Il voto all'unanimità in mattinata. Poi le designazioni (Paneveggio, San Martino, Consulta per la famiglia)
Ricambio generazionale, il ddl 3 è legge
Approvata la mozione sulle "culle per la vita" e quella sulla ristrutturazione dell’Ex Ziglio
Nella seduta antimeridiana il Consiglio
provinciale ha concluso con l’approvazione l’esame della mozione
di maggioranza sulle “culle per la vita” avviata nela pomerigigo
di ieri. A seguire ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno
con alcune designazioni (Paneveggio San Martino, Consulta per la
famiglia) mentre ha aggiornato le altre nomine ad una prossima
seduta. I lavori sono poi proseguiti con l’esame e la votazione
all’unanimità del ddl di un consigliere di maggioranza sul
ricambio generazionale e con l’approvazione unanime di una mozione
di maggioranza sulla ristrutturazione dell’Ex Ziglio. Infine, c’è
stato tempo per l’illustrazione della mozione di minoranza che
chiede il potenziamento del servizio pubblico di trasporto che
collega il centro città a Monte Vaccino, il cui esame sarà
completato nel pomeriggio.
Denatalità e culle per la vita (approvata
in forma emendata)
Dopo
una premessa che ragiona sul vacillare del nostro sistema in ragione
dell’inverno demografico che caratterizza da anni il Paese, tema
cruciale e urgente del quale occorre che la politica si occupi, con
la mozione illustrata nel pomeriggio di ieri, una consigliera di
maggioranza ha impegnato la Giunta provinciale ad avviare un
confronto con Apss per individuare i luoghi più adatti per
l’introduzione sul territorio provinciale di una o più presidi di
“culle per la vita” e a promuovere una campagna di informazione
sulle possibilità di partorire in sicurezza in ospedale nel pieno
anonimato, come già previsto dalla legge e già possibile anche in
Trentino come da procedure stabilite dall’Apss.
Sebbene
crediamo che in Trentino ci sia già un protocollo forte, che forse
potrebbe bastare, siamo d’accordo con il dispositivo della mozione,
ha detto una consigliera di minoranza, però meno con le premesse
all’interno delle quali si individua già, anomalmente, il
possibile gestore. Detto questo, se una mamma non sa che si può
partorire in ospedale in assoluto anonimato, ci si chiede come potrà
sapere che c’è una culla per la vita, ha aggiunto.
L’assessora
ha chiarito che del tema, delicato, è importante e utile parlare,
per individuare servizi aggiuntivi all’esistente. Esiste già, è
vero, la possibilità di partorire in ospedale con massima
riservatezza. L’anonimato in questa fattispecie è infatti uno
strumento fondamentale per garantire il diritto alal salute della
mamma e del nascituro, oltre che indispensabile per permettere alla
donna di esercitare la libera scelta. L’emendamento al dispositivo
non intende derosponsabilizze la natalità, ma introduce la
promozione di quanto c’è, con una campagna d’informazione per
diffondere la conoscenza di questo protocollo.
Una
consigliera di opposizione ha commentato la proposta, chiedendo, con
considerazioni simili alla collega di minoranza intervenuta in
apertura, la votazione per parti separate di premessa e dispositivo.
Ha aggiunto che in Italia c’è anche un diritto all’aborto che va
assolutamente tutelata, perché garantisce quelle donne che si
rivolgevano in passato a mammane o ricorrevano agli aborti
clandestini. Ha poi commentato negativamente l’introduzione
dell’aprile scorso delle associazioni pro vita nei consultori:
l’aborto è un diritto che va garantito, senza che le donne vengano
messe in una condizione di ulteriore disagio rispetto alla forte
sofferenza che una scelta di questo tipo di epr sé già comporta.
Una
consigliera di maggioranza, ex assessora, ha definito questo un tema
etico molto delicato, che passa un messaggio importante. Le “culle
per la vita” sono un gesto estremo di accoglienza che risponde ad
un gesto estremo di disperazione, a tutela della vita di un bambino.
