Oggi l'assemblea legislativa provinciale in aula con i sindaci e la Giunta
La seduta congiunta con il Consiglio delle autonomie locali. Risoluzione approvata all'unanimità
In allegato il testo votato e le relazioni dei presidenti Gianmoena, Masè e Fugatti
I
temi dei rapporti finanziari tra Provincia e comuni e della
revisione
della legge
sulle
comunità di
valle proposta
dalla Giunta, già
approvata
dalla Prima Commissione ma
il esame
finale è
previsto
a
fine giugno, hanno animato il dibattuto
della
seduta
congiunta di
oggi in aula che ha messo a confronto Consiglio
provinciale, Consiglio delle autonomie locali (Cal) ed esecutivo.
L’incontro – convocato per
legge ogni
da
tutti e tre i soggetti istituzionali ma
che non si svolgeva più dal 2014 per
verificare
l’andamento del sistema delle autonomie locali e in particolare dei
rapporti tra comuni, comunità e Provincia – è
stato aperto dalle relazioni dei
presidenti del
Cal Paride Gianmoena, della
Prima Commissione Vanessa Masè, e della Giunta Maurizio Fugatti,
alle
quali sono seguiti gli interventi dei sindaci e di alcuni
consiglieri. Al termine è stata approvata all’unanimità una
risoluzione proposta
dal cal, firmata
dai sindaci
ma anche sottoscritta
dall’assessore agli enti locali Gottardi e da
tutti i capigruppo.
Kaswalder:
semplificare le norme e snellire le procedure amministrative
Il
presidente del Consiglio provinciale Walter Kaswalder
ha ricordato nel
saluto iniziale che “se
siamo qui a celebrare questa seduta congiunta è per ribadire e
sostanziare una caratteristica che rende forte e coesa la nostra
autonomia speciale: il dialogo multilivello e la pari dignità tra le
pubbliche istituzioni territoriali, nel segno di una sussidiarietà
che garantisce la vicinanza alle necessità dei cittadini da parte di
chi governa e amministra, prendendo decisioni che riguardano l'intera
comunità. E'
questa – ha
proseguito – anche la
ratio con cui la legge provinciale 7 del 2005 istituì questa
particolare adunanza allargata, pensata appunto per interfacciare
l'assemblea legislativa provinciale e l'organismo di rappresentanza
dei Comuni trentini. Il
nostro sistema funziona bene nella misura in cui le istituzioni
votate dai cittadini - nella distinzione dei ruoli e delle
competenze, che sono peraltro ben perimetrati e non possono essere
confusi - si relazionano tra di loro, condividendo gli obiettivi di
fondo, i valori fondanti e l'intento di migliorare concretamente la
vita della popolazione. Su questa strada – ha
osservato il presidente del Consiglio – occorre semplificare
le norme, snellire le procedure amministrative, ridurre la
burocrazia. Una mission apparentemente quasi impossibile per
l'apparato normativo davvero pesante e farraginoso, ma – ha
concluso Kaswalder – questo è un
compito che Provincia e Comuni assieme possono adempiere,
distinguendo in positivo il Trentino dal resto del Paese”.
Gianmoena:
potenziamento delle comunità e programmazione pluriennale delle
risorse finanziarie (relazione
allegata)
Il
presidente del Cal Paride Gianmoena ha richiamato alla centralità
dei comuni e delle comunità in ogni prospettiva di sviluppo per i
nostri territori. E
ha aggiunto che le autonomie locali vanno valorizzare meglio
che altrove perché
siano co-protagoniste
di quel modello di governance policentrica, definita
dal presidente “l’autonomia
delle autonomie dialoganti”.
Gianmonena
Più strumenti per consentire ai comuni di gestire efficacemente la
propria funzione di presidio sul territorio, valorizzando il ruolo
del Consorzio dei Comuni Trentini nella gestione dei servizi di
back-office, e sostenendo adeguatamente le gestioni associate delle
funzioni che occorre esercitare in una logica di prossimità. Il
presidente dopo un’articolata riflessione dedicata soprattutto al
tema delle insufficienti risorse di cui oggi i comuni dispongono, ha
sintetizzato le tre principali richieste rivolte dal Cal alla
Provincia: “più
slancio al potenziamento delle Comunità, rafforzandone le
potenzialità di strutture a servizio dei comuni, anche attraverso la
creazione di centri di competenza specializzata, e coltivandone il
ruolo di luoghi della programmazione sovracomunale; più
spazio a
una
programmazione pluriennale delle risorse finanziarie
di
cui possono disporre i comuni, nei limiti consentiti dal bilancio
provinciale, ed un costante aggiornamento dei modelli di riparto
delle stesse; e
più
occasioni di confronto con il Consiglio delle autonomie locali,
rispetto alle scelte di sviluppo della Provincia, nell’ottica di
favorire un miglior coinvolgimento dei territori.
