Approvate alla fine le due risoluzioni proposte.
Fugatti sull'A22: il partenariato pubblico-privato, unica soluzione per mantenere il controllo
Sull'ultimo punto del testo delle minoranze, Fugatti prima concorda e poi boccia una modifica
La seduta straordinaria convocata per ascoltare e discutere la comunicazione chiesta dalle minoranze del presidente della Giunta sul rinnovo della concessione dell’A22, si è conclusa con l'approvazione della risoluzione di Masè
che impegna la Giunta ad investire sul miglioramento dei servizi
nelle aree di sosta a favore degli autotrasportatori. L'aula ha poi approvato all’unanimità tre dei quattro punti della risoluzione proposta da
Sara Ferrari (Pd). Sull’ultimo, relativo ai compensi, il presidente
Fugatti prima modifica il testo con le minoranze e poi ci ripensa
ritirando il sostegno all’emendamento.
Sì alla risoluzione di Masè per investire sul miglioramento delle aree di sosta dell'A22.
Dopo
la sospensione dei lavori concessa alle 16.30 su richiesta delle
minoranze per un confronto con il presidente Fugatti sul testo della
risoluzione proposta dalla capogruppo del Pd Sara Ferrari e firmata
da altri 9 consiglieri in
merito alla
comunicazione presentata dal capo dell’esecutivo sul rinnovo
della concessione dell’A22
alla Autobrennero spa,
al rientro in aula è intervenuta Vanessa Masè (La Civica).
Masè
ha illustrato la sua proposta risoluzione riguardante le aree di
sosta lungo l’Autobrennero. Il testo prevede di impegnare la Giunta
a promuovere gli investimenti di A22 anche nel senso auspicato dal
regolamento europeo per la miglioria e l’ampliamento sia nel numero
che nei servizi offerti dalle aree di sosta, con una particolare
attenzione a quelli offerti ai lavoratori del settore
dell’autotrasporto.
Il
presidente Fugatti ha motivato il sì della giunta al testo perché
nei piani di A22 si prevedono una serie di investimenti nelle aree di
servizi orientati nella direzione indicata da Masè.
Alex
Marini (Misto-5Stelle) ha giudicato “interessante” la risoluzione
perché il progetto della spa per il rinnovo della concessione non se
ne occupa. Autogrill e aree di sosta dovrebbero a suo avviso
promuovere le offerte e le peculiarità del territorio attraversato
dall’autostrada.
Roberto
Paccher (Lega) ha ricordato che dal 2014 la società A22 attende il
rinnovo della concessione e quindi – ha aggiunto – ben venga il
progetto di partenariato perché la sede e la regia
dell’infrastruttura rimangano in regione.
Il
testo di Masè ha ottenuto 28 voti favorevoli e il voto di astensione
di Michele Dallapiccola del Patt.
Sulla risoluzione di Ferrari (Pd) il
presidente della Provincia prima concorda un emendamento alla
risoluzione delle minoranze e poi cambia idea dichiarando all’aula
la contrarierà alla modifica
Della
seconda risoluzione proposta da Sara Ferrari (Pd) e altri 9
consiglieri, depositata da 10 esponenti di minoranza, l’aula ha
approvato all’unanimità la premessa e i primi tre punti del
dispositivo, mentre ha respinto con 18 no e i 10 voti favorevoli
delle minoranze il quarto e ultimo punto. Il punto 4 era stato
dapprima modificato grazie a un’intesa raggiunto tra le minoranze e
il presidente Fugatti. Poi però il presidente è intervenuto per
chiedere all’aula, senza fornire spiegazioni, di votare contro la
modifica concordata, mentre ha confermato la condivisione della
Giunta in merito ai primi tre.
