Approvate all’unanimità tre risoluzioni per le minoranze linguistiche
Ladini, mocheni e cimbri: seduta speciale in Consiglio provinciale
Fotografie in allegato (foto Panato)
Eccoci – ha esordito stamane
il presidente Claudio Soini – alla prima seduta dedicata dal
Consiglio provinciale alle minoranze linguistiche, per effetto di una
previsione regolamentare approvata in primavera al termine di un
percorso avviato nella scorsa legislatura dall’ex presidente del
Consiglio Walter Kaswalder e dal consigliere ladino Luca Guglielmi.
Soini
ha spiegato poco dopo come con l’Autorità delle minoranze
linguistiche – l’organismo con cui oggi si è celebrata questa
seduta speciale - si lavora fin dall’inizio di questa XVII
legislatura provinciale per affrontare costruttivamente le criticità
delle politiche di sostegno alle lingue minoritarie trentine. Il
presidente dell’aula ha accostato il valore di queste politiche ai
concetti di Libertà e Autonomia, riconoscendo quindi l’importanza
che la Provincia Autonoma si impegni nel tutelare le culture ladina,
mochena e cimbra.
Per
il governo provinciale ha quindi parlato l’assessore Simone
Marchiori, che ha la delega per il tema della valorizzazione
dell’Autonomia. Ha spiegato che sul 2024 la Giunta ha stanziato
880.840 euro, La parte più corposa del Fondo (euro 623.348) finanzia
il sostegno all’informazione in lingua minoritaria, attraverso
interventi in lingua sui quotidiani locali, bollettini
comunali,
stampa ed editoria ladina, telegiornali settimanali
(in mocheno e cimbro), produzioni tv e radiofoniche in ladino, nonché
le uscite del settimanale “La Usc di Ladins.” Abbiamo dedicato –
ha aggiunto - uno stanziamento specifico (euro 225.617) ad un
progetto per diffondere dall’anno prossimo i canali ORF 1 e ORF
SPORT dell’emittente austriaca nel nostro territorio. E’ stato
anche coperto il segnale tv nelle zone mochene dove ancora non
arrivava.
Pensando
ai giovani, Marchiori ha detto che sono una platea preferenziale e ha
citato l’iniziativa rivolta agli studenti delle scuole superiori,
universitari e giovani lavoratori, per far loro comunicare
l’esperienza di vita nei territori di minoranza linguistica.
Ultimo tema: implementare la Carta europea delle lingue minoritarie
(Consiglio d’Europa).
E’
seguito l’intervento di Katia
Vasselai, presidente dell’Autorità per le minoranze
linguistiche. L’avvocata ladina ha ringraziato per l’attivismo
dell’ex presidente Kaswalder, l’impegno dell’attuale presidente
Soini, la sensibilità del consigliere ladino Guglielmi e ancora
l’aula consiliare che all’unanimità ha varato la norma
regolamentare grazie alla quale si celebrerà annualmente una seduta
come questa. La tutela delle lingue minoritarie – ha detto Vasselai
– non ha colore partitico e politico, è un impegno dell’Autonomia
che preserva un bagaglio culturale antico e prezioso. C’è ancora
molto da fare e la presidente ha toccato alcuni dei temi che
riguardano i ladini (c’è la rivendicazione di maggiore autonomia
istituzionale e di decentramento amministrativo) e poi le comunità
germanofone. Servono adeguati collegamenti stradali con i fondovalle,
servizi di trasporto pubblico, iniziative imprenditoriali che creino
lavoro, personale per il Comune di Luserna.
Chiara
Pallaoro, membro mocheno dell’Autorità, ha omaggiato nel
decimo anniversario della morte il conterraneo già presidente del
Consiglio regionale Diego Moltrer, “che oggi sarebbe sicuramente
molto soddisfatto per questa seduta” (molti interventi poi si sono
accodati a questo sentito ricordo). L’avvocata Pallaoro ha detto
che in tema di tutela delle lingue ci sono molti problemi sul
tappeto, da tempo in attesa di essere finalmente risolti.
Matteo
Nicolussi Castellan, membro cimbro dell’Autorità, ha portato
un saluto in lingua minoritaria e ha poi fatto i migliori auguri al
dirigente Pat Roberto Andreatta purtroppo in ospedale (sono seguiti
gli auguri di Giovanazzi e di Soini). Sul tema “autonomia,
identità, territorio”, occorre interrogarsi costantemente – ha
detto Nicolussi Castellan – per tutelare gli special rights
propri delle comunità
minoritarie. Diversi i cenni di merito: bilinguismo a scuola,
autonomia degli istituti comprensivi, iniziative euroregionali in
economia, studio di detassazioni particolari sono alcuni spunti –
ha detto - ipotizzabili per il futuro.
