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10/01/2023 - In aula o in commissione

Ospedale di Cavalese a Masi solo col consenso del territorio

Fugatti: già avviato il confronto con gli amministratori. Cavada propone l'ipotesi Milon/Porina

Ospedale di Cavalese a Masi solo col consenso del territorio

Ospedale di Cavalese a Masi solo col consenso del territorio

​Lunga discussione in Consiglio sul nuovo ospedale di Cavalese nella seduta straordinaria chiesta dalla minoranza. Il presidente della Giunta ha ribadito che la soluzione della finanza di progetto per Masi non verrà realizzata, nonostante la dichiarazione di interesse pubblico, se non sarà condivisa dai territori. Di fronte al no delle amministrazioni locali, si tornerà al progetto di ristrutturazione dell’ospedale esistente. Nel corso del dibattito sono state discusse e votate sei risoluzioni. Tra le quattro approvate quella di Cavada (Lega) che impegna la Giunta a valutare una terza ipotesi: la costruzione di un ospedale nuovo in località Milon/Porina. No invece a quella di Zanella che chiedeva l’istituzione di una commissione d’inchiesta.

Il presidente Fugatti nella sua comunicazione ha detto che il contratto di Partenariato pubblico privato (Ppp) è una forma giuridica ormai consolidata e che è incentivata anche dal Codice dei contratti. Il finanziamento per Cavalese è attuato con la formula del leasing a cui si aggiunge un contratto per la gestione dei servizi che comunque sono già oggi esternalizzati. La valutazione dei costi è stata positiva e in linea sono quelli della gestione e anche dal punto di vista ambientale c’è stato l’ok da pare del Navid. La Giunta ha dichiarato il pubblico interesse e ha approvato la proposta fatto salvo il rispetto di tutti gli strumenti urbanistici e di tutela ambientale. La dichiarazione di interesse pubblico, ha aggiunto Fugatti, va intesa come una valutazione in progress. Non sono state quindi spese nella dichiarazione tutte le valutazioni sul progetto. Fugatti ha comunque ribadito che sarà decisivo il parere dei territori su dove collocare il nuovo ospedale. E ha ricordato che ieri tra Pat e comuni si è tenuto un incontro a Cavalese che ha portato a condividere il percorso. Il 30 gennaio ci sarà un confronto con i consiglieri comunali al quale seguiranno incontri pubblici aperti alle comunità. Si discuteranno i pro e i contro alla presenza della Giunta e dei tecnici della Pat e dell’Apss. Al termine del confronto seguirà il processo del Piano territoriale di comunità. Resta inteso che la Giunta non darà seguito al progetto se non ci sarà la condivisione delle comunità. In tal caso di ristrutturerà l’attuale ospedale. Nel progetto di partenariato non c’è l’attuale dell’ospedale e quello che potrebbe essere un limite, permetterà invece l’autonomia di scelta della Pat.

Sulla parte finanziaria, ha ricordato Fugatti, in bilancio ci sono 38 milioni in conto capitale e 6 milioni annui valgono sia per nuovo ospedale che per la ristrutturazione dell’esistente. In bilancio, quindi, ci sono entrambi le ipotesi: i 38 milioni per ristrutturazione e i 6 milioni all’anno per il Ppp. Capitoli che, ha detto in sintesi il presidente, in base alle scelte che verranno fatte, saranno interscambiabili.

Rossi: Fugatti non ha detto nulla su quello che è accaduto prima della presentazione del Ppp

Rossi si è complimentato con Fugatti per la sua relazione che ha definito di trasparenza assoluta. Le carte, ha aggiunto, corrispondono esattamente alla data marzo 2021 quanto è stato presentato il progetto di finanza per il nuovo ospedale. Ma, ha aggiunto, il presidente non ha detto ciò che è accaduto prima: dirigenti della Pat che si sarebbero recati a Cavalese a acquisire informazioni, delle e mail, delle richieste di vendita di terreni, di amministratori locali tenuti all’oscuro di tutto. Rossi ha detto di non essere interessato a ciò che ci potrebbe essere dietro ma ha chiesto a Fugatti perché di fronte alla Giunta precedente che aveva presentato un progetto e messo i soldi per l’ospedale non è andato dai sindaci a dire: guardate che forse ci può essere un’altra possibilità. L’ex presidente ha detto di non aver mai fatto politica con i sospetti, ma resta il perché non è stato detto subito che c’era la possibilità di fare un Ppp per un’opera importante come un ospedale. Nelle linee guida per il partenariato, ha aggiunto, c’è scritto che la Pat deve definire dove si pensa e si ritiene utile fare un progetto di finanza. Per questo ora è tardi per dire: decidano i territori.