Il discorso sull’aborto in questo contesto è dunque a suo avviso
fuori luogo. Cercare di aiutare le donne che non vogliono abortire,
ma non possono al contempo tenere il bambino: di questo si parla.
L’azienda sanitaria già permette a queste donne di partorire in
sicurezza in anonimato, secondo un protocollo e procedure articolate
a supporto di donen che fanno una scelta molto difficile. Bene che si
sia trovata la quadra su questo tema puntando sulla necessità di
informare correttamente e ampiamente.
Un
consigliere di minoranza ha detto di voler entrare nel dibattito in
punta di piedi, visto l’argomento delicato. Il tema è quello del
sostegno alla genitorialità, una sfida per il futuro della
collettività, sulla quale occorre ragionare in prospettiva con un
occhio alla demografia in una società che invecchia sempre più.
Servono politiche di sostegno a chi desidera formare la famiglia e di
protezione pe ri più fragili, celebrando al nascita e anche offrendo
un futuro a chi scelgi di fare una famiglia. La scelta straziante di
separarsi dal figlio è un atto di dolore e di speranza che oggi le
“culle per la vita” cercano di interpretare: un dovere morale,
una necessità sociale. Non si può sostenere la premessa del
documento perchè questo tipo di protocollo a mio avviso può essere
solo svolto in un contesto pubblico, ma il testo del dispositivo
nella forma emendata è condivisibile, ha concluso.
Dispiace,
ha commentato un consigliere di maggioranza, che nella discussione su
un tema di questo tipo, che soccorre situazioni disperate ed estreme,
si tiri in ballo il tema della legge sull’aborto. Usare questa
mozione per mettere i puntini sulle i rispetto ad una legge che
personalmente non condivido, mi sembra fuori luogo.
La
proponente ha replicato ringraziando per l’accoglimento di un
mozione che ha per lei il significato profondo della difesa della
vita e di dare alla donna gli strumenti per favorire la nascita e lo
sviluppo di un bambino. Ci tengo a precisare, circa la premessa
contestata, che non vuole indicare un gestore, bensì coloro che più
di tutti si sono occupati di queste opportunità. Dare una
possibilità e un’opportunità in più alla donna e a quella
neonata creatura: questo era l’unico, vero obiettivo dle documento.
Detto questo, mi va bene la votazione per punti separati, ha concluso
ringraziando in particolare gli assessori che hanno contribuito al
perfezionamento della proposta.
Un
consigliere di maggioranza ha motivato il proprio voto personale di
astensione, pur condividendo in buona misura le finalità del testo:
non credo che il dispositivo possa essere la medicina per il problema
della denatalità, ha chiarito, e credo che istituzionalizzare la
“culla per la vita” non risolva il problema della
deresponsabilità che si riscontra in questo tipo di situazioni.
Una
consigliera di minoranza ha dichiarato il sostegno al documento della
collega, formulando la sua posizione non sollocabile nell’area
politica, ma piuttosto in quella etica e di responsabilita e
rispetto.
La
votazione ha dato il seguente esito: per la premessa: 6 no, 24 sì e
2 astensioni, per il dispositivo: 29 sì e 1 astensione.
Nomine:
Larger nel collegio revisori del Paneveggio Pale di San Martino,
Frank e Dalzocchio nella Consulta per la famiglia
Dopo
l’esame della mozione sulle culle per la vita, con 15 voti, il
Consiglio ha indicato in quota minoranza e in continuità con
l’esistente, Cristian Larger quale componente del collegio dei
revisori dei conti dell'ente parco Paneveggio-Pale di San Martino.
Maria
Giovanna Frank e Mara Dalzocchio sono state rispettivamente indicate
con 14 e 18 voti ricevuti da minoranza e maggioranza quali due
componenti della Consulta provinciale per la famiglia.