Masè:
la riforma delle comunità valorizza il ruolo dei comuni (relazione
allegata)
La
presidente della Prima Commissione permanente
del Consiglio provinciale Vanessa
Masè, si
è soffermata sul disegno di legge 145 per
la riforma delle comunità il cui esame finale è previsto in aula
tra 2 settimane, che
interviene sulla
governance di
questi enti limitandone la terzietà rispetto ai comuni da cui sono
formate per valorizzare il ruolo di
questi ultimi.
La presidente ha evidenziato che il
nuovo assetto che
la riforma intende creare ha
anche
l’obiettivo
di
semplificare il
quadro istituzionale e
assicurare la
qualità dei servizi ai cittadini rendendo la comunità
massima espressione delle volontà degli interessi del territorio.
“Il
progetto
di riforma dell’assetto istituzionale complessivo e la nuova
impronta ai rapporti tra Provincia, Comunità e Comuni – ha
proseguito – è un
percorso partito già ad
inizio legislatura, con una ridefinizione del concetto di “gestioni
associate”, per le quali si è tolto l’obbligo e la indicazione
precostituita dalla Provincia e permettendo ai comuni o di far da sé,
o di associarsi volontariamente con altri, liberamente e
a
seconda dei servizi che ritengono vantaggioso ottimizzare”. Ciò
ha permesso a suo avviso “una più
funzionale
pianificazione e ottimizzazione delle risorse ed una migliore
gestione dei rapporti tra Comuni confinanti. La
revisione
delle modalità perequative delle risorse di parte corrente, assieme
all’incremento dell’ammontare annuo e alla
facoltà data
ai
comuni di poter procedere all’integrazione dei propri organici con
nuove assunzioni, sono
stati tutti passaggi importanti per
ridare centralità
dei Comuni”.
Masè
ha anche voluto ricordare anche Rodolfo
Borga, “sindaco e consigliere provinciale appassionato
e competente”, citando
un intervento con cui durante la seduta
congiunta del 2014 aveva
presentato una sua proposta di risoluzione
per
impegnare la Giunta di allora a
“porre
in essere politiche che, pur nel mutato contesto economico e
finanziario che impone una gestione certamente più oculata della
spesa pubblica, non prescindano dalla doverosa attenzione per le
diverse esigenze che un territorio come quello trentino esprime e
che tengano
conto che nel governo dei territori periferici il fattore economico
non può essere il solo ad ispirare le scelte amministrative”.
Fugatti:
più autonomia finanziaria ai comuni. Agevolare l’assunzione di
personale (relazione
allegata)
Fugatti
ha evidenziato in apertura che la Giunta è impegnata a valorizzare
il governo delle amministrazioni locali. Come? Accrescendo
l’autonomia finanziaria e organizzativa dei singoli comuni compresi
i più piccoli, proseguendo nella revisione degli strumenti di
finanziamento della parte corrente e garantendo maggiore flessibilità
nella disciplina delle assunzioni di personale. Queste azioni – ha
proseguito – andranno accompagnate dalla integrazione del contratto
per il comparto degli enti locali finalizzata anche a rendere più
appetibile l’accesso al pubblico impiego (“e oggi – ha
ricordato – ve ne sono le condizioni)”. Dopo aver accennato al
ddl per la riforma della governance delle Comunità di valle,
confermando l’intento di assicurare in tal modo un livello
organizzativo sovracomunale nella gestione dei servizi complessi, il
presidente ha richiamato l’attenzione sull’obiettivo della
connessione dei territori ai principali assi viabilistici e di
mobilità come elemento di incremento della competitività del
Trentino, migliorando i collegamenti viari nelle valli per rendere
più facilmente raggiungibili anche gli insediamenti più periferici
e quelli con l’asta dell’Adige. Fugatti ha accennato anche alla
valorizzazione e all’estensione della rete delle piste
ciclopedonali, che rappresentano un elemento di crescente
attrattività turistica oltre che di utilità per il benessere della
popolazione in tutte le valli comprese quelle marginali. Non meno
determinante, per il presidente, sarà “completare la connessione
alla rete digitale di tutto il territorio trentino, sempre più
fattore determinante dello sviluppo e delle potenzialità di lavoro”.
Fugatti si soffermato anche sugli interventi a sostegno del welfare
territoriale, richiamando all’esigenza di un nuovo sistema che
incentivi l’erogazione dei servizi attraverso un maggior
coinvolgimento di soggetti privati, prodotti ad esempio dal mondo
della cooperazione. Il presidente ha poi segnalato la volontà
dell’esecutivo di puntare anche a implementare le sinergie tra
mondo imprenditoriale, sistema degli enti locali e Provincia
scommettendo sull’innovazione come elemento di attrattività per i
territori e per le aziende. Altro tema strategico a cui va prestata
particolare attenzione: la produzione dell’energia elettrica.
