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22/12/2023 - In aula o in commissione

Chiusa a tarda sera la discussione in Aula sulle linee programmatiche di Fugatti

La seduta del Consiglio provinciale, gli interventi del pomeriggio e della serata

Chiusa a tarda sera la discussione in Aula sulle linee programmatiche di Fugatti

La discussione sulla relazione programmatica del presidente della Giunta di giovedì era iniziata nella mattinata

Chiusa a tarda sera la discussione in Aula sulle linee programmatiche di Fugatti

​​​Iniziata questa mattina, la discussione in Consiglio sulla relazione programmatica per la diciassettesima legislatura presentata giovedì dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti è durata un'intera giornata e si è conclusa a tarda sera. Dopo gli interventi della mattin​ata, per la maggior parte del tempo esponenti delle minoranze, questo pomeriggio e questa sera​ sono intervenuti anche diversi membri della maggioranza. In conclusione la replica di Fugatti.


Paolo Zanella (Pd)

La consiliatura – ha esordito - è iniziata malamente, con l’idea prima di far dimettere una consigliera per farla assessora esterna, poi di negare alle minoranze il controllo sull’Ufficio di Presidenza consiliare. Il sacrificio di Cia, la nomina dell’assessore Marchiori, la polverizzazione delle competenze assessorili, l’autonomismo sovranista come inquietante nuovo che avanza.

Zanella ha bollato come “pochezza” il programma del presidente Fugatti. Si ignorano – ha giudicato - i temi di cui si discute e decide in Europa, si omette il problema delle guerre e dell’accoglienza ai migranti, non c’è nulla su Trento capitale del volontariato 2024, nulla sulla cooperazione sociale, c’è poi un buco mostruoso sul documento in elaborazione per affrontare il cambiamento climatico. Casa e salari sono diventati tema centrale: sono anni che sottoponiamo questi temi, ora spuntano all’improvviso dopo totale disattenzione.

Lungo l’elenco delle doglianze del consigliere di opposizione. L’inverno demografico s’inasprisce e non viene affrontato. La popolazione invecchia e Fugatti non spende una parola per il tema della non autosufficienza delle persone. Le disuguaglianze, la povertà che aumenta, i servizi che diventano privilegi: nulla dice il governo provinciale. Ancora: la discriminatoria regola dei 10 anni di residenza imposta per l’accesso a servizi pubblici importanti. Un auspicio: che si risolva in fretta tutta la questione del rinnovo contrattuale dei dipendenti Pat. Severo anche il giudizio sulla sanità trentina, che deve investire di più in prevenzione e deve diventare luogo di seria sperimentazione nazionale, ad esempio nello sgravare i medici di competenze attribuibili al personale infermieristico (da potenziare). Forte anche il riferimento al problema casa e degli sfratti esecutivi.


Chiara Maule (Campobase)

La consigliera ha ricordato che in febbraio il presidente Mattarella verrà a Trento per celebrare la capitale europea del volontariato, un evento che la relazione di Fugatti ha ignorato. E che sottende la necessità di un’attenzione a un generoso mondo oggi in affanno, decisivo per ben gestire le problematiche sociali più impellenti. Le famiglie in difficoltà, i senza dimora, gli invisibili attendono maggiore attenzione dalla nostra Provincia. C’è poi una crisi di capacità innovativa della nostra autonomia speciale, né basterà l’ennesimo centro studi per risolvere questa carenza. Insufficiente è l’interrelazione strategica con Bolzano, profonda è la crisi dell’ente Regione (affidato alla staffetta dei presidenti), discutibile il modo in cui sono state condotte le trattative finanziarie con Roma, mentre occorrerebbe essere propositivi con Roma e varare una nuova responsabilità fiscale delle due Province Autonome. Infine la condivisione del messaggio del vescovo Tisi sull’equità sociale e sul tema di una immigrazione ordinata e non demonizzata.


