Per visitare la mostra sull'artista trentino, c'e tempo fino al 18 febbraio
Viaggiare, sulle tele di Perghem Gelmi
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Nel trentesimo anniversario della scomparsa, la Presidenza del Consiglio
provinciale ha deciso di riaccendere i riflettori sull’opera di un pittore trentino valente e complesso come Michelangelo Perghem Gelmi (1911-
1992). L’artista è al centro della rassegna espositiva inaugurata il 20 gennaio e che nelle sale di palazzo Trentini resterà liberamente visitabile (festivi esclusi) fino a sabato 18 febbraio, con ben 105 opere giustapposte alle
pareti, chiamate a documentare le molte svolte dell’ispirazione e della ricca biografia di Perghem Gelmi.
Fu proprio un’antologica nella sede consiliare - era il 2003 - a trarre la sua
figura da una zona d’ombra inadeguata e a valorizzare la “sinfonia di colori e di emozioni” - come la si definisce nel ricco catalogo - cui ha dato
vita nelle sue opere, estese dal 1944 alla fine degli anni ‘80.
Il presidente del Consiglio provinciale, Walter Kaswalder, ha inaugurato l’esposizione assieme ai curatori Riccarda Turrina e Mario Perghem Gelmi (il figlio dell’artista), ricordando la sua precisa volontà di
mettere a disposizione gli spazi di via Manci per la valorizzazione degli artisti della nostra terra.
“Occhi sul mondo circostante”- questo il titolo della mostra - ha l’obiettivo ben circoscritto di mettere a fuoco un’unica tematica, quella del viaggio, nelle sue molteplici sfaccettature: di studio, quando si fa riferimento
agli anni dell’accademia frequentata con entusiasmo da Perghem Gelmi; di
destinazione assegnata, quando si parla di seconda guerra mondiale e di
prigionia dell’aviere trentino in Polonia; di opportunità di lavoro (da ingegnere) per quanto riguarda l’Argentina , ma anche di piacere della scoperta
quando le immagini raccontano di città europee, di paesaggi marini in Italia e in Francia, o quando ci portano in Messico, Cina, Perù, Bolivia, Russia.
La rassegna a palazzo Trentini si avvale dei diari e scritti dell’autore,
di documenti dell’Archivio Perghem e del Fondo omonimo presso l’Archivio del ‘900 al Mart di Rovereto (per il quale alla vernice era presente la
responsabile Paola Pettenella). Il percorso espositivo a Trento si struttura
in otto sezioni cronologiche e il fitto catalogo che l’accompagna propone
una serie di contributi critici che davvero restituiscono a tutto tondo il valore
dell’esperienza artistica e umana dell’autore.
La storica dell’arte Elena Pontiggia affianca i due curatori nel raccontare e
visualizzare in particolare il diario di disegni eseguiti da Perghem Gelmi
durante la prigionia; l’ex direttrice del Museo diocesano, Domenica Primerano, tratteggia vividamente la straordinaria esperienza professionale e
personale nell’Argentina di Peròn, dove l’artista arriva nel 1948.
Singolare è poi l’intervista dei due curatori a Fernanda Peterlana, che da
compagna di tanti viaggi del pittore ha potuto ben testimoniare la straripante vitalità e curiositò dell’uomo.