Consiglio provinciale: respinto il testo per la sicurezza dei celiaci nell'alimentazione fuori casa
Lavori conclusi in aula. Basta cani incatenati e promozione delle produzioni agroalimentari
In allegato, i tre provvedimenti discussi
I
lavori dell'ultima sessione di novembre del Consiglio provinciale si sono conclusi nel pomeriggio con l’esame di tre disegni di legge,
due dei quali, approvati, che prevedono il divieto dell’utilizzo della
catena per i cani e la promozione delle piccole produzioni
agroalimentari locali. Respinto, invece, il terzo ddl che puntava a
rafforzare la sicurezza dei celiaci nell’alimentazione fuori casa
offerta nei locali che dichiarano di somministrare cibi senza glutine
senza però fornire le garanzie necessarie.
Basta
cani alla catena.
L’aula
ha approvato con
20 voti a favore e 9 di astensione il
testo unificato dei disegni di legge proposti prima da Claudio Cia
(FdI) e poi da Stefania Segnana, assessore alla salute e al welfare,
allo stesso scopo: vietare l’uso della catena per gli animali
d’affezione e i cani in particolare. Il
dispositivo di legge è formato da tre articoli con i quali si
prevede che al
responsabile della detenzione di un animale d'affezione è vietato
utilizzare la catena o qualunque altro strumento di contenzione
simile, salvo che per ragioni sanitarie, documentabili e certificate
dal veterinario curante, o per ragioni urgenti e temporanee di
sicurezza, sulla base dei criteri stabiliti dalla Giunta provinciale
e
che questa norma si applica a
partire dal 1° gennaio 2023.
Cia
ha ricordato
che questo ddl nasce da una richiesta dei cittadini e precisato che
la
catena non va confusa con il guinzaglio. Ha
concluso che la Giunta stabilirà con delibera i criteri per
eventuali eccezioni che consentono l’uso della catena. Al riguardo
il capogruppo di FdI ha presentato un emendamento che impegna la
Giunta a consultare nella definizione di questi criteri anche i
soggetti maggiormente interessati.
Lucia
Coppola
(Misto-Europa Verde) ha plaudito a questo ddl ha riferito che in
Trentino non è raro imbattersi in cani legati a catene anche corte e
sottolineato l’importanza di preoccuparsi del benessere animale.
Certo un cane può anche risultare aggressivo per motivi di
protezione ad esempio di un gregge o dagli orsi. Coppola ha
presentato due ordini del giorno collegati a questo ddl. Il
primo,
accolto con una modifica dalla Giunta, riguarda la correlazione tra
maltrattamento e uccisione degli animali anche con bocconi avvelenati
lasciati sul terreno, e invita a impegnarsi a favorire un’attività
intersettoriale che sviluppi la prevenzione delle violenze contro
questi esseri viventi. Il secondo ordine
del giorno della consigliera,
che
ha precisato di non essere animalista, impegna a predisporre appositi
elenchi delle figure professionali che si occupano di animali come
gli addestratori.
L’assessora
Segnana ha
spiegato di aver proposto il ddl perché il Trentino non si era
ancora adeguato alle normative già introdotte in tutte le altre
regioni per vietare l’utilizzo della catena con i cani e gli
animali d’affezione. Aver sottoposto questo tema al Consiglio
provinciale in merito a un animale come il cane che moltissime
famiglie trentine possiedono è per Segnana molto importante. Segnana
ha proposto un emendamento che prevede lo slittamento da gennaio a
giugno 2023 per dare il tempo ai proprietari di cani legati alla
catena di adeguarsi a questa nuova normativa.
Michele
Dallapiccola (Misto-Casa
autonomia) ha sottolineato l’accezione negativa del concetto
di “catena” e ha giudicato una “enorme cavolata” la
presentazione di questo ddl. “Ridicolo”,
a suo avviso, che un assessore alla salute anteponga un ddl del
genere tenuto
conto che
i problemi
dei trentini sono
ben altri.
Le
norme sono per il consigliere una
presunta genialata dei proponenti e un
insulto alla categoria dei veterinari e della sanità pubblica, dei
cinofili e dei contadini, come se questi soggetti non volessero bene
agli animali.
Roberto
Paccher (Lega)
ha giudicato quello di Dallapiccola “un pistolotto” e uno
“sproloquio” che mette solo in evidenza la sua contrarierà al
mondo della caccia disprezzata dal collega. Dallapiccola porta avanti
secondo Paccher una continua attività diffamatoria nei confronti
delle 7.000 doppiette del Trentino che non le sue offese.
Dallapiccola
ha
replicato negando di essersi riferito ai cani da caccia, che sono
altro dai cani da ferma e ha ricordato di avere una famiglia di
cacciatori. A suo avviso compito dell’uomo è infliggere la minor
sofferenza possibile agli animali. Ha
infine espresso apprezzamento per il ruolo svolto dall’associazione
cacciatori del Trentino.
