Condivisi anche documenti della minoranza
Lunga serie di mozioni discusse in Consiglio provinciale
Le nomine attese nella seduta di domani
I
lavori del pomeriggio in Consiglio provinciale sono proseguiti con
l’esame di 8
delle mozioni all’ordine
del giorno. Dopo
la replica, c’è stata l’approvazione (all’unanimità)
per il documento di una
consigliera di minoranza ampiamente discusso
nella mattinata sulla determinazione
delle rette delle Rsa attraverso il sistema Icef.
A seguire sono
stati accolti
all’unanimità in forma modificata: un
documento che chiede l’interramento
della Valsugana per sgravare Pergine dal problema dei passaggi a
livello (minoranza),
una mozione per promuovere
una valutazione
delle necessità di aumento dei posti
letto presso le RSA
(maggioranza),
una
mozione per avviare studi
di fattibilità sugli interventi di interramento dei tratti della
Trento-Malé
che attraversano Mezzolombardo e Mezzocorona (maggioranza), una
mozione che pone come prioritario l’intervento
sui ponti sul Rimone
(maggioranza),
una
mozione sul potenziamento
dei collegamenti
trasporto pubblico con il Primiero (maggioranza).
E' stato respinto un documento che
impegnava ad avviare
azioni di bonifica
dell'area sin di Trento nord ed
eseguire un monitoraggio ambientale sanitario della popolazione
esposta (minoranza). Dopo
un’ampia e partecipata discussione
è stato
sospeso
fino a domani mattina l’esame
della mozione di una consigliera di minoranza
in materia di congedo
di paternità obbligatorio.
Determinazione
rette Rsa
su base Icef (approvata
in
forma emendata)
Nella
sua replica, la consigliera di minoranza proponente della mozione che
impegna la Giunta a valutare la possibilità di determinare le rette
delle residenze per anziani attraverso il sistema Icef ha ringraziato
i colleghi che hanno sostenuto la proposta e ha
ribadito
che le Rsa non sono e non devono diventare geriatrie territoriali.
Collegato
al tema, ha aggiunto, ce n’è uno affine che andrebbe monitorato e
riguarda l’impegno che la Giunta si era assunta in sede di
variazione di bilancio, di costituire un tavolo di lavoro sul
recupero delle rette quando i Comuni -la problematica riguarda
sopratutto quelli piccoli- devono sostituirsi all’utente che non
abbia sufficiente capienza.
Un
consigliere di maggioranza ha convenuto che spesso le Rsa sono
utilizzate come lungo degenze perché queste ultime sono stracolme.
Il problema va affrontato integralmente e riguarda la capienza delle
strutture e il numero dei posti letto.
Risolvere
il problema dei disagi causati dai passaggi a livello che
attraversano Pergine (approvata in forma emendata)
L’annoso
problema dei binari che corrono tra le case a Pergine e dei passaggi
a livello che di fatto dividono l’abitato e le riflessioni sulle
risorse che forse si potrebbero trovare grazie al Pnrr, sono al
centro del documento proposto da un consigliere di minoranza che
impegna la Giunta provinciale su diversi punti. Il
documento è stato approvato in una forma emendata sia nella premessa
che nel dispositivo, che prevede di continuare l’interlocuzione con
Rfi per risolvere il problema
della tratta della ferrovia che
attraversa
la cittadina dell’Alta
Valsugana, creando
un annoso problema e
non
pochi disagi, anche
al
seguito del notevole incremento dei flussi di traffico subiti in
questi ultimi due decenni.
Un
consigliere di maggioranza ha confermato il sostegno alla mozione che
affronta un tema noto e particolarmente sentito dalla comunità.
Togliere
il traffico dai nostri abitati è fondamentale e il Trentino deve
puntare a questo obiettivo, ha commentato una consigliera di
maggioranza, così come un altro collega si è detto favorevole,
sebbene consapevole che si debbano fare i conti con le risorse
economiche. Un consigliere di minoranza ha dichiarato di supportare
questa richiesta perché il tema attiene a diverse dimensioni:
sicurezza, traffico, uso di mezzi sostenibili e per delle valenze
sociali e urbanistiche di composizione di fratture all’interno di
abitati. Ciò non toglie che gli investimenti siano considerevoli -si
parla di 55 milioni- ma non sono poi molti se si considerano i
benefici che possono apportare. Manca a suo avviso il piano dei
trasporti, un documento che servirebbe per costruire, assieme ai
territori, le urgenze del territorio: così si comprenderebbe se sia
preferibile pianificare la costruzione di una strada o la
realizzazione di un tunnel piuttosto che investire nello spostamento
di una ferrovia.