Aggiornata
ad altra seduta la nomina, in quota minoranza, di un un componente
del collegio dei revisori dei conti dell'ente parco Adamello-Brenta e
le altre nomine in calendario.
Ricambio
generazionale: approvato all’unanimità il ddl di maggioranza
(approvato all’unanimità)
Già
approvato all’unanimità dalla Commissione legislativa competente,
il Consiglio ha proseguito con l’esame e l’approvazione unanime
dell’unico articolo del disegno di legge 3 di un consigliere di
maggioranza sul ricambio generazionale. E’ un primo passo, ha
chiarito il proponente nell’illustrare il provvedimento, verso la
valorizzazione delle competenze delle generazioni del futuro, per
favorire la loro presenza all’interno della governance della nostra
Provincia e investirli della responsabilità del Trentino del domani.
Questa legge, ha concluso riprendendo una dichiarazione della
Presidente del Consiglio del giovani Eleonora Angelini, “darà ai
giovani la possibilità di incrementare il loro curriculum e
costituirà una ragione in più per convincerli che anche nella
nostra terra si può dare speranza alle proprie aspettative nel
creare opportunità di formazione e di futuro”.
Un
consigliere di minoranza ha apprezzato il ddl che, come quello sulla
preferenza di genere, introduce un espediente meccanico per favorire
un cambiameto necessario, in questo caso la presenza dei giovani nel
futuro della comunità.
Un
altro consigliere di opposizione a nome del suo gruppo ha aggiunto
che le intenzioni della legge sono assolutamente apprezzabili, anche
se occorre poi vedere come verranno tradotte. Si tratta infatti di
una legge per promuovere iniziative e incentivare la partecipazione
dei giovani, ma sarà poi il regolamento a declinarne i meccanismi.
Una
consigliera di maggioranza lo ha definito un ddl prezioso e
importante che potrebbe rendere il Trentino laboratorio politico a
livello nazionale. Si tratta di partecipazione e non di
facilitazione, ha chiarito la consigliera, con smussamento di
barriere di accesso dei settori pubblci e para pubblici che sarebbero
insormontabili per under 35 seppure molto qualificati, una legge a
garanzia dell’intergenerazionalità, della meritocrazia e della
sostenibilità istituzionale delle politiche. Un tema percepito
sempre più come cruciale che faremo di tutto per sostenere,
evidentemente con il Consiglio provinciale dei giovani.
Un
consigliere di maggioranza ha espresso soddisfazione per il percorso
compiuto da questo disegno di legge che investe sui nostri giovani e
fa capire alle istituzioni trentine quanto bisogno ci sia di
ascoltare le giovani generazioni e fare tesoro del loro apporto
prezioso.
Sostegno
anche da parte di una consigliera di minoranza che ha sottolineato al
contempo che difficilmente i giovani si fanno avanti: li ha esortati
ad impegnarsi a presentare autocandidature ed utilizzare questo
disgeno di legge per rendersi attivi e partecipi.
Questo
testo è frutto di uan mediazione scritta con il contributo prezioso
dell’assessorato competente, ha concluso il proponente che ha
ringraziato tutti quelli che lo hanno sostenuto.
Approvato
con 11 astensioni un emendamento, la votazione del ddl è stata
unanime.
Ex Centro Don Ziglio, trovare le risorse per portare avanti la
riqualificazione (approvata)
La
mozione di una consigliera di maggioranza, approvata all’unanimità,
impegna la Giunta a ricercare risorse proprie per portare avanti il
progetto di riqualificazione dell’ex Centro Don Ziglio di Levico,
iniziato nella scorsa legislatura con la previsione del finanziamento
con risorse del Pnrr (un contributo che potrebbe venir meno), che si
trova in uno stato avanzato di progettazione grazie al coordinamento
tra l’Assessorato, Apsp, Apss e Apop.
Una
consigliera di minoranza ha giudicato questo un tema meritevole di
attenzione e l’intervento assolutamente urgente. Troppe volte sono
state assegnate risorse per la ristrutturazione di strutture a
scapito di priorità sicuramente maggiori, ha notato, augurandosi che
non accada più in futuro e dichiarando appoggio alla mozione.
