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No al fondo per la prevenzione degli incidenti sul lavoro

Consiglio bocciato il disegno di legge di Marini (5 Stelle)

No al fondo per la prevenzione degli incidenti sul lavoro

No al fondo per la prevenzione degli incidenti sul lavoro

​​​​​​​La seduta della sessione di gennaio del Consiglio è ripresa oggi con la discussione del ddl 119/XVI​ di Alex Marini (5 Stelle), bocciato con 17 no, 12 sì e un astenuto, che aveva l’obiettivo di istituire un fondo per la prevenzione degli incidenti sul lavoro e nelle attività di volontariato. I dati Eurostat, ha ricordato il consigliere pentastellato, che ha riassunto il percorso che ha portato al ddl, dicono che ogni anno in Europa, con grandi differenze tra i vari stati, accadono 1496 infortuni ogni 100 mila occupati. Dati non completamente attendibili perché si basano sulle denunce: in Italia, nel 2020, si sono registrati in media 1037 infortuni, ma si va da Bolzano con 5634 infortuni ogni 100 mila addetti, mentre Calabria, Lazio o Piemonte ne contano meno di 2000. Il Trentino si colloca nella parte alta della classifica con 3186 incidenti. Per gli infortuni mortali l’Italia, con 3 vittime ogni 100 mila lavoratori, si colloca sopra la media europea che è di 2,1 vittime , con punte come Germania e Svezia che si collocano sotto il 2. Anche in questo tragico dato il Trentino è nella parte alta, sopratutto a causa dei decessi causati nei lavori agricoli, in particolare negli incidenti con i trattori. In Trentino sono stati raccolti dalle sanzioni 10 milioni di euro dal 2008 al 2011 e oggi ci si è attestati sui 500 mila all’anno. Soldi, ha continuato Marini, che non si sa come vengono spesi. Il fondo per i familiari delle vittime, istituito dalla legge 13 del 2011, è poca cosa: basti pensare che nel 2019 sono stati erogati solo 14 mila euro. Il consigliere di 5 Stelle ha ricordato di aver presentato, senza successo, i contenuti di questo ddl in emendamenti al bilancio e all’assestamento e in una mozione e che esistono esempi vicini di istituzione di fondi per la sicurezza del lavoro. Come quello della Provincia di Bolzano che ha una dotazione di 600 mila euro all’anno.


Zanella: mezzo milione per la sicurezza non è certo uno spreco


Paolo Zanella (Futura) ha detto che il tema della sicurezza sul lavoro in questa legislatura ha avuto l’attenzione solo della minoranza. Argomento centrale che ha visto negli ultimi anni un netto peggioramento alimentato soprattutto dalla crescita dell’attività edilizia. Problemi, ha ricordato, che sono emersi anche in grandi cantieri pubblici. Fermi sono anche gli impegni contenuti in una risoluzione proposta dall’opposizione e votata dal Consiglio, tra i quali c’era quello della valutazione di un fondo per la prevenzione sul lavoro. Inoltre, da anni si chiede di potenziare l’organico dell’Uopsal perché gli attuali addetti sono perlopiù impiegati nella burocrazia legata alle indagini giudiziarie. Chiedere di investire mezzo milione per la prevenzione, come prevedeva il ddl Marini, è quindi doveroso e Zanella ha ricordato inoltre che anche la sua proposta di legare i contributi al rispetto delle norme di sicurezza è stata bocciata.


Ossanna: un ddl che non serve


Per Lorenzo Ossanna (Patt) nel ddl rimane scoperto il tema centrale della gestione delle entrate delle sanzioni, che sono di diversi milioni di euro, e di come queste risorse vengono ridistribuite per la prevenzione. Quindi, per l’esponente Patt, il ddl è monco e, pur affrontando un tema centrale, rimane ininfluente.