Luca Guglielmi (Fassa)

Devo evidenziare – ha obiettato l’esponente di centrodestra - che il diluvio di critiche delle opposizioni non tiene conto del giudizio appena dato dai trentini all’operato della Giunta uscente. Ho apprezzato la pacatezza di Valduga, ma voglio qui dire che se il centrodestra ha vinto le elezioni è per la sua propositività, opposta all’atteggiamento sempre critico e per nulla concreto e programmatico dello schieramento avverso. Prendiamo il difficile rapporto tra città e valli, si criticano costantemente i progetti di sviluppo dei collegamenti viabilistici, ma non si capisce la necessità di chi vive in periferia. Tocco il tema della sanità: voi non potete continuare a dire che non serve un modello di servizi diffusi nelle valli, perché invece è stata una grande intuizione dell’assessora Segnana, chiesta dalla gente delle valli. Valli dove voi non andate e la cui popolazione nemmeno conosce i vostri volti. Opere pubbliche: i presidenti Dellai e Rossi lasciarono cumuli di aspettative insoddisfatte e di promesse vane, ora con Fugatti e nonostante Vaia e Covid, tanti lavori sono finanziati e in buona parte già appaltati.

Trento capitale del volontariato: inaccettabile attaccare Fugatti su questo fronte, è da cinque anni che il presidente è sempre lì al fianco di chi lavora gratuitamente per la comunità. E questo è anche il presidente della Provincia che per la prima volta ha studiato per poter parlare in tedesco, altro che scollegamento con Bolzano e il Sudtirolo. Da consigliere ladino dico poi che le minoranze linguistiche sono state valorizzate dalla Giunta uscente come mai prima. Altro accenno del consigliere di Canazei: attenzione, riproporremo con il collega Cia il disegno di legge contro la diffusione della cultura gender a scuola, perché sui valori non transigiamo ed è un’altra caratteristica che ci diversifica dal centrosinistra.


Mariachiara Franzoia (Pd)

La vicepresidente del Consiglio provinciale ha premesso che la politica è arte nobilissima, che richiede da tutti gli schieramenti intelligenza e correttezza, onestà intellettuale. Franzoia la promette al centrodestra che governa il Trentino, spiegando che lo si deve anche a chi il 22 ottobre non si è recato alle urne, una quota molto ampia dell’elettorato per responsabilità di tutta intera la classe politica. L’esponente dem ha parlato dell’autonomia speciale trentina chiedendo che si lavori perché funzioni da laboratorio concreto ed esemplare di una società con poteri e responsabilità. Negli ultimi anni – si è chiesta - si sono fatte riforme destinate a durare e che siano davvero degne dei giganti del nostro passato autonomistico? Occorre essere all’altezza delle sfide più grandi del nostro territorio, tra le quali Franzoia ha citato l’impatto inevitabile che avrà il passaggio in Trentino della nuova linea ferroviaria Monaco-Verona. Molti i temi specifici trattati dalla consigliera. Del tutto insoddisfacente – ha detto – è la conoscenza del tedesco in Trentino, purtroppo il progetto di trilinguismo lanciato dall’amministrazione Rossi non è stato poi coltivato da Fugatti. Torniamo ad essere ambiziosi al punto giusto – ha detto anche riguardo alla materia dell’istruzione - non ci basta che gli studenti trentini risultino su livelli di competenza pari a quelli del vicino Veneto ad autonomia ordinaria. Questioni su cui il governo provinciale deve preoccuparsi di incidere – ha poi argomentato – sono l’edilizia pubblica, che ha bisogno di un piano pluriennale; la conciliazione famiglia-lavoro, che impatta sul tema della natalità; lo sviluppo di servizi educativi 0-6 anni, “su cui ci confronteremo costruttivamente con la maggioranza”; la necessità di adeguati percorsi di protezione contro la violenza sulle donne; la salute mentale, tema raramente citato ma che costituisce una vera e crescente emergenza sociale. Da ultimo Franzoia ha elogiato il progetto ConosciaAmo AutonoMia che il Consiglio provinciale sta attuando per portare nelle scuole di ogni ordine e grado una maggiore conoscenza del nostro sistema democratico e autonomistico.


