Consiglio provinciale. Il pomeriggio della seconda giornata della sessione di settembre
Lavori conclusi con il no al ddl Rossi, il via alla discussione del ddl Marini sui referendum e il saluto di Sara Ferrari
Il saluto commosso della capogruppo del Pd Trentino nella sua ultima presenza in aula
I
lavori della seconda
e ultima giornata in aula della sessione di settembre si
sono conclusi oggi pomeriggio con il voto contrario espresso dal
Consiglio
provinciale (19
i no, 12 i sì) al disegno
di legge 25 proposto da Ugo Rossi (Misto-Azione), discusso da ieri
senza tempi contingentati e sostenuto dalle minoranze, che puntava ad
introdurre nella
normativa trentina sul benessere familiare l’equiparazione del
trattamento
di maternità nel settore privato al
trattamento in vigore negli enti
pubblici. A
seguire è
iniziato
l’esame
del
ddl
89
proposto
da Alex Marini (Misto-5 Stelle), che
era stato respinto
in Prima Commissione, volto
a
modificare la normativa provinciale sui referendum,
la numero 3 del
2003, introducendo tra
l’altro il
voto per corrispondenza, la raccolta elettronica delle firme e un
opuscolo informativo. Anche
per la trattazione di questo ddl, come per il precedente, non sono
previsti tempi contingentati.
Prima della fine dei lavori Sara Ferrari, capogruppo del Pd eletta
alla Camera dei deputati, giunta alla sua ultima presenza in
Consiglio provinciale, ha chiesto e ottenuto di poter intervenire
un’ultima volta in aula per salutare sia i colleghi che tutti i
collaboratori dell’assemblea legislativa di cui ha fatto parte per
14 anni consecutivi
sia
come
esponente di maggioranza, sia come assessore
sia trovandosi
all’opposizione.
Il presidente Kaswalder ha augurato buon lavoro in Parlamento a lei e
ad
Ambrosi
auspicando che nel
loro nuovo
incarico a
Roma “ricordino sempre il piccolo Trentino”.
Marini:
occorre favorire
le
consultazioni popolari e la
partecipazione al voto
Alex
Marini ha
precisato
che il suo ddl si pone in contrasto con il
livello ormai intollerabile
raggiunto dall’astensionismo in
Italia e in Trentino, che si è manifestato anche
in
occasione delle elezioni
politiche di domenica scorsa. I
referendum
sono
ancor più penalizzati dal problema della non
partecipazione al voto. Il
ddl
di
Marini
propone
allora propone di adeguare
l’ormai
datata normativa
provinciale sui referendum, la
numero 3 del 2003, alle
mutate esigenze attuali. Come? Rendendo efficace
questo strumento di democrazia diretta per
garantire,
stimolare e favorire la partecipazione dei cittadini al voto. Anche
attrvaerso
il rispetto e l’attuazione dell’esito della consultazione.
Rilevando
l’attuale,
estrema
debolezza
dei partiti, i
cittadini hanno
diritto di veder riconosciuta dalla legge la loro iniziativa
organizzata
con i referendum per
dire la loro in politica.
In
sostanza con questo ddl Marini propone la
rimozione degli ostacoli che rendono inefficace
l’istituto
del
referendum, favorendo l’effettiva
partecipazione dei cittadini con
la riduzione della difficoltà di votare soprattutto
per i residenti all’estero e per i residenti che
dimorano temporaneamente
fuori Provincia. Ecco perché il ddl propone che
sia possibile promuovere
referendum anche
per
intervenire sulla legislazione dei tributi di competenza provinciale
e locale, di rimuovere
il quorum di partecipazione al
voto per
riconoscere
validi i referendum
(che
in
Trentino è attualmente
del 40%),
di
allegare alla relazione accompagnatoria dell’iniziativa
referendaria uno schema di disegno di legge oppure una proposta di
atto amministrativo o di atto d'indirizzo politico, di permettere la
raccolta elettronica delle firme necessarie per indire un referendum,
di semplificare le complesse procedure a carico della pubblica
amministrazione e dei promotori per poter chiedere un referendum, di
prevedere un libretto informativo sulla consultazione referendaria
prendendo magari
a
riferimento il modello utilizzato dalla
Provincia
autonoma di Bolzano, e infine l’introduzione del voto
per corrispondenza.
