Proseguono i lavori del Consiglio provinciale
Grandi derivazioni a scopo idroelettrico: interlocuzione ancora in corso a Roma sul ddl della GIunta
In allegato, il testo del provvedimento in discussione e il pdf dell'intervento di Coppola
In
apertura di seduta pomeridiana, il Consiglio
provinciale ha provveduto a
due
incombenze imposte
dall’elezione
delle consigliere Sara Ferrari e Alessia Ambrosi al Parlamento,
provvedendo alla
designazione suppletiva di Paolo
Zanella,
in rappresentanza delle Minoranze quale
componente
dell'Assemblea del Forum trentino per la pace e i diritti umani e
alla nomina suppletiva di Alessandro
Savoi
quale
componente effettivo della Commissione interregionale delle Assemblee
legislative della Provincia autonoma di Bolzano, del Tirolo, della
Provincia di Trento e
del Vorarlberg in qualità
di
osservatore. A seguire, è
iniziato
l’esame del ddl 62 proposto dall’assessore all’energia Mario
Tonina,
che integra
le norme vigenti con l'obiettivo
di ottenere dal Governo
una proroga dal 2024 al 2029 della scadenza delle concessioni per
le
grandi
derivazioni
idroelettriche per
rendere maggiormente efficiente e competitiva la produzione.
Sulle
norme, a rischio di impugnativa, sono tuttora in corso delle
interlocuzioni con il Governo.
In
ragione dell’intervento di numerosi consiglieri (tra
i quali Claudio
Cia di
Fratelli d’Italia) a
chiedere di
poter votare solo una volta conosciuto l’esito delle trattative con
il Governo, pena la deligittimazione e perdita di credibilità
dell’istituzione,
l’assessore Tonina
ha
chiesto di poter pronunciare la replica domani mattina, quando si
conta ci possa
essere maggiore chiarezza.
Consapevoli
delle oggettive difficoltà, norme per fronteggiare la crisi
Abbiamo
deciso di presentare il ddl consapevoli delle
oggettive difficoltà e dei rischi, ha
premesso l’assessore
Mario Tonina
nell’illustrare
le norme, con l’obiettivo
di individuare
azioni che consentano già nel breve termine
di fronteggiare l’eccezionale crisi in
atto, tenendo conto del fatto
che solo in una traiettoria di qualche anno sono possibili ricadute
positive sul sistema. Vista la delicatezza della materia e la
necessità di trovare una condivisione politica, è stato fatto un
percorso caratterizzato da un’interlocuzione costante (in
corso anche in queste ore) con il Governo.
La norma prevede la proroga di 5 anni (dal
2024 al 2029) delle
concessioni di 19 grandi
derivazioni
idroelettriche, a
fronte della presentazione e
dell’approvazione di piani industriali
che contengano misure specifiche di efficientamento degli impianti,
di aumento dello stoccaggio dell’energia, di potenziamento della
sicurezza delle strutture e di regolarità della produzione: misure
strategiche necessarie a fronte dell’emergenza climatica in atto.
La disciplina statutaria di
cui all’articolo 13, ci consente di
proporre una disciplina
innovativa che
coniughi le esigenze del territorio con
quelle di potenziamento della produzione idroelettrica nel breve
periodo e, in definitiva, con
gli interessi nazionali oltre
che locali, ha
chiarito Tonina. Per
l’articolo 13 infatti la Provincia è competente in tema di
modalità e procedure di assegnazione. Ciò consentirebbe dunque di
sostenere l’esigenza di esplorare una modalità alternativa ala
gara come la negoziazione. Il principio
della Bolkenstein non si applicherebbe a
questa fattispecie, ha aggiunto, e ci sarebbero
dunque i margini
di compatibilità giuridica affinché questo ddl possa legittimamente
derogare alla direttiva sulla concorrenza.
Contiamo, ha concluso Tonina,
che in un momento come questo possano esserci sia a livello nazionale
che europeo, dei margini di trattativa nella direzione
dell’accoglimento di queste norme.
La
strada maestra è la modifica statutaria
Alessandro
Olivi (PD)
ha
detto di non voler pensare che sia il colore politico a decidere la
tenuta costituzionale di un assetto normativo regionale, tanto più
su un tema cruciale e cogente come questo. Perché è evidente che, o
cambiano le norme nazionali, oppure ragionevolmente la proposta in
discussione non può superare i rilievi di sostanza rilevati dal
Governo in occasione delle precedenti esperienze. Quale è il nodo
dell’interlocuzione con il Governo e cosa dobbiamo attenderci?, ha
chiesto Olivi manifestando
l’imbarazzo nel subordinare la proposta ad un interlocuzione
rispetto alla quale risulta poco chiaro l’obiettivo.