Carlo Daldoss (Fratelli d’Italia)

Ha voluto chiarire che il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia sarà convintamente al fianco del presidente Fugatti, “anche con un ruolo di stimolo per il governo provinciale”. L’ex assessore provinciale ha dedicato molta attenzione alla partita delle ventilate modifiche statutarie, dicendo che il principio dell’intesa è strategico e che si è sbagliato nel 2001 a depotenziare la Regione rispetto alle due Province. Altro zoom sulle risorse finanziarie dell’autonomia trentina: sono un aspetto centrale e decisivo, però dobbiamo anche essere consapevoli che invece sul piano dell’idealità siamo deficitari, per cui dobbiamo impegnarci molto per rafforzarla nelle nuove generazioni. Se nei trentini viene meno il senso di appartenenza alla nostra identità, allora abbiamo già perso l’autonomia prima che ce la tolgano. Il tema casa: ritengo sia nobile e da sostenere – ha detto Daldoss - l’idea di tornare a un’Itea ente pubblico e non spa, un passaggio che va perseguito anche sul piano legislativo. A Itea si dovrebbe vietare la costruzione di case nuove, l’istituto dispone di un enorme patrimonio immobiliare e questo deve valorizzare, soprattutto nelle valli e nei paesi.

Il deficit di natalità: è il problema numero 1 in prospettiva, occorrono misure veramente dirompenti per aggredire questa criticità tipica delle società evolute, fare figli è diventato un fatto sociale. Connesso a questo argomento è anche quello del flusso immigratorio: nel turismo e in mote nostre aziende senza immigrati si fa poco, cerchiamo allora di capire le necessità delle nostre imprese e promuoviamo canali d’ingresso mirati e intelligenti.

Agricoltura: il cambiamento climatico è una realtà, l’acqua sarà la risorsa più pregiata nei prossimi decenni, il Trentino deve dotarsi di un programma decennale per la creazione di bacini di stoccaggio, ai fini agricoli ma prossimamente credo anche per l’uso domestico. Pensiamoci per tempo. 


Kaswalder (Patt): Nuovo ospedale, trovare una soluzione con Rovereto

Walter Kaswalder (Patt) ha affrontato il tema della sanità, affermando che per fortuna il Not non è mai partito perché la formula pubblico – privato non funziona. L’esponente del Patt ha detto che, dovendo ripartire da zero per il nuovo ospedale, va trovata una soluzione concordata con Rovereto. L’idea di un ospedale baricentrico, permetterebbe corposi risparmi che potrebbero venire investiti nelle strutture di valle. In questa prospettiva si dovrebbe anche pensare a un prolungamento della Trento – Malè fino alla Vallagarina. Kaswalder, sulla viabilità ha chiesto interventi sulla variante del Tesino e sulla strada della Fricca. Per quanto riguarda i comuni ha proposto di ripristinare il budget di legislatura che era stato introdotto dall’assessore autonomista Binelli. Sul piano politico il consigliere Patt ha proposto la modifica della legge elettorale, tornando al proporzionale con una soglia del 5%. Rivolto all’assessore esterno ha affermato che i suoi riferimenti non sono Panizza, ma Silvius Magnago dal quale ha detto di aver imparato l’onestà, la sincerità e la dignità che non si compera in negozio ma è fondamentale in politica. Quando si gira il territorio, ha aggiunto, si devono avere alle spalle gli elettori, quelli che ti hanno dato la possibilità di rappresentare le istituzioni. 