La
mozione è stata approvata all’unanimità.
Valutazione
delle necessità di aumento dei posti
letto presso le RSA della val di Non (approvata
in forma emendata)
Il
problema dell'assistenza agli anziani, specie non autosufficienti,
costituisce una delle maggiori criticità di cui la Comunità
trentina dovrà farsi carico nei prossimi decenni. Da questa premessa
e da alcune considerazioni in merito alle misure messe in campo che
non riescono a compensare la notevole differenza tra posti letto
autorizzati e posti letto convenzionati, in particolare nelle
strutture della valle di Non che risulterebbero di fatto
discriminate, un consigliere di maggioranza ha
impegnato
la Giunta provinciale a
valutare
la possibilità di aumentare il numero
dei posti letto convenzionati presso le tre RSA della Val di Non,
avuto riguardo all'andamento delle liste di attesa, alle esigenze
della popolazione non autosufficiente e alla percentuale dei posti
letto convenzionati rispetto alla popolazione anziana, sentita anche
la Comunità della Valle di Non.
L’assessore
competente ha ringraziato il consigliere per aver posto il tema, che
solleva una problematica che gli stanno sottoponendo un po’ tutti i
territori. Quanto alla valle di Non, posso dire di aver visitato le
strutture e averle trovate funzionali e molto ben dirette e che le
istanze contenute nella mozione mi sono state rappresentate: c’è
un dato statistico inequivocabile. L’impegno è quello di
completare la visita alle strutture di tutto il Trentino per poi
poter intervenire tenendo conto di tutte le problematiche emerse. Il
tema sarà dunque approfondito a 360 gradi e sarà fatta una
considerazione accurata e globale, valutando le diverse criticità ed
evitare di offrire soluzioni parziali e senza prospettiva. La mozione
è stata dichiarata accoglibile in una forma emendata, che
ammorbidisce il dispositivo, prevedendo appunto questa “valutazione
complessiva”.
Una
consigliera di minoranza è intervenuta con piacere su una mozione
che ha definito “trasversale” e dunque assolutamente
condivisibile, pur consapevole delle difficoltà nel fare i conti con
le disponibilità. Il caso specifico della valle di Non, ha aggiunto,
è forse anche frutto di un approccio culturale della zona che negli
anni ha preferito l’accudimento a domicilio alla collocazione in
Rsa, oltre a scelte politiche del passato.
Una
consigliera di maggioranza ha ringraziato il proponente per aver
sottolineato nella mozione anche quanto fatto nella scorsa
legislatura sull’argomento, nonostante le numerose difficoltà
legate al Covid che complicò notevolmente anche il clima nelle Rsa e
impose l’utilizzo delle risorse per altre finalità. L’auspicio è
che in questo nuovo corso si possa intervenire concentrandosi
sull’estensione dei posti nelle residenze.
Una
consigliera di minoranza ha sottolineato l’importanza del tema che
ha definito una sfida grave e preoccupante, suggerendo all’assessore
di mettere in campo un piano straordinario in termini di innovazione,
strategie e collaborazioni: il Trentino regge benissimo se guardiamo
alle classifiche, ma di qui a venti o trent’anni le esigenze
saranno aumentate. Alla luce della sua personale esperienza, ha
aggiunto, serve un grande sforzo complessivo, affinché tutti i
soggetti gestori comprendano la necessità di un recupero,
all’interno degli attuali modelli, di risorse da reinvestire nel
sistema. Serve, ha concluso, un piano strategico e innovativo che
tenga conto che aumento degli anziani= aumento dei bisogni= aumento
dei costi e c’è bisogno che lavoriamo tutti, aldilà del colore
politico, su questo obiettivo sociale.
Una
tematica che sta particolarmente a cuore anche di una consigliera di
maggioranza che ha detto di comprendere come il tema dei posti letto
in più sia di non facile soluzione. Tuttavia ho fiducia che si possa
davvero fare qualcosa per affrontare il tema tutti assieme, ha
aggiunto.
