In Quarta Commissione
Le audizioni sul nuovo progetto di ospedale da localizzare nella zona di Masi di Cavalese
Sentito per primo il presidente Fugatti: ora - dichiara - decideranno i territori

Dopo
essersi espressa sui nuovi criteri proposti dalla Giunta per
finanziare l’Ice Rink olimpico a Baselga di Pinè, la IV
Commissione presieduta da Claudio Cia (FdI) ha effettuato le
consultazioni chieste dai consiglieri Demagri, Zanella e Zeni per
acquisire informazioni più precise e approfondite rispetto a quelle
riportate dalla stampa sul
nuovo
progetto
di
ospedale
a
Masi di
Cavalese. Per
questo ha incontrato prima il presidente della Giunta provinciale
Maurizio Fugatti e poi, nell’ordine , il Sindaco di
Cavalese
e i presidenti della Comunità
della Val di Fiemme, della
Comunità
della Valle di Cembra, del
Comun
general de Fascia e
lo Scario della Magnifica
comunità di Fiemme.
Al
riguardo lunedì scorso, dopo il parere
positivo espresso
sul nuovo progetto di ospedale dal Navip,
il Nucleo di analisi e valutazione degli investimenti pubblici della
Provincia, la Giunta Fugatti ha
deliberato
l’interesse pubblico della
proposta
di ppp
(partenariato
pubblico privato)
presentata
dall’impresa Mac per realizzare nella
zona di Masi a Cavalese il
progetto di nuovo ospedale a servizio delle Valli di Fiemme,
Fassa e Cembra. E
preannunciato che, come prevede la legge, procederà con l’ascolto
dei territori interessati al nuovo progetto (il precedente prevedeva
la ristrutturazione dell’attuale ospedale a Cavalese) da realizzare
nella
zona di Masi di Cavalese, dal
momento che la collocazione è
subordinata a valutazione
urbanistica
anche
locale.
L’intervento
del presidente Fugatti
Il
presidente Fugatti,
invitato
dalla Commissione consiliare a fornire una spiegazione “politica”
di questa scelta progettuale, ha sottolineato che la Giunta ha preso
“laicamente” e quindi anche tecnicamente in considerazione la
proposta presentata dalla cordata dei privati. In precedenza
l’esecutivo si era trovato a inizio legislatura un solo progetto di
ospedale da ristrutturare a Cavalese con un percorso già avviato e
finanziato In seguito è emersa l’ipotesi
di un ppp proposto
da un’azienda
interessata, che ha legittimamente
predisposto e presentato
un
progetto
sul
quale il
Navip ha
espresso un parere tecnico-economico positivo. “Quando si è di
fronte a un soggetto privato che vuole
investire
progettualità e
risorse per
investimenti di interesse pubblico come
un ospedale –
ha
osservato – l’impostazione della
Giunta provinciale non poteva che essere laica. Sono
stati quindi valutati gli
aspetti tecnico-economici
del progetto anche
perché non sempre
le risorse pubbliche consentono di finanziare
opere di questa rilevanza ed è positivo che
vi siano dei privati interessati a realizzare e sostenere con proprie
risorse opere
di questa portata.
Il
fatto che la Giunta abbia riconosciuto l’interesse pubblico del
progetto proposto dall’azienda privata – ha precisato Fugatti –
non significa che poi questo progetto venga necessariamente accolto.
L’accoglimento dipende, oltre che dal parere del Navip
anche
dalla valutazione degli
enti territoriali che ora
coinvolgeremo in
un percorso di partecipazione, così
come la legge prevede. I
territori
potranno
respingere
oppure
accogliere
il progetto, ma anche chiedere delle
modifiche”. Il
presidente ha ricordato che durante la fase
istruttoria, la Giunta ha incontrato
due volte i rappresentanti dei territori interessati per
presentare
il nuovo progetto. Anche dopo il parere positivo ottenuto dal Navip
la
Giunta ha avuto un’altra riunione sul territorio
e
ha poi illustrato il progetto agli operatori
sanitari. Fugatti
ha precisato di non aver ancora
consegnato
agli amministratori i documenti che spiegano la ratio del progetto.
Sarà
su queste basi che i territori si
pronunceranno.
La
discussione.
Cia
ha fatto notare che le informazioni erano state apparse sui giornali.