Maestri (Pd): la produttività cresce, le paghe no

Lucia Maestri (Pd) ha detto che definire rito il voto significa depotenziare la democrazia e aggrivare il problema, che riguarda tutti, dell’assenteismo. Oggi chi governa è una minoranza del popolo trentino, un record negativo con un’astensione grande come la popolazione di un comune come Arco o Riva. Con il sistema maggioritario si è saputo subito chi ha vinto ma ci sono voluti 50 giorni di conflittualità caotica per avere la Giunta. Si è assistito a situazioni simile a quella che si può vedere ai tornelli che si trovano agli autogrill affollati, con bracci di ferro tra partiti della maggioranza che si sono risolti con pesi e contrappesi che nulla c’entrano con la funzionalità del governo del Trentino. Uno spettacolo mai visto da noi per il quale Fugatti nella sua relazione non ha trovato una parola di scuse. Finalmente, ha detto cambiando argomento, il Consiglio, con 14 elette, rappresenta la realtà sociale. Ma in Giunta e alla Presidenza del Consiglio, questa bella novità non è stata rappresentata in nome degli equilibri di partito. Sul piano dell’Autonomia, Lucia Maestri ha aggiunto che questa si basa su uno statuto regionale e quindi su equilibri politici che riguardano l’intera Regione. Eppure, ha detto ancora, nella relazione non c’è stato un ragionamento di respiro sulla Regione che ormai è priva di senso. Eppure questa dimensione è fondamentale anche per trovare uno spazio statutario a livello di Euregio. Per arrivare a una nuova regione riconosciuta a Roma e a Bruxelles. L’aula, ha sottolineato inoltre, non è stata minimamente informata del progetto di revisione statutaria che dovrà essere pronta tra 6 mesi che dovrebbe comprendere l’istituto dell’intesa. E di fronte a questa revisione il Consiglio dell’Autonomia non è stato minimamente coinvolto eppure Fugatti si è inventata la competenza sull’Autonomia. Ridurre il tema dell’Autonomia a un centro studi è davvero poca cosa, ha detto ancora, e lo si fa quando Salvini toglie 900 milioni del Pnrr al bypass per trasferirli in Lombardia. Lo si fa quando non si è inserita la sterilizzazione degli sgravi fiscali, accontentandosi di recuperare solo 19 milioni su 40. In materia dell’istruzione ha detto che è mancata la fiducia nei confronti dell’Università. Perché i problemi non riguardano solo il piano finanziario per quanto importante. Anche la scuola ha bisogno di strategie innovative com’è nella tradizione autonomista e non ci si può limitare ad adattare qui le normative nazionali. Sul tema del lavoro i dati sull’occupazione sono positivi, la produttività è cresciuta del 2,5% nel turismo e nel commercio ma i contratti sono fermi. Un dato confortante, questo della produttività, che contrasta nettamente con il livello delle paghe che non permettono ai salariati di questi settori di arrivare a fine mese. Nel privato sono scaduti più della metà dei contratti e si dovrebbe agire sulla legge 6 non concedendo più contributi alle aziende che non rinnovano i contratti. 


Masè: benissimo l’impegno per il sistema scolastico 0 – 6 anni

Per Vanessa Masè l’autonomia deve essere il perno dell’azione politica del Consiglio; autonomia che va comunicata ai cittadini e ai giovani. Comunicazione che ha bisogno di esempi e di uno stile diverso all’interno dell’aula consiliare. Fondamentali, inoltre, sono le trattative in corso col Governo per la sopravvivenza delle istituzioni autonomiste che devono essere accompagnate da scelte per rendere ancora più efficiente l’azione della Pat. Bene per Masè i passaggi di Fugatti sulle piccole comunità che rischiano di spegnersi lasciando il posto a non luoghi. Benissimo l’impegno di realizzare un sistema integrato 0 – 6 anni, una battaglia, ha aggiunto, della quale la consigliera della Civica è stata protagonista nella scorsa legislatura. Ottima anche la scelta di puntare a far nascere una facoltà per gli insegnanti della scuola primaria. Infine, la consigliera ha ancora una volta ha sottolineato i problemi del traffico al Brennero, dei trasporti vitali per l’economia non solo trentina. Un impegno che ha assicurato di voler continuare, così come quello a favore della zootecnia e della difesa del bosco. 


Claudio Cia (Misto): difendere l’autonomia da chi vuole romanizzare il Trentino

Cia ha esordito affermando che la continua accusa che la minoranza rivolge dalla scorsa legislatura a Fugatti di non avere una visione è ormai consunta. Tanto che gli elettori hanno pienamente promosso il governo di centro destra che evidentemente ne hanno condiviso le scelte. Una Giunta presente, per stessa ammissione degli amministratori di centro sinistra, che ha convinto i trentini. Però i primi 50 giorni di questa nuova legislatura sono stati a dir poco complicati e ha aggiunto che ogni partito nazionale può conciliarsi con l’autonomia, ma quando c’è la tentazione di romanizzare il Trentino ecco allora, ha detto, che quel partito diventa incompatibile. Incompatibile con la storia e la volontà di non barattare con nulla la nostra autonomia. Si deve difendere il Trentino da chi da non trentino non ha a cuore l’autonomia. Sulla sanità, al di là dei numeri, c’è bisogno di arrivare anche a una sanità percepita. Particolarmente importante, ha aggiunto Cia, è l’attenzione sulla psichiatria. Soprattutto perché i pazienti psichiatrici, per carenza di strutture, non hanno l’adeguata assistenza e tutto pesa drammaticamente sulle famiglie. Bene l’atto di coraggio di Fugatti che si è espresso nel passaggio sui grandi carnivori. 