Il
testo originario di Ferrari e quello con il quarto punto sui compensi
dapprima emendato d’intesa con il presidente e poi rinnegato da
Fugatti
Il
testo, la cui prima firmataria è Sara Ferrari (Pd) impegna la Giunta
ad adoperarsi anche nell’ambito della Regione e negli organi
societari dell’Autobrennero in tre direzioni: 1) affinché sia
salvaguardato l’attuale assetto societario della spa, in
particolare la titolarità della Regione insieme alle Province
autonome di Trento e di Bolzano e ad altri enti pubblici con sede nel
territorio regionale, di oltre il 50% del capitale sociale; 2) perché
sia definita e garantita, nell’ambito di una politica di corridoio
l’ungo l’asse del Brennero e di concertazione transfrontaliera in
ambito euroregionale, la programmazione, anche attraverso adeguate e
innovative politiche tariffarie, dello spostamento dalla gomma alla
rotaia dell’intera quota di incremento tendenziale del traffico
previsto nell’intero arco di validità della nuova concessione,
insieme all’incremento della sostenibilità ambientale dell’attuale
livello di traffico sull’A22 mediante la progressiva riduzione
dell’inquinamento atmosferico e acustico, e alla ottimizzazione
dell’utilizzo dell’infrastruttura autostradale e della sua
sicurezza, mediante la sua integrale digitalizzazione; 3) in modo che
sia promossa un’effettiva partecipazione delle istituzioni
provinciali e locali, della società civile e della popolazione della
Provincia alla definizione e all’attuazione delle opere previste
dalla nuova concessione sul territorio trentino. La risoluzione
infine impegna la Giunta a proporre in qualità di socio
all’assemblea della società – il rispetto del limite massimo di
240.000 euro ominicomprensivi per i compensi dei manager e degli
amministratori della stessa e delle società partecipate, fermo
restando il mantenimento di un cda rappresentativo di tutti gli
attuali soci pubblici.
La
modifica prima sottoscritta da Fugatti con le minoranze e poi
bocciata dallo stesso presidente, impegnava la Giunta provinciale
trentina in qualità di socio, titolare insieme alla Regione di una
quota superiore al 10% del capitale, a proporre all’assemblea della
società, per il rinnovo delle prossime cariche societarie, misure
analoghe a quelle previste all’articolo 11 commi 6 e 12 del decreto
legislativo 175 del 2016 (vedi le due norme riportate sotto tratte
dal Testo unico in materia di partecipazione a società a gestione
pubblica), fermo restando il mantenimento di un cda
rappresentativo di tutti gli attuali soci pubblici.
Incomprensibile
per le minoranze “la capriola” di Fugatti.
Nelle
dichiarazioni di voto conclusive Sara Ferrari ha detto di accogliere
“senza ostilità” la votazione richiesta dal presidente per parti
separate, prendendo atto “con sconcerto” del voltafaccia di
Fugatti sulla modifica del quarto e ultimo punto da lui
precedentemente firmato.
Marini
ha criticato la risoluzione che – ha osservato – non prevede
nulla di vincolante né di specifico e nulla, quindi, lascia pensare
a una sua possibile attuazione concreta anche per quanto riguarda il
terzo punto dedicato all’obiettivo della partecipazione dei
cittadini. Quanto al punto finale relativo ai compensi, ha lamentato
che non si conoscono neppure quelli attuali. L’ultimo dato
pubblicato nel sito della Provincia relativo al 2020 indica una cifra
di 358.000 euro. A suo avviso il problema è che manca la trasparenza
e l’accessibilità delle informazioni. Il problema riguarda il
“come” si controllano le società pubbliche. Una società
pubblica come questa, con un fatturato nell’ordine di 400.000 euro
all’anno, non è soggetta ad alcun controllo.
Giorgio
Tonini (Pd) ha preannunciato il voto favorevole a tutto il testo,
compreso il punto emendato d’intesa con il presidente, ringraziando
Fugatti per aver accolto i primi 3 punti del dispositivo, a suo
giudizio importanti e impegnativi e “che fanno fare un passo avanti
a tutto il dibattito”. Ha poi espresso rammarico per la “capriola”
del presidente Fugatti che ha disconosciuto il suo stesso
emendamento. La parte finale del testo concordato con lui aveva, per
Tonini, il merito di togliere dal tavolo la discussione sul fatto se
la società Autobrennero debba considerarsi una controllata o una
partecipata, e accettava che fosse una partecipata come previsto
dalla legge regionale 16 del 2016. Il testo emendato con il
presidente sanciva insomma che venisse applicato il tetto anche a una
società partecipata. Sembrava quindi di aver trovato la quadratura
del cerchio. Poi – ha proseguito il consigliere del Pd – è però
emerso che il tema vero non consiste nel fatto che questa società
sia una partecipata o una controllata, bensì nei compensi. “Noi –
ha assicurato – faremo comunque valere la clausola in forza della
quale il tetto verrà applicato. Qualcuno – ha concluso – deve
aver fatto dei conti spingendo la questione molto ma molto in basso”.
Il
presidente Fugatti ha replicato a Marini citando le cifre che
dimostrano come tra il 2017 e il 2020 i compensi e rimborsi siano
sensibilmente calati.