Il
consigliere del PD ha aggiunto che le
ragioni
e l’attualità di questa iniziativa, che spingono ad
un’accelerazione, devono incrociarsi con la necessità di fare
proposte di qualità, per non correre il rischio di assestare un
nuovo, severo colpo alla reputazione e alla credibilità
dell’autonomia nel rapporto con lo Stato. Infine, Olivi ha
suggerito la strada maestra, che potrebbe essere la modifica della
norma 13 dello Statuto, che rafforza la competenza sulla gestione del
demanio idrico delle due Province, anche in chiave di un’intesa con
lo Stato. Una strada definita dalla maggioranza troppo lunga,
complicata e rischiosa che tuttavia sarebbe a suo avviso lo strumento
grazie al quale portare a casa un potenziamento delle competenze e
dell’autonomia finanziaria della Provincia, nella direzione di una
dimensione pubblica del governo dell’energia.
La
direzione è giusta, ma il rischio impugnativa alto
Lucia
Coppola
(Misto-Verdi per l’Europa) ha evidenziato
le criticità del tema, legato ai cambiamenti climatici, al risparmio
energetico, alla
tutela e sicurezza del paesaggio e alla qualità delle acque rispetto
ai quali si impone una riflessione seria e
un’azione concreta.
In questo contesto, si ripropone con forza il tema cruciale
dell’energia da fonti rinnovabili e l’importanza strategica del
bene acqua, rispetto
al quale non è più il tempo delle attese, bisogna correre veloci.
Il disegno di legge in esame va nella direzione giusta, ha osservato
in conclusione Coppola, sebbene la possibilità dell’impugnativa
del governo, per contrasto con la legge sulla concorrenza,
rappresenti un’innegabile criticità.
Riduzione
consumi energetici degli edifici esistenti
Per
Alex
Marini
(Misto-5 Stelle) il ddl dovrebbe mirare ad un efficientamento e ad
una riduzione dei consumi energetici e degli sperperi degli edifici
esistenti. La proroga della scadenza delle concessioni non può
essere l’unico elemento da tenere in considerazione: si dovrebbe
cioè ragionare in termini maggiormente strategici, di utilizzo più
intelligente dell’energia.
Rispetto all’ultimo
bilancio energetico, che risale al 2019, emerge
che il valore stimato dell’energia ceduta gratuitamente è passato
da 7 a 32 milioni di euro. In questo contesto si dovrebbero non
soltanto auspicare, ma favorire certi comportamenti, chiedendo ad
esempio ai concessionari di mettere in campo degli investimenti per
migliorare l’efficienza energetica degli edifici pubblici e in
questa direzione vanno due proposte di ordini del giorno annunciati
dal consigliere Marini alla proposta in discussione.
Convinto
sostegno alla proposta
Il
consigliere Gianluca
Cavada (Lega
nord) ha sostenuto al proposta: la proroga a fronte di investimenti
del concessionario sarebbe un vantaggio per la Pat e di riflesso per
lo Stato, consentendo nel contempo di gestire i maggiori costi
dell’energia. Ha annunciato due emendamenti sull’ecosistema
fluviale e sul sostegno dei costi sui consumi energetici.
Altissimo
rischio di impugnativa: occorre
capire il percorso prima di votare
La
percorribilità della norma impone un imbarazzo di metodo, ha
premesso Alessio
Manica (PD).
Un rischio altissimo riconosciuto anche dagli interlocutori ascoltati
in Commissione. Il
dialogo con
il Governo non è ancora concluso,
dal momento che il Presidente Fugatti è a Roma in questo momento
proprio per discutere del tema: un azzardo che non farebbe bene alla
nostra Provincia e alla nostra autonomia: auspico che entro il voto
si sappia qualcosa in più, altrimenti sarebbe utile sospendere e
riprendere la discussione in una prossima seduta. Vedo difficile, ha
osservato Manica, che si lasci sfuggire alla scadenza solo il piccolo
Trentino, mandando a gara le altre regioni senza che nessuna
protesti. Ha espresso poi perplessità sul tema dell’emergenza del
presente ddl, dal momento che l’eventuale pacchetto di investimenti
che si dovrebbero compiere, non potrà avere una ricaduta immediata
sulle bollette e sul costo dell’energia. Ostinarsi
all’interno dello schema delle gare è un rischio enorme per il
Trentino, ha aggiunto. Poniamo che si possa prorogare al 2029, come
immaginiamo di andare avanti nella gestione? Occorre ragionare su
questo, evitando di gestire tutto come è stata gestita l’emergenza
Covid. Questa norma, ad oggi, benché salutata con favore per
necessità da parte dell’attuale gestore e del sistema dei comuni,
non mi sento di votarla perché non è chiaro il percorso presso il
Governo e perché non è indicata la strada prioritaria che si
intende seguire.