Zanella: si sta solo perdendo tempo

Anche per Paolo Zanella (Futura) la relazione di Fugatti non ha risposto a molte domande precise che sono già state presentate in Quarta commissione. Ma, ha continuato Zanella, questa vicenda ha comunque fatto perdere tempo per il progetto di ristrutturazione che si sarebbe già potuto appaltare. Si è perso tempo per un progetto che non offrirebbe nulla in più rispetto al vecchio centro ospedaliero di Cavalese. Anche il fatto che la ristrutturazione a ospedale funzionante sarebbe complicata non tiene come dimostra la storia del Santa Chiara. Nel conto, infine, va messo il consumo di suolo; di un terreno agricolo di pregio vicino a vivaio importante. La proposta, ha detto ancora Zanella, è arrivata nel marzo 2021, dopo che se ne parlava riservatamente da un anno, nel corso del quale un’impresa privata ha dato mandato all’ex Scario di sondare la vendita di terreni proprio per realizzare l’ospedale che non si sarebbe potuto fare in finanza di progetto in base alla legge sugli appalti allora vigente e che due mesi dopo la presentazione del Ppp venne cambiata inserendo una norma nella legge sulle centraline.

Zeni: ci sono ancora opacità da chiarire

Luca Zeni (Pd) si è soffermato sull’iter che, ha detto, è caratterizzato da opacità da chiarire. In una risposta a un interrogazione del settembre 2020 la Giunta rispondeva che non c’erano ipotesi di modifica del progetto per costruire il nuovo ospedale in adiacenza a quello esistente e si diceva che non c’erano proposte di partenariato. Ma già nel gennaio 2020 Fugatti si stava invece interessando del Ppp. Poi nel marzo 2020 girava la bozza di progetto anche se la Pat negava l’ipotesi. Nell’estate del 2020 lo Scario ha contattato i proprietari di terreni. Rimane aperta la questione urbanistica perché la legge prevede che la pianificazione è in capo al pubblico e non può essere assegnata ai privati. La delibera di interesse pubblico, da quanto ha detto il presidente, è una valutazione in progress. Ma, ha aggiunto Zeni, non è così perché nella delibera si dice che si deve accantonare il vecchio ospedale e si deve andare avanti con il progetto di Masi. Infine, Zeni ha sottolineato la questione dell’approccio: un ospedale, ha aggiunto, è un tassello di un sistema e spetta alla Giunta decidere e non si può quindi scaricare la responsabilità sugli enti lcoali. Il risultato è stato quello di aver creato tensioni, imbarazzo e di aver fatto perdere tempo. L’invito del Pd, quindi, è quello di fermarsi e tornare sul vecchio progetto.

Coppola: un’inutile spreco di terriorrio

Lucia Coppola (Europa Verde) ha affermato che finalmente si è portata la discussione di una questione tanto importante nella sede opportuna. L’esponente verde si è soffermata sulla necessità di risparmiare suolo e quindi, ha aggiunto, meraviglia che si scelgano soluzioni che l’ente pubblico dovrebbe vagliare con attenzione anche di fronte a possibili rischi idrogeologici. Non solo, ma il progetto di Masi è stato messo in dubbio dagli amministratori locali anche per il possibile impatto sul territorio. Fare un passo indietro di fronte a quanto è emerso non è certo disonorevole, anzi può fare solo onore agli amministratori che hanno il coraggio di tornare indietro. Cambiare idea di fronte ai costi, al sacrificio di territorio pregiato, alla posizione poco idonea, perché in ombra, per un ospedale.

