Continua l'ostruzionismo per impedire l'esame del testo che propone i voti di preferenza
Respinti stamane altri due ordini del giorno delle minoranze legati al ddl Masè
In allegato, il provvedimento in discussione
Procedono
a rilento tra schermaglie politiche i lavori del
Consiglio provinciale, che stamane ha discusso e respinto in
aula altri due ordini del giorno di Paola Zanella (Futura) tra
i molti depositati per impedire che si proceda con
l’esame fino all’approvazione del disegno di legge
proposto da Vanessa Masè (La Civica). Il testo – lo
ricordiamo – propone di portare da due a tre il numero
massimo di preferenze che i cittadini trentini potrebbero
esprimere con il voto alle elezioni regionali,
fermo restando l’obbligo di indicare una candidata o un candidato
di genere diverso dagli altri. Restano ora da esaminare altri
549 ordini del giorno ostruzionistici. In apertura Alex Marini
(Misto-5 Stelle) ha chiesto sia chiarimenti alla Giunta sulla
sentenza della Corte costituzionale riguardante la legge provinciale
sulle concessioni per le grandi derivazioni idroelettriche, sia una
comunicazione del presidente della Provincia sulla questione delle
dichiarazioni riferite a lui e al Trentino del presidente della
Commissione parlamentare antimafia, riguardo ai suoi rapporti con
questo organismo.
Kaswalder
ha ricordato che il presidente Fugatti è già intervenuto ieri su
questo argomento dopo che il Consiglio ne aveva discusso. Ugo Rossi
(Misto – Azione) si è unito alla prima richiesta di Marini mentre
non ha condiviso l’esigenza di tornare sul tema della mafia perché
a suo avviso sia Morra che Fugatti hanno “sbragato” nelle
dichiarazioni e la polemica non giova alle due istituzioni. Giorgio
Tonini (Pd) ha espresso soddisfazione per la sentenza della Consulta
sul caso orso, che ha dato ragione all’ex presidente Rossi. E
Kaswalder si è associato. I
lavori in
aula sono
stati sospesi alle 12.00 dal presidente Kaswalder per permettere ai
capigruppo di incontrare i sindacati sul problema degli infortuni sul
lavoro e riprenderanno alle 15.00.
Il
primo ordine del giorno di Zanella respinto
Si
è poi tornati agli ordini del giorno legati al ddl Masè in materia
elettorale. Il Consiglio ha respinto con 17 no e 10 viti a favore
l’odg numero 80 proposto da Paolo Zanella (Futura), il cui
dispositivo prevedeva di impegnare la Giunta a coinvolgere le
associazioni culturali e sociali operanti sul territorio provinciale
in una campagna educativa per sensibilizzare alla parità di genere
nei diversi ambiti della vita sociale e politica, con particolare
riferimento all’associazione di promozione sociale Comitato laici
trentini per i diritti civili.
A
sostegno dell’odg sono intervenuti lo stesso Zanella, Marini e
Ferrari. Quest’ultima ha osservato che il ddl in discussione non è
lo strumento adatto a promuovere la presenza delle donne nelle
istituzioni, ma riduce e indebolisce l’impegno della Provincia per
perseguire l’obiettivo della parità da tutti condiviso, con il
pretesto di dare agli elettori la possibilità di esprimere più
preferenze nella scheda elettorale.
Segnana
ricorda le nomine di due donne ai vertici dell’Apss e di aver
scelto una donna come suo capo di gabinetto a differenza dell’ex
assessora Ferrari.
Sul
secondo odg respinto (il numero 81) con 18 voti contrari, 9 fa favore
e 1 voti di astensione, sempre proposto da Zanella con un testo
identico salvo che nel riferimento all’associazione di promozione
sociale (in questo caso la IN.CO.), l’assessora Segnana ha
ricordato che nel consiglio di direzione dell’Apss sono state
appena nominate due donne, mentre prima ce n’era una sola. E ha poi
elencato vari organi e strutture interne alla Provincia dove la
Giunta ha promosso la presenza femminile per dare il giusto spazio
alle donne con competenze. Ha infine ricordato che il suo capo di
gabinetto è donna mentre quello della consigliera Ferrari, quand’era
lei assessora, era un uomo.
