In Quarta Commissione. I tecnici sanitari consigliano di preveder un budget
Audizioni favorevoli alle “palestre della salute” previste dal ddl di Zeni
Un metodo di prevenzione già adottato nella maggior parte delle regioni. Testo allegato

Al
disegno di legge 118 proposto da Luca Zeni (Pd), che
modifica
alcune
norme provinciali
sulla salute del 2010 e sullo
sport del 2016 con
l’obiettivo di favorire la promozione
dell’attività
fisica e dell’esercizio fisico per
la prevenzione delle malattie,
ha
dedicato
oggi
le audizioni la
IV
Commissione
presieduta da Claudio Cia (FdI). Il
provvedimento mira a
diffondere la pratica
dell’attività fisica adattata per
le persone
con patologie croniche, prevedendo il riconoscimento di strutture non
sanitarie capaci
di accoglierle e seguirle con
professionisti specificatamente formati.
Il
testo propone poi
di
istituire
il
marchio
“Palestre della salute”, perché
nasca una
rete di strutture facilmente identificabile che,
come
già avviene in altre regioni,
incoraggi
l’attività
motoria e
indichi nella
pratica sportiva
non agonistica uno
strumento
di
prevenzione e
terapeutico utile
a mantenere
o recuperare il benessere psico-fisico della persona.
L’Apss:
bene le palestre della salute senza escludere altri modelli
Per
l’Azienda provinciale per i servizi sanitari, la responsabile del
servizio promozione, educazione alla salute, sorveglianza sugli stili
di vita, Silvia Franchini ha
evidenziato che l’attività
motoria è uno dei quattro
stili di vita raccomandati
insieme a una corretta alimentazione,
al no
al fumo e al no
all’alcol, per combattere le patologie. Condivisibile è per
Apss sia la volontà di
introdurre con questo ddl
l’attività fisica
adattata, sia
la “palestra della salute”
utile per
le patologie muscolo-scheletriche e
indicata anche per il benessere degli anziani. Condivisibile
per Franchini anche l’enfasi
data all’attività sportiva non agonistica come strumento di
prevenzione. Quanto al
marchio “Palestra della
salute”, Franchini ha
ravvisato in questo strumento la possibilità di avviare un
processo virtuoso. A suo
avviso comunque queste
proposte richiedono un investimento che
permetta un’analisi, il
monitoraggio e
il coordinamento delle
attività oltre all’individuazione
di spazi idonei. Il punto di forza ma
anche di debolezza di questo
modello sta nel
coinvolgimento del medico di
medicina generale e del pediatra, che
sono importanti ma anche difficili da attivare in quest’ambito.
Occorrerà poi
coinvolgere anche altri
professionisti a seconda dei
casi. Attenzione, con
l’intruduzioe delle palestre della salute a non escludere
altri strumenti come i “gruppi di cammino”. Serve in
ogni caso un’offerta di
prestazioni ad hoc a tariffa agevolata. In
definitiva per Franchini il ddl
rappresenta un
passo in avanti compiendo il
quale è necessario non vincolarsi
troppo a un solo
modello per
non precludersi altre possibilità.
Zeni
ha osservato che le palestre
della salute non escludono altri strumenti e forme di attività da
utilizzare.
Gli
Ordini professionali: la Provincia eviti l’errore del Veneto
Per
l’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Luca Del Dot ha
giudicato interessante il ddl perché l’obiettivo del miglioramento
della salute dei pazienti è condivisibile. L’Ordine appoggia
quindi il provvedimento.