Demagri: è stata negata l’informazione. La Giunta torni indietro

Paola Demagri (Casa autonomia) ha detto che la Giunta deve prendersi la responsabilità di aver diviso le comunità sull’ospedale senza un coinvolgimento dei cittadini. E c’è quella di passare la palla ai territori quando la prima responsabilità è quella della Giunta. Comunque, ad oggi non si è capito perché la Giunta ha puntato su Masi. Demagri si è poi soffermata sul metodo che ha visto e vede negata la giusta informazione al punto che gli amministratori vengono coinvolti solo ora e grazie all’incalzare dell’opposizione. Anche l’iter finanziario è confuso con un andare e venire di cifre senza una logica precisa. Dire poi ai sanitari che riqualificare un ospedale è difficile è, per la consigliera, una baggianata contraddetta dall’esperienza. In ultima, Demagri, ha sottolineato l’incompletezza delle informazioni sulle funzioni che si vuole assegnare all’ospedale di Cavalese. Un passaggio che sarebbe importante anche per capire gli obiettivi della riforma sanitaria. L’esponente di Casa autonomia ha chiesto, in conclusione, un ripensamento e il ritorno sul progetto di ricostruzione sul sedime attuale.

De Godenz: i territori chiedono di capire e di poter valutare

Pietro De Godenz (UpT) ha chiesto e si è chiesto perché non ci sia la volontà di spiegare e di ascoltare il territorio. De Godenz ha detto di essere stato favorevole alla soluzione sulla sede attuale, ma dopo il Covid e ascoltata l’opinione dei primari è emersa la necessità di chiarire. Richiesta avanzata anche dagli amministratori locale. L’ospedale di Cavalese è diventato un terreno di campagna elettorale, ma di cosa ne pensa il territorio poco importa, mentre i sindaci hanno chiesto di capire, con i dati in mano se sia meglio la ristrutturazione o il nuovo. De Godenz ha detto che la sua risoluzione, nella quale si chiede di ascoltare, valutare e capire, è stata firmata, tra la minoranza, solo da Ossanna del Patt.

Ossanna: coinvolgere i cittadini e gli amministratori

Lorenzo Ossanna (Patt) ha anche lui posto l’accento sulla necessità di trovare un modo per estendere le conoscenze e di coinvolgere amministratori e cittadini. Questi, per l’esponente Patt, sono i passi necessari anche perché i tempi sono cambiati e quindi si devono mettere sul tavolo tutte le opportunità e poi decidere senza lasciare spazio a speculazioni politico.

Job: valutare la crescita dei prezzi

Ivano Job (Coraggio Italia) ha anche lui chiesto di coinvolgere la popolazione e una valutazione sul costo di una nuova costruzione vista la crescita impetuosa dei prezzi. Quindi, per Job si dovrebbe seguire la scelta della Giunta, valutando anche la proposta della risoluzione Cavada dell’alternativa della località Milon/Porina.

Dalzocchio: l’opposizione vuole instillare il dubbio

Mara Dalzocchio capogruppo della Lega ha detto che la fretta è una brutta consigliera. La fretta che ha animato l’opposizione che ha l’obiettivo di instillare dubbi tra cittadini. Per fortuna il presidente ha continuato a pensare alle migliori risposte per il Trentino valutando diverse possibilità. E la soluzione migliore non è quella preferita da un comune o una categoria, ma è quella indicata dal territorio. In questo caso di tutto il Trentino perché l’ospedale interessa le valli dell’Avisio, ma anche i turisti. Si dovrà, quindi, convergere su una soluzione che potrà garantire i servizi ai cittadini e utile per la sanità trentina, in linea con la riforma sanitaria. La valutazione è doverosa per avere una visione completa delle esigenze della popolazione.

Guglielmi: la Val di Fassa vuole una struttura nuova in fondovalle

Luca Guglielmi (Lista Fassa) ha ricordato che la val di Fassa chiede una struttura nuova e più vicina alla viabilità principale. Per Guglielmi l’opposizione fa solo speculazione e ha ricordato che Fassa ha sempre difeso l’ospedale di Cavalese e ha detto di essere rattristato dal fatto che non si sta ragionando di appartamenti, ma della vita sanitaria di tre valli. Inolre, l’esponente fassano, ha attaccato la mozione di Casa autonomia che, chiedendo il ripristino del progetto precedente, finisce per scartare la possibilità di avviare un confronto sul territori ai quali spetterà la scelta definitiva.

