In Quinta commissioni le audizioni sul documento di Bruxelles
Sì di imprenditori e sindacati al programma 2023 della Commissione europea
Seduta
dedicata all’Europa, alle
audizioni sulla
comunicazione COM (2022) 548 final della Commissione Ue
al
Parlamento europeo sul
programma di lavoro per
il 2023,
quella
della Quinta commissione presieduta da Mara Dalzocchio della Lega.
Il
sindacato: frenare le privatizzazioni
Le
prime
valutazioni sul documento del Parlamento europeo, quelle dei
sindacalisti Michele Bezzi del Cisl e Maurizio Zabboni della Cgil che
sono intervenuti anche a nome della Uil. Per Zabboni l’impianto
della comunicazione è pienamente condivisibile ed è auspicabile che
si passi sempre più da un’Europa economica a un’Europa politica.
Centrale il tema dell’autonomia energetica e della sostenibilità
ambientale e quello di una ricollocazione geopolitica. Il Next
generation eu
è stata una risposta efficiente che ha permesso di affrontare le
emergenze post Covid. Ma, per il sindacalista, criticabile è
l’aumento dei tassi della Bce che rischia di scatenare quella che
viene definita stagflazione: inflazione e recessione. Sì
da parte sindacale anche sul green deal europeo, ma si deve fare
attenzione a spostarsi in tempi troppo stretti nel passaggio da un
modello all’altro, perché c’è il rischio di passare da una
dipendenza all’altra. Fondamentali, invece, è lo sviluppo delle
fonti alternative e per questo è condivisa l’idea della banca
dell’idrogeno. Bene anche gli obiettivi sulla digitalizzazione.
Rimane
aperta,
invece, la questione fiscale e quindi dei paradisi fiscali
all’interno dell’Unione. Va inoltre ricordato che il 2023 sarà
l’anno europeo delle competenze che implica il potenziamento dei
centri per l’impiego Pat per far incontrare domanda e offerta e
l’avvio di una regia del sistema della formazione per raggiungere
l’obiettivo dell’educazione permanente. Importante, su questo, è
creare inoltre uno spazio di formazione transfrontaliero. Zabbeni
si è poi intrattenuto sui tirocini che dovrebbero essere riservati
alle
fasce deboli, mentre per le altre figure si deve puntare
sull’inserimento nel lavoro con contratti regolari. Per ciò
che
riguarda la promozione delle stile di vita europeo, per il
sindacalista Cgil, va posta attenzione al tema dell’emigrazione che
va affrontato nel quadro europeo. Questione che va però
vista
anche dal punto di vista delle risorse professionali e demografico.
Per questo va superata,
anche qui da noi, la politica dei bonus per puntare invece
su
politiche sociali organiche a partire dalla casa in modo da creare
certezze che sono fondamentali incentivi alla famiglia. Sul piano
finanziario, per
l’esponente Cgil, è importante
muoversi lungo il sentiero affrontato durante il Covid, che ci
dovrebbe portare a un debito comune europeo. Sulla guerra in Ucraina,
il sindacalista, ha detto che preoccupa la crescita degli armamenti e
lo speculare indebolimento del dialogo diplomatico. Infine, Mabbeni
ha posto l’attenzione sul dumping
contrattuale al quale la Pat dovrebbe e potrebbe opporsi riconoscendo
per i contributi solo le aziende che applicano i contratti
sottoscritti dalle organizzazioni sindacali più rappresentative. Il
rappresentante Cgil ha chiuso sulla questione dei subappalti negli
appalti pubblici che spesso implicano una compressione dei diritti e
dei salari dei lavoratori. Un freno, inoltre, andrebbe posto alle
privatizzazioni che vanno avanti da 30 anni.
Michele
Bezzi (Cisl), chiudendo
l’audizione,
ha detto di vedere con favore la nascita di una vera confederazione
europea.
