Giornale OnLine

Giornale Online
10/03/2020 - In aula o in commissione

Primo via libera al ddl della Giunta sui criteri per il rinnovo delle concessioni idroelettriche

Dalla Terza Commissione subito dopo la conclusione delle audizioni . No al ddl di Manica

Primo via libera al ddl della Giunta sui criteri per il rinnovo delle concessioni idroelettriche

Testi allegati

Primo via libera al ddl della Giunta sui criteri per il rinnovo delle concessioni idroelettriche

La terza Commissione presieduta da Ivano Job ha completato l’esame dei disegni di legge 49 di Mario Tonina e 8 di Alessio Manica e Sara Ferrari, che intervengono in diversa misura a modifica della legge provinciale 6 marzo 1998, n. 4, in materia di energia e derivazioni idroelettriche. Approvato il primo con 3 astensioni e 4 voti favorevoli, respinto il secondo con 3 voti favorevoli e 4 contrari.

Poco prima delle 17.00 è iniziato l’esame dell’articolato del disegno di legge di Tonina, con i relativi emendamenti, già illustrati dall’assessore nel dettaglio nella fase di discussione generale. Per questo le norme sono passate senza alcuna discussione e in poco tempo il testo è stato licenziato con 3 astensioni e 4 voti favorevoli.

In dichiarazione di voto è intervenuto il consigliere Manica, che ha chiarito la volontà di astenersi, esprimendo apprezzamento gli emendamenti che hanno corretto sopratutto l’aspetto più complesso del maggior peso del prezzo nella fase di aggiudicazione. L’astensione significa anche che di qui all’aula ci si propone di apportare ulteriori emendamenti, ha aggiunto.

Il disegno di legge del consigliere Manica è stato respinto con 3 voti favorevoli e 4 contrari. Il consigliere ha ritirato l’emendamento annunciato, precisando che di qui all’aula si verificherà la percorribilità di una formulazione più accettabile.



Le ultime audizioni e la discussione prima del voto


Si sono concluse nel primo pomeriggio con l’ascolto del Coordinamento provinciale imprenditori e della Federazione delle cooperative, le audizioni al disegno di legge 49 di Mario Tonina e 8 di Alessio Manica e Sara Ferrari, che intervengono in diversa misura a modifica della legge provinciale 6 marzo 1998, n. 4, in materia di energia e derivazioni idroelettriche. A seguire l’organismo guidato a Ivano Job ha avviato l’esame dei due testi che sarà completato entro la giornata di oggi, per consentirne la discussione in aula nella sessione di fine marzo. Segue comunicato sull’esame dell’articolato e dichiarazioni di voto.



Gli imprenditori: troppo peso attribuito al prezzo nell’aggiudicazione


Marco Segatta, Presidente dell’associazione artigiani ha premesso che questa proposta è importante per il mantenimento e lo sviluppo delle centrali idroelettriche e le ricadute per il mondo produttivo industriale, degli artigiani e della Cooperazione. Noi vogliamo rimarcare, il maggior peso attribuito all’aspetto del prezzo nell’aggiudicazione: questo esula dal nostro modo di concepire l’offerta più vantaggiosa perché se l’attenzione sarà esclusivamente sul prezzo ne verrà meno la qualità con una conseguente cattiva ricaduta sulle nostre imprese. L’assegnazione deve avere un ritorno positivo per le casse, ma anche per le imprese e nel momento in cui si faranno le gare si questo si deve tenere debito conto. Ad esempio, ha notato, il peso del prezzo in altre regioni come la Lombardia e il Piemonte è al quarto posto.

Il Presidente di Confindustria Fausto Manzana ha ribadito la necessità di non attribuire prevalenza agli elementi di carattere economico ed ha suggerito un atteggiamento più neutro nella formulazione dell’articolo che lo prevede. Alessandro Ceschi (Federazione Cooperative) ha detto di aver affidato l’esame del disegno di legge al consulente prof. Falcon, ma che non ci sono stati i tempi per produrre delle osservazioni, che ha garantito di voler condividere un documento con la Commissione entro il 20 marzo.

