgil, Cisl e Uil chiedono di aumentare gli
investimenti delle imprese per recuperare il gap con l’Alto Adige.
La Cgil con il segretario
Andrea Grosselli, dopo aver lamentato i tempi troppo stretti lasciati
per valutare una manovra da 577 milioni di euro, ha illustrato il
documento unitario concordato sull’assestamento con Cisl e Uil.
Dopo la ripresa del 2021 oggi assistiamo a un rallentamento della
crescita economica rispetto alle previsioni dei primi mesi di
quest’anno a causa dell’aumento dei costi delle materie prime,
dell’inflazione e in seguito all’invasione dell’Ucraina. La
pandemia non è ancora alle nostre spalle e vi sono fattori come il
cambiamento climatico che stanno impattando molto sul nostro
territorio. Altra grande sfida: la crisi demografica che riguarda
anche il Trentino. Tutto ciò determina instabilità e rende urgente
reagire con politiche adeguate. I sindacati mostrano che nel 2021 è
cresciuta la propensione delle imprese trentine ad investire anche se
meno che nel resto d’Italia, dopo che nel 2020 gli investimenti
erano quasi cessati. Tuttavia gli investimenti delle imprese in
Trentino sono di gran lunga inferiori che in provincia di Bolzano. E
la produttività del lavoro in Alto Adige è cresciuta proprio per i
maggiori investimenti effettuati dalle imprese. Questo è avvenuto in
particolare tra il 2006 e il 2019. Oggi risulta che in Trentino gli
investimenti sono addirittura inferiori a 15 anni fa (2006). Uno dei
settori nei quali maggiore è il calo degli investimenti in Trentino
rispetto alla provincia di Bolzano è il turismo. Secondo i sindacati
occorre quindi puntare ad accrescere la propensione delle imprese
agli investimenti. E questo anche nel settore ricerca e sviluppo dove
il Trentino fino a pochi anni fa era in testa alle classifiche
nazionali, mentre oggi questo non avviene più. Il 60% degli
investimenti è infatti da attribuire all’ente pubblico. C’è
quindi nella nostra provincia una peggiore qualità degli
investimenti per l’innovazione e per produrre valore aggiunto da
parte delle imprese. Secondo i sindacati questo dato va aggredito
subito perché produce gravi difetti nel sistema economico del
Trentino rispetto ad altri territori e determina una bassa
produttività del lavoro. Ecco perché servono subito politiche
provinciali mirate che la Provincia dovrebbe concordare a un tavolo
di lavoro da aprire come richiesto con le organizzazioni sindacali
perché gli interventi pubblici stimolino gli investimenti. Partendo
dalle risorse a disposizione in questo assestamento. “Da questo
punto di vista non si capisce – ha osservato Grosselli – perché
tenere bloccati 100 milioni di euro nel fondo di riserva quando
andrebbero impiegati al più presto per evitare avanzi di avanzi di
amministrazione che si rischia di non spendere. Queste risorse hanno
infatti tempi non immediati di messa a terra soprattutto per
investimenti sull’innovazione delle imprese. Andrebbero perciò
utilizzate per il bando qualità del turismo puntando ad investimenti
orientati ad aumentare il valore aggiunto di servizi e produzione”.
La questione della
sostenibilità.
Ancora, i sindacati ritengono
che uno dei fattori trainanti della crescita sia la sostenibilità.
Giusto quindi puntare sul fotovoltaico, ma servirebbero ulteriori
risorse per investimenti ancor maggiori. I sindacati segnalano che il
problema della sostenibilità riguarda anche la manutenzione del
territorio e il miglioramento dei sistemi di monitoraggio visto
l’impatto dei fenomeni atmosferici distruttivi generato
dall’aumento climatico: fondamentale per l’agricoltura e il
turismo diventa quindi un presidio costante che permetta di adattarsi
a questi fenomeni destinati a non essere l’eccezione ma la regola.
Gli interventi chiesti in
tema di lavoro: puntare sul personale per garantire servizi.
Sul tema del lavoro per i
sindacati la questione riguarda la qualità e l’accento va posto
sul sistema formativo per orientare alla rivoluzione ecologica le
politiche del lavoro con il reddito di attivazione, la staffetta
generazionale, la formazione continua, il sistema duale
dell’istruzione allo scopo di creare nuove professionale e
promuovere l’inserimento dei giovani diplomati e laureati. Altra
richiesta: rafforzare le tutele dei lavoratori negli appalti
estendendo a tutti gli ambiti le clausole sociali e con una norma che
vincoli i sussidi pubblici da concedere alle imprese al rispetto dei
contratti collettivi contro il dumping. Vanno inoltre aumentati gli
organici dei centri per l’impiego e dei servizi ispettivi ai quali
il Defp non fa riferimento perché in questi anni la Provincia non ha
adeguato i profili professionali né potenziato il personale e questo
rischia di danneggiare le politiche attive del lavoro. Senza il
personale, infatti, non si raggiungono gli obiettivi nei servizi
all’impiego che la Giunta si propone di perseguire.
