In Consiglio provinciale è iniziata la discussione del disegno di legge Gottardi
Comunità di valle: al via l’esame della riforma
In allegato, le relazioni di maggioranza e minoranza e il testo del provvedimento
Il
disegno di legge 145 di riforma delle comunità di valle
dell’assessore Mattia Gottardi è stato al centro dei lavori
di questo pomeriggio in Consiglio provinciale. Dopo la lettura delle
relazioni di maggioranza e minoranza l’assessore proponente ha
chiesto una sospensione dei lavori per permettere un confronto con i
colleghi che hanno presentato la maggior parte dei 537 emendamenti e
112 ordini del giorno. Dopo un breve dibattito sull’opportunità
della sospensione, i lavori sono proseguiti con l’illustrazione del
ddl da parte dell’assessore e con i primi interventi in discussione
generale.
Inopportuno
cercare la mediazione prima di avviare la discussione
Ugo
Rossi (Azione) ha obiettato che è significativo, in negativo,
che ancora prima di iniziare il dibattito, si chieda una sospensione
su un disegno di legge di riforma di organi istituzionali che sono
parte integrante del nostro sistema, come quello in discussione. La
invito a consentire la discussione generale per procedere
successivamente alla ricerca dell’intesa, ha detto Rossi.
Diversamente saremmo di fronte alla negazione del ruolo del Consiglio
provinciale.
Anche
Alessandro Olivi (PD) ha concordato con il collega di Azione:
rimandare l’illustrazione dell’idea della riforma, facendola
precedere dalla mediazione, ha commentato, appare un modo per dire
che questa legge sarà un mosaico che vuole mettere insieme tutti,
priva però del coraggio che servirebbe su un tema di questo rilievo.
Non
è mia intenzione modificare la relazione al disegno di legge che ha
già superato l’iter in Commissione: non c’è la volontà di
mancare di rispetto, ha precisato Mattia Gottardi: l’idea
era quella di fare un ragionamento sugli ordini del giorno e sugli
emendamenti non per sottrarsi al dibattito, ma per tentare di rendere
più agevole la discussione.
Giorgio
Tonini (PD) ha suggerito di procedere con la discussione generale
e subito dopo con la parte dispositiva, per non dare l’impressione
di voler chiudere il dibattito prima di aprirlo.
Gottardi:
una “riforma di tutti” che mette al centro i comuni
Mattia
Gottardi ha quindi accolto la mediazione e i lavori sono
proseguiti con l’illustrazione della riforma per la quale
l’assessore ha manifestato fin da subito soddisfazione perché, ha
detto, si tratta di un disegno di legge che pur rivendicando una
linea politica definita è stato modificato e costruito con i
territori. Abbiamo cercato, con un lungo percorso di ascolto e di
mediazione, partito all’inizio di questa legislatura, di agire su
diversi fronti concedendo maggiore autonomia gestionale possibile
agli enti locali, smitizzando la logica della gestione associata in
sé; rivedendo i criteri del modello perequativo con l’obiettivo di
riportare i bilanci dei comuni in equilibrio (a breve sarà proposta
una revisione ulteriore che tiene conto di ulteriori correttivi
collegati alle conseguenze della tempesta Vaia) e passando dal
concetto di “costo” al meccanismo del “costo di comunità”;
costruendo infine un disegno di legge di modifica delle comunità di
valle, quello attualmente in discussione. Il progetto politico delle
comunità del 2010, che le concepiva come ente sostitutivo dei
comuni, è stato abolito da una sentenza della Corte costituzionale,
ha ricordato. Il secondo step di riforma, firmato Daldoss, ha
di fatto molto depotenziato il progetto iniziale, trasferendo i
compiti alle gestioni associate obbligatorie, abolite all’inizio
del percorso di questa legislatura. Quella in discussione è una
“riforma di tutti”, perché frutto di un percorso ampiamente
partecipato, che mette al centro i comuni e il sindaco. Noi voteremo
una nuova comunità, la comunità dei comuni, perché all’interno
di questo rinnovato strumento i comuni saranno incentivati alla
condivisione. L’obiettivo principale di questa riforma, infatti, è
dare ai comuni un luogo di dibattito politico prima assente, fornire
uno strumento di cui i comuni hanno estremo bisogno “per dovere e
volere fare insieme”. Questa riforma è il punto di equilibrio che
si è trovato, dopo un lungo e partecipato dibattito sui diversi
aspetti.