Attualmente sono attivi dei gruppi di lavoro misti Provincia- Comuni
che esaminano le criticità e le opportunità delle forme di
affidamento sia per le piccole derivazioni idroelettriche che per le
grandi concessioni. Fugatti ha concluso riferendosi ai giovani e al
futuro: “si è da poco concluso con successo il Festival
dell’Economia che – ha osservato – credo abbia dimostrato
l’impegno e la volontà di mantenere ai massimi livelli gli
standard di scientificità e di dibattito fra tesi. Tuttavia, il
sistema pubblico e quello privato affrontano una sfida comune di
fondamentale e primaria importanza, costituita dall’esigenza di
dotarsi di personale con competenze adeguate al cambiamento e
all’innovazione”. A suo avviso si devono innanzitutto rafforzare
gli elementi identitari, fondanti il patrimonio culturale e sociale
del territorio e dell’autonomia. Secondo il presidente enti locali
e Provincia devono continuare ad investire nella formazione
professionale come condizione per far fronte alle difficoltà delle
imprese nel reperire addetti qualificati. Ancora, per Fugatti è
necessario rendere il nostro territorio sempre più attrattivo, anche
per professionalità originate da altri territori.
GLI
INTERVENTI DEI CONSIGLIERI E DEI SINDACI
Rossi:
il grave pericolo dei rapporti Stato-comuni che minaccia l’autonomia
Al
rientro in aula dopo una sospensione ottenuta dall’assessore
agli enti locali Mattia Gottardi per
concordare coni capigruppo il testo della proposta di risoluzione
presentata dal Cal,
Ugo
Rossi (Misto-Azione),
ha evidenziato il “grave
pericolo”
costituito
a suo avviso da una
progressiva erosione e compressione delle potestà legislative e
amministrative delle autonomie, aggravata dalle emergenze degli
ultimi anni e dagli interventi riparativi dello Stato. Interventi che
in troppi casi hanno messo in difficoltà il particolare rapporto che
presidia la finanza locale del
Trentino che
vede protagonisti comuni e la Provincia, anziché come nelle altre
regioni i comuni e lo Stato. In qualche
circostanza infatti i nostri comuni
sono stati considerati dallo stato come i comuni delle regioni
ordinarie. Ciò
rende a suo avviso necessario difendere le
norme che regolano
i rapporti
tra Provincia e comuni e
presidiano l’autonomia
speciale. Recentemente la commissione dei 12 è stata investita dalla
richiesta delle due Province di elaborare una norma di attuazione che
metta l’autonomia al riparo da questo rischio. Sulla riforma delle
comunità Rossi ha apprezzato la scelta
del Cal
per correggere la proposta legislativa della Giunta sottolineando
l’indispensabile
sguardo sovracomunale che occorre avere.
Marini:
il Cal motivi i suoi pareri e renda accessibili al pubblico le
proprie riunioni
Alex
Marini
(Misto-5
Stelle) ha ricordato che una seduta congiunta come questa, che
avrebbe dovuto svolgersi ogni anno come previsto da
una legge provinciale, non era più convocata dal 2014 nonostante
l’importanza rivestita da questo momento di confronto.
Ha poi lamentato lo scarso tempo concesso
ai consiglieri
– 5 minuti – per presentare delle proposte in
questa seduta.
Altra
critica di
Marini: la
mancanza
di un automatismo che metta gli atti amministrativi a disposizione
dei consiglieri provinciali che invece per questo devono ogni volta
presentare un’istanza di accesso. Ha osservato che da parte del Cal
sono arrivati pareri in merito a provvedimenti normativi privi di
motivazioni
quando
queste sono,
a suo avviso, necessarie. Ancora, Marini ha chiesto di rendere
accessibili pubblicamente le sedute del Consiglio delle autonomie
locali mettendone a disposizione anche la registrazione.
Coppola:
irrinunciabili gli obiettivi della mobilità sostenibile e delle
energie rinnovabili
Lucia
Coppola (Misto-Europa Verde) ha
messo l’accento su alcuni temi trattati nelle relazioni
introduttive e
che devono vedere una forte collaborazione Provincia-enti locali: la
necessità di una mobilità sempre più sostenibile a livello
territoriale come pure di un turismo sostenibile per alzare il
livello della qualità della vita; le comunità energetiche e le
energie rinnovabili che costituiscono le questioni del futuro
(Coppola
si è augurata che
molte
aziende
aziende accedano al bando finalizzato
a sostenere l’utilizzo delle rinnovabili);
la salute e i servizi sanitari soprattutto
per i soggetti
più deboli; i beni comuni materiali e immateriali della cultura e
dell’identità di ogni territorio da salvaguardare.
