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14/10/2022 - In aula o in commissione

Prime audizioni sul ddl 162 che propone di prorogare fino al 2029 le concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche

In Terza Commissione. Lunedì le ultime consultazioni

Prime audizioni sul ddl 162 che propone di prorogare fino al 2029 le concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche

Anche il nuovo polo ospedaliero universitario inserito tra le opere affidate a un commissario

Prime audizioni sul ddl 162 che propone di prorogare fino al 2029 le concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche
La III Commissione presieduta da Ivano Job (Misto-Coraggio Italia) ha acquisito oggi il parere dei principali soggetti interessati al disegno di legge n. 162 proposto dalla Giunta con l’assessore all’energia Mario Tonina. Il provvedimento, formato da un solo articolo, punta a prorogare di 5 anni, dal 2024 al 2029 la scadenza delle concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche permettendo agli attuali concessionari delle grandi derivazioni idroelettriche di presentare piani industriali da attuare entro due anni per rendere più efficienti gli impianti. Il prof. Damiano Florenzano dell’Università di Trento ha indicato alcune vie per evitare che il governo impugni il ddl in nome delle norme sulla libera concorrenza che obbligano alle gare. Elettricità Futura, Utilitalia, Dolomiti Energia e Primiero Energia si sono espressi a favore del ddl mentre Vis Acquae considera le gare non solo necessarie ma utili. Il ddl è condivisibile per le organizzazioni ambientaliste che però criticano fortemente la mancata consultazione preventiva dei portatori di interesse e chiede di sospendere l’esame del provvedimento per convocare un apposito Tavolo di confronto. Il Cal apprezza il testo ma chiede che la Provincia proroghi anche le scadenze delle piccole e medie concessioni in mano ai Comuni, perché senza le risorse ricavate da questa risorse le amministrazioni locali potrebbero tagliare i servizi. Lunedì sono in programma le ultime audizioni sul ddl. La Commissione ha anche dato il via libera all’aggiunta del polo ospedaliero universitario del Trentino all’elenco delle opere pubbliche affidati a un commissario straordinario.



Il prof. Florenzano - Università di Trento: come evitare che il testo sia impugnato


Il professor Damiano Florenzano, ha notato in particolare che il ddl prevede, per consentire di arrivare a una modifica di una concessione, una negoziazione e non una proroga. Avendo come modello ispiratore il Piano Colao.

Alessio Manica (Pd) ha ricordato che la legge sulle centrali voluta dalla Giunta nel 2020 sottolineava l’esigenza delle gare, mentre ora si persegue la strada del Piano Colao che a fronte di investimenti prevede la proroga delle concessioni. E ha chiesto chiarimenti sul nodo principale di questo ddl, ovvero se potrà risultare sostenibile, visto che il governo si è sempre dimostrato incline alle gare. Manica si aspetta che venga impugnato perché il governo non potrebbe permettere una proroga solo al Trentino. D’altra parte sembra sempre meno indiscutibile il principio della Bolkestein per cui gli Stati sono obbligati a mettere a gara la gestione di una risorsa come l’acqua.

Florenzano ha risposto che la sostenibilità giuridica è in dubbio. Innanzitutto a causa della legislazione nazionale, specie dopo che la Provincia si è spinta molto verso la legge sulla concorrenza mentre con questa proposta sembra andare in controtendenza puntando a una proroga. Per Florenzano emerge una contraddittorietà tra l’articolo 13 comma 1 dello Statuto e l’articolo 12 della legge Bersani. Per l’articolo 13 dello Statuto la Provincia è competente in tema di modalità e procedure di assegnazione. Potrebbe quindi sostenere l’esigenza di dover esplorare una modalità alternativa alla gara come la negoziazione. Quanto al versante europeo, va considerato che le concessioni per derivazioni idroelettriche riguardano beni e non attività o servizi. Quindi il principio la Bolkestein non si applica a questa fattispecie. Vi sono quindi margini di compatibilità giuridica per questo ddl che, se ben presentato, potrebbe derogare rispetto alla direttiva sulla concorrenza. In Italia resta il problema dell’articolo 12 della Bersani che obbliga alla gara.