Valduga: Non abbiamo promesso assessorati ai fassani

Francesco Valduga (Campobase) è intervenuto di nuovo, rivolgendosi a Guglielmi, negando di aver girato la Val di Fassa promettendo assessorati. Si sono invece individuati progetti con chi ha sostenuto la Lista Fascegn per un turismo diverso e sulla riforma istituzionale in un piccolo territorio che deve essere un laboratorio e un modello di buone pratiche. Una precisazione, ha concluso Valduga, fatta per rispetto alla comunità fassana che è più ampia di quella rappresentata da Guglielmi. 

Manica (Pd): Manca un modello per il turismo

Alessio Manica (Pd) ha ricordato, anche lui rivolto a Guglielmi, che la critica alla maggioranza è una caratteristica fondamentale dell’opposizione che esprime una diversa visione del mondo. Manica ha riconosciuto che il centro sinistra ha perso nettamente anche di fronte al successo personale del presidente Fugatti, ma il diritto di critica è fondamentale. Bene, per il capogruppo Pd, che Daldoss abbia dichiarato che FdI sarà un pungolo per il governo provinciale. Sui temi Manica ha aggiunto che troppo spesso il Trentino viene descritto come un territorio avulso dal mondo. Un’idea che si manifesta nello scarso interesse per la crisi climatica, di cui Fugatti non ha fatto cenno nella sua relazione. Non si parla dell’invecchiamento della popolazione, anche qui come se questa terra si trovasse in un luogo diverso da tutto il resto. Giusto approfondire i rapporti finanziari con lo Stato, ma si deve anche trovare spazio per il dibattito su come fare autonomia non con il 100% delle risorse ma con il 70%. E qui si deve pensare a continuare la riforma degli enti locali, dei comuni, continuando il progetto avviato dall’allora assessore Daldoss. Si deve ripartire anche da Comunità di valle che siano luogo di servizio dei comuni. Sulla sanità, ha sottolineato Manica, nella relazione non c’è neppure una riga sulla vicenda, piena di stranezze e contraddizioni, dell’ospedale di Cavalese. L’unica certezza è che il nuovo ospedale non c’è e non ci sarà neppure per le Olimpiadi. Solo quattro righe sulla cultura. Il Mart, ha ammesso l’esponente Pd, ha ripartito ma a prezzo di una caduta di immagine. Fugatti, dopo aver affossato il trilinguismo, è tornato a parlare di educazione linguistica. Centrale nel discorso di Manica la mobilità. E qui o si investe sul ferro o si va avanti con le vecchie proposte, Valdastico in testa. Sotto traccia è passata l’uscita dal Pnrr del bypass ferroviario di Trento. Un progetto, tra l’altro, che non può andare avanti a pezzi ma sul quale serve un quadro complessivo. Un disegno unico da nord a sud. Sulla ferrovia della Valsugana, forse arrivano 59 milioni ottenuti 15 anni fa, per l’elettrificazione, ma negli ultimi 5 anni la linea è peggiorata con continui ricorsi ai bus sostitutivi. Sulla Valdastico il capogruppo Pd ha chiesto che la si smetta con l’ipocrisia di un tracciato condiviso dai territori che hanno già detto di non volerla. Sul Catullo tutti sono d’accordo che i collegamenti vanno potenziati, ma la maggioranza, la scorsa legislatura, ha bocciato una mozione che chiedeva appunto una nuova linea ferroviaria. Scelta che è stata fatta per l’aeroporto di Venezia. Nulla, ha aggiunto ancora, si dice sul cadenzamento del trasporto pubblico nelle valle. In linea con la norma Cia, votata a fine legislatura, che dà soldi a chi sua l’auto. Nel programma di Fugatti non c’è un modello di turismo: di fronte all’over turism si parla di più parcheggi; si sono allargati i cordoni sulle seconde case e non c’è nulla di fronte ai cambiamenti indotti dal clima. Sul tema degli acquedotti è incomprensibile la posizione di Fugatti secondo il quale l’ammodernamento della rete idrica dovrà essere fatta dallo Stato, quando in passato queste opere sono sempre state finanziate dalla Pat come elemento essenziale di sviluppo. Critico Manica anche sulla metanizzazione delle valli e sull’idroelettrico. Tema fondamentale sul quale non si è capito perché le competenze in Giunta siano state spezzettate. Sui rifiuti nessun atteggiamento ideologico sull’inceneritore, ma perché si è atteso l’esaurimento delle discariche. Serve una riflessione su questo perché si rischia di avere un impianto che nasce già piccolo. Preoccupazione da parte dell’esponente Pd per la revisione del Pup perché quando si riaprono queste norme non si sa mai dove si va a finire. Sul risparmio del suolo ha aggiunto che la scorsa legislatura è stato occupata l’area San Vincenzo di 27 ettari; 5 ettari bruciati a Trento -Nord per lo sviluppo industriale; sulla competenza urbanistica va fatta la scelta se consegnarla ai comuni o alle comunità. Infine, Manica ha chiesto che la maggioranza dia dignità e quindi maggiori informazioni al Consiglio. 


