In Seconda Commissione. Respinto il disegno di legge di Olivi sulle relazioni industriali
Fondo per i familiari delle vittime di incidenti mortali sul lavoro. Audizioni sul ddl di Marini
In allegato, i due provvedimenti discussi e le osservazioni dei soggetti consultati
Respinto
il ddl di Alessandro Olivi (PD) sulla promozione e la certificazione
della rappresentanza e per la valorizzazione delle relazioni
industriali, la seconda Commissione di Luca Guglielmi, ha
ospitato questo pomeriggio le consultazioni in merito al disegno di
legge 119 "Integrazione della legge provinciale 6 ottobre 2011,
n. 13 (Fondo di solidarietà per i familiari delle vittime di
incidenti mortali sul lavoro o in attività di volontariato), per la
prevenzione degli infortuni sul lavoro" (proponente consigliere
Marini). In allegato la sintesi delle posizioni emerse, tutte in
diversa misura favorevoli all’introduzione delle norme.
A
Bolzano si procede per via amministrativa
Flader
Sieghart, direttore dell’Ispettorato del lavoro della Provincia
autonoma di Bolzano ha detto che in Provincia di Bolzano non è stata
prevista una norma, ritenendo che si possa operare in sede
amministrativa e anche perché un provvedimento di questo tipo è già
contenuto nella legge nazionale. In particolare, con riferimento al
fondo di solidarietà per i familiari di vittime sul lavoro, l’Inail
ha un capitolo dedicato adeguato di recente e la Provincia di Bolzano
non ha pensato di intervenire nemmeno in questo frangente. Sieghart
ha poi confermato che a Bolzano c’è un sistema di suddivisione,
monitoraggio e di accertamento delle sanzioni.
Introito
medio di 400-500.000 euro all’anno in attesa di indirizzo
sull’impiego
Dario
Uber, direttore dell’Unità operativa prevenzione e sicurezza
ambienti di lavoro dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari,
ha suggerito che il Fondo sia mantenuto nel contesto della
prevenzione e ha osservato che sarebbe incoerente attingervi per
altre finalità. Rispondendo ad una domanda di Ossanna Uber ha
chiarito che ci sono fluttuazioni importanti, ma orientativamente
l’introito medio del Fondo si aggira sui 400.000-500.000 euro
all’anno, una cifra abbastanza consistente che per il momento sta
giacendo in attesa di indirizzi più precisi su come impiegarla.
Marini ha chiarito che la finalità della proposta è quella
di raccogliere in maniera trasparente gli introiti derivanti
dall’applicazione delle sanzioni sul diritto del lavoro e poi
assicurare un riutilizzo coerente di questi fondi.
Più
che un obbligo la sicurezza deve diventare una cultura
Delle
numerose associazioni agricole presenti, hanno preso la parola
Daniele Bergamo per l’Associazione contadini trentini (ACT),
rispettivamente direttore e presidente, Lorenzo Gretter,
direttore di Confagricoltura del Trentino e Paolo Calovi,
Presidente della Confederazione italiana agricoltura (Cia). Un
provvedimento assolutamente apprezzabile, ha esordito Gretter
che ha sottolineato come già da tempo si operi nell’ambito della
prevenzione nel settore agricolo. “Più che un obbligo la sicurezza
deve diventare una cultura”, ha convenuto anche Calovi che
ha sottolineato come il mondo agricolo era escluso fino al 2008 dal
tema sicurezza e in pochi anni ha dovuto fare le corse per adeguarsi.
Bergamo ha premesso che le risorse provenienti da iter
sanzionatori dovrebbero dare una spinta alla cultura della sicurezza.
Ha poi elencato alcuni suggerimenti di modifica: vista la grande
diffusione di aziende agricole a carattere familiare ha chiesto la
possibilità di estendere la copertura anche ai collaboratori
familiari, che apportano un lavoro prezioso, anche se non risultano
assunti o iscritti alla previdenza obbligatoria. La copertura
dovrebbe poi essere corrisposta indipendentemente dal luogo di
residenza dei lavoratori e si dovrebbe fissare una determinata soglia
per l’accesso al beneficio. Infine, visto che il Fondo viene poco
utilizzato ha rappresentato l’opportunità di una campagna di
informazione sulle sue caratteristiche e finalità.
La
finalità del ddl è tutt’altro che aumentare il carico
burocratico, al contrario è quella di promuove il rafforzamento
della cultura della prevenzione e della sicurezza, ha chiarito
Marini.