Lucia Coppola (Misto-Europa Verde), che ha ricordato di essersi espressa favorevolmente a questo ddl, ha chiesto se nel ddl potrebbe essere inserito qualche elemento che riduca il rischio che il governo impugni il testo o se è il caso di andare avanti e vedere come va a finire.

Florenzano ha risposto che da cittadino giudica più che apprezzabile questo ddl, ma da professionista non può escludere che il governo impugni il testo. Per questo il professore consiglierebbe di non prevedere la sospensione delle procedure, in quanto se si prevede che le gare si concludano entro il 31 dicembre 2024 molte regioni non riusciranno a rispettare la scadenza che quindi sarà comunque prorogata. Un’altra soluzione potrebbe essere la richiesta di una proroga modesta che consenta ai concessionari di recuperare la perdita causata dal canone aggiuntivo.

Alex Marini (Misto-5 Stelle) ha chiesto a Florenzano se, sul terreno politico, non vi sia anche un problema di approvvigionamento e quindi di sicurezza energetica che andrebbe affrontato con il controllo pubblico diretto delle centrali in ragione dell’interesse generale legato a questi impianti. Si tratta di conciliare il fabbisogno energetico con il controllo pubblico della risorsa costituita dalle centrali.

Florenzano ha risposto citando le comunità energetiche che già da qualche anno si potrebbero istituire per permettere la partecipazione in funzione della sicurezza energetica. La gestione diretta della Provincia potrebbe essere giustificata da esigenze di approvvigionamento idrico ad esempio per l’agricoltura.



Elettricità futura e Utilitalia: il ddl va nella giusta direzione (documento allegato)


Secondo il direttore generale di Elettricità Futura e Utilitalia, Andrea Zaghi, il ddl 162 va nella giusta direzione, perché introduce la possibilità di presentare piani industriali che renderebbero più efficienti gli impianti sospendendo per la durata di questi piani le procedure per l’assegnazione delle concessioni. Per migliorare la proposta di legge Zaghi ha poi suggerito alcuni interventi correttivi (vedi allegato).

Luca Boschetto, direttore di Federidroelettrica, ha spiegato che le piccole derivazioni rappresentate da questa associazione non sono toccate da questo ddl, ma ha comunque condiviso la posizione di Elettricità Fe Utilitalia.



Vis Aquae- energia dall'Acqua: la gara è obbligatoria (documento allegato)


Il professor Eugenio Picozza ha sostenuto la validità delle norme sulla liberalizzazione del settore sia in Europa che in Italia. Sul tema delle concessioni, ha segnalato che il Next Generation Ue prescrive chiaramente che, nel caso in cui sull’obbligo di mettere a gara le grandi concessioni idroelettriche non vengono rispettati gli accordi tra l’Europa, l’Italia dovrà restituire fondi. Vale anche per questo settore il principio della concorrenza da applicare alle concessioni balneari. Violando la normativa sulle concessioni in scadenza al 31 dicembre 2024, il rischio è che da questo ddl deriverebbe una normativa provinciale immediatamente impugnata dal governo, perché in contrasto con la direttiva comunitaria e la legge statale. Inoltre le imprese concorrenti e gli stessi Stati dell’Ue potrebbero presentare ricorso contro questa legge provinciale chiedendone la disapplicazione. 