Segnana
ha
evidenziato che i veterinari hanno apprezzato il ddl giudicando la
catena un degrado sociale.
Cia
ha rivendicato il diritto suo e della Giunta di prestare attenzione
anche a questi argomenti, e ha ringraziato Coppola per aver giudicato
gli animali degli alleati nella cura delle persone. A Dallapiccola ha
replicato sostenendo che quando non vi sono contenuti si finisce
nella polemica di basso profilo.
I
due ordini del giorno.
Segnana
ha spiegato che il primo odg di Coppola, respinto, non è accoglibile
perché le norme già prevedono quanto richiesto dalla consigliera
L’assessora
ha poi presentato l’emendamento al secondo odg di Coppola,
approvato con l’astensione di Dallapiccola e Demagri, introducendo
un dispositivo che impegna a realizzare una specifica campagna di
sensibilizzazione riguardo al maltrattamento degli animali di
affezione interessando per questo anche il Consiglio delle autonomie
locali-Consorzio dei Comuni.
Sì
unanime al disegno di legge unificato che
punta sulla promozione delle piccole produzioni agroalimentari
del Trentino.
Il
Consiglio ha poi approvato all’unanimità il testo unificato dei
disegni di legge di Dallapiccola e di Coppola per promuovere le
piccole produzioni agroalimentari del Trentino.
Dallapiccola
ha messo in luce che i prodotti trentini di montagna primeggiano sui
mercati con il Trentingrana, la mela e lo spumante che occupa il 15%
del mercato nazionale, non perché migliori rispetto a quelli di
pianura, ma per la capacità innovativa e per la filiera di controllo
che dà ampie garanzie di qualità. Il grana trentino è ad esempio
frutto degli allevatori trentini che utilizzano mangimi ogm free. Si
tratta allora di promuovere di più questi prodotti agroalimentari
trentini perché i consumatori ne conoscano i pregi e le
caratteristiche valorizzando i contadini come narratori della
montagna. Anche attraverso la vendita diretta dei prodotti agricoli
da parte dei piccoli agricoltori e allevatori di montagna. Come nella
vicina Regione Veneto che ha disciplinato da tempo questa
possibilità. Secondo Dallapiccola l’attuale Giunta provinciale
provinciale non ha stima per i contadini.
Coppola
ha ricordato che questo ddl ha avuto storia lunga in seconda
Commissione ma alla fine si è arrivati a concordare un testo
unificato apprezzabile anche per la sostenibilità ambientale perché
valorizza le piccole ma molteplici produzioni agroalimentari del
Trentino. La Giunta dovrà definire un regolamento di attuazione che
espliciti le tipologie di prodotti agricoli e ittici lavorati
evidenziando le modalità di lavorazione, confezionamento e
stoccaggio. La creazione di un logo risponde all’esigenza di
rendere maggiormente visibile e valorizzare le piccole produzioni
agroalimentari. Coppola ha infine ringraziato l’assessora Zanotelli
per il contributo e il sostegno accordati a questo ddl.
Paccher
ha replicato all’intervento di Dallapiccola, che a suo avviso è
animato da astio e rancore, e gli ha chiesto quanti soldi ha messo a
disposizione del comparto zootecnico negli anni in cui era assessore,
nel 2015 e 2016.
Dallapiccola
ha giudicato “patologico” l’intervento di Paccher che l’ha
preso di mira e ha negato di nutrire astio nei confronti
dell’assessorato. Ha poi espresso apprezzamento per gli oltre 60
milioni di euro destinati alla Provincia al comparto agricolo.
Paccher ha poi risposto a Paccher riferendo che nel 2015 e 2016 la
Giunta aveva destinato al comparto agricolo 105 milioni di euro.
Paolo
Zanella (Futura) ha ricordato che questo ddl ha incontrato il
favore delle associazioni di categoria sentite in Commissione e
prevede che, una volta emanato il regolamento, i lavoratori agricoli
e ittici saranno maggiormente facilitati nella vendita dei loro
prodotti, anche se piccoli, etichettati con un marchio volto a
promuovere la filiera corta e quindi anche la sostenibilità. Sui
prodotti trasformati secondo Zanella è positivo che quessto ddl
stabilisca che i locali domestici come una cucina casalinga
utilizzati per la lavorazione dei prodotti rispondano a una serie di
requisiti igienici. Il testo di legge è quindi un passo importante
anche se i contributi a sostegno della trasformazione di questi
prodotti locali sono stati estromessi da questa normativa. Il ddl non
specifica dove reperire le risorse per queste previsioni mentre nel
bilancio provinciale questa normativa andrebbe finanziata.
