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09/07/2024 - In aula o in commissione

Prima commissione, prosegue con le audizioni l'esame del bilancio Pat

Assestamento di bilancio

Prima commissione, prosegue con le audizioni l'esame del bilancio Pat

Le consultazioni su ddl 34 e 35 e Defp proseguono domani pomeriggio. Materiali in allegato

Prima commissione, prosegue con le audizioni l'esame del bilancio Pat

​​​​​​​​​​Prosegue in prima Commissione l’esame della finanziaria della Provincia. L’organismo, presieduto da Carlo Daldoss (FdI), ha ospitato stamane una lunga serie di audizioni. In prima battuta sono stati auditi Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Trento e le organizzazioni sindacali (Cgil, Cisl, Uil, Fenalt, Dirpat). Nella seconda parte della mattina sono state sentite le associazioni di rappresentanza delle categorie agricole e il Coordinamento provinciale imprenditori. Le consultazioni proseguiranno domani.


Camera di Commercio: manovra condivisibile che inevitabilmente risente del rallentamento globale

Massimo Pavanelli ha inquadrato la manovra nell’economia mondiale, in fase di rallentamento. Inevitabilmente, anche l’economia trentina ha mostrato di risentire di questo contesto, tanto che nell’ultima indagine ha rilevato il primo calo di fatturato complessivo. Quelli che hanno maggiormente sofferto sono il settore manifatturiero e del commercio all’ingrosso, più penalizzati perché dipendenti dalla domanda estera. In via generale, siamo in un quadro congiunturale di stagnazione, anche se l’inflazione sta rientrando e va rilevata la capacità dell’economia europea di essere riuscita a superare la fase difficile della crisi energetica legata alla guerra in Ucraina, con i combustibili tornati a livelli sopportabili. Una fase che Pavanelli ha definito “di passaggio” in cui occorre capire se l’economia riuscirà a riposizionarsi su sentieri di crescita più solidi, oppure se dovremo fare i conti con situazioni peggiorative. Quanto al Trentino, dobbiamo osservare come si evolverà l’economia tedesca e il rimbalzo che subirà il comparto dell’edilizia al netto degli incentivi del 110.

Alberto Olivo ha espresso un giudizio sostanzialmente positivo della manovra che corrisponde a linee e indirizzi condivisibili. Certo, molti sono i fattori globali che incidono sull’economia (pandemia, conflitti) e non è semplice farci i conti. Favorevole e apprezzabile la valutazione di proseguire il finanziamento delle grandi opere anche a fronte degli aumenti di prezzo delle materie prime. Un cenno alla burocrazia: su questo occorre intervenire politicamente perché certi passaggi non indispensabili rallentano e indeboliscono. Sul tema dell’intelligenza artificiale, che ha pro e contro, occorre prendere atto che certi percorsi sono irreversibili e vanno gestiti: la proposta della cabina di regia è senz’altro condivisibile in questa prospettiva. Sicuramente un tessuto di piccole imprese ha bisogno di essere supportato in questo, ma non si può sottrarre. Bene anche il sostegno all’abitazione per i giovani e gli interventi per sostenere il mantenimento degli insediamenti a livello periferico, per dare prospettiva ai territori decentrati, che vanno anche sostenuti con servizi e reti commerciali, che possono diventare fonti di occupazione, socialità e di turismo.

In replica ad una domanda della consigliera Vanessa Masè (La Civica) sull’internazionalizzazione, Olivo ha osservato che quest’ultima ha la valenza di salvagente e stimolo al confronto e alla competitività e Pavanelli ha fotografato la situazione trentina, riferendo che noi esportiamo in merci per 5 miliardi di euro all’anno, il 5% in rapporto al Pil. Il trend in termini reali nell’ultimo anno è in leggero calo, ha aggiunto: il problema è la struttura imprenditoriale perché le imprese che più esportano sono di medie dimensioni e con alti contenuti di innovazione ed investimento. Le nostre sono perlopiù micro e piccole imprese e questo non aiuta. Il problema è riuscire a portare all’estero o continuare a far lavorare all’estero le imprese che sono titubanti, 200, 300 imprese con buone potenzialità di sviluppo.

