Terza commissione
Olivi sospende i ddl sulle proroghe delle grandi concessioni idroelettriche per aprire il confronto con la Giunta
In allegato
In
Terza commissione, presieduta
da Ivano Job,
oggi pomeriggio, si sono svolte una
serie di audizioni
sulla proposta di
modifica dell’articolo 13 dello Statuto, la
n.
3
e il
ddl n.
163
firmata da
Alessandro Olivi e che trattano
di grandi concessioni idroelettriche. In estrema sintesi le norme
proposte
dall’esponente
Pd mirano a
prorogare le concessioni a fronte di piani industriali e alla
previsione
di canoni aggiuntivi da
impiegare per fare fronte
alle
crisi energetiche e
un progressivo passaggio del settore a società in house pubbliche.
Dopo le
audizioni Olivi ha chiesto la sospensione dei ddl e ha chiesto
a Tonina di aprire un confronto con
l’obiettivo di arrivare in Consiglio prima delle elezioni con un
testo condiviso.
Proposta di
dialogo che è
stata accolta dall’assessore.
Il
primo ad essere ascoltato, il presidente della Commissione dei 12,
Fabio Scalet il quale ha affermato di ritenere necessario una
revisione statutaria su questo argomento. Soprattutto perché è
difficile intervenire con una legge ordinaria non allineata con
l’art. 13 dello Statuto e la legge Bersani. La proposta Olivi, ha
aggiunto, ha l’obiettivo di sussumere la legge della Giunta del
2022 a livello statutario. La modifica dell’articolo statutario,
secondo Scalet, è percorribile lungo la strada di un disegno di
legge ordinario, seguendo il modello adottato con le modifiche del
2017. Insomma, per il presidente dei 12 la strada è percorribile.
Anche se, ha detto tra l’altro Scalet, quella più lineare sarebbe
la modifica della legge Bersani, visto anche l’iter che ha portato
all’archiviazione della procedura di infrazione da parte dell’Ue
visto anche il trattamento tutt’altro che di favore che è stato
riservato al nostro Paese in tema di concorrenza nel settore
energetico. Il presidente della commissione, a questo proposito, ha
ricordato anche un documento del Copasir nel quale si afferma che,
sull’idroelettrico, non c’è un mercato europeo e quindi c’è
solo la penalizzazione dell’Italia su un settore strategico. Basti
pensare che nel resto d’Europa, come in Svezia, Norvegia e Gb, le
concessioni hanno durata illimitata; in Spagna scadenze di 70 anni;
30 anni in Germania, mentre in Italia il termine è di 20 anni
Un’altra carta da giocare, secondo il dott. Scalet, sarebbe quella
del Pnrr sul quale si potrebbe aprire una trattativa, anche alla luce
del trattamento ingiusto riservato al nostro Paese sull’energia.
Quindi, andrebbero aperte le trattative fra Stato e Europa
sperimentando qui da noi una nuova strada. Anche nel 2017, ha
concluso, si riteneva impossibile modificare l’articolo 13, ma con
qualche atto di coraggio si è andati avanti, ma oggi, ha aggiunto il
presidente dei 12, la situazione è molto diversa e renderebbe
possibile l’applicazione nello Statuto della legge del 2022.
L’assessore
Mario Tonina ha affermato che certo non può condividere il
trattamento riservato all’Italia dall’Ue quando altri Paesi hanno
proceduto al rinnovo. Sulla proposta Olivi, l’assessore ha detto
che questa deve essere condiviso anche con la Provincia di Bolzano.
Ma l’obiettivo rimane quello, anche di fronte di aperture del
ministro Pichetto Frattin, dovute soprattutto a pressioni di grandi
concessionari più che alle regioni, come la Lombardia, che hanno
interesse a fare le gare, di arrivare a proroghe in cambio di
investimenti e, progressivamente, il passaggio della produzione dalle
società a private a quelle pubbliche.