Servono altri 25
milioni di euro per i 70 mila nuclei interessati al bonus bollette.
Sulla famiglia i sindacati
apprezzano la decisione di estendere il bonus bollette a 70mila
nuclei interessati ma ritengono che servano subito altre risorse
rispetto a quelle previste da questo assestamento a sostegno di chi
ha un reddito fisso e dei pensionati che subiscono maggiormente
l’aumento dei costi energetici. Si tratta di garantire copertura
alle famiglie con figli che superano la soglia Icef che consente
l’accesso agli aiuti pubblici. Solo aggiungendo su questo versante
altri 25 milioni di euro si arriverà a coprire i 70mila nuclei
familiari interessati.
Walfare: aumentare le
risorse per i lavoratori del Terzo Settore.
Sul welfare inteso come
sistema di tutela della salute e dei servizi sociali, i sindacati
ritengono fondamentale potenziare questi servizi qualificandoli a
tutti i livelli. Le risorse vanno aumentate anche per i lavoratori
del Terzo Settore che operano nel sistema assistenziale perché
possano farsi carico ancor meglio delle persone che ne hanno più
bisogno. Occorre migliorare l’offerta retributiva per attirare
personale in questi settori. I sindacati hanno ribadito la totale
contrarietà ai processi di privatizzazione in atto nei servizi
sociali e sanitari sollecitando la Provincia a muoversi per poter
utilizzare le risorse del Pnrr a favore del personale
dell’assistenza, copiando anche in questo caso da Bolzano. Vanno
eliminare in tal senso le forme non selettive degli sgravi
sull’addizionale Irap (il cui valore è tra i 60 e i 70 milioni di
euro) che, continuando ad essere generalizzati non producono
investimenti ma vengono assorbiti dalle imprese, mentre dovrebbero
servire a qualificare i servizi pubblici. Inoltre per i sindacati gli
sgravi Irpef avranno effetto solo nel 2023 mentre le famiglie vanno
sostenute subito per evitare un drastico calo dei consumi. Enti
locali: la revisione del protocollo sulla finanza locale non è
ancora disponibile e quindi risulta difficile valutare l’impatto
della manovra sulle condizioni dei lavoratori. I sindacati bocciano
infine la legge sulle Comunità recentemente approvata in aula: “una
non riforma che saranno le periferie a pagare”.
Michele Bezzi (Cisl):
proponiamo gli “Stati generali della sanità” per coinvolgere
maggiormente gli attori sociali sul miglioramento della qualità di
lavoro e servizi.
Per
la Cisl il segretario Michele Bezzi ha
insistito sulla necessità di un
coinvolgimento degli attori sociali, dei datori di lavoro, delle
organizzazioni sindacali e dei cittadini nelle scelte strategiche
che la politica provinciale
dovrà
compiere nei prossimi mesi. Servirebbero ad esempio oggi degli
“stati generali della sanità” per affrontare una problematica
trasversale che riguarda le carenze di personale in un settore da cui
dipende il benessere di tutti. Occorre
poi
puntare,
per
la Uil, a
una migliore qualità del lavoro e a un maggior investimento sulla
formazione professionale per
rendere il Trentino
un
territorio
attrattivo con retribuzioni adeguate. Contro la perdita del potere di
acquisto sono
poi necessari interventi
strutturali a
sostegno delle famiglie.
Il rischio è il calo dei consumi danneggi
pesantemente tutta l’economia.
Non dimentichiamo
– ha concluso – che le
famiglie sono i primi soggetti della
comunità da
tutelare.
Marcella Tomasi (Uil):
puntando al pubblico impiego finanziando anche il rinnovo del
prossimo contratto in modo da dare slancio ai servizi e all’economia.
Per la Uil la segretaria
Marcella Tomasi si è concentrata sul settore del pubblico impiego.