Pietro
De Godenz (UpT) ha sottolineato il fatto che il nesso tra turismo
e agricoltura passa anche da un ddl come questo. I punti vendita dei
piccoli prodotti nelle valli turistiche costituiscono un’attrazione
e possono sostenere sia le aziende agricole sia la cultura del
Trentino. Per questo secondo il consigliere questa normativa va
attuata e accompagnata ma serve a questo scopo una forte condivisione
degli operatori. Non si punta alla grande disposizione ma a
valorizzare le piccole aziende agricole non solo con la produzione ma
anche con la trasformazione.
Gli
ordini del giorno.
Sì
all’odg di Marini e Zanella per promuovere il
marchio eco-ristorazione
L’odg
proposto da Alex Marini (Misto-5 Stelle), approvato con due
emendamenti concordati con la Giunta, impegna in 3 direzioni: 1. a
coinvolgere anche le categorie degli agricoltori nei tavoli per la
definizione e l’aggiornamento dei disciplinari del marchio
eco-ristorazione; 2. ad adottare le misure necessarie per favorire
l’adesione degli istituti tecnici alberghieri e degli istituti di
alta formazione professionale della Provincia al marchio
eco-ristorazione; 3. (modificato) a rafforzare la campagna
promozionale del marchio eco-ristorazione per accelerare la
diffusione delle buone pratiche e stimolare la valorizzazione dei
prodotti agricoli e artigianali locali nella filiera della
ristorazione trentina; non è stato invece accolto il punto 4 che
impegna a promuovere iniziative per l’adozione del marchio
eco-ristorazione nelle mense trentine, da quelle scolastiche a quelle
ospedaliere passando dalle mense utilizzate dai lavoratori.
No
all’odg di Zanella: inserire le piccole produzioni locali nelle
misure previste nel programma di sviluppo provinciale
L’odg,
respinto, puntava ad impegnare la Giunta a inserire esplicitamente le
piccole produzioni locali nelle misure previste dal sotto-intervemto
SRD13 (investimenti per la trasformazione e commercializzazione dei
prodotti agricoli) del nuovo Psp (programma di sviluppo provinciale)
2023-2027 e i criteri specifici per sostenerle.
L’assessora
Zanotelli ha spiegato che il no della Giunta è dovuto ai vincoli
imposti nell’utilizzo delle risorse utilizzabili in base alla
misura citata.
Secondo
Zanella lo spazio per investire nel senso richiesto forse vi sarebbe
nel Psp.
Zanotelli
ha accolto la richiesta che sia possibile ragionare sull’accoglimento
di questa proposta una volta definito il regolamento.
No
al ddl di Zanella che proponeva di rendere più sicura
l’alimentazione fuori casa per le persone affette da
celiachia
Il
disegno di legge è stato respinto con 10 voti a favore, 16 contrari
e un astenuto.
Zanella
ha spiegato che questo piccolo ddl cerca di completare la legge 8 del
2011 che disciplina gli interventi a favore dei celiaci, puntando
sull’alimentazione fuori casa. Oggi le persone affette da celiachia
e l’associazione da cui sono rappresentate spiegano che vi sono
molti problemi per loro quando si recano nei locali della
ristorazione che propongono cibi senza glutine. Locali che non
prendono precauzioni nella preparazione dei piatti o servono caffè
contaminato dall’orzo che contiene glutine. In altri casi
propongono piatti o prodotti alternativi dimostrando di non conoscere
il problema o cosa sia il glutine e in quali cibi si trovi. Il
personale di questi locali è spesso privo di formazione e non ha le
competenze necessarie per garantire i clienti che soffrono di
intolleranze alimentari come questa. La Giunta non ravvisa
l’esistenza di questa problematica e Zanella ha lamentato anche il
no ai tentativi di mediazione da lui proposti e che non hanno mai
ottenuto neanche una risposta. Il consigliere ha aggiunto che la
legge andrebbe corretta perché presenta la celiachia come una
malattia rara, mentre si tratta di una patologia cronica. Manca
inoltre da parte della Provincia l’attuazione delle linee guida
europee sull’igiene e sulle informazioni da rivolgere ai
consumatori sul glutine da diffondere agli esercizi che offrono
alimenti. Ma a difettare in Trentino è soprattutto una formazione
degli operatori addetti alla ristorazione che garantisca la sicurezza
per le persone celiache che si recano a mangiare fuori casa, anche
adottando misure che prevengano la contaminazione dei cibi. Andrebbe
modificata nello stesso senso anche la legge 9 del 2000 sulla
somministrazione inserendo nella normativa una parte dedicata alla
celiachia e all’intolleranza al glutine. Zanella ha stigmatizzato
la chiusura totale incontrata sia da parte dell’assessore Failoni
che nega l’esistenza del problema sia dell’assessora Segnana che
ha difeso l’adeguatezza della legge attuale sulla celiachia.