Gianni Bort (Presidente Confcommercio) ha condiviso quanto illustrato da Segatta e Manzana, aggiungendo alcune osservazioni affidate al consulente ing. Betti sull’articolo 6 laddove si definisce la tempistica per le procedure di assegnazione delle concessioni, secondo un criterio penalizzante. Confcommercio proporrebbe dunque una modifica di questa norma che faccia salvi possibili differenti utilizzi delle acque.

Lorenzo Ossanna (Patt) ha detto che l’aspetto evidenziato, il focus sull’offerta economicamente più vantaggiosa sia da analizzare in maniera più attenta perché l’osservazione è già emersa da più parti ed è condivisibile.

Alessio Manica (PD) ha notato che questa audizione conferma un tema centrale di questo disegno di legge, ovvero la prevalenza o meno del prezzo, un aspetto contestato dagli ambientalisti da un lato e dagli imprenditori dall’altro. Forse, ha suggerito, qualche giorno di riflessione in più sarebbe utile.



La discussione generale


Alessio Manica (PD) ha esordito con una considerazione di metodo su questo che è uno dei disegni di legge più importanti di questa legislatura: essere chiamati ad approvare un disegno di legge 10 minuti dopo la chiusura delle audizioni non è rispettoso della dignità del nostro ruolo di consiglieri, ha detto, perché impedisce un lavoro di emendamento. Questo sistema non fa che spostare il lavoro sull’aula con le dinamiche del tutto diverse che ciascuno deciderà di intraprendere. Rilevo con dispiacere che su pressione della Giunta la Commissione abbia adottato questa prassi, ha aggiunto: questa è una presa in giro, che lede la buona volontà comunicata inizialmente dall’assessore, che aveva detto che data l’importanza del tema si ricercava la più ampia condivisione da parte del Consiglio.

Arriviamo a questa discussione con un’accelerazione che non gioverà per niente alla discussione, ha aggiunto Lucia Coppola (Futura): non c’è stato il tempo per fare nessuna riflessione e questo qualche difficoltà indubbiamente la crea.



L’assessore Tonina: sono disponibile ad ulteriori momenti di dialogo prima della discussione in aula