Rispondendo ad una sollecitazione di Paolo Zanella (Pd) Olivo ha detto che l’aspetto conciliazione famiglia lavoro, prima ancora di quello salariale, incide  sull’occupazione, soprattutto giovanile. Imprese dunque che propongono questo tipo di sensibilità, con ambienti friendly, coinvolgimento, smart working, realizzano un contesto più favorevole anche all’occupazione.


Uil: troppa attenzione alle categorie economiche

Walter Alotti (Uil) ha premesso come l’ingente liquidità (più di 1 miliardo di euro) a disposizione della Giunta Fugatti e il pressing operato dalle organizzazioni sindacali ha permesso qualche passo avanti rispetto ad alcune richieste sindacali storiche degli ultimi anni anche se su molte altre, che restano inevase, la Giunta sembra ascoltare solo le categorie economiche. Per la Uil i passi in avanti sono relativi all’evidente positività dell’estensione dell’esenzione dell’addizionale Irpef ai 30 mila euro, di cui beneficeranno ben 40.000 famiglie in più di lavoratori dipendenti ed autonomi oltre che dei pensionati; allo stanziamento rilevante delle risorse per la chiusura del rinnovo dei contratti del comparto pubblico (scuola, sanità autonomia locale) 2022/24 e per l’anticipo del rinnovo 2025/2027; all’attivazione dell’investimento nel nuovo ospedale di Trento. Il giudizio negativo sul resto dell’imponente manovra riguarda la persistente volontà di erogare incentivi, agevolazioni e contributi alle categorie economiche ed in particolare al settore del turismo e dell’agricoltura, con l’idea di innescare dopo l’investimento pubblico anche quello privato delle imprese. Imprese purtroppo ancora in gran parte sotto dimensionate e non indirizzate verso piani strutturati di politiche industriali capaci di aumentarne dimensioni, innovazione e produttività. Servirebbero inoltre misure che favoriscano l’occupazione femminile e giovanile ancora troppo precarie rispetto agli indici nazionali. Le proposte di modifica dell’art. 9 rappresentano una provocazione ed un arretramento rispetto appunto alla battaglia relativa ai “costi della politica”: un aumento di indennità tanto più iniquo alla luce dei tanti contratti di lavoro non ancora rinnovati e della perdita di potere d’acquisto rispetto alle regioni limitrofe. Analoga perplessità circa la proposta di istituzione del “ Comitato per il personale”. Si comincia ad intravedere una ripresa di attenzione per il tema “casa”, ma si tratta di misure ancora deboli e parziali. Dal minimo contributo prima casa in conto capitale e agevolazione interessi mutui, limitati però agli immobili da recuperare e/o ristrutturare all’aumento dello stanziamento per l’integrazione per l’affitto e a qualche limitata risorsa fresca per rimettere in circuito le tante case Itea sfitte o di “risulta” non assegnabili. Non si vedono finanziamenti riguardo al Fondo per la morosità incolpevole o per quello di garanzia per l’incentivazione dell’affitto degli alloggi privati, sempre più destinati dai proprietari al turismo o agli studenti, piuttosto che alle famiglie ed ai residenti. Richieste delle modifiche su due articoli riguardanti la scuola (il 17 e il 16) sui quali la categoria Uil Scuola invierà alla Prima Commissione una comunicazione specifica. Stigmatizzata la volontà della Giunta di concentrare risorse solo pubbliche su due opere importanti come la funivia Trento Bondone e l’inceneritore che dovrebbero a loro avviso essere finanziate con parziale investimento dei privati o perlomeno in partenariato pubblico privato. Infine, un ultimo rilievo sull’assenza nel Piano Strategico di legislatura e nell’assestamento di bilancio di un approfondimento sul tema dell’immigrazione e dell’accoglienza, un tema sociale ed economico trasversale che riguarda ed interessa sia le categorie economiche che le forze sociali, ma che resta escluso dalla discussione politica. 