Dalpalù: Masi è una zona in ombra e geologicamente pericolosa

Bruna Dalpalù (FdI) ha ricostruito la storia dell’ospedale partendo dagli anni 50 quando venne costruito dalla Magnifica comunità e poi nell’80 ceduto alla Pat. Ha poi rammentato che nei primi anni 2000 c’è stata una ristrutturazione interrotta nel 2005. Nel 2010 venne rivisto il progetto di perché la Giunta di allora decise di ricostruire l’ospedale. Nel 2012 i costi sostenuti per la progettazione era di 300 mila euro che se si scegliesse Masi verrebbero buttati via, inoltre si perderebbe l’occasione di recuperare una struttura ben collocata. Mentre a Masi si costruirebbe con cifre enormi un ospedale in una zona in ombra, mal servita, fredda e idrogeologicamente pericolosa. Inoltre, se si scegliesse Masi cosa si farebbe del vecchio ospedale? L’esponente di FdI ha detto inoltre che i cittadini non possono aspettare ancora e ha concluso affermando che il suo partito è sempre stato a favore della ricostruzione sul sedime dell’ospedale attuale.

Degasperi: nessuna speculazione politica e la Giunta che non dà informazioni

Filippo Degasperi (Onda) ha detto che nessuno specula politicamente, invece c’è stata una mancanza totale di informazioni e risposte; non sono stati concessi gli accesi agli atti e la stessa relazione del presidente non è stata distribuita. Eppure, ha aggiunto Degasperi, Fugatti ora parla di partecipazione dei cittadini. Il ruolo della Pat è stato fin qui, ha aggiunto, il ruolo di sensale. Basti pensare che l’ex Scario ha detto che nel 2019 dirigenti Pat gli chiesero di sondare la disponibilità alla vendita dei terreni a Masi. Sul piano finanziario l’esponente di Onda ha ricordato che si è da poco votato un bilancio nel quale non è previsto un euro per la finanza di progetto, mentre ora Fugatti dice che si può cambiare e scambiare le etichette dei capitoli di spesa. Cifre che si spostano da una parte all’altra, a fisarmonica, come gli ospedali. A questo punto ha detto ironicamente si potrebbe collocare a Pinè come risarcimento. Inoltre, ha aggiunto Degasperi, un’esperienza di finanza di progetto l’abbiamo già avuta: il nuovo ospedale di Trento.

Fugatti: la popolazione avrà le informazioni per decidere

Nella replica il presidente ha ricordato che tutto quello che è accaduto prima del marzo 21 non riguarda la Pat ma un privato e ha ricordato che i Ppp presentati al Navip sono circa 20 e ha aggiunto che è giusto che il pubblico faccia conoscere il proprio interesse ai privati. La modifica della legge sugli appalti, ha detto ancora, è stata fatta adeguarla a quella nazionale, e a Zeni ha risposto che le norme urbanistiche consentono adeguamenti alle richieste del momento storico. Comunque, le decisioni urbanistiche spettano a comuni e Comunità. A Rossi ha detto che se il presidente si fosse mosso per un progetto privato sarebbe finito al centro di una polemica furiosa, al netto che c’ erano stati tre incontri con i sindaci prima dell’espressione dell’interesse pubblico. Infine, Fugatti, ha detto che l’ospedale è atteso da 20 anni mentre la sua Giunta ha quattro anni di vita e ora viene data la possibilità ai territori di fare una scelta. Infine, a Demagri ha ricordato che la popolazione avrà le informazioni necessarie per fare la scelta migliore. A Degasperi ha ribattuto che il tema dei soldi è semplice: i soldi ci sono e ci sono sempre stati per una e per l’altra opzione.