Brunet (Lista Fugatti): Centrale la viabilità per le zone periferiche

Antonella Brunet (Lista Fugatti) ha detto di aver condiviso tutto della relazione di Fugatti e ha sottolineato l’importanza di creare una cultura autonomista basandosi anche sull’educazione al dovere. Si deve lavorare molto sui giovani che hanno voltato le spalle al voto. Sulla sanità è importantissimo dotare di strutture idonee le zone periferiche. Sulla scuola bene l’idea di partire dalla fascia 0 – 6 e l’impegno per la conciliazione famiglia – lavoro. Si deve poi puntare allo sviluppo della cultura trentina che è diffusa e di grande qualità. Brunet ha poi puntato l’attenzione sulla viabilità, tema sentitissimo nei territori più lontani come il Primiero che sono fortemente penalizzati. Centrali anche gli interventi sulla famiglia e la natalità. Sul piano economico il Trentino può diventare un territorio eccezionale perché è dotato di grandi risorse culturali e ambientali. Sul turismo si dovranno fare anche scelte drastiche sui numeri. Per ciò che riguarda l’agricoltura va potenziata quella di montagna indispensabile per il mantenimento del territorio. Bene il passaggio di Fugatti sugli acquedotti e il potenziamento delle fonti energetiche rinnovabili. Per ultimo, ma non l’ultimo il tema della disabilità sul quale il Trentino deve restare a livello di eccellenza. 


Biada (FdI): Fondamentale il sostegno dei comuni

Daniele Biada (FdI) ha sottolineato l’importanza data da Fugatti agli enti locali che hanno bisogno di un maggiore sostegno da parte della Pat. Sostegni finanziari e maggiori certezze per permettere la programmazione. Centrale la formazione del personale che risente anche dei bassi salari. Al centro va posta la sburocratizzazione e la grave questione dello spopolamento dei piccoli centri. Infine, anche per Biada si deve spingere con maggiore forza sul recupero dei centri storici. 


Angeli (Lista Fugatti): sulla sanità Fugatti ha dimostrato di avere visione

Eleonora Angeli (Lista Fugatti), partendo dalla sanità, ha sottolineato il richiamo di Tonina all’importanza della politica nelle scelte di fondo del settore. Il rinnovo del contratto della sanità è fondamentale e ha aggiunto di ritenere interessante la proposta di Zanella di creare nuove figure, come del resto è stata fatto dall’assessora Segnana con la creazione dell’infermiere di famiglia. Sul tema della formazione sanitaria sono state fatte scelte di visione come la Facoltà di medicina e il polo delle professioni sanitarie che troveranno posto nella cittadella della salute. Eccellenza che saranno al centro del polo ospedaliero universitario. Una strada avviata da due anni con un progetto che coinvolge strutture sanitarie e formative europee e i centri di ricerca trentini. Angeli ha poi citato Spazio Argento e la telemedicina importantissima per i pazienti che soffrono di patologie croniche. Bene avviata la medicina integrata. Sul piano della burocrazia ha detto che si devono semplificare norme e regolamenti ed evitare il più possibili i bandi. I dipendenti pubblici sono stati valorizzati dalla Giunta e sono state rinnovati i contratti e si sono assunte 1200 persone. Si devono rivendere i contratti e si devono riprogettare i processi di lavoro orientandolo al servizio dei cittadini. Il tema della casa è stato oggetto di molta attenzione nel programma della maggioranza. Infine, sulla violenza di genere ha chiesto un’analisi delle buone pratiche che vengono svolte a livello nazionale e internazionale. 