Montibeller
(Roncegno): per assumere personale servono più risorse di parte
corrente
Mirko
Montibeller, sindaco di
Roncegno Terme,
ha richiamato alla necessità di personale a disposizione dei comuni
che sia preparato, efficiente e sensibile. Ha
ricordato che il numero
dei dipendenti delle autonomie locali si è notevolmente
ridotto.
Decine di cessazioni sono dovute a mobilità verso la Provincia e la
Regione. Servirebbe a suo avviso sottoporre la mobilità del
personale al parere degli enti locali. Questo anche a fronte
dell’aumento esponenziale delle incombenze amministrative e di
servizio ai cittadini a carico dei comuni. Per
Montibeller
il
fenomeno è riconducibile alla scarsa
appetibilità del posto di lavoro pubblico, meno
remunerato
rispetto al settore privato. Vi è anche la difficoltà di introdurre
meccanismi di incentivazione del personale. Annosa è poi la
questione della carenza dei segretari comunali. Vi
sono comuni con segretari presenti solo mezza
giornata alla settimana. Il sindaco ha concluso sollecitando la
Provincia a riflettere sulle risorse di parte correnti da mettere a
disposizione degli enti locali perché possano procedere a nuove
assunzioni di personale.
Oss
Emer (Pergine): costi dell’energia insostenibili se non si
interverrà con nuove risorse
Roberto
Oss Emer, sindaco di Pergine, ha
attirato l’attenzione “al di là dei macro-temi” toccati nelle
relazioni dei presidenti,
sulle conseguenze provocate dai rincari del gas e dell’energia
elettrica che incidono pesantemente sulla parte corrente dei bilanci
dei comuni. Comuni
che si vedono costretti
a utilizzare per
le spese correnti una parte delle risorse
che
andrebbero utilizzate per le spese di investimento.
Ai comuni è richiesto un grande sacrificio per ridurre la spesa
corrente a
cui per Oss Emer non
sembra
corrispondere
un analogo sforzo
da parte della Provincia. “Immagino – ha
commentato – che ciò
sia dovuto a scelte politiche”. Scelte che incidono
però su servizi primari.
“Gli aumenti – ha
ricordato – superano il 35%
del prezzo dell’illuminazione pubblica e dell’energia
necessaria agli edifici
comunali. E
i costi
per asili nido e scuole sono talmente elevati che costringeranno i
comuni a scelte drastiche riducendo la qualità e la qualità dei
servizi. Questo
vale anche per gli impianti sportivi,
della cultura e dei servizi sociali essenziali. Si dovranno
probabilmente rideterminare al rialzo tariffe e tasse comunali. E
i comuni non potranno sostituire
il personale che va in pensione”. Secondo
il sindaco di Pergine per far
fronte a questi
problemi il governo nazionale e la
Provincia dovranno mettere a disposizione dei comuni le risorse
necessarie. I
costi
spesso raddoppiati, sono insostenibili – ha proseguito Oss Emer –
e sono molte le gare d’appalto che vanno deserte perché i prezzi
non sono remunerativi e il sistema al massimo ribasso si è rivelato
fallimentare.
“Meraviglia – ha
concluso Oss Emer – che le
associazioni artigiani e le altre organizzazioni imprenditoriali
interessate non evidenzino questo problema”.
Galvan
(Borgo): per fronteggiare le sfide serve maggiore collaborazione
Provincia-comuni
Enrico
Galvan, sindaco di Borgo Valsugana, ha sottolineato che gli
investimenti devono generare crescita economica. Per questo a suo
avviso occorre rendere l’autonomia uno strumento moltiplicatore
delle opportunità offerte dal
Pnrr.
A
suo avviso il filo
conduttore nella gestione e nell’utilizzo del Pnrr deve essere lo
stretto
raccordo tra Provincia ed enti locali. Le sfide del Pnrr sono il
lavoro, l’inclusione, le famiglie, la valorizzazione delle risorse,
la sanità, l’istruzione e la transizione ecologica. Il ruolo di
regia e condivisione di
questi obiettivi
deve
tradursi
in un lavoro congiunto che
metta operativamente in rete le istituzioni per
la realizzazione dei progetti. E certo i comuni non possono far
fronte a queste sfide con le risorse di
cui oggi dispongono.
Occorre
comprendere che in gioco è il futuro di tutto il Trentino.
Soini
(Ala): Giunta e Consiglio trovino entro quest’anno una soluzione al
problema-rifiuti
Claudio
Soini, sindaco di Ala
ha
sollevato il problema della gestione dei rifiuti per
l’emergenza legata alla chiusura
della discarica di Ischia Podetti. Ha
ricordato che anche le discariche
di Imer e Monclassico stanno
per chiudere, rispettivamente
a fine giugno e in ottobre. Tutto
ciò mentre non si prospettano
alternative.
