L'audizione in Terza Commissione
Marco Merler, ad di DE Holding, rassicura sulla situazione economico finanziaria del gruppo
Le risposte alle tante domande dei consiglieri provinciali
L’audizione
dell’amministratore
delegato di Dolomiti
Energia
Holding (Deh)
Marco
Merler chiesta
da Alessio Manica (Pd) sulla
situazione
economico-finanziaria della spa,
ha
impegnato oggi la Terza
Commissione presieduta
da Ivano Job (Misto-Coraggio Italia). L’organo
consiliare ha anche deciso di consultare nella prossima seduta i
referenti della petizione
popolare che
chiede alla Provincia di intervenire per mettere in sicurezza una
strada nella
zona artigianale di Arco.
Nel 2021 il mercato è
impazzito nel giro di pochi mesi.
L’amministratore delegato
della Holding di DE Marco Merler ha esordito, a proposito della
situazione creatasi negli ultimi 12 mesi, evidenziando che da quando
esiste il mercato della cosiddetta Borsa Elettrica in Italia, che ha
liberalizzato il settore dell’energia elettrica e del gas, i prezzi
cambiano di ora in ora modificando l’incontro tra domanda e
offerta. Il mercato dal 2004 al luglio 2021 ha sempre avuto alti e
bassi con oscillazioni dei prezzi. Il prezzo medio mensile aveva
toccato il massimo nell’ottobre del 2008 con 99,1 euro a MWh e poi in poco più di un anno si era quasi dimezzato. Il minimo si è
registrato nel maggio del 2020 con 21 euro a MWh. Da lì in poi e
fino a giugno del 2021 il prezzo minimo è stato di 84 euro, ma nel
dicembre 2021 è cresciuto di quasi 4 volte tanto arrivando a un
picco di 281 euro. A questa fase ne è seguita una di discesa e poi
nuovamente di impazzimento dei mercati fino a toccare i 543 euro,
mentre oggi siamo ritornati ai livelli di inizio anno, a poco più di
200 euro a MWh. Sono quindi saltati i meccanismi di mercato che
avevano garantito un andamento ordinato nell’arco di 20 anni, ha
commentato Merler. E lo stesso è avvenuto sul mercato del gas metano,
da cui nascono i noti problemi di approvvigionamento dell’Unione
europea e dovuti alla guerra in Ucraina.
La produzione di energia
elettrica è calata per l’estrema carenza di precipitazioni.
Il 2022 – ha aggiunto l’ad
– è stato oltremodo complesso per una società come DE, il cui
business coincide con la produzione di energia elettrica, che ha
toccato i minimi storici per l’estrema scarsità di precipitazioni. Perché mentre un pannello fotovoltaico produce su
base annua più o meno la stessa quantità di energia,
l’idroelettrico subisce oscillazioni anche molto accentuate. Non è
cambiata la media, perché i dati degli ultimi 10 anni non sono così
diversi dagli ultimi 20-30 anni, ma sono aumentate le oscillazioni.
Nel 2014 abbiamo avuto l’anno record positivo mentre il 2020 ha
segnato il record negativo che forse sarà battuto dal 2022. Con il
calo della produzione sono diminuiti i ricavi. Il costo maggiore
dell’idroelettrico è legato ai canoni che rimangono sempre
invariati nel tempo. Da ciò derivano oscillazioni dei risultati
della spa a seconda delle annate con tanta o poca acqua. Merler ha
precisato che i dati da lui forniti sono quelli già resi pubblici
per l’obbligo della spa di rispettare la disciplina sulla privacy,
e si riferiscono quindi al 2021 e agli anni precedenti. Per quanto
riguarda il 2022, l’ad ha spiegato la complessità della situazione
con il fatto che in condizioni normali l’aumento dei prezzi avrebbe
dovuto compensare l’eccessiva siccità, come è sempre accaduto in
passato in altri anni caratterizzati dalla scarsità di acqua.
Quest’anno non è andata così per due motivi: perché anche DE
come tutte le società del settore vendono in anticipo l’energia.
L’idroelettrico del gruppo De è pari al 10% di tutta la produzione
nazionale del settore, ma quest’anno l’energia venduta a prezzi
molto più bassi di oggi, a causa della siccità ha inaspettatamente
superato quella prodotta.
Nel 2021 i clienti di DE
hanno pagato 130 milioni di euro in meno.