Cisl: molti aspetti positivi, a fronte di alcune proposte correttive

Michele Bezzi (Cisl) ha premesso che, a fronte delle incertezze ed instabilità degli ultimi anni i dati economici della nostra Provincia sono migliori rispetto alle previsioni e lo si deriva dalla consistenza dell’avanzo di bilancio: il Pil provinciale è cresciuto maggiormente rispetto a quello nazionale a dimostrazione che l’economia trentina ha attraversato un periodo positivo. Tuttavia, in questo ultimo periodo si può notare un rallentamento dell’economia trentina, soprattutto nel settore manifatturiero. Sullo sfondo preoccupano le scelte che dovranno essere adottate a livello nazionale visto l’elevato livello di debito pubblico (oltre il 140% del Pil) con conseguente avvio della procedura di infrazione da parte della Commissione Europea. Tornando alla manovra, siamo favorevoli alla modifica sull’IRAP anche se andrebbe creata una maggiore condizionalità, valutando l’opportunità di agevolare solamente le imprese/aziende che investono maggiormente in ricerca, sicurezza sul lavoro, formazione, abbandonando l’incentivo “a pioggia” con l’unica condizione di avere l’attività sul territorio provinciale. Positivo l’aumento dell’ampliamento della deduzione della base imponibile ai fini dell’addizionale regionale IRPEF che alza l’esenzione a 30.000,00 euro dagli attuali 25.000. Tuttavia, al fine di creare maggiore progressività Cisl propone di inserire una detrazione massima applicabile ai redditi al di sotto dei 50 mila euro pari a 369 euro, così che i redditi fino a 30 mila euro non pagherebbero nulla. Tale modalità aumenterebbe la progressività dell’imposta andando a ridurre le distorsioni dovute anche solamente all’erogazione di arretrati nell’anno fiscale. Soddisfazione è stata espressa per lo stanziamento delle risorse per la chiusura e il rinnovo dei contratti collettivi provinciali di lavoro. Positiva anche l’attenzione sul tema primario dell’abitare, con il ripristino dei finanziamenti per giovani e famiglie numerose sull’acquisto della prima casa. Lodevole la volontà di incentivare il recupero edilizio con una particolare attenzione al miglioramento/efficientamento energetico. Rimane importante incentivare la crescita dimensionale delle imprese e le iniziative volte alla formazione e riqualificazione dei lavoratori. Il più grande investimento resta quello in conoscenza e ricerca: siamo convinti sia necessaria una maggiore sinergia tra gli enti di ricerca provinciali e il mondo economico, con l’obiettivo di una reale ricaduta della ricerca sulle imprese del territorio. Particolare attenzione dovrà essere posta al tema della sicurezza sul lavoro non solo per quanto attiene la formazione obbligatoria, ma attraverso un piano straordinario che permetta di incentivare maggiormente le aziende che investono in sicurezza sul lavoro anche utilizzando le nuove tecnologie là dove possibile. Quanto agli investimenti pubblici infrastrutturali riteniamo le opere previste indispensabili per il nostro territorio con una particolare attenzione al nuovo ospedale di Trento. Rimane importante che tali opere vengano realizzate nei tempi previsti anche per permettere una reale ricaduta in termini di lavoro e Pil. Riteniamo necessaria una rivisitazione della disciplina dell’Assegno Unico Provinciale, convinti dell’utilità di questo strumento di sostegno al reddito in funzione di contrasto alla povertà: siamo disponibili ad affrontare la tematica senza pregiudizio nell’interesse della collettività. Bene gli obiettivi di mappare e analizzare le misure a sostegno della natalità, della genitorialità, delle famiglie per riuscire a programmare interventi che abbiano efficacia al fine di invertire una tendenza preoccupante per il nostro territorio. Positiva la presa d’atto di una difficoltà per quanto riguarda i salari medi e la necessità di attivare politiche che ne facilitino l’adeguamento. Spiace constatare che non vi sia alcun accenno ad interventi a favore dell’integrazione di lavoratori stranieri. È necessario predisporre un piano straordinario per l’integrazione dei lavoratori stranieri, partendo dai richiedenti asilo ed incentivarne l’inclusione, attivando anche canali di reclutamento con l’obiettivo di attrarre manodopera da fuori.


