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30/06/2022 - In aula o in commissione

Approvata in aula con 30 voti favorevoli e uno di astensione la riforma delle comunità

Stamane in Consiglio tutti hanno apprezzato il dialogo dell'assessore Gottardi con le minoranze

Approvata in aula con 30 voti favorevoli e uno di astensione la riforma delle comunità

Avviato l'esame del ddl 111 di Masè per cancellare gli ambiti territoriali dalle norme sulla scuola

Approvata in aula con 30 voti favorevoli e uno di astensione la riforma delle comunità

​​Il disegno di legge 145 “Riforma delle comunità” (nella foto, il salone della Magnifica Comunità di Fiemme) proposto dalla Giunta con l’assessore agli enti locali Mattia Gottardi è stato approvato stamane dal Consiglio provinciale con 30 voti a favore e l’astensione del solo Alex Marini (Misto-5 Stelle). Subito prima si erano svolte le dichiarazioni di voto da cui è emersa registrare una larghissima condivisione dei consiglieri che hanno apprezzato soprattutto la disponibilità al dialogo dell’assessore che ha permesso di accogliere numerosi emendamenti proposti anche dalle minoranze. Subito prima erano stati esaminati i 18 articoli del testo e le relative modifiche, molte delle quali precedentemente concordate da Gottardi con le opposizioni, ed erano stati approvati gli ultimi due ordini del giorno rimasti da ieri.

A seguire l’assemblea ha “aperto” il ddl 111 di Masè per modificare la normativa provinciale sulla scuola del 2006 con l’abolizione degli ambiti territoriali all’interno dei quali gli istituti sarebbero tenuti ad attingere i docenti da assumere. I lavori sono stati sospesi su richiesta di Sara Ferrari (Pd), che ha chiesto un confronto interno alle minoranze per valutare come procedere su questo e i successivi ddl su molti dei quali, in base all’ordine del giorno, non sono previsti tempi contingentati.



LE DICHIARAZIONI DI VOTO



Vanessa Masè (La Civica) ha motivato il proprio voto favorevole al ddl per come è stato gestito l’esame dall’assessore Gottardi riuscendo ad ottenere con questo metodo la maggiore condivisione possibile di tutti i soggetti interessati, a partire dagli amministratori locali. Questa riforma riguarda la competenza, particolarmente delicata, degli enti locali, potrà avere un tiraggio molto lungo perché la macchina amministrativa impiega anche molto tempo per adeguarsi ai cambiamenti. Si tratta di intercettare quelli in corso e attesi con modifiche che devono per questo risultare coinvolgenti ed essere, com’è accaduto, adeguatamente approfondite attraverso un percorso partecipato e moto efficace.


Giorgio Tonini (Pd) ha spiegato perché il proprio gruppo vota a favore del ddl. Innanzitutto per come è stato gestito questo provvedimento dall’assessore Gottardi. Questa è la prova che con il dialogo, la collaborazione e l’apertura si raggiungono risultati migliori che attraverso un confronto muscolare. Si è così arrivati a un accordo su un punto fondamentale dell’autonomia: il rapporto tra Provincia e Comuni che sono le due gambe della nostra specialità. Spesso in passato vi è stata divisione su questo rapporto mentre oggi arriviamo ad una convergenza. Tonini ha ricordato come dopo la prima legge del 2006 si sia arrivati nella scorsa legislatura alla riforma Daldoss, che nel 2015 ha chiarito come un ente intermedio può non essere un ente locale autonomo ma uno strumento a servizio dei comuni per rafforzarne il ruolo e le prerogative. Il consigliere ha rammentato che per Alcide Degasperi il comune (simboleggiato dalla Torre Civica di Trento) fosse la radice fondamentale della nostra autonomia. Per Tonini questo ddl perfeziona ulteriormente lo strumento delle comunità di valle che ora potranno meglio svolgere il loro ruolo a serviziio dei comuni. Bene anche le rifiniture del testo apportate prima in commissione, attraverso il confronto con il Cal e in questi giorni in aula: il risultato è una governance più convincente , efficace e ragionevole. Infine è positiva l’idea che qui comincia un percorso di riforma, perché per il consigliere la vera riforma dovrà essere sviluppata per aiutare il sistema dei comuni a diventare più moderno e capace di rispondere in modo efficacie ai bisogni dei cittadini. “La nostra autonomia sarà forte quanto pià dimostrerà di saper fare meglio dello Stato costando meno che allo Stato”, aveva auspicato Degasperi. Le risorse ingenti anche se non illimitate della Provincia, per Tonini devono quindi essere utilizzate al meglio. E così com’è stata ripensata e potenziata la comunità di valle possa essere uno strumento utile in questa direzione.


