Fugatti: già avviato il confronto con gli amministratori. Cavada propone l'ipotesi Milon/Porina
Ospedale di Cavalese a Masi solo col consenso del territorio
Lunga discussione in
Consiglio sul nuovo ospedale di Cavalese nella seduta straordinaria
chiesta dalla minoranza. Il presidente della Giunta ha ribadito che
la soluzione della finanza di progetto per Masi non verrà
realizzata, nonostante la dichiarazione di interesse pubblico, se non
sarà condivisa dai territori. Di fronte al no delle amministrazioni
locali, si tornerà al progetto di ristrutturazione dell’ospedale
esistente. Nel corso del dibattito sono state discusse e votate sei
risoluzioni. Tra le quattro approvate quella di Cavada (Lega) che
impegna la Giunta a valutare una terza ipotesi: la costruzione di un
ospedale nuovo in località Milon/Porina. No invece a quella di
Zanella che chiedeva l’istituzione di una commissione d’inchiesta.
Il presidente Fugatti nella
sua comunicazione ha detto che il contratto di Partenariato pubblico
privato (Ppp) è una forma giuridica ormai consolidata e che è
incentivata anche dal Codice dei contratti. Il finanziamento per
Cavalese è attuato con la formula del leasing a cui si aggiunge un
contratto per la gestione dei servizi che comunque sono già oggi
esternalizzati. La valutazione dei costi è stata positiva e in linea
sono quelli della gestione e anche dal punto di vista ambientale c’è
stato l’ok da pare del Navid. La Giunta ha dichiarato il pubblico
interesse e ha approvato la proposta fatto salvo il rispetto di
tutti gli strumenti urbanistici e di tutela ambientale. La
dichiarazione di interesse pubblico, ha aggiunto Fugatti, va intesa
come una valutazione in progress. Non sono state quindi spese nella
dichiarazione tutte le valutazioni sul progetto. Fugatti ha comunque
ribadito che sarà decisivo il parere dei territori su dove collocare
il nuovo ospedale. E ha ricordato che ieri tra Pat e comuni si è
tenuto un incontro a Cavalese che ha portato a condividere il
percorso. Il 30 gennaio ci sarà un confronto con i consiglieri
comunali al quale seguiranno incontri pubblici aperti alle comunità.
Si discuteranno i pro e i contro alla presenza della Giunta e dei
tecnici della Pat e dell’Apss. Al termine del confronto seguirà il
processo del Piano territoriale di comunità. Resta inteso che la
Giunta non darà seguito al progetto se non ci sarà la condivisione
delle comunità. In tal caso di ristrutturerà l’attuale ospedale.
Nel progetto di partenariato non c’è l’attuale dell’ospedale e
quello che potrebbe essere un limite, permetterà invece l’autonomia
di scelta della Pat.
Sulla parte finanziaria, ha
ricordato Fugatti, in bilancio ci sono 38 milioni in conto capitale e
6 milioni annui valgono sia per nuovo ospedale che per la
ristrutturazione dell’esistente. In bilancio, quindi, ci sono
entrambi le ipotesi: i 38 milioni per ristrutturazione e i 6 milioni
all’anno per il Ppp. Capitoli che, ha detto in sintesi il
presidente, in base alle scelte che verranno fatte, saranno
interscambiabili.
Rossi: Fugatti non ha detto
nulla su quello che è accaduto prima della presentazione del Ppp
Rossi si è complimentato con
Fugatti per la sua relazione che ha definito di trasparenza assoluta.
Le carte, ha aggiunto, corrispondono esattamente alla data marzo 2021
quanto è stato presentato il progetto di finanza per il nuovo
ospedale. Ma, ha aggiunto, il presidente non ha detto ciò che è
accaduto prima: dirigenti della Pat che si sarebbero recati a
Cavalese a acquisire informazioni, delle e mail, delle richieste di
vendita di terreni, di amministratori locali tenuti all’oscuro di
tutto. Rossi ha detto di non essere interessato a ciò che ci
potrebbe essere dietro ma ha chiesto a Fugatti perché di fronte alla
Giunta precedente che aveva presentato un progetto e messo i soldi
per l’ospedale non è andato dai sindaci a dire: guardate che forse
ci può essere un’altra possibilità. L’ex presidente ha detto di
non aver mai fatto politica con i sospetti, ma resta il perché non è
stato detto subito che c’era la possibilità di fare un Ppp per
un’opera importante come un ospedale. Nelle linee guida per il
partenariato, ha aggiunto, c’è scritto che la Pat deve definire
dove si pensa e si ritiene utile fare un progetto di finanza. Per
questo ora è tardi per dire: decidano i territori.