Girardi (FdI): Ai comuni serve un budget di legislatura

Christian Girardi (FdI) ha affermato che non si è perso tempo nelle complesse fasi iniziali della legislatura perché si è raggiunto l’obiettivo di costruire un governo coeso. Ora, ha aggiunto, c’è la volontà di garantire ai trentini un governo coeso e la direzione presa è quella di lavorare assieme e in modo responsabile. Infine, Girardi ha toccato il tema degli enti locali sostenendo la necessità di fornire ai comuni un budget di legislatura. Sarà inoltre necessario mettere in campo politiche diverse per le città e le valle che hanno esigenze diverse. 


Segnana (Lega): I trentini hanno apprezzato il nostro lavoro

Stefania Segnana (Lega) ha detto che i trentini hanno apprezzato il lavoro del governo Fugatti che ha dovuto affrontare emergenze inedite. La narrazione dell’opposizione quindi non è reale, anche se si deve far tesoro delle critiche. La relazione di Fugatti, ha aggiunto, è a 360 gradi ma soprattutto tiene conto dell’esperienza fatta la scorsa legislatura. Esperienza che ha cambiato la nostra vita. Segnana ha ricordato che il piano di prevenzione è stato approvato dal ministero perché gli obiettivi sono stati tutti raggiunti. Un successo che testimonia l’impegno del governo provinciale su questo terreno. L’ex assessora alla sanità ha poi ricordato che la medicina integrata sta funzionando anche perché ha permesso di limitare gli impegni burocratici dei medici. La carenza di personale sanitario è una realtà difficile ovunque, e per questo è stata istituita la scuola di medicina che però ha bisogno di tempo per dare i suoi frutti. Progetti innovativi, ha continuato, sono stati fatti per psichiatria, per dare risposte alle esigenze di cura causate dal post – Covid. Segnana ha sottolineato le difficoltà che si riscontrano con i sindacati dei medici che pongono resistenze alla mobilità dei professionisti in base al principio che non devono essere i medici a girare con la valigia ma i pazienti. 


Paccher (Lega): un programma lungimirante e concreto

Roberto Paccher (Lega) ha affermato che l’astensione ha colpito soprattutto il centro sinistra, perché a Fugatti sono andati 5 mila voti in più rispetto alla scorsa legislatura. Il programma, ha aggiunto, ha una visione è lungimirante e tocca le principali questioni che interessano il Trentino, dal nuovo Pup, agli aspetti finanziari, alla necessità della Pirubi, alla viabilità ferroviaria, alle scelte coraggiose sui rifiuti. Invece dall’opposizione sono venuto solo critiche e poche proposte. La minoranza non ha tenuto conto delle straordinarie emergenze che ha dovuto affrontare il Fugatti 1. Per quanto riguarda la presenza delle donne in giunta ha ricordato che nei governi di centro sinistra erano ancor meno. 


Bisesti (Lega): Fugatti ha saputo alzare l’asticella per il Trentino

Mirko Bisesti (Lega) ha affermato che la relazione del presidente non poteva contenere tutto lo scibile ma ha puntato sulla prospettiva per affrontare i temi della natalità, salari e sanità. Bene ha fatto il presidente, ha continuato, a alzare l’asticella e puntare a fare del Trentino una terra virtuosa a livello nazionale e europeo. In cinque anni, ha detto ancora, ci siamo fatti le ossa e va affrontato il tema della partecipazione. Avere comuni dove sono andati a votare meno di un elettore su due è incompatibile con una società che vuole puntare su giovani, imprenditori, e  un’economia avanzata. Si deve quindi recuperare la partecipazione soprattutto dei giovani, indispensabile per costruire un Trentino all’avanguardia, una società più dinamica. Partecipazione significa avere comuni più virtuosi, volontariato più attivo. Riconquistare alla politica, inoltre, significa anche avere atteggiamenti diversi a quest’aula. 