Dopo aver ascoltato gli interventi dei colleghi, l’assessore Mario Tonina ha confermato quanto già detto stamane, ovvero l’importanza del contenuto di questo disegno di legge e la necessità che ci sia una condivisione la più ampia possibile da parte del Consiglio provinciale. Spero, ha aggiunto rivolto ai colleghi, che da qui all’aula ci sia la possibilità di un ulteriore approfondimento ed anche, se i colleghi lo ritengono utile, do l’inedita disponibilità ad un confronto, per incrociare le vostre legittime richieste su temi tanto rilevanti. Tonina ha poi osservato che questo non è un disegno di legge improvvisato ed ha chiesto un atto di fiducia circa il modo operativo che la struttura e lui stesso hanno voluto tradurre in questo documento. Il testo, ha premesso, contiene in primis una serie di articoli per recepire le regole imposte dalla comunità europea e quindi disciplina secondo quelle norme gli affidamenti delle grandi derivazioni idroelettriche sul nostro territorio, che sono complessivamente 17. L’acqua è un bene primario la cui tutela deve essere vigilata e protetta, sopratutto nella fase delle delibere attuative e nei bandi, ha detto. Sotto il profilo ambientale gli strumenti della programmazione prevedono in dettaglio limiti, tutele e modalità di utilizzo e valorizzazione del bene acqua anche nella consapevolezza della finitezza del bene medesimo, ovvero tenendo conto dei deflussi minimi vitali (oggi chiamati “deflussi minimi ecologici”) quale misura per contemperare gli interessi ambientali con quelli produttivi. Su questo punto, ha aggiunto, vi posso confermare che il Trentino non parte dall’anno zero e vi garantisco che molte regioni in questo momento guardano a noi per capire, oltre al lavoro preparatorio di questo disegno di legge anche quanto è stato fatto in passato: un impegno di lungo corso che vogliamo confermare anche per il futuro, ha detto. Infine, Tonina ha rimarcato che prima di avviare le procedure di riassegnazione delle concessioni la Giunta avvierà il processo di verifica che non sussistano interessi prevalenti con quello idroelettrico e vaglierà istanze preliminari in concorrenza: processi caratterizzati dalla massima partecipazione pubblica. Inoltre l’ipotesi di riaffido delle concessioni sarà oggetto di valutazione ambientale, perché il tema ambientale è di massima importanza, anche in termine di canoni, ovvero delle compensazioni ambientali a carattere finanziario. L’assessore ha invitato i colleghi a condividere anche su quest’ultimo punto un percorso per l’aula, attraverso un confronto sulle possibili destinazioni dei canoni ambientali. Le concessioni che andranno in scadenza e in gara, ha aggiunto, ci permetteranno di restituire a quei territori che in passato sono stati penalizzati. Forse, ha ammesso, avessimo avuto più tempo avremmo potuto concentrarci di più sulle comunità energetiche. Mi impegno a proporre per l’aula, ha detto, una norma che valorizzi le comunità energetiche di autoproduzione e consumo anche tenendo conto dei consorzi elettrici, come già affrontato in sede di federazione delle cooperative. Nel ddl il tema non è stato disciplinato perché il recepimento della direttiva è in evoluzione. I consorzi cooperativi in passato sono stati innovativi ed hanno colto delle opportunità con il fotovoltaico, grazie alla sensibilità ormai datata e allo spirito cooperativo che li contraddistingue. Quanto alle procedure, vista la dettagliata conoscenza della realtà delle concessioni da parte della Provincia, sono stati previsti requisiti obbligatori ed altri facoltativi per essere aderenti alle peculiarità dei singoli impianti idroelettrici da concedere. Quanto al “tema dei temi”, quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa (prevalenza economica sui criteri di aggiudicazione) recepisco e capisco la preoccupazione manifestata, ha detto l’assessore e su questo ho preparato un emendamento che prevede di inserire il concetto dell’importanza rivestita da valutazioni anche di altra natura, che partono dalla considerazione che in Trentino in passato già è stato fatto un lavoro importante in questo contesto. Dal 2008 ad oggi, in 12 anni di gestioni delle concessioni da parte di Dolomiti energia, su input della Provincia, si è lavorato in un certo modo. Chiunque gestirà quegli impianti li troverà efficienti, grazie a importanti investimenti sempre fatti in passato.

I produttori ascoltati in Commissione stamattina hanno fatto le osservazioni che ci si aspettava, ha detto, mentre i sindacati si sono soffermati sul tema lavoro e in questo senso nel disegno di legge abbiamo previsto un numero minimo di mantenimento del personale attuale. Quanto alle osservazioni dei professori, è irrispettoso dire che questo disegno di legge è stato fatto dai burocrati “per difendersi”: è inaccettabile, ha aggiunto, sottolineando anche, rispondendo al prof. Andreaus, che non c’è assolutamente conflitto tra le istanze ambientali e le aspettative finanziarie. In replica all’intervento del prof. Gios Tonina ha precisato che non si vogliono nella maniera più assoluta escludere dalla determinazione delle scelte di conduzione delle concessioni, i criteri di miglioramento dell’efficienza energetica, del risanamento ambientale, o le misure di compensazione territoriale, quanto piuttosto, per maggior trasparenza e partecipazione risolvere questi aspetti prima della gara e determinarli come obblighi del concessionario. Quanto all’Imis Tonina ha sottolineato che il minor gettito è ininfluente sul totale delle risorse che la Pat raccoglierà, perché diminuiranno i costi di gestione per i concessionari, ma ciò permetterà loro di corrispondere canoni maggiori a condizione che la concessione sia aggiudicata in una gara che possa massimizzare i canoni da corrispondere.



