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14/03/2023 - In aula o in commissione

Cia: non ritiro il ddl sulla libertà educativa delle famiglie

I lavori della Quinta commissione

Cia: non ritiro il ddl sulla libertà educativa delle famiglie

Prosegue il confronto sul disegno di legge 148

Cia: non ritiro il ddl sulla libertà educativa delle famiglie

​​​In Quinta commissione, presieduta da Mara Dalzocchio della Lega, sono continuate, con un confronto a tratti aspro, le audizioni sul ddl n. 148 di Claudio Cia (FdI) e Luca Guglielmi (Lista Fassa) sulla libertà educativa delle famiglie. Cia nel corso della seduta di questo pomeriggio ha affermato che non intende ritirare il suo disegno di legge e che lo porterà in Consiglio.​

L’Apss: c’è una forte domanda nelle scuole di educazione affettiva

Prima audizione quella di Silvia Franchini, direttrice dell’Unità operativa di igiene del Dipartimento prevenzione. La dottoressa ha ricordato il progetto socio - affettivo – sessuale dell’Apss che è stato aggiornato in base ai nuovi bisogni degli studenti. L’esperienza del progetto Edu – Chi - Amo, ha detto ancora, coinvolge l’87% delle scuole trentine e si muove partendo dalla promozione della scuola e delle famiglie. Lo scopo è di sviluppare le competenze di vita dei ragazzi, puntando sulle scelte consapevoli di tutti gli stili di vita compresi quelli sessuali, con un gruppo di esperti interdisciplinare e integrato. Il progetto, ha detto ancora, ha radici forti in Trentino, ma è stato aggiornato per adeguarlo alle esigenze dei ragazzi che frequentano le scuole secondarie primarie. I ragazzi vengono accompagnati nella conoscenza di se stessi, senza tralasciare l’educazione sanitarie in particolare sulle malattie sessualmente trasmissibili. Al progetto partecipano psicologi, medici e ostetriche e al centro c’è la loro qualità e preparazione. C’è poi l’offerta formativa dei consultori “Conoscere il consultorio”. Il progetto Edu – Chi – Amo, ha detto la dottoressa, prevede il coinvolgimento attivo degli insegnanti e dei genitori. Si sviluppa su tre incontri: uno con il medico, uno con lo psicologo e uno sul tema dei diritti umani. In questo quadro si va dai rischi legati ai social, alla contraccezione, alla sicurezza sanitaria. Gli istituti coinvolti in Edu – Chi -Amo sono stati 52 e 48 nel progetto “Conoscere il consultorio”. C’è una simbiosi, ha aggiunto la dottoressa, con la scuola affinché sia quest’ultima a promuovere la salute sotto tutti i punti di vista.

Rispondendo a Lucia Maestri (Pd), che ha sottolineato la forte domanda nelle scuole di questo tipo di educazione, la dottoressa ha detto che l’Apss riesce a rispondere alle richieste. Un progetto, quello presentato in commissione, all’avanguardia in Italia e sul quale l’Azienda punta molto soprattutto in termini di qualità. Ci sono molte richieste degli istituti comprensivi per l’educazione affettiva dei bambini, ma l’Aziendanon entra negli aspetti pedagogici e si limita allo sviluppo dei due progetti. Rispondendo a Guglielmi la dirigente ha ribadito che il focus, anche in base alle risorse disponibili, rimane sulle scuole medie.