Pietro De Godenz (UpT) ha espresso piena sintonia con Tonini e motivato il proprio voto a favore di questa riforma delle comunità per il radicamento nei territori, per il metodo adottato nella sua definizione, anche se resta il rammarico dei 4/5 del consiglio dei sindaci se la scelta del presidente cade su un esterno agli eletti. De Godenz ha ringraziato anche il Cal per la chiarezza del documento prodotto, che ha facilitato il lavoro del Consiglio provinciale. Il suo grazie è stato indirizzato anche alle comunità commissariate.


Lucia Coppola (Misto-Europa Verde) ha dichiarato il proprio voto favorevole al ddl segnalando di aver modificato la sua posizione iniziale grazie allo sforzo compiuto dai consiglieri e dall’assessore che ha dimostrato un atteggiamento di ascolto e dialogante, cosa che in politica ha grande valore. Le comunità così riformate potranno servire meglio i comuni garantendo la capacità di gestire problematiche di territori di area vasta. Le diverse modifiche al ddl evidenziano che c’è la volontà di promuovere sempre il confronto tra amministratori locali e Provincia per un governo del territorio che rispetti le diverse identità per risparmiare risorse senza rinunciare al buon funzionamento degli enti. Le comunità saranno uno spazio in cui definire strategie condivise. Si dà così valore al decentramento amministrativo con un personale formato per rispondere ai tanti bisogni degli enti locali.


Alex Marini (Misto-5 Stelle) ha apprezzato le modalità con cui si sono svolti i lavori in aula con un confronto nel merito degli emendamenti. Questo metodo si dovrebbe a suo avviso applicare anche ad altri ddl. Ha poi ricordato tutte le modifiche introdotte rispetto al testo originario del provvedimento e in particolare quelle che hanno recepito le sue proposte in materia di consumo del suolo da parte delle comunità, dell’adeguamento degli statuti per garantire la partecipazione popolare, della formazione degli amministratori e della trasparenza delle comunità. Questo principio – ha precisato – non va inteso come un aggravio burocratico ma come uno strumento per migliorare il funzionamento delle pubbliche amministrazioni ed erogare servizi migliori ai cittadini.

Marini ha lamentato la bocciatura di un suo ordine del giorno orientato a coinvolgere anche i comuni confinanti del Veneto e della Lombardia offrendo agli amministratori locali gli strumenti per risolvere anche i problemi di quelle comunità locali contermini ma gestiti in modo radicalmente diversa. Ma i cittadini non capiscono questa differenza. Un importante difetto di questo ddl secondo il consigliere è stato non vedere nelle comunità di valle uno strumento per affrontare meglio e risolvere i nodi delle politiche abitative, sociali e sanitarie. Marini ha infine proposto di estendere la formazione, prevista per gli amministratori, anche ai tecnici delle amministrazioni locali.


Claudio Cia (FdI) ha rivolto un plauso all’assessore Gottardi per il metodo adottato, al Consiglio delle autonomie locali/Consorzio dei Comuni che ha contribuito a questa riforma. Vero è che se c’è un metodo condiviso si possono condividere anche i risultati. Cia ha ricordato che quando un ddl viene invece bloccato non è sempre perché manca la disponibilità al confronto ma perché si sovrappone al confronto un atteggiamento ideologico a prescindere.


Ugo Rossi (Misto-Azione) ha motivato il proprio voto favorevole già preannunciato ieri a questa riforma, ricordando di aver fin dall’inizio messo in luce la contraddizione tra questo ddl e l’idea originaria della Giunta provinciale che voleva abolire le comunità di valle. A suo avviso questa riforma ha il merito di radicare la governance delle comunità ancor più nei comuni rappresentati dai sindaci. Questa nuova legge sancisce, secondo l’ex presidente della Provincia, quel che è stato fatto nella scorsa legislatura, quando era stata eliminata l’elezione diretta delle comunità facendo in modo che la governance di queste comunità fosse maggiormente orientata sui comuni. Questi principi sono stati sanciti dalla riforma Daldoss nel 2015. Quindi il trasferimento del protagonismo ai comuni – ha ribadito il consigliere – era già avvenuto. Questo ddl per Rossi è frutto delle richieste dei sindaci che hanno aggiunto “qualcosina” rispetto a quel che già c’era anche se le modifiche della legge del 2015, quelle sì, erano sostanziali. Dunque questa riforma è a suo avviso “striminzita ma almeno non contiene strafalcioni”. E soprattutto apre la strada alla dimensione sovracomunale, fugando i timori che si vogliano favorire “gli amici degli amici”, fare i propri interessi economici e mantenere in vita tanti piccoli comuni con il pretesto di contenere in tal modo lo strapotere della Provincia. Per Rossi le comunità di valle devono essere luoghi della politica come i comuni, “perché politica vuol dire amministrare facendo delle scelte. Se l’autonomia speciale abbandona l’idea che amministrare e fare politica sono la stessa cosa – ha concluso – questo è un grave pericolo per il Trentino che diventerebbe in pochi anni una regione ordinaria o un comune di 500.000 abitanti. Siamo un piccolo Stato dentro il quale è obbligatorio avere una visione politica che si concili con la responsabilità amministrativa”.