Zeni
ha sottolineato la rilevanza politica della questione, ricordando di
aver presentato delle interrogazioni rimaste inevase su questo tema
in merito agli incontri riservati convocati da Fugatti sul nuovo
progetto di ospedale in proposito dalla Giunta nel gennaio 2021, come
aveva segnalato l’allora sindaco di Cavalese Valponer. Inoltre il
nuovo progetto di ospedale era stato presentato con la motivazione
che sarebbe stato costruito più velocemente e terminato prima delle
Olimpiadi del 2026, mentre ora si sono persi due anni. Ancora, la
dichiarazione dell’interesse pubblico da parte della Giunta è una
scelta politica, perché il nuovo progetto di ospedale comporterebbe
un ulteriore consumo di territorio. Infine Zeni ha toccato il tema
del modello sanitario: la scelta è tra un ospedale gestito dal
pubblico o dai privati. Con il ppp infatti un privato gestirà per
anni alcuni servizi dell’ospedale. Infine nei confronti dei
territori si è scelto anche qui politicamente di sottoporre il nuovo
progetto agli operatori sanitari locali che non sono interessati alla
localizzazione ma a cosa vi sarà dentro il nuovo ospedale.
Fugatti
ha
risposto
che la Giunta
si è assunta pienamente le proprie responsabilità con la delibera
che ha dichiarato l’interesse
pubblico del
progetto.
Sul
piano politico ha sottolineato che mentre le minoranze prima non
ascoltano il territorio sul tema del punto nascite mentre ora si
interessando ai
servizi sanitari del territorio, la
Giunta non si lascia condizionare dai territori nel portare avanti
l’interesse
pubblico di
un progetto ma chiede che i
territori si esprimono. A
suo avviso quindi il dibattito
sul
nuovo ospedale è
ancora
aperto
e se i territori diranno no a
questo progetto
la Giunta non lo porterà avanti. Fugatti
a riconosciuto che l’iter progettuale per il nuovo ospedale è
stato più lento del previsto imputando però il ritardo da un lato
alla complessità del tema e dall’altro al Covid.
La
pandemia – ha spiegato – impone una revisione e un adeguamento
anche del precedente progetto di ristrutturazione dell’ospedale
nell’attuale sede di Cavalese.
La Giunta – ha proseguito il presidente – non ha assecondato
le richieste del privato ma
ha preso atto che il percorso era
complicato. Per
questo la proposta
ufficiale del
nuovo progetto è
datata
marzo
2021. Quanto al tema del modello sanitario, il
ppp non comporta la privatizzazione
dei servizi sanitari ma solo
di altri servizi.
Zanella
ha condiviso che si debbano ascoltare i territori anche se non danno
ragione alla Giunta. E che poi vada fatto un ragionamento complessivo
per capire quali servizi sanitari prevedere. Ha ribadito che il primo
progetto tutto pubblico oggi sarebbe già alla fase dell’appalto.
Il progetto di ppp deve invece andare a gara, poi vi sarà la
progettazione esecutiva e l’opera sarà realizzata molto più in
là. Ha poi criticato la collocazione prevista per il nuovo ospedale,
che prevede ulteriore consumo di suolo e per di più in un’area
agricola di pregio. La sostenibilità ambientale è quindi pari a
zero Ha precisato che i servizi interni affidati ai privati dovranno
durare 18 anni mentre il costo dei due progetti è uguale. Dunque la
scelta tra i due, tra l’ospedale pubblico e la proposta di ospedale
da realizzazione con il ppp è solo politica. Anche perché chi
arriva da Cavalese per recarsi all’ospedale di Masi risparmierebbe
appena 5 minuti.
Fugatti
ha
ribadito che saranno i territori
a decidere. Vero che siamo in ritardo e l’opera è ferma ma
l’ospedale di Cavalese è stato costruito 70 anni fa e quindi la
nuova opera ha davanti decenni di utilità pubblica. Se l’area sarà
inadatta lo diranno i territori. In
ogni caso ha ribadito che sulla scelta
di un progetto piuttosto
che un
altro, il Navip ha ritenuto che questo secondo stia
in
piedi dal punto di vista tecnico-economico.
Mara
Dalzocchio
(Lega) ha
ricordato
di
essersi espressa contro una valutazione politica che
sarebbe scaturita da queste audizioni in
commissione, valutazione
inopportuna e intempestiva dal momento che non è stato ancora visto
il progetto e non
è stato ancora avviato il percorso partecipativo.
Ha
giudicato quindi queste consultazioni puramente strumentali, come è
emerso anche dal tono
inquisitorio mostrato dalle
minoranze nei confronti del presidente.