Bene a suo avviso il rinnovo dell’ultimo contratto ma servirebbe
anche, fin d’ora, il finanziamento del contratto del triennio
2022-2024 per dare nuovo slancio alle imprese, all’azienda
sanitaria e agli enti del Terzo Settore. Si tratta di ragionare sui
servizi territoriali e sugli appalti riguardanti il sociale con un
percorso che miri al rinnovo dei contratti integrativi provinciali
oggi sospesi. Oggi mancano dipendenti pubblici nei servizi e senza
organici a soffrirne sono le risposte ai bisogni dei cittadini. Per
Tomasi occorre che la Provincia si chieda di cosa ha bisogno il
territorio in termini di servizi alle famiglie, scolastici e agli
over 65 partendo da Spazio Argento promuovendo la sinergia tra Apsp,
Apss ed enti del Terzo Settore. “Si deve ripartire dagli infermieri
sul territorio e dalla scuola di formazione del personale di cui
hanno bisogno i servizi pubblici. Fondamentale per Tomasi è anche il
ruolo di controllo sui lavoratori esercitato dall’Uopsal (il
servizio ispettivo dell’Apss) coinvolgendo il personale che opera
sul territorio attraverso momenti di confronto con tavoli di
concertazione. Tutto questo è essenziale anche al welfare sociale.
La Fenalt: la Provincia
pensi anche ai dipendenti delle Apsp.
Per il comparto scuola della
Fenalt Ennio Montefosco ha sottolineato l’esigenza di aumentare lo
stipendio del personale precario e dei 13 coordinatori pedagogici che
lavorano per le scuole dell’infanzia della Provincia, visto che
anche su di loro grava il prolungamento a luglio delle attività
educative. Anche per il segretario della Fenalt Maurizio Valentinotti
sarebbe opportuno pensare fin d’ora anche al prossimo rinnovo
contrattuale del pubblico impiego per il triennio entrante. La Fenalt
lamenta il mancato stanziamento di un’indennità per i dipendenti
delle Apsp che pure hanno vissuto l’emergenza pandemica subendo la
carenza di organico per cui nell’ultimo biennio hanno rinunciato a
molti giorni di riposo. Andrebbe quindi previsto nell’assestamento
un’indennità per questo personale riferita al biennio Covid.
Quanto al pur apprezzabile sgravio sull’addizionale Irpef con la
soglia alzata a 25.000 euro, la Fenalt ha denunciato il rischio di
discriminare moltissimi lavoratori che hanno un reddito di poco
superiore a questa soglia e che saranno costretti magari a causa di
un’ora di straordinario a versare al fisco qualche centinaio di
euro in più.
La discussione.
Paolo Zanella (Futura)
ha chiesto ai sindacati quali soluzioni propongono per fronteggiare
il problema del calo demografico che causa la riduzione della
popolazione attiva per cui oggi i lavori sono tanti e i lavoratori
sempre meno.
Marini (Misto-5 Stelle)
ha chiesto il giudizio dei sindacati sul bonus 110% che molti
criticano senza però proporre alternative. Sul welfare ha chiesto se
per i sindacati sia corretto depotenziare il reddito di cittadinanza.
E se sì con quali alternative visto che oggi la disoccupazione in
Trentino è ai minimi storici?
Grosselli (Cgil) sul
reddito di cittadinanza ha risposto che forme di sostegno di questo
tipo sono state introdotte dalla Provincia fin dal 2009. La novità
del reddito di cittadinanza in Trentino è che con queste risorse
statali la Provincia risparmia le proprie sul reddito di inclusione.
Inoltre i servizi per l’attivazione dei lavoratori beneficiari di
questo sussidio devono essere garantiti dalle Regioni e dalle
Province autonome. Vi è una fetta di popolazione che è inattiva ed
è quindi possibile potenziare i servizi per l’impiego a favore di
più robuste politiche attive del lavoro con maggiori investimenti da
parte della Provincia. Questo secondo Grosselli fondamentale per
ridurre il numero di percettori del reddito di cittadinanza e degli
aiuti provinciali e fornire forza lavoro qualificata alle imprese.
Vanno inoltre sostenute le retribuzioni con interventi pubblici che
fronteggino i rincari dell’energia. Sul superbonus a favore
dell’edilizia Grosselli ritiene che la Provincia debba continuare a
investire sulla sostenibilità individuando strumenti sempre più
efficaci per il risparmio e l’efficientamento energetico e
l’approvvigionamento da fonti rinnovabili, come pure sulle
infrastrutture che stanno dietro questa transizione. Occorre evitare
provvedimenti che generano solo una fiammata senza garantire
continuità. Oggi il costo dell’energia aumenta e questo sollecita
incentivi di finanza pubblica per abbattere gli oneri e ammortizzare
gli investimenti. Sulla questione demografica per la Cgil il problema
è di incentivazione dell’occupazione femminile e per il lavoro dei
giovani, puntando sulla formazione professionale e universitaria,
perché le imprese aggancino laureati evitando la fuga di manodopera
dal Trentino. Tutta l’economia ha bisogno di un tasso di conoscenza
più alto in ogni settore, al quale occorre rispondere con
investimenti pubblici. A suo avviso vanno potenziati anche i servizi
di asilo nido a favore della ripresa della natalità.