Gli emendamenti: prevista una “doppia possibilità” nell’aggiudicazione della concessione


Tonina ha quindi illustrato il pacchetto degli emendamenti, alcuni dei quali squisitamente tecnici. All’articolo 6 si inserisce il parere preventivo del Cal sulle valutazioni in materia di interesse pubblico sull’utilizzo delle acque e di aggiudicazione delle concessioni. All’articolo 7 si specifica il requisito dell’esperienza per la partecipazione alla gara. All’articolo 8 si chiarisce che la somma prevista nel protocollo di finanza locale comprende entrambe, la quota delle misure di miglioramento ambientale e il canone per l’utilizzo dell’impianto. All’articolo 9, quello più dibattuto, si specifica, nell’aggiudicazione della concessione, la possibile prevalenza di altri aspetti rispetto a quello economico e si chiarisce che i criteri di selezione dipendono dalle caratteristiche oggetto di concessione. All’articolo 18 si chiarisce che l’autorizzazione è da rilasciare al concessionario solo se l’investimento comporta l’aumento della capacità produttiva.


Bene l’emendamento all’articolo 9 in materia di aggiudicazione, ha replicato Alessio Manica, che fa passare il suo voto sul documento da negativo ad un’astensione. Il consigliere ha chiesto per l’aula di avere un dossier con una mappatura sullo stato delle concessioni trentine, un aspetto che sta a monte della scelta sul prezzo. Anche Lucia Coppola ha annunciato l’astensione perché il tema è complesso, anche se appassionante e necessita maggiore approfondimento. Lorenzo Ossanna (Patt) ha convento con l‘assessore sull’opportunità di approvare questa norma in tempi rapidi: la velocità è anche una prerogativa da esercitare grazie alla nostra autonomia, ha detto, per l’importanza di legiferare per primi. Il consigliere del Patt ha evidenziato alcuni aspetti che vanno a suo avviso approfonditi, come l’aspetto dei beni asciutti: rimane aperta ad esempio la questione della gestione di questi beni. Negli emendamenti manca anche a suo parere la richiesta pervenuta da molti della creazione di un tavolo sulle decisioni circa la distribuzione delle risorse. Il mio è un approccio di attesa dell’evoluzione di questi ed altri aspetti, ha concluso Ossanna. Gianluca Cavada (Lega) ha apprezzato il lavoro svolto e la disponibilità dell’assessore ad un confronto sui canoni. Spero che anche nel bando ci siano norme severe per la procedura degli svasi, ha aggiunto, che impattano pesantemente sul sistema fluviale.



Il disegno di legge di Manica e Ferrari


Il consigliere Alessio Manica ha spiegato il senso “ideologico” del disegno di legge 8, che ha l’obiettivo di togliere la facoltà di ricorrere allo strumento coattivo dell’esproprio alle iniziative di tipo idroelettrico privato, per ridurre la forza di queste iniziative. Ci infiliamo in un campo lesivo della concorrenza, ha ammesso però Manica, quindi aldilà delle motivazioni politiche il testo incontra un vizio di costituzionalità. Però, ho predisposto un emendamento con il duplice obiettivo di far pulizia, introducendo il limite dei 3 megawatt e allineando il privato e il pubblico.






Le consultazioni precedenti


In mattinata sono continuate in Terza commissione, presieduta da Ivano Job (Lega) le audizioni sul ddl sul rinnovo delle grandi concessioni idroelettriche dell’assessore Mario Tonina e di quello di Alessio Manica e Sara Ferrari del Pd.