Il Coordinamento donne: il ddl non va contro la cultura patriarcale

Seconda audizione l’avvocata Paola Paolazzi componente del consiglio direttivo del Coordinamento Donne onlus e del Centro antiviolenza di Trento. Paolazzi ha detto che il Coordinamento contrasta la cultura patriarcale che sta alla base della violenza maschile sulle donne. Importante, per l’avvocata, fare riferimento alla Convenzione di Istanbul che stabilisce che nelle scuole di ordine e grado si attui un’educazione sulla parità e contro gli stereotipi di genere. Le norme nazionali, in base alla Convenzione, hanno introdotto l’educazione per la prevenzione della violenza e alla parità. Il Miur, ha ricordato ancora, ha emesso linee guida sull’educazione al rispetto, sulla base della Costituzione. Paola Paolazzi ha ricordato che il Grevio, l’ istituto che ha il compito di rilevare l’applicazione della Convenzione di Istanbul, ha sottolineato l’essenzialità dell’educazione di genere. L’organismo ha sottolineato la crescente resistenza all’educazione alla sessualità nelle scuole e l’esistenza di campagne di mistificazione sui corsi. Il Grevio, ha aggiunto, ha messo in evidenza che ci sono crescenti tentativi di ostacolare, da parte di alcuni movimenti, i corsi e le iniziative che riguardano l’educazione di genere. La preoccupazione del Grevio, ha detto l’avvocatessa, è la stessa del coordinamento donne e questa proposta di legge sembra vada in direzione contraria alle linee guida nazionali. Sollevando quella che l’avvocata ha definito l’inconsistente teoria del gender. Il ddl Cia – Guglielmi, ha detto ancora, è un esempio di tutto ciò e contiene riferimenti legislativi sbagliati intervendo sulla legge sulla scuola compromettendone la libertà educativa e l’autonomia. Col ddl, secondo l’esponente del Coordinamento donne, si arriva ad arrogare il diritto di veto sulla scuola alla maggioranza che governa il Trentino. Se questo ddl diventasse legge, ha continuato, si finirebbe per passare alla cattiva scuola” discriminando una parte degli studenti. Guglielmi ha rivendicato la dignità dei consiglieri di poter fare le loro proposte senza ricevere attacchi pesanti. L’esponente di Fassa ha chiesto a Paola Paolazzi come valuta la proposta del primo ministro britannico che ha chiesto di bloccare un certo tipo di educazione sessuale molto esplicita. L’esponente del coordinamento ha detto di non condividere la presa di posizione del governo britannico, ma ha ricordato che la Convenzione di Istanbul è legge dello Stato in Italia. E ha ripetuto che il ddl in discussione, anche con la previsione della facoltatività dei corsi, è contrario all’educazione alla sessualità e al rispetto di genere. Il consigliere di Fassa ha detto che anche l’ora di religione è facoltativa e nessuno se ne lamenta. L’avvocatessa Paolazzi ha ribattuto affermando che l’educazione di genere contrasta la cultura patriarcale che sta alla base delle violenze sulle donne e si pone su un altro piano rispetto alla religione. Guglielmi, sul patriarcato, ha detto che ci sono religioni che si basano sulla sottomissione delle donne che sarebbe bene far conoscere. Comunque, ha concluso, il discorso sul patriarcato ha poco a che fare con il ddl.

Paolo Zanella (Futura) ha sottolineato che per fortuna l’Italia ha sottoscritto la Convenzione di Istanbul e ha sottolineato che la libertà educativa non è un’esclusiva delle famiglie, che non hanno la proprietà dei figli, ma investe appieno la scuola che ha un ruolo fondamentale. Paola Paolazzi ha a sua volta affermato che la scuola è la prima agenzia educativa ancora prima della famiglia. Soprattutto in quelle dove vigono dinamiche patriarcali e violenze nelle quali i ragazzi e le ragazze crescono ritenendo normali atteggiamenti di sopraffazione di tutti i tipi. Altra domanda di Guglielmi: come si può coniugare l’educazione contro il patriarcato con la difesa della pratica dell’utero in affitto? L’avvocata ha ricordato che l’educazione di genere, quindi di rispetto di genere, non ha nulla a che fare con l’utero in affitto che non viene affrontato a scuola. Rispondendo a Gianluca Cavada (Lega), che ha sottolineato con forza la supremazia dell’educazione familiare, Paolazzi ha detto che famiglia e scuola hanno ambedue un ruolo fondamentale, ma se il rispetto di genere non viene insegnato a casa è importante trovare una scuola una voce che spiega che la cultura violenta non va bene. Cia ha ricordato che la Costituzione parla di una famiglia che ha il dovere – diritto di educare. Il ddl ha sottolineato, difende il diritto della famiglia ad avere la parola più importante nell’ambito scolastico.