A
suo avviso tra gli invitati oggi ci dovevano essere anche i medici e
una rappresentanza
degli utenti del futuro ospedale, perché
sarà da
questi soggetti che potranno arrivare le
osservazioni
più
utili sul nuovo progetto di ospedale.
Fugatti
ha
detto
di non aver notizie sulle valutazioni
espresse
sul nuovo progetto dai medici
locali incontrati
da Segnana e dall’Apss.
Demagri
ha
ricordato che la popolazione non aveva contestato il primo progetto
di ospedale, mentre il
nuovo progetto è stato fortemente divisivo.
Fugatti
ha ammesso che il tema è divisivo, ma ha
aggiunto che questo
è logico perché è diverso
dal primo e evita le
difficoltà legate alla ristrutturazione dell’ospedale
esistente.
Pietro De
Godenz (UpT)
ha negato che sui lavori di ammodernamento del vecchio ospedale
non vi sia stato dibattito. Alla fine del 2017 inizio 2018 alcuni
sindaci erano contrari e già allora avevano ipotizzato
una ricollocazione nel
fondovalle. Opzione
questa alla quale tutta la Val di Fassa era favorevole.
Non
vi sono insomma solo dei no al nuovo progetto ma anche molti sì che
non hanno ottenuto la stessa visibilità. De Godenz ha chiesto
al
presidente quanto costerebbe il nuovo
ospedale rispetto
alla ristrutturazione dell’attuale.
Gianluca
Cavada
(Lega)
ha
sottolineato che
l’esigenza
vera
è di avere
un ospedale efficiente e che per questo occorre una valutazione priva
di preconcetti. Per questo un’alternativa all’attuale
collocazione va
seriamente
presa in considerazione. Anche
per rendere l’ospedale
attrattivo per i medici. Inoltre il primo
progetto
va
comunque rivisto dopo l’esperienza della pandemia.
Di
certo a suo avviso c’è bisogno
di maggiori
spazi
anche
per creare un
polo provinciale di ortopedia a Cavalese. Ancora,
un nuovo
ospedale garantirebbe maggiore sicurezza. E’ vero che i tempi per
la realizzazione si
sono allungati, ma – ha
aggiunto – ne vale
la pena se l’obiettivo è dotarsi
di ospedale
capace di servire
meglio alle valli
interessate.
Sbagliano le minoranze a dire sempre no a prescindere. Certo il
territorio va coinvolto e la prassi della Giunta è quindi giusta,
visto che i soldi ci sono sia per il nuovo ospedale che per
l’attuale.
Fugatti
ha
risposto
alla domanda di De Godenz sui costi. Per il progetto di
ristrutturazione dell’ospedale attuale, il cui costo stimato erano
originariamente stimati in 47
milioni, oggi comporta
un incremento
di
base di
4 milioni e mezzo, di
altri 10 milioni e mezzo per
soddisfare
le
esigenze sanitarie e tecnologiche, un
adeguamento del prezziario
di
13
milioni e
per le attrezzature
medicali di
altri 7
milioni. In
totale il costo sarebbe di 82
milioni e 600.000 euro. IL progetto
proposto per il ppp
avrebbe un costo lordo di 93 milioni e mezzo, che
salirebbe con le opere
stradali e i
sottoservizi
di
altri 5
milioni e mezzo e
con altri costi
di
ulteriori 2
milioni arrivando
a un totale
di
101
milioni di euro. Per
la ristrutturazione
però,
trattandosi
di un
investimento fatto
a
debito la Provincia
dovrebbe
accollarsi oneri
finanziari per
circa 17
milioni di euro. Il
costo arriverebbe quindi a circa
100 milioni, molto
vicina a quello per il progetto in ppp. Ma con un
appalto pubblico
la Provincia farebbe debito mentre
con il ppp no.
Fugatti ha poi risposto a una domanda di Zeni sull’acquisizione dei
terreni sui quali dovrebbe sorgere il nuovo ospedale, precisando che
l’operazione rimarrebbe in
capo alla Provincia una volta completato il processo di
localizzazione attraverso
la concertazione.
Marini
ha
chiesto
se siano state analizzate le esigenze sanitarie della popolazione per
arrivare a progettare questo nuovo ospedale.
Ha
inoltre delucidazioni sulla questione urbanistica visto che il
consumo di suolo andrebbe
evitato
e se nella proposta progettuale in ppp siano previste forme di
compensazione per
il terreno che verrà consumato, con interventi di ripristino di
altre aree.
Infine
ha chiesto se
un
privato possa
presentare delle
proposte come
in questo caso arrivando a bloccare
un
progetto di ristrutturazione di
un ospedale già approvato e finanziato.