Sono stati ascoltati i rappresentanti delle associazioni delle società idroelettriche che hanno mosso critiche al ddl Tonina in sostanza su tre fronti: quello della concorrenza, che non sarebbe garantita dalle norme di partecipazione alle gare giudicate troppo stringenti e che premierebbero i concessionari uscenti; quello del peso di canoni, sovracanoni e cessioni gratuite di energia che, così come previsti dal ddl, metterebbero a rischio la sostenibilità economica delle aziende; no infine alle gare col metodo dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Inoltre, critiche sono state espresse alla legge nazionale 12/2019 che ha demandato alle Regioni la disciplina del rinnovo delle concessioni con il rischio, secondo gli esponenti delle società idroelettriche, di una frammentazione normativa che andrebbe ad aggravare quella esistente tra gli stati dell’Unione europea.

Alla Commissione europea e all’Autority della concorrenza, ha annunciato Paolo Pinamonti, presidente di Assoidroelettrica, verrà presentato un esposto preventivo contro il ddl Tonina perché, come accennato, non favorirebbe la concorrenza.



Le associazioni dei produttori: sbagliato escludere le piccole e medie società.


Andrea Zanghi, direttore generale di Elettricità Futura che rappresenta 600 aziende produttrici, ha sollevato in Terza commissione critiche su quello che viene definito Cherry picking, cioè la possibilità di selezionare, in modo del tutto discrezionale, i beni da trasferire al nuovo concessionario, al posto del trasferimento del ramo d’azienda. Una scelta, ha detto Zanghi, che rischia di porre a rischio la continuità della produzione. Critiche anche all’indennizzo al netto dei beni ammortizzati per le cosiddette “opere asciutte” che è in netta discontinuità con la legge in vigore. Dito puntato da Elettricità futura, e dagli altri rappresentanti delle imprese elettriche, sulla previsione, oltre che delle cessioni gratuite di energia per i servizi pubblici, di una componente fissa e una variabile per i canoni che, se la norma non verrà specificata meglio, potrebbe sommarsi con i sovracanoni Bim e rivieraschi.

Deciso il no al ddl anche da parte di Paolo Pinamonti, presidente di Assoelettrica. Associazione, ha ricordato, che si è battuta per introdurre anche nel mondo dell’idroelettrico la concorrenza. Secondo il manager il ddl in discussione, invece, riduce la concorrenza fino a quasi vanificarla. In particolare Pinamonti ha criticato la norma che dà la possibilità di partecipazione alle gare solo alle società che già gestiscono impianti superiori ai 3 mila kilowatt. Un limite, ha aggiunto, che non ha nessun motivo tecnico perché spesso i piccoli impianti, posti in zone di montagna e su torrenti che diventano impetuosi all’improvviso, sono i più complessi da gestire. Critiche anche al peso delle garanzie bancarie richieste ai concessionari; alla struttura dei canoni che arriverebbero al 40% dei ricavi e, con la cessione di una quota gratuita di energia ai comuni, favorirebbero le società pubbliche. No infine (no condiviso anche dagli altri rappresentanti delle società, compreso Vincenzo Colarullo, presidente di Utilitalia, che rappresenta le municipalizzate) anche al criterio dell’offerta economica più vantaggiosa, per Pinamonti e Zaghi, una scelta che andrebbe a scapito della qualità, anche ambientale, degli investimenti. Infine, il presidente di Assoelettrica ha ricordato che il ddl, ostacolando la partecipazione alle gare dei soggetti privati di medie dimensioni, quelli più innovativi, finirebbe per favorire i grandi gruppi stranieri. Questo perché le nostre imprese private cercherebbero con le società internazionali alleanze per non venire tagliate fuori dalle concessioni.

Nel corso della presentazione, che è avvenuta via skype, sono intervenuti con alcune domande Alessio Manica del Pd e Lorenzo Ossanna del Patt.