Cgil: dimenticata l’industria, una visione passatista

Andrea Grosselli (Cgil) ha premesso che si sta discutendo di una manovra di oltre un miliardo di euro senza aver avuto il tempo di approfondirla. C’è una programmazione claudicante, ha detto, che impedisce di dare un contributo consapevole e puntuale sulle attività di programmazione facendo venire meno il principio della partecipazione. Se partiamo dal presupposto che in prospettiva avremo solo le nostre risorse senza la possibilità che ha lo Stato di indebitarsi, serve un organismo indipendente del Consiglio che analizzi le manovre di bilancio. Detto questo, è sbagliato dire che la Giunta non ha una visione perché da questa manovra esce chiaramente una visione sbagliata, fondata su un’idea di Trentino passatista, in cui turismo, agricoltura e piccole imprese sono gli unici settori di riferimento, senza uno sguardo a quanto accade a livello europeo e internazionale, dove invece emerge chiaro che occorre puntare sull’industria, che nel programma di governo non è nemmeno citata. Il settore che vede una riduzione di fatturato da quattro quadrimestri consecutivi è l’industria e non c’è nemmeno una parola su questo nella manovra in discussione: così il nostro territorio diventerà sempre meno competitivo, i salari saranno sempre più bassi, perché le piccole imprese non possono investire in ricerca e sviluppo. Non si può dire che c’è un problema di retribuzioni se non si potenziano i settori che pagano meglio, che producono manifattura smart intelligente. E di questo in Trentino non si parla, con una visione completamente sbagliata dell’autonomia e dell’economia. Tutta l’Europa ha garantito un aumento del potere di acquisto ai lavoratori e noi continuiamo a perderne. L’intervento a pioggia sull’Irpef in questo senso è un pannicello caldo, poco efficace e fatto a scapito delle famiglie più deboli che pur avendo un potere di acquisto più basso, per l’Icef diventeranno più ricche in virtù di questo intervento. Sul mercato del lavoro a suo avviso non si affrontano i nodi centrali, non si parla della questione giovanile, non si fanno dei ragionamenti sui salari o di sistema, ad esempio sostituendo l’alternanza scuola-lavoro con un sistema duale alla tedesca, retribuito. Sulla sanità c’è grande enfasi sull’utilizzo del sistema convenzionato privato, che però non è gratis, è più oneroso della gestione pubblica e alla lunga drena risorse umane che sono la vera criticità dell’attuale sistema sanitario. Va smontata questa logica spostando l’investimento sulla sanità pubblica.


Dirpat: risorse insufficienti per il recupero del potere di acquisto

Gianantonio Tonelli di Dirpat ha preso atto delle risorse messe a disposizione sul rinnovo dei contratti, insufficienti però per il recupero del potere di acquisto dei lavoratori e ha espresso perplessità sull’utilità del Comitato per il personale non è chiaro a cosa possa servire.


Fenalt: giuste retribuzioni e qualità del lavoro le parole d’ordine

Paolo Adami di Fenalt si è soffermato sul settore del pubblico impiego, esprimendo una “misurata soddisfazione” per il rinnovo del contratto. In prospettiva ha chiesto un’attenzione particolare di monitoraggio per correggere prima e mantenere poi il potere di acquisto delle paghe. Il focus deve essere questo, l’aumento del potere di acquisto anche finanziando: giuste retribuzioni e qualità del lavoro sono le parole d’ordine.


Francesco Valduga (Campobase) ha ribadito quanto già chiesto nella discussione in aula della scorsa settimana, ovvero che si possa considerare l’idea di ragionare sulla necessità di una struttura indipendente per l’analisi del documenti. Siamo consapevoli della disponibilità degli uffici, ma in parallelo con quanto avviene in Parlamento, si avverte il bisogno un ufficio dedicato e indipendente che metta i consiglieri nella condizione di poter approfondire e di potersi esprimere in maniera consapevole sul bilancio. Altrimenti, ha concluso, c’è il rischio dello scarto tra realtà e percezione della realtà.

Paolo Zanella (Pd) ha osservato che la questione dell’Irpef ha un impatto rispetto alla progressività fiscale che andrà aggiustata. Ha chiesto aggiornamenti ai sindacati rispetto ai tavoli sui salari, con particolare riferimento alla sanità, ed alla cooperazione sociale.