Zanella: si sta solo
perdendo tempo
Anche per Paolo Zanella
(Futura) la relazione di Fugatti non ha risposto a molte domande
precise che sono già state presentate in Quarta commissione. Ma, ha
continuato Zanella, questa vicenda ha comunque fatto perdere tempo
per il progetto di ristrutturazione che si sarebbe già potuto
appaltare. Si è perso tempo per un progetto che non offrirebbe nulla
in più rispetto al vecchio centro ospedaliero di Cavalese. Anche il
fatto che la ristrutturazione a ospedale funzionante sarebbe
complicata non tiene come dimostra la storia del Santa Chiara. Nel
conto, infine, va messo il consumo di suolo; di un terreno agricolo
di pregio vicino a vivaio importante. La proposta, ha detto ancora
Zanella, è arrivata nel marzo 2021, dopo che se ne parlava
riservatamente da un anno, nel corso del quale un’impresa privata
ha dato mandato all’ex Scario di sondare la vendita di terreni
proprio per realizzare l’ospedale che non si sarebbe potuto fare in
finanza di progetto in base alla legge sugli appalti allora vigente e
che due mesi dopo la presentazione del Ppp venne cambiata inserendo
una norma nella legge sulle centraline.
Zeni: ci sono ancora
opacità da chiarire
Luca Zeni (Pd) si è
soffermato sull’iter che, ha detto, è caratterizzato da opacità
da chiarire. In una risposta a un interrogazione del settembre 2020
la Giunta rispondeva che non c’erano ipotesi di modifica del
progetto per costruire il nuovo ospedale in adiacenza a quello
esistente e si diceva che non c’erano proposte di partenariato. Ma
già nel gennaio 2020 Fugatti si stava invece interessando del Ppp.
Poi nel marzo 2020 girava la bozza di progetto anche se la Pat negava
l’ipotesi. Nell’estate del 2020 lo Scario ha contattato i
proprietari di terreni. Rimane aperta la questione urbanistica perché
la legge prevede che la pianificazione è in capo al pubblico e non
può essere assegnata ai privati. La delibera di interesse pubblico,
da quanto ha detto il presidente, è una valutazione in progress.
Ma, ha aggiunto Zeni, non è così perché nella delibera si dice che
si deve accantonare il vecchio ospedale e si deve andare avanti con
il progetto di Masi. Infine, Zeni ha sottolineato la questione
dell’approccio: un ospedale, ha aggiunto, è un tassello di un
sistema e spetta alla Giunta decidere e non si può quindi scaricare
la responsabilità sugli enti lcoali. Il risultato è stato quello di
aver creato tensioni, imbarazzo e di aver fatto perdere tempo.
L’invito del Pd, quindi, è quello di fermarsi e tornare sul
vecchio progetto.
Coppola: un’inutile
spreco di terriorrio
Lucia Coppola (Europa Verde)
ha affermato che finalmente si è portata la discussione di una
questione tanto importante nella sede opportuna. L’esponente verde
si è soffermata sulla necessità di risparmiare suolo e quindi, ha
aggiunto, meraviglia che si scelgano soluzioni che l’ente pubblico
dovrebbe vagliare con attenzione anche di fronte a possibili rischi
idrogeologici. Non solo, ma il progetto di Masi è stato messo in
dubbio dagli amministratori locali anche per il possibile impatto sul
territorio. Fare un passo indietro di fronte a quanto è emerso non è
certo disonorevole, anzi può fare solo onore agli amministratori che
hanno il coraggio di tornare indietro. Cambiare idea di fronte ai
costi, al sacrificio di territorio pregiato, alla posizione poco
idonea, perché in ombra, per un ospedale.