Le risoluzioni

Rossato (FdI): continuare l’approfondimento in Quarta commissione

Sei le risoluzioni presentate. La prima quella di Katia Rossato (FdI), approvata con 21 sì, 10 astenuti, un non partecipante al voto, con la quale si chiede di continuare i lavori della Quarta commissione con l’obiettivo di proseguire gli opportuni approfondimenti e di dirimere le questioni emerse nella seduta del primo dicembre; a mettere a disposizione di tutti i consiglieri gli esiti di tale lavoro che potrà esprimersi anche in una relazione conclusiva. Parere favorevole della Giunta, mentre Zanella, criticando la risoluzione, ha detto che sarebbe stata necessaria una commissione di inchiesta della durata di due mesi. Rossi ha ribadito che Fugatti non è stato trasparente su quanto accaduto prima della presentazione del Ppp, così come non lo è stato con Pinè e ora spera nel risarcimento del Coni. Filippo Degasperi ha detto che Fugatti si è autosmentito più volte a partire dal fatto che, da quanto dichiarato alla stampa, la ristrutturazione dell’ospedale si dovrebbe fare a debito mentre col Ppp i soldi ce li metterebbe la banca. Al tempo stesso, ha continuato l’esponente di Onda, ha affermato che i soldi sono in bilancio. Zeni ha affermato che il presidente ha mostrato superficialità nell’affrontare una questione di grandissima importanza come un ospedale. Tema, che è stato invece approcciato con progetti fatti girare, con dirigenti Pat che si muovevano riservatamente. E ha ribadito che la delibera di interesse pubblico della Giunta contiene una decisione netta: l’ospedale si fa a Masi. Rivolgendosi al gruppo di FdI l’esponente dem ha detto che l’atteggiamento è quello di “lotta e di governo” perché la risoluzione è molto diversa dalla richiesta di una commissione di inchiesta. Paola Demagri ha ricordato che la Quarta commissione ha pienamente la possibilità di intervenire su una questione di questo genere. Gianluca Cavada (Lega) ha detto che va fatta chiarezza ma senza interrompere l’iter del progetto. Cia ha ricordato che solo il Parlamento può istituire una commissione di inchiesta con poteri giudiziari. Inoltre, una commissione di indagine, sul modello di quella di Vaia e quella di infanzia, richiederebbe almeno un anno e si trasformerebbe in uno strumento di speculazione elettorale.

Demagri (Casa autonomia): scegliere la ristrutturazione. Bocciata

Bocciata con 16 no, 12 sì e due non partecipanti al voto e due astenuti, la risoluzione Demagri con la quale chiedeva alla Giunta di fermarsi e riconsiderare il progetto che prevede la riqualificazione dell’ospedale attuale con l’eventuale revisioni di alcuni percorsi in base alle esigenze post – Covid. E, infine, di riconsiderare la somma stanziata in seguito all’incremento dei prezzi. Alessio Manica (Pd) ha affermato che i più grossi “scippati” sono stati gli amministratori locali perché la Giunta non ha deciso nulla e il ruolo dell’urbanista l’h​a fatto un’azienda privata. Mentre la pianificazione deve essere nelle mani degli amministratori che sono eletti dai cittadini. E ha ribadito che la proposta di Ppp oggi non è ammissibile in base alla legge urbanistica. Per l’esponente Pd non è giustificabile che sia stato cancellato il 19 marzo 2021 un comma ostativo della legge degli appalti, cioè due giorni dopo la presentazione del Ppp per l’ospedale. Inoltre, Manica ha ricordato che la partecipazione va regolamentata e va accompagnata da un percorso conoscitivo. Mentre Rossi, ha ricordato la vicenda del trampolino del salto in Val di Sole, programmato dalla Giunta precedente, poi cancellato e ora rimesso in bilancio. Guglielmi ha sottolineato la contraddizione tra la risoluzione Demagri e quella, sempre della minoranza, che chiede la commissione di inchiesta. E ha aggiunto che la trasparenza non è mai mancata.