Ivano Job (Misto) ha riconosciuto che questa riforma è frutto anche del lavoro svolto dalla precedente amministrazione provinciale, che ha aperto la strada alle comunità intese come un’opportunità importante per far crescere l’autonomia del nostro territorio. Il ddl è stato portato avanti in modo apprezzabile, prevedendo che le future comunità di valle riavvicinino i cittadini alla politica rigenerando il senso dell’autonomia. “Dobbiamo dare ai cittadini l’esempio che anche nelle istituzioni è possibile lavorare insieme ed essere uniti a servizio di tutti e questo nel Trentino emerge soprattutto d fronte alle difficoltà.


L’assessore Gottardi, subito dopo il voto quasi unanime ha ringraziato tutti coloro che hanno concorso anche criticamente a questo risultato auspicando che il lavoro che ha portato all’approvazione di oggi grazie alla collaborazione del Consiglio delle autonomie locali e del Consiglio provinciale, sia un termine di paragone anche per il futuro.



SI AGLI ULTIMI DUE ORDINI DEL GIORNO



Sì all’odg 233 di Demagri (Patt) per migliorare alcuni aspetti delle comunità

L’odg impegna la Giunta ad approfondire le seguenti indicazioni perché siano recepite con successivi provvedimenti in modo da migliorare questi aspetti tecnico-operativi della comunità di valle: (1) sulla figura del segretario/manager perché sia dotato delle necessaria competenze giuridiche e amministrative, (2) sull’incentivazione di nuove forme di gestione associata dei servizi con spiccata valenza sovracomunale per sgravare i comuni di incombenze e procedure burocratiche complesse (uffici tributi, centrale unica di committenza, centrale appalti, polizia locale, ecc.), (3) sul prolungamento del termine da 30 a 90 giorni dalle elezioni comunali per la nomina della nuova governance della comunità, (4) sull’esigenza di disciplinare con una delibera della Giunta alcuni aspetti del funzionamento e la composizione della commissione strategica, economica e urbanistica delle comunità, (5) assicurare risorse economiche e umane certe incentivando il passaggio di personale dalla Provincia alle comunità.


Sì all’odg 234 di Marini sulla formazione di amministratori di comuni e comunità.

L’odg, approvato all’unanimità, impegna la Giunta a valorizzare ulteriormente il ruolo della Scuola per il territorio e il paesaggio (Step) prevista nell’ambito della società per la formazione permanente del personale (Trentino School of Management) dall’articolo 4 della legge provinciale per il governo del territorio (lp 15 del 2015), estendendo agli amministratori comunali e delle comunità nonché ai membri delle commissioni edilizie comunali, la possibilità di partecipare ai corsi di formazione e aggiornamento in materia di urbanistica e tutela del paesaggio organizzati in coordinamento con le iniziative formative del consorzio dei comuni trentini.


L’ESAME DEGLI ARTICOLI E DEGLI EMENDAMENTI



Prima di avviare l’esame degli articoli, Sara Ferrari (Pd), Pietro De Godenz (UpT), Ivano Job (Misto) e Alex Marini (Misto-5 Stelle) hanno annunciato il ritiro chi di gran parte chi di tutti gli emendamenti da loro inizialmente proposti.


Sull’articolo 5, in merito all’emendamento riguardante l’elezione del presidente delle comunità, De Godenz ha ribadito la sua contrarietà alla previsione contenuta nella modifica proposta dall’assessore Gottardi, in base alla quale questa figura comunità può essere scelta tra i cittadini iscritti nelle liste elettorale di qualsiasi comune della Repubblica, da almeno quattro quinti, arrotondati all’unità superiore, dei componenti del consiglio dei sindaci.