Savoi:
referendum solo su temi importanti e con soglia al 40% degli aventi
diritto
Alessandro
Savoi (Lega Salvini Trentino) ha premesso che questa tornata
consiliare doveva servire per esaminare quattro disegni di legge
aprendo anche il testo della Giunta sul Progettone, “ma se andiamo
di questo passo non completeremo l’ordine del giorno concordato dai
capigruppo neanche in ottobre”. E questo senza tener conto dei
disegni di legge urgenti proposti dalla Giunta. “Poi non ci si
lamenti se il Consiglio non riuscirà ad approvare tempestivamente
provvedimenti importanti come questi, pur nel rispetto delle regole e
degli emendamenti presentati”. L’auspicio di Savoi è che “nella
prossima tornata consiliare non si riparta dai disegni di legge che
stiamo discutendo in questa sessione. A queste condizioni si riesce a
esaurire in un’intera tornata consiliare un solo punto all’ordine
del giorno mentre vi sono altre priorità che hanno diritto all’esame
dell’aula”. Su questo ddl di Marini l’esponente leghista ha
motivato la propria contrarietà “perché – ha osservato –
quando si fa un referendum una soglia ci deve essere”. Inoltre i
referendum devono riguardare temi pregnanti e che porti al voto
almeno il 40% degli aventi diritto, che per Savoi “è il cosiddetto
minimo sindacale per queste consultazioni popolari”.
Rossi
chiede se vi sia stato un confronto sul ddl con la Giunta. Gottardi
risponde che non vi sono state interlocuzioni con Marini e ribadisce
il no dell’esecutivo
Ugo
Rossi (Misto-Azione) ha chiesto rassicurazioni a Marini rispetto alle
interlocuzioni avute dal collega con la Giunta provinciale per
cercare una mediazione e un accordo in modo da ottenere
l’approvazione di almeno una parte delle norme contenute in questo
ddl. Per Rossi in questa proposta vi sono misure di miglioramento
tecniche ma che puntano a potenziare l’utilizzo della democrazia
diretta e a favorire maggiormente il voto dei cittadini. Vi sono
modalità di partecipazione referendaria che in alcuni Stati europei
sono la normalità mentre in Italia sembrano l’Araba Fenice. La
Provincia di Trento con la sua autonomia potrebbe dimostrarsi capace
di introdurre innovazioni in questo settore. Modificando la legge
attualmente in vigore in materia di referendum intervenendo sul
quorum del 40% per la validità delle consultazioni. Si potrebbe
correggere la normativa provinciale attuale per favorire i referendum
e la partecipazione al voto dei cittadini.
L’assessore
Gottardi ha risposto a Rossi ricordando da un lato che la Giunta si è
già espressa contro il ddl in Prima Commissione e che questo
giudizio negativo non è cambiato, e dall’altro che non vi sono
state interlocuzioni con Marini per cercare un qualche accordo sul
testo.
Coppola:
il tema referendum è importante per decidere su questioni importanti
Lucia
Coppola ha ringraziato Marini per aver portato un tema di questa
importanza all’attenzione del Consiglio provinciale. Per Coppola
sarebbe ad esempio interessante conoscere attraverso un referendum
cosa pensano i cittadini di Trento sul baypass ferroviario della
città capoluogo che rischia di intaccare le falde acquifere e
l’ecosistema. A suo avviso oggi non è più sufficiente la delega
data ai rappresentanti eletti nelle istituzioni per garantire la
democrazia su
qualsiasi argomento.