Zanella ha espresso dispiacere perché questo sarebbe stato un passo
avanti per la tutela della salute e anche a favore degli esercizi
della ristorazione che trarrebbero beneficio da una proposta
normativa come questa. Gli oneri aggiuntivi a loro carico sarebbero
compensati da un maggior numero di clienti che si rivolgerebbero alle
loro attività.
L’assessora
Segnana ha evidenziato l’attenzione da lei prestata alle
istanze dell’Associazione italiana celiachia con cui la Provincia
si è confrontata. Associazione che, insoddisfatta, si è rivolta al
consigliere Zanella. Segnana ha ricordato che la segnalazione che la
celiachia non si può considerare come nella legge provinciale
attuale una malattia rara è stata recepita con un atto
amministrativo della Giunta. E ha aggiunto che non vi sono mai state
segnalazioni pervenute né a lei né all’assessore Failoni di
criticità incontrate dai celiaci nell’alimentazione fuori casa.
Per l’assessora i ristoratori trentini sono sensibili al tema della
contaminazione da glutine per evitare danni ai clienti e sono
propensi ad adottare tutte le misure necessarie per garantire i
celiaci nella somministrazione. Il parere a questo ddl è quindi
negativo, ma è scorretto considerare questa contrarietà come un
atteggiamento chiuso o ostile alle persone affette da celiachia che
percepiscono contributi provinciali significativi per l’acquisto
dei prodotti senza glutine.
Paola
Demagri (Patt) si è associata a Zanella nel testimoniare di aver
ricevuto segnalazioni di criticità da parte di celiaci
nell’alimentazione fuori casa. E ha ricordato che è sbagliato
considerare questo un piccole ddl perché in gioco c’è una
questione di sicurezza e di prevenzione sanitaria. non tutti i
pazienti effettuano la biopsia e si sottopongono a esame istologico
ma soffrono comunque di intolleranza al glutine contenuto in molti
prodotti alimentari. E potrebbero poi rivelarsi celiaci. Che due
assessori si siano opposti a un ddl semplice e chiaro come questo a
tutela di queste persone la cui patologia cronica peggiora la qualità
di vita e chiedono solo di poter andare a mangiare fuori casa in
tutta tranquillità come ogni altra persona. Questa ddl è
un’occasione persa dalla Giunta e il no di Zanella è perché a
proporlo è stato lui.
Lucia
Coppola (Misto-Europa Verde) ha dichiarato il proprio forte
sostegno a questo ddl comprendendone appieno le ragioni. Si sta
parlando di un tema inerente la salute. E questa non è una malattia
di poco conto perché i disturbi derivanti dall’ingestione di cibi
contenenti glutine per le persone affette da celiachia possono anche
essere importanti. Del problema della formazione mancata degli
operatori e del personale della ristorazione con aggiornamenti
periodici è di fondamentale importanza si deve occupare l’ente
pubblico e in particolare l’assessorato provinciale alla salute. Un
elenco di ristoratori che evidenziano di disporre di personale
adeguatamente formato sarebbe molto utile alla clientela costituita
dalle persone affette da celiachia. Anche se la Provincia ritiene di
essere già impegnata su questo tema nulla vieta che possa fare
qualcosa di più.
Luca
Guglielmi (Fassa), in linea con il parere negativo espresso dalla
Giunta con Segnana, ha detto che la sensibilizzazione andrebbe fatta
a 360 gradi per evidenziare la gravità di questa malattia. A suo
avviso c’è chi si presenta nei locali come celiaco o intollerante
al glutine senza in realtà esserlo. C’è una sovra-esposizione del
problema che induce il ristoratore ad essere restio a proporre piatti
e prodotti senza glutine. L’errore è dipingere sempre come cattivo
il ristoratore.
Zanella
ha
replicato che il problema è sicuramente anche di cultura generale ma
questo non toglie che il disagio delle persone celiache è reale e
non esime i ristoratori che dichiarano di poter somministrare
alimenti senza glutine di garantire davvero la non contaminazione dei
cibi. Si tratta di una questione di correttezza. E un minimo di
conoscenza e di preparazione degli esercenti e del personale della
ristorazione andrebbe garantita perché siano adottate le norme
igieniche e di prevenzione che permettano di attuare il regolamento
europeo sulle intolleranze alimentari. Il consigliere ha suggerito
di non dare sempre agli atti amministrativi valore di legge e
di fare un giro nei ristoranti e nei locali delle valli con persone
affette da celiachia, perché è un errore rimanere chiusi negli
uffici per non vedere i problemi che esistono.