Rossi:
tempo perso, come fare il giro del mondo a marcia indietro
“Senza
banalizzare e fare della facile ironia”, il consigliere Ugo
Rossi ha citato due bizzarri personaggi della valle di Sole
pescati da ricordi personali per dire che la riforma è tempo perso
ed è come fare il giro del mondo a marcia indietro. I comprensori
erano nati per portare un modello “cittadino” nelle valli, ha
ricordato. Sperimentate le criticità di quel modello, si arrivò poi
ad elaborarne un’evoluzione, introducendo il meccanismo della
rappresentanza piena (elezione diretta) e dando origine alle
comunità. La riforma successiva (Daldoss), mentre la Lega chiedeva
l’abolizione delle comunità, partiva dalla necessità del “fare
insieme quello che da soli non si riusciva a fare” e dall’oggettiva
necessità di una gestione sovracomunale dei servizi. Dunque la Lega
ha fatto obiettivamente marcia indietro e ha acquisito il consenso
sulla base di un’idea irrealizzabile. Di fatto questa riforma
cambia ben poco, ecco perché è come fare il giro del mondo a marcia
indietro: le comunità continueranno a fare quello che fanno, c’è
un po’ di differenza nel modello di governance (consiglio
dei sindaci) e ci sono state alcune aggiunte sulla base di richieste
del Consiglio delle autonomie, per il resto tutto rimane invariato.
Infine un pensiero, rivolto ai cittadini delusi che avevano creduto
alla volontà sbandierata dalla Lega in campagna elettorale, di
eliminare gli sprechi delle comunità di valle, mentre qui non c’è
alcuna riforma, nemmeno il nome del disegno di legge è cambiato.
Sull’onda del chi urla più forte in questa legislatura sono stati
fatti molti danni all’autonomia e la vicenda delle comunità di
valle ci deve insegnare che prima di spararla grossa si devono fare
delle verifiche e vedere se quanto si dice ha un fondamento.
Tonini:
un’occasione positiva, nel segno della continuità, per convergere
attorno ad un’idea comune
Giorgio
Tonini (PD) ha osservato che la condizione attuale è
particolarmente favorevole perché alla fine di percorsi diversi su
un tema storicamente critico, abbiamo alla fine trovato un punto di
incontro comune e condiviso. L’autonomia è mal sopportata e va
costantemente spiegata ai palazzi della politica nazionale, in una
sfida sempre aperta. In questo contesto, costruire le condizioni di
un pensiero comune e un comune punto di osservazione attorno a
pensieri cardine come questo, è certamente da valorizzare. Abbiamo
la Provincia più autonoma d’Italia e i comuni meno autonomi
d’Italia: un problema serio, che ci trasciniamo da tempo e
risolvere questo problema significa intervenire sulla struttura dei
comuni e far in modo che il sistema evolva. E’ significativo che si
sia arrivati a questo risultato attraverso la strategia del confronto
e dell’ascolto dei territori. La Giunta in questo senso ha fatto un
percorso ed ha risposto alle istanze dei Comuni. Possiamo prendere
atto che ciascuno per la sua strada è arrivato alle stesse deduzioni
e la proposta di legge in discussione è il perfezionamento della
riforma precedente, un’occasione per convergere attorno ad un’idea
comune: non c’è da vergognarsi quando si va d’accordo. Detto
questo, Tonini ha citato alcuni passaggi tecnici “da perfezionare”
sul presidente della comunità, sul direttore-segretario, sulla
composizione e sul ruolo dell’assemblea, sull’equilibrio
maggioranza-minoranza all’interno dell’assemblea, sulla questione
della rappresentanza di genere e sul tema cruciale delle potenzialità
delle comunità di valle nel loro ruolo di volano nel sistema delle
autonomie locali. A quest’ultimo proposito, se vogliamo che questo
istituto possa davvero cambiare i rapporti di forza all’interno
della Provincia va fatto un percorso di riforma di prospettiva,
cogliendo i segnali di allarme lanciati dai comuni, cambiando
l’architettura del sistema e valorizzando le comunità di valle.
Marini:
riforma frutto del dialogo, recepire le osservazioni è sintomo di
una buona pratica democratica
Questa
riforma è la dimostrazione che si può dialogare senza andare allo
scontro per arrivare a soluzioni condivise, ha osservato Alex
Marini (Misto-5 Stelle), esprimendo apprezzamento per il metodo
dell’assessore Gottardi. Cambiare idea è sintomo di intelligenza e
stimolare il pensiero critico e recepire le osservazioni è sintomo
di una buona pratica democratica. I tempi forse sono stati lunghi, ma
sono serviti forse per far crescere la solidità del percorso e delle
proposte. Il consigliere ha toccato alcuni passaggi, riflettendo
sulla qualità della democrazia locale e l’autonomia e sui rapporti
dei comuni con l’Europa. A questo proposito ha suggerito che tra i
due membri nominati dalla Regione all’interno del Comitato delle
regioni (24 + 24 membri (24 aggregati+24 supplenti) designati
dall’Italia), il membro supplente rappresenti gli enti locali e,
magari, il genere femminile. Un’altra proposta emendativa formulata
dal consigliere riguarda la formazione degli amministratori e dei
tecnici che compongono le Cpc, affinché le commissioni siano
costituite da veri esperti delle dinamiche e delle politiche: su
questo varrebbe la pena confrontarsi con Bolzano, ha aggiunto. La
riduzione del consumo energetico e dell’inquinamento luminoso e
l’azzeramento del consumo di suolo sono al centro di alcuni
documenti di odg anticipati dal consigliere Marini, così come la
revisione del modello delle politiche abitative.