Coppola ha citato il fallimento del referendum indetto l’anno
scorso in Trentino sul biodistretto con quasi 15.000 firme raccolte a
testimonianza dell’interesse dei cittadini per l’argomento. Il
quorum del 40% riduce il referendum a un evento di scarso rilievo
agli occhi dei cittadini che hanno diritto al voto, la maggior parte
dei quali decide di non esercitare questa facoltà di partecipare a
una scelta politica cruciale per il futuro di un territorio.
Occorrerebbe quindi rimuovere la soglia di sbarramento minima dei
votanti per la validità della consultazione. La conseguenza di
questo stato di cose è che a moltissimi cittadini non importa più
nulla del voto e sono sempre più difficili convincerli a recarsi
alle urne. Per questo secondo
la consigliera occorre
sburocratizzare le procedure come
propone questo ddl per
favorire il più possibile la partecipazione al voto.
Cia:
l’astensionismo non è
frutto di disinformazione
ma di
sfiducia
nella politica
Claudio
Cia, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha riconosciuto la grande
passione di Marini per temi come questo. E ha osservato che oggi il
partito dell’astensione è indubbiamente il più corposo di tutti
sia in Italia che in Trentino. E questo non perché ai cittadini sia
mancata l’informazione. Il vero motivo dell’astensionismo va
perciò individuato nella perdita di credibilità della politica agli
occhi della gente. Chi non è andato a votare non lo fa perché non
conoscere partiti e programmi ma perché non ritiene di potersi più
fidare della politica, perché sconnessa dalla vita delle persone e
della società. Non è la mancanza di un opuscolo informativo sul
voto che non c’è sufficiente affluenza alle urne ma la non
corrispondenza tra ciò che i partiti promettono in campagna
elettorale e quel che poi realizzano gli eletti. Il
grave è che questa totale assenza di credito non riguarda questo o
quel politico o candidato ma la politica in quanto tale. “Siete
tutti dei bugiardi”, è l’accusa di tanti cittadini. “Se la
gente non va a votare – ha concluso Cia – è soprattutto colpa
nostra, di noi tutti impegnati in politica”.
Zanella:
i cittadini torneranno a votare per
difendere la Costituzione
Paolo
Zanella (Futura)
ha
giudicato allarmante il dato della partecipazione di un solo
cittadino su 3 al voto nella nostra democrazia. Dall’89% della
prima votazione si è passati progressivamente al 36% di
astensionismo che non esprime certo una tendenza solo nel nostro
Paese, ma denota l’interesse più per il proprio orticello che per
il bene collettivo. Oggi, 28 settembre – ha
ricordato Zanella – è la
giornata internazionale per l’aborto sicuro. Nel 1981 in Italia si
tenne un referendum sull’aborto che vide la partecipazione del 79%
dei cittadini il
cui voto assicurò il
mantenimento della legge 194. Ancora,
secondo il
consigliere di Futura, se il nuovo governo in Italia proporrà di
riformare in senso presidenzialista la Costituzione italiana,
visto
che il centrodestra non ha raggiunto la maggioranza parlamentare dei
due terzi, sarà forse proprio
la partecipazione popolare a un referendum ad impedire questa
modifica.
Zanella
si è
invece espresso
contro la proposta di Marini che ritiene che si possa sottoporre a
referendum anche il tema della tutela dei diritti delle minoranze
linguistiche. Il
consigliere ha invece condiviso con il firmatario del ddl le
facilitazioni da lui previste per promuovere la partecipazione
diretta dei cittadini attraverso i referendum.
Cia:
non vogliamo indebolire lo strumento. Zanella: il diritto all’aborto
è negato
Cia
ha replicato a Zanella respingendo il tentativo di dipingere il
centrodestra e Meloni in particolare come “mostri” che attentano
alla Costituzione e
alla legge sull’aborto.