Gli
imprenditori: attenzione alle iniziative pericolose come quella
irlandese sul vino
Per
il coordinamento imprenditori, Roberto Pallanch ha affermato che il
documento di Bruxelles
è condivisibile. Lo stato di crisi ha inevitabilmente effetti sulle
imprese e anche per questo l’Europa deve mantenere il ruolo di
orizzonte di senso. Anche le politiche provinciali devono porsi
all’interno degli obiettivi. Anche se, come testimonia il
Qatargate, c’è la necessità di un rinnovamento istituzionale e di
meccanismi di condivisione delle scelte europee da parte dei
cittadini. Fondamentale la compattezza europea per affrontare le
enormi questioni economiche, ambientali e di sicurezza dal punto di
vista geopolitico. Il Green
Deal,
ha aggiunto Pallanch, è entrato a pieno titolo nel dibattito, così
come l’idea di valorizzare le eccellenze agro alimentari del
territorio. Valorizzazione, ha aggiunto il rappresentante del
Coordinamento, che però si scontra contro scelte unilaterali come
quella irlandese di apporre scritte allarmanti,
come quelle che si trovano sui pacchetti di sigarette, sulle
bottiglie di vino. Sulla
digitalizzazione, ha continuato, va però mantenuta l’impronta
ambientale. Discorso importante, se si guarda al grande costo
energetico delle cripto valute. Passi avanti si dovrebbero fare per
le Pmi - centrali per le società del Continente- riducendo
la burocrazia, potenziando la
formazione e la certificazione delle competenze. Va poi consolidato
il modello economico europeo che implica miglioramenti nella
formazione, anche potenziando la mobilità per istruzione e
incrementando l’istruzione linguistica. Dal punto di vista politico
serve un’Europa più forte e aperta anche alle esigenze dei Paesi
più poveri anche per contenere le ondate migratorie. Fondamentale,
inoltre, un raccordo tra i sistemi sanitari dei Paesi Ue; così
come il coordinamento per il contenimento dei costi energetici.
Infine, Pallanch, ha sottolineato l’importanza della difesa dei
valori democratici che
stanno alla base dell’Unione Europea.
Formare
un’identità europea
La
professoressa Luisa Antoniolli della
Scuola di studi internazionali di
Unitn, ha
analizzato in profondità gli obiettivi e le linee politiche della
Commissione Ue 2023,
dall’economia,
alla sicurezza, al rapporto con i Paesi extraeuropei e con cittadini.
Uno dei temi al centro dell’attenzione è quello dell’identità
europea puntando sulla mobilità all’interno dell’Unione dei
giovani. Tra
gli obiettivi anche il varo di una legge elettorale comune per
l’elezione del Parlamento europeo.
Ddl
Masè sullo “zerosei”: no a ulteriori audizioni
Infine,
bocciata, con 4 no e
tre sì, la richiesta
delle minoranza di ulteriori audizioni sul ddl Masè (La
Civica) sulla
continuità nido – scuola materna. Quello
che viene chiamato “zerosei”.
Una richiesta, ha detto Lucia Maestri (Pd), per approfondire
l’aspetto pedagogico che,
secondo lei, nella proposta non c’è.
Il ddl, ha ricordato la presidente Dalzocchio, attende da mesi;
mentre Vanessa
Masè ha ricordato che gli aspetti pedagogici ci sono e sono nelle
linee ministeriali incanalandole nella storia della scuola trentina.
Paola Demagri (Casa
Autonomia ue) ha affermato che se il ddl ha avuto tempi di gestazione
lunghi, ciò dimostra la sua complessità e delicatezza. Complessità
e delicatezza sottolineata anche da Lucia Coppola (Europa Verde) che
necessiterebbe di conoscere le esperienze scolastiche che si sono
fatte in questi anni. Quindi, l’aggiunta di altre tre audizioni non
rappresenta certo un problema. Guglielmi (Fassa) ha ricordato che le
audizioni sono state votate in commissione mesi fa e quindi questa
nuova proposta sembra fatta solo per procrastinare i tempi.