Renato
Nazario Micheluzzi, viceprocurador, ha portato il saluto del
Comun general de Fascia e del Consei de Procura. Dopo di lui Nerio
Giovanazzi, commissario straordinario del Comune di Luserna, ha
voluto tranquillizzare: oggi – ha detto - la situazione contabile
del municipio va verso la normalità, la pianta organica è stata
completata con stabilizzazioni, la macchina amministrativa ha
cominciato a funzionare. Serve un segretario comunale con una certa
urgenza per non regredire. In linea generale, per far camminare i
Comuni si potrebbe pensare di esternalizzare alcuni servizi, come la
riscossione tributi. Lo sportello linguistico è da rafforzare,
occorrono corse pubbliche del trasporto più fitte per far tornare in
paese la sera i giovani studenti (ho inviato una richiesta
all’assessore ai trasporti, ne discuteremo presto). Giovanazzi ha
poi detto chiaramente che Luserna non potrà mai essere fusa con i
Comuni limitrofi, pena la fine della tutela del cimbro. Si ragiona
invece con Folgaria e Lavarone per la gestione condivisa di servizi
specifici.
Franco
Moar, sindaco di Palù del Fersina, ha detto che molto ha fin qui
fatto la Provincia per promuovere lingua e territorio, anche con uno
specifico progetto Pnnr per la valle dei Mocheni. Le migliorie
auspicate da Moar: insegnamento della lingua più strutturato
(occorrono la stabilizzazione dell’operatore d’appoggio presso la
scuola d’infanzia e l’inserimento di un docente della lingua
mochena nella scuola locale), va esteso l’uso del mocheno nella
scuola media); creazione di posti di lavoro in loco; sistemazione
della strada provinciale 135, che dev’essere protetta dalle piogge;
iniziative a sostegno di un turismo slow; istituzione di una Giornata
regionale delle minoranze linguistiche.
Gli interventi dei consiglieri provinciali
Francesco
Valduga. Ha citato le profonde
radici storiche dell’Autonomia trentina, fondata anche sulla tutela
delle lingue minoritarie e sull’arte dell’autogoverno a tutti i
livelli. Ha rivendicato l’iniziativa delle minoranze consiliari che
ha portato all’istituzione della VI Commissione consiliare dedita
proprio ai temi delle minoranze linguistiche. Ha garantito il
sostegno delle opposizioni
al testo di risoluzione unitaria. Ha
menzionato con interesse le rivendicazioni culturali dei ladini
nonesi. Ha spezzato una lancia per un nuovo progetto di trilinguismo
in Trentino.
Eleonora
Angeli. Sono per metà fassana
– ha detto – e sono per il pluralismo culturale e linguistico
tutelato dalla Costituzione e dall’Europa. La consigliera ha
auspicato la possibilità di parlare in ladino, mocheno e cimbro
nell’aula consiliare (come per i tedeschi a livello regionale). Ha
elogiato la diffusione dei canali tv in tedesco anche in provincia.
Ha ricordato che a Luserna c’è un problema di mancato utilizzo
veicolare del cimbro a scuola.
Mirko
Bisesti. Le lingue minoritarie
– ha ricordato -
spariscono nel mondo a ritmo
davvero preoccupante, c’è una perdita netta
di diversità culturale che
va contrastata. Il Trentino
fa molto, è un esempio
virtuoso, ma deve osare di
più, agendo ad esempio sulla leva fiscale.
Walter
Kaswalder. Ha ricordato
le migliorie viabilistiche che si potrebbero realizzare sulla strada
del Menadòr
e con un collegamento Pedemonte-Luserna. Ha auspicato l’istituzione
di un 36° seggio consiliare per le minoranze germanofone, con
diritto non di voto ma di tribuna. Ha parlato di scuola. Ha
illustrato infine
la sua proposta di mozione –
emendata d’intesa con
l’assessore Giulia
Zanotelli -
che chiede ora un documento
che individui le priorità di intervento
sulla s.p. 135 in sinistra orografica della val dei Mocheni.
Lucia
Coppola. Ha condiviso in pieno
gli obiettivi che la Pat si sta dando nella direzione di tutelare
ladini, mocheni e cimbri e consentirne la restanza nei propri
territori, con qualità di servizi e di vita adeguata. Le
aree di minoranza linguistica – ha argomentato - sono sempre un
valore aggiunto per i territori di cui fanno parte (pensiamo solo al
turismo), è un dato comune che si rileva a livello europeo. Ho
collaborato – ha detto – ad articolare la risoluzione unitaria,
penso dobbiamo davvero favorire la padronanza delle lingue,
stanziando risorse per garantirne l’insegnamento.