Grosselli ha replicato che è stato licenziato un documento che si propone di riorganizzare il servizio delle assistenti domiciliari e c’è la possibilità che a fronte della mancata individuazione di un sistema alternativo all’appalto si trovino le risorse per garantire alle cooperative sociali le coperture. Alotti ha chiarito che sulla questione del differenziale retributivo nei contratti della sanità rispetto a Bolzano i rinnovi permettono di aumentare la capacità di acquisto e di far permanere i professionisti sul territorio, anche se, rispetto all’Alto Adige, andrebbe parimenti affrontato il problema della casa. Quanto ai tavoli sui salari, ha aggiunto, sono sempre molto interessanti, anche se alla fine la politica rimanda costantemente a futuri incontri dove si spera prima o poi arriverà qualche risposta concreta.


Le categorie agricole: tutelare le aree agricole

Diego Coller (Confagricoltura del Trentino-Unione agricoltori) ha portato l’attenzione sul tema dell’irrigazione e su quello della promozione: bisogna provare a mettere insieme agricoltura e turismo in una sinergia che porti a promuovere il territorio Trentino e i suoi prodotti, provare a mettere risorse a stimolo delle parti agricole, turistica e ristorativa assieme. Per Coller vanno considerati l’aspetto ambientale e del mantenimento del territorio. Sulla viticoltura: interessante l’intervento che consente di utilizzare meglio le risorse. Sulla modifica per l’uso dei terreni ha ricordato che la filosofia è quella della difesa e della salvaguardia del terreno agricolo, soprattutto se di pregio: ha detto di non riuscire a esprimere ancora un giudizio preciso non conoscendo la norma, ma ha chiesto chiarimenti anche in seno al Tavolo Verde. Ha infine aggiunto l’importanza degli investimenti sulla protezione sia attiva, sia della lotta passiva perché i prodotti danneggiati fanno uscire dal mercato.

Gianluca Barbacovi ha espresso il sì della Federazione provinciale Coldiretti alla modifica sui contributi per la partita del biogas e del metano, che, ha affermato, muove nel senso di un’economia sempre più green. Il Trentino è un territorio piccolo, le aziende non sono grandi, ma è importante comunque gestire la questione delle deiezioni, ha detto. Sul Defp ha ricordato il bisogno che c’è di prevedere la possibilità di una progettualità che intercetti fondi su progetti di filiera. Sul bando per il recupero delle malghe: molto importante, ma servono delle riflessioni, ha precisato, perché nel momento di investimenti importanti sulle malghe si aumenta il canone. Bisogna capire insomma quale è il ruolo dell’allevatore e di ciò che fa per la malga, i costi dei Comuni senza la manutenzione degli allevatori sarebbero più alti. Sulla gestione del rischio ha indicato come positivo il fatto che si prevedano le risorse per coprire le mancanze del 2022 e sul piano idrico invece ha detto che servono ragionamenti seri sulla protezione delle colture (antibrina). Bene per Barbacovi anche la partita degli invasi (che vanno sistemati pensando a nuovi bacini). Sull’articolo 42 ha messo in chiaro che la categoria che rappresenta non è contro il turismo, ma ha detto che è molto suscettibile al consumo di suolo perché il territorio provinciale è piccolo e produce prodotti invidiati a livello internazionale: in questo senso vanno tutelate le aree agricole e andrebbe implementata la legge sulla banca della terra. Anzi, bisognerebbe lavorare al recupero del territorio per ridarlo all’agricoltura.