Ha
espresso sostegno in dichiarazione di voto un collega di maggioranza
che ha ricordato che nella precedente legislatura la Giunta ha dato
segnali di attenzione al tema della natalità: è comunque
impensabile riempire il Trentino di case di risposo, ha detto, serve
piuttosto investire sul territorio e sull’organizzazione
dell’assistenza domicilare. Anche una consigliera di minoranza ha
confermato il sostegno suo e del gruppo di appartenenza: vogliamo
pensare che si metta in cantiere uno sforzo straordinario per
affrontare questo problema, con una pianificazione che non si
concentri solo sul tamponare le emergenze.
Il
documento è stato approvato all’unanimità.
Studi
di fattibilità sugli interventi di interramento dei tratti della
Trento-Malé che attraversano Mezzolombardo e Mezzocorona (approvata
all’unanimità in forma emendata)
Considerato
che il territorio del Comune di Mezzolombardo rimane, ad oggi,
l’unico centro abitato trentino completamente tagliato a metà dal
passaggio della ferrovia Trento-Malé, così come la parte est
dell’abitato di Mezzocorona, risente in egual maniera del passaggio
del passaggio dei tram e che tale problematica ha notevoli risvolti
sulla sostenibilità sociale, economica ed ambientale degli abitati,
anche alla luce dell’aumento del carico urbanistico/viabilistico,
un consigliere provinciale di maggioranza ha impegnato la Giunta a
valutare la predisposizione di studi di fattibilità
tecnico–economica che permettano di considerare costi e benefici
della realizzazione degli interventi di interramento dei tratti della
ferrovia Trento-Malé-Mezzana che attraversano i centri abitati di
Mezzolombardo e Mezzocorona.
L’assessora
competente ha espresso parere favorevole con il dispositivo emendato
e concordato tra le parti che non impegna risorse, ma vuole fare
chiarezza e preparare una progettualità.
Sostegno
anche da parte di un consigliere di minoranza che ha notato come le
proposte di questo tipo vengano da ex sindaci o ex amministratori a
dimostrazione che queste progettualità interpretano esigenze sentite
dai cittadini. Soddisfatto il proponente che vede in questa
approvazione un primo passaggio verso una futura progettualità.
Documento approvato all’unanimità.
Avviare
azioni di bonifica dell'area sin di Trento nord ed eseguire un
monitoraggio ambientale sanitario della popolazione esposta
(respinta)
Dopo
una lunga premessa di contestualizzazione del tema dell’area Sin di
Trento nord e delle azioni fin qui compiute, una consigliera di
minoranza impegnava
la Giunta provinciale ad avviare
una procedura preliminare al fine di stabilire le possibili opzioni
di bonifica e relativi costi, tramite incarico ad idoneo esperto
tecnico ingegneristico riconosciuto internazionalmente e
ad impiegare
le somme stanziate dalla legge 197 del 2022 non per la realizzazione
di analisi giuridiche tecniche, bensì per eseguire un monitoraggio
ambientale sanitario integrato della popolazione potenzialmente
esposta, per una durata di almeno due anni complessivi a partire dal
mese precedente la bonifica.
L’assessora
competente ha espresso una valutazione negativa sulla proposta per la
mancata condivisione di alcuni punti della premessa e del
dispositivo. La posizione della Giunta è quella già esternata in
passato in aula, ha precisato, confermando la massima attenzione sul
tema da parte dell’esecutivo.
Ha
motivato l’astensione sua
e del gruppo un
consigliere di minoranza: i soggetti coinvolti da sempre sono stati
richiamati ed invitati a considerare in modo primario il fattore
della sicurezza. Sappiamo benissimo che il livello di guardia è una
delle priorità da
parte di tutti quelli che stanno gestendo la vicenda. Dunque, pur
condividendo il richiamo all’attenzione sul
tema,
non possiamo concorrere ad alimentare un circuito che favorisca una
sorta di “terrore collettivo”.
La
proponente ha respinto la definizione di “terrore collettivo” per
quella
che è un’”attenzione doverosa ad un tema di cruciale pregnanza”.