Il presidente di Vis Acquae Paolo Pinamonti ha ricordato che la Provincia di Bolzano senza chiedere proroghe per le concessioni nel 2009 aveva bandito 16 gare, tutte vinte da operatori del territorio senza che si sia presentato nessun operatore straniero né di altre regioni. Le gare hanno permesso di migliorare sotto ogni profilo le concessioni, anche a favore dell’ambiente. Inoltre in Alto Adige tutti i Comuni partecipano al gruppo Alperia, e questo ha avvicinato la produzione dell’energia idroelettrica al territorio. La gara è quindi la via da perseguire anche nell’interesse della Provincia. Per Pinamonti Sarebbe illusorio pretendere che i concessionari riuscirebbero a realizzare dei piani industriali di efficientamento degli impianti con una proroga di soli 5 anni. Come sarebbe un’illusione pensare di ridurre così i prezzi dell’energia nel momento in cui l’Ue sta per adottare un price cap. Infine secondo Vis Acquae ipotizzare che nel bilancio della Provincia entrino grazie a questo ddl 500 milioni di euro di extraprofitti, è una pura illusione.


La discussione.


Manica, a proposito del modello Alto Adige, ha segnalato che a differenza che in Trentino la società che gestisce le concessioni è a completo controllo pubblico. E il fatto che alle gare in provincia di Bolzano non abbiano partecipato operatori esterni alla provincia non toglie la possibilità che le gare in Trentino attirino operatori provenienti anche da altri Paesi. A suo avviso dal 2009 ad oggi la situazione è cambiata.

Pinamonti ha risposto che il rischio per la Provincia di Trento aumenterà ancor più nel 2029 perché a quel punto andranno a scadenza quasi tutte le concessioni in Italia. In provincia di Bolzano nessun operatore straniero partecipò alle gare del 2009 perché andare a fare i concessionari in casa d’altri nel settore energetico non è semplice. E anche gli operatori di altri regioni italiane non avrebbero una grande voglia di andare a far concorrenza in Trentino sul terreno delle concessioni per grandi derivazioni idroelettriche. Il rischio quindi sarebbe minimo.

Zaghi, rispondendo a una domanda di Job, ha stimato una riduzione nel 2022 di produzione di energia idroelettrica. Ciò significa che quest’anno l’apporto delle fonti rinnovabili risulterà in calo dal 40 al 37-38% rispetto al 2021.



Dolomiti Energia spa e Primiero Energia favorevoli al ddl (documento allegato)


L’amministratore delegato di DE Marco Merler ha ricordato che le concessioni trentine oggetto del ddl costituiscono il 10% dell’idroelettrico nazionale. L’idroelettrico è l’unica fonte rinnovabile programmabile e non intermittente come gli impianti da sole e vento. Possono fungere quindi da batteria del sistema per la possibilità di accumulare grandi quantità di energia. Merler ha evidenziato poi che la situazione europea è molto frammentata, perché vi sono Paesi che non sono in regime di concessione ma di autorizzazione. E anche le scadenze sono molto diverse. Non c’è una vera apertura al mercato e l’Italia è l’unico Paese che si è posto il problema del rispetto del principio di concorrenza, mentre sarebbe importante avere in Europa una normativa comune con un quadro di regole armonizzato. Per Merler mettere oggi a gara le concessioni per le grandi derivazioni significherebbe congelare investimenti per un periodo significativo perché i bandi sono molto complessi da impostare, anche per evitare contenziosi. Ancor più rilevante è che con le gare sarebbe impossibile reagire in tempi rapidi alla crisi e contribuire a superare questa fase difficilissima. Non sarebbe “simpatico” che il Trentino fungesse da banco di prova e cavia a livello europeo prevedendo delle gare. A suo avviso l’approvazione di questo ddl permetterebbe di avviare rapidamente investimenti per migliorare gli impianti, producendo e accumulando energia elettrica di cui vi è un grande bisogno. Quanto al canone aggiuntivo, DE ne chiede il coordinamento con meccanismi previsti a livello nazionale ed europeo. Merler ha segnalato infine alcuni “punti di attenzione” del ddl riguardanti il canone aggiuntivo (occorre precisare che la contribuzione dev’essere legata al costo dell’energia e alla produzione effettiva per evitare distorsioni), la scadenza per gli investimenti nel 2024 (troppo stretta per poter realizzare investimenti migliorativi). E ha concluso sottolineando che l’evoluzione dell’idroelettrico è una condizione necessaria per garantire lo sviluppo delle rinnovabili e favorire un processo di transizione energetica contenendo gli effetti della crisi in corso.