Per
Soini
occorre
puntare all’informazione e alla formazione per migliorare la
differenziata, creare
nuovi centri e sistemi di raccolta come il porta a porta, anche se
questo causerà oneri importanti. Bisogna
puntare a suo avviso all’obiettivo
di
una media del 78%
di
raccolta differenziata entro
il 2024. I comuni non hanno finora voluto aumentare le tariffe per lo
smaltimento a carico dei cittadini, ma i costi per i municipi
aumentano. I
due scenari possibili che si delineano all’orizzonte in queste
condizioni sono, per il sindaco di Ala, o il trasporto dei rifiuti
fuori provincia dal 1° novembre di quest’anno, o la realizzazione
di impianti per la chiusura del ciclo di raccolta. Si
sa però – ha concluso – che su
questo punto non
vi sono idee
chiare. L’impegno della Giunta e del Consiglio provinciale
dev’essere
quindi orientato a trovare
una soluzione al
problema entro
la fine di quest’anno.
Valduga
(Rovereto): per la sanità occorre uscire da una visione
opsedalie-centrica
Francesco
Valduga, sindaco di Rovereto, ha rappresentato la necessità di un
confronto sui
temi della sanità.
L’emergenza legata
al Covid
ha evidenziato a
suo avviso il bisogno di investire
sull’assistenza
sanitaria di prossimità
e per
ovviare alla carenza
di personale causata
dalla mancata
programmazione degli
anni scorsi.
Per fronteggiare questi
problemi
secondo
Valduga devono impegnarsi anche le
autonomie locali, promuovendo
un dibattito
sulla prevenzione che parta dai territori. Si
tratta, secondo il sindaco di Rovereto, di puntare all’uscita da
una visione visione
ospedale-centrica e
di orientarsi sempre più verso una sanità territoriale che dia
sollievo ai pronto
soccorso. Occorre d’altra
parte promuovere un
dibattito che permetta
di comprendere come per
l’assistenza sanitaria non si possa
“fare
tutto dappertutto”. Quanto
alla carenza di operatori
della salute, Valduga
ha evidenziato che medici e infermieri restano
sul
territorio
o ci vengono quando sanno di poter fare le cose che sanno fare. Per
questo sarà a
suo parere necessario
insistere sull’innovazione, la ricerca, le tecnologie,
caratteristiche
sulle
quali il nostro territorio può distinguersi. Infine il
sindaco della Città della Quercia ha
accennato al rapporto con il privato. “Si
tratta di migliorare
innanzitutto il sistema di sanità pubblica, ma senza demonizzare il
rapporto con il privato, che deve per questo essere sano e
trasparente,
legato a tutti gli aspetti dell’assistenza sanitaria, dentro una
forma
corretta di competizione”.
Betta
(Arco): attenzione al possibile ritorno della pandemia e alle
dipendenze dei giovani
Alessandro
Betta, sindaco di Arco, dopo
aver ricordato il
cavalier Fabio Zanetti, primo presidente del Cal che ebbe
l’intuizione di promuovere un rapporto stretto tra i sindaci e gli
amministratori provinciali, ha segnalato il rischio di un ritorno
della pandemia in autunno che
ci
trovi impreparati.
Il sindaco di Arco ha messo l’accento anche sulle dipendenze di cui
soffrono i giovani e citato il progetto “difese immunitarie”
delineato dal suo comune, che non riesce a trovare ancora una
condivisione a livello di comunità di valle. Una comunità può dire
di essere sulla strada giusta e nell’alveo giusto – ha
concluso – quando e se
si prende cura degli ultimi.
Detomas
(Comun General de Fascia): abbiamo più poteri ma nessuna risorsa
Giuseppe
Detomas, procurador
del
Comun General de Fascia, ha ricordato che l’ente da lui
rappresentato partecipa per la prima volta a una seduta come questa.
Questo è l’unico ente locale in Italia che si aggiunge a quelli
previsti dall’articolo 114 della Costituzione. Il Comun General de
Fascia è ora
un
ente locale autonomo dotato anche
di
autonomia politica, e
ha quindi competenze
che le altre comunità non hanno ma non le risorse per poter gestire
questi poteri. Si
tratta allora, ha spiegato Detomas, di sanare quest’incongruenza
armonizzando le
discipline attraverso
una disposizione che coordini il dettato costituzionale e la legge
provinciale che già aveva riconosciuto quest’ente. La questione –
ha precisato il
procurador –
non
è puramente
locale ma
centrale dal punto di vista dell’identità istituzionale del
Trentino. Il
Comun General
de Fascia non
ha infatti
un
sistema finanziario proprio e
neppure entrate
proprie. Per questo ha chiesto di partecipare all’imposta di
soggiorno con un gettito interno.