Emendamento
a tutela delle spese di comuni e municipalità
Ivano
Job
(Coraggio Italia) ha ammesso
la difficoltà della situazione e sottolineato
che
l’energia elettrica è di tutti e forse si poteva forzare di più,
mentre quando la situazione si è fatta delicata è emerso che non
c’è stato un grande risultato da parte di coloro che hanno
rappresentato le parti pubbliche, la Provincia e i Comuni. Noi
lavoriamo costantemente per la sicurezza delle persone e
automaticamente dovremmo pretendere da chi amministra un impegno a
tutela dei cittadini trentini. Ha annunciato un emendamento nella
direzione della tutela delle spese dei comuni e delle municipalità.
Una
strada in salita, che potrebbe mettere a rischio la credibilità
dell’autonomia
Paolo
Zanella (Futura)
ha detto di riconoscersi a pieno in quanto detto dai colleghi,
principalmente da Manica. Ha rilevato che la presente proposta, pur
condivisibile nell’obiettivo e non nell’impianto, non avrà
ricadute di breve periodo sulle bollette degli utenti. Inoltre, la
strada è in salita, visto l’altissimo rischio impugnativa, per il
contrasto della proposta con la normativa della concorrenza. Se
fosse accolta e superasse lo scoglio dell’impugnativa, sarebbe
l’occasione comunque per ripensare il modello, cercando di andare
nella direzione della gestione pubblica della risorsa acqua. Si fa
comunque fatica a comprendere il perché del portare in aula questa
legge senza attendere l’esito dell’interlocuzione con il Governo,
mettendo a rischio l’autorevolezza e la credibilità della nostra
autonomia.
Occorre
chiarire gli obiettivi e le intenzioni del concessionario
Un
tema complesso, lo ha definito
Filippo Degasperi (Onda)
rispetto al quale occorre capire l’obiettivo. Da una parte abbiamo
un soggetto (europeo) che ci impone di indirizzarci verso le gare,
dall’altro (in Giunta provinciale) c’è poca chiarezza e poca
coerenza nel merito. Dal mio punto di vista mettere a gara questo
tipo di risorsa sarebbe assolutamente deleterio, ha osservato. Se il
bene lo ha in mano un soggetto pubblico siamo sicuri che gli
investimenti vadano a vantaggio del territorio e nel rispetto del
bene comune, mentre se ci sono di mezzo dei soggetti privati
l’incertezza e l’indeterminatezza è alta. Visto che la metà
delle concessioni sono in mano a soggetti privati, è giusto che
continuino a beneficiare di un bene pubblico senza una gara? Questo
occorre ricordarlo, perché Dolomiti Energia non è una società
pubblica e
non
lo è nemmeno nell’esercizio delle sue funzioni, visto che è
dovuta intervenire l’antitrust per bloccare l’aumento applicato
alle bollette dei trentini per fare gli interessi dei propri soci.
Degasperi ha poi notato che i debiti sono cresciuti e il patrimonio è
rimasto invariato, mentre l’attivo del 2021 è 10 volte rispetto a
quello del 2019 e questo è il meccanismo (poco chiaro) per il quale
la società è rimasta in piedi. Quando
scadono le concessioni i beni tornano al concedente e forse, dal
momento che un rischio lo dobbiamo correre, forse sarebbe questa la
strada da percorrere. Concludendo, questa norma non prevede una
proroga, ma ne ha gli effetti: non ci sono motivi ostativi rispetto a
questo, ma dobbiamo prima chiarire dove vogliamo andar e in
secondo luogo cosa
intende fare il concessionario, ovvero se intende
comportarsi in maniera coerente impegnandosi
ad attuare politiche di interesse pubblico. Altrimenti
a questo punto un concessionario vale l’altro.
Cruciale
votare
solo
con la certezza dell’accoglimento per evitare di farci
del male
Claudio
Cia (Fratelli
d’Italia) ha ricordato le perplessità che erano emerse circa
l’emergenza del presente disegno di legge, che hanno permesso poi
di approfondire e di dipanare numerosi dubbi sul tema nel lungo,
attento dibattito in Commissione. Nel frattempo il Presidente Fugatti
si è dato molto da fare nelle interlocuzioni presso il Governo,
tuttora in corso. Sarebbe bene però proseguire la discussione su
questo ddl, solo se la Giunta ha la certezza che il provvedimento non
verrà impugnato, altrimenti ci faremmo troppo male. Prima di
procedere ad un’eventuale votazione è dunque importante avere un
riscontro certo e definitivo delle interlocuzioni con il governo, ha
detto il consigliere di Fratelli d’Italia, chiedendo in tal senso
un pronunciamento da
parte dell’assessore
proponente.
L’assessore
Mario
Tonina
ha confermato che l’interlocuzione del presidente Fugatti con il
Governo è ancora in corso ed ha chiesto quindi di poter aggiornare
la replica a domani mattina.
I
lavori riprenderanno domani alle ore 10.00.