Come
non apprezzare un intervento di questo tipo, ha notato un’altra
consigliera di minoranza: se c’è la disponibilità della Giunta
ben venga.
Una
consigliera di maggioranza della zona ha ringraziato la collega per
la proposta, dichiarando l’importanza della struttura per il
territorio.
Cosa
volete che siano una ventina di milioni, ha ironizzato un consigliere
di minoranza: detto questo fondamentale dare risposte che da tempo
non arrivavano. Certo che se le risposte erano tanto urgenti si
potevano dare prima e sarebbe interessante capire perchè prima non
sono arrivate. Nel 2020 la Pat certificò che l’immobile non aveva
i requisiti, non era conforme strutturalmente e nemmeno sussitevano
le condizioni di sicurezza. Manca chiarezza: cosa si è fatto da
allora e cosa e sopratutto quando si farà da ora in poi, ammesso che
gli ospiti sono in una struttura che non ha i requisiti?
L’assessore
competente ha espresso il parere favorevole alla mozione. La
struttura non la conoscevo, ha premesso, e l’ho visitata il 4
aprile scorso, in occasione del percorso di conoscenza, che sto
svolgendo, alle strutture-rsa del Trentino. Non servono tanti pareri
tecnici: la struttura ha fatto il suo corso e se crediamo che serva
dare una risposta a quel territorio in termini di servizi, occorre
intervenire. Da quella visita è partita la mia attenzione e mi sono
attivato da subito, mentre il Presidente della Giunta ha garantito le
risorse nell’assestamento di bilancio (circa mezzo milione di
euro): la struttura dovrà essere demolita e ricostruita, al fine di
garantire dal punto di vista qualitativo e struttuale il servizio di
ospitalità e cura su quel territorio e nel contempo dare una
risposta complessiva a tutto il Trentino.
La
proponente, nella replica, ha ringraziato l’assessore e la Giunta
per il sostegno ammettendo che le criticità ci sono e dichiarando
che nella scorsa legislatura non si è stati fermi.
Un
consigliere di maggioranza ha riconosciutoa all’ex assessora gli
sforzi compiuti nella scorsa legislatura e ha evidenziato l’impegno
del personale che in questi anni ha fatto di tutto per compensare le
criticità della struttura facendole pesare il meno possibile sugli
ospiti. Oggi è una pirorità lavorare ad un intervento definitivo e
dignitoso, ha concluso ribadendo soddisfazione per l’accoglimento
della proposta.
Un
consigliere di minoranza ha annunciato il voto favorevole suo e del
suo gruppo e una collega di opposizione ha espresso apprezzamento per
l’approccio tenuto dall’assessore e la scelta di effettuare un
percorso di visita diffuso alle strutture sul territorio,
chiedendogli di svolgere una relazione completa presso la commissione
legislativa competente, una volta completati i sopralluoghi.
Un
consigliere di maggioranza ha rafforzato l’ipotesi di audizione
dell’assessore in Commisisone e si è congratulato con l’ex
assessora dichiarando il sostegno alla proposta di ristrutturazione.
Un
consigliere di minoranza ha ribadito le criticità sollecitando la
risposta alle sue domande.
Il
documento è stato approvato all’unanimità.
Trasporto urbano, potenziare il collegamento Trento-Montevaccino
(esame in corso)
La
mozione proposta da un consigliere di minoranza impegna l’esecutivo
a confrontarsi con il Comune di Trento e con Trentino trasporti
affinché venisse potenziato in modo strategico il servizio di
trasporto pubblico che collega il centro città a Montevaccino e a
confrontarsi con Palazzo Thun al fine di attivare anche per
Montevaccino il servizio a chiamata notturno.
La
seduta è stata sospesa, l’esame della mozione sarà completato
alla ripresa dei lavori nel pomerigigo a partire dalle ore 14.30.