Vanessa
Masè. Questa seduta speciale
d’aula per le minoranze linguistiche – ha
detto rivolta al presidente Soini - è
uno strumento nuovo e davvero prezioso. Difendere
le minoranze è ricchezza culturale, antidoto all’omologazione.
L’Europa ha tanti progetti virtuosi e lavora bene sulle nuove
generazioni.
Daniele
Biada. L’ex sindaco di
Campodenno ha chiesto di
prestare
attenzione al fatto che nella sua valle di Non importanti quote di
popolazione si dichiarano ladine, nonostante la Pat non riconosca
questa minoranza linguistica. Romallo,
Novella sono i paesi con più cittadini che si dicono ladini.
Paola
Demagri. E’ un bel segnale –
ha detto – la convergenza dell’aula su un obiettivo e sul testo
di risoluzione cui abbiamo lavorato assieme.
Siamo per la “custodia” (più che per la “tutela”) delle
nostre minoranze linguistiche, senza ingessature e rispettando le
autonomie delle comunità locali.
Michele
Malfer. Le minoranze
linguistiche – ha ragionato - sono peculiarità regionale, non solo
provinciale. Un patrimonio culturale immateriale inestimabile, lo
dico anche da uomo di scuola, perché il multilinguismo apre la
mente. E sono un fattore di pace in un mondo di contrasti e purtroppo
di guerre.
Filippo
Degasperi. Come si trattano le
minoranza è indicatore di qualità della democrazia, ha
premesso. Un appunto alla
presidente Vasselai:
attenzione a non isolare le minoranze anche dal punto di vista
politico. Non occorre un benestare del presidente Fugatti per
organizzare questa seduta, le minoranze linguistiche sono di tutti.
Un tema concreto: che fine
ha fatto l’ottima idea di una funivia Valsugana-Altopiano di
Vezzena? Attenzione: annoto che i parlanti diminuiscono in modo
drammatico, mentre mancano degli indicatori precisi per valutare
l’efficacia degli investimenti Pat a favore delle minoranze.
Investimenti peraltro in
calo rispetto ad anni addietro. Ancora attenzione: si fa poco per
garantire servizi sanitari in loco e per incentivare lo smart
working, per contro accade che aziende dall’alta Valsugana si
spostino
a Trento nel silenzio generale.
Maria
Bosin. La consigliera di
Predazzo ha abbracciato con convinzione le istanze di rafforzamento e
difesa delle comunità linguistiche locali trentine emerse oggi in
aula.
Francesca
Parolari. Ha condiviso la
concretezza della risoluzione unitaria, che dev’essere poi
assolutamente attuata. Bene
il riferimento al progetto Conosciamo Autonomia del Consiglio, bene
diffondere la conoscenza dei territori ladini, mocheni e cimbri.
Avanti con le competenze da trasferire per legge vigente al Comun de
Fascia, non dovremmo essere qui ancora a parlarne.
Luca
Guglielmi. Il consigliere
ladino di Canazei ha
illustrato la propria proposta di risoluzione, che al punto uno
corrisponde alle aspettative del Comun general verso
la Provincia. A
proposito dei mancati indicatori citati da Degasperi: nella
scorsa legislatura – ha
detto Guglielmi - ho
promosso
un’indagine sociolinguistica importante,
tra l’altro confortante, purtroppo rimasta poco conosciuta.
Claudio
Cia. Ha dato merito a Kaswalder
e Guglielmi per avere avviato l’iniziativa della seduta annuale
dedicata ai gruppi linguistici. Ha
elogiato il progetto scuole del Consiglio provinciale. Finiti
i soldi, finito amore, ha poi ammonito: la tutela si fa se si
stanziano adeguate risorse. Un
riferimento infine
all’Autonomia un po’ zoppicante in Consiglio regionale, dove
giorni fa non tutti hanno difeso la prerogativa di legiferare qui e
non a Roma sui mandati dei sindaci.
La risoluzione unitaria dell'Aula
è
stata approvata all’unanimità.
La
Scola ladina de Fascia – spiega il testo - copre il segmento della
scuola d’infanzia, quello della scuola primaria e della secondaria.