Per
l’Ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle
professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e delle
prevenzione, Giorgio Pasetto ha
ricordato che la Regione Veneto ha introdotto una misura analoga
senza prevedere un sostegno finanziario pubblica per realizzare gli
obiettivi indicati. Si tratta di spingere le palestre a fare un salto
di qualità. Il provvedimento dovrebbe mettere a budget qualcosa
perché alle prestazioni delle palestre e degli operatori
specializzati sia riconosciuto un compenso economico. Nel Veneto si
prevede che un medico di base che hanno patologie croniche non
contemplate dal sistema sanitario nazionale e si collocano quindi nel
“purgatorio” come i diabetici e i portatori di pakinson. Questi
dovrebbero ricevere la prescrizione del medico di base di rivolgersi
alle palestre della salute. Senza il sostegno economico della Regione
i medici di base dimenticano di suggerire a queste persone di
rivolgersi a una palestra della salute. Se lo fa il paziente poi si
trova in difficoltà a sostenere i relativi oneri anche se la
struttura risponde alle sue esigenze. Senza prezzi calmierati per le
persone questa spesa diventa pesante. Vi sono anche specialisti nella
medicina dello sport che dovrebbero fare da filtro tra medico di base
e palestre della salute dove i pazienti dovrebbero essere indirizzati
con un progetto motorio a disposizione. Anche questi casi si
verificano però raramente. Il progetto è bello sulla carta ma poi
in pratica è deludente. I laureati in scienze motorie specializzati
in attività adattata elaborano un progetto in modo serio. I
risultati sono in questo caso molto positivi: il beneficio per la
salute è ottimale. Si ottengono esiti sorprendenti anche con
l’abbandono di farmaci prescritti dal medico di base che apprezza
queste attività. Mancano anche i fondi per un’indagine che
dimostri come questo progetto potrebbe ridurre anche la spesa
sanitaria. “Il problema –
ha concluso Pasetto – è che il Veneto ha seguito il modello
lombardo favorendo la sanità privata convenzionata a scapito della
sanità pubblica che è stata depauperata anche nelle strutture e nei
servizi del territorio”.
L’Upipa
chiede che le case di riposo siano riconosciute come palestre della
salute
l’Unione
provinciale istituzioni per l'assistenza (Upipa), è intervenuta con
il presidente Michele Chiogna e il direttore Massimo Giordani.
L’Upipa –
hanno detto –
è favorevole al ddl perché coerente con l’esigenza di
sviluppare le attività di prevenzione
e un approccio terapeutico alle
patologie croniche. Positivo
è anche aver
previsto l’impiego di
laureati in scienze motorie
per realizzare attività
mirate alla
terapia con prescrizione
medica e attribuzione dei costi a carico dell’Apss. Upipa può
svolgere un ruolo di cerniera con i centri diurni delle
case di riposo, che
potrebbero accreditarsi come “palestre della salute”. La
richiesta è di riconoscere e inserire in questo modello i
soggetti già accreditati nell’ambito sociale e socio-sanitario.
L’ospedalità
privata trentina offre le proprie strutture
Per
la sezione trentina dell’Associazione italiana ospedalità privata
(Aiop), il presidente Francesco Cariello,
dopo aver consultato le
cliniche Solatrix e Villa Bianca ha espresso un giudizio positivo sul
ddl dichiarando di poter mettere a disposizione anche le strutture
sanitarie private come palestre della salute.
Il
Cimo apprezza il provvedimento
Per
il Cimo
(Coordinamento
italiano medici ospedalieri) regionale,
la
referente Sonia Brugnara ha
apprezzato l’intento del ddl di favorire i processi di
riabilitazione post sanitaria e post specialistica di persone affette
da patologie croniche che non trovano risposta nel sistema sanitario
pubblico. Le palestre della salute dovrebbero assorbire tutte le
cronicità che attualmente non sono attenzionate nell’ambito del
sistema sanitario. Brugnara ha posto una domanda sui finanziamenti
visto che il ddl non prevede spese ulteriori a quelle relative ai
capitoli già esistenti. In questo periodo siamo in presenza di una
grave carenza di personale sanitario e di risorse per reclutarlo.
Zeni
ha
rassicurato
il Cimo che
non sono previste ulteriori spese perché il
ddl non
aggiunge
Lea o extra-Lea ma introduce
un
sistema in cui la Provincia diventa garante della qualità di un
servizio favorendo un percorso in cui i medici danno indicazioni di
svolgimento dell’attività fisica. Poi
ci
si affida poi a strutture private in grado di fornire determinati
servizi. Non vengono quindi sottratte risorse pubbliche al sistema
sanitario.
