Stamane in Consiglio tutti hanno apprezzato il dialogo dell'assessore Gottardi con le minoranze
Approvata in aula con 30 voti favorevoli e uno di astensione la riforma delle comunità
Avviato l'esame del ddl 111 di Masè per cancellare gli ambiti territoriali dalle norme sulla scuola
Il
disegno di legge 145 “Riforma delle comunità” (nella foto, il salone della Magnifica Comunità di Fiemme) proposto dalla
Giunta con l’assessore agli enti locali Mattia Gottardi è stato
approvato stamane
dal
Consiglio provinciale con 30 voti a favore e l’astensione del solo
Alex Marini (Misto-5 Stelle). Subito prima si
erano svolte le
dichiarazioni di voto da
cui è emersa registrare una larghissima condivisione dei consiglieri
che hanno apprezzato soprattutto la disponibilità al dialogo
dell’assessore che ha permesso di accogliere numerosi emendamenti
proposti anche dalle minoranze. Subito prima erano stati esaminati i
18
articoli del testo e
le relative modifiche, molte delle quali
precedentemente concordate
da Gottardi
con
le opposizioni,
ed
erano stati approvati gli
ultimi due ordini del giorno rimasti da
ieri.
A
seguire l’assemblea ha “aperto” il
ddl
111 di Masè per modificare la normativa provinciale sulla scuola del
2006 con l’abolizione degli ambiti territoriali all’interno
dei quali gli istituti sarebbero tenuti ad attingere i docenti da
assumere. I
lavori sono stati sospesi su richiesta di Sara Ferrari (Pd), che
ha chiesto un
confronto interno
alle minoranze
per
valutare come procedere su questo e i successivi ddl su molti dei
quali, in base all’ordine del giorno, non sono previsti tempi
contingentati.
LE
DICHIARAZIONI DI VOTO
Vanessa Masè (La Civica)
ha motivato il proprio voto favorevole al ddl per come è stato
gestito l’esame dall’assessore Gottardi riuscendo ad ottenere con
questo metodo la maggiore condivisione possibile di tutti i soggetti
interessati, a partire dagli amministratori locali. Questa riforma
riguarda la competenza, particolarmente delicata, degli enti locali,
potrà avere un tiraggio molto lungo perché la macchina
amministrativa impiega anche molto tempo per adeguarsi ai
cambiamenti. Si tratta di intercettare quelli in corso e attesi con
modifiche che devono per questo risultare coinvolgenti ed essere,
com’è accaduto, adeguatamente approfondite attraverso un percorso
partecipato e moto efficace.
Giorgio Tonini (Pd) ha
spiegato perché il proprio gruppo vota a favore del ddl.
Innanzitutto per come è stato gestito questo provvedimento
dall’assessore Gottardi. Questa è la prova che con il dialogo, la
collaborazione e l’apertura si raggiungono risultati migliori che
attraverso un confronto muscolare. Si è così arrivati a un accordo
su un punto fondamentale dell’autonomia: il rapporto tra Provincia
e Comuni che sono le due gambe della nostra specialità. Spesso in
passato vi è stata divisione su questo rapporto mentre oggi
arriviamo ad una convergenza. Tonini ha ricordato come dopo la prima
legge del 2006 si sia arrivati nella scorsa legislatura alla riforma
Daldoss, che nel 2015 ha chiarito come un ente intermedio può non
essere un ente locale autonomo ma uno strumento a servizio dei comuni
per rafforzarne il ruolo e le prerogative. Il consigliere ha
rammentato che per Alcide Degasperi il comune (simboleggiato dalla
Torre Civica di Trento) fosse la radice fondamentale della nostra
autonomia. Per Tonini questo ddl perfeziona ulteriormente lo
strumento delle comunità di valle che ora potranno meglio svolgere
il loro ruolo a serviziio dei comuni. Bene anche le rifiniture del
testo apportate prima in commissione, attraverso il confronto con il
Cal e in questi giorni in aula: il risultato è una governance più
convincente , efficace e ragionevole. Infine è positiva l’idea che
qui comincia un percorso di riforma, perché per il consigliere la
vera riforma dovrà essere sviluppata per aiutare il sistema dei
comuni a diventare più moderno e capace di rispondere in modo
efficacie ai bisogni dei cittadini. “La nostra autonomia sarà
forte quanto pià dimostrerà di saper fare meglio dello Stato
costando meno che allo Stato”, aveva auspicato Degasperi. Le
risorse ingenti anche se non illimitate della Provincia, per Tonini
devono quindi essere utilizzate al meglio. E così com’è stata
ripensata e potenziata la comunità di valle possa essere uno
strumento utile in questa direzione.