Demagri: è stata negata
l’informazione. La Giunta torni indietro
Paola Demagri (Casa autonomia)
ha detto che la Giunta deve prendersi la responsabilità di aver
diviso le comunità sull’ospedale senza un coinvolgimento dei
cittadini. E c’è quella di passare la palla ai territori quando la
prima responsabilità è quella della Giunta. Comunque, ad oggi non
si è capito perché la Giunta ha puntato su Masi. Demagri si è poi
soffermata sul metodo che ha visto e vede negata la giusta
informazione al punto che gli amministratori vengono coinvolti solo
ora e grazie all’incalzare dell’opposizione. Anche l’iter
finanziario è confuso con un andare e venire di cifre senza una
logica precisa. Dire poi ai sanitari che riqualificare un ospedale è
difficile è, per la consigliera, una baggianata contraddetta
dall’esperienza. In ultima, Demagri, ha sottolineato
l’incompletezza delle informazioni sulle funzioni che si vuole
assegnare all’ospedale di Cavalese. Un passaggio che sarebbe
importante anche per capire gli obiettivi della riforma sanitaria.
L’esponente di Casa autonomia ha chiesto, in conclusione, un
ripensamento e il ritorno sul progetto di ricostruzione sul sedime
attuale.
De Godenz: i territori
chiedono di capire e di poter valutare
Pietro De Godenz (UpT) ha
chiesto e si è chiesto perché non ci sia la volontà di spiegare e
di ascoltare il territorio. De Godenz ha detto di essere stato
favorevole alla soluzione sulla sede attuale, ma dopo il Covid e
ascoltata l’opinione dei primari è emersa la necessità di
chiarire. Richiesta avanzata anche dagli amministratori locale.
L’ospedale di Cavalese è diventato un terreno di campagna
elettorale, ma di cosa ne pensa il territorio poco importa, mentre i
sindaci hanno chiesto di capire, con i dati in mano se sia meglio la
ristrutturazione o il nuovo. De Godenz ha detto che la sua
risoluzione, nella quale si chiede di ascoltare, valutare e capire,
è stata firmata, tra la minoranza, solo da Ossanna del Patt.
Ossanna: coinvolgere i
cittadini e gli amministratori
Lorenzo Ossanna (Patt) ha
anche lui posto l’accento sulla necessità di trovare un modo per
estendere le conoscenze e di coinvolgere amministratori e cittadini.
Questi, per l’esponente Patt, sono i passi necessari anche perché
i tempi sono cambiati e quindi si devono mettere sul tavolo tutte le
opportunità e poi decidere senza lasciare spazio a speculazioni
politico.
Job: valutare la crescita
dei prezzi
Ivano Job (Coraggio Italia) ha
anche lui chiesto di coinvolgere la popolazione e una valutazione sul
costo di una nuova costruzione vista la crescita impetuosa dei
prezzi. Quindi, per Job si dovrebbe seguire la scelta della Giunta,
valutando anche la proposta della risoluzione Cavada dell’alternativa
della località Milon/Porina.
Dalzocchio: l’opposizione
vuole instillare il dubbio
Mara Dalzocchio capogruppo
della Lega ha detto che la fretta è una brutta consigliera. La
fretta che ha animato l’opposizione che ha l’obiettivo di
instillare dubbi tra cittadini. Per fortuna il presidente ha
continuato a pensare alle migliori risposte per il Trentino valutando
diverse possibilità. E la soluzione migliore non è quella preferita
da un comune o una categoria, ma è quella indicata dal territorio.
In questo caso di tutto il Trentino perché l’ospedale interessa le
valli dell’Avisio, ma anche i turisti. Si dovrà, quindi,
convergere su una soluzione che potrà garantire i servizi ai
cittadini e utile per la sanità trentina, in linea con la riforma
sanitaria. La valutazione è doverosa per avere una visione completa
delle esigenze della popolazione.
Guglielmi: la Val di Fassa
vuole una struttura nuova in fondovalle
Luca Guglielmi (Lista Fassa)
ha ricordato che la val di Fassa chiede una struttura nuova e più
vicina alla viabilità principale. Per Guglielmi l’opposizione fa
solo speculazione e ha ricordato che Fassa ha sempre difeso
l’ospedale di Cavalese e ha detto di essere rattristato dal fatto
che non si sta ragionando di appartamenti, ma della vita sanitaria di
tre valli. Inolre, l’esponente fassano, ha attaccato la mozione di
Casa autonomia che, chiedendo il ripristino del progetto precedente,
finisce per scartare la possibilità di avviare un confronto sul
territori ai quali spetterà la scelta definitiva.