Resto comunque del parere, ha detto rivolta all’assessora, che la
cosa sia stata lasciata volutamente unicamente nelle mani del Comune
di Trento e le istituzioni tutte hanno una responsabilità: ognuno si
assumerà le proprie responsabilità di ciò che ha fatto e non ha
fatto. Il
documento è stato respinto con 12 astenuti e un solo voto
favorevole.
Priorità
d’intervento sui ponti sul Rimone (approvata in forma emendata)
Il
canale Rimone, nella Valle dei Laghi è attraversato da tre ponti,
interessati da traffico veicolare molto intenso, non solo da macchine
o trattori agricoli ma anche da mezzi pesanti. Questi ponti sono
stati costruiti in origine più o meno tutti nello stesso periodo –
1950/60 - per poi essere ammodernati durante i lavori di allargamento
e messa in sicurezza dell’alveo del Rimone a seguito della
costruzione delle centrali idroelettriche e tutti i tre ponti hanno
esigenza di essere ristrutturati. Le comunità di Madruzzo e di
Cavedine da tempo chiedono un intervento per risolvere le criticità
che riguardano queste infrastrutture, sia in termini di portata che
di percorribilità. Sulla base di queste premesse, una consigliera di
maggioranza ha
impegnato
la Giunta provinciale a definire, in
accordo con le comunità
di Madruzzo e di Cavedine, uno
specifico studio di fattibilità per
le
priorità di intervento sui
ponti sul Rimone, in modo tale da superare
le criticità oggi presenti.
Una
consigliera di maggioranza è intervenuta a ringraziare la proponente
per la mozione e a condividere il percorso fatto personalmente sul
tema e le interlocuzioni intervenute con gli amministratori locali,
dalle quali emerse la richiesta della messa in sicurezza dei tre
ponti, oltre che la realizzazione di pensiline per rendere sicuro il
transito a pedoni e biciclette. Rispetto all’emendamento e ai
colloqui con i dirigenti provinciali, l’auspicio è che la presa in
carico avvenga con un coinvolgimento dei sindaci della zona.
Una
consigliera di minoranza ha espresso alcune considerazioni, partendo
dal dispositivo rivisto, che ha detto di sostenere. La ciclabile
sulla sponda del lago di Cavedine in realtà non c’è perché la
strada è molto stretta, ha detto. Il ragionamento da fare in uno
studio complessivo sui ponti, sarebbe dunque quello di considerare
anche l’ampiezza della strada. Quanto al Rimone, in occasione degli
interventi si dovrebbe considerare anche la riqualificazione
naturalistica e ambientale dei luoghi. L’auspicio è quello di
poter lavorare preventivamente in futuro in maniera condivisa per
poter contribuire alla scrittura di documenti più completi.
L’assessora
ha dichiarato la condivisione da parte della Giunta con emendamento
accolto da parte della proponente.
Il
documento è stato accolto all’unanimità.
Norme
attuative in materia di congedo di paternità obbligatorio (sospesa
fino domattina)
Il
congedo di paternità, una delle misure più efficaci per ridurre le
diseguaglianze di genere nel mercato del lavoro, all'interno della
famiglia e, in generale, nella società, è stato reso strutturale e
obbligatorio per i lavoratori dipendenti (nel pubblico e nel privato)
dal decreto legislativo 105/2022 e prevede 10 giorni, da utilizzare
nei due mesi precedenti la data presunta del parto ed entro i cinque
mesi successivi, retribuiti al 100 per cento a carico dell'Inps.
Ricerche ed esperienze sostengono che il congedo di paternità
paritario a quello di maternità sia una delle misure più efficaci
per ridurre le diseguaglianze di genere e lo dimostrano le esperienze
dei paesi europei più avanzati in materia. In Italia, fanalino di
coda assieme a Belgio e Polonia, servirebbe un cambiamento culturale
ma anche un incisivo intervento legislativo che preveda la
parificazione tra il congedo di paternità obbligatorio a quello di
maternità. Su queste premesse una consigliera di minoranza ha
invitato la Giunta a farsi promotrice nelle sedi nazionali della
tempestiva adozione da parte del Governo di norme attuative relative
alla legge delega in materia di congedo di paternità obbligatorio,
al fine di estenderne il periodo in linea con i Paesi più avanzati
(minimo tre mesi) e soprattutto in linea con l’esigenza sociale di
riequilibrare il lavoro di cura verso una effettiva condivisione
delle responsabilità di cura e genitoriali tra uomini e donne.