Spinelli: una proposta disordinata


L’assessore Achille Spinelli ha ricordato che il comitato per la sicurezza del lavoro, che si riunisce sempre più spesso, sta definendo una virata decisa alle politiche della sicurezza del lavoro. Un elemento delicato, legato anche alla cultura del lavoratore, e che va affrontato con una logica multi livello. Spinelli si è rivolto a Marini ricordando che la Uopsal è stata potenziata, anche se non è stato fatto ancora tutto il necessario. La proposta di 5 Stelle, ha continuato, tratta pochi temi ma in modo disordinato e si rischia di creare una sovrabbondanza normativa che va evitata anche per assicurare una maggiore efficienza. Il ddl, inoltre, introduce oneri aggiuntivi nella gestione del fondo, da qui il no della Giunta.


Marini: si chiede solo trasparenza sull’impiego dei soldi delle sanzioni


Marini ha replicato affermando che quando si deve intervenire sui temi concreti ci si trova di fronte ad un fuggi fuggi generale e ai no, non documentati e motivati, della Giunta. Rivolto a Ossanna ha detto che evidentemente deve aver letto un altro ddl, perché il suo va esattamente nella direzione di una gestione trasparente dei fondi. In questi anni, ha continuato, nessuno ha raccolto i dati sulle sanzioni e anche da parte della Giunta non è venuta alcuna contro proposta. In realtà, ha continuato, c’è bisogno di questo ddl per utilizzare con trasparenza le cifre derivanti dalle sanzioni. Una necessità condivisa anche da sindacati e imprenditori. Per quanto riguarda la sovrabbondanza di norme, ha ricordato che è la Giunta a produrne continuamente, mentre il ddl modifica solo una legge esistente normando l’impiego trasparente dei fondi. Infine, Marini, ha affermato che il governo provinciale ha a disposizione decine di tecniche che potrebbero dire quali sono le pecche di un disegno di legge di un esponente di opposizione che non ha mezzi a disposizione e è costretto a fare da solo. L’esponente pentastellato ha affermato, infine, che su temi come questi la politica dovrebbe andare a fondo invece di limitarsi a parlare di chi sarà il prossimo presidente.


No anche agli odg


Disco rosso, con 8 sì, 16 no e 6 astenuti, al primo Odg con il quale Marini intendeva impegnare la Giunta a ricostruire i contributi erogati in base al fondo familiari delle vittime sul lavoro. Il consigliere chiedeva anche una valutazione di conformità col principio di eguaglianza del comma 3 dell’articolo due della legge 13 il quale afferma che i contributi vadano solo ai parenti dei morti sul lavoro residenti in Trentino. Spinelli ha ricordato che il fondo integra i contributi di Inail e nazionali e che i dati sono monitorati dal comitato del quale fanno parte imprenditori e sindacati.


Rossi: il ddl solleva un tema giusto


Ugo Rossi ha detto che la legge 13 tratta di un contributo aggiuntivo ed è chiaro che per questo ci si deve rivolgere ai residenti. L’esponente del Misto si è rivolto poi a Spinelli affermando che avrebbe dovuto spiegare quanti soldi investe la Giunta attraverso l’Apss per la sicurezza del lavoro; quali sono i piani. Nel merito del ddl di Marini ha detto che solleva un tema giusto e non è superficiale, perché si devono avere risposte sui fondi, il loro utilizzo, le dotazioni di personale. Un’occasione buttata, ha concluso, per affrontare concretamente questa questione. Ossanna ha insistito che sia l’odg che il ddl sono inutili.


Tonini: 500 mila euro non sono certo troppi per la sicurezza


Giorgio Tonini (Pd) ha annunciato il sì all’odg perché la legge del 2011 è sbagliata ed è giusto che se un lavoratore muore in Trentino i suoi familiari abbiano accesso al contributo provinciale. Dover dire ai parenti di una vittima, ha affermato, non possiamo concedere il contributo perché non siete residenti è rabbrividente. Ma, qui concordando con Rossi, ha aggiunto che l’occasione del ddl andava colta dalla Giunta. Nel merito del ddl il consigliere dem ha detto che la Pat può sostenere un onere di 500 mila euro soprattutto per la sicurezza del lavoro. Quindi, le critiche della presunta onerosità del ddl sono fuori luogo.