IL COORDINAMENTO
PROVINCIALE IMPRENDITORI
Pallanch: dal documento unitario, giudizio
positivo sulla manovra.
Per
il Coordinamento imprenditori il segretario Roberto Pallanch ha
riassunto il documento unitario concordato dalle associazioni di
categoria testo
allegato).
Oggi
gli scenari economici
sono
peggiorati e la
situazione
è
difficile
anche per la sanità, ha
esordito che suscita interrogativi
e preoccupazioni. Le misure previste dall’assestamento sembrano
tuttavia significative grazie
ai 577
milioni di euro a
disposizione per questa manovra
estiva,
che
– ha detto è “forse la
più importante degli ultimi anni”. Si tratta di risorse recuperate
in parte da avanti di amministrazione e in parte da partite chiuse
con lo Stato con minori uscite per l’autonomia trentina. La manovra
si basa sulla costituzione di alcuni fondi da utilizzare per urgenze.
Gli imprenditori suggeriscono
alla Provincia un
ulteriore sforzo per tener
conto degli aumenti
dei
prezzi del
mercato, in
particolare dell’energia, che toccano tutte le
attività produttiva. Il
coordinamento
chiede molta attenzione alla Provincia a
sostegno delle imprese
implementando in
prospettiva le
risorse nel
bilancio
di previsione per
il 2023.
Gli
imprenditori
raccomandano alla Provincia di sostenere
il reddito delle famiglie “perché questo si riflette sull’economia
e sulla domanda di beni e servizi”. Risorse
aggiuntive andrebbero previste anche
per
le imprese che parteciperanno ai bandi del Pnrr se il finanziamento
dello Stato non coprisse tutte i costi. A
proposito di Pnrr, per il coordinamento imprenditori sarà
importante che
la Provincia garantisca
il confronto
con
le associazioni
di
categoria sulle misure
da
mettere in campo in particolare a faovre del turismo.
Andrebbero
anche coinvolti direttamente
i centri di assistenza tecnica (cat) delle diverse
associazioni
imprenditoriali
per
sollevare le imprese e l’ente pubblico dagli
oneri burocratici legati alle rendicontazioni
e ai
controlli.
Essenziale
per
gli imprenditori sarà
anche
garantire
la valutazione
degli impatti economici delle
spese
e dell’impiego
delle risorse derivanti dal Pnrr. Il coordinamento sottolinea
l’esigenza di una rapida realizzazione delle opere pubbliche
utilizzando le risorse disponibile
per non rischiare che finiscano nei prossimi avanzi di
amministrazione.
Gli
imprenditori condividono i provvedimenti
proposti nella
manovra a favore del sistema
turistico, ma
chiedono che i dipendenti di questo settore possano usufruire di
immobili a destinazione alberghiera come foresterie svincolando l’uso
di questi edifici dagli obblighi di servizio tipici delle strutture
ricettive.
Sulle
Olimpiadi invernali del 2026 gli
imprenditori trentini segnalano
che
Lombardia e Veneto hanno sottoscritto una convenzione per il
coordinamento degli interventi. “Sarebbe importante – osservano
– che anche
in sede provinciale fosse patrocinato un accordo analogo”. Il
documento unitario lamenta
il mancato finanziamento dei
servizi del settore
socio-assistenziale che
dipende dalle
comunità di valle e
denuncia la gravità della vicenda del Not.
A
loro avviso il nuovo ospedale va assolutamente realizzato anche in
funzione della facoltà di medicina e
per incentivare la
permanenza
del personale sanitario e delle persone sottoposte a cure. A
proposito di salute il coordinamento
non
condivide la norma
inserita dalla Giunta nella legge sull’assestamento, che per
agevolare la permanenza sul territorio del personale sanitario,
l’accesso degli agli utenti alle prestazioni del servizio sanitario
provinciale e la permanenza sul territorio dei familiari o di chi si
occupa dell’assistenza nei periodi di degenza, la Provincia conceda
un contributo destinato a supportare le spese di funzionamento di
soggetti privi di finalità lucrativa che attraverso la propria
attività perseguono queste finalità. In questo modo secondo il
coordinamento si limita l’iniziativa imprenditoriale che potrebbe
rispondere alle esigenze abitative del personale sanitario e dare
ospitalità a familiari o soggetti sottoposti a cure mediche.
Andrebbe
valutato per questo l’introduzione di un aiuto al soggiorno ad
esempio tramite un voucher,
anche
subordinandolo a un requisito di durata minima.
Per
il coordinamento infine le ingenti risorse
provinciali
disponibili
richiedono un attento monitoraggio per garantire il rispetto della
legalità e
impedire l’infiltrazione
di organizzazioni malavitose. Nell’insieme, comunque – ha
concluso Pallanch – il coordinamento imprenditori esprime un parere
favorevole alla manovra, anche
se ci si riserva di
inviare eventuali proposte di emendamento al ddl.