Fugatti
ha risposto che un’analisi sui bisogni sanitari del territorio
era stata già fatta per l’attuale ospedale per rispondere ai
bisogni della popolazione locale e che per quanto riguarda la
questione urbanistica è previsto che se l’ospedale dovesse sorgere
a Masi di Cavalese sarà obbligatorio individuare un sito da
trasformare in area agricola di pregio a titolo di compensazione.
Cia
ha chiesto a Fugatti chi abbia segnalato alla cordata di imprenditori
il bisogno di un nuovo progetto di ospedale diverso da quello che
prevedeva la ristrutturazione, progetto che la Giunta non avrebbe
potuto non prendere in considerazione. A suo avviso è infatti
difficile credere che questa cordata non sia stata sollecitata. Ha
poi chiesto chiesto come mai lo Scario rispondendo a
un’interrogazione in consiglio comunale disse che di aver ricevuto
nel 2019 la richiesta da dirigenti della Provincia se la Magnifica
Comunità sarebbe stata disposta a restituire alla Provincia parte
della superficie del vivaio di Masi per la costruzione di un
ospedale. Per Cia tutta questa vicenda è nata male all’origine.
Infine il capogruppo di FdI nonché presidente della IV Commissione
ha chiesto al presidente cosa ne sarà dell’attuale ospedale se
venisse approvato il progetto del nuovo.
Fugatti
ha riconosciuto che il destino dell’edificio dell’attuale
ospedale se non dovesse più essere utilizzato “è un tema”. La
questione è aperta anche perché – ha aggiunto – abbiamo già
troppi ruderi abbandonati in Trentino a causa di investimenti
immobiliari nuovi. Tuttavia si è detto fiducioso che qualche idea
alternativa emergerà sicuramente perché l’attuale ospedale di
Cavalese si trova in pieno centro. Quanto al progetto presentato
dalla cordata di imprenditori, secondo Fugatti la proposta sarà nata
dopo che avranno letto di quest’ipotesi sui giornali.
Cia
ha commentato la risposta osservando che un progetto ospedaliero di
ppp così dettagliato non s’improvvisa ma richiede studi costosi,
per cui è difficile credere che gli imprenditori da cui è stato
predisposto abbiano appreso di quest’ipotesi dai giornali senza
informarsi in modo approfondito circa questa possibilità.
L’intervento
del Sindaco di Cavalese Sergio Finato.
Il
sindaco di Cavalese Sergio Finato non ha nascosto tutto
il suo disappunto per non aver mai avuto nessuna informazione sul
nuovo progetto di ospedale. L’ospedale di Cavalese – ha esordito
– è sentito da sempre come un simbolo di identità della comunità
locale, è stato sempre difeso e ci si è sempre sempre adoperati per
migliorarne i servizi. “Già il 16 dicembre del 2019 – ha
ricordato il sindaco – una mozione approvata dal consiglio comunale
all’unanimità ha difeso il progetto originario del 2015 fatto
proprio dalla nuova Giunta provinciale nel 2018 per realizzare un
nuovo ospedale accanto a quello attuale. Fugatti aveva confermato ai
sindaci che i 227 milioni di finanziamento provinciale per le opere
sanitarie comprendevano anche la realizzazione di questo progetto a
Cavalese. Rispondendo nell’agosto del 2020 a un’interrogazione
del consigliere Zini che chiedeva se all’orizzonte vi fossero
proposte progettuali alternative per l’ospedale con una nuova
localizzazione, l’allora sindaco Valponer informava il consiglio
comunale che il presidente della Provincia Fugatti aveva lo aveva
convocato in una riunione per evidenziare la necessità di
localizzare altrove l’ospedale per poter realizzare l’opera entro
le olimpiadi del 2026. E che l’area individuata si trovava nei
pressi del vivaio forestale a Masi di Cavalese. Ufficialmente però
il progetto dell’impresa Mac non era stato né presentato né
protocollato. Il Comune di Cavalese decise di portare avanti il
progetto del 2018. Nel marzo del 2021 venivamo informati dalla
Provincia che un soggetto privato aveva presentato il progetto
alternativo. A quel punto abbiamo ribadito la nostra volontà di
proseguire con il progetto di recupero dell’ospedale esistente.
Comunque nel 2020 il nuovo progetto circolava e vi erano anche già
delle mappe molto precise che comprendevano anche le sale operatorie.
