Dalla Prima Commissione
Concluse le audizioni sul bilancio provinciale. Sentiti Asuc, categorie agricole, Fidae e Cal
In allegato, il documento con le osservazioni del Consiglio delle autonomie locali
Si
sono concluse nel pomeriggio di oggi presso la Prima Commissione
guidata da Vanessa Masè, le consultazioni con i soggetti
interessati per l’espressione del parere alla manovra di bilancio
di previsione della Provincia, all’esame dell’organismo e che,
come di consuetudine, si discuterà in aula nell’ultima sessione
dell’anno. Ascoltate le Asuc, le categorie agricole, la Federazione
istituti di attività ricreative e il Consorzio dei Comuni. In
allegato la sintesi delle posizioni emerse.
Le
ASUC chiedono il mantenimento dei contributi e una
riflessione sulla gestione delle cave
Andrea
Parisi, membro del Comitato esecutivo Asuc, ha chiesto che nel
bilancio di previsione si faccia un riferimento al contributo a
favore delle Asuc, da quest’anno aumentato. Sarebbe importante come
associazione vedere anche per i prossimi tre anni il contributo così
come è stato formulato quest’anno, per permettere di programmare
l’attività delle associate. Un’altra osservazione ha riguardato
la modifica alla legge cave, che prevede di dare in gestione alle
Asuc le aree di proprietà nelle zone estrattive. Una previsione che
vede le Asuc favorevoli purché nella legge, onde evitare
contenziosi, visti i rapporti poco sereni con i comuni, si entrasse
più nel merito della gestione, sopratutto laddove esiste una
sovrapposizione delle proprietà.
Alex
Marini (Misto-5 Stelle) ha chiesto delucidazioni sui mezzi di
finanziamento delle Asuc, alla luce delle attuali, generalizzate
difficoltà economiche. Ha chiesto poi se la norma vigente assicuri a
parere delle Asuc garanzie sufficienti in materia di sicurezza.
Parisi ha replicato che dalla relazione ai bilanci risultano
evidenti gli sforzi economici sostenuti dalle Asuc nella gestione del
territorio, una gestione che ha definito “curata e ragionata”.
L’assessore Gottardi ha deciso di aumentare notevolmente il
contributo stanziato e l’intenzione è quella di creare un fondo di
solidarietà in modo da poter tamponare puntualmente le Asuc che si
venissero a trovare in difficoltà, ha chiarito. Quanto alle
concessioni per le aree estrattive, l’idea è quella di consorziare
le Asuc affidando a professionisti del settore una consulenza per la
gestione. Non siamo preparati a questa sfida, ma la riteniamo
un’opportunità da cogliere, magari cercando di arrivare ad un
ripristino sicuro, qualora l’area estrattiva venisse chiusa, ha
aggiunto. Infine, sul tema sicurezza, una grossa mano per sollevare
da eccessive responsabilità i membri del Comitato sarebbe a suo
avviso quella di proseguire in tempi rapidi la discussione sulla
legge nazionale 168. Attualmente infatti, stante la classificazione
delle Asuc come “enti pubblici” è complicato soddisfare tutti
gli adempimenti imposti a quella fattispecie.
Categorie
agricole: apprezzamento per gli sforzi della Giunta a sostegno del
settore
Tutte
le Categorie agricole hanno espresso apprezzamento per gli sforzi
della Giunta a sostegno dei settori agricolo e zootecnico ed hanno
aggiunto alcune considerazioni generali. Gianluca Barbacovi,
presidente di Coldiretti è partito dai giovani: per loro sarà
fondamentale pensare una misura diversa rispetto al passato, con
contributi non più solo a fondo perduto, ma anche in conto interessi
per permettere così di responsabilizzarli. Tornerei a incentivare la
banca della terra che è un argomento importante anche per il nostro
territorio, ha detto. Altro aspetto quello della liquidità per le
imprese anche in considerazione della forte inflazione e la
restituzione di quello previsto per il fondo di rotazione che può
permettere progetti ambiziosi e strutturati per il territorio.