Dalpalù: Masi è una zona
in ombra e geologicamente pericolosa
Bruna Dalpalù (FdI) ha
ricostruito la storia dell’ospedale partendo dagli anni 50 quando
venne costruito dalla Magnifica comunità e poi nell’80 ceduto alla
Pat. Ha poi rammentato che nei primi anni 2000 c’è stata una
ristrutturazione interrotta nel 2005. Nel 2010 venne rivisto il
progetto di perché la Giunta di allora decise di ricostruire
l’ospedale. Nel 2012 i costi sostenuti per la progettazione era di
300 mila euro che se si scegliesse Masi verrebbero buttati via,
inoltre si perderebbe l’occasione di recuperare una struttura ben
collocata. Mentre a Masi si costruirebbe con cifre enormi un ospedale
in una zona in ombra, mal servita, fredda e idrogeologicamente
pericolosa. Inoltre, se si scegliesse Masi cosa si farebbe del
vecchio ospedale? L’esponente di FdI ha detto inoltre che i
cittadini non possono aspettare ancora e ha concluso affermando che
il suo partito è sempre stato a favore della ricostruzione sul
sedime dell’ospedale attuale.
Degasperi: nessuna
speculazione politica e la Giunta che non dà informazioni
Filippo Degasperi (Onda) ha
detto che nessuno specula politicamente, invece c’è stata una
mancanza totale di informazioni e risposte; non sono stati concessi
gli accesi agli atti e la stessa relazione del presidente non è
stata distribuita. Eppure, ha aggiunto Degasperi, Fugatti ora parla
di partecipazione dei cittadini. Il ruolo della Pat è stato fin qui,
ha aggiunto, il ruolo di sensale. Basti pensare che l’ex Scario ha
detto che nel 2019 dirigenti Pat gli chiesero di sondare la
disponibilità alla vendita dei terreni a Masi. Sul piano finanziario
l’esponente di Onda ha ricordato che si è da poco votato un
bilancio nel quale non è previsto un euro per la finanza di
progetto, mentre ora Fugatti dice che si può cambiare e scambiare le
etichette dei capitoli di spesa. Cifre che si spostano da una parte
all’altra, a fisarmonica, come gli ospedali. A questo punto ha
detto ironicamente si potrebbe collocare a Pinè come risarcimento.
Inoltre, ha aggiunto Degasperi, un’esperienza di finanza di
progetto l’abbiamo già avuta: il nuovo ospedale di Trento.
Fugatti: la popolazione
avrà le informazioni per decidere
Nella replica il presidente ha
ricordato che tutto quello che è accaduto prima del marzo 21 non
riguarda la Pat ma un privato e ha ricordato che i Ppp presentati al
Navip sono circa 20 e ha aggiunto che è giusto che il pubblico
faccia conoscere il proprio interesse ai privati. La modifica della
legge sugli appalti, ha detto ancora, è stata fatta adeguarla a
quella nazionale, e a Zeni ha risposto che le norme urbanistiche
consentono adeguamenti alle richieste del momento storico. Comunque,
le decisioni urbanistiche spettano a comuni e Comunità. A Rossi ha
detto che se il presidente si fosse mosso per un progetto privato
sarebbe finito al centro di una polemica furiosa, al netto che c’
erano stati tre incontri con i sindaci prima dell’espressione
dell’interesse pubblico. Infine, Fugatti, ha detto che l’ospedale
è atteso da 20 anni mentre la sua Giunta ha quattro anni di vita e
ora viene data la possibilità ai territori di fare una scelta.
Infine, a Demagri ha ricordato che la popolazione avrà le
informazioni necessarie per fare la scelta migliore. A Degasperi ha
ribattuto che il tema dei soldi è semplice: i soldi ci sono e ci
sono sempre stati per una e per l’altra opzione.
Le risoluzioni
Rossato (FdI): continuare
l’approfondimento in Quarta commissione
Sei le risoluzioni presentate.
La prima quella di Katia Rossato (FdI), approvata con 21 sì, 10
astenuti, un non partecipante al voto, con la quale si chiede di
continuare i lavori della Quarta commissione con l’obiettivo di
proseguire gli opportuni approfondimenti e di dirimere le questioni
emerse nella seduta del primo dicembre; a mettere a disposizione di
tutti i consiglieri gli esiti di tale lavoro che potrà esprimersi
anche in una relazione conclusiva. Parere favorevole della Giunta,
mentre Zanella, criticando la risoluzione, ha detto che sarebbe stata
necessaria una commissione di inchiesta della durata di due mesi.