Il
professor Florenzano: anche con la società in house ci sarebbero
rischi
Per
l’Università di Trento è intervenuto il professor Damiano
Florenzano, il quale ha affermato che con la previsione statutaria,
la modifica dell’articolo 13 prevista dall’esponente dem, si
potrebbero superare i dubbi su eventuali incompatibilità tra la
legge provinciale e quella nazionale, forse anche dal punto di vista
costituzionale, ma rimarrebbe aperta la partita europea. Florenzano
ha affermato che irrobustire l’articolo 13 non mette al riparo la
Pat da impugnative e l’idea è che l’eventuale durata della
concessione oltre la scadenza fissata dalla Giunta sia subordinata
alla trasformazione dei concessionari esistenti in società
pubbliche, anche se i privati, come si è visto con A22, non se ne
andranno per nulla. L’idea, ha ricordato Olivi, è che i privati
fino al 2039 possano rimanere nella società a titolo di
liquidazione. Una strategia, ha commentato Florenzano, tutt’altro
che rozza ma la formula andrebbe ripensata perché troppo rischiosa.
Puntando sulla carta più forte, se non l’unica, che la risorsa
acqua è un bene sociale, andrebbe evitata anche la strada della
società in house pensando invece di affidare la produzione ad un
servizio apposito della Pat.
Italia
Nostra e Comitato fiumi: bene le società in house
Luigi
Casanova, vicepresidente del Italia Nostra, ha affermato che la
proposta di modifica è di grande interesse perché offre la
possibilità alla Pat di dare concessioni anche a soggetti che
possono garantire ritorni alle comunità e efficacia nella gestione
ambientale. Casanova ha evidenziato soprattutto la previsione
dell’affido della produzione a società in house. Ma Italia Nostra
chiede che venga sottolineato nel piano industriale una
riqualificazione dei sistemi fluviali. Per il comitato difesa fiumi
trentini vanno approfonditi nella norma alcuni aspetti, in particolar
modo, gli interventi sui fiumi a valle degli impianti.
Sì
alle proposte Olivi da Cgil e Cisl. Grosselli: giusto parlare del
giovane ucciso dall’orso, ma non dimentichiamo le troppe morti sul
lavoro nei boschi
Il
segretario della Cgil, Andrea Grosselli ha aperto il suo intervento,
in riferimento all’incidente mortale di Bagolino, ricordando i
continui drammi che accadono sul lavoro. Giusto, ha affermato,
parlare della tragedia del giovane ucciso dall’orso a Caldes, ma
non si possono dimenticare le decine di giovani che perdono la vita
sul lavoro.
Nel
merito dei ddl il sindacalista ha detto di condividere la proposta di
Olivi, sopratutto per quanto riguarda l’obbligo di effettuare
investimenti e bene anche la previsione di canoni aggiuntivi a favore
di imprese e famiglie. E su questo ha detto che quanto fatto sul
bonus bollette è stata una presa in giro: su 40
milioni stanziati ne sono arrivati poco più di 23. Quando si è
chiusa la procedura automatica, difesa dalla Giunta, ha detto ancora,
è emerso che è stata esclusa quasi la metà dei beneficiari e si è
dovuti ricorrere a un sistema macchinoso come testimonia il numero
esiguo di domande La proposta del sindacato, rimasta inascoltata, era
quello di dare, attraverso l’Icef, di più che ha meno, soprattutto
con un tasso di inflazione che sta erodendo il potere d’acquisto in
particolare delle famiglie più povere. Per questo Grosselli ha
chiesto che i 23 milioni rimasti vengano subito investiti a sostegno
delle classi sociali più deboli.
Walter
Alotti, segretario della Uil, ha anche lui sottolineato la gravità
della situazione della sicurezza del lavoro, in particolar modo nel
settore legno. E ha ricordato la richiesta alla Giunta di istituire
un nucleo della Forestale per il controllo dei cantieri nei boschi
difficilmente raggiungibili dagli ispettori del lavoro. Nel merito
del ddl il sindacalista ha detto che se ci fosse la possibilità di
rendere pubbliche le società si avrebbero garanzie di efficienza
mettendo al sicuro da interessi privati, come i grandi gruppi
stranieri, una risorsa strategica. Quindi, sì anche dalla Uil alle
proposte Olivi. Infine, interessante anche la previsione di
vantaggi, oltre che per l’amministrazione pubblica, anche ai
cittadini che, come si è visto, si trovano esposti alle fluttuazioni
dei prezzi dell’elettricità. Anche Lucia Coppola ha
espresso il suo dolore per la morte del giovane di Bagolino. Una
strage, quella degli incidenti sul lavoro, che continua e che non può
essere accettata come ineluttabile. La situazione, ha aggiunto, è
peggiorata perché i ritmi sono aumentati e quindi la situazione va
presa in mano con più vigore. Sulla questione delle concessioni,
Olivi ha detto che non ci si può fermare di fronte a proposte come
queste che sono difficili e richiedono coraggio. Secondo il
consigliere dem c’è un cambio di approccio culturale, con quella
che sembra una virata verso il pubblico.
