In prima commissione
Prosegue la discussione dell’articolato dell’assestamento
L'esame continua nel pomeriggio
In
Prima commissione, presieduta da Carlo Daldoss (FdI), la discussione
sull’articolato del ddl n.
35
sul bilancio di assestamento è ripresa stamattina dall’articolo 10
(approvato
con i sì della maggioranza e 4 no della minoranza). Articolo
che
prevede la possibilità da parte dell’assessorato di Simone
Marchiori di organizzare eventi per far conoscere l’Autonomia.
Mariachiara
Franzoia
(Pd) ha evidenziato che su questo tema ha un ruolo importante il
Consiglio che ha avviato il progetto “Conosciamoautonomia”, e ha
chiesto perché la Giunta abbia sentito il bisogno di sottolineare il
ruolo di coordinamento dell’assessorato delle iniziative
sull’autonomia. L’assessore Spinelli ha risposto che con questo
articolo non viene incisa nessuna prerogativa del Consiglio; si
tratta solo di coordinare le iniziative che fanno capo alla Giunta e
agli enti strumentali della Pat. La norma, inoltre, è esplorativa e
serve a capire quali e quanti sono i progetti. Non c’è, quindi,
alcuna volontà di andare a coprire spazi di altri, tanto meno quelli
del Consiglio. Il presidente Claudio
Soini,
sottolineando il successo di Conosciamoautonomia, ha ricordato che da
parte dell’assessore Marchiori è venuta la rassicurazione che non
c’è alcuna volontà di interferire nel lavoro del Consiglio. Ciò
non toglie, ha detto ancora Soini, che ci si debba coordinare con la
Giunta. Per Paola
Demagri
(Casa autonomia) le dichiarazioni di Spinelli non convincono e ha
ricordato che le progettualità avviate dal Consiglio con successo
sono equidistanti. Con questo articolo, invece, ha detto in sintesi,
si vuole solo riempire di contenuti l’assessorato di Marchiori.
Anche per Paolo
Zanella
(Pd) la norma è pleonastica e serve a dare un significato
all’assessorato e ha auspicato che l’articolo non apra la strada
a celebrazioni dell’autonomia di basso livello. Francesco
Valduga
(Campobase) da parte sua ha affermato che l’autonomia non ha
bisogno di celebrazioni e che
con
questa norma si cerca semplicemente di dare un senso a un assessorato
che è servito come merce di scambio
per portare nel
centro sinistra
il Patt. Non solo, ha aggiunto, non si capisce l’enfasi sul Centro
studi sull’autonomia quando ci sono già enti come il Museo
storico. Insomma, per Valduga la contraddizione è evidente: da una
parte si immaginano nuove strutture e dall’altra si invoca un
coordinamento. Di parere opposto Stefania
Segnana
(Lega) secondo la quale l’articolo ha senso in particolare oggi che
l’autonomia è entrata a pieno titolo nel dibattito nazionale.
Inoltre, ha ricordato che si è istituita la Sesta commissione
proprio per approfondirne i temi legati all’autogoverno. Quindi, la
norma è un’ulteriore tassello per rafforzare l’autonomia. Sulla
stessa linea Vanessa
Masè
(La Civica) secondo la quale è importante
per
far capire alla
popolazione che
autonomia non è solo risorse, non è solo mamma Provincia, ma
che
c’è anche una dimensione ideale. Riguardo al potenziamento del
sito Pat sull’autonomia ha proposto un concorso d’idee per le
scuole.
Intelligenza
artificiale, una cabina di regia per governarla
L’articolo
11 (approvato con l’astensione della minoranza) prevede una cabina
di regia sull’Intelligenza artificiale nella pubblica
amministrazione e
per la gestione dei
possibili problemi che possono sorgere per la protezione dei dati
sensibili dei
cittadini.
Un tema, ha commentato Franzoia, al quale va riservata, assieme ai
comuni, molta attenzione affinché queste tecnologie siano a servizio
e non contro l’uomo.