Cavada: prevediamo anche la soluzione in località Milon/Porina

Sì con 17 voi positivi, 11 no e tre astenuti, alla risoluzione Cavada (Lega) con quale si impegna la Giunta a valutare tutte le possibili soluzioni per l’ospedale di Fiemme tra le quali anche quella della costruzione ex novo in località Milon/Porina qualora pervenisse la richiesta dai territori nel corso del processo partecipativo. Per l’esponente della Lega la ristrutturazione dell’ospedale sarebbe difficoltosa , mentre la soluzione del nuovo permetterebbe di andare in contro alla richiesta di maggiori spazi. Soprattutto se si scegliesse l’area Milon/Porina più sicura anche dal punto di vista idrogeologico. Alessandro Olivi (Pd) ha fatto presente che l’ipotesi Milon/Porina non è agli atti e apre una nuova questione e ha aggiunto che non convince il ruolo di notaio della Giunta. Una posizione che fa venir meno il ruolo della Pat che è quello di orientare dopo aver ascoltato. Anche Degasperi ha affermato che quella contenuta nella risoluzione rappresenta una terza ipotesi che allungherà ancora i tempi. Una proposta dirompente anche perché Cavada, ha continuato l’esponente di Onda, ha ricordato una serie di motivi per i quali la soluzione ormai scelta è quella di scartare la sede attuale. Rossi ha posto in dubbio, invece, l’accessibilità giuridica dell’eventuale spostamento del Ppp da Masi alla zona Milon/Porina. Zanella ha affermato che la risoluzione Cavada fa capire che la Giunta ha deciso di fare comunque, magari in un altro luogo, un ospedale nuovo. Cia (FdI), dichiarando l’astensione, ha ricordato che in dicembre si è votato un odg De Godenz nel bilancio 2019 con il quale si chiedeva di realizzare l’ospedale sull’attuale sede. E questo avveniva mentre qualcuno girava a Masi a comprare terreni. Inoltre, il capogruppo FdI ha ricordato che altre ipotesi sono girate e ha chiesto se per l’ipotesi Milon/Porina sono stati coinvolti i comuni. De Godenz ha detto che era convinto sulla soluzione della ristrutturazione, ma dopo il Covid e di fronte alla proposta Mak la scelta è stata quella di fermarsi per valutare come chiedono gli amministratori di Fiemme, mentre quelli di Fassa hanno già optato per un ospedale di fondovalle. Job ha detto che è giusto poter valutare qualsiasi ipotesi.

De Godenz (UpT): coinvolgere i territori per valutare le due ipotesi

Approvata con 19 sì, 8 astenuti e 3 non partecipanti al voto, anche la risoluzione De Godenz che impegna la Giunta a coinvolgere i territori interessati attraverso un percorso allargato alle valli di Fiemme e Fassa e Cembra; a organizzare eventi aperti al pubblico nelle valle dell’Avisio per far conoscere i percorsi progettuali; ad approfondire negli incontri con la Giunta, i tecnici e l’Apss, i pro e i contro della ristrutturazione e della costruzione di un nuovo ospedale comparando costi e tempi di attuazione. Infine, a mantenere in bilancio le risorse necessarie sia per la ristrutturazione che per il nuovo. Alessandro Savoi (Lega) ha detto che la Giunta non ha votato per farlo ai Masi, ma ha dato ai territori la possibilità di decidere. Quindi, quella della minoranza è solo una strumentalizzazione politica. Zanella ha dichiarato la sua non partecipazione al voto. Mentre Zeni ha ricordato che c’era un progetto approvato anche dalla Giunta Fugatti e quindi si sarebbe dovuto dire alla proposta Mak: no grazie. La Giunta inoltre ha dato un anno di tempo al Navip per far stare in piedi il progetto di Masi sul quale è già stata presa una decisione. Cia ha dichiarato il voto positivo del Gruppo con un rammarico perché la partecipazione si sarebbe dovuta fare prima dell’espressione dell’interesse pubblico. Rossi ha sottolineato il fatto che l’interesse pubblico è già stato dichiarato dalla Giunta e ha anche lui affermato che il dibattito andava fatto prima. Degasperi ha aggiunto che la partecipazione ormai è tardiva e servirà a giustificare una scelta già fatta dalla Giunta. Voto di astensione anche da parte di Paola Demagri.

Avviare un percorso informativo e partecipativo: sì alla risoluzione di Ossanna

Approvato il documento 189 del consigliere Lorenzo Ossanna, impegna la Giunta ad informare il territorio sull’argomento, ovvero a predisporre, in accordo con i territori e con gli strumenti più adeguati, incontri in grado di fare chiarezza su caratteristiche, costi, criticità e benefici dei progetti in campo per l’ospedale delle valli dell’Avisio, approntando un percorso partecipativo che consenta di potersi esprimere sulla soluzione migliore e subordinando a quest’ultimo qualsiasi scelta politica.

Degasperi (Onda): bene che ci sia l’intenzione, condivisibile, di informare, ma se i documenti sono coperti dalla clausola di riservatezza, cosa pensate di raccontare?

Dallapiccola (Casa Autonomia): si riconosce anche su questa questione lo stile instaurato fin dall’inizio, ovvero la politica del Juke box, come pet il caso dell’Ice Rink di Pinè oppure per quello dello smaltimento dei rifiuti, tutte questioni delicate, complicate e spinose.