Apicoltori, altro settore che occorre aiutare, facendo sì che gli
aiuti inseriti a bilancio non siano a spot, ma strutturali. Per il
settore idrico dobbiamo riuscire ad inserirci sul Pnrr nazionale,
cercando di cofinanziare tutti i progetti presentati. Infine, un
sostegno forte va dato alla zootecnia, con riflessioni importanti
rispetto al futuro perché serve recuperare i pascoli e rafforzare
l’intera filiera, partendo dalle aziende e dalla strategia di
commercializzazione.
Massimo
Tomasi direttore Cia, ha osservato che serve un’ottimizzazione
delle risorse: bene il sostegno al rinnovo varietale del settore
frutticolo, che sta soffrendo parecchio. Bene la giusta e corretta
valorizzazione dei prodotti e la previsione fatta in manovra sulla
stipula di mutui per la liquidità: servono attività strutturate a
monte, ha aggiunto, altrimenti si rischia di vanificare gli sforzi.
Infine, ha evidenziato la particolare difficoltà del settore
cooperazione e dei caseifici.
Diego
Coller Presidente di Confagricoltura ha contestualizzato la
manovra nel post Covid e nelle difficoltà economiche seguite al caro
energia e alla guerra in Ucraina che stanno mettendo a dura prova il
tessuto economico trentino, ma anche nazionale ed europeo. Queste
dinamiche, ha osservato, sono state affrontate in maniera oculata ed
attenta a sostegno dell’impresa trentina. Per quanto riguarda il
comparto agricolo stiamo vedendo che le aziende stanno facendo fatica
con il rincaro delle spese energetiche e delle materie prime, senza
contare la crescita degli interessi e il costo del denaro. Bene il
fondo di rotazione, sperando che mantenga una pressione sugli
interessi bancari che dia fiato alle imprese e ai diversi settori,
anche quelli minori, che rappresentano una grande importanza
nell’economia agricola trentina. Si sta lavorando molto bene anche
per combattere le fitopatie, ha aggiunto, raccomandando di proseguire
e sostenere i progetti del Pnrr e i giovani. Bene anche l’impegno
sulla zootecnia e acqua coltura per sviluppare concetti di sviluppo
tramite l’accesso a sostegni nazionali.
Giacomo
Broch, presidente Federazione Allevatori ha richiamato la
difficoltà del settore da un anno e mezzo a questa parte e ha
ribadito l’importanza di sostenere i giovani, ma anche le aziende
esistenti, con obiettivi chiari e di potata importante.
L’investimento in zootecnia è molto più gravoso rispetto ad altri
settori, ha aggiunto. Bene in questo senso anche la conferma delle
risorse sull’alpeggio. La siccità nell’estate scorsa ha dato la
botta di grazia al settore: l’assessore si è mossa molto bene
dichiarando lo stato di calamità. Sappiamo che la zootecnia di
montagna è un settore fragile, oggi dobbiamo mantenere quello che
c’è, il latte e le aziende. La politica tutta dovrà individuare
nuovi strumenti, magari già nell’assestamento sulle stalle e sul
comparto latte.
Alex
Marini ha rivolto alcune domande sulle opportunità offerte dal
marchio eco ristorazione e dalla carta acquisti. Coller ha
replicato che le associazioni sono al lavoro per approfondire ed
affrontare le criticità in modo che domanda e offerta si incrocino
meglio possibile sul tema. Anche sull’agriturismo sono stati messi
importanti paletti nell’introduzione dei prodotti locali, senza
contare i grossi sforzi nel coniugare al meglio agricoltura e
turismo. Barbacovi ha aggiunto che tutto ciò che può
incentivare l’acquisto di prodotti locali è apprezzato: era stata
fatta la proposta di detrazione fiscale sugli acquisti di questo
tipo, proprio per incentivare la commercializzazione dei prodotti del
territorio, ha ricordato.