E
ha ricordato che
è stato Renzi a volere
una
riforma della “Costituzione più
bella del mondo”, riforma che
con un
referendum
gli italiani hanno bocciato. Ma
non per questo Fratelli d’Italia intende indebolire questo
importante strumento di partecipazione. Sull’aborto Cia ha
precisato che la volontà del suo partito non è di rivedere la legge
194 ma di mettere le donne nelle condizioni di non essere costrette
ad abortire. Zanella
ha
ribattuto che vi sono regioni
in Italia nelle quali il
diritto all’aborto è
di fatto negato.
Il
saluto di Sara Ferrari
al
termine
della sua ultima presenza in aula
Dopo
14 anni di
attività svolta all’interno dell’assemblea legislativa del
Trentino, Sara Ferrari, capogruppo uscente del Pd perché appena
eletta alla Camera dei deputati, ha chiesto e ottenuto dal presidente
Kaswalder di intervenire per rivolgere un saluto ai colleghi ed
esprimere la sua gratitudine a tutti i collaboratori della struttura
al termine della sua ultima presenza nell’aula del Consiglio
provinciale. Non
senza un pizzico di commozione Ferrari
ha confessato di aver provato maggiore soddisfazione a lavorare dai
banchi dell’opposizione
che da assessora. E di aver sempre rispettato le persone al di là
delle diverse posizioni
politiche di
ciascuno. Ha
poi concluso
con l’auspicio che i colleghi continuino ad
impegnarsi con la massima dedizione nell’attività consiliare.
Ma
ecco il testo integrale dell’ultimo intervento di Ferrari in aula.
“Grazie
presidente per avermi dato la possibilità di salutare voi colleghi e
colleghe e congedarmi da quest’aula che mi vede qui presente
interrottamente ormai da 14 anni. Ho avuto l’onore infatti di
essere eletta tre volte. Ho sentito sempre forte la responsabilità
del nostro essere qui, della rappresentanza pubblica, perché la
prima volta quella che i cittadini fanno su di noi è una scommessa,
mentre le successive sono giudizi sul nostro operato. Ho avuto il
privilegio di stare qui con tre ruoli diversi: il primo da
consigliera di maggioranza sotto la presidenza Dellai, il secondo da
Assessora nella giunta Rossi e oggi da presidente del mio gruppo PD
all’opposizione. In pratica non mi è mancato nulla. Mi onoro quindi di poter entrare a Montecitorio forte dell’esperienza
che qui ho potuto maturare, anche di opposizione, accingendomi ad
un’altra più ardua opposizione ma che voglio interpretare con buon
senso e in modo costruttivo. Vado via con la serenità di aver sempre
rispettato le persone, i colleghi e le colleghe, nonostante le
posizioni diverse. Perché se noi ci rispettiamo reciprocamente diamo
rispetto alle istituzioni e ai cittadini che rappresentiamo. Il
discredito sociale che travolge infatti il nostro ruolo politico,
quel “fate schifo tutti allo stesso modo“ è
alimentato
dai nostri
comportamenti negativi, ma possiamo contrastarlo attraverso il nostro
agire leale, non per noi stessi, ma perché la politica, la
rappresentanza democratica per i suoi effetti sulla vita delle
persone deve tornare ad essere centrale e stimata. Vi lascio con
l’auspicio che continuiate ad avvertire l’importanza del nostro
ruolo che è grande, perché l’autonomia ci assegna la libertà
delle decisioni ma anche la responsabilità di saper riconoscere sia
quando si rivelano giuste sia quando sono sbagliate, per poterle
correggere. Grazie per quello che abbiamo fatto insieme”.
Lavori
conclusi. Il presidente ringrazia e saluta Ferrari e Ambrosi.
Chiudendo
la sessione di settembre, il presidente
Kaswalder ha ringraziato Ferrari e Ambrosi del
lavoro svolto e
augurato
a entrambe buon
lavoro in Parlamento.
Chiedendo
loro
di non dimenticare nel
nuovo
ruolo in campo nazionale il nostro piccolo Trentino.