Il servizio comunale responsabile veniva contattato da Silvano
Grisenti, procacciatore di tutta l’operazione, per poter acquisire
e dare al geometra della Mac tutti i dettagli necessari al nuovo
progetto che però in nessuna sede pubblica veniva esposto. Tutto era
tenuto segreto: all’amministrazione e ai cittadini non veniva detto
nulla”. Finato ha sottolineato che in base alla legge 9 del 2016
eventuali proposte di ppp possono essere presentate da privati solo
se non sono previsti altri progetti. Inoltre non sono ammissibili
proposte in contrasto con il Pup. Secondo il sindaco, quindi, questo
nuovo progetto doveva essere stoppato all’inizio. Su questo punto a
suo avviso vi potranno essere anche ricorsi al Tar perché
un’iniziativa del genere non sta proprio in piedi. Inaccettabile è
anche che la ditta privata si sia mossa sul territorio con lo Scario
che ha addirittura sottoscritto contratti di compravendita con la
Mac. Questo ha generato uno scandalo tale da portare alle dimissioni
dello Scario Boninsegna. Tutte queste anomalie han portato il Comune
a sottolineare che il progetto originario era la strada maestra,
anche se vi era la disponibilità ad adeguarlo in base alla pandemia.
Tornare oggi a consultare i territori sul nuovo progetto che
confligge con la legge urbanistica e con la disciplina delle varianti
secondo il sindaco è una presa in giro. Inoltre incontrando lo
Scario la ditta ha suscitato nella popolazione forti sospetti.
Bisogna operare in trasparenza mentre il nuovo progetto è stato
pasticciato fin dall’inizio. Il primo progetto era già finanziato
e bastava affidare l’incarico per passare alla fase esecutiva a chi
allora aveva vinto la gara.
La
discussione.
Demagri
ha giudicato esaustivo l’intervento del Sindaco che ha esposto
l’iter in modo rigoroso e trasparente mostrando che la decisione
politica sul nuovo ospedale era stata presa da privati a prescindere
dai bisogni della popolazione. Oggi vi è quindi la necessità di
rendere chiara e trasparente qualunque decisione politica venga
presa. Non a caso il nuovo progetto ha prodotto una divisione senza
precedenti all’interno della popolazione. Il grave è stato
lasciare in mano al privato le decisioni politiche, senza spiegare
perché vi sia bisogno di un nuovo ospedale anziché recuperare il
vecchio.
Zeni
ha chiesto e
ottenuto dal sindaco la conferma
che per l’ubicazione del
nuovo ospedale nella zona
del vivaio
di Masi vi è bisogno di
una precedente modifica
urbanistica e quindi di una
pianificazione a monte della
proposta di ppp. Forse, ha
osservato, oggi questo
ospedale lo si vorrebbe fare
fare altrove, magari verso Predazzo.
Il sindaco ha spiegato che non c’è nessuna intenzione di
prevedere urbanisticamente l’utilizzo di un’area agricola di
pregio come quella di Masi per il nuovo ospedale, anche perché
attorno all’attuale ospedale è sorta una sorta di comunità urbana
e si sono sviluppati servizi. Inoltre vi sarebbero danni ambientali
gravissimi non solo per Cavalese ma anche in contrasto con il Piano
di sviluppo provinciale che prevede la lotta al consumo del suolo.
Zanella
ha segnalato al sindaco che a
sentire il presidente Fugatti, del nuovo progetto di ospedale pare che prima
dell’ufficializzazione nel marzo 2021 non si sapesse nulla, mentre
il resoconto documentato
da Filosi ha evidenziato che vi era addirittura stata una risposta
a un’interrogazione. Le linee guida sul ppp dicono
che un progetto di questo
tipo si presenta solo dopo
che vi è stata una
manifestazione di interesse del pubblico. Non
prima. Resta quindi il
dubbio che all’origine di tutto vi sia un’iniziativa pubblica che
ha alimentato quella privata. Siamo
di fronte a una
brutta pagina legata al
metodo che precede la questione del merito. La Mac si è
evidentemente rivolta alla Provincia prima di presentare il progetto.
Il problema è perché tenere nascoste questi contatti.
Bruna
Dalpalù (FdI) ha
condiviso la posizione del sindaco di Cavalese confermando che
quand’era consigliereacomunale non sapeva assolutamente nulla del progetto. L’ex sindaco
era già in contatto con la Provincia fin dal 2019 quando stavano
facendo tutto di
nascosto. Si è detta d’accordissimo nel mantenere l’ospedale di
Cavalese, ricordando che la
ristrutturazione era il
punto di forza della Lega con
il consigliere Cavada.