Rossi
(Misto-Azione) ha giudicato inelegante questo confronto anche perché
– ha osservato – si rischia di non ricordare ciò che di utile
l’attuale esecutivo ha ereditato da quello precedente. Come nel
caso della gestione dell’orso, dove la positiva conclusione del
processo che coinvolgeva anche i forestali della Provincia dimostra
che anche in passato si era operato bene. “Quand’era
all’opposizione per la gestione dell’orso lei – ha aggiunto
rivolto al presidente Fugatti – chiedeva le mie dimissioni, mentre
oggi che all’opposizione ci sono io – ha proseguito – non
chiederei mai le sue dimissioni se un orso scappasse”.
Alessandro
Savoi (Lega) ha consigliato a Rossi di “smetterla di vivere di
rancore perché qualcuno ha preso il suo posto in quest’aula”,
anche perché questo atteggiamento fa male alla salute. E ha accusato
le minoranze di bloccare i lavori dell’aula facendo perdere tempo
tutto il giorno ai consiglieri su questo ddl solo per motivi
ideologici.
Marini
ha difeso Rossi il cui punto di vista è a suo avviso privilegiato in
virtù dell’esperienza da lui maturata da presidente e ha
apprezzato il fato che il ruolo di capo di gabinetto sia stato
assegnato dall’assessora Segnana a una donna, quando i capi di
gabinetto dei ministri sono per la stragrande maggioranza uomini.
Ferrari
si
è unita all’apprezzamento e ha giudicato con favore anche
l’aumento
delle figure femminili tra i dirigenti generali della Provincia.
Ma
ha precisato che ogni assessore ha l’esigenza di scegliere un capo
di gabinetto con cui poter avere un rapporto fiduciario e non,
quindi, perché donna o uomo. Il
punto però,
ha
concluso la
capogruppo del Pd, è che
l’evoluzione
culturale della
Giunta a favore
della parità andrebbe
sviluppata anche per quanto riguarda il sistema
elettorale del Trentino. Per
questo la legge attuale
deve
rimanere così com’è e non essere indebolita
diluendo la
possibilità di accordare il voto a una donna. Anche
perché con l’applicazione dell’attuale normativa le donne in
Consiglio provinciale sono passate
da 6 a 9.
Zanella
ha dichiarato
di
attendere con
interesse i
dati che dimostrerebbero
che
con la
possibilità di esprimere tre
preferenze si riuscirebbe
ad
aumentare il numero di donne elette. A suo avviso le
tre
preferenza favorirebbero
invece soprattutto
la scelta di candidati uomini. Questo
ddl
quindi non favorirà affatto
un
incremento della rappresentanza femminile, andando
anche contro un
principio costituzionale.
Marini
ha segnalato che il 75% dei capi di gabinetto della Giunta è
rappresentato da donne. Un dato virtuoso che a suo avviso la Giunta
dovrebbe mettere evidenziare
anche nel
sito della Provincia. Ha però aggiunto che i dirigenti della
Provincia sono probabilmente di genere molto più maschile che
femminile.
Masè
è intervenuta per precisare che il sistema elettorale che verrebbe
introdotto con questa norma prevedendo
la possibilità per i cittadini di
esprimere fino a 3 preferenze con l’alternanza di genere, non
è paragonabile come è stato fatto dalle minoranze con le vecchie
norme che consentivano sempre di
accordare
sì fino a
3 preferenze, ma
senza obbligare ad indicarne una di genere diverso dalle altre.
Dalzocchio
ha motivato il voto contrario della Lega a questo odg
perché
non
è vero, come sostengono le opposizioni, con
una
norma cambierebbe
la
situazione:
a
suo avviso sono invece
solo
l’esempio
e i fatti a
cambiare
le
cose. A
suo avviso il rapporto
fiduciario citato
da Ferrari che deve sussistere tra un
assessore e
il suo capo
di gabinetto fa
pensare che la collega del Pd che aveva scelto per questo ruolo un
uomo, non ritenga di poterlo instaurare con una donna.
Ferrari
ha ribattuto che proprio i fatti non rendono onore alla Giunta in
quanto proprio
l’assessora
Segnana ha ricordato
ad esempio la convocazione solo dopo tre anni del comitato
anti-violenza della Provincia per la tutela delle donne e
il Tavolo
per la medicina di genere tenuto
fermo
fino a 15 giorni fa.
Dopo
gli interventi di Paola
Demagri (Patt) cui
ha replicato Dalzocchio sul
controverso
tema della recente adunata degli alpini a Rimini, e
di Savoi
che
ha nuovamente protestato per l’inutilità di questa discussione,
Rossi ha
replicato
a
quest’ultimo che gli aveva attribuito rancore
con rischi per la sua salute che – ha assicurato il
consigliere di Azione –
è anzi fortunatamente
migliorata.