Paolo Calovi (Confederazione italiana agricoltori) ha proposto un quadro del comparto che vive un’annata particolarmente difficile dal punto di vista meteorologico, che comunque vede produzioni discrete e danni circoscritti. Tiene la frutticoltura, qualche tensione sull’ambito viticolo c’è, ha ricordato, soprattutto sui vini rossi. Il settore zootecnico, ha aggiunto, attraversa un momento difficile, ci sono grandi difficoltà per la fienagione con produzioni abbondanti ma qualità pessima perché non si riesce a sfalciare e prati in sovramaturazione. Ha aggiunto il calo di produzione di latte, dei parti nelle stalle, la continua chiusura di attività: un aspetto preoccupante da tener d’occhio perché la zootecnia in montagna è un patrimonio strategico. I costi sono esplosi, ha ricordato ancora, i prezzi dei prodotti sono fermi da anni. Ma gli agricoltori ci credono ancora e ci continuano a investire, ha affermato. Per Calovi l’autonomia va rafforzata, i territori di montagna e le loro produzioni ed economie vanno valorizzati: servono soluzioni e regole nostrane anche sulla sicurezza. Sull’efficientamento e sulla tutela dell’acqua si è detto d’accordo (sì a nuovi bacini anche in alta quota in sostituzione dei ghiacciai); ha auspicato una gestione dei grandi carnivori per il rispetto di chi vive e lavora in montagna, un sostegno alle attività agricole (ad esempio con impianti e valorizzazione delle produzioni). Sull’articolo 42: attenzione a portare via ulteriori metri all’agricoltura, ogni metro cementificato non assorbe più acqua e gli effetti si vedono tutti i giorni sul territorio.

Giacomo Broch (Federazione provinciale allevatori) ha descritto come un intervento importante quello sui reflui: incentivare il biogas, ma che il prodotto sia fruito da tutto il settore. Importante, ha dichiarato, l’incentivo sulle malghe, ma è importante che ci sia qualcuno che ci va. Il momento è strategico perché ci sono giovani che hanno voglia di investire, ha ricordato, ma servono le risorse per riuscire a farli rimanere negli allevamenti. Sui terreni (articolo 42) si è detto contrario alla sottrazione di ulteriore terreno; l’ampliamento di una struttura già esistente ma ha detto un secco no alla realizzazione di nuove strutture dove ci sono bellissimi prati mantenuti dagli allevatori. Non si può prevedere di togliere terreni se non a fronte di forti compensazioni: se si parla di hotel a 4 o 5 stelle una parte delle tasse di soggiorno dovrebbe andare a chi il territorio lo ha mantenuto, lo mantiene e lo vive.


Paola Demagri (Casa Autonomia) ha dichiarato di aver apprezzato gli interventi sull’articolo 42. Ha chiesto una considerazione sulla manodopera stagionale e sulla promozione e sul marketing dei prodotti locali. Ha fatto riferimento a quanto affermato da Coller e ricordato che nel ddl di cambiamento climatico non si vedono azioni, progetti o investimenti. La risposta di Lorenzo Gretter (Confagricoltura-Unione agricoltori): la manodopera è un tema che si ripropone sui picchi di richiesta per la raccolta delle mele e la vendemmia, sta per essere finalizzato il tavolo sugli alloggi per i lavoratori. Ha aggiunto che con l’Agenzia del lavoro si stanno pensando strumenti per l’inserimento degli studenti nei periodi di raccolta. Ha citato lo sforzo per la messa in sicurezza della manodopera. Per Enzo Bottos (Coldiretti) si deve puntare su strumenti di welfare ad esempio sul dopolavoro. Coller ha detto che bisogna trovare una sinergia col turismo, sul cambiamento climatico ha parlato del tema dell’acqua e della lotta attiva e passiva. Vanessa Masè ha detto di aver gradito il punto sul mondo della zootecnia: l’anno scorso gli interventi sulla finanziaria erano di grande preoccupazione, oggi c’è anche una consapevolezza diffusa, interna e nei confronti delle istituzioni. Ha chiesto a Broch chiarimenti sul riferimento ai reflui. Quest’ultimo ha spiegato che il problema nella lavorazione la parte liquida è difficilmente usabile dal settore agricolo e frutticolo, bisogna intervenire con l’essiccazione e si parla di impianti estremamente costosi (ci sono a Romeno, in Valsugana e Predazzo), ma il prodotto che torna sul territorio è poco (circa un 30%). Il biogas è studiato soprattutto per la pianura, ad oggi in Trentino viene usato poco: ha detto di sperare che l’intervento non sia su ulteriori vasche, ma di investimento sulla parte asciutta.