Dalzocchio
ha criticato
la tendenza a sollevare sospetti
senza avere riscontri oggettivi. E
ha ribadito che a suo avviso è un’
un’anomalia che la IV
Commissione si occupi
politicamente di
questo progetto prima
ancora che
sia noto
il contenuto e che vi sia
stato un percorso di partecipazione. Secondo Dalzocchio il sindaco
dovrebbe ascoltare i cittadini perché
il fronte del sì al nuovo
ospedale si sta allargando. Ora si è espresso anche il Navid che ha
dichiarato il pubblico interesse. Questo non vuol dire che l’ospedale
nuovo si farà in quel luogo, ma che
deve comunque partire un
dibattito su questo tema. Si devono ascoltare anche i medici del
territorio per capire quale delle due opzioni sia più interessante.
Stiamo quindi valutando in modo prematuro la questione prima che sia
partita la fase di partecipazione del territorio. Non è un male che
vi sia un altro progetto. Sbaglia chi demonizza
a priori questa ulteriore possibilità. Per lo meno si permetta di
discuterne senza mettere subito sul piatto sospetti di operazioni non
trasparenti e su chi abbia preso per primo l’iniziativa, se il
pubblico o il privato. Un imprenditore ha il diritto di presentare un
progetto perché questo è
il suo lavoro. Le
valutazioni poi spettano alla pubblica amministrazione. Un iter non
si deve bloccare perché politicamente
lo si vuole bloccare, senza prima
ascoltare il territorio.
Cia
ha precisato che dovere di un sindaco è essere custode della verità
e di trasparenza. Il sindaco di
Cavalese non ha giudicato il
progetto ma riferito elementi oggettivi sulla sua genesi.
Il
sindaco ha ribadito che in
questo caso è la genesi del
nuovo progetto a far acqua
da tutte le parti e che questa vicenda meriterebbe una commissione
d’inchiesta per come è
stata
gestita nella sua fase embrionale. Sono mancate sia la trasparenza
sia la partecipazione. Che un amministratore pubblico sia andato in
giro a firmare contratti con una ditta privata è
incredibile.
Gianluca
Cavada ha premesso di
comprendere la difesa dell’ospedale di Cavalese da parte del
Sindaco e di tenere anche lui a questa
struttura, ma
ha aggiunto
che una nuova proposta
progettuale va comunque
valutata e le carte
dovrebbero arrivare a giorni. Con
la documentazione alla
mano sarà possibile esprimersi.
Quanto all’area di pregio agricolo sulla quale dovrebbe sorgere il
nuovo ospedale, Cavada ha chiesto se questa
non sia sacrificabile per un
ospedale che potrebbe garantire un ospedale di valle nei prossimi 50
anni. Se vi fossero dei vantaggi per la viabilità, pur con qualche
piccolo dubbio per il rischio idrogeologico manifestato da Cavada, si
potrebbe valutare qualche altra zona non di pregio e meno
problematica, ad esempio nel vicino comune catastale di Tesero.
Dovranno essere i territori a pronunciarsi su un’eventuale
alternativa.
Luca
Guglielmi (Fassa) ha ricordato
di essere sempre stato un sostenitore di una localizzazione diversa
dell’ospedale attuale perché non adeguata alle esigenze delle
comunità. E ha osservato
che la genesi non è stata così nascosta. Quanto alla iniziale
volontà della Giunta di procedere con la realizzazione del progetto
originario, ha giustificato questa posizione con il fatto che non vi
erano proposte alternative. Ma
che nel momento in cui
emergono è giusto fermarsi e verificare. Non è un atto di lesa
maestà cambiare idea nell’interesse dei cittadini.
Marini
ha notato
che il
sindaco ha chiarito sia il
mancato rispetto della programmazione sanitaria sia
l’incidenza dei privati
nella pianificazione delle opere pubbliche ospedaliere. Il piano di
fattibilità economico-finanziaria va
infatti subordinato alla
modificazione degli strumenti urbanistici e non può dare il via a
questa procedura. Il consigliere ha chiesto
al Sindaco se gli
amministratori delle
valli di Fiemme e Fassa come potranno
reagire alla volontà della
Giunta di realizzare il
nuovo progetto di ospedale, se il
Comune di Cavalese ha intenzione di ricorrere al Tar. E
ha concluso ipotizzando di proporre
insieme ai colleghi
una commissione d’inchiesta o perlomeno di studio a fronte di
questo cambio di paradigma.
Il Sindaco sui ricorsi si è riservato di valutare la
delibera della Giunta ma ha ribadito che sulla genesi vi sono troppi
punti lacunosi che richiedono un’attenta analisi.