Uno
strumento per valutare lo sviluppo territoriale
L’articolo
12 (approvato
all’unanimità)
l’applicazione dell’indicatore del grado di sviluppo territoriale
e su questo la consigliera dem Mariachiara
Franzoia
ha commentato che questo strumento è stato in gran parte
accantonato, anche perché da parti dei comuni si è dimostrato
inapplicabile e quindi ha chiesto i motivi per i quali è stato messo
in legge. Valduga ha aggiunto che il tema sembrava
essere
stato messo un po’ da parte dalla
maggioranza, anche perché
da
questo indice usciva
una situazione che politicamente non piaceva anche perché si
metteva in evidenza che le
difficoltà emergevano nei grandi centri. Il dirigente generale
del servizio urbanistica e della coesione sociale,
Giovanni
Gardelli
ha affermato che il tema è quello
della coesione territoriale che difetta di un vero e proprio
strumento legislativo. C’è una legge sulla montagna datata e in
parte inapplicata, quindi la strategia è quella di sviluppare una
politica di coesione al pari di quello che sta facendo il Governo con
la legge sulla montagna o in passato con le leggi sulle aree interne.
I criteri di fondo di
questo strumento
riguardano soprattutto la sanità, l’istruzione e i trasporti. Si
prevedono
45 indicatori per dovrebbero
“scattare”
una fotografia valida della situazione territoriale. Un’istantanea
fondamentale per le politiche contro
lo
spopolamento di alcune zone periferiche come,
ad esempio, le valli del Leno o l’Alta val di Cembra.
Sul
problema di un’intesa con il Cal, il dirigente, ha detto che non ha
senso per
uno
strumento tecnico.
Carlo
Daldoss (FdI)
ha affermato che lo strumento, del quale da
assessoree è
stato il “padre”, è valido perché permette di effettuare
analisi oggettive in base alle quali individuare anche le risorse da
investire per rendere più coesa la comunità trentina. Maria
Bosin
(Patt), infine,
ha detto che lo strumento è importante per potenziare la solidarietà
territoriale ma anche per supportare le amministrazioni comunali.
Contributi
prima casa e recupero delle abitazioni, sì unanime
Si
è passati poi agli articoli che riguardano a casa: il 13 (voto
unanime), il 14 (unanimità) e il 15 (5 sì, 4 astenuti). Il primo
prevede contributi per la prima casa e il recupero delle abitazioni
per i giovani e le famiglie numerose; il secondo la copertura degli
interessi per la riqualificazione energetica e l’ultimo i sostegni
agli affitti nelle zone periferiche.
Paolo
Zanella
(Pd) ha definito del tutto insufficienti questi
articoli.
Basti pensare, ha
aggiunto,
che il nuovo governo laburista in Inghilterra ha previsto un piano
casa da
un milione di alloggi. Nella politica della Giunta, inoltre,
manca un piano serio su Itea: si
prevede
pochissima edificazione e un insufficiente recupero dell’esistente.
Interventi che Zanella ha definito miseri
e ha
aggiunto che non
basta l’housing
sociale
per la classe media quando si lasciano scoperte le emergenze.
Sull’articolo 15 l’esponente dem ha ricordato che la misura non
ha funzionato e quindi è inutile mettere
in bilancio
altri 500 mila euro.
Per
Paola
Demagri,
bene le intenzioni dell’art.13, anche se si poteva fare di più. E
ha ricordato
le fatiche che
i
giovani sono
costretti a fare per
impostare il loro futuro. Difficoltà che avrebbero bisogno di azioni
incisive.
Mentre, Stefania
Segnana,
ricordando il successo dei progetti di co
– living,
da
lei avviati la scorsa legislatura,
ha messo l’accento sul sostegno agli affitti nelle zone
svantaggiare e ha detto che un anno di sperimentazione non basta e
continuare a stimolare i giovani ad andare ad abitare nelle zone più
montane è importante in
primo luogo
per lottare contro lo spopolamento. Maria
Bosin (Patt),
chiedendo
di alzare l’età per l’accesso ai contributi prima casa, ha
ricordato che nella
scorsa legislatura la Giunta aveva raccolto le richieste delle
amministrazioni di mettere in campo un fondo di garanzia per i
proprietari di
case
per sostenere gli affitti e i costi della abitazioni nelle zone
turistiche. Mentre
Antonella
Brunet
(Lista Fugatti) ha ricordato il progetto co
– living
avviato nella scorsa legislatura nel Vanoi che ha dato ottimi
risultati, e
che ha permesso di attrarre
anche professionalità importanti per la vita dell’intera comunità.
