La votazione questo pomeriggio in Aula
Commissione dei Dodici, eletto Matteo Migazzi
I nomi proposti: Migazzi, Postal, Rizzi
Il
pomeriggio si è aperta con la surroga di Ugo Rossi, che si è
dimesso il 2 marzo, nella Commissione dei 12: eletto con 17 voti
Migazzi, 13 voti per Postal e un voto per Rosa Michela Rizzi. Due le
schede bianche. Tre
i nominativi sul tavolo all’inizio della seduta: Matteo Migazzi,
presentato da Ossanna del Patt; Gianfranco Postal da Zeni (Pd) e Rosa
Michela Rizzi da Marini (5 Stelle).
Rossi:
con la candidatura Migazzi una rottura istituzionale
Rossi,
intervenendo come membro dei 12, ha spiegato i perché delle sue
dimissioni. Le motivazioni personali rimangono riservate, ma accanto
a queste, ha detto, ci sono quelle legate alla Commissione, organo
di straordinaria importanza e che per questo ha sempre visto sia a
Trento e Bolzano una sua composizione orientata all’equilibrio.
Equilibrio tra forze politiche, tra componenti di maggioranza e
minoranza e di carattere etnico. Recentemente questo equilibrio ha
detto in sintesi, si è rotto che ha impedito di mettere a frutto
competenze preziose come quelle di Gianfranco Postal che avrebbe
garantito un ruolo di terzietà assoluta rispetto all’agone
politico. E nel no alla sua riconferma da parte del nuovo Governo,
stanno le motivazioni, al di là degli aspetti personali, delle sue
dimissioni. Il consigliere del Misto si è espresso nettamente a
favore di Postal, pur riconoscendo all’avvocata Rizzi competenza e
terzietà e a Migazzi, che è stato suo collaboratore, la
preparazione professionale che potrebbe essere utile nei 12. Ma, ha
concluso, stupisce che proprio in ragione di questa conoscenza dei
meccanismi abbia acconsentito alla sua candidatura senza assicurarsi
una copertura istituzionale. Alla fine, ha chiuso Rossi, la sua
elezione è stato il frutto di una rottura istituzionale, un fatto,
Paola
Demagri (Casa Autonomia) come presidente dell’assemblea delle
minoranza ha ringraziato Rossi per il suo lavoro e perché le sue
dimissioni sono state seguite dalla proposta di una valida
alternativa, quella di Postal che la minoranza ha posto. L’esponente
di Casa autonomia ha lanciato un appello affinché si continui con un
metodo che fino a oggi ha garantito equilibrio.
L’avvocata
Rosa Michela Rizzi, ladina, è stata presentata da Alex Marini
(5 Stelle) che ha ricordato, oltre alla sua appartenenza di
minoranza, le sue competenze giuridiche che ha già mostrato nella
Commissione. Il fatto che Rizzi sia ladina è un elemento in più
perché potrebbe rappresentare nel 12 la minoranza. Anche Marini ha
ringraziato Rossi e ha riconosciuto la statura professionale di
Postal che, al di l’ha della Commissione, andrebbe comunque
valorizzata. Infine, Marini ha ricordato che il regolamento del
Consiglio prevede un confronto con i rappresentati trentini nella
commissione dei Dodici, cosa che non è mai stata fatta in questi 4
anni e mezzo di legislatura. Il consigliere 5 Stelle ha chiuso
affermando che va rivista la modalità di elezione dei componenti
garantendo la tutela della minoranza che non è prevista
esplicitamente dalla norma, ma è solo una prassi. Marini, infine, ha
chiesto a Fugatti di riferire al Consiglio sul ddl Calderoli
sull’autonomia differenziata, anche per portare contributi alla
tutela del nostro assetto autonomistico.
Lorenzo
Ossanna ha affermato che la figura di Migazzi, che possiede una
solida formazione giuridica, racchiude la novità e al tempo sesso
l’esperienza che ha maturato sia in regione che in Europa. Un nome,
quindi, importante per una Commissione strategica per l’Autonomia.
Ossanna ha ricordato di aver presentato nell’assemblea delle
minoranze la candidatura anche se non è formalmente riservata
all’opposizione.
Luca
Zeni ha detto che la nomina avviene in un momento di attacco
mediatico (l’articolo della Gabanelli sul Corriere) all’autonomia
descritta come costosa per lo Stato. Affermazioni che andrebbero
respinte anche con una campagna mediatica in difesa dell’Autonomia.
I 12, ha continuato, sono stati centrali per la crescita del sistema
autonomistico nel rapporto con lo Stato. E non c’è una riserva
alle minoranze ma una prassi, ma ci si trova di fronte a dimissioni,
quelle di Rossi, di fronte alla proposta di Postal, votata a larga
maggioranza dell’Assemblea delle minoranze, e che dovrebbe essere
largamente condiviso per rafforzare la commissione con una figura
autorevole.
Filippo
Degasperi (Onda) ha affermato che è fuori di dubbio che la
nomina spetti la minoranza e su Migazzi, pur non mettendo in
discussione i titoli, ha detto di voler capire le sue intenzioni
rispetto alla presidenza di Pensplan. Inoltre, ha aggiunto che gli
incarichi che gli sono stati conferiti sono stati tutti di nomina
politica. Quindi, questo volume di incarichi pone dubbi sulla
possibilità di Migazzi di seguire ruoli importanti come la guida di
Pensplan e la Commissione dei 12. Inoltre, Degasperi ha sottolineato
che i risultati dei fondi pensione del 2020 suggerirebbero un impegno
totale su questo fronte che ha visto volatilizzarsi milioni di euro
dei lavoratori con una media di perdite attorno al 20%. Infine, ha
dichiarato il suo voto per Postal.
Ivano
Job (Misto) ha detto che si sarebbe aspettato un nome unico da
parte della minoranza e ha annunciato il voto a Gianfranco Postal. Le
rotture, ha detto ancora, possono diventare anche boomerang per chi
le ha create.