Rossi ha ribadito che Fugatti non è stato trasparente su quanto
accaduto prima della presentazione del Ppp, così come non lo è
stato con Pinè e ora spera nel risarcimento del Coni. Filippo
Degasperi ha detto che Fugatti si è autosmentito più volte a
partire dal fatto che, da quanto dichiarato alla stampa, la
ristrutturazione dell’ospedale si dovrebbe fare a debito mentre col
Ppp i soldi ce li metterebbe la banca. Al tempo stesso, ha continuato
l’esponente di Onda, ha affermato che i soldi sono in bilancio.
Zeni ha affermato che il presidente ha mostrato superficialità
nell’affrontare una questione di grandissima importanza come un
ospedale. Tema, che è stato invece approcciato con progetti fatti
girare, con dirigenti Pat che si muovevano riservatamente. E ha
ribadito che la delibera di interesse pubblico della Giunta contiene
una decisione netta: l’ospedale si fa a Masi. Rivolgendosi al
gruppo di FdI l’esponente dem ha detto che l’atteggiamento è
quello di “lotta e di governo” perché la risoluzione è molto
diversa dalla richiesta di una commissione di inchiesta. Paola
Demagri ha ricordato che la Quarta commissione ha pienamente la
possibilità di intervenire su una questione di questo genere.
Gianluca Cavada (Lega) ha detto che va fatta chiarezza ma senza
interrompere l’iter del progetto. Cia ha ricordato che solo il
Parlamento può istituire una commissione di inchiesta con poteri
giudiziari. Inoltre, una commissione di indagine, sul modello di
quella di Vaia e quella di infanzia, richiederebbe almeno un anno e
si trasformerebbe in uno strumento di speculazione elettorale.
Demagri (Casa autonomia):
scegliere la ristrutturazione. Bocciata
Bocciata con 16 no, 12 sì e
due non partecipanti al voto e due astenuti, la risoluzione Demagri
con la quale chiedeva alla Giunta di fermarsi e riconsiderare il
progetto che prevede la riqualificazione dell’ospedale attuale con
l’eventuale revisioni di alcuni percorsi in base alle esigenze post
– Covid. E, infine, di riconsiderare la somma stanziata in seguito
all’incremento dei prezzi. Alessio Manica (Pd) ha affermato che i
più grossi “scippati” sono stati gli amministratori locali
perché la Giunta non ha deciso nulla e il ruolo dell’urbanista
l’ha fatto un’azienda privata. Mentre la pianificazione deve
essere nelle mani degli amministratori che sono eletti dai cittadini.
E ha ribadito che la proposta di Ppp oggi non è ammissibile in base
alla legge urbanistica. Per l’esponente Pd non è giustificabile
che sia stato cancellato il 19 marzo 2021 un comma ostativo della
legge degli appalti, cioè due giorni dopo la presentazione del Ppp
per l’ospedale. Inoltre, Manica ha ricordato che la partecipazione
va regolamentata e va accompagnata da un percorso conoscitivo. Mentre
Rossi, ha ricordato la vicenda del trampolino del salto in Val di
Sole, programmato dalla Giunta precedente, poi cancellato e ora
rimesso in bilancio. Guglielmi ha sottolineato la contraddizione tra
la risoluzione Demagri e quella, sempre della minoranza, che chiede
la commissione di inchiesta. E ha aggiunto che la trasparenza non è
mai mancata.