Ugo
Rossi (Misto-Azione) ha dichiarato che voterà a favore della
risoluzione i primi tre punti aggiungono valore al lavoro svolto
dalla società. Per Rossi il partenariato può costituire una buona
opportunità per il Trentino. Si è augurato che vi possa essere una
dichiarazione di pubblica utilità da parte dello Stato e che non vi
sia nessun competitor rispetto alla proposta avanzata da
Autobrennero. “Se invece un competitor ci fosse – ha ipotizzato –
bisognerebbe probabilmente ridiscutere la questione di avere solo
soci pubblici o no, per salvare il protagonismo degli enti
territoriali”. Rossi ha poi aggiunto di non aver capito perché il
presidente Fugatti abbia deciso di votare contro una modifica da lui
stesso proposta, e gli ha chiesto di introdurre un riferimento oltre
che alla legge Madia anche alla legge regionale. Perché – ha
concluso – sarebbe strano che in un quadro normativo dato da una
legge regionale, la proposta di partenariato formulata dalla società
sia messa in pericolo”.
La comunicazione di Fugatti e la discussione nella prima parte della seduta
Nella prima parte del pomeriggio, rispondendo a una richiesta delle minoranze, il
Consiglio ha ascoltato e discusso la comunicazione del presidente della Giunta Maurizio Fugatti in merito al tema della concessione Autobrennero. I
consiglieri di opposizione hanno chiesto chiarimenti sulla scelta del
partenariato pubblico – privato (in sostanza la finanza di
progetto) e sulla deroga della legge Madia che imporrebbe un tetto ai
compensi del cda dell’A22.
Fugatti:
il partenariato pubblico – privato, l’unica alternativa alla gara
Il
presidente Fugatti, dopo aver ricostruito la lunga e complessa
vicenda della concessione A22, sottolineando che la scelta del
partenariato pubblico – privato (Ppp), dopo il fallimento dei
tentativi di arrivare alla società in house, è l’unica
soluzione alternativa alla gara europea. Un proposta, ha ricordato,
che è stata consegnata al Ministero delle infrastrutture pochi
giorni fa l’11 maggio, che non prevede alcuna diluizione della
partecipazione pubblica. La sostenibilità economica dell’iniziativa,
inoltre, non è legata alla modifica societaria o all’allargamento
della compagine dei soci privati, ma, ha aggiunto nella sua
comunicazione il presidente, ad un’ attenta serie di vincoli di
indirizzo e da una bozza di convenzione che se accolta potrà
garantire il raggiungimento degli obiettivi strategici da sempre
condivisi dai soci. Il codice dei contratti, ha ricordato inoltre,
prevede la finanza di progetto come forma di partenariato a
iniziativa pubblica o privata. La presentazione della proposta di
finanza di progetto costituisce la fase di apertura di valutazione
dell’interesse pubblico che dovrà essere conclusa dall’ente
concedente entro tre mesi e oggi A22 si trova in questa fase. La
proposta, ha spiegato il presidente, viene presentata dal Cda e i
partner pubblici possono solo esercitare i poteri previsti per i
soci. Soci pubblici per i quali, ha affermato Fugatti, la finanza di
progetto è allo stato attuale lo strumento giuridico idoneo per
superare le criticità, risultate insormontabili, riscontrate con il
modello in house. I vantaggi principali per Maurizio Fugatti sono:
uno, quello di consentire di mantenere l’attuale compagine sociale
con un forte legame territoriale; due, di permette ai soggetti
proponenti di avere in mano il proprio destino perché sono loro a
presentare al Ministero delle infreastrutture e trasporti il progetto
e il fatto che la governace rimanga in mano agli attuali soci
pubblici; tre, agevola un allungamento, oltre i 30 anni, della
concessione che è rapportata al volume degli investimenti indicati
nel piano economico finanziario; quattro, permette di presentare un
progetto con investimenti maggiori rispetto a quelli previsti con
l’affidamento in house ad esempio la terza corsia dinamica
tra Bolzano e Verona, circa un miliardo e mezzo, gli interventi sulle
barriere fonoassorbenti, sulle aree di servizio, la manutenzione
straordinaria per un miliardo, alla digitalizzazione dell’idrogeno;
cinque, attualizza, ha continuato il presidente, in modo più
dinamico gli investimenti che provengono dalle linee guida del Pnrr
per la transizione ecologica, la digitalizzazione, l’intermodalità
lungo il corridoio del Brennero, prevedendo nuovi interventi sulla
viabilità ordinaria legata all’A22 per un miliardo di euro. Ultimo
punto di vantaggio, la previsione del diritto di prelazione per i
soggetti proponenti e il fatto che la norma della finanza di progetto
preveda un termine breve per la procedura di affidamento, che scadrà
nel prossimo dicembre, rappresenta un fatto positivo. Infine, ha
concluso Fugatti, la finanza di progetto potrebbe assicurare un
rapporto migliore con il Ministero in quanto sono maggiormente chiari
e definiti i ruoli. Sulla deroga della legge Madia, altro punto da
chiarire per la minoranza, Fugatti ha detto che A22 è una società a
partecipazione pubblica ma non controllata e quindi è esente
dall’obbligo di applicare il tetto alle indennità dei consiglieri
che compongono il Cda.