Pietro De Godenz (UpT) ha
espresso piena sintonia con Tonini e motivato il proprio voto a
favore di questa riforma delle comunità per il radicamento nei
territori, per il metodo adottato nella sua definizione, anche se
resta il rammarico dei 4/5 del consiglio dei sindaci se la scelta del
presidente cade su un esterno agli eletti. De Godenz ha ringraziato
anche il Cal per la chiarezza del documento prodotto, che ha
facilitato il lavoro del Consiglio provinciale. Il suo grazie è
stato indirizzato anche alle comunità commissariate.
Lucia Coppola (Misto-Europa
Verde) ha dichiarato il proprio voto favorevole al ddl segnalando di
aver modificato la sua posizione iniziale grazie allo sforzo compiuto
dai consiglieri e dall’assessore che ha dimostrato un atteggiamento
di ascolto e dialogante, cosa che in politica ha grande valore. Le
comunità così riformate potranno servire meglio i comuni garantendo
la capacità di gestire problematiche di territori di area vasta. Le
diverse modifiche al ddl evidenziano che c’è la volontà di
promuovere sempre il confronto tra amministratori locali e Provincia
per un governo del territorio che rispetti le diverse identità per
risparmiare risorse senza rinunciare al buon funzionamento degli
enti. Le comunità saranno uno spazio in cui definire strategie
condivise. Si dà così valore al decentramento amministrativo con un
personale formato per rispondere ai tanti bisogni degli enti locali.
Alex Marini (Misto-5
Stelle) ha apprezzato le modalità con cui si sono svolti i lavori in
aula con un confronto nel merito degli emendamenti. Questo metodo si
dovrebbe a suo avviso applicare anche ad altri ddl. Ha poi ricordato
tutte le modifiche introdotte rispetto al testo originario del
provvedimento e in particolare quelle che hanno recepito le sue
proposte in materia di consumo del suolo da parte delle comunità,
dell’adeguamento degli statuti per garantire la partecipazione
popolare, della formazione degli amministratori e della trasparenza
delle comunità. Questo principio – ha precisato – non va inteso
come un aggravio burocratico ma come uno strumento per
migliorare il funzionamento delle pubbliche amministrazioni ed
erogare servizi migliori ai cittadini.
Marini ha lamentato la bocciatura
di un suo ordine del giorno orientato a coinvolgere anche i comuni
confinanti del Veneto e della Lombardia offrendo agli amministratori
locali gli strumenti per risolvere anche i problemi di quelle
comunità locali contermini ma gestiti in modo radicalmente diversa.
Ma i cittadini non capiscono questa differenza. Un importante difetto
di questo ddl secondo il consigliere è stato non vedere nelle
comunità di valle uno strumento per affrontare meglio e risolvere i
nodi delle politiche abitative, sociali e sanitarie. Marini ha infine
proposto di estendere la formazione, prevista per gli amministratori,
anche ai tecnici delle amministrazioni locali.
Claudio Cia (FdI) ha
rivolto un plauso all’assessore Gottardi per il metodo adottato, al
Consiglio delle autonomie locali/Consorzio dei Comuni che ha
contribuito a questa riforma. Vero è che se c’è un metodo
condiviso si possono condividere anche i risultati. Cia ha ricordato
che quando un ddl viene invece bloccato non è sempre perché manca
la disponibilità al confronto ma perché si sovrappone al confronto
un atteggiamento ideologico a prescindere.
Ugo
Rossi
(Misto-Azione) ha motivato il proprio
voto
favorevole già preannunciato ieri a
questa riforma, ricordando
di aver fin dall’inizio messo in luce la contraddizione tra questo
ddl e l’idea originaria della Giunta provinciale che voleva abolire
le comunità di valle. A
suo avviso questa
riforma ha il merito di radicare
la governance delle
comunità ancor più
nei comuni
rappresentati dai sindaci.
Questa nuova legge sancisce, secondo
l’ex presidente della Provincia, quel
che è stato fatto nella scorsa legislatura, quando
era stata eliminata
l’elezione diretta delle comunità facendo in modo che la
governance di queste comunità fosse
maggiormente
orientata
sui
comuni. Questi principi sono stati sanciti dalla riforma Daldoss nel
2015. Quindi il trasferimento del protagonismo ai comuni – ha
ribadito il consigliere – era già
avvenuto. Questo ddl per Rossi è frutto delle richieste dei sindaci
che hanno aggiunto
“qualcosina” rispetto
a
quel che già c’era anche se le modifiche della legge del 2015,
quelle
sì, erano
sostanziali. Dunque
questa riforma è a suo avviso “striminzita ma almeno non contiene
strafalcioni”. E soprattutto apre la strada alla dimensione
sovracomunale, fugando i timori che si vogliano favorire “gli amici
degli amici”, fare i propri interessi economici e mantenere in vita
tanti piccoli comuni con il pretesto di contenere in tal modo lo
strapotere della Provincia. Per Rossi le comunità di valle devono
essere luoghi della politica come i comuni, “perché politica vuol
dire amministrare facendo delle scelte. Se l’autonomia speciale
abbandona l’idea che amministrare e fare politica sono la stessa
cosa – ha
concluso – questo è un grave pericolo per il Trentino che
diventerebbe in pochi anni una regione ordinaria o un comune di
500.000 abitanti. Siamo un piccolo Stato dentro il quale è
obbligatorio avere una visione politica che si concili con la
responsabilità amministrativa”.