Gli albergatori: accelerare
le opere pubbliche per le Olimpiadi.
Per
l’Associazione albergatori (Asat) il presidente Gianni Battaiola ha
osservato che lo
strumento del fondo alberghi di cui si parla da anni va attuato in
tre direzioni: il
sostegno
agli investimenti per
la ristrutturazione
del debito e garanzie
per
riuscire a ottenere finanziamenti; la crescita qualitativa delle
strutture con
investimenti anche
attraverso l’entrata
in
compagini
societarie delle
strutture
ricettive; e il recupero degli
alberghi
dismessi e
chiusi da 10 anni, che sono
più
di cento, demolendo le strutture
per
generare crediti
edilizi e
fare
pulizia e riordino rispetto a questi brutti immobili
che danneggiano paesaggio e turismo.
Le
olimpiadi
invernali del 2026 per
Battaiola sono un evento
che
deve
sostenere tutta
l’economia
del
Trentino
e non solo i
territori
direttamente interessati, con
investimenti sulle infrastrutture
e gli impianti sportivi in tempo utile per i test previsti nel 2025.
Bene anche il bando qualità pur soggetto a de minimis, perché
comunque aiuta le imprese. Battaliola ha concluso segnalando che il
fondo rotativo imprese dello Stato per lo sviluppo delle imprese
prevede la possibilità che anche le Province autonome possano
implementare le risorse. Cosa che con questa manovra la Giunta non ha
previsto. L’Asat chiede quindi di rimediare alla
lacuna.
Battaiola ha denunciato il fatto che nelle strutture turistiche
stanno arrivando delle disdette e con l’aumento dei costi
dell’energia il turismo trentino potrebbe rallentare nella stagione
invernale. Per questo vanno aumentate le risorse previste dalla
manovra per l’abbattimento dei costi energetici.
Gli industriali evidenziano
le difficoltà del settore manifatturiero.
Alessandro Santini,
vicedirettore di Confindustria, ha segnalato in particolare le
difficoltà del comparto manifatturiero causato dai rincari
dell’energia. Anche a questo settore andrebbero a suo avviso
destinati 100 milioni di euro che la Provincia si riserva di
utilizzare per le emergenze. Bene la scelta della Giunta di procedere
con la circonvallazione di Rovereto e la variante di Molina di Ledro,
anche se costruendo queste opere occorrerà baipassare le zone dei
centri abitati. Alloggi del personale: l’esigenza non riguarda solo
il turismo ma anche le imprese manifatturiere che faticano molto a
reperire dipendenti che spesso arrivano da fuori provincia o comunque
da località distanti. Di qui la richiesta alla Provincia di
sostenere l’individuazione di strutture da destinare ai lavoratori
non solo stagionali del manifatturiero. Per Santini le Olimpiadi del
2026 costituiscono un’occasione importante per l’intero sistema
economico del Trentino e per questo servirebbe il coinvolgimento
nella programmazione di tutte le imprese interessate. Trento, Bolzano
e Belluno dovrebbero essere collegati con sistemi di mobilità
integrata per consentire ai turisti di poter godere in modo
sostenibile delle nostre montagne. Bene, infine, per gli industriali
il previsto sostegno agli impianti natatori del Trentino.
L’Ance: sostenere le
imprese delle costruzioni con il fondo di riserva.
Per l’Associazione
costruttori edili Andrea Basso ha sottolineato che una quota del
fondo dei 100 milioni di euro riservato al caro energia e al caro
materiali per le opere pubbliche andrebbe riservato alle imprese di
costruzione. Buona è poi l’idea di garantire liquidità all’Itea
sul tema dell’energia: la speranza è che attraverso l’apposito
tavolo l’ente appaltante sia indotto a rivedere i prezzi a fronte
di sopraggiunti aumenti dei costi. Occorre un’analisi e la
rivalutazione dei prezzi che non sono stati rivisti in modo adeguato
dalle amministrazioni perché con la rinegoziazione si eviti la
chiusura delle aziende. Per le Olimpiadi Basso ha assicurato che “le
aziende di costruzione ci sono se però i prezzi sono congrui. Forse
– ha concluso – sarebbe meglio realizzare un’opera pubblica in
meno per poter sostenere le aziende che subiscono il rincaro dei
materiali e dell’energia. I fondi di riserva sull’assestamento
saranno in tal senso determinanti.
Confartigianato: sull’Irpef
elevare il tetto del reddito da 25 a 28.000 euro.