Tonini:
si è fatta un po’ di chiarezza grazie alle opposizioni
Sara
Ferrari, capogruppo Pd, ha definito un “dispettuccio istituzionale”
il fatto che il presidente Fugatti non abbia distribuito la
relazione, mentre Giorgio Tonini, sempre del Pd, è intervenuto nel
merito. Secondo l’esponente dem Fugatti dovrebbe ringraziare la
minoranza perché oggi ha potuto fare una relazione corposa su un
passaggio definito storico dallo stesso Ad di A22. Una concessione
che ha una prospettiva di 50 anni e un impegno di 7 miliardi e 2. Una
cifra superiore a quella dell’investimento per lacostruzione
dell’A22. Sarebbe stato assurdo, quindi, su un passaggio del
genere, saltare un confronto in Consiglio provinciale e regionale:
confronto avvenuto grazie alla richiesta delle minoranza. Bene la
relazione e la spiegazione dei perché della scelta della finanza di
progetto. Bene anche che la mancanza di un partner privato aggiuntivo
rispetto alla compagine attuale. Fugatti, ha detto ancora Tonini, è
stato chiaro e ha detto che il partner non c’è e quindi non verrà
diluita la partecipazione istituzionale. Ma va chiarito come si
troveranno i 140 milioni all’anno per 50 anni. A quanto pare la
società li troverà con l’aumento del traffico. Quindi va
stabilito qual è l’equilibrio tra la sostenibilità finanziaria e
quella ambientale. Buona la scelta di fare dell’A22 un’avanguardia
della digitalizzazione per la regolazione del traffico a condizione
che ciò non comporti un aumento di passaggi e di inquinamento. Un
tema questo che va approfondito anche nei rapporti con i partner
dell’Euregio. Ultimo punto, la questione della Madia che, ha detto
il consigliere dem, Fugatti ha citato dimenticando che c’è la
legge regionale 2016 che ha reinterpretato la Madia introducendo tra
le società partecipate dalla Regione con le altre istituzioni
locali. Il tema della deroga per il tetto ai compensi, quindi, c’è
e non ci capisce per quale motivo si voglia derogare alla legge
regionale. Sul tema dell’A22,ha concluso Tonini, sono più le cose
che uniscono che quelle che dividono, ma non si può saltare il
confronto per affrontare nodi che è normale ci siano. Sarebbe strano
il contrario, ha chiuso, visto che si parla di un’operazione che
avrà una durata di 50 anni.
Degasperi:
quali sono i vantaggi per i trentini?
Filippo
Degasperi di Onda (anche lui ha definito incomprensibile il rifiuto
di consegnare la relazione) ha affermato che la storia della
concessione è lunga ed è una partita che è stata data per chiusa
molte volte e si vedrà se questa è la volta buona. Ma c’è un
problema di fondo: qual è la ricaduta delle varie scelte sulla
popolazione trentina? A22, ha ricordato il consigliere, parla solo di
massimizzazione del profitto e distribuzione di dividendi. I
beneficiari principali sono il cda che costa 700 mila euro all’anno
e i dipendenti che costano 90 mila euro in media all’anno a testa.
Ma ai trentini rimangono i costi e l’inquinamento nonostante le
promesse come le stazioni per l’idrogeno o quelle elettriche. Il
progetto BrenneLec, ha ricordato, ci dice che se riduciamo la
velocità calano le emissioni e quindi sarebbe giusto imporlo. C’è
il problema dei pedaggi che sono i più convenienti dell’arco
alpino e ciò significa un 25% in più di traffico “parassita”.