Ivano
Job
(Misto) ha
riconosciuto che questa riforma è frutto anche del lavoro svolto
dalla precedente amministrazione provinciale, che ha aperto la strada
alle comunità intese come un’opportunità importante per far
crescere l’autonomia del nostro territorio. Il ddl è stato portato
avanti in modo apprezzabile, prevedendo che le future comunità di
valle riavvicinino i cittadini alla politica rigenerando il senso
dell’autonomia. “Dobbiamo dare ai cittadini l’esempio che anche
nelle istituzioni è possibile lavorare insieme ed essere uniti a
servizio di tutti e questo nel Trentino emerge
soprattutto d fronte alle difficoltà.
L’assessore
Gottardi,
subito dopo il voto quasi unanime ha ringraziato tutti coloro che
hanno concorso anche criticamente a questo risultato auspicando che
il lavoro che ha portato all’approvazione di oggi grazie alla
collaborazione del Consiglio delle autonomie locali e del Consiglio
provinciale, sia un termine di paragone anche per il futuro.
SI
AGLI ULTIMI DUE ORDINI DEL GIORNO
Sì
all’odg 233 di Demagri (Patt) per migliorare alcuni
aspetti delle comunità
L’odg
impegna la Giunta ad approfondire le seguenti indicazioni perché
siano recepite con successivi provvedimenti in modo da migliorare
questi aspetti tecnico-operativi della comunità di valle: (1) sulla
figura del segretario/manager perché sia dotato delle necessaria
competenze giuridiche e amministrative, (2) sull’incentivazione di
nuove forme di gestione associata dei servizi con spiccata valenza
sovracomunale per sgravare i comuni di incombenze e procedure
burocratiche complesse (uffici tributi, centrale unica di
committenza, centrale appalti, polizia locale, ecc.), (3) sul
prolungamento del termine da 30 a 90 giorni dalle elezioni comunali
per la nomina della nuova governance della comunità, (4)
sull’esigenza di disciplinare con una delibera della Giunta alcuni
aspetti del funzionamento e la composizione della commissione
strategica, economica e urbanistica delle comunità, (5) assicurare
risorse economiche e umane certe incentivando il passaggio di
personale dalla Provincia alle comunità.
Sì
all’odg 234 di Marini sulla formazione di amministratori di comuni
e comunità.
L’odg,
approvato all’unanimità, impegna la Giunta a valorizzare
ulteriormente il ruolo della Scuola per il territorio e il paesaggio
(Step) prevista nell’ambito della società per la formazione
permanente del personale (Trentino School of Management)
dall’articolo 4 della legge provinciale per il governo del
territorio (lp 15 del 2015), estendendo agli amministratori comunali
e delle comunità nonché ai membri delle commissioni edilizie
comunali, la possibilità di partecipare ai corsi di formazione e
aggiornamento in materia di urbanistica e tutela del paesaggio
organizzati in coordinamento con le iniziative formative del
consorzio dei comuni trentini.
L’ESAME
DEGLI ARTICOLI E DEGLI EMENDAMENTI
Prima di avviare l’esame
degli articoli, Sara Ferrari (Pd), Pietro De Godenz (UpT), Ivano Job
(Misto) e Alex Marini (Misto-5 Stelle) hanno annunciato il ritiro chi
di gran parte chi di tutti gli emendamenti da loro inizialmente
proposti.
Sull’articolo 5, in
merito all’emendamento riguardante l’elezione del presidente
delle comunità, De Godenz ha ribadito la sua contrarietà alla
previsione contenuta nella modifica proposta dall’assessore
Gottardi, in base alla quale questa figura comunità può essere
scelta tra i cittadini iscritti nelle liste elettorale di qualsiasi
comune della Repubblica, da almeno quattro quinti, arrotondati
all’unità superiore, dei componenti del consiglio dei sindaci.