Semplicità
e velocità di adozione e diffusione di cultura e formazione sul tema
Le
parti sindacali hanno partecipato all’audizione in forma congiunta
con Michele Bezzi (Cisl) Walter Alotti (Cgil) e Manuela
Faggioni (Cgil). Quest’ultima ha salutato positivamente
l’istituzione del Fondo finalizzato all’utilizzo delle operazioni
di sanzione per finanziare la prevenzione della sicurezza sui luoghi
di lavoro. Un provvedimento che darebbe anche seguito ad un obiettivo
già individuato con una risoluzione della stessa Giunta. Importante
la semplicità di adozione e realizzazione del Fondo e tempi brevi:
no burocrazia, dunque. Bezzi ha aggiunto la necessità di una
dotazione/integrazione finanziaria sufficiente e l’importanza di
partire dalle scuole con l’informazione/formazione/cultura della
prevenzione e sicurezza. Alotti ha segnalato tre questioni: il
fondo attualmente in essere risarcisce solo i parenti di vittime
trentine; la necessità di allagare le fasce dei riceventi
utilizzando magari il sistema usato dalle assicurazioni; che il
regolamento preveda la consulenza di un rappresentante dei
lavoratori. Marini ha precisato che la proposta nasce proprio
dall’impegno di una risoluzione che prevedeva l’istituzione del
Fondo e in assenza di una normativa quadro il Fondo è stato
collocato nell’alveo di una legge provinciale esistente. Il rimando
al regolamento assicura il coinvolgimento delle associazioni di
categoria e dei sindacati.
Un
tema serio e concreto che sta molto a cuore alla categoria
imprenditoriale: proposta lodevole
Infine,
per il Coordinamento provinciale imprenditori hanno preso la parola
Robert Pallanch, Laura Licati per Asat, Mauro
Bonvicin di Confcommercio, Lorenzo Garbari di Ance
Associazione trentina dell’edilizia. Pallanch ha pronunciato
un parere favorevole al ddl esprimendo anche alcune considerazioni
aggiuntive per respingere le accuse che “in una visione distorta”
imputano al mondo imprenditoriale disattenzione su questo tema, un
tema serio e concreto che sta molto a cuore alla categoria. Si
dovrebbe aprire un dibattito libero e aperto da pregiudizi ideologici
per impostare un nuovo approccio sulla sicurezza sui luoghi di lavoro
guardando anche a quanto accade fuori dalla nostra piccola Provincia.
Alcuni dati smentiscono affermazioni e pregiudizi e anche se non è
questa la sede per approfondire, basta citare il numero in calo degli
infortuni, riconducibili tra l’altro per la metà a quelli in
itinere. Le categorie economiche hanno dimostrato impegno nel
promuovere negli anni la sicurezza, l’informazione e la formazione
in materia di sicurezza e prevenzione degli infortuni per tutte le
categorie. Un’offerta costantemente implementata in ottica di
aggiornamento e promozione della salute e della qualità del
servizio, con aggiornamenti e revisione dei documenti di valutazione
del rischio. Garbari ha aggiunto che l’intervento è
lodevole e che in tema di sicurezza non siamo all’anno zero come
spesso certe categorie tendono a far passare: i dati in nostro
possesso confermano infatti che gli indici di frequenza e di
incidenza degli infortuni negli ultimi anni sono scesi notevolmente.
Questo occorre riconosce che è il frutto della grande opera di
prevenzione messa in campo dalla categoria in questo settore. Ha
auspicato che la proposta sia concreta e apporti un miglioramento
continuo. Marini ha ringraziato per gli interventi e per gli
utili dati sugli infortuni e sull’attività di diffusione della
formazione e cultura della prevenzione. Ha chiesto poi se si sia
fatto qualcosa come categoria per indagare/misurare il benessere
psicologico o il disagio del lavoratore. Bonvicin ha chiarito
che da diversi anni nel documento di valutazione dei rischi è
contenuta anche una valutazione dello stress da lavoro correlato, che
tiene conto di aspetti di natura psicologica dei lavoratori. Licati
ha ricordato sul tema il tavolo di lavoro sul mobbing e i
questionari sui lavoratori.
Respinto
il ddl Olivi sulla promozione delle relazioni industriali: se ne
riparlerà in aula
Il
consigliere Olivi ha chiesto di anticipare l’esame del
disegno di legge a sua firma, il 101 che reca "Disposizioni per
la promozione e la certificazione della rappresentanza e per la
valorizzazione delle relazioni industriali" e si è espresso
affinché la sua proposta venga messa ai voti, dal momento che,
sebbene richiesto ed auspicato in diversa misura e da parecchio
tempo, non si è mai realizzato un dialogo con la Giunta
sull’argomento: a questo punto è meglio che il disegno di legge
venga affrontato in aula, ha detto. La proposta è stata quindi
votata e respinta con l’astensione dei consiglieri Degodenz e
Ossanna.