Rossi (Misto): sono colpito dall’ultimo punto della risoluzione che subordina le scelte ai percorsi partecipativi e fornisce l’aggancio per superare il dubbio di inutilità del confronto. Rossi ha mostrato la disponibilità a votare il documento con una variazione, che introduca l’esclusiva responsabilità e legittimità della Giunta di prendere una decisione, “neutralizzando” il processo partecipativo.

Dalpalù (Fratelli d’Italia): ha ribadito la posizione già espressa sull’argomento.

Dalzocchio (Lega nord): voteremo la risoluzione perché va nella corretta direzione di ascolto e confronto con il territorio ed è giusto che i cittadini sappiano che le minoranze cercano in tutti i modi di contrastare le richieste di partecipazione alla scelta da parte dei cittadini.

Ossanna (Patt): la politica deve avere di per sé un ruolo di serietà, coraggio e trasparenza, non ritengo serva modificare il punto IV della risoluzione come chiesto dal consigliere Rossi.

Così la votazione: 7 astenuti, 3 non partecipanti al voto e 20 favorevoli.

No alla Commissione d’indagine proposta da Zanella

Negativo il giudizio sull’ultimo testo, firmato dal consigliere Paolo Zanella (Futura), che poneva il cuore della questione, impegnando il Consiglio all’istituzione di una Commissione d’indagine che, nell’arco di due mesi, potesse verificare i passaggi relativi alla proposta di partenariato pubblico-privato per la realizzazione di un nuovo ospedale ai Masi di Cavalese, chiarendo anche quanto avvenuto antecedentemente al deposito della proposta progettuale ed emerso da diverse testimonianze, per restituire ai cittadini un quadro completo e trasparente sulla vicenda.

Rossi: penso che quanto si chiede non sia una vera commissione d’indagine con poteri giudiziari, ma di poter procedere con il lavoro della IV Commissione: auspico e sono pure convinto che tutto sia regolare e lo dico pur avendo subito in quest’aula accuse di avere coltivato interessi privati. Penso che la Commissione dovrebbe poter valutare se gli elementi partecipativi che a parole si vogliono mettere in campo siano idonei o meno a fare cambiare idea alla Giunta, a garanzia che l’anelito di chiarezza e condivisione possa essere utile.

Coppola (Verdi per l’Europa): mi trovo d’accordo con la risoluzione del collega Zanella perché l’impegno all’indagine non va interpretato con atteggiamento politico/inquisitorio, ma implica l’acquisizione approfondita delle informazioni utili a delineare il quadro e fare di conseguenza la scelta più corretta e condivisa possibile.

Rossato (Fratelli d’Italia): ho ascoltato interventi costruttivi e interventi inquisitori: capisco la necessità di approfondimento, ma condanno atteggiamenti accusatori. Bene le proposte, ci stanno le critiche, ma non siamo in un’aula di tribunale come mi sembra di aver vissuto in occasione di alcune delle esternazioni in quest’aula: dunque no alla Commissione d’indagine, mentre ben venga l’approfondimento del tema presso la IV Commissione permanente.

Degodenz (Upt): concordo con Rossato, non serve accusare, serve piuttosto capire. Sbagliata la risoluzione di Zanella, le inchieste servono solo a spaccare la valle.

Ossana (Patt): contrario per le motivazioni espresse da chi mi ha preceduto: la IV Commissione ha lavorato e lavora bene, si prosegua l’operazione di approfondimento in quella sede.

Paccher (Lega nord): è uscito ben poco oggi pomeriggio, se non posizioni da campagna elettorale, per strumentalizzare i temi con finalità propagandistiche: voto assolutamente contrario alla proposta.

Cia (Fratelli d’Italia): non parteciperò al voto per non prestare il fianco a chi andrebbe sul territorio a dire che non ho voluto la Commissione d’inchiesta perché temo la verità dei fatti. Non voto a favore perché non voglio dare il messaggio che dubito della correttezza del Presidente e dell’operato della Giunta o che mi presto alla strumentalizzazione del tema in campagna elettorale. Ricordo che la IV Commissione è aperta a tutti e chiedo di creare le condizioni perché tutti possano partecipare.

Così il voto: 19 no, 9 sì, 2 non partecipanti al voto (Cia e Dalpalù).