Per
l’Assart Confartigianato, il presidente Marco Segatta ha
ricordato la convenzione
sottoscritta con la Provincia e
la cooperazione per
incentivare l’impegno a
favore delle energie rinnovabili, ma ha criticato Dolomiti
Energia (DE) che anziché
sostenere le imprese “si è invece messa in
concorrenza”. Segatta ha
sollecitato quindi un
confronto con DE per evitare che in
futuro il problema si ripeta.
Secondo
il presidente va sostenuta la promozione nelle scuole
dell’artigianato in senso stretto per
contribuire all’occupazione stabile
e non solo stagionale
nelle imprese di questo
settore strategico per l’economia del Trentino.
Bene l’aumento del tetto
del reddito
sull’Irpef a 25.000 euro
ma per gli artigiani occorrerebbe arrivare a 28.000
euro. Segatta ha chiesto
infine di dare al Confidi la
possibilità di esercitare
l’attività dei centri di
assistenza tecnica. Gli artigiani
sono favorevole per non disperdere l’esperienza
di questo organismo.
Per
la Federazione trentina della cooperazione, il presidente Roberto
Simoni e Aldi Cekrezi di
Confesercenti hanno espresso la
loro condivisione del
documento unitario del
coordinamento riservandosi
di trasmettere ulteriore
note
La discussione.
Giorgio Tonini (Pd) ha
evidenziato il paradosso secondo cui si dice da un lato che vi
molteplici esigenze inevase e che si auspicano decisioni rapide in
particolare per la messa a terra degli investimenti, e dall’altro
la Giunta congela con questa manovra 100 milioni di euro per le
eventuali necessità impreviste. Senonché vi sono già necessità
conclamate e una parte delle risorse derivano dagli avanzi delle
amministrazioni precedenti. Questo mostra un problema di efficienza
perché non si capisce come potranno essere spesi questi 100 milioni
entro i prossimi tre mesi proprio alla luce delle risorse che la
Provincia non è riuscita a spendere negli ultimi anni. Il rischio è
che si arrivi a spendere queste risorse solo nell’autunno del 2023,
guarda caso proprio alla vigilia delle elezioni provinciali. Il
consigliere ha chiesto agli imprenditori se non ritengano più
opportuna una decisione immediata sull’impiego di queste risorse
visto che loro stessi hanno sottolineato che la situazione attuale è
di emergenza.
Marini, vista la
volontà di demolire lo strumento dell’ecobonus ha chiesto se non
sia il caso di ragionare subito su come sostenere l’utilizzo di
fonti energetiche alternative in modo da fugare il rischio di
ritornare a quelle fossili. Quanto alle risorse chieste per gli
impianti finalizzati alle olimpiadi invernali, Marin ha ricordato che
vi sono già investimenti previsti in tal senso e ha chiesto se non
sia il caso di rafforzare invece l’educazione allo sport nelle
nelle scuole. Che senso ha infatti – ha chiesto – puntare sugli
impianti sportivi senza promuovere l’attività sportiva? Ha poi
chiesto che strumenti si potrebbero adottare per favorire le comunità
energetiche su basi, però, cooperative. Ancora, sull’appello del
coordinamento a favore delle legalità per contrastare le
infiltrazioni della criminalità organizzata, ha chiesto agli
imprenditori quali strumenti si potrebbero introdurre per perseguire
l’obiettivo. Infine ha chiesto se non varrebbe la pena intervenire
preventivamente concertando le proposte da avanzare in materia
materia fiscale come quella relativa all’addizionale Irpef.
Masè
(La Civica) ha chiesto agli
imprenditori cosa pensino della minor produttività del Trentino
rispetto all’Alto Adige che emerge dai dati della Camera
di commercio.
Battaiola dell’Asat
ha risposto a Marini ricordando di non aver chiesto soldi per gli
impianti sportivi ma uno snellimento burocratico per poter realizzare
queste strutture, condividendo la volontà di sostenere l’educazione
allo sport nelle scuole. Anche sulla detrazione fiscale per le
aziende virtuose in materia di fonti energetiche rinnovabili
Battaiola si è pronunciato a favore della richiesta di Marini. Il
presidente dell’Asat ha condiviso con il consigliere Tonini
l’esigenza che la Provincia sostenga con i 100 milioni di euro le
aziende del turismo che avvertono grandi incertezze sul futuro, anche
perché le banche non concedono più prestiti alle imprese che così
rischiano il default.
Il segretario del
coordinamento Pallanch ha
osservato che la logica del fondo di emergenza di 100 milioni
risponde proprio alla necessità evidenziata da Tonini perché “dai
tecnici della Provincia ci è stato detto che queste
risorse verranno
utilizzate
in brevissimo tempo per
andare incontro alle necessità urgenti delle imprese”.