Ugo
Rossi (Misto), ha richiamato l’iniziativa di finanziamento
supplementare auspicata da Broch per l’assestamento: se il tema per
gli allevatori è di straordinaria attualità, ha suggerito di
intervenire già in questa finanziaria, cercando le risorse nelle
pieghe di questa manovra di bilancio. Broch ha ribadito che
sarebbe provvidenziale recuperare delle risorse già a dicembre,
viste le tempistiche e viste le difficoltà in cui gravita il
settore. Dal luglio scorso, infatti, a seguito della siccità, le
criticità si sono ulteriormente acuite. Sulla ristorazione e sugli
alberghi si può fare molto di più, ha aggiunto replicando a Marini,
per promuovere il consumo di prodotti trentini, sopratutto latte e
formaggi.
FIDAE:
il grave allarme lanciato delle scuole paritarie: si apra un tavolo
di dialogo urgente
Per
la Federazione istituti di attività ricreative Bruno Davis
(Arcivescovile di Trento) ha condiviso una preoccupazione delle
scuole cattoliche che subiscono l’attuale, pesantissima congiuntura
storico economica. Gli interventi della Pat sono a favore degli
studenti e delle istituzioni, sotto forma di assegni di studio e
contributi in conto gestione. Il servizio si rivolge a circa 3400
famiglie e la comunità educante, tra personale docente e non
docente, che in maniera diversa contribuisce alla formazione della
persona, comprende 554 dipendenti. Le famiglie concorrono alla spesa
con rette accessibili in modo che la libertà di scelta educativa sia
salvaguardata. Il servizio offerto: orario personalizzato che si
chiude oltre le 18.00 dal lunedì al venerdì per fornire un supporto
pieno alle famiglie. Ad oggi la Pat contribuisce con assegni di
studio, sostegno agli studenti con bisogni speciali, contributo in
conto gestione e a sostegno di progetti. Franca Penasa,
amministratrice del Sacro Cuore è entrata nel tema dell’andamento
del conto gestione, che evidenzia una diminuzione sostanziale del
14,5% dal 2005, a fronte del contestuale 33,4% di aumento dei tassi
che attesta il grave valore di perdita della quota di contributo, che
si è quasi dimezzata. Dall’analisi dei rendiconti delle scuole
emerge un disavanzo strutturale e congenito a seguito della ridotta
capacità del contributo di copertura dei servizi e del costo del
personale. Il collegio dei revisori auspica che l’ente gestore
prenda coscienza di un situazione oggettiva al fine di ridefinire i
parametri per il mantenimento del ruolo nella comunità trentina. E’
necessario dunque disegnare con la Pat un nuovo patto/accordo in cui
si valuti l’aumento del contributo ordinario degli enti gestori, un
adeguamento delle misure a sostegno delle famiglie e dell’acquisto
e rinnovo delle attrezzature, a salvaguardia della libertà
educativa, come risposta e presa in carico di allievi e famiglie non
solo dal punto di vista didattico, ma nella formazione integrale
della persona, fatte salve l’eccellenza nella qualità
dell’insegnamento rappresentata dalle scuole paritarie nel panorama
scolastico nazionale. Infine, Penasa ha auspicato l’apertura di un
tavolo di verifica e di dialogo finalizzato a stabilire
un’operatività almeno di medio periodo per le scuole paritarie
della Provincia.
Ugo
Rossi ha chiesto se FIDAE abbia già rappresentato le proprie
istanze all’assessore competente e se non valga la pena dare un
approccio sistemico al tema, in un tavolo dedicato che faccia un
ragionamento che tenga conto dell’upgrade che il settore può
garantire in prospettiva al contesto scolastico generale. Se questo
approccio fosse condiviso, si potrebbe immaginare un ordine del
giorno in tal senso, ha aggiunto.