La discussione.


Gianluca Cavada (Lega) ha chiesto rassicurazioni in merito al deflusso minimo vitale (dmv) da garantire per i corsi fluviali, sulle risorse da destinare al ripristino ambientale e in merito alle pulizie d’invaso anche in funzione della sicurezza idraulica.

Merler ha garantito che il dmv non è in discussione con questa norma. Quanto al ripristino ambientale vi sono già investimenti volti a mitigare l’impatto degli impianti. Sulla pulizia vi è già un obbligo preciso e una norma prescrive agli operatori di provvedere anche se per gli operatori il tema è complesso a causa dei vincoli di natura ambientale.

Manica ha segnalato il rischio molto elevato che il ddl venga impugnato e ha chiesto se in questo caso esista un piano B, ragionando su strade alternative da percorrere, a partire dal partenariato. Una delle obiezioni a questo ddl riguarda il fatto che DE ha al proprio interno una partecipazione privata per cui la proposta costituirebbe un aiuto di Stato.

Merler ha risposto che DE prepara un piano B fin dal 2018, nel caso fosse necessario partecipare a una gara. E ha escluso che il ddl configuri un aiuto di Stato.

Francesco Colaone, amministratore delegato di Hydro Dolomiti Energia, dispondendo a una domanda di Job ha detto di prevedere che gli investimenti resi possibili dal ddl potrebbero incrementare del 10% la potenza complessiva degli impianti. Merler ha aggiunto che questo dipenderà dal tempo a disposizione per poter intervenire.



Comitato permanente per la salvaguardia delle acque del Trentino


Tommaso Bonazza ha precisato che la posizione del Comitato salvaguardia acque sul ddl è in linea di massima favorevole ma sui piani industriali andrebbe attivata la partecipazione dei cittadini, coinvolgendo tutti i portatori di interesse in materia. Le preoccupazioni però non mancano e riguardano l’assenza di obblighi vincolanti e prioritari relativi alla rimozione dei detriti negli invasi, ma anche il riferimento del ddl agli investimenti per potenziare gli impianti, che lascia pensare ad ulteriori cementificazioni. Secondo il Comitato le maggiori entrate derivanti dai sovraccanoni andrebbero destinate allo sviluppo di fonti diverse dall’idroelettrico come il fotovoltaico e il geotermico. Mancano infine nel ddl riferimenti a vincoli di esercizi e al contesto climatico. Il ddl dovrebbe prevedere l’esplicitazione della policy ambientale dei concessionari. Ancora, la nuova legge dovrebbe vincolare a un utilizzo ecologico una percentuale delle risorse introitate. Appare poi inaccettabile che il ddl non dica nulla sul clima a fronte della progressiva desertificazione delle Alpi e quindi sulla necessità di salvaguardare la risorse idrica.



Italia Nostra: convocare nel 2023 Stati generali sull’acqua (documento allegato)


Salvatore Ferrari di Italia Nostra ha giudicato condivisibile l’obiettivo della proroga cui mira il ddl, purché contestualmente venga avviato un processo partecipativo sugli interventi da mettere in campo nel settore idroelettrico. Se infatti l’acqua è un bene pubblico non è tollerabile la fretta con cui si è arrivati a questo ddl senza un confronto preventivo con tutti i portatori di interesse. Senza neppure convocare il Tavolo che la Provincia ha appositamente istituito a questo scopo. Per questo Ferrari ha chiesto alla Commissione di sospendere l’esame del ddl e la convocazione di questo Tavolo. Ha anche suggerito alla Giunta di confrontarsi con il nuovo governo nazionale, la Commissione dei dodici e l’Autority preposta al settore. Ferrari ha osservato che andrebbe promossa a livello nazionale la riforma dei consorzi di bacino imbrimifero montano. Sempre con finalità ecologiche ed ecosistenibili andrebbero riviste per Italia Nostra anche le norme sui sovraccanoni aggiuntivi. Italia Nostra propone infine di organizzare nel 2023 gli Stati generali sulla tutela delle acque del Trentino.