A ciò si è aggiunta dal
gennaio scorso una normativa che ha introdotto una sorta di price
cape che durerà fino al 30 giugno 2023, con la quale si è previsto
che per i produttori da fonti rinnovabili con impianti entrati in
servizio dopo il 2010, la differenza tra il prezzo di vendita e i 58
euro del prezzo di mercato dev’essere riconosciuta a GSE, per cui
il prezzo è stato bloccato a 58 euro. Questo impedisce a DE fino al
giugno 2023 di beneficiare di potenziali extra-ricavi legati agli
aumenti di prezzo. Cosa che – ha concluso Merler – non può non
avere riflessi sull’andamento economico-finanziario del gruppo. Nel
decreto entrato in vigore in gennaio era previsto l’obbligo di
versare una extra-tassa che ha pesato su DEH per 33 milioni di euro
di costi aggiuntivi per la società. DE spa che all’interno del
gruppo compra l’energia e il gas sul mercato e lo vende ai clienti
finali, non ha avuto risultati positivi né nel 2021 né nel 2022,
perché con questi prezzi impazziti non è riuscita a trasferire
tutti questi aumenti ai consumatori finali. Per questo – ha
spiegato l’ad – nel 2021 i nostri clienti hanno pagato 130
milioni in meno rispetto ai prezzi di mercato. L’offerta in
convenzione più nota di DE, Etik, prevede uno sconto iniziale sul
prezzo dell’energia che va dai 15 ai 25 euro all’anno. Sconto che
nel calcolo complessivo della bolletta era sostenibile. Ma con i
prezzi a 500 euro lo sconto ha raggiunto i 50 euro diventando
totalmente insostenibile. E l’articolo 3 del decreto aiuti bis
dell’agosto scorso ha bloccato le possibilità di modificare i
contratti rendendo ancor più insostenibile la situazione. Nonostante
tutto questo – ha rassicurato Merler – per il gruppo la
situazione non è drammatica anche se quest’anno non sarà
sicuramente ricordato tra i migliori della nostra storia.
Merler ha infine ricordato che
il gruppo è formato da DE Holding che presta servizi alle società
sottostanti, DE spa che è la società commerciale che compra e vende
il gas, da Hydro DE e infine dalle società che gestiscono in regime
di monopolio le reti che sono Set distribuzione e Novareti per la
distribuzione del gas e la gestione degli acquedotti comunali di
Trento e Rovereto.
La discussione.
Spiegando i motivi di questa
audizione da lui richiesta, Alessio Manica ha ricordaato che
DE ha nella Provincia autonoma di Trento il proprio socio di
maggioranza con il 60% delle quote. Per questo il Consiglio
provinciale non può permettersi di basarsi solo sulle informazioni
veicolate sul gruppo dai giornali, compresa la notizia sui 180
milioni di euro di debito della spa. Inoltre DE gestisce la risorse
più preziosa del Trentino che è l’acqua. Ecco perché occorreva
capire meglio con questa audizione dell’ad la reale situazione
economico-finanziaria della società, considerata la crisi
internazionali in corso. Manica ha chiesto se le difficoltà
economiche di DE permettano alla legge proposta dalla Giunta sulle
concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche di stare in
piedi. E come mai Alperia, società responsabile della gestione
dell’energia di proprietà della vicina Provincia di Bolzano, non
sia in difficoltà come la trentina DE. Il consigliere ha infine
chiesto perché se uno dei problemi di DE è aver fissato da tempo i
prezzi dell’energia, non ha potuto beneficiare dell’aumento dei
prezzi sul mercato.
Merler ha risposto che
sul debito vi è stato vi è stata un aumento importante della
posizione finanziaria netta. Prima della crisi il Gruppo DE fatturava
circa 1,5 miliardi di euro. Nel 2021 abbiamo chiuso a 1,2 milardi. Di
norma l’ammontare dei debiti ha sempre oscillato tra i 400 e i 600
milioni di euro, ma questo – ha precisato – è del tutto normale
per una società che deve ricorrere a prestiti per poter acquistare
l’energia che non produce. Detto ciò, i 600 milioni di euro sono
stati superati a causa dell’aumento del prezzo dell’energia
acquistata. L’ultimo bilancio di dicembre ha risentito dell’aumento
stagionale dei consumi di gas maggiormente utilizzato nei mesi freddi
per il riscaldamento. Merler ha avvertito in particolare che il gas
consumato dai clienti in questo mese di novembre sarà pagato da DE a
metà dicembre e la società inizierà a fatturarlo ai clienti dal 20
dicembre in poi e incasserà il corrispettivo dai clienti in
febbraio. Ora, il gas acquistato da DE in dicembre, prima della
crisi, valeva 20-30 milioni di euro. Quest’anno ne potrebbe valore
tra i 150 e i 180 milioni di euro. DE deve necessariamente anticipare
questa cifra da trasferire poi sulle bollette dei clienti finali.