Quanto alla legalità
Pallanch ha sottolineato che
le imprese condividono
pienamente l’esigenza di tenere alta la guardia contro
il rischio delle
infiltrazioni della criminalità organizzata. E
che gli appalti già
contengono meccanismi di controllo. Occorre
quindi affidarsi alle capacità
e alla
volontà della magistratura e delle forze dell’ordine perché gli
imprenditori sono già attenti. Pallanch ha ricordato anche la
proposta di costituire un tavolo
per ragionare sulla bassa
produttività delle imprese del Trentino che dovrà servire ad
evitare letture superficiali del problema.
Marco Segatta
(artigiani) ha risposto a Marini sulle comunità energetiche
ricordando di aver organizzato un seminario rivolto agli imprenditori
con l’ingegner Fauri, che ha però evidenziato che il ruolo della
burocrazia è ancora troppo pesante: le mancate iniziative su questa
possibilità sono quindi da imputare a questo ostacolo. Quanto alla
normativa fiscale, ha espresso piena disponibilità a discutere di
modifiche e proposte.
Alessandro Santini
di Confindustria ha risposto a Marini sul superbonus ricordando che
il fotovoltaico è
considerato dalle imprese un
mezzo di produzione, per cui è necessario emanciparsi da fonti
fossili e dalla dipendenza dalla Russia. Si tratta di rendere
indipendenti le imprese dalle oscillazioni dei prezzi sui mercati.
Quanto agli incentivi fiscali per l’approvvigionamento energetico
con il fotovoltaico, ha
assicurato che gli
industriali sono favorevoli al sostegno delle imprese che decidono di
investire “perché nessuna si aspetta
regali”. A Masè ha
risposto ricordando che
negli ultimi 30 la
produttività del trentino è crescita del 14% in meno rispetto
all’Alto Adige. E che oggi la produttività è inferiore del 4,4%.
Il motivo del gap
di produttività è riconducibile
alle piccole dimensioni
delle imprese trentine e
ad alcune condizioni
di contesto meno favorevoli
rispetto ad altre regioni e
territori. “Siamo infatti
al quart’ultimo posto in
Italia per la difficoltà di reperimento dei lavoratori e di
laureati in discipline
scientifiche”, ha
ricordato. “E
la nostra provincia soffre
di una minor connettività con banda ultralarga. A questi difetti la
Provincia dovrà porre rimedio anche con
il Pnrr”.
LE AUDIZIONI DEL POMERIGGIO
Nelle audizioni del pomeriggio, le categorie agricole hanno lanciato un grido di
allarme in particolare per il settore zootecnico. Il Consorzio delle
autonomie locali, tuttora impegnato con l’assessore Gottardi nella
discussione dell’ultima versione di protocollo di finanza locale,
si è impegnato a produrre una nota con le osservazioni entro la
tarda mattinata di mercoledì.
GLi agricoltori: risorse insufficienti per il settore zootecnico.
Per
Confederazione agricoltori il presidente Paolo Calovi ha
descritto la situazione contingente all’insegna dell’incertezza e
dell’instabilità, conseguente alle speculazioni causate
dall’aumento sconsiderato dei prezzi che stanno avendo purtroppo
come conseguenza la chiusura di aziende anche del settore agricolo.
Le risorse messe in campo dalla manovra sono consistenti,
l’importante è però che siano mirate alle situazioni difficili.
Calovi ha detto di vedere con grande favore la messa a disposizione
di 4 milioni di euro per il comparto zootecnico, quello in maggiore
difficoltà. Quanto ai 10 milioni per il settore agricolo, pur
essendo un intervento di rilievo, forse poteva essere più decisivo,
vista la situazione. Si pensava ad esempio ad un sostegno per le
cooperative di trasformazione per contrastare le spese per la
vendemmia anticipata. Nella manovra è prevista, tra l’altro, la
possibilità di utilizzare delle risorse per manufatti per
l’ospitalità temporanea stagionale: sarebbe utile poter prevedere
questa fattispecie anche per le case mobili, che avrebbero un minor
impatto ambientale e potrebbero rappresentare un’interessante
alternativa. Ha poi messo in evidenza i gravi problemi di manodopera,
auspicando formule semplificative per le assunzioni. Infine, ha
ricordato la peculiarità tutta trentina dell’Imis per gli immobili
agricoli sperando che si possa valutare l’esenzione.
Anche
il presidente di Coldiretti Gianluca Barbacovi ha
evidenziato le difficoltà del momento con l’aumento dei costi
energetici e la concorrenza sleale che stanno pesantemente
affaticando l’intero comparto dell’agricoltura. Si sta già
facendo molto, ma il clima generale è preoccupante, anche con
riferimento alla manodopera. Il dato del calo demografico messo in
evidenza dal Defp non fa che aggravare la situazione. Quello che si
può fare nell’immediato è aiutare le imprese in difficoltà: bene
i 4 milioni stanziati per il settore zootecnico e i 10 per il settore
agricolo. Servirebbero maggiori incentivi diretti o indiretti anche
come credito di imposta per i produttori dei prodotti agroalimentari
trentini oppure bonus o incentivi per il reperimento di manodopera.