Gli imprenditori: bene l’intervento su Irpef  e la semplificazione

Andrea Basso (presidente Coordinamento provinciale imprenditori e Ance) ha espresso condivisione dell’impostazione metodologica e ricordato che le significative risorse finanziarie inserite nella manovra sono derivanti dalla dinamica di miglioramento del Pil, un risultato reso possibile dall’andamento del sistema economico che ha saputo riprendersi dopo la pandemia. Ha evidenziato come positivi i provvedimenti di agevolazione fiscale per le famiglie in materia di Irpef, di investimenti pubblici di stimolo alla crescita economica (tra cui importante ha detto l’infrastrutturazione del territorio), di semplificazione di contratti pubblici e appalti. Da presidente di Ance (costruttori) ha detto condivisibile l’articolo 13 sulla prima casa per famiglie numerose, l’articolo 14 sulla riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare e l’articolo 32 sulle cave. Sugli appalti ha auspicato la predisposizione di centri specializzazione che assistano soprattutto i Comuni per il Rup. Forte contrarietà invece alla deroga sul prezzario: pensare di fare gare con un prezzario vecchio vanifica il lavoro.


Roberto Simoni (Federazione della Cooperazione) ha espresso soddisfazione per la sensibilità confermata con le agevolazioni contributive sui punti vendita piccoli del consumo, per la conferma delle esenzioni Irap per le cooperative sociali. Ha sottolineato il bisogno impellente di case in Trentino: le cooperative di abitazione sarebbero a suo dire una forma moderna e consolidata di intervenire sul tema. Manca anche il cenno alle cooperative edilizie, ha aggiunto. Delle cooperative sociali ha detto che non hanno margini: nel 2023 hanno visto il rinnovo del contratto nazionale ed è in contrattazione il rinnovo del contratto integrativo provinciale, alla somma dei due le cooperative possono fare fronte solo con l’aumento delle dotazioni provinciali.

Gianni Battaiola (Asat) ha focalizzato l’attenzione sull’articolo 42: se si vuole fare qualche passo avanti e crescere rispetto a quella che è l’offerta che viene richiesta a livello internazionale un qualche intervento nel senso di un turismo di estrema qualità va fatto. Ha espresso invece preoccupazione per la riduzione a un anno del periodo per la trasformazione di un albergo dismesso. Ha accennato al tema della casa, tema su cui ha citato ad esempio quanto deciso a Barcellona sugli affitti brevi. Contrarietà a qualsiasi iniziativa che possa generare ulteriore possibilità di seconde case a uso turistico sul territorio, ha ribadito. Ha espresso apprezzamento su ciò che viene fatto per le olimpiadi. Sul marchio open che prevede variazioni: serve maggiore attenzione alla cultura dell’ospitalità rispetto alle norme stringenti, altrimenti nessuno riuscirà ad applicare il marchio. Sì alla cancellazione del visto di corrispondenza, ha auspicato la previsione di uno sportello di confronto preliminare per le pratiche complicate. Sullo smaltimento dei rifiuti dei rifugi alpini ha parlato di un tema complicato e chiesto un sostegno in tal senso. Ha auspicato una revisione sulla formazione professionale; servono infrastrutture per la connettività e un territorio cablato, ha concluso.

Mauro Paissan (Confesercenti) ha ribadito la sostanziale e piena condivisione delle linee alla base della manovra. Ha sottolineato una perplessità legata alle piccole aziende del commercio: si capisce e si condivide la necessità di razionalizzare il bilancio, ma ci si deve ricordare che questo settore ha un problema strutturale (i centri storici si stanno spopolando). C’è per Paissan la necessità di capire come aiutare il settore che è particolarmente in crisi perché è fondamentale per tutta l’economia trentina. Andrea De Zordo (Associazione artigiani e piccole imprese) ha aggiunto una riflessione sull’articolo 29 e affermato che il contributo per le attività commerciali in zone disagiate dovrebbe essere ampliato anche alle attività artigianali.