I
Bim: attenzione a non consegnare allo Stato le piccole concessioni
La
posizioni dei consorzi Bim della provincia di Trento, sono state
espresse da Claudio Cortella, il quale ha detto che le tariffe
agevolate potrebbero far crescere i costi di gestione che
ricadrebbero sugli utenti finali. Preoccupazione invece sul
emendamento sulle piccole derivazioni che rischierebbero di venir
consegnate allo Stato con ricadute negative sui sovra canoni dei Bim.
Olivi ha ricordato che non si prevedono automatismi sulla tariffe
agevolate. Sulle piccole derivazioni, la proposta non è quella di
aspettare lo norma dello Stato, ma di sospendere le gare fino a
quando non ci sarà una normativa chiara. Quindi, nessuna intenzione
di offrire vantaggi allo Stato: si punta solo a cristallizzare la
situazione.
L’assessore
Tonina ha affermato che le ambizioni della legge erano maggiori e di
positivo c’è che di fronte alle scadenze imminenti ci sono state
concessioni importanti sull’autoconsumo e l’autoproduzione.
L’assessore ha ricordato che ci sarà un incontro domani con
Picchetto Fratin per approfondire i problemi, tenendo presente che
una sospensione o proroga al 2029 c’è. La scorsa settimana in
occasione del convegno di Federbim e Bim dell’Adige, ha ricordato,
è stata confermata la bontà e il coraggio del ddl sulla sospensione
delle concessioni fino al 2029. Secondo Tonina l’apertura per un
rinvio per le grandi concessioni avrebbe una ricaduta automatica
anche sulle piccole. Infine, il vicepresidente della Giunta ha detto
che consegnare alla mano pubblica il settore costituirebbe una
garanzia.
Olivi,
facendo riferimento al documento inviato dal Cal, ha ricordato il no
della Giunta a una sua mozione che prevedeva di dare più quote di
energia agevolata ai comuni che hanno un costo dell’acqua più alto
per le spese di pompaggio. Non solo, ma ha auspicato che la Giunta
applichi tariffe uguali in tutto il Trentini.
Ddl
sospeso per aprire il confronto tra Olivi e Tonina
Infine,
il proponente dei due testi, affermando che il problema non è quello
di apporre il suo nome su un ddl ma di garantire l’autonomia e
mettere nelle mani del pubblico la risorsa acqua, ha chiesto la
sospensione del voto, prevista oggi, chiedendo un confronto, sincero
e onesto, con la Giunta per arrivare in aula prima delle elezioni.
Tonina ha risposto ricordando che su temi come questi c’è sempre
stata da parte sua un’apertura che verrà ribadita in Consiglio in
occasione dell’informativa sul settore idroelettrico. Quindi,
Tonina ha accettato la sospensione del ddl anche perché il lavoro
del governo provinciale con l’interlocuzione con Roma c’è stata
ed è stata intensa con il ddl e con la costituzione del tavolo che
verrà attivato anche nei prossimi giorni. Con la legge sulle piccole
concessioni, ha continuato, si sono messe in sicurezza un’ottantina
di concessioni scadute, alcune dal 2011, che, se si approvasse il
regolamento, già oggi si potrebbero mettere a gara ma si è
aspettato per vedere se maturavano le condizioni favorevoli. Quindi,
nei prossimi giorni ci sarà un confronto con Olivi e di verificare
in tempi ragionevoli i punti di convergenza.