Achille Spinelli ha sottolineato l’importanza dei contributi per
l’acquisto e la riqualificazione per dare risposte abitative e uno
stimolo sano al mercato. Zanella ha detto che il Fondo garanzia per
gli affittuari non si farà e che il problema è esploso con la
proliferazione degli alloggi turistici. Daldoss ha affermato
che va fatta una valutazione sociale perché i giovani hanno sempre
meno l’obiettivo della casa in proprietà e preferiscono, come nel
Nord Europa, vivere in affitto. Inoltre, ha invitato a pensare a un
fondo di housing
sociale anche perché ci sono grandi disponibilità finanziarie
soprattutto da parte dei fondi pensionistici.
Digitale,
un’emergenza anche per i più piccoli
La
commissione ha poi affrontato i temi della scuola. Sull’articolo
16 (approvato con 5 sì e 4 astensioni) sul benessere digitare,
Vanessa
Masè ha
ricordato di aver presentato un ddl sull’uso dei mezzi digitali che
sono diffusi ormai
anche tra
i più piccoli. Una situazione fuori controllo
che richiede
interventi energici
anche per
dare maggiori informazioni ai genitori sui pericoli di questi
strumenti. E’ necessario, ha
detto ancora,
avviare un dibattito, anche duro, su questo tema che richiede
posizioni forti come quelle che sono state prese in Francia e
recentemente a
S.Marino. Francesco
Valduga
ha aggiunto che alla base dell’articolo c’è un tema culturale
preoccupante, ma ha ricordato che esiste un’autonomia scolastica.
Quindi, la possibilità delle scuole di promuovere
iniziative in questo campo senza
dover rispondere a norme di legge.
Soprattutto
da parte di una maggioranza che spesso ha sostituito la realtà vera
con quella dei social. Il
ministro Valditara, ha detto ancora, che ha vietato i telefonini, fa
parte di un governo che fa un uso esagerato dei messaggio
sul web.
Masè ha ribattuto
che il suo ddl prevede il rispetto dell’autonomia scolastica, ma ha
ribadito che ci si trova di fronte ad una vera emergenza che riguarda
i bambini che
sono esposti
fin dalla più tenera età a
rischi gravissimi.
Anche
per Malfer
ci si trova di fronte a una situazione di emergenza estremamente
difficile da affrontare nelle scuole. Poco fruttuosa, invece
per
l’esponente di Campobase, la parte dell’articolo che introduce la
possibilità di svolgere le riunioni degli organi collegiali
scolastiche online.
L’articolo
17 (approvato con 5 sì e 4 astensioni) sulla
stabilizzazione degli insegnanti nella Formazione professionale.
Mentre per
il 18 (sì unanime) Masè ha ricordato di aver presentato un ddl che
prevede per ogni scuola 5 operatori
d’appoggio con la disabilità intellettiva
a tempo determinato che hanno
un ruolo importante. Bene
quindi l’articolo che prevedere
di passare a 10 unità per scuola.
Direttori
dei musei, la minoranza dice no
L’articolo
19 (passato con 5 sì e il no dell’opposizione) riguarda i criteri
per l’assunzione dei direttori dei musei. Zanella ha ricordato che
la proposta fatta dal Pd (Lucia Maestri) prevede l’introduzione di
un concorso internazionale, quindi l’articolo ha una scarsa
importanza.
Il
20, approvato con i 5 sì della maggioranza e l’astensione della
minoranza, riguarda il coordinamento della Pat delle Olimpiadi 2026.
Mentre per il 21 (ok unanime) un emendamento della Giunta ha tolto
dall’articolo l’adeguamento del limite di fatturato delle aziende
da 15 a 10 milioni per ottenere il contributo del 50% per le
sponsorizzazioni alle società sportive. Una scelta fatta perché c’è
la necessità di ulteriori approfondimenti. Quindi, almeno fino al
bilancio di previsione, rimane ai 10 milioni.
Sull’articolo
22, riguarda il recepimento del Codice identificativo nazionale, 5 sì
e 4 astensioni; così come il 23 che semplifica le procedure
autorizzatorie degli interventi edilizi negli alberghi. L’articolo
24 (approvato con 5 s’ e 4 astensioni) prevede di destinare il 5%
dell’imposta di soggiorno alle Agenzie territoriali d’area (Ata).
La dimostrazione ha detto Zanella che queste strutture non
funzionano. Ata, ha aggiunto Valduga, che non hanno mai convinto. Il
25 (ok unanime) prevede la proroga fino al 31 dicembre del 2025 dei
tempi per l’integrazione dell’Apt della Val di Non con altre Apt.
Demagri ha detto che la questione andrebbe finalmente chiusa.