Dalpalù
ha ricordato un recente incontro a Cavalese tra l’assessora Segnana
e alcuni operatori sanitari
che è
servita a presentare loro solo
il progetto del nuovo ospedale ma non quello precedente, e questo è
assurdo. Inoltre la collocazione del progetto nuovo è vicina alla
discarica, il che ne mostra
l’inopportunità. .
Il sindaco ha auspicato che il nuovo progetto venga accantonato per tornare a confrontarsi con i territori anche sul tema
dell’attuale collocazione, che è il punto debole dell’ospedale
di Cavalese.
L’intervento
del presidente della Comunità della val di Fiemme Giovanni Zanon
Il
presidente Zanon ha
riferito della presentazione nel 2018 del progetto di
ristrutturazione dell’ospedale. Alcuni amministratori della Val di
Fiemme osservarono che forse era il caso di rivedere la collocazione
dell’attuale nosocomio. Prima del gennaio 2020 erano
stati rassicurati sulla
prosecuzione del progetto originario già
finanziato. Poi sono
iniziati gli incontri sul progetto proposto
del soggetto privato. Il
consiglio dei sindaci della val di Fiemme ha chiesto il 18 novembre
scorso di avere oltre alla documentazione sul progetto nuovo anche
quella relativa
alla ristrutturazione della struttura esistente. Zanon ha attirato
l’attenzione sull’esigenza di assistenza sanitaria territoriale,
domiciliare e delle case di riposo nonché di un sistema dei servizi
adeguato. Occorre capire a
suo avviso cosa può essere
tolto dall’ospedale attuale
e inserito nella Casa della
comunità prevista a Predazzo. Il tema dell’ospedale attuale o
nuovo va quindi inserito in un disegno molto più ampio che comprenda
anche il servizio di Tesero. Gli amministratori faranno quindi le
loro riflessioni con in mano le carte anche del progetto di
ristrutturazione interrotto. E occorre capire cosa succederà se le
amministrazioni locali di Fiemme diranno di no. L’occupazione di un
territorio non si può fare senza pensare alle conseguenze perché
dove si costruisce un nuovo ospedale ci si deve aspettare ulteriore
urbanizzazione. Appena gli amministratori avranno la possibilità di
fare le loro valutazioni prenderanno anche posizione sul modello di
sanità nella valle e lungo l’intero corso dell’Avisio. Occorre
per Zanon tornare
a riconoscere una certa autonomia degli ospedali di valle dall’Apss,
perché oggi gli amministratori locali non hanno interlocutori sul
territorio in questo settore.
L’intervento
del presidente della Comunità valle di Cembra Simone Santuari.
Il
presidente Santuari,
ha ricordato che gli ospedali di riferimento della popolazione
cembrana sono
quelli di Cavalese e di Trento. Ha sottolineato la difficoltà di
recarsi all’ospedale di Cavalese e quindi se si pensa a un
nosocomio di riferimento anche per la Valle di Cembra è necessario
pensare anche alla mobilità. Anche perché Cembra
è l’unica comunità di
valle che non avrà una Casa della
comunità per l’assistenza sanitaria.
Santuari ha condiviso che gli elementi forniti dal presidente Fugatti
nell’incontro avuto con gli amministratori locali non sono
stati sufficienti
per prendere posizione. Non
vi sono dubbi che occorra
un ospedale di periferia che funzioni mentre oggi vi è quasi il
timore di entrare nell’attuale struttura di Cavalese. Ne serve una
moderna, ma un passaggio sul territorio per confrontarsi con gli
amministratori locali andava forse fatto prima di prendere la
decisione sull’interesse pubblico di questo nuovo progetto. “Siamo
rimasti invece ai margini di una decisione che dovrebbe valere per i
prossimi 50 anni”, ha
concluso. “Per questo la
popolazione si sente esclusa. La scelta non dovrebbe spettare
all’Apss ma alla comunità locale interessata alla costruzione di
un nuovo ospedale anche per tener conto delle problematiche
idrogeologiche”.
L’intervento
del viceprocurador del Comun General de fascia Micheluzzi.
Renato
Nazario Micheluzzi,
viceprocurador del Comun General de Fascia ha condiviso pienamente le
osservazioni del presidente della Comunità della val di Cembra.