Giorgio Tonini (Pd) ha espresso non una contrarietà ma una perplessità su questo emendamento, perché il presidente scelto eventualmente all’esterno (un cittadino) sia votato non dai quattro quinti ma a maggioranza, pur apprezzando che siano state previste le tre possibilità lasciate al consiglio dei sindaci per eleggere presidente un sindaco, un consigliere comunale o un cittadino.

Marini ha dato atto all’assessore Gottardi di aver prestato ascolto alle richieste dei sindaci ma ha aggiunto che sarebbe stato meglio lasciare alle comunità di valle un’autonoma individuazione delle procedure di scelta per l’elezione del presidente.

Paola Demagri (Patt) ha giudicato poco trasversale su tutte le valli questa previsione.

Claudio Cia (FdI) ha ricordato di aver espresso qualche perplessità all’assessore su questo emendamento, rientrata però in quanto Gottardi ha assicurato un costante monitoraggio sugli effetti nell’attuazione di questa norma e la disponibilità a porvi eventuale rimedio. Approvato all’unanimità l’emendamento proposto da Cia

L’emendamento dell’assessore è stato poi approvato con 17 sì, 9 no, un voto di astensione e un non partecipante al voto. L’articolo 5 è stato approvato con 20 voti a favore, 8 di astensione e il voto contrario di De Godenz.


Sull’articolo 6, sul comitato esecutivo delle comunità, approvato all’unanimità, Ferrari ha motivato l’emendamento da lei presentato insieme a Paolo Zanella e approvato all’unanimità all’articolo 6, che prevede l’introduzione della garanzia della rappresentanza di genere in quest’organo. I componenti dovranno essere scelti dal presidente con la garanzia della rappresentanza di genere.


Sull’articolo 7, sull’assemblea delle comunità, anche questo approvato all’unanimità, Ferrari ha illustrato un emendamento da lei concordato con l’assessore Gottardi e poi approvato all’unanimità, che prevede che l’assemblea della comunità sia composta anche in questo caso garantendo la rappresentanza sia di genere, sia dei consiglieri di maggioranza e di minoranza, sia la soglia dei 3.000.


Sull’articolo 11, relativo al segretario di comunità, Tonini ha dato atto all’assessore Gottardi di aver convenuto con le sue obiezioni in merito alla previsione originaria di un manager scelto fiduciariamente che fosse anche garante, introducendo invece una figura di garanzia da selezionare con le procedure previste per il segretario comunale. Di ciò per Tonini beneficeranno i comuni più piccoli che hanno spesso un segretario solo a tempo parziale.


Sull’articolo 14, approvato con l’astensione di Marini, lo stesso consigliere ha proposto due emendamenti, respinti entrambi con 21 no e 8 sì, per sostituire ai presidenti delle commissioni paesaggistiche delle comunità figure tecniche che non siano “politiche”, per garantire l’imparzialità di questi organismi che si devono limitare ad applicare le leggi e i regolamenti.


Sull’articolo 15, approvato con due voti di astensione (Marini e Manica del Pd) riguardante la commissione edilizia dei comuni, Marini ha proposto con un emendamento, respinto con lo stesso numero di voti, l’eliminazione dei sindaci e degli assessori da quest’organismo per garantire l’imparzialità delle decisioni ed evitare conflitti di interesse.


Sull’articolo 18 è stato approvato l’emendamento proposto e concordato dall’assessore Tonina con tutti i capigruppo, che sana le norme impugnate dal governo della legge provinciale 4 del 2 maggio 2022 sulle fonti rinnovabili e in particolare sul fotovoltaico.



INIZIATO L’ESAME DEL DISEGNO DI LEGGE 111 DI VANESSA MASÈ PER MODIFICARE LA LEGGE PROVINCIALE SULLA SCUOLA DEL 2006 ABROGANDO GLI AMBITI TERRITORIALI



Devid Moranduzzo (Lega) ha letto la relazione dedicata al ddl 111 con il riassunto dei lavori svolti dalla Quinta Commissione da cui è stato già approvato nella fase istruttoria il provvedimento nel quale è sostanzialmente sancito il mancato utilizzo degli ambiti territoriali all’interno dei quali gli istituti dovevano attingere il personale docente come previsto dalla norma vigente che il testo mira a cancellare.

Sara Ferrari (Pd) ha chiesto al presidente Kaswalder e ottenuto la sospensione dei lavori per permettere alle minoranze di confrontarsi e valutare come procedere nel pomeriggio con l’esame dei numerosi disegni di legge all’ordine del giorno sui quali non sono previsti tempi contingentati.