Tonini
(Pd): fare meglio con meno, rendendo più efficiente il sistema
pubblico
Giorgio
Tonini (Pd) ha ripreso le questioni poste dal presidente Gianmoena
per il potenziamento del ruolo delle autonomie locali: al
Bundestag
del Consiglio provinciale va affiancato a suo avviso un Bundesrat
dell’autonomia come questo. Tonini
ha riconosciuto all’assessore agli enti locali Gottardi
il
merito di aver accolto la proposta di rivedere in profondità la
riforma da
lui proposta delle comunità.
Del
documento con le osservazioni del Cal che il dibattito in Prima
Commissione ha cercato di valorizzare, la seconda parte è per Tonini
è la più importante. Oggi attraversiamo una fase di
crisi da cui usciremo
solo se sapremo essere capaci di trasformarci in maniera profonda,
con le riforme. Lasciando tutto così com’è, le risorse
finanziarie
non
basteranno mai e i cahiers de doleance esposti dai sindaci resteranno
inevasi. Il
consigliere ha ricordato che oggi anche le politiche
di bilancio più permissive si stanno chiudendo. Questa stagione
straordinaria aveva un senso per indurre il Paese, la Repubblica e
dentro questo la nostra autonomia speciale ad
avviare una
stagione di riforme. Senza
questo
cambiamento profondo il sistema pubblico non può reggere perché
costa tra il 45% e il 50% del Pil. Impossibile pensare a
un aumento di questa
quota, anche
se oggi tutti
vorrebbero ridurre le tasse a aumentare le spese. Degasperi nel ‘48
disse che l’autonomia vivrà se dimostrerà di essere capace di
fare meglio con meno risorse statali. L’efficienza – ha
ricordato Tonini – prima che
una questione organizzativa è una grande questione etica, culturale
e politica ed è il cimento con cui tutti dobbiamo confrontarci,
compreso
il
sistema delle autonomie. Dobbiamo ragionare insieme su come
utilizzare e gestire
in
modo ottimale le
risorse
che
oggi abbiamo sapendo
che difficilmente potranno crescere. Per crescere dovrebbe
infatti crescere
il Pil e
il Pil potrà crescere solo rendendo più efficiente il sistema
pubblico. Per
il consgliere, quindi, l’incontro
di oggi ha senso se promuove un grande patto tra
le istituzioni del Trentino per
una
riforma
dell’autonomia
che parta dal
gusto di essere più bravi dello Stato. “L’autonomia è
dimostrare che noi possiamo fare meglio con meno. L’identità del
Trentino – ha
conclsuo Ronini – è simboleggiata
dal Duomo, dal monumento a Dante e dalla
Torre Civica del Comune di Trento. Non dal
castello
del Buonconsiglio. Il ruolo dei sindaci è quindi fondamentale, a
condizione di essere tutti
insieme
una
classe
dirigente capace di trovare soluzioni che guardino avanti”.
Ianeselli
(Trento): dobbiamo distinguerci ed essere attrattivi per la nostra
sostenibilità
Franco
Ianeselli, sindaco di Trento, ha
messo al centro dell’attenzione il tema del posto
che vogliamo
avere in
Italia e nel mondo. E
in questa prospettiva a suo avviso il recente Festival
dell’economia
è
stata
una
grande occasione di apertura per
il posizionamento del nostro territorio.
La grande partita è data a
suo avviso dalle
connessioni, non
solo attraverso il nuovo corridoio
del Brennero, perché
si tratta di assumerci fino in
fondo la questione della sostenibilità. Sostenibilità per
il turismo a servizio di chi
viene qui in vacanza o
vuol vivere cercando
da
noi uno dei territori più sostenibili in
Europa. Allora dobbiamo identificarci
nell’obiettivo delle sostenibilità da perseguire: sostenibilità
ambientale, sostenibilità sociale, sostenibilità formativa,
dotandoci – ecco
la proposta di Ianeselli – di una
scuola di livello internazionale perché questo porta grande
beneficio ed è volano di attrazione. Sostenibilità è
capire quale posto occupiamo nel mondo.
Per
Ianeselli la
vera autonomia
non
è
quella
degli
enti ma
quella della comunità. L’autonomia non si identifica con
Provincia e comuni, ma
sta nella capacità
e nello
spirito di innovazione che
emerge da ogni
espressione della comunità trentina.