Fugatti: abbiamo dimostrato di avere una visione concreta

Fugatti ha replicato sottolineando che quello della mancanza di visione è un ritornello e ha sottolineato di non amare il temine visione perché c’è il rischio di passare per visionari. Il presidente ha ribadito la scelta della concretezza. Citando Valduga ha detto che mancanza di visione è un termine radical chic e da salotto. Sugli enti locali, la visione dalla Giunta è stata quella di porre al centro i comuni. I problemi finanziari tra Pat e comuni ci sono stati, ma, fatte le somme, non c’è stata una pianificazione, viste le emergenze, ma i trasferimenti non sono calati. Sul tema Euregio sono stati messi in campo il bypass (e le risorse sono arrivate e sono assicurate) e poi è nato il progetto A22 che quando andrà in porto l’autostrada sarà la più green di Europa. Sul contratto trentino della sanità si deve essere realistici perché si è in un quadro nazionale, anche se il Trentino può fare qualcosa in più. Non c’è un contratto sudtirolese della sanità e ciò dimostra che il Trentino non può pagare tanto di più il personale sanitario. Si lavora sulle condizioni di fondo: dalla scuola di medicina e dal fatto che un professionista entrerà in un sistema completamente integrato sul territorio. Un sistema, insomma, che potrà attrarre i professionisti. Insomma, una visione basata sulla concretezza. Sul tema dello Statuto e dei temi finanziari. Senza risorse finanziarie, ha detto, non c’è autonomia. Dopo Patto di Milano e quello di Garanzie con gli accordi con Draghi e Giorgetti hanno portato cento milioni nelle casse della Pat. Ed è la prima volta dopo tre legislature. Insomma, la partita finanziaria è determinante. L’accordo di San Michele ha portato a casa il massimo possibile sugli arretrati e dentro quell’accordo ci sono 12 milioni all’anno, sui combustibili che stanno calando, per sempre che non andranno ai conti nazionali. Sullo Statuto, certo ci vuole attenzione perché non si sa mai cosa può succedere in Parlamento, ma non si è tenuto all’oscuro il Consiglio che verrà coinvolto quando si saprà di cosa si sta parlando. Ma non c’è il rischio di un sub statuto rispetto al Sudtirolo. Per quanto riguarda la presunta divisione città – valli e pubblico – privato. Il contratto per il settore pubblico si farà e la Giunta si è mossa su Trento: la facoltà di medicina si è fatta a Trento, e la funivia del Bondone, dopo anni e anni, si è arrivati al progetto e sono pronti 38 milioni. I soldi del bypass sono arrivati nella scorsa legislatura e in tutto questo c’è anche l’area di San Vincenzo che prima era una discarica. Riguardo alla sanità il Presidente ha sottolineato il livello di umanità della sanità trentina. I ritardi nelle visite ci sono, anche se ci sono stati miglioramenti anche se i problemi del personale sono sempre seri. Mobilità sanitaria: per 20 anni, ha aggiunto, è sempre stata in negativo, picco raggiunto nel 2015 con 13 milioni di euro andati fuori provincia. Nel 2022 siano tornati a più due milioni. Insomma, il Trentino è tornato a incassare anziché pagare. 

Sulla mobilità, ha detto che i tempi sono lunghi, ma si sono messi sul tavolo due miliardi e si comincia a vedere una certa progettualità. Sulle ciclabili, la Pat ha messo i soldi per quella del Garda e si va avanti. Infine, il presidente ha toccato il tema della Valdastico ma nel 2014 la giunta di allora ha fatto un accordo col ministro Del Rio. La Giunta di centro destra ha fatto la proposta dell’uscita a Rovereto, ma a questo punto si deve dire dove deve finire questa autostrada. Le uscite previste nel 2014 sono una Caldonazzo, una a Trento sud e una zona Acquaviva oggi non più possibile perché c’è il bypass e l’altra dove c’è l’area dei depuratori sopra Besenello. Quindi, Fugatti ha chiesto all’opposizione dove vuol fare uscire l’autostrada.