L’aumento dovrebbe però essere transitorio e legato a queste fasi.
Il bilancio 2021 – ha aggiunto – chiude con un utile
interessante. Enel ha chiesto un finanziamento da 16 miliardi di euro
e Alperia da 1,4 miliardi di euro per finanziare questo fenomeno. Per
quanto riguarda il disegno di legge della Giunta sulle concessioni
delle grandi centrali idroelettriche della Provincia, Merler non ha
dubbi che sia sostenibile perché gli investimenti previsti per
migliorare gli impianti si svilupperanno nel corso dei prossimi anni
e vi sono le risorse perché possano essere finanziati impegnando i
futuri ricavi. Quanto ad Alperia, questa società ha beneficiato
delle centrali a gas di cui è proprietaria e per questo ha avuto un
ottimo risultato. La società DE che si occupa della vendita si era
impegnata a fornire l’energia a 70 euro, stimando ex ante la
quantità di produzione stimata e senza poter sapere a priori quanto
consumeranno i clienti. Nel 2021 e nella prima parte del 2022 abbiamo
patito una sottostima dei consumi post-Covid. Ci siamo trovati con i
clienti che hanno consumato di più e questo ha costretto DE ad
andare ad acquistare l’energia a un prezzo maggiore dei 70 euro
prefissati. IL fatto è – ha concluso Merler – che il prezzo del
gas era sempre stato agganciato a quello del gasolio, mentre oggi
assistiamo a un disallinamento del tutto inedito. Per questo c’è
chi ha spento il cogeneratore di gas metano ed è tornato al gasolio.
Job ha poi posto
numerose domande a Merler per sapere se la società produttrice di DE
è obbligata alla vendita diretta a GSE o potrebbe vendere
direttamente alla propria società che si occupa della vendita.
Merler ha risposto che questo in parte è possibile. A un’altra
domanda del consigliere relativa agli importi liquidati da DE a
Fedaia Holding, Merler ha risposto che il dividendo incassato dal
socio di Hydro DE è in media di 18 milioni di euro all’anno su un
investimento superiore a circa 250 milioni. A proposito del valore
dei beni asciutti delle centrali chiesto da Job, Merler ha chiarito
che si aggira sui 700 milioni di euro. Sull’ammontare dell’importo
accantonato e destinato a riserva del gruppo DE Merler ha risposto
che nel bilancio 2021 il patrimonio netto del gruppo è di 787
milioni di euro a fronte di un capitale sociale di 411, quindi le
riserve sono pari a 376 milioni. Ancora, l’ad ha risposto a una
domanda sui clienti di DE precisando che solo in Italia, come pure
gli investimenti. Job ha anche chiesto se è possibile fissare un
limite al prezzo massimo dell’energia elettrica, una sorta di tetto
e se una quota della corrente prodotta possa servire da riserva per i
clienti del Trentino. Merler ha risposto che una parte di questa
domanda non è di sua competenza perché ha un contenuto politico nel
quale come ad della società non può entrare. Tuttavia ha spiegato
di non poter neppure svendere il prodotto per non depauperare il
patrimonio della spa. Vi sono però dei vincoli, perché tutti gli
anni De è obbligata a riservare alla Provincia una quota importante
di energia. C’è poi un tema di mercato sui prezzi. Il punto per
Merler è che occorre cambio di mentalità a questo livello. Sta
infati nascendo un mercato a prezzi fissi, ma occorre allora un patto
serio la cui stipula è oggi impedita dalla norma, per cui ad esempio
per i prossimi 5 anni si fissa un prezzo ragionevole e lo si mantiene
nel tempo ma in entrambe le direzioni, sia quando i prezzi salgono
sia quando si abbassano. Per 5 anni si fissa un prezzo ragionevole
per non subire l’altalena dei prezzi, sì, ma oggi De non può
farlo perché non ha un orizzonte di concessione sufficientemente
lungo, di almeno 5 anni in quanto la scadenza delle concessioni è a
fine 2024.
Paolo Zanella (Futura),
partendo dall’osservazione che le centrali idroelettriche attingono
a una forte rinnovabile solo fino a un certo punto, ha chiesto se DE
intende differenziare le fonti puntando anche sul fotovoltaico.