Zanella
(Futura): si torni ad accogliere i nuovi cittadini per garantire la sostenibilità
Paolo
Zanella (Futura) ha evidenziato
il tema dell’immigrazione, trascurato in larghissima misura, ma a
suo avviso assolutamente cruciale
“perché il Paese sta invecchiando”. Serve quindi un nuovo patto
sociale perché lo sviluppo non deve escludere ma portare a un nuovo
modello equo e sostenibile per tutti i cittadini. Per
Zanella è evidente
che il problema non
è
solo
di
attrattività di alcune professioni ma anche demografico: infatti
non si trovano più
lavoratori
in
tutti i settori, dal turismo all’edilizia. Il
consigliere ha ricordato come gli enti
locali in
passato abbiano contribuito a fare del Trentino un territorio
accogliente e
a
diffondere una cultura
aperta
ai nuovi
cittadini. Il Trentino
deve
quindi
aprirsi
nuovamente
anche per poter atuofinanziare il proprio welfare.
Zanella
ha ricordato che da questo punto di vista proprio le comunità
di valle hanno competenze
pianificatorie importanti in materia di servizi sociali
ma che si potrebbero
trovare
in
difficoltà di
fronte all’aumento delle patologie croniche degenerative e ai nuovi
bisogni di assistenza.
Su
questi aspetti la Provincia
deve a
suo avviso tornare
a dialogare con gli
enti locali per
individuare
soluzioni
sostenibili e appropriate ragionando con gli amministratori e gli
stakeholder competenti per approntare
servizi
adeguati. Positivo
è stato per Zanella
il parere fornito
dal Cal
sulla riforma: le comunità di valle non vanno infatti
cancellate
ma potenziate sviluppando servizi e funzioni che permettano la
sostenibilità dei comuni. Non
si tratta solo di una
questione di maggiore efficienza ma di rendere
possibile una pianificazione
di area vasta per riconoscere
la funzione delle comunità.
Dallapiccola:
la riforma delle comunità nasconde altri obiettivi
Michele
Dallapiccola
(Patt)
ha ricordato la decurtazione delle risorse provinciali destinate ai
comuni introdotta quando lui era sindaco di
Civezzano. E ha osservato che dietro la riforma delle comunità di
valle si
potrebbe celare un obiettivo che
l’assessore Gottardi, come illusionista, ha interesse a tenere
nascosto.
Cavada:
bene la valorizzazione dei servizi sanitari nei territori e la
facoltà di medicina
Gianluca
Cavada
(Lega)
ha plaudito nel suo intervento alla valorizzazione dei territori per
quanto riguarda il ruolo degli ospedali
e dei servizi sanitari. E
ha ringraziato
la Giunta che si è attivata per l’avvio della nuova facoltà di
medicina che garantirà la formazione di nuovi medici nei prossimi
anni.
Marini:
sospendere i lavori per raccogliere le firme a sostegno di una sua
risoluzione
Marini
è
intervenuto nuovamente per chiedere una sospensione dei lavori per
poter raccogliere
le 15 firme necessarie per presentare un’ulteriore risoluzione da
lui proposta. Il
presidente Kaswalder gli ha suggerito di sfruttare per questo
l’ultima parte del dibattito.
Fugatti:
sono emerse molte criticità ma uniti potremo affrontare tutti i
problemi
Il
presidente Fugatti ha chiuso la discussione generale evidenziando il
valore degli interventi
che
hanno naturalmente toccato molte criticità. Ma
ha aggiunto che i
lavori di questa giornata sono
stati molto positivi perché
hanno evidenziato la
volontà di procedere uniti a sostegno dell’autonomia trentina.
La
risoluzione proposta dal Cal e sottoscritta da tutti (vedi
allegato)
Il
presidente Gianmoena ha poi illustrato la proposta di risoluzione del
Cal condivisa e firmata oggi da tutti i capigruppo. Il
testo
riguarda i trasferimenti della Provincia a favore dei comuni secondo
il principio di perequazione contenuto nelle norme provinciali e
nella Costituzione. L’obiettivo
è
di dotarsi di un modello che
permetta ai comuni di incamerare e utilizzare le risorse
stanziate
per fronteggiare le conseguenze della tempesta Vaia.
Un
altro tema
riguarda
le risorse
derivanti dall’utilizzo
delle centraline idroelettriche. La
risoluzione impegna la Giunta a inserire
questi punti
nel
modello di perequazione attuale.
Infine Gianmoena
ha sottolineato l’importante tema della triennalità.
Con
questa risoluzione il Cal
chiede che le risorse destinate ai
comuni dal bilancio
provinciale
siano certe nell’arco di almeno
un
triennio.
Solo
così si permetterà ai comuni
di utilizzare la norma che semplifica le assunzioni, perché
le amministrazioni locali disporranno di risorse
adeguate
a questo scopo.