Al termine del percorso di studi non è però prevista l’attribuzione
agli studenti di alcun certificato formale che ne attesti la
conoscenza della lingua e cultura. Attualmente, al termine del quinto
anno della scuola secondaria di secondo grado, agli studenti viene
offerta solo la possibilità di sostenere un esame aggiuntivo per
ottenere il cosiddetto "patentino". Ecco, la risoluzione
approvata oggi impegna il governo provinciale a lavorare per
l’introduzione, in favore degli studenti della Scola ladina ma
anche delle scuole in territorio mocheno e cimbro, di una
certificazione di conoscenza della lingua, nella misura dei livelli
A2 a fine primaria e B1 a fine secondaria.
Secondo
impegno: favorire la continuità e la valorizzazione del supporto
linguistico nella fascia 0-6 anni assicurato dagli Istituti di
Minoranza, con particolare riguardo alla realtà mochéna, ed a
promuovere la stabilizzazione del personale impegnato in tali
attività. Oggi si rileva infatti una mancanza di stabilità
contrattuale del personale dedicato. Luserna poi non ha una scuola
primaria, gli studenti parlanti cimbro sono quindi indirizzati presso
l’istituto scolastico di Lavarone, in cui la maggioranza degli
studenti non appartiene alla minoranza cimbra. In Valle dei Mocheni,
invece, si è da tempo registrata una domanda da parte delle
amministrazioni locali di potenziamento dell’insegnamento della
lingua mochéna a partire dalla scuola dell’infanzia
presente
sul territorio. Presso la scuola dell’infanzia di Fierozzo/Vlarotz
è attivo il progetto educativo dell’Istituto culturale mòcheno.
Il rinnovo avviene annualmente e si è giunti alla quarta edizione.
Visti i riscontri ampiamente positivi, si auspica il superamento del
finanziamento del progetto su base annuale, così come è già
sperimentato con ottimi risultati dall’Istituto culturale cimbro
nel progetto triennale 0-6 anni “Khlummane lustege tritt” presso
la Scuola dell’infanzia di Luserna. Rispetto a quest’ultimo
progetto, si osserva con soddisfazione la sua persistente efficacia a
nove anni dalla nascita. Tutto ciò motiva la stabilizzazione degli
operatori linguistici dedicati ai predetti progetti degli istituti
culturali mòcheno e cimbro.
Terzo
impegno: valutare la possibilità di garantire presso la Scuola
primaria di Lavarone l'insegnamento curricolare e/o veicolare della
lingua cimbra agli studenti di minoranza, favorendo la
stabilizzazione dei docenti. Oggi la scuola primaria di Lavarone non
ha la possibilità di assegnare cattedre con precedenza assoluta ai
docenti in possesso dell’attestato della lingua cimbra. Di
conseguenza, l’insegnamento non è pienamente istituzionalizzato ed
è svolto solo grazie alla disponibilità di una mobilità annuale.
Quarto
impegno: garantire con legge l’attività di rilevamento decennale
della situazione delle popolazioni di minoranza in Provincia di
Trento ed effettuare un'indagine sociolinguistica, per valutare il
grado di conoscenza delle lingue di minoranza. Il problema oggi è
questo: non si fa più il censimento generale decennale della
popolazione, sostituito da rilevamenti annuali a campione. Non
esistendo più il censimento generale a cui era collegata la
rilevazione sulla consistenza e la dislocazione territoriale delle
popolazioni ladina, mòchena e cimbra, emerge la necessità di
adeguare la normativa continuando a prevedere il rilevamento
decennale per queste aree di minoranza.
Un
impegno infine è rivolto al presidente del Consiglio provinciale:
sperimentare progettualità all’interno dell’iniziativa
consiliare Conosciamo autonomia finalizzate alla conoscenza delle
minoranze linguistiche, che prevedano la creazione di contenuti
tematici e di eventi nelle scuole dei territori di minoranza
linguistica, a cui possano partecipare studenti provenienti da
diverse zone della Provincia.
La risoluzione Guglielmi
è stata approvata
all’unanimità.
Sottofirmato
in modo trasversale dai colleghi d’aula, il testo del consigliere
ladino chiede di proseguire nella cessione di competenze e relative
risorse economiche dalla Pat al Comun general de Fascia, come
previsto dalla l.p. 3/2006 (e come auspicato anche dal consigliere
Andrea de Bertolini con un atto politico della scorsa estate). Punto
due: si chiede che la laurea in ladinistica presso il Campus di
Bressanone dell’Università di Bolzano venga riconosciuta per i
docenti che accedono alla Scuola Ladina di Fassa.
La risoluzione Kaswalder
è stata approvata
all’unanimità.
Il
testo chiede al
governo provinciale di promuovere un
documento che individui le priorità di intervento
sulla s.p. 135 in sinistra orografica della val dei Mocheni.