Zanella ha posto inoltre domande sul rapporto tra DE e le comunità
energetiche e sui dividendi, per sapere quali siano le previsioni per
il 2022 e il 2023. Infine sul mercato di maggiore tutela ha chiesto
se, in assenza di proroghe previste nella finanziaria, vi sarà un
passaggio dei clienti al mercato libero. Merler ha risposto di
si all’esigenza di diversificare le fonti, obiettivo a cui DE sta
lavorando ma nell’ottica di subire meno la variabilità legata alla
risorsa idrica. Le analisi e le consultazioni degli esperti su questo
tema non parlano di un trend chiaro, il che significa che non è
detto che nei prossimi 15-30 rimarremo senza acqua per le centrali.
Il vantaggio di avere alle spalle dei ghiacciai è di garantirsi con
questo polmone un andamento più stabile della risorsa idrica
rispetto all’incertezza delle precipitazioni. Inoltre oggi
l’idroelettrico è ancora di gran lunga la fonte maggiore di
produzione di energia, perché rimane l’ultima delle fonti
rinnovabili programmabili. E sarà proprio questo a tenere in piedi
il sistema. Ecco perché per DE gli impianti vanno potenziati, magari
concentrando la produzione in meno ore rispetto ad oggi. Ma non con
una sostituzione. Sulle Comunità energetiche Merler ha risposto che
DE può dare una mano sul lato tecnico e della gestione dei flussi di
energia per massimizzare i risultati di questi enti sollevandoli da
adempimenti operativi. Quanto infine ai dividenti, nel 2022 l’importo
era stato in linea con gli anni precedenti mentre nel 2023 non
saranno probabilmente così brillanti e sarà l’assemblea dei soci
a decidere come distribuirli. Infine Merler ha confermato che la
parte riguardante le partite Iva e i condomini che sono ancora in
regime di maggiore tutela, passeranno dal primo aprile sul mercato
delle tutele graduali, come fase transitoria in cui sceglieranno il
fornitore. E la speranza è che scelgano DE.
Alex Marini
(Misto-5 Stelle) ha posto infine una serie di domande a Merler. Alla
prima relativa all’ammontare dell’energia ceduta gratuitamente da
DE alla Provincia per il funzionamento di scuole, ospedali, musei, la
risposta è stata che la quota è ogni anno di 140 milioni di MWh che
rappresentano il 23% del fabbisogno e che quello complessivo è di
3.300-3.400. A una seconda domanda relativa alla possibilità che DE
proponga ai clienti anche un servizio di efficientamento perché nei
prossimi anni gli edifici pubblici consumino meno, Merler ha risposto
che di questo si sta ragionando, maggiungendo però che vi sono dei
vincoli perché alcuni asset non sono disponibili e su questo terreno
si entra in competizione con altri soggetti. DE sta comunque studiano
un progetto di project financing. A un’altra domanda di Marini
sulla possibilità dell’utente di avere accesso ai dati per poterli
comparare con altri operatori sulla base della serie storica di DE,
Merler ha risposto che la società sta già mettendo a disposizione
questi dati storici agli utenti che si registrano nel sito. Inoltre
ha segnalato che sta per arrivare la fase change 2, perché i
contatori di prima generazione sono quasi a fine vita tecnica e nel
2023 saranno sostituiti dai nuovi, i cosideddetti 2G, capaci di
misurare ogni quarto d’ora l’energia erogata dal fornitore. Il
dato si potrà mettere a disposizione anche del cliente finale perché
sia possibile verificare i consumi in tempo reale.
Sempre a Marini sull’impegno
di DE e Alperia per la mobilità elettrica, Merler ha risposto che
sono state installate 600 colonnine ma oggi pare che servano di più
dei punti di ricarica rapida. Ad oggi le colonnine non sono sature e
la domanda è inferiore all’offerta. La società dedicata ha quindi
chiuso in perdita il 2021.
A un’altra domanda di Marini
sui sistemi di gestione dell’energia intelligenti per le grandi
imprese, Merler ha risposto che DE sta muovendosi anche in questa
direzione con la società EPQ di cui ha acquistato una quota per
rafforzare le proprie competenze in questo settore e permettere al
consumatore di partecipare al cosiddetto bilanciamento della rete.
Job ha chiesto se sulla
produzione di DE se sia previsto un utile. Merler ha risposto che la
speranza è questa.
Zanella ha chiesto se i
dividendi distribuiti nel 2023 ai Comuni siano quelli del 2021
per i soci, Merler ha risposto di sì e che si tratta comunque di
piccole percentuali, il 5,83% per Trento e il 4,5% a Rovereto.