Franco Tessadri del Wwf ha condiviso l’obiettivo del ddl per la proroga ma ha evidenziato che con l’autonomia la Provincia avrebbe potuto e dovuto intervenire prima per garantire la salvaguardia dell’ecosistema. La tutela della natura non va mai subordinata a interessi economici, anche per quanto riguarda la gestione delle acque.


La discussione.

Manica ha giudicato grave la mancata convocazione del Tavolo e quanto ai piani industriali, a suo avviso questi possono diventare un banco di prova per dimostrare che se andasse in porto la proroga, gli operatori trentini sarebbero in grado di garantire un rispetto dell’ambiente maggiore di altri.

Coppola ha espresso apprezzamento per le osservazioni presentate dal Comitato e da Italia Nostra e auspicato che se ne tenga conto per migliorare il ddl.

Cavada ha ribadito le sue richieste per la pulizia degli invasi, la salvaguardia del deflusso minimo vitale dei corsi d’acqua e le risorse per il ripristino ambientale.

Katia Rossato (Lega) ha condiviso la richiesta di destinare i sovraccanoni alla pulizia dei corsi d’acqua.

Tommaso Bonazza e Christian Tomasi del Comitato salvaguardia acque, sono intervenuti per spiegare però a Rossato che non è con la pulizia degli alvei dei torrenti che si garantisce la salvaguardia dei corsi d’acqua e si riduce il rischio di piene.



Il Cal: si punti alla proroga anche per le piccole e medie concessioni dei Comuni.


Il presidente del Cal Paride Gianmoena ha riportato il parere favorevole delle autonomie locali sul ddl. Relativamente alle concessioni ha ricordato che i Comuni ne hanno in mano 110 mentre una ventina sono affidate a società miste. Sarebbe importanti che la Provincia chiedesse la proroga oltre che per le grandi anche per le piccole e medie concessioni, che sono in tutto 83. Il contesto attuale è di estrema difficoltà anche per i Comuni che rischiano di perdere con le gare le concessioni. Il Cal parte dal valore del bene pubblico costituito dall’acqua e dal fatto che i Comuni trentini sono Comuni montani che si potrebbero inserire nella previsione di particolari sussidi per andare incontro delle difficoltà di queste amministrazioni.


Gianmoena: le amministrazioni locali in difficoltà potrebbero tagliare i servizi


Reagendo a Job che aveva giudicato molto difficile che si punti anche a una proroga delle piccole e medie concessioni, Gianmoena ha sottolineato che oggi ci sono oggi Comuni che non riescono a chiudere il bilancio di previsione. Questo vuol dire che saranno tagliati servizi, gli impianti sportivi e aumenteranno le tariffe per gli asili nido. La situazione dei Comuni – ha insistito – è di estrema difficoltà e per evitare tagli ai servizi e chiusure di impianti occorre che la Provincia rifletta sulla necessità di tutelare le entrate derivanti dalle piccole e medie centrali idroelettriche di cui le amministrazione locali sono concessionarie.



COMMISSARIO ANCHE PER IL NUOVO POLO OSPEDALIERO UNIVERSITARIO


Sì all’aggiunta del Not tra le opere da affidare a un commissario straordinario.


La Commissione si è poi espressa all’unanimità a favore della delibera proposta dalla Giunta per aggiungere anche il nuovo polo ospedaliero universitario del Trentino all’elenco delle opere pubbliche da affidare a commissari straordinari, come previsto dalla legge provinciale 3 del 2020. ​