C’è poi il tema dell’Euregio incapace di fare una politica
comune sul traffico. L’A22, ha concluso Degasperi, è sempre stato
un bancomat e un serbatoio di poltrone poco trasparente anche nei
confronti dei consiglieri. Una società pubblica solo quando si
tratta di evitare la gara, dribblando anche la Ue, sempre
magnificata, che ha alla base il principio di concorrenza. Infine,
Degasperi ha affermato di non aver capito come dovrebbe avvenire lo
spostamento dalla gomma alla rotaia.
Marini:
sulla scelta della finanza di progetto non c’è trasparenza
Alex
Marini (5 Stelle) ha detto che si sarebbe aspettato qualcosa in più
dalla relazione che Fugatti avrebbe dovuto pubblicare in base al
principio di trasparenza. Oltre al fatto che non si parla di
razionalizzazione di A22 in base alla Madia il consigliere
pentastellato ha sottolineato che l’ipotesi di finanza di progetto
è stata resa pubblica solo l’estate scorsa. C’è, poi, un
problema di trasparenza nei confronti dei consiglieri e verso la
stessa autonomia. Si ricevono informazioni quando è già stato
presentato al Ministero il progetto di finanza di progetto che, si
pensi al Not, racchiude problemi complessi. C’è quindi un basso
livello di trasparenza e democrazia. Sul piano del costo del Cda per
Marini non c’è nulla di grave averne uno più costoso per una
società così complessa, ma questo sforamento del tetto imposto
dalla Madia dovrebbe essere giustificato. Sul sito della Regione,
inoltre, non ci sono i dati complessivi sul cda, ma il problema è
che ci sono troppi rappresentanti degli enti soci e andrebbe fatto un
ragionamento sulle partecipazioni. Sulla finanza di progetto e il
conseguente piano economico – finanziario per Marini nella
relazione mancano tanti elementi anche in relazioni alle tariffe,
agli investimenti e la conformità con le direttive Ue sulla mobilità
sostenibile. Inoltre, il consigliere 5 Stelle ha detto di non capire
il perché non si è perseguita la strada in house per una società
che ha sempre macinato utili.
Zanella:
i componenti del cda prendono più del Presidente della Repubblica
Per
Paolo Zanella (Futura) (anche lui ha stigmatizzato il fatto che non
sia stata la relazione) sarebbe stato meglio portare avanti la
società in house e si è andati sulla finanza di progetto per
evitare la gara che avrebbe esposto l’A22 al rischio di un
controllo esterno. Quindi, la soluzione del partenariato è il meno
peggio e quindi è un aspetto positivo anche se, secondo Zanella,
lascia perplessi la necessità di realizzare opere impattanti che
necessitano di un confronto preventivo con le amministrazioni, in
particolare con Trento per lo spostamento in galleria della
tangenziale. Sette miliardi di investimenti in 50 anni significa che
A22 deve fatturare 140 milioni in più all’anno e si deve capire se
questa operazione è sostenibile e come inciderà sui flussi di
traffico. Ragionamenti complessi sui quali si devono coinvolgere il
Consiglio regionale e provinciale. Sul cda per Zanella è
incomprensibile la scelta di mantenere indennità che sono superiori
a quelle del presidente della Repubblica. Un fatto che i cittadini
devono conoscere con chiarezza. E il problema non è quello del
numero dei rappresentanti ma il fatto che i componenti del Cda
prendono più del Presidente della Repubblica e alla maggioranza va
bene così.
Dalzocchio:
la trasparenza non è mai mancata
Mara
Dalzocchio, capogruppo della Lega, ha affermato che non c’era
nessuna urgenza per una convocazione del Consiglio sull’A22 perché
la scelta del partenariato pubblico – privato non è stato un
fulmine a ciel sereno, ma risale al novembre 2021 quando venne
approvato il decreto infrastrutture che conteneva un emendamento che
aperto la strada alla finanza di progetto. Non solo, ma in Consiglio
sono state presentate domande di attualità alle quali sono state
date risposte precise. Il Piano di investimenti sui 50 anni è stato
salutato con grande favore anche dal presidente della Giunta
altoatesina e, ha ricordato Dalzocchio, se si è arrivati oggi a
questo storico risultato è grazie alla collaborazione tra tutti gli
enti soci che non sono certo tutti della Lega. Un caso, questo
dell’A22, che avrebbe bisogno di una collaborazione di tutti anche
perché, come ha ricordato il presidente Cantoni, si potrà
realizzare il primo corridoio green italiano. Mara Dalzocchio ha
concluso augurandosi che venga superata la visione contraria alle
infrastrutture, come la Valdastico.