“Siamo preoccupati – ha
detto – perché alla Val
di Fassa occorre un presidio sanitario efficiente ed efficace sotto
ogni profilo. La proposta Mac è indubbiamente interessante ma questo
presidio ospedaliero all’avanguardia potrebbe trovar posto anche
con una ristrutturazione dell’ospedale esistente. La domanda è
come si potranno conciliare i lavori di ristrutturazione con le
esigenze sanitarie della popolazione. Il timore è che a causa dei
lavori l’attuale operatività ed efficienza dell’attuale ospedale
di Cavalese
sarebbero ridotte. Questo – ha
aggiunto – potrebbe indurre
i residenti fassani a
recarsi ancor più all’ospedale di Bolzano con conseguenti costi
dovuti alla mobilità passiva per la fuoriuscita dal territorio
provinciale. I medici e gli operatori sanitari hanno delle
preferenze e la loro voce è
sicuramente da tenere in considerazione da parte degli amministratori
pubblici locali. Quindi l’auspicio è di poter vedere e analizzare
il progetto, anche perché i presidi attuali andrebbero implementati
e integrati”.
Demagri
ha osservato che da questi
interventi emerge la necessità di prevedere un iter partecipativo
per avere gli elementi
necessari a decidere ed evitare
di basarsi solo sulla propensione a credere che il nuovo sia sempre
meglio del vecchio. “E
finiamola di credere – ha
concluso – che questo
ospedale sarà pronto in tempo per le olimpiadi”.
Guglielmi
ha ribattuto che per le Olimpiadi l’ospedale esiste già. E ha
precisato che la manifestazione di interesse pubblico espressa dalla
Giunta provinciale non è ostativa rispetto al processo partecipativo
che dovrà coinvolgere gli amministratori del territorio in vista
delle decisioni da assumere dal punto di vista urbanistico.
De
Godenz ha ricordato che nel
marzo del 2021 si è convenuto di attendere il parere del Navip e ora
sono stati chiesti giustamente documenti sulla ristrutturazione
dell’attuale ospedale. L’importante è che il parere dirimente
venga dai territori
dell’Avisio.
Dalpalù
ha chiesto conferma al
presidente Zanon se vi fossero
già stati contatti nel 2020
sul progetto del nuovo ospedale.
Zanon
ha ricordato l’incontro
convocato nel 2020 dal
presidente Fugatti che aveva
informato lui e altri amministratori di un progetto pubblico-privato
e di ragionamenti per un possibile nuovo ospedale. L’incontro si
era concluso con la richiesta di mantenere il riserbo sull’argomento.
In seguito Zanon ha ricordato di essere stato contattato da un
ingegnere sul nuovo progetto. Ha ribadito che i problemi veri però
sono altri: non l’ospedale vecchio o nuovo ma la radiologia ferma,
l’endoscopia ferma e le rivendicazioni sindacali dei medici di
oggi. Il problema è far girare i dipendenti dell’Apss non sulla
base della buona volontà ma di una riorganizzazione funzionale a
garantire i servizi nelle valli.
L’intervento
di Renzo Dalprà, Scario della Magnifica Comunità di Fiemme.
Daprà
ha ricordato che sul terreno
interessato dal progetto di nuovo ospedale c’è un vivaio
forestale. Il grave problema
del bostrico oggi rende
forte il bisogno di coltivare le piante per la riforestazione delle
zone degli schianti causati dalla Tampesta Vaia. Ma
la piantumazione nel
vivaio richiede dai tre ai 5
anni perché una pianta si possa
trapiantare in un bosco. Per
i prossimi 6-8 anni serve quindi il vivaio di
Masi per la piantumazione.
Quindi quest’area è indispensabile e non sostituibile con altre
zone. La Provincia non ci ha fatto sapere di quanta superficie vi sia
bisogno per questo progetto. Inoltre questa zona ci
è stata chiesta anche per
posizionare un parcheggio futuro in vista delle Olimpiadi.
De
Godenz ha
precisato che il prato richiesto per il parcheggio non appartiene al
vivaio ma si trova sotto il vivaio.
Cia
ha
chiesto se Daprà sia a conoscenza dei contatti avviati dal suo
predecessore come Scario per l’acquisizione dei terreni a Masi.
Daprà
ha risposto che l’ex Scario non aveva ricevuto nessun incarico
dalla Magnifica per occuparsi di queste trattative. E
quando La Magnifica comunità ha saputo di questi suoi contatti ha preso una posizione nettamente contraria allo
Scario che quindi si è dimesso.
Cia ha preannunciata la convocazione di un'altra seduta su questo tema.
Il presidente della Commissione Cia
ha preannunciato che nella prossima seduta si deciderà come
proseguire l’approfondimento di questo tema.