Coppola: il ddl meritava l’attenzione della Giunta


Anche Lucia Coppola (Europa Verde) ha appoggiato sia l’odg che il ddl. Cinquecento mila euro sono una cifra assolutamente sostenibile, ha detto, per la tutela e la promozione della cultura della sicurezza del lavoro. Il Trentino – Alto Adige è nella zona rossa della statistica degli incidenti, con costi umani e economici enormi. Il ddl Marini, quindi, avrebbe avuto bisogno di più attenzione da parte della Giunta.


Marini: non c’è trasparenza sui fondi


Il consigliere 5 Stelle ha ribattuto che l’assessore ha detto che la Pat ha tutti i dati ma i consiglieri non possono conoscerli. Alle interrogazioni sull’impiego dei fondi non si dà risposta e ha aggiunto che l’onere di 500 mila euro che era previsto all’articolo due del ddl, derivava dalla necessità di far partire il fondo. Una piccola cifra se solo la si confronta ai 2 milioni di euro stanziati per i carri elevatori delle mele. Marini ha ribadito che la norma della legge 13 sull’obbligo di residenzialità per il fondo parenti è sbagliata. Rossi ha ricordato che la provvidenza è stata chiamata contributo non a caso, perché non è un risarcimento che spetta ai privati e all’Inail, ma una cosa in più e quindi il principio dell’uguaglianza non c’entra nulla. Se si ragionasse così, ha aggiunto, su tutte le provvidenze sociali trentine, che sono in aggiunta a quelle nazionali, si sarebbe obbligati a togliere anche il requisito dei due anni e il sistema salterebbe. Marini ha risposto che se l’incidente si verifica qui, significa che ci sono state lacune nel sistema della sicurezza, quindi è giusto che i parenti delle vittime abbiamo comunque un risarcimento.


Dalzocchio: il tema della sicurezza va affrontato a 360 gradi


Mara Dalzocchio (Lega), annunciando il no al ddl, ha detto che il tema della sicurezza va affrontato a 360 gradi e, come ha ricordato Spinelli, in modo più organico. La proposta di Marini andrebbe posta nel disegno complessivo che la Giunta sta approntando.

Alessio Manica (Pd) ha ricordato che il ddl è del 2021 e ora la maggioranza dice che merita attenzione. La legislatura sta finendo e non ci sarà alcuna proposta da parte della maggioranza.


No anche all’odg che chiedeva di rivedere i criteri del Fondo parenti


No, con 12 sì, 16 no, un astenuto, anche al secondo odg Marini con il quale intendeva impegnare la Giunta a valutare una proposta per rivedere i criteri e i meccanismi del contributo ai parenti, ascoltando anche l’Associazione invalidi sul lavoro e sindacati. Nel 2021, ha ricordato, non risultavano contributi erogati dal fondo pur con 19 incidenti mortali e dal 2012 solo 10 famiglie hanno avuto accesso al fondo ricevendo in media 10 mila euro. Di fronte a questi numeri ci si deve anche chiedere l’efficacia di questo strumento. Spinelli ha risposto che, nel quadro della revisione della normativa in materia, sarà aperto anche un ragionamento sul fondo. Da qui il no all’odg. Rossi, appoggiando l’odg, ha ricordato di aver sempre avuto dubbi sul fondo perché era chiaro il rischio di erogare pochi soldi e in pochi casi. Comunque, ha concluso, con l’odg Marini ci sarebbe stata l’occasione per togliere il limite dei 25 mila euro.


Il voto finale


Bocciato l’articolo uno e bocciati gli emendamenti di Marini per estendere il contributo assistenziale ai familiari dei titolari delle piccole imprese, ai lavoratori agricoli non professionali, ai volontari degli Usi civici. Con uno degli emendamenti bocciati intendeva, inoltre, aggiungere gli stagisti e con l’ultimo avrebbe voluto prevedere il diritto al contributo al di là della residenza. Col no all’articolo uno è decaduto anche il secondo sulle disposizione finanziarie e quindi il ddl è stato respinto.

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