Penasa
ha detto di cogliere la suggestione, pur confermando che le
scuole paritarie fanno grossi sforzi anche sui convitti e che
l’apporto di servizio fornito dalle scuole sia particolarmente
importante, visto che è garantito dalle 07.30 alle 18.00 di sera. In
questa seduta stiamo dicendo a tutti come stanno le cose, affinché
ci sia una collettiva assunzione di responsabilità. Davis ha
ringraziato per lo spunto, condivisibile e ha aggiunto che il
problema sono proprio le prospettive future e il valore aggiunto che
le scuole possono dare al sistema.
Hnano
preso parte all’audizione anche Giulio Margoni (Scuola
paritaria Sacra famiglia di Trento) e Alessandro Laghi dirigente
della scuola la vela di Rovereto.
CAL:
delusione per l’assenza degli investimenti: richiesta utilizzo
avanzi di comunità e possibilità di fare debito
Il presidente del Consiglio delle autonomie locali - Consorzio dei Comuni Paride
Gianmoena si è soffermato in primis sul
protocollo di finanza locale, approvato poco fa dal Cal,
inquadrandolo nel contesto di difficoltà attuale e distinguendo due
sezioni: la parte corrente e gli investimenti. Sulla parte corrente
si parla di uno stanziamento di circa 40 milioni di euro (20+3 per
mettere in sicurezza i bilanci di previsione dei Comuni e il resto
destinato ad un fondo emergenziale a copertura degli aumenti dei
costi dell’energia). I 40 milioni, ha specificato, si sostituiscono
all’ex FIM (Fondo investimenti minori) che era stato attenzionato
dalla Corte dei Conti. La volontà dei comuni è quella di non
aumentare la pressione fiscale, ha aggiunto, dando premialità a chi
lavora insieme, per l’assunzione di personale per le gestioni
associate tra comuni e Comun general de Fascia. Bene per la
parte corrente, mentre sugli investimenti Gianmoena ha espresso
delusione, perché nel protocollo non ci sono risorse: l’ex Fim non
c’è più, né il Fondo di riserva, anche se c’è un impegno
politico per trovare le risorse in assestamento. E’ stato dunque
chiesto alla Pat di poter utilizzare gli avanzi di comunità in
maniera libera per fare investimenti e di dare la possibilità ai
Comuni di fare debito per poter immaginare una programmazione. Da una
parte dunque soddisfazione per la parte corrente, dall’altra
difficoltà, accentuata in questa fase, di non poter programmare
oltre l’immediato. Capiamo la straordinarietà del momento, ha
aggiunto, ma la situazione è complessa.
Sugli
articoli, ha espresso apprezzamento per la proroga dei plateatici
fino ad aprile, nella norma a sostegno delle zone periferiche e
svantaggiate è stato chiesto di ragionare anche sulle zone ad alta
vocazione turistica. Ha quindi riproposto un tema annoso, quello
della partecipazione dei Comuni all’interno di Itea e la
possibilità di differenziare le aliquote dell’Imis per gli
immobili sfitti.
Ugo
Rossi ha chiesto se Gianmoena possa anticipare quali siano le
modalità definite per l’utilizzo degli avanzi di comunità e se la
Pat si sia impegnata a destinare gli avanzi oltre che alle finalità
energetiche anche ad altre finalità. Infine se ci sia qualche
elemento di caratterizzazione sull’utilizzo dei 40 milioni di euro.
Gianmoena ha chiarito che in prima bozza c’era un vincolo di
destinazione ai settori del risparmio energetico, mentre non avendo
ad oggi risorse disponibili, è stato chiesto di togliere i vincoli.
Quanto al fondo straordinario di 40 milioni, la decisione concordata
con l’assessore Gottardi, è stata quella di raccogliere dei dati
circa il fabbisogno dei comuni e delle società che gestiscono gli
impianti comunali e di suddividere le risorse sulle necessità.
L’idea sarebbe di comportarsi di conseguenza anche per le altre
risorse.