Alessandro Santini (Confindustria) ha ricordato le osservazioni per la modifica della legge 6 di Confindustria, si è in linea con quanto detto. Per manifatturiero e servizi innovativi il mantra per le iniziative della Provincia per l’allocazione delle risorse deve essere della crescita. Una crescita che si compone di imprese e persone, ha ricordato: se le imprese creano valore aggiunto creano ricchezza per il territorio e ciò provoca più servizi e benessere per la comunità. Per Confindustria ciò richiede un’allocazione efficiente delle risorse provinciali. Bisogna ancora, ha affermato Santini, puntare su digitalizzazione, sostenibilità, innovazione tecnologica, internazionalizzazione e formazione del personale delle imprese; serve una certa selettività che stimola le imprese a contribuire anche se rischia di escludere qualcuno. Rafforzamento dimensionale significa che per ogni ambito c’è una dimensione giusta di dipendenti, in alcuni casi bisogna porsi il problema. Uno degli obiettivi deve essere l’ampliamento dei mercati di riferimento. Ha aggiunto il concetto di transizione alla società 5.0 che mette al centro la persona come strumento di trasmissione della crescita: il Trentino deve essere attrattivo, e ciò va tenuto presente nel fare politiche di incentivazione dell’economia, infrastrutturazione del territorio: servono lavoratori che si trasferiscono stabilmente in Trentino con le famiglie. Tra gli obiettivi ha collocato poi l’incremento dell’occupazione femminile da favorire non solo con contratti part-time, ma anche con strumenti per la conciliazione e una rete di servizi pubblici. Serve poi un maggiore equilibrio tra centro e periferia (ha citato i temi dell’immigrazione e della casa). Santini ha infine posto l’attenzione sulla necessità della banda ultralarga, ha apprezzato l’iniziativa sul marchio territoriale Esg, ha espresso il bisogno di far conoscere ai giovani il mondo del lavoro tenendo conto che le imprese sono i luoghi formativi per eccellenza.

Massimo Piffer (Confcommercio) ha ricordato tra i temi che vale la pena di affrontare in riferimento al terziario quello della connessione con il mondo richiesta dalla globalizzazione (gli esercizi devono avere una vetrina sul mondo) che va coniugata con un’orografia del territorio non semplice. Le piccole imprese, ha detto, stanno vivendo un momento difficile legato al potere d’acquisto, l’aumento dei salari è un tema centrale: le imprese lo vorrebbero fare, ma il costo del lavoro per l’azienda è insostenibile perché i margini non ci sono più. Piffer ha ricordato che le nuove regole europee stanno portando a eliminare le piccole imprese.


Vanessa Masè ha chiesto a Santini delle dichiarazioni sulle notizie di un incontro tra le Confindustrie di Tirolo, Baviera e Alto Adige sul ponte Lueg: perché non c’è stato un coinvolgimento di Confindustria Trento? Santini ha ricordato l’invito alla conferenza stampa di qualche giorno fa: si è inteso come un tentativo di diplomazia parallela delle associazioni del mondo tedesco per lanciare un messaggio. Ora si tratta, ha aggiunto, di puntare a un allentamento del divieto notturno. Ha ricordato i confronti in corso tra Autobrennero e Asfinag. Paola Demagri ha espresso soddisfazione per l’attenzione riservata al tema dell’occupazione femminile. Si è toccato poco il tema della sicurezza sul lavoro, ha rilevato e ha parlato di un vuoto nel ddl di assestamento. Basso ha detto che quello della sicurezza è un tema delicato e importante: si potrebbe incentivare con fondi provinciali un istituto come Centrofor per aumentare i controlli di cantiere, magari in connessione con Uopsal. Il vicepresidente Paolo Zanella ha fatto riferimento alla crescita citata dagli imprenditori, non presente nel Def. Ha collegato l’aumento del Pil al traino del 110% e detto che servirebbero più risorse rispetto a una direttiva europea che prevede l’efficientamento energetico degli edifici. Basso ha detto di sperare che a livello statale si rivedano i meccanismi che devono essere comunque riproposti senza abbassare i massimali; da parte della Provincia una visione sulla revisione potrebbe essere interessante. Passando dal 110% al 40% la parte edile fatica, ha sottolineato.​​

Allegati
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Cisl
Uil
Coordinamento imprenditori
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