Cia: non ritiro il ddl, lo porterò in aula

Lucia Maestri ha detto di non capire perché si sta facendo questa discussione visto che oggi, su un quotidiano, si è affermato che Cia, su indicazione del presidente Fugatti, ritirerà il ddl. Per questo Maestri ha chiesto alla presidente dela Quinta di non convocare più la commissione su questo argomento. Dalzocchio ha affermato di non aver avuto alcuna comunicazione su un eventuale ritiro della proposta. Quindi, ha affermato, si continua con le audizioni. Cia ha detto che sui ddl non decide il presidente della Giunta e le dichiarazioni sulla stampa non riguardano il contenuto del ddl, ma la consapevolezza che, come per quello di Vanessa Masè, ci sarà l’ostruzionismo che rischia di interferire con l’assestamento di bilancio. Comunque, il capogruppo di FdI ha detto che intende portare in aula la proposta legislativa.

Guglielmi ha ricordato che quando si è approvato il ddl Masè in commissione, sembrava di fosse stata una sorta di conciliazione che poi invece è sfociata in centinaia di ordini del giorno ostruzionistici. La consigliera dem ha ribadito che vanno rispettati gli auditi anche negli atteggiamenti che si tengono in commissione. Cia ha ribattuto di non aver barattato nulla con Fugatti, anche perché i ddl che sarebbero al centro di questo presunto scambio, sono stati depositati prima di quello in discussione.

Sempre sull’argomento della libertà educativa si è infine affrontata la petizione n. 20 con la quale si chiede una legge che bandisca dalla scuola l’ideologia gender. Un argomento sul quale le consigliere Lucia Coppola (Europa Verde); Lucia Maestri (Pd) e Paola Demagri (Patt) hanno dichiarato di non volersi esprimere su questa petizione e sul gender.

Fondazione Padre Kino nel Museo storico

Si è passati poi al ddl n. 152 per l’istituzione della Fondazione padre Eusebio Chini, proposto da Marini (5 Stelle), Demagri (Casa Autonomia) e Ossanna (Patt). L’esponente di 5 Stelle, sulla base delle audizioni, ha presentato in emendamento che permette di entrare più nel dettaglio dell’area d’azione della Fondazione padre Kino, allargandola a temi come la storia dell’evangelizzazione delle americhe e delle condizioni delle popolazioni locali che vennero difese dal grande gesuita noneso.

Nell’emendamento viene poi fatto un riferimento ai processi migratori che sono una realtà anche ai nostri giorni, in particolare dal Messico agli Usa. Infine, si fa riferimento ai rapporti tra Trentino e comunità americane. Marini ha poi affermato che vanno valorizzate le istituzioni culturali, in primo luogo il Comune di Predaia – Segno e l’Associazione, che in questi anni hanno portato avanti un’importante lavoro di valorizzazione della figura di padre Kino. L’assessore Bisesti ha annunciato un emendamento per far sì che la Fondazione Chini venga incardinata, nel rispetto del ruolo di tutti gli attori, nell’ambito del Museo storico. Rispondendo a Demagri, l’assessore ha detto che la Fondazione avrà la sua autonomia rispetto al Museo storico. Sempre su questo ddl si è ascoltato Giuseppe Biagini, fondatore dell’Istituto della conoscenza tradizionale Usa. L’esperto ha sottolineato che i nativi della Primeria Alta tra Messico e Arizona ricordano ancora padre Kino perché si spese per permettere a queste popolazioni di sopravvivere nel deserto anche attraverso l’introduzione di un tipo di grano che si coltiva ancora oggi. La Fondazione, prevista dal ddl, ha detto Biagini, permetterebbe di approfondire la conoscenza del missionario trentino.

Rispondendo a Marini, Biagini ha affermato che gli americani gli hanno tributato a P.Kino un grande riconoscimento a Washington; la parte messicana lo vede di più come uomo di religione. Ma il rispetto è grande in tutti i due versanti della frontiera dell’Arizona. L’istituzione di una fondazione a suo nome, ha detto ancora il fondatore dell’Istituto, può avere un’importanza decisiva per portare avanti la memoria e l’opera di Padre Eusebio Chini.​