Giorgio Tonini (Pd) ha espresso
non una contrarietà ma una perplessità su questo emendamento,
perché il presidente scelto eventualmente all’esterno (un
cittadino) sia votato non dai quattro quinti ma a maggioranza, pur
apprezzando che siano state previste le tre possibilità lasciate al
consiglio dei sindaci per eleggere presidente un sindaco, un
consigliere comunale o un cittadino.
Marini ha dato atto all’assessore
Gottardi di aver prestato ascolto alle richieste dei sindaci ma ha
aggiunto che sarebbe stato meglio lasciare alle comunità di valle
un’autonoma individuazione delle procedure di scelta per l’elezione
del presidente.
Paola Demagri (Patt) ha giudicato
poco trasversale su tutte le valli questa previsione.
Claudio Cia (FdI) ha ricordato di
aver espresso qualche perplessità all’assessore su questo
emendamento, rientrata però in quanto Gottardi ha assicurato un
costante monitoraggio sugli effetti nell’attuazione di questa norma
e la disponibilità a porvi eventuale rimedio. Approvato
all’unanimità l’emendamento proposto da Cia
L’emendamento dell’assessore
è stato poi approvato con 17 sì, 9 no, un voto di astensione e un
non partecipante al voto. L’articolo 5 è stato approvato con 20
voti a favore, 8 di astensione e il voto contrario di De Godenz.
Sull’articolo 6, sul
comitato esecutivo delle comunità, approvato all’unanimità,
Ferrari ha motivato l’emendamento da lei presentato insieme
a Paolo Zanella e approvato all’unanimità all’articolo 6,
che prevede l’introduzione della garanzia della rappresentanza di
genere in quest’organo. I componenti dovranno essere scelti dal
presidente con la garanzia della rappresentanza di genere.
Sull’articolo 7,
sull’assemblea delle comunità, anche questo approvato
all’unanimità, Ferrari ha illustrato un emendamento da lei
concordato con l’assessore Gottardi e poi approvato all’unanimità,
che prevede che l’assemblea della comunità sia composta anche in
questo caso garantendo la rappresentanza sia di genere, sia dei
consiglieri di maggioranza e di minoranza, sia la soglia dei 3.000.
Sull’articolo 11,
relativo al segretario di comunità, Tonini ha dato atto
all’assessore Gottardi di aver convenuto con le sue obiezioni in
merito alla previsione originaria di un manager scelto
fiduciariamente che fosse anche garante, introducendo invece una
figura di garanzia da selezionare con le procedure previste per il
segretario comunale. Di ciò per Tonini beneficeranno i comuni più
piccoli che hanno spesso un segretario solo a tempo parziale.
Sull’articolo 14,
approvato con l’astensione di Marini, lo stesso consigliere ha
proposto due emendamenti, respinti entrambi con 21 no e 8 sì, per
sostituire ai presidenti delle commissioni paesaggistiche delle
comunità figure tecniche che non siano “politiche”, per
garantire l’imparzialità di questi organismi che si devono
limitare ad applicare le leggi e i regolamenti.
Sull’articolo 15,
approvato con due voti di astensione (Marini e Manica del Pd)
riguardante la commissione edilizia dei comuni, Marini ha proposto
con un emendamento, respinto con lo stesso numero di voti,
l’eliminazione dei sindaci e degli assessori da quest’organismo
per garantire l’imparzialità delle decisioni ed evitare conflitti
di interesse.
Sull’articolo 18 è
stato approvato l’emendamento proposto e concordato dall’assessore
Tonina con tutti i capigruppo, che sana le norme impugnate dal
governo della legge provinciale 4 del 2 maggio 2022 sulle fonti
rinnovabili e in particolare sul fotovoltaico.
INIZIATO
L’ESAME DEL DISEGNO DI LEGGE 111 DI VANESSA MASÈ
PER MODIFICARE LA LEGGE PROVINCIALE SULLA SCUOLA DEL 2006 ABROGANDO
GLI AMBITI TERRITORIALI
Devid Moranduzzo (Lega) ha letto
la relazione dedicata al ddl 111 con il riassunto dei lavori svolti
dalla Quinta Commissione da cui è stato già approvato nella fase
istruttoria il provvedimento nel quale è sostanzialmente sancito il
mancato utilizzo degli ambiti territoriali all’interno dei quali
gli istituti dovevano attingere il personale docente come previsto
dalla norma vigente che il testo mira a cancellare.
Sara Ferrari (Pd) ha chiesto al
presidente Kaswalder e ottenuto la sospensione dei lavori per
permettere alle minoranze di confrontarsi e valutare come procedere
nel pomeriggio con l’esame dei numerosi disegni di legge all’ordine
del giorno sui quali non sono previsti tempi contingentati.