Cavada: prevediamo anche la
soluzione in località Milon/Porina
Sì con 17 voi positivi, 11 no
e tre astenuti, alla risoluzione Cavada (Lega) con quale si impegna
la Giunta a valutare tutte le possibili soluzioni per l’ospedale di
Fiemme tra le quali anche quella della costruzione ex novo in
località Milon/Porina qualora pervenisse la richiesta dai territori
nel corso del processo partecipativo. Per l’esponente della Lega la
ristrutturazione dell’ospedale sarebbe difficoltosa , mentre la
soluzione del nuovo permetterebbe di andare in contro alla richiesta
di maggiori spazi. Soprattutto se si scegliesse l’area Milon/Porina
più sicura anche dal punto di vista idrogeologico. Alessandro Olivi
(Pd) ha fatto presente che l’ipotesi Milon/Porina non è agli atti
e apre una nuova questione e ha aggiunto che non convince il ruolo di
notaio della Giunta. Una posizione che fa venir meno il ruolo della
Pat che è quello di orientare dopo aver ascoltato. Anche Degasperi
ha affermato che quella contenuta nella risoluzione rappresenta una
terza ipotesi che allungherà ancora i tempi. Una proposta dirompente
anche perché Cavada, ha continuato l’esponente di Onda, ha
ricordato una serie di motivi per i quali la soluzione ormai scelta è
quella di scartare la sede attuale. Rossi ha posto in dubbio, invece,
l’accessibilità giuridica dell’eventuale spostamento del Ppp da
Masi alla zona Milon/Porina. Zanella ha affermato che la risoluzione
Cavada fa capire che la Giunta ha deciso di fare comunque, magari in
un altro luogo, un ospedale nuovo. Cia (FdI), dichiarando
l’astensione, ha ricordato che in dicembre si è votato un odg De
Godenz nel bilancio 2019 con il quale si chiedeva di realizzare
l’ospedale sull’attuale sede. E questo avveniva mentre qualcuno
girava a Masi a comprare terreni. Inoltre, il capogruppo FdI ha
ricordato che altre ipotesi sono girate e ha chiesto se per l’ipotesi
Milon/Porina sono stati coinvolti i comuni. De Godenz ha detto che
era convinto sulla soluzione della ristrutturazione, ma dopo il Covid
e di fronte alla proposta Mak la scelta è stata quella di fermarsi
per valutare come chiedono gli amministratori di Fiemme, mentre
quelli di Fassa hanno già optato per un ospedale di fondovalle. Job
ha detto che è giusto poter valutare qualsiasi ipotesi.
De Godenz (UpT):
coinvolgere i territori per valutare le due ipotesi
Approvata con 19 sì, 8
astenuti e 3 non partecipanti al voto, anche la risoluzione De Godenz
che impegna la Giunta a coinvolgere i territori interessati
attraverso un percorso allargato alle valli di Fiemme e Fassa e
Cembra; a organizzare eventi aperti al pubblico nelle valle
dell’Avisio per far conoscere i percorsi progettuali; ad
approfondire negli incontri con la Giunta, i tecnici e l’Apss, i
pro e i contro della ristrutturazione e della costruzione di un nuovo
ospedale comparando costi e tempi di attuazione. Infine, a mantenere
in bilancio le risorse necessarie sia per la ristrutturazione che
per il nuovo. Alessandro Savoi (Lega) ha detto che la Giunta non ha
votato per farlo ai Masi, ma ha dato ai territori la possibilità di
decidere. Quindi, quella della minoranza è solo una
strumentalizzazione politica. Zanella ha dichiarato la sua non
partecipazione al voto. Mentre Zeni ha ricordato che c’era un
progetto approvato anche dalla Giunta Fugatti e quindi si sarebbe
dovuto dire alla proposta Mak: no grazie. La Giunta inoltre ha dato
un anno di tempo al Navip per far stare in piedi il progetto di Masi
sul quale è già stata presa una decisione. Cia ha dichiarato il
voto positivo del Gruppo con un rammarico perché la partecipazione
si sarebbe dovuta fare prima dell’espressione dell’interesse
pubblico. Rossi ha sottolineato il fatto che l’interesse pubblico è
già stato dichiarato dalla Giunta e ha anche lui affermato che il
dibattito andava fatto prima. Degasperi ha aggiunto che la
partecipazione ormai è tardiva e servirà a giustificare una scelta
già fatta dalla Giunta. Voto di astensione anche da parte di Paola
Demagri.
Avviare
un percorso informativo e partecipativo: sì alla risoluzione di
Ossanna
Approvato
il documento 189 del consigliere Lorenzo Ossanna, impegna la Giunta
ad informare il territorio sull’argomento, ovvero a predisporre, in
accordo con i territori e con gli strumenti più adeguati, incontri
in grado di fare chiarezza su caratteristiche, costi, criticità e
benefici dei progetti in campo per l’ospedale delle valli
dell’Avisio, approntando un percorso partecipativo che consenta di
potersi esprimere sulla soluzione migliore e subordinando a
quest’ultimo qualsiasi scelta politica.
Degasperi
(Onda): bene che ci sia l’intenzione, condivisibile, di informare,
ma se i documenti sono coperti dalla clausola di riservatezza, cosa
pensate di raccontare?
Dallapiccola
(Casa Autonomia): si riconosce anche su questa questione lo
stile instaurato fin dall’inizio, ovvero la politica del Juke box,
come pet il caso dell’Ice Rink di Pinè oppure per quello dello smaltimento
dei rifiuti, tutte questioni delicate, complicate e spinose.