No di Cgil e Cisl alla priorità che il ddl Tonina accorda all’interesse economico tra i criteri da utilizzare per il rinnovo delle concessioni ideoelettriche. Chieste garanzie per il mantenimento dell’occupazione


Sono proseguite stamane con gli interventi di due delle maggiori sigle sindacali (assente la Uil che ha preannunciato un documento scritto) le audizioni della Terza Commissione, presieduta da Ivano Job (Lega), sul ddl dell’assessore all’energia Mario Tonina che fissa i criteri per il rinnovo delle concessioni delle centrali idroelettriche. I rappresentanti della Filctem Cgil e della Flaei Cisl hanno criticato la scelta del ddl della Giunta di privilegiare l’offerta economicamente più vantaggiosa ad altri requisiti da chiedere alle aziende per l’assegnazione delle concessioni perché si rischia in tal modo di aprire la strada al dumping sociale attraverso l’utilizzo di appalti e subappalti. Le due organizzazioni dei lavoratori hanno chiesto di introdurre nel provvedimento la previsione di un chiaro impegno di mantenimento dei livelli occupazionali e di dare la priorità ai criteri del miglioramento della produttività idroelettrica con il rinnovamento tecnologico degli impianti e della tutela ambientale.

Entro stasera è previsto il voto del ddl perché l’Aula del Consiglio provinciale possa procedere all’esame finale del provvedimento nella sessione del 31 marzo e 1-2 aprile.




Filctem Cgil: limitare appalti e subappalti per evitare il dumping sociale e introdurre garanzie che impegnino al mantenimento dei livelli occupazionali.


La Filctem Cgil, rappresentata da Franco Weber, ha lamentato l’iniziale mancata consultazione delle organizzazioni sindacali su un tema delicato come questo, visto che i lavoratori interessati sono 160 lavoratori e che sono state interpellate altre categorie interessate. Ha poi evidenziato alcune criticità rilevate dalla Filctem Cgil nel testo del ddl proposto dall’assessore.

La prima: all'articolo 7 comma 4 si parla di “possibilità” di prevedere che l'operatore economico sia in possesso di determinati requisiti, mentre dal momento che a questi soggetti verrebbe affidata la responsabilità di gestire impianti molto delicati per la sicurezza del territorio, occorrerebbe utilizzare il verbo “devono”. Questo permetterebbe alla Provincia di avere la garanzia che l'azienda alla quale viene assegnata la concessione sia competente.

Secondo: l'articolo 9 comma 1 per l’assegnazione delle nuove concessioni considera prioritaria la valutazione dell’offerta economica più vantaggiosa. “Si può capire che la Provincia voglia fare cassa – ha osservato Weber – ma privilegiando l'interesse economico si rischia di aprire la strada al dumping sociale sul costo del lavoro del personale, ad esempio quello di guardiania, utilizzando i subappalti in modo da “mungere” nell’unico settore possibile”. A suo avviso, quindi, la Pat dovrebbe imporre al concessionario che l'impianto al momento della restituzione per la scadenza sia al top. Per questo i costi devono essere messi in chiaro fin dall'inizio. Nel resto d'Italia, ha aggiunto l’esponente della Cgil, l'aspetto economico nei rinnovi è stato sempre collocato al quarto o quinto posto nella graduatoria dei requisiti da valutare. Diversamente, il rischio è di ritrovarsi costi successivi vent’anni dopo alla dismissione e al momento di rinnovare la gara. Vanno quindi valutati prioritariamente, secondo Weber, altri aspetti importanti per l’assegnazione delle concessioni, a partire dall'offerta migliorativa della produzione di energia che un’azienda propone impegnandosi ad adottare tecniche innovative per massimizzare l’efficienza idroelettrica delle centrali.

Terzo: fondamentale è dare la precedenza nella valutazione agli interventi di miglioramento e risanamento ambientale, per garantire il rispetto delle caratteristiche del bacino. Anche dall'Ue si potranno ottenere finanziamenti per ridurre l’impatto ambientale. Accordare invece il primato all'offerta economica vorrebbe dire danneggiare sia i lavoratori che la produzione e l’ambiente.