L’assessora
competente ha detto di apprezzare e sposare i temi legati alla
conciliazione e alle cure parentali e alle pari opportunità nella
realizzazione dei propri progetti di vita. Proprio per questa
sensibilità abbiamo provato a rimodulare diverse opzioni di
emendamento in coerenza con le finalità dell’impegno. La mozione
però, propone qualcosa che già sappiamo che per mancanza di tempi
(e non certo di volontà), non possiamo mantenere perché la scadenza
è il 12 maggio, ovvero di qui a quattro giorni.
Un
consigliere di minoranza ha preso atto della tempistica ed ha
tuttavia sottolineato l’importanza della questione posta: l’Italia
e il Trentino sono maglia nera in Europa su queste tematiche e questo
fa sentire a disagio, ha detto, suggerendo, per il benessere delle
nostre famiglie, di sollecitare nei tempi che ci saranno permessi lo
Stato affinché si possa progredire in questa direzione, per la
crescita della società.
Condivisione
anche da parte di un consigliere di maggioranza che ha espresso
l’auspicio che si possa fare uno sforzo nell’elaborazione di un
dispositivo condiviso della mozione per arrivare ad una votazione
unitaria su un tema trasversale. Un altro consigliere di maggioranza
gli ha fatto eco, esprimendo la condivisione dei contenuti. Ritengo
che la mozione sia ben formulata, motivata e urgente e vorrei poterla
votare: vediamo se riusciamo a trovare un dispositivo che incontri le
aspettative di tutti ed essere uniti su un tema così importante, ha
esortato.
La
legge delega (il family act) è del 2022, ha chiarito la
consigliera proponente: è una riforma organica delle politiche
famigliari non elaborata dall’attuale governo. Non vorrei, ha
notato, che l’inghippo stesse proprio qui. O il dispositivo viene
modificato con una formulazione che si traduca in un impegno politico
vero, oppure non votatelo, ha sbottato.
L’assessora
ha dichiarato di essersi resa disponibile fin dalla mattina al
raggiungimento di una condivisione, ma senza esito. In ogni caso, se
riusciamo ora a trovare un accordo sull’impegno ben volentieri.
Si
è quindi deciso di sospendere la trattazione di questa mozione fino
a domani, proseguendo nel frattempo con l’esame degli altri
documenti.
Collegamenti
trasporto pubblico con il Primiero
Con
la premessa che la distanza del Primiero dai principali centri del
Trentino comporta spesso difficoltà per i cittadini residenti in
Valle che devono raggiungere il capoluogo per esigenze di diversa
natura e considerato che i collegamenti sono spesso insufficienti,
una consigliera di maggioranza ha impegnato la Giunta provinciale a
valutare con il Servizio Mobilità pubblica la possibilità
d’introduzione di corse infrasettimanali mattutine dirette che
mettano in collegamento il Primiero con Trento, nonché una corsa
diretta di rientro/transfer per turisti da Trento verso il Primiero.
L’assessore
competente ha annunciato parere positivo al documento con la partenza
di una sperimentazione del servizio.
Un
consigliere di minoranza ha espresso apprezzamento per la volontà di
accogliere il documento da parte dell’assessore, non nascondendo
però una certa perplessità per le parole della consigliera
proponente nel definire pessimi i collegamenti descritti. Mi sfugge
anche il dato sul personale che non si comprende se sia carente o
meno e su questo sarebbe necessario un chiarimento, ha aggiunto.
Positivo
il voto dichiarato da parte di un altro consigliere di minoranza che
ha però esortato ad uscire dalla logica di essere i portavoce di una
specifica zona: il mandato dovrebbe avere una dimensione provinciale.
La mobilità va gestita avendo chiare le priorità e una visione
d’insieme. Favorevole anche il parere di un consigliere di
maggioranza: l’assessore ha precisato che ci sarà una
sperimentazione, a dimostrazione del fatto che laddove ci sono
risorse l’attenzione ai territori l’Esecutivo l’ha sempre
dimostrata, a partire dalla decisione di indire le sedute di Giunta
sui territori.
Il
documento è stato approvato all’unanimità.