Nella manovra di assestamento del bilancio provinciale – ha
evidenziato il presidente del Cal – andrà quindi inserita
in tal senso. Il dispositivo impegna quindi
la
Giunta a un’attenta valutazione del modello di calcolo del fondo
perequativo di solidarietà per elaborare soluzioni per considerare
le entrate e le spese degli enti locali secondo una giusta dimensione
e per rivedere
il relativomodello.
In secondo luogo l’esecutivo dovrà impegnarsi ad assegnare agli
enti locali almeno le risorse di parte corrente con riferimento a un
arco di tempo almeno triennale, assicurando un trasferimento minimo,
invariato a livello complessivo e quantificato a livello di singolo
ente sulla base del nuovo modello di perequazione/solidarietà.
LE DICHIARAZIONI DI VOTO
L’assessore
Gottardi: questo è un passo per migliorare i rapporti finanziari con
i comuni
L’assessore
Gottardi ha motivato il parere favorevole della Giunta a
questa proposta di risoluzione
orientato
alla protocollo integrativo
di finanza locale, perché
introduce uno
strumento concreto attraverso
la revisione
della perequazione, modello è composto da 96 variabili
econometriche, riequilibrandone
il modello
che,
figlio
degli anni 90, oggi non è
più
sostenibile. Tutto
ciò in funzione di un nuovo modello
privo
dei difetti
della perequazione precedente da
cui alcuni comuni erano penalizzati. Quanto al ddl sulle comunità
“non
c’è trucco e non c’è inganno – ha replicato
a
Dallapiccola – perché quando la
Provincia si rapporta con i comuni gioca sempre
a carte scoperte”. E questo – ha
precisato – sia perché il
protocollo di finanza locale è l’atto
più
importante per
stabilire
un
patto con i comuni sui rapporti con
la Provincia,
sia
perché, in questo contesto
di difficile
programmazione
serve
certezza
sulle risorse. La perequazione per
Gottardi è
un primo segnale per stabilizzare uno strumento di
finanziamento ai comuni per
almeno un triennio. Peraltro
la Giunta
ha già aumentato del 10% queste risorse. Sul tema dell’aumento
dei
costi di gestione dovuto
al caro-energia, questo èer l’assessore è un tema
che la Giunta affronterà
complessivamente
in sede di assestamento di
bilancio e
di protocollo di finanza locale, con una riqualificazione generale
della spesa.
Marini:
non è stato possibile dare una risposta politica ai problemi
evidenziati dai sindaci
Marini
ha
lamentato che non sia stato dato ai consiglieri il tempo per
presentare delle proposte di risoluzione sui
temi emersi dagli interventi.
A
suo avviso quindi questo incontro ha dimostrato ipocrisia
istituzionale
perché non è stata data alcuna possibilità
di fornire
una
risposta politica
ai problemi evidenziati
dai
sindaci,
come
ad esempio quello della crisi energetica
e dei costi crescenti a carico dei comuni.
Brugnara
(Lavis): la Provincia acceleri sul tema del termovalorizzatore
Andrea
Brugnara, sindaco di Lavis, ha ribadito la gravità del problema
dello smaltimento dei rifiuti e
raccomandato alla Provincia di prendere in
mano seriamente la
questione, accelerando
sulla scelta del termovalorizzatore,
investendo
sui
centri di riciclaggio e sulla necessità di fare formazione in
merito alla raccolta
differenziata, educando
i giovani a un maggior senso civico.
Tonina:
l’unica
alternativa al termovalorizzatore è il conferimento dei rifiuti
fuori regione.
L’assessore
all’ambiente Mario Tonina è intervenuto per confermare che la
Provincia sta lavorando con il Cal per
fronteggiare il problema dei rifiuti
individuando delle
soluzioni.
“Ereditiamo un problema del
passato
– ha
ricordato – sulla
cui soluzione però
oggi non
è più possibile derogare”. E
ha poi preannunciato che una delibera
della
Giunta su questo punto arriverà all’inizio
di luglio, “dopo un confronto con il Cal per trovare una larga
condivisione”. Tonina
ha anche ricordato la serie
di incontri da
lui avuti nei mesi di gennaio e febbraio di quest’anno con gli
amministratori in tutto il
territorio provinciale su
questo tema e di aver trovato in loro la
massima disponibilità. Di certo – ha concluso apprezzando gli
interventi dei sindaci Soini e Brugnara – oggi
occorre arrivare a condividere un
percorso per realizzare un impianto nel Trentino che
gestisca la quota di rifiuti
che
comunque rimarrà anche dopo
un’adeguata raccolta differenziata capace
di raggiungere anche l’85%:
l’unica
alternativa a quest’impianto resta, per l’assessore, il
conferimento dei rifiuti in altre regioni.
Messa
ai
voti dal presidente Kaswalder, la risoluzione
è stata infine
approvata
all’unanimità.