Quarto: un altro requisito irrinunciabile da imporre alle concessionarie riguarda l'occupazione. Oggi il settore occupa 161 lavoratori tra manutentori, guardiani e tecnici. Figure alle quali vanno date precise garanzie occupazionali. I nuovi concessionari dovranno assumersi l'onere di garantire l'occupazione, evitando di praticare il dumping sociale per risparmiare sulla pelle dei lavoratori. Il ddl dovrà prevedere concretamente questa tutela. Secondo Weber lo strumento più idoneo a questo scopo è la cessione del ramo d'azienda. Il nuovo concessionario deve infatti impegnarsi con la Provincia a mantenere il livello occupazionale di partenza per un certo numero di anni. Per questo servirebbe una norma che preveda una “fotografia” dell’occupazione attuale assicurando il controllo sul mantenimento di questo livello anche “dopo” il rinnovo della concessione. Il rischio è che altrimenti, passato un anno, si inizino ad appaltare alcune attività all’esterno mentre la ricchezza deve ricadere ed essere ripartita sul territorio. Ecco perché il ddl deve prevedere precise limitazioni agli appalti e subappalti. Solo stabilendo che non siano appaltabili i servizi di manutenzione, guardiania e controlli si eviteranno i subappalti che penalizzerebbero i lavoratori.




Flaei Cisl: si applichi il contratto di settore per tutelare anche la qualità del lavoro. Gli occupati sono in tutto più di 250.


La Flaei Cisl, con Piergiorgio Polignano ha condiviso le osservazioni della Cgil ponendo l’accento sul mantenimento dell’occupazione ma anche sulla qualità del lavoro nel comparto dell’idroelettrico. Occorre cioè tutelare i lavoratori non solo sul piano numerico ma anche a livello contrattuale. E' vero che il ddl fa riferimento alla clausola sociale, ma solo con un trafiletto riferito all'articolo 32 della legge provinciale 9. Per Polignano su questo punto occorre rafforzare il provvedimento. La Cisl chiede semplicemente l'applicazione del contratto di settore. Polignano ha sollecitato a “mettere al sicuro” con questo ddl le persone attualmente occupate con una fotografia del settore che occupa oltre ai 161 lavoratori di Hydro Dolomiti Energia anche molto altro personale utilizzato dalle aziende più piccole. Complessivamente gli occupati superano le 250 unità ed è quindi necessario dare loro una prospettiva per il futuro. Si tratta spesso di manodopera di qualità perché la gestione degli impianti richiede professionalità e competenze adeguate.




La discussione.



Il presidente Job ha assicurato che la Commissione non sottovaluta il ruolo dei lavoratori e delle organizzazioni sindacati del settore.

Manica (Pd) ha detto di condividere la preoccupazione dei due sindacati sul tema dei subappalti ricordando che su questo punto il quadro normativo non è tutto in mano alla Provincia. Manica ha espresso stupore per il numero relativamente basso di lavoratori occupati in questo settore visto che l’idroelettrico fattura 240 milioni di euro all’anno. Ciò dimostra – ha aggiunto – che gli investimenti nelle tecnologie giocano sempre più un ruolo cruciale nella partita delle concessioni idroelettriche.

Weber (Cgil) ha ribadito che i subappalti sono per i concessionari l'unico elemento utilizzando il quale tentano di fare business, risparmiando sui 9 milioni di euro complessivamente destinati al personale per poter incassare di più. Ecco perché limitare la percentuale dei subappalti nel ddl permetterebbe di ridurre il rischio di dumping.

Anche la Magnifica Comunità di Fiemme, che doveva intervenire con lo Scario, ha inviato osservazioni scritte.





Allegati
Il disegno di legge della Giunta
Il disegno di legge di Manica
Il documento del Coordinamento provinciale imprenditori
Il documento della Uiltec su ddl energia
Il documento della Confcommercio sul ddl energia