Quanto alle politiche a medio e lungo termine, ha aggiunto,
servirebbero investimenti strutturali sulla ricerca, sulla
digitalizzazione, sulla meccanizzazione, sopratutto nel settore
idrico degli invasi. Bene i fondi del Pnrr con riferimento ai quali
ha auspicato che lo Stato voglia concedere autonomia di gestione alle
regioni. Bene aver alzato l’esclusione dall’addizionale Irpef a
25.000 euro, così da dare più potere di acquisto alle famiglie.
Infine, un passaggio sui cibi sintetici dei quali si parla ancora
troppo poco: dobbiamo riuscire a valorizzare le nostre produzioni
sfilandoci dal potere delle multinazionali, ha detto.
Giacomo
Broch, presidente della Federazione provinciale Allevatori ha
espresso forte preoccupazione per il settore zootecnico che non sta
più in piedi, sopratutto per le aziende medio piccole. Gli
interventi messi in campo per questo settore difficile, ma
strategico, non sono purtroppo sufficienti. Se il Trentino ha delle
eccellenze importanti, lo deve sopratutto a questo settore. In
maniera molto accorata, Broch ha concluso chiedendo risorse mirate in
particolare dove ci sono i caseifici cooperativi che rappresentano la
vita del territorio.
La discussione.
Alex
Marini (Misto-5 Stelle) ha notato che gli interventi hanno
sollevato questioni di natura fiscale (esenzione Imis, riconoscimento
di crediti fiscali a chi utilizza prodotti trentini e bonus
integrativi a chi lavora in agricoltura). Sono tutte proposte
ragionevoli, ha osservato, ma forse l’assestamento di bilancio non
è il contesto in cui parlarne. Ha suggerito di indire un forum sulla
fiscalità in cui ragionare di questi temi e valutare una riforma
delle politiche fiscali in considerazione delle emergenze globali.
Pietro
De Godenz (UpT) ha chiesto cosa significa dire che la “zootecnia
di montagna non sta più in piedi” e come si potrebbe intervenire
in particolare.
Vanessa
Masè (Civica) ha chiesto maggiore chiarezza sulla drammaticità
della situazione sul fronte dei costi e dei numeri.
Mara
Daldocchio (Lega) ha osservato che si sta cercando di far fronte
al momento di innegabile, profonda crisi economica. Accanto ai 4
milioni + 10 messi in campo su questo bilancio ci si attendono molte
risorse dal Pnrr, ma certo la situazione non è rosea nell’immediato,
ha concluso, augurandosi che l’autunno possa portare delle buone
novità a livello europeo.
La
replica delle categorie agricole
Broch
ha replicato osservando che la zootecnia ha un doppio problema,
quello dell’azienda e quello della trasformazione, ovvero il
problema della stalla e quello della latteria. Ci sono dei contributi
di compensazione ma con gli aumenti esagerati dei costi non sono
sufficienti. Quando si parla di tassa di soggiorno, ha detto
provocatoriamente, una parte dovrebbe essere destinata al settore
zootecnico per quanto quest’ultimo contribuisce allo sviluppo e al
mantenimento del territorio. Quanto all’approvvigionamento idrico,
anche se non possiamo parlare di criticità nell’immediato, occorre
pensare in prospettiva a creare bacini di accumulo.
Più
che sulla fiscalità, Barbacovi ha detto che si dovrebbe
lavorare sugli incentivi, legati all’utilizzo dei prodotti
agroalimentari trentini negli agriturismi e anche nei ristoranti. Ha
infine rafforzato il passaggio di Broch sulla tassa di soggiorno
ricordando il contributo strategico dell’agricoltura al comparto
turistico.
Abbiamo
bisogno di risposte immediate, ha aggiunto Calovi: se vogliamo
essere competitivi servono risorse aggiuntive perché la nostra è
un’agricoltura di montagna che fa difficoltà a competere con altre
realtà latifondiste, pur puntando sulla qualità dei prodotti.
Consiglio delle autonomie locali (Cal):
osservazioni entro mercoledì mattina.
Paride
Gianmoena (Cal) ha comunicato che non sono stati ancora conclusi
gli approfondimenti in corso in queste ore con l’assessore Gottardi
sull’ultima versione del protocollo di finanza locale. L’impegno
è quello di inviare una nota con le osservazioni sull’assestamento
entro la tarda mattinata di mercoledì.