Le
palestre private di Confesercenti e Confcommercio: timori per la
concorrenza
Per
Confesercenti, il direttore Aldi Cekrezi e il responsabile benessere
e salute Walter Fugatti hanno
accolto favorevolmente il ddl perché mira a promuovere la
prevenzione attraverso l’attività motoria. Vi è però una realtà
che sfugge a questo ddl e che formata da imprese che offrono
palestre. Vi sono spesso associazioni sportive ad esempio calcistiche
che diventano multisettoriali che mutano forma giuridicamente
trasformandosi in palestre. Ma le palestre sono soggette a regole
precise e a misure onerose. C’è quindi un problema di concorrenza
sleale tra le imprese del settore e queste associazioni. Walter
Fugatti ha ricordato che oggi solo 5-6 regioni in Italia non sono
dotate di palestre della salute e ora anche il Trentino deve
allinearsi a questo modello molto positivo. Ha ricordato che il 70%
delle persone la salute è la preoccupazione principale della vita.
Alla domanda cosa fanno queste persone per la salute, la risposta
nella maggior parte dei casi è “nulla”. L’attività
fisica e neurofisica può dare un contributo formidabile in questa
direzione sia con l’esercizio fisico adattato sia con la pratica
dello sport non agonistico. Le palestre possono fornire un servizio
prezioso per mantenere in salute le persone dal punto di vista sia
fisico che mentale.
Zeni
ha ricordato che nelle precedenti audizioni è emersa la richiesta di
estendere la denominazione di palestra della salute anche alle case
di riposo. E a chiesto se Confesercenti condivida quest’allargamento.
Fugatti ha risposto che non si possono mettere freni a questa
possibilità anche se le Rsa sono talmente oberate di impegni che
forse non sarebbe indicato assumersi anche attività che farebbero
concorrenza alle palestre delle società private. Giusto che si
concentrino sulla riabilitazione lasciando alle strutture
specializzate le attività fisiche utili alla prevenzione delle
patologie. La maggior parte delle regioni dove questo modello è già
in vigore hanno evitato di permettere questa forma di concorrenza.
Per
Confcommercio il responsabile dell’ufficio legislativo Giampiero
Orsino si
è espresso a favore del dde
e del marchio “palestre
della salute” avendo al proprio interno operatori specializzati in
questo settore. Creare queste realtà con una funzione riabilitativa
in un momento successivo a ricoveri con alcune attività motorie. Vi
sono centri specializzati e personal trainer che consentono di
avvicinarsi già al sistema prefigurato dal ddl. Quanto alle Rsa, per
Orsino è chiaro che operatori del settore che lavorano già con
strutture e strumenti mirati, sarebbe più
logico indirizzare gli
sforzi verso le attività
che già dispongono
di requisiti specifici e di
professionisti. Confcommercio
chiede il coinvolgimento delle associazioni di categoria quando la
Giunta definirà il regolamento di attuazione di questa normativa
dopo che sarà entrata in vigore. Giusto che le associazioni sportive
dilettantistiche si occupino di attività agonistiche e di
preparazione all’educazione alla pratica sportiva di base Meglio
puntare invece sulle palestre specializzate per gli obiettivi
indicati in questo ddl.
Il
Coni chiede di escludere l’aggettivo “sportive” e ricorda la
carenza di palestre
Per
il comitato provinciale trentino del Coni, la presidente Paola Mora
ha giudicato il ddl
interessante per la prescrizione dell’attività fisica a fini
sanitari. A questo livello lo sport può dare un contributo
importante anche per contenere la spesa sanitaria. Ha però chiesto
di precisare alcuni termini e in particolare per attività sportiva
non agonistica. Quest’ultima infatti è ufficialmente legata
all’educazione offerta nelle scuole e proposta dal Coni, dalle
associazioni e dalle federazioni sportive e per essere esercitata
implica la presentazione degli appositi certificati medici. Meglio
quindi, secondo Mora, rinunciare all’aggettivo “sportiva”
accanto ad “attività”, mantenendo solo il richiamo all’attività
motoria e all’attività fisica adattata. Bene anche la previsione
di coinvolgere laureati in scienze motorie. Il Coni del Trentino
dispone di un elenco di più di 120 laureati in scienze motorie che
già operano all’interno delle scuole. In secondo luogo Mora ha
invitato a chiarire bene cosa si intende per “palestra”,
indicando anche il “dove” perché esistono anche palestre “a
cielo aperto”. Va infatti tenuta presente la carenza di spazi al
coperto che fungano da palestre. A Trento questo spesso impedisce al
Coni e alle associazioni sportive di offrire ai ragazzi
manifestazioni sportive dilettantistiche. Il parere del Coni sul ddl
è quindi positivo ma con questi alcuni chiarimenti e precisazioni
sui concetti introdotti.