Rossi
(Misto): sono colpito dall’ultimo punto della risoluzione che
subordina le scelte ai percorsi partecipativi e fornisce l’aggancio
per superare il dubbio di inutilità del confronto. Rossi ha mostrato la disponibilità a votare il documento con una variazione, che introduca
l’esclusiva responsabilità e legittimità della Giunta di prendere
una decisione, “neutralizzando” il processo partecipativo.
Dalpalù
(Fratelli d’Italia): ha ribadito la posizione già espressa
sull’argomento.
Dalzocchio (Lega nord): voteremo la risoluzione
perché va nella corretta direzione di ascolto e confronto con il
territorio ed è giusto che i cittadini sappiano che le minoranze
cercano in tutti i modi di contrastare le richieste di partecipazione
alla scelta da parte dei cittadini.
Ossanna
(Patt): la politica deve avere di per sé un ruolo di serietà,
coraggio e trasparenza, non ritengo serva modificare il punto IV
della risoluzione come chiesto dal consigliere Rossi.
Così la votazione: 7 astenuti, 3 non partecipanti al voto e 20 favorevoli.
No
alla Commissione d’indagine proposta da Zanella
Negativo
il giudizio sull’ultimo testo, firmato dal consigliere Paolo
Zanella (Futura), che poneva il cuore della questione, impegnando il
Consiglio all’istituzione di una Commissione d’indagine che,
nell’arco di due mesi, potesse verificare i passaggi relativi alla
proposta di partenariato pubblico-privato per la realizzazione di un
nuovo ospedale ai Masi di Cavalese, chiarendo anche quanto avvenuto
antecedentemente al deposito della proposta progettuale ed emerso da
diverse testimonianze, per restituire ai cittadini un quadro completo
e trasparente sulla vicenda.
Rossi:
penso che quanto si chiede non sia una vera commissione d’indagine
con poteri giudiziari, ma di poter procedere con il lavoro della IV
Commissione: auspico e sono pure convinto che tutto sia regolare e lo
dico pur avendo subito in quest’aula accuse di avere coltivato
interessi privati. Penso che la Commissione dovrebbe poter valutare
se gli elementi partecipativi che a parole si vogliono mettere in
campo siano idonei o meno a fare cambiare idea alla Giunta, a garanzia
che l’anelito di chiarezza e condivisione possa essere utile.
Coppola
(Verdi per l’Europa): mi trovo d’accordo con la risoluzione del
collega Zanella perché l’impegno all’indagine non va
interpretato con atteggiamento politico/inquisitorio, ma implica
l’acquisizione approfondita delle informazioni utili a delineare il
quadro e fare di conseguenza la scelta più corretta e condivisa
possibile.
Rossato
(Fratelli d’Italia): ho ascoltato interventi costruttivi e
interventi inquisitori: capisco la necessità di approfondimento, ma
condanno atteggiamenti accusatori. Bene le proposte, ci stanno le
critiche, ma non siamo in un’aula di tribunale come mi sembra di
aver vissuto in occasione di alcune delle esternazioni in quest’aula: dunque no
alla Commissione d’indagine, mentre ben venga l’approfondimento
del tema presso la IV Commissione permanente.
Degodenz
(Upt): concordo con Rossato, non serve accusare, serve piuttosto
capire. Sbagliata la risoluzione di Zanella, le inchieste servono
solo a spaccare la valle.
Ossana
(Patt): contrario per le motivazioni espresse da chi mi ha preceduto: la IV Commissione ha lavorato e lavora bene, si prosegua l’operazione
di approfondimento in quella sede.
Paccher
(Lega nord): è uscito ben poco oggi pomeriggio, se non posizioni da
campagna elettorale, per strumentalizzare i temi con finalità
propagandistiche: voto assolutamente contrario alla proposta.
Cia
(Fratelli d’Italia): non parteciperò al voto per non prestare il
fianco a chi andrebbe sul territorio a dire che non ho voluto la
Commissione d’inchiesta perché temo la verità dei fatti. Non voto
a favore perché non voglio dare il messaggio che dubito della
correttezza del Presidente e dell’operato della Giunta o che mi
presto alla strumentalizzazione del tema in campagna elettorale.
Ricordo che la IV Commissione è aperta a tutti e chiedo di creare le
condizioni perché tutti possano partecipare.
Così
il voto: 19 no, 